LONDRA: "CON SILVIO BERLUSCONI IN ITALIA RINASCE IL FASCISMO"

In vista del prossimo G20 che si terrà a Londra il 2 aprile, la stampa inglese sferrà un pesantissimo attacco alla politica italiana e al presidente del consiglio in carica, in particolare dopo la creazione del nuovo partito di destra al governo (Pdl), nato dalla fusione di Forza Italia e Alleanza Nazionale.

Secondo l’editoriale del quotidiano britannico The Guardian, «è scioccante constatare che ta i 20 leader al summit economico di Londra sarà presente un capo di governo che ha costruito la sua base politica su fondamenta poste dai fascisti e che afferma che la destra, proprio per questa ragione, resterà al potere per generazioni».

Il quotidiano pone anche l’accento sulle differenti reazioni storiche al dopoguerra postfascista, «a differenza della Germania, l’Italia del dopoguerra non ha mai davvero affrontato la propria eredità fascista. Così, mentre il neofascismo non è mai davvero risorto in Germania, in Italia si sono stabiliti forti legami di continuità con le leggi dell’era mussoliniana ed è rinato il partito del Duce sotto un altro nome». Obiettivo delle critiche del giornale inglese è in particolar modo il premier Berlusconi, le cui «intenzioni sono ovvie e palesi da tempo»: dal 1993 «ha utilizzato la propria carriera politica e il suo potere per difendere sé stesso e il proprio impero mediatico dalla legge. Nel suo primo mandato non solo ha consolidato la propria morsa sull’industria mediatica - ora ne possiede metà - ma ha anche fatto approvare con l’inganno una legge che gli garantiva l’immunità», disinteressandosi dei pareri di incostituzionalità.

Alleanza Nazionale, dal canto suo, avrebbe «fatto molta strada in sessant’anni» con un leader, Fini, che «parla di dialogo con l’Islam, denuncia l’antisemitismo, auspica una Italia multietnica», posizioni, tuttavia, «che Berlusconi farà fatica a imitare, con le sue campagne populiste anti zingari e anti immigranti e la sua vocazione verso un “razzismo morbido”». Per queste ragioni la nascita del maggiore partito di destra italiano rappresenta per il quotidiano britannico «il giorno della vergogna per l’Italia».

Ma l’editoriale non risparmia critiche nemmeno all’opposizione di sinistra: «il successo di Berlusconi deve qualcosa alla propria audacia ma moltissimo alla debolezza dei suoi avversari. La sinistra italiana, in particolare, è stata totalmente incapace di creare una valida opposizione».


[VIDEO E FOTO] "SOTTO PAGA, NON SI PAGA" - REGIA DI DARIO FO AL PICCOLO DI MILANO


Marina Massironi e Antonio Catania sono i principali protagonisti della ripresa di «Non si paga! Non si paga!», la brillante commedia scritta, diretta e interpretata da Dario Fo nel 1974, ma di straordinaria attualità nell’era dell’euro, trattando delle vicissitudini quotidiane dei consumatori, alle prese con le continue ed inesorabili altalene dei prezzi dei generi di prima necessità.
 
Un racconto dello spettacolo del 1974 direttamente dalle parole di Dario Fo:
"Quando debuttammo nel 1974, la storia di questa commedia appariva piuttosto surreale: infatti raccontavamo di avvenimenti che non erano ancora accaduti. In sala il pubblico ascoltava molto perplesso, ci guardava come fossimo dei pazzi. Raccontavamo di donne che nella periferia di Milano, andando a fare la spesa, si ritrovavano con i costi aumentati a dismisura e, furenti, decidevano di pagare metà prezzo rispetto alla cifra imposta.
Metà prezzo esatto!
Il nostro racconto era pura fantasia, ma ci ispiravamo alle lamentele che sentivamo dalle donne per la strada a proposito dell’arbitrio ladresco dei commercianti.
Di lì a qualche mese ci rubarono l’idea che avevamo messo in scena nella commedia. La chiave dello spettacolo si ripropose nella realtà con una similitudine impressionante: donne e uomini presero d’assalto due supermercati e pagarono la loro spesa esattamente la metà della cifra che si ritrovarono sullo scontrino. Il nostro copione fu addirittura superato in immaginazione: qualcuno andò via portandosi appresso qualche pacco di riso e qualche bottiglia senza pagare. In molti furono arrestati. Il processo fu istruito in brevissimo tempo.
Qualche mese dopo, in un altro supermercato di zona Garibaldi, sempre a Milano, si ripeté esattamente la stessa scena. Esattamente!
Leggemmo sui giornali che un centinaio di donne partecipanti all'azione reale, appoggiate da alcuni operai “casualmente” in sciopero, avevano addirittura ripetuto le stesse battute che Franca recitava ogni sera sulla scena.
Volevamo chiedere i "diritti d'autore", ma poi abbiamo lasciato correre…
Ci fu un quotidiano, esattamente il "Giornale Nuovo", allora diretto da Montanelli ed edito da Berlusconi, che ci accusò di essere con la nostra commedia i veri ispiratori morali del reato. Ad ogni modo durante il processo venne riconosciuto che i prezzi imposti dal supermercato erano delle vere e proprie rapine. Alla fine furono tutti prosciolti da ogni accusa, perché il fatto "non costituiva reato".
In poche parole, il tribunale stabilì che quei clienti avevano pagato il giusto valore della merce!
Chissà se oggi questa rimessa in scena di Non si paga! Non si paga! ripeterà lo stesso iter satirico e grottesco che si verificò al suo debutto? Succede spesso che la realtà copi dall’immaginazione scenica – anche una o più volte. Ad ogni modo staremo a vedere… Gli interpreti in grado di far gustare le situazioni drammatiche ci sono, il pubblico che può intendere il gioco satirico è pronto… non ci resta che dare l’ordine: “Andiamo a incominciare!”
"
Anno: 

MINISTRO BRUNETTA, PER FAVORE, LA SMETTA!!

La tragedia di un paese ridicolo. Quello che Renato Brunetta ha dichiarato ieri sui manifestanti della Sapienza, oltre a essere irresponsabile ha qualcosa di paradossale. Un ministro che definisce guerriglieri i giovani dell’Onda, poi si rende conto di quello che ha detto, e si corregge: «non son degni di essere definiti guerriglieri, sono soltanto quattro ragazzotti».

Le parole di Brunetta come ormai sembra normale e consueto in questo paese sono decisamente senza senso. Non si definiscono guerriglieri degli studenti, soprattutto perché non è il caso di mettergli in testa l’idea che magari lo sono davvero. E questo sarebbe decisamente un guaio. Se un ministro definisce guerriglieri dei manifestanti, che spesso sono ragazzi, è assai probabile che ti venga voglia di farlo, il guerrigliero. Se dopo poco li definisci quattro ragazzotti, perché «non son degni di essere definiti guerriglieri». Il pasticcio ha qualcosa di grandioso. Perché intanto i guerriglieri non sono di per sé dei personaggi necessariamente etici, e di norma i guerriglieri non sono dei combattenti per la libertà, ma gente che fa la guerriglia, dunque che utilizza un metodo di combattimento assai preciso.
Ora, è vero che il guerrigliero tra i guerriglieri, l’icona del guerrigliero, è quella di Ernesto Guevara, detto il “Che”; ma il mito di Guevara, con gli anni qualche appannamento lo ha avuto, e questo non significa in generale che i guerriglieri siano categoria di persone buone e giuste, se siamo – come spero che siamo tutti – dei pacifisti. Ma Brunetta pensa che per essere guerriglieri si debba «essere degni», dunque nel suo criticare l’Onda ha mostrato una perfetta anima da sabotatore della pampa, da tiratore scelto nella giungla, da incursore con il coltello tra i denti delle foreste tropicali.

Mai lo avrei detto, e mai avrei pensato che in Brunetta tutto questo potesse avere una mitologia inaspettata. La dignità del guerrigliero è una nuova perla della compagine governativa. E mica va sottovalutata. Non son degni «i ragazzotti» dell’Onda di essere «guerriglieri». Quello è troppo. Certo che sì. Perché se stai in un paese ridicolo, ci devi stare fino in fondo.

(Roberto Cotroneo) Unità

DIVERSE NORMALITA': "famiglie, unioni, affetti, diritti nell'Italia di oggi"

. Diverse normalità: famiglie, unioni, affetti, diritti nell'Italia di oggi".
Venerdì 27 marzo 2009, ore 20.45
Fano - Sala S.Maria nuova, via da Serravalle 5.
Proiezione del film documentario "2 volte genitori" di Claudio Cipelletti, '08.
Dibattito con Rita De Santis, presidente di AGEDO, associazione di genitori
e amici di omosessuali.

FAMIGLIE: al plurale, perché la realtà italiana smentisce coi fatti la retorica
tradizionalista che vuole presentare un modello unico e immutabile di famiglia,
proprio come nel 1974, quando si opponeva al divorzio. In realtà i modelli familiari
sono tanti, ognuno con le sue motivazioni ed esigenze (famiglie tradizionali,
monoparentali, ricomposte, omosessuali ecc.)
UNIONI: perché sono oltre mezzo milione in Italia le coppie non coniugate, o perché
vorrebbero un isituto più elastico del matrimonio, di tipo contrattuale, o perché dello stesso sesso
e quindi prive di ogni tipo di rcionoscimento civile.
AFFETTI: perché al mancato riconoscimento dei diritti (successori, patrimoniali, fiscali, sanitari)
delle coppie di fatto si unisce in Italia una abominevole campagna che presenta le
meno tutelate tra queste unioni, quelle omosessuali, come un "pericolo" usando
i vecchi sistemi del pregiudizio, cercando di colpire al cuore. Ciò per impedire l'evoluzione del discorso
sui diritti civili e chiedendo di mantenere il vecchio sistema del "si fa ma non si dice".
DIRITTI: perché nel nostro Paese né i governi di sinistra né quello attuale, prima coi
Pacs (Patti civili di solidarietà), poi coi Dico (Diritti e doveri delle persone
stabilmente conviventi) e con i Didorè (Diritti e doveri di reciprocità dei conviventi)
sono stati capaci di affrontare con spirito laico un tema che altrimenti resta solo ostaggio
di vecchi ostracismi e poltrone di talk show.
DIVERSITA': perché con questo primo appuntamento vogliamo proporre un approccio diverso
a questa realtà, iniziando col raccontare storie di famiglie normali, comuni nella loro diversità.
Perché conoscersi è capire, capire è rispettare e la diversità è una ricchezza per la nostra società.

Promuove: Arcigay Agorà, Pesaro, con: Associazione Alternativa libertaria, Associazione Omnibus,
Associazione Res publica, Bottega di Resistenza globale-Fossombrone, Centro sociale autogestito
Oltrefrontiera-Pesaro, Circolo libertario Luciano Polverari, Cooperativa Labirinto, Circolo A.Labriola,
Circolo S.Allende, Movimento RadicalSocialista-Fano.


TUTTI I PAESI EUROPEI CONTRO IL PAPA: RATZINGER, CI FACCIA IL PIACERE...

''Grave errore del Papa sui preservativi'': critiche da Germania, Francia, Olanda, Zapatero invia un milione di condom in Africa, l'Italia tace



Si moltiplicano le prese di posizione dei governi europei. L'Osservatore romano: stravolto il senso del viaggio. Protesta il Fondo anti-Aids.





Come minimo si tratta di un disastro "comunicativo". L'Osservatore romano, l'organo ufficiale del Vaticano, si lamenta perché è stato "stravolto" il senso del viaggio di Papa Benedetto XVI in Africa, ma se si sceglie come primo approccio col Continente nero il tenma del "no" ai preservativi nella lotta contro l'Aids c'è da attendersi una reazione energica. Probabilmente, però, il Vaticano non se l'attendeva così autorevole ed estesa.

I governi europei, ad uno ad uno, hanno pensato di dover dire la loro. Tranne quello italiano, che si è rifugiato in un assordante silenzio.





L'Olanda: il Papa non percepisce la realtà



Dopo quelle di Francia e Germania, arrivano le critiche del governo olandese, che ha definito "estremamente dannose" le parole di papa Benedetto XVI sull'Aids e l'uso dei profilattici. "E' estremamente dannoso e molto grave che questo pontefice stia impedendo alla gente di proteggersi", ha detto il ministro dello sviluppo, Bert Koenders, in una nota.

Il ministro si dice "sinceramente stupefatto" dalle afffermazioni papali, pronunciate all'inizio del tour in Africa, un continente piagato dall'epidemia dell'Aids. "C'è un enorme stigma che circonda il problema e i malati di Aids si trovano a fronteggiare una seria discriminazione: il papa peggiora la situazione", ha aggiunto Koenders, secondo cui il pontefice "non ha il contatto con la realtà".





La Spagna spedisce un milione di condom



Il governo di Zapatero non si limita alle dichiarazioni. Ha annunciato, infatti, che spedirà un milione di preservativi in Africa per combattere la diffusione della malattia. "L'obiettivo è sostenere i programmi di prevenzione dell'epidemia che ha colpito 33 milioni di persone in tutto il mondo, due terzi dei quali in Africa", spiega un comunicato del ministero della Salute iberico. Dall'Italia, invece, c'è da regisrtare solo un assordeante silenzio. Nessuno dei tanti ministri e sottosegretari che inonendano ogni giorni di dichiarazioni i tavloi delle redazioni si è fatto vivo. Anche l'opposizione ha pensato di avere cose più importanti da fare e da dire. Ma si moltiplicano le prese di di posizione contro l'infelice frase pronunciata da Papa Benedetto XVI in Africa, per cui "la lotta all'Aids non si fa con i preservativi".

Netta e inusuale, tanto per cominciare, la presa di distanza del governo tedesco. I preservativi hanno un ''ruolo decisivo'' nella lotta all'Aids: qualsiasi altro mezzo sarebbe ''irresponsabile''.

Lo hanno reso noto oggi i ministeri tedeschi della Sanità e dello Sviluppo in un comunicato congiunto commentando così le parole del Papa su questo tema.

Il ministro della Salute Ulla Schmidt (foto) e quello della Cooperazione economica e dello Sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, entrambe socialdemocfratiche al governo con la premier cattolica Angela Merkel, spiegano che "i profilattici salvano la vita tanto in Europa che negli altri continenti" e hanno quindi "un ruolo decisivo".





Anche Kouchner è preoccupato



Dalla Francia arrivano le parole del ministro degli Esteri Kouchner, attraverso il suo portavoce Eric Chevalier. Kouchner, tra l'altro, è tra i fondatori di Medici senza frontiere ed è una personalità che Sarkozy ha voluto nel governo proprio per la sua indipendenza.

"Grandissima preoccupazione - esprime il ministero degli Esteri francese - per le conseguenze sulla lotta contro l’Aids delle parole del Papa.

Il governo di Parigi, preoccupato evidentemente per le ripercussioni che la "scomunica" papale può avere anche sulla salute dei francesi, ritiene che "insieme all’informazione, all’educazione e ai test, il preservativo sia un elemento fondamentale delle azioni di prevenzione della trasmissione del virus dell’Aids". La Francia - continua la nota del Quai d'Orsay - rimane "risolutamente impegnata nell’accesso universale alla prevenzione, ai trattamenti, alle cure e al rispetto dei diritti delle persone che vivono con il virus Hiv".

Chevallier ha poi sottolineato l’importanza di "dar prova di spirito di responsabilità e di solidarietà ed ha reso omaggio a coloro che tutti i giorni, sul campo, applicano queste politiche di prevenzione e di accesso alle cure ovunque nel mondo".

"A proposito del contributo della Francia alla lotta contro l’Aids nel mondo, e in particolare in Africa - ha concluso il portavoce di Kouchner - le nostre iniziative e il volume dei nostri contributi testimoniano quanto sia una priorità per il nostro paese".









Indignato il direttore del Fondo mondiale per la lotta all'Aids



Anche il direttore esecutivo del Fondo mondiale per la lotta contro l'Aids, Michel Kazatchikine, ha espresso la sua profonda indignazione a Radio France Inter. "Queste parole sono inaccettabili. E' una negazione dell'epidemia. E fare tali dichiarazioni in un continente che è sfortunatamente quello più colpito dalla malattia, è assolutamente incredibile", ha commentato, concludendo "Chiedo che queste parole vengano ritirate, in modo chiaro".



Angelo Angeli


RIDERE DELLA CRISI: «Sotto paga, non si paga!»,

Il Nobel è autore e regista di «Sotto paga, non si paga!», una commedia del 1974 ancora attualissima. Nel 1974 i due protagonisti, Antonia e Giovanni, erano disoccupata lei, operaio precario lui. Come una coppia di oggi. Nel 1974 non arrivavano a fine mese. Come accade adesso. Ma in quel 1974 lei e un gruppo di donne della periferia milanese, esasperate dall'incontrollabile e selvaggio caro prezzi, decidono di mettere in pratica una radicale azione di protesta: fanno la spesa al supermercato, pagando però l'esatta metà del prezzo imposto. Quell'azione, ispirata alle lamentele sui costi dei prodotti aumentati a dismisura, e certo in linea con lo spirito «di lotta» dei tempi, era il frutto della fantasia di Dario Fo, autore del profetico «Sotto paga, non si paga!» che torna ora in scena (da martedì 24) al teatro Strehler. Ricorda lo stesso Fo che «questa commedia appariva piuttosto surreale, raccontavamo fatti non ancora accaduti. Il pubblico ascoltava molto perplesso, ci guardava come fossimo dei pazzi».

Qualche mese dopo il debutto, i fatti teatralmente immaginati accadono. Un quotidiano accusa Fo di essere l'ispiratore morale del reato. Ma al processo contro i partecipanti alla spesa autoridotta, quei prezzi imposti dal supermercato sono considerati una vera e propria rapina, e tutti vengono assolti. Ora che l'emergenza alimentare è planetaria, naturale che Fo abbia pensato a riallestire la commedia (produzione Cherestanì, debutto a Pistoia nel dicembre 2007, e ora questa tappa conclusiva della stagione al Piccolo). Il premio Nobel firma ancora la regia, e nei ruoli storici suoi e di Franca Rame ci sono, brillantisimi, Marina Massironi e Antonio Catania, affiancati da Marina De Juli, Renato Marchetti e Sergio Valastro. «Sotto paga, non si paga!» è farsa sociale, è canovaccio aperto all'attualità che vi entra con banche strozzine e fallite, mutui e licenziamenti: ma è anche e sempre commedia dell'arte e degli equivoci (Antonia racconta un'infilata di bugie al marito legalista per tenerlo all'oscuro della sua azione sovversiva), nel solco di quella tradizione di servi, Arlecchini e poveracci che, almeno in teatro, ci permettono di ridere della fame.

Sotto paga, non si paga! Teatro Strehler. Ore 19.30 (mart. e sab.) e 20.30 (da merc. a ven.), fest. 16. L.go Greppi Tel. 848.800.304. Euro 24,50-21,50. Dal 24 marzo al 5 aprile

Emanuela Garampelli

Corsera


MICHELE SERRA: LODO ALFANO AI GEOMETRI [COMICO]

Ripartire dal mattone: come non averci pensato prima? L'Italia è un paese poco costruito, dalle coste ancora vergini, mai lambito dalla speculazione edilizia. Ecco dunque il piano governativo per dare finalmente un futuro a un settore ancora ai primi passi.

Aumento della cubatura Ogni italiano, ha spiegato Berlusconi, potrà aumentare del 20 per cento la cubatura della propria casa. Il sistema più pratico è sfondare una parete e annettersi una stanza del vicino, il quale a sua volta si rivarrà con un altro vicino.
Il condomino più esterno, non potendo espandersi ai danni di alcuno, costruirà un'enorme protuberanza sulla facciata, oppure sfonderà il tetto erigendo un superattico. Il classico circolo virtuoso che imita il modello del termitaio: ogni palazzo aumenterà di dimensioni fino ad assumere la tipica forma di un gigantesco panettone bitorzoluto. Gli esperti del governo suggeriscono di aggiungere alla malta grandi quantità di lievito: un locale di venti metri cubi potrà gonfiarsi, in una sola notte, fino alle dimensioni della Sagrada Familia.

Lodo Alfano Previsto per le tre più alte cariche dello Stato, ora è esteso anche ai geometri. Il primo a usufruirne è un geometra di Conegliano Veneto che ha progettato centinaia di ville bianche con portico ad arco, infissi di alluminio, botti interrate e pozzo finto, il tutto sopraelevato su montarozzi di terra lungo la Statale. Condannato dalla Corte dell'Aja per crimini contro l'umanità, detto "il Milosevic della carta millimetrata", noto per avere suggerito a un cliente di perlinare anche l'automobile in tinta con la tavernetta, ora è libero di esercitare e non è più costretto a lavorare solo per una ristretta clientela di non vedenti.

Villette a schiera interregionali Evoluzione della normali villette a schiera. L'idea è di costruire una fila di villette a schiera così lunga da unire diverse regioni. Il primo lotto dovrebbe partire da Torino e raggiungere Trieste, interrando autostrade e ferrovie per non interrompere la continuità tra le siepi di ligustro e le fioriere con le petunie (l'Ansaldo ha già progettato fioriere di dieci chilometri).
Poiché già nelle attuali villette a schiera sono pochissime le famiglie che riescono a rincasare ogni sera in quella giusta, è stato affrontato e risolto il problema dell'orientamento: due enormi videocitofoni (uno a Torino, uno a Trieste) daranno indicazioni ai proprietari che avessero percorso l'intera tratta senza riconoscere il proprio portone.

Clonazione Ogni comune italiano, anche se piccolissimo, potrà finalmente costruire
una città satellite nei pressi dell'attuale centro abitato, sul modello di Milano Due, con laghetto dei cigni, vialetti e ponticelli, e palazzi di dieci piani con facciata a specchio per riflettere laghetto, vialetti e ponticelli. I sindaci dei paesi di montagna si sono detti interessati ma hanno chiesto di potere imbragare con reti metalliche i caseggiati sospesi sui dirupi.

Ponte sullo Stretto Ospiterà anche una pista ciclabile, un tram a cavalli, un percorso-vita per i pedoni e un autogrill con specialità di pesce. Sul modello di Ponte Vecchio a Firenze, sono previste anche aree commerciali con botteghe di lusso, e vie di fuga per gli abusivi inseguiti dai commercianti. A causa del pittoresco affollamento di turisti e di curiosi, le automobili potranno evitare di ingorgarsi sul Ponte ricorrendo
al pratico sistema di traghetti già in uso.

Lego In previsione dell'esaurimento delle scorte di calcestruzzo, verranno immessi sul mercato nuovi Lego giganti, a sei buchi e quattro buchi, con i quali ogni italiano potrà edificare una villa rossa e gialla, personalizzata.

Pollaio Il tradizionale condono del pollaio, trasformato in villetta per gli ospiti, verrà facilitato con l'introduzione di una nuova figura giuridica: la gallina intestataria di prima casa. 


BAMBINA INCINTA: LA CHIESA SCOMUNICA I MEDICI, NON GLI STUPRATRI!

LA BAMBINA INCINTA E I MEDICI SCOMUNICATI
Repubblica — 11 marzo 2009 pagina 26 sezione: COMMENTI

Il caso ha voluto che quest' anno l' 8 marzo coincidesse con l' agghiacciante notizia della bambina brasiliana: 9 anni, altezza 136 centimetri, peso 33 Kg. Piccola, denutrita, incinta di due gemelli, in pericolo di vita al momento del parto. Un implacabile arcivescovo ha scomunicato la madre e i medici che l' hanno salvata.Se n' è parlato nel mondo, con raccapriccio. Meno s' è parlato delle reazioni. Vale la pena di leggerle, o rileggerle.
Padre Gianfranco Greco, responsabile del Pontificio Consiglio per la Famiglia:«Il tema è delicato ma la Chiesa non può tradire il suo annuncio che è difendere la vita dal concepimento al termine naturale».
Il vescovo di Recife alla domanda se anche lo stupratore sarebbe stato scomunicato: «Si tratta di un reato e di un peccato enormi, ma la Chiesa non c' entra. Ci penserà la Giustizia. Non c' è crimine peggiore dell' aborto».
Giuseppe Fioroni, ex ministro della Pubblica Istruzione: «Siamo in presenza di un dramma ma per un credente ad una violenza non si risponde con un' altra violenza».
Renzo Lusetti: «La coscienza non trova pace ma resto contrario all' aborto anche in un caso come questo».

Paola Binetti: «Un giudizio sull' episodio sarebbe sbagliato, daremmo una falsa risposta a un dramma terribile».
Chissà quale sarebbe la risposta non sbagliata. - CORRADO AUGIAS [email protected]


OBAMA COMUNISTA: DESTRA USA SCATENATA

Obama socialista, Obama “Robin Hood”, Obama l’estremista. A un solo mese e mezzo dal suo ingresso alla Casa Bianca, Obama riscuote critiche durissime da parte dei suoi rivali politici.



La resistenza dell’opposizione si deve al fatto che il giovane presidente sta cercando di mettere le fondamenta delle riforme che aveva promesso durante la campagna elettorale, e la fretta con cui agisce - dettata dal bisogno di sfruttare la sua popolarità ancora molto alta - genera reazioni altrettante veloci. Obama si è già impegnato a ritirare le truppe dall’Iraq, a chiudere la prigione di Guantanamo, a riaprire il dialogo con i Paesi arabi, a riformare il sistema sanitario, a rilanciare la ricerca biotecnologica e la liberalizzazione dell’uso delle cellule staminali. Con grave disappunto del Vaticano che ha definito «immorale» la ricerca sugli embrioni staminali. E tutto ciò avviene mentre vengono approvati giganteschi pacchetti di stimolo economico, si dibatte un nuovo bilancio e vengono condotti negoziati con le banche e le società automobilistiche per riparare alla crisi con l’imposizione di nuove regole più severe e una crescente partecipazione statale.



La destra e gli esponenti del movimento neo-liberista guardano a tutto ciò con sincero terrore. Vari commentatori hanno sfogato le loro paure in fondi in cui si accusa Obama di aver avviato «una rivoluzione che cambierà la società americana avvicinandola al socialismo di stampo europeo», come sostiene Newt Gingrich, uno dei leader storici del partito repubblicano, che si è detto tanto allarmato dalle tendenze di Obama da essere pronto a tornare nell’arena politica e a candidarsi alla presidenza fra quattro anni.





L’agguerrito commentatore radiofonico Rush Limbaugh, l’eroe della destra, è arrivato a dichiarare senza mezzi termini: «Spero che Obama non ce la faccia».

L’opinionista economico Jim Cramer ha sostenuto che Obama «sta cancellando i patrimoni degli americani». E sul Wall Street Journal l’ex consigliere economico di George Bush senior, Michael Boskin, dice che i provvedimenti economici di Obama sono «vaghi» e «mal concepiti» e contribuiscono al precipitare sempre più veloce di Wall Street.







Per ora, tuttavia, Barack Obama gode di alcuni solidi punti di vantaggio: il Paese sa che la crisi è nata negli otto anni di gestione repubblicana ed è pronto a dargli tempo per trovare una soluzione.

Alla gente comune, inoltre, le politiche “socialiste” per il momento piacciono, perché promettono di portare un po’ di sollievo in una situazione di drammatica crisi. Per di più, il partito repubblicano è senza veri leader, e le critiche che gli opinionisti inanellano in tv e sulle pagine dei giornali non trovano un interprete popolare che le spieghi al grande pubblico.





Così Obama continua a galoppare a livelli di popolarità straordinari, con un 72 per cento di americani che dice di avere un’opinione favorevole di lui, mentre i repubblicani a mala pena superano quota 30 per cento.



Ma anche da queste vette di popolarità, Obama - che è un giocatore di poker di «bravura leggendaria» dicono i suoi amici - sa che la ”luna di miele” con il Paese può finire da un momento all’altro, e pigia il pedale dell’acceleratore.



Gli stessi sondaggi che lo pongono al 72 per cento, rivelano infatti che le sue scelte economiche riscuotono l’approvazione di un più ridotto 59 per cento. Obama cioé è personalmente popolare, ma le sue politiche lo sono meno. Se queste dovessero fallire, o arrivare troppo tardi, sarà inevitabile che anche la sua popolarità personale cominci a scendere.



http://www.radicalsocialismo.it/inde...d=722&Itemid=1


l'interminabile prima volta....

La mia prima volta è durata all'incirca un mese. Non letteralmente, non stavo mica con superman! Tutto è cominciato con il mio primo fidanzatino. Io quattordici anni, lui diciannove...si sa, le ragazze sono più mature. A lui ho dato il mio primo bacio, quando stavamo insieme già da qualche tempo. Con i baci sono arrivati i primi brividi, i desideri. All'inizio tutto era confuso e incomprensibile. A volte ci baciavamo e non provavo nulla...Altre volte ci guardavamo e provavo immediatamente un irresistibile istinto di saltargli addosso. Più andavamo avanti e meno capivo. Un po' come a scuola, mi ricordo di aver pensato. Le nostre effusioni si facevano sempre più intime, ma gradualmente, dolcemente. Tutto è avvenuto come un gioco senza forzature. Io non avevo nessun tipo di esperienza, mentre lui aveva avuto più ragazze di Rocco Siffredi. Questo è quello che mi ha detto, ho capito solo moto, molto più tardi, che ne sapeva ancora meno lui di me! Ero molto curiosa, volevo capire, scoprire, toccare. Suppongo di essere stata anche goffa, e ridicola, ma abbiamo vissuto tutto con una leggerezza tale che la nostra esperienza comune si è trasformata in una danza in cui battute, scherzi, solletico e sesso si confondevano. Arrivati al dunque ho cominciato ad esprimere qualche dubbio. Ero titubante. Lo faccio? Lui con pazienza, dopo qualche ardita carezza, mi chiedeva: “vuoi andare avanti?” - “No” - “Tutto bene?” - “Sì...ma, non so, non mi sento pronta” Siamo andati avanti così per un po'. Un giorno scontrandosi con il mio solito muro di omertà mi ha fatto una lunga serie di scherzose domande: - “Te lo vieta la tua religione?” - “...In effetti sì, ma non è questo il problema” - “Hai paura che io sia un alieno e voglia conquistare la razza umana fecondandoti con un alien?” - “Scemo!” Intermezzo di solletico e risatine. - “Ah, ho capito! Sei un uomo, ma non me lo vuoi dire perché hai paura che poi ti lasci. Tranquillo ti amo lo stesso!” - “Ti faccio vedere io se sono un uomo!” Questa frase diede il via al primo tentativo. Già perché le cose si rivelarono un pochino più complicate di quanto avessimo previsto. Dopo qualche goffissimo tentativo di metterci per così dire in posizione...mi faceva male. Abbiamo smesso. Il giorno dopo di nuovo. Piano. Proviamo così, poi cosà. Macché E dopo qualche giorno, ancora. Devo dire che la perseveranza non ci mancava! - “Riproviamo?” - “Sì, dai!” - “Ritenta amore, sarai più fortunato” Un bel giorno però, quando avevamo quasi abbandonato le speranze...così, all'improvviso, senza nessun dolore, senza sangue, senza traumi, accadde. Finalmente. Non posso dire di essere impazzita di piacere. Non è stato nemmeno sgradevole. Una sensazione strana, che non ho mai più dimenticato e che è andata arricchendosi con il tempo e l'esperienza. Ricordo di essere tornata a casa in tram, con un sorriso ebete stampato in faccia, stanca, ma euforica. By librovora at 2009-03-07 06:47 elimina modifica rispondi


LA VERGINITA'! Dopo lo spettacolo, una signora mi ha detto: "Hai fatto bene a dire un colpettino oggi, un colpettino domani...

Un'altro problema intorno al quale c'è una gran confusione è la verginità. Un incubo! Nel nostro paese la verginità è il simbolo dell'illibatezza, anzi è il documento insostituibile di garanzia. Fin da giovanissime ci viene inculcato nel cervello che la verginità è un bene "prezioso", "bene" che va donato solo a colui che diventerà il tuo sposo, e guai a te se lo perdi prima delle nozze!, ma nessuno ci prepara ad affrontare "quel momento", con lo sposo o con chi ti pare. Si studia forse a scuola? La mamma te ne parla? Il dottore? No, nessuno ci dice niente. Come sarà? Doloroso? Non doloroso? Facile? Difficile? Nessuno ci spiega che l'imene è una membrana, ed in quanto tale, fragilissima, e che l'incontro con l'altro sesso è un atto d'amore e se tu sei "preparata" ad affrontarlo, tutto si svolgerà in modo naturale ed indolore. Tutte le vergini che hanno avuto difficoltà in "quel momento" devono le loro "difficoltà" solo ad una sovrastrutture di tipo cultural-cattolico. Da qui certe nevrosi... rifiuto totale alla penetrazione, vaginiti, e via dicendo. Perdipiù, non si sa perché, ma quelle che non sono più vergini raccontano alle vergini... su "quel momento"... storie tremende! "Lui col suo ariete, deve demolire la tua imene... Ahaaa... che paura!". E poi il "sangue"... in Sicilia... le lenzuola esposte col "sangue"... Speriamo che non lo facciano più. Sangue, sangue... Che io, quando è arrivato il mio momento, mi aspettavo zampilli di sangue... tutto il soffitto insanguinato... "Come farò a pulirlo?!" Che poi ho scoperto che era tutta una bugia. È un fatto naturale... che se eseguito con amore non è nulla... Inoltre vi faccio presente che il 20% delle donne non ha l'imene o lo ha talmente sottile che si lacera anche casualmente. E qui ci sarebbe da fare un minuto di silenzio per questo 20% di donne che per secoli sono state accusate di non essere vergini, solo perché non avevano l'imene. Immaginatevi la scena: "Brutta puttana, non hai sanguinato, non eri vergine!". E lei annichilita che pregava e piangeva... Terribile. E poi uomini, nessuno vi obbliga... TRAC! Cos'è? La presa della Bastiglia?... Lei è agitata?... Un colpettino oggi, un colpettino domani... Dopo lo spettacolo, una signora a Bergamo mi ha detto: "Hai fatto molto bene a dire un colpettino oggi, un colpettino domani, perché le mie amiche mi prendono in giro... Mi sono sposata il cinque di dicembre... avevo una gran paura... ma mio marito... un colpettino oggi, un colpettino domani... per il diciotto di maggio... finalmente...". Ci ha messo un po' di tempo ma non ha avuto nessun trauma. Pensate che in Danimarca proiettano nelle scuole medie inferiori cartoni animati di educazione sessuale dove si consiglia alle ragazzine di risolvere il problema addirittura da sole, lacerandosi l'imene con l'unghia. È un'altra cultura.


ALTRE ESPERIENZE: "Sono stati i miei genitori (mia mamma soprattutto, essendo io femmina) a parlarmi del sesso, sin da bambina.

 Ho letto in un forum dell'iniziativa. Mi piace. Sto scrivendo qualche riga. Spero di non scrivere una cosa da bar sport tra amici. brando By Brando at 2009-03-04 14:18
uhmm non so se scrivere con uhmm non so se scrivere con il mio nik o reiscrivermi. ci penso, ma l'idea che Franca possa discutere o recitare segmenmti di mia adolescenza è troppo invitante. Ci penso un attimo poi scrivo...:-)) fg By FabioGreggio at 2009-03-04 08:18
Sostegno all'iniziativa Salve, sono da sempre un vostro affezionato fan (di Franca, Dario e Jacopo) e vi ringrazio per tutto l'impegno che avete profuso in tutti questi anni per divertire ed informare responsabilmente gli Italiani. Ho letto dell'iniziativa sul sito di Beppe Grillo in un commento di un suo lettore e sono rimasto molto interessato. Pertanto mi sono permesso di postare la suddetta iniziativa sul mio blog "Gocce di piacere" (http://goccedipiacere.com) augurandomi di dare visibilità al progetto. Grazie mille ancora per esserci. By Arsenio at 2009-03-03 23:34
 

1900 letture in 15

Ecche è? Un successo.
Il racconto di Brando ha fatto da traino.
Ti vedo Franca a recitare questo testo, tipo l'orgasmo..
Mi sembra molto divertente.
fg

Il mio approccio al mondo della sessualità

Il mio approccio al mondo della sessualità è stato del tutto inusuale e interessante, benché assolutamente libero e naturale. Sono stati i miei genitori (mia mamma soprattutto, essendo io femmina) a parlarmi del sesso, sin da bambina. Hanno ritenuto doveroso informarmi, e che dovessi sapere da loro e contare sul loro appoggio. Sono stati loro a spiegarmi "come siamo fatti" e come "nascono i bambini", senza tralasciare di dirmi che in mezzo c'è anche la scoperta del proprio corpo, la soddisfazione di un bisogno fisico istntivo e naturale che, se fatta con responsabilità e cognizione di causa, può dare solo piacere. Col trascorrere del tempo, la mia curiosità e il mio interesse sono cresciuti a dismisura. A quattordici anni ho sentito di non poter più rimandare, era giunto il mio momento. Al liceo ho conosciuto un ragazzo stupendo che mi ha fatto perdere la testa. Ci siamo innamorati. Passavamo pomeriggi interi nella sala di un noto cinema milanese, senza dare la benché minima importanza alla programmazione delle proiezioni. Non erano i film che c'interessavano, ma l'atmosfera buia e appartata della sala cinematografica e l'improbabile discrezione della toilette pubblica. Far l'amore per la prima volta in piedi è ardua impresa, ma io mi sentivo pronta, matura, ed ero... impaziente. Avevo trascinato anche lui che, un poco più grande di me, non aveva ugualmente esperienza. Dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto, ci siamo riusciti. Un pomeriggio d'estate, una gita fuori città, un grande prato verde pieno di fiori e.. d'insetti d'ogni genere che ci hanno letteralmente divorati. Ricordo di aver contato le punture: cinquanta su ogni gamba, senza contare il resto. Ma non sentivo nè dolore, nè prurito, niente. L'emozione era troppo forte per lasciar spazio ad altro. Sulla via del ritorno verso casa, in motorino, la mia mente era vuota. L'esperienza in sé, come c'era da aspettarsi, non era affatto stata memorabile, tutt'altro, ma nemmeno da buttare. Lui era piuttosto insicuro; malgrado mi avesse fatto intendere di essere quasi un diretto discendente di Casanova, era evidente che non avesse affatto le idee chiare sul da farsi. Io le avevo in teoria, ma nei fatti ero inesperta tanto quanto lui. Però è stato bello. Meno di quanto mi aspettassi, ma unico, indimenticabile. E, appena rientrata a casa, chi è stata la persona con cui mi sono confidata? La mia mamma. Ci è rimasta un po', lo ammetto. Non si aspettava che sarei stata pronta così presto, malgrado tutto. Si è solo sincerata che avessimo usato le dovute precauzioni e mi ha rammentato l'importanza di questo. L'unica cosa su cui non fosse ammesso scherzare. Per il resto, ci abbiamo riso su insieme e ha voluto che le raccontassi quanti più particolari mi sentissi di raccontarle, La sera, prima di addormentarmi, si sdraiava sempre sul letto accanto a me per una chiacchierata, come due amiche, due sorelle. Ho sempre avuto i miei genitori come fedeli alleati. La mia storia con questo ragazzo è diventata importante, e loro erano sempre oltremodo discreti e rispettosi della nostra intimità. Papà che addirittura mi pregava di avvisarlo quando avessi voluto che uscisse di casa, e di dirgli quando poteva rientrare, ché mai e poi mai avrebbe voluto interrompere capitare al momento meno opportuno. Le mie amiche esterrefatte che chiedevano di essere adottate. C'è chi ha criticato questa libertà, licenza anzi, come eccesiva, ma io credo sia stata la mia fortuna. Sono cresciuta libera di sperimentare, di crescere, di decidere e senza dover mai nascondere nulla, potendo contare sul sostegno e sul consiglio di due genitori amati, fidati e rispettati. Alla fine i limiti ce li si dà da sé, ed è questo l'unico modo di accettarli. Quando si è liberi di esplorare il mondo, si capisce presto cosa interessa, cosa val veramente la pena di scoprire e cosa no. Ho visto ragazze costrette a nascondere le sigarette, figurarsi i preservativi. Ho avuto amiche costrette a scoprire tutto da sole, e per questo si rivolgevano a me per qualunque curiosità, dubbio, consiglio. Mi facevano sentire importante, e ancor più, utile, perchè comprendevo la mia posizione privilegiata e sapevo di dover mettere la mia seppur contenuta esperienza a loro servizio, affinché vivessero il sesso in serenità e consapevolezza. Soprattutto senza sensi di colpa, ché non era sporco, nè qualcosa di cui si dovesse parlare sottovoce. In quelle occasioni realizzavo quanta ignoranza (non si legga in senso dispregiativo, per carità) e false credenze aleggiassero pericolosamente in certe famiglie, in cui si preferiva chiudere gli occhi, far finta che l'argomento non esistesse piuttosto che sensibilizzare i propri ragazzi adolescenti. Eppure, i consigli che dispensava questa adolescente loro coetanea che ero io valevano oro per queste ragazze, che altrimenti non avrebbero saputo a chi rivolgersi. Mi è capitato di condividere con loro brutte esperienze. C'è stata anche chi, per incoscienza o inconsapevolezza, si è trovata a dover prendere la decisione più drammatica che possa toccare ad una donna. Ma, quando si hanno vent'anni, si frequenta l'università e il "padre" del bambino ti ha lasciata che altra soluzione c'è?
Malgrado questa apparente baldanza, ho avuto anch'io le mie titubanze, non si creda. Un paio d'anni prima di questi fatti, mi sono trovata in situazioni a dir poco imbarazzanti, in cui mi ero invischiata con le mie mani. Da sempre desiderosa di attrarre l'attenzione dei ragazzi più grandi, facendo credere loro di avere più anni dei miei 12-13, mi trovavo costretta a declinare inviti a rapporti sessuali o orali e a dover sparire dalla circolazione alla proposta di un bagno nudi a mezzanotte.
Non ho problemi di anonimato; non ho nulla da nascondere, e anzi sono lieta di poter apportare il mio piccolo contributo, la mia testimonianza. Come giovane donna un domani madre a mia volta, sento tutto il peso della resposabilità di un'educazione anche sessuale dei figli. E io voglio assolutamente seguire il tracciato dei miei genitori, pur consapevole che dei rischi si corrano. Loro non credo non abbiamo avuto apprensioni e grattacapi, ma sono stati bravi a non trasmettere a me le loro ansie, perché era giusto che facessi le mie esperienze, seppur sotto il loro controllo vigile e la loro amorevole protezione.
Sono entusiasta della tua proposta, Franca.
Un forte abbraccio

Amor dammi quel fazzolettino

Il mio primo rapporto sessuale risale agli anni 70, avevo 15 anni e lui 16, entrambi senza esperienza.
Avvenne sul lettino in camera mia, imbranati come mai.
Ai miei tempi non si parlava in casa di sesso, per cui la sessualita' si imparava sui libri, sulle riviste, e parlando con le amiche.
Ricordo che ero terrorizzata dalla prima volta, sentendo descrizioni di dolori atroci e scene splatter immaginate, per cui mi aspettavo chissa' quale sofferenza ed emorragia, per la perdita della verginita'.
Non sentii assolutamente nulla, ne' dolore ne' piacere, probabilmente il mio giovane partner preso dall'emozione mi stava trapanando con uno stuzzicadente.
Eppure sulle lenzuola c'era una macchia di sangue, ma non proveniva da me, bensi' da lui, che poveretto, si era praticato con il primo rapporto l'autocircoincisione, tant'e' che mi apprestai a soccorrerlo legandogli un fazzoletto a quel nasino penzolante ferito e lui corse in motorino al pronto soccorso, a farsi dare tre punti di sutura.
Non ci crederete, ma io che ancora non conoscevo il piacere sessuale per cui non me ne importava gran che, ne ero quasi orgogliosa - da ragazzina ribelle e femminista - di cotale missione rivoluzionaria, l'aver sverginato il mio compagno!
ciao franca :)
roxana
my blog http://moonsiana.blogspot.com


ALTRE LETTERE SULL'AMORE...

    queenantinea -  Il mio approccio al mondo della sessualità : Il mio approccio al mondo della sessualità è stato del tutto inusuale e interessante, benché assolutamente libero e naturale. Sono stati i miei genitori (mia mamma soprattutto, essendo io femmina) a parlarmi del sesso, sin da bambina. Hanno ritenuto doveroso informarmi, e che dovessi sapere da loro e contare sul loro appoggio. Sono stati loro a spiegarmi "come siamo fatti" e come "nascono i bambini", senza tralasciare di dirmi che in mezzo c'è anche la scoperta del proprio corpo, la soddisfazione di un bisogno fisico istntivo e naturale che, se fatta con responsabilità e cognizione di causa, può dare solo piacere. Col trascorrere del tempo, la mia curiosità e il mio interesse sono cresciuti a dismisura. A quattordici anni ho sentito di non poter più rimandare, era giunto il mio momento. Al liceo ho conosciuto un ragazzo stupendo che mi ha fatto perdere la testa. Ci siamo innamorati. Passavamo pomeriggi interi nella sala di un noto cinema milanese, senza dare la benché minima importanza alla programmazione delle proiezioni. Non erano i film che c'interessavano, ma l'atmosfera buia e appartata della sala cinematografica e l'improbabile discrezione della toilette pubblica. Far l'amore per la prima volta in piedi è ardua impresa, ma io mi sentivo pronta, matura, ed ero... impaziente. Avevo trascinato anche lui che, un poco più grande di me, non aveva ugualmente esperienza. Dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto, ci siamo riusciti. Un pomeriggio d'estate, una gita fuori città, un grande prato verde pieno di fiori e.. d'insetti d'ogni genere che ci hanno letteralmente divorati. Ricordo di aver contato le punture: cinquanta su ogni gamba, senza contare il resto. Ma non sentivo nè dolore, nè prurito, niente. L'emozione era troppo forte per lasciar spazio ad altro. Sulla via del ritorno verso casa, in motorino, la mia mente era vuota. L'esperienza in sé, come c'era da aspettarsi, non era affatto stata memorabile, tutt'altro, ma nemmeno da buttare. Lui era piuttosto insicuro; malgrado mi avesse fatto intendere di essere quasi un diretto discendente di Casanova, era evidente che non avesse affatto le idee chiare sul da farsi. Io le avevo in teoria, ma nei fatti ero inesperta tanto quanto lui. Però è stato bello. Meno di quanto mi aspettassi, ma unico, indimenticabile. E, appena rientrata a casa, chi è stata la persona con cui mi sono confidata? La mia mamma. Ci è rimasta un po', lo ammetto. Non si aspettava che sarei stata pronta così presto, malgrado tutto. Si è solo sincerata che avessimo usato le dovute precauzioni e mi ha rammentato l'importanza di questo. L'unica cosa su cui non fosse ammesso scherzare. Per il resto, ci abbiamo riso su insieme e ha voluto che le raccontassi quanti più particolari mi sentissi di raccontarle, La sera, prima di addormentarmi, si sdraiava sempre sul letto accanto a me per una chiacchierata, come due amiche, due sorelle. Ho sempre avuto i miei genitori come fedeli alleati. La mia storia con questo ragazzo è diventata importante, e loro erano sempre oltremodo discreti e rispettosi della nostra intimità. Papà che addirittura mi pregava di avvisarlo quando avessi voluto che uscisse di casa, e di dirgli quando poteva rientrare, ché mai e poi mai avrebbe voluto interrompere capitare al momento meno opportuno. Le mie amiche esterrefatte che chiedevano di essere adottate. C'è chi ha criticato questa libertà, licenza anzi, come eccesiva, ma io credo sia stata la mia fortuna. Sono cresciuta libera di sperimentare, di crescere, di decidere e senza dover mai nascondere nulla, potendo contare sul sostegno e sul consiglio di due genitori amati, fidati e rispettati. Alla fine i limiti ce li si dà da sé, ed è questo l'unico modo di accettarli. Quando si è liberi di esplorare il mondo, si capisce presto cosa interessa, cosa val veramente la pena di scoprire e cosa no. Ho visto ragazze costrette a nascondere le sigarette, figurarsi i preservativi. Ho avuto amiche costrette a scoprire tutto da sole, e per questo si rivolgevano a me per qualunque curiosità, dubbio, consiglio. Mi facevano sentire importante, e ancor più, utile, perchè comprendevo la mia posizione privilegiata e sapevo di dover mettere la mia seppur contenuta esperienza a loro servizio, affinché vivessero il sesso in serenità e consapevolezza. Soprattutto senza sensi di colpa, ché non era sporco, nè qualcosa di cui si dovesse parlare sottovoce. In quelle occasioni realizzavo quanta ignoranza (non si legga in senso dispregiativo, per carità) e false credenze aleggiassero pericolosamente in certe famiglie, in cui si preferiva chiudere gli occhi, far finta che l'argomento non esistesse piuttosto che sensibilizzare i propri ragazzi adolescenti. Eppure, i consigli che dispensava questa adolescente loro coetanea che ero io valevano oro per queste ragazze, che altrimenti non avrebbero saputo a chi rivolgersi. Mi è capitato di condividere con loro brutte esperienze. C'è stata anche chi, per incoscienza o inconsapevolezza, si è trovata a dover prendere la decisione più drammatica che possa toccare ad una donna. Ma, quando si hanno vent'anni, si frequenta l'università e il "padre" del bambino ti ha lasciata che altra soluzione c'è? Malgrado questa apparente baldanza, ho avuto anch'io le mie titubanze, non si creda. Un paio d'anni prima di questi fatti, mi sono trovata in situazioni a dir poco imbarazzanti, in cui mi ero invischiata con le mie mani. Da sempre desiderosa di attrarre l'attenzione dei ragazzi più grandi, facendo credere loro di avere più anni dei miei 12-13, mi trovavo costretta a declinare inviti a rapporti sessuali o orali e a dover sparire dalla circolazione alla proposta di un bagno nudi a mezzanotte. Non ho problemi di anonimato; non ho nulla da nascondere, e anzi sono lieta di poter apportare il mio piccolo contributo, la mia testimonianza. Come giovane donna un domani madre a mia volta, sento tutto il peso della resposabilità di un'educazione anche sessuale dei figli. E io voglio assolutamente seguire il tracciato dei miei genitori, pur consapevole che dei rischi si corrano. Loro non credo non abbiamo avuto apprensioni e grattacapi, ma sono stati bravi a non trasmettere a me le loro ansie, perché era giusto che facessi le mie esperienze, seppur sotto il loro controllo vigile e la loro amorevole protezione. Sono entusiasta della tua proposta, Franca. Un forte abbraccio By queenantinea at 2009-03-05 09:55

Fabio Greggio - 1900 letture in 15 ore. Ecche è? Un successo. Il racconto di Brando ha fatto da traino. Ti vedo Franca a recitare questo testo, tipo l'orgasmo.. Mi sembra molto divertente. FabioGreggio at 2009-03-05 16:25

roxana - Amor dammi quel fazzolettino

Il mio primo rapporto sessuale risale agli anni 70, avevo 15 anni e lui 16, entrambi senza esperienza. Avvenne sul lettino in camera mia, imbranati come mai. Ai miei tempi non si parlava in casa di sesso, per cui la sessualita' si imparava sui libri, sulle riviste, e parlando con le amiche. Ricordo che ero terrorizzata dalla prima volta, sentendo descrizioni di dolori atroci e scene splatter immaginate, per cui mi aspettavo chissa' quale sofferenza ed emorragia, per la perdita della verginita'. Non sentii assolutamente nulla, ne' dolore ne' piacere, probabilmente il mio giovane partner preso dall'emozione mi stava trapanando con uno stuzzicadente. Eppure sulle lenzuola c'era una macchia di sangue, ma non proveniva da me, bensi' da lui, che poveretto, si era praticato con il primo rapporto l'autocircoincisione, tant'e' che mi apprestai a soccorrerlo legandogli un fazzoletto a quel nasino penzolante ferito e lui corse in motorino al pronto soccorso, a farsi dare tre punti di sutura. Non ci crederete, ma io che ancora non conoscevo il piacere sessuale per cui non me ne importava gran che, ne ero quasi orgogliosa - da ragazzina ribelle e femminista - di cotale missione rivoluzionaria, l'aver sverginato il mio compagno! ciao franca :) roxana my blog http://moonsiana.blogspot.com By roxana at 2009-03-04 20:39 elimina modifica rispondi