Workshop "La sicurezza sul lavoro si fa insieme"
In che modo si misura la civiltà di un popolo? Intervento di Jacopo Fo e testimonianze di Franca Rame e Dario Fo...
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In che modo si misura la civiltà di un popolo? Intervento di Jacopo Fo e testimonianze di Franca Rame e Dario Fo...
Un video dedicato al compleanno di una grande attrice italiana: Franca Rame: una bellissima poesia scritta da Dario Fo e dedicata a Franca tratta dal libro "Una vita all'Improvvisa". Auguri di cuore da tutti noi, amici, staff, parenti, nipoti, e dalla gente che gli vuole bene.
Chi ha affrescato la Basilica Superiore di Assisi?
Per svelare questo enigma il premio Nobel per la letteratura ha indagato l’opera del geniale artista, portando alla luce sorprendenti intuizioni.
È così nato il volume Giotto o non Giotto, curato da Franca Rame e pubblicato da Franco Cosimo Panini Editore.
Punto di partenza del libro e dello spettacolo è l’enigma che da oltre sette secoli divide la critica d’arte: fu Giotto ad affrescare le celeberrime Storie di San Francesco nella Basilica Superiore di Assisi? Per rispondere all’affascinante quesito, Dario Fo intraprende un’esplorazione che parte da Assisi, tocca Padova con l’analisi della Cappella degli Scrovegni e arriva fino agli ultimi capolavori di Santa Croce a Firenze. Un’indagine che riserverà al lettore numerose sorprese, e farà luce su aspetti della vita e dell’arte di Giotto poco esplorati dalla critica d’arte ufficiale: dall’attività di usuraio del pittore alle segrete influenze dei Vangeli apocrifi sulla sua opera. Un viaggio reso ancor più suggestivo dai racconti, dai dialoghi in volgare e dalle “giullarate” che impreziosiscono il testo, a corredo del quale sono presenti oltre duecento illustrazioni tra riproduzioni a colori delle opere di Giotto e personali creazioni del premio Nobel.
a cura di Franca Rame
351 pagg
Franco Cosimo Panini Editore
Puntata speciale della "Trasmissione di Morelli" su Radiostreet Messina dedicata al maestro Dario Fo, premio Nobel 1997 per la letteratura. Il maestro in un'intervista-lezione sul rapporto tra radio e teatro...
Ambrogio, vescovo della citta' di Milano, viene festeggiato il 7 dicembre; in memoria della sua nascita viene dedicata la premiere musicale al Teatro alla Scala; in quei giorni si inaugura in suo onore la fiera degli O bej o bej, le persone meritevoli vengono premiate con l'Ambrogino d'oro, una moneta su cui e' riprodotto il ritratto del santo, e a lui e' persino dedicato un piatto. Nonostante questo non si sa molto di sant'Ambrogio. Da dove viene? dove nasce? come si e' fatto vescovo? Per quale motivo era rispettato e temuto sia dai barbari germanici che dai sapienti greci? Dario Fo, in modo del tutto originale, ci racconta di quest'uomo che all'eta' di trentacinque anni circa si ritrova con sua meraviglia acclamato vescovo e implorato dalla popolazione ad accettare, a buttare alle ortiche l'abito di uomo del potere imperiale (amministratore, giudice, governatore, cioe' al culmine della carriera), a calzare la stola e a impugnare il bastone del pastore d'anime. Ci racconta di come Ambrogio, che prima del gran volo non professava alcuna fede, completamente estraneo al problema religioso, si sia buttato nel nuovo ruolo con un impegno e una passione stupefacenti. Di come abbia rischiato di essere ammazzato decine di volte, di come abbia sollevato la gente contro l'imperatore e contro la trivialita' dei ricchi.
Ambrogio giunge a Milano nel 370; ha appena ricevuto un ulteriore incarico dall'imperatore Valentiniano I: si tratta, oltre che di amministrare la giustizia dell'Urbe e mantenere l'ordine fra i dipendenti imperiali e il popolo, di occuparsi dei delicati affari politici dello Stato. In quel tempo a Milano si stava vivendo una situazione di fermento riguardo il problema della conduzione religiosa. Il seggio vescovile, per molti anni tenuto da un vescovo di fede ariana, Aussenzio, era da poco vacante. I cattolici pretendevano di porre un proprio rappresentante alla direzione liturgica della citta'. Ambrogio, forte della sua carica e del prestigio di cui godeva, si accollo' il compito di gestire e risolvere con equanimita' il problema della scelta. Ambrogio inizio' con l'ascoltare i vari interventi che designavano i due proposti concorrenti al seggio... Alla fine prese la parola per esprimere il suo punto di vista riguardo ai valori e alle carenze che personalmente egli rilevava in entrambi. Doveva di certo possedere una grande dote di intrattenitore e la facolta' di farsi ben comprendere da chiunque... Non aveva ancora finito di parlare al popolo quando tutti i presenti, abbandonata ad un tratto la collera reciproca, si trovavano a convergere, nella scelta del nuovo vescovo, proprio su quel consigliere di concordia. Al termine della relazione di chiusura esposta da Ambrogio esplose un applauso straordinario, contrappuntato da grida d'entusiasmo. Gridavano che egli fosse subito battezzato "E' lui che dovete eleggere a nostro vescovo: non ci sara' mai un unico popolo cristiano se non ci darete per pastore questo uomo".
Libro, 222 pagine, anno 2009
Sant'Ambrogio e l'invenzione di Milano lo trovate su commercioetico.it
Mario Pirovano performing Dario Fo's Francis The Holy Jester at The Italian Cultural Institute in Belgrave Square, London, in June 2009.
"Lu Santo Jullare Francesco" è su commercioetico.it