FRANCA RAME - ANTEPRIMA DELLA MIA BIOGRAFIA: "UNA VITA ALL'IMPROVVISA"

Credo che sia importante parlarvi delle origini del nostro teatro, detto all’Italiana, di cui potete ben osservare una delle ultime superstiti: eccomi, sono io, proprio come l’ultimo dei Mohicani. Sì, sono un reperto storico! I capostipiti della mia famiglia risalgono a una cosa come cinque secoli fa. Nel raccontare di me, della nostra storia e del nostro teatro non seguirò una logica dettata dal rincorrersi cronologico dei fatti, ma piuttosto proseguirò per immagini, così come mi si presentano nella memoria.

 L’Arca di Noè - Sul fondale appare l’immagine di un teatro smontabile che si trasforma in barche con grandi vele. [...] Mi ricordo la prima volta che montarono il teatro, avevo poco più di sei anni: vidi gli operai issare quei pali tenendoli ritti per mezzo di funi. Lassù, in cima a lunghe scale, stavano i carpentieri, che incastravano i traversoni delle trabeazioni e poi li bloccavano coi bulloni. Era il vanto di mio padre, quando, ammirandolo, esclamava pieno d’orgoglio: «È come l’Arca di Noè, questo nostro vascello, tutto a incastro senza manco un chiodo. Si può montare o smontare in una giornata sola!». [...]

 

Ma com’era venuta l’idea, a mio padre e allo zio Tommaso, di mettere in piedi un teatro di quel genere? Furono mia madre e le figlie a provocare nel cervello dei fratelli Rame l’idea: in particolare, la colpevole maggiore fu Pia, la seconda delle mie sorelle, che si lamentava a tormentone di questo andare in giro per piazze, costretti a subire le angherie, spesso ricattatorie, dei gestori delle sale private, parrocchiali o comunali, senza nessun rispetto della parola data o di un contratto stipulato e depositato. L’insulto che fece esplodere la rabbia nella nostra compagnia fu determinato dal parroco di un orrendo borgo del Lecchese che, dopo la rappresentazione del Giordano Bruno, dal fondo della platea arrivò come un giudice dell’Inquisizione in palcoscenico e ci ordinò brutalmente di far fagotto. [...] Mi ricordo che quella notte io dormivo nella stessa camera di mio padre e mia madre. Loro continuavano, seppur sottovoce, a parlare. Ogni tanto sbottavano in grida. A un certo punto mi alzai avvolta nella coperta e protestai: «Io domani devo andare a scuola e voi non mi fate dormire. Non voglio addormentarmi come al solito con la testa sul banco!». «No, non preoccuparti, non dovrai andarci a scuola. Domani si parte per Novara». «Recitiamo lì? In che teatro si va?». «Nel nostro. Lì c’è una cooperativa di carpentieri che ce lo costruirà». [...]

 

Oggi mi rendo conto che la memoria più incisa che conservo di quell’evento sta tutta nell’aver assistito alla rizzata dell’Arca di Noè. Io me ne stavo seduta come una spettatrice incantata e appresso a me c’era tutta la famiglia, gli attori, le comparse e un gran numero di curiosi. In un attimo si era arrivati al tetto, poi fu la volta del palcoscenico, con tanto di soffitta, quinte e la struttura per le corde. Mio padre volle che si provasse a metter su scenari e fondali. Di lì a un’ora, lo zio Tommaso diede l’ordine di spalancare il sipario, e all’istante apparve tutta intera la scena del bosco di Genoveffa di Brabante. Mio padre saltò letteralmente giù dal palcoscenico urlando: «Abbiamo il teatro!». Esplose un grande applauso, a me vennero giù lacrimoni a rigarmi la faccia. Mi guardai intorno: piangevano tutti.

 

 

 

La Balorda

 

Giravamo cittadine, paesi e borghi del Nord Italia su una corriera che val la pena di presentarvi meglio, giacché per noi era come una persona di famiglia, la Balorda, chiamata così a causa del comportamento bizzarro che mostrava: il suo era proprio un motore a scoppio, ogni tanto addirittura esplodeva, sparava acqua bollente, fumi con sussulti e gemiti. In alcuni paesi a monte, nei quali a una certa ora del giorno si transitava, nei turniché particolarmente ripidi lei, la vecchia signora, non ce la faceva. C’erano sempre dei ragazzi che ci aspettavano. Ci spingevano fra tante risate, poi la sera ci raggiungevano ed entravano a godersi lo spettacolo gratis: «Siamo quelli che hanno spinto la Balorda!». «Passate». Mio padre amava quel prototipo meccanico primitivo e, zingarone com’era, gioiva tutto nel vedersela rilucente di colori sgargianti. Mia madre, la maestrina cattolica di buona famiglia, ogni volta che lui le cambiava colore lamentava col pianto in gola: «Non sposeremo mai le nostre figlie!». [...]

 

 

 

La prima volta

 

C’è un momento della mia infanzia che spesso mi ritorna in mente. Sto giocando con delle compagne di scuola sul balcone e sento mio padre che parla con la mamma: «È ora che Franca incominci a recitare, ormai è grande». Avevo tre anni. La mamma commenta: «Speriamo che abbia talento». E mi ricordo i giorni appresso mentre mi insegnava la parte «bocca a bocca», così si diceva in compagnia, parola per parola come in una litania. Il mio debutto sarebbe avvenuto la settimana seguente, nella recita del Venerdì Santo: dovevo rappresentare un angiolino di supporto all’arcangelo Gabriele interpretato da mia sorella Pia che, con tanto di ali maestose e abito fluente di seta,appariva a Giuda dopo l’infame mercato. «Pentiti Giuda traditore che per trenta monete d’argento hai venduto il tuo Signore! Pentiti! Pentiti!», recitava Pia e io dovevo ripetere gridando la stessa battuta: «Pentiti! Pentiti! Giuda traditore che per trenta monete d’argento hai venduto il tuo Signore!»[...]

 

Mia madre per i suoi figli era ambiziosissima. Per l’occasione mi aveva cucito un bellissimo abito bianco da angelo, con due grandi ali bianche e oro appoggiate sulle spalle. Mio padre, ormai entrato nel gioco, mi fabbricò una coroncina di lampadine che, grazie a una pila infilata nelle mutandine, si accendevano. Come in un rito sollevò la coroncina e me la pose in testa. [...] Il guaio, l’imprevisto che più imprevisto di così non si poteva immaginare, fu che il personaggio di Giuda era interpretato da mio zio Tommaso, un uomo che avevo sempre visto calmo, sorridente, mi raccontava storie bellissime e mi regalava un sacco di giochi. Volevo molto bene a mio zio, e vedermelo lì, proprio vicino vicino, con una parruccaccia nera in testa, gli occhi che lanciavano saette tra un minaccioso tuonar e lampeggiar nel cielo, che disperato gridava: «Possano i corvi divorarmi le budella, le aquile strapparmi gli occhi!» e altri animali che non so più «mi divorino un pezzetto alla volta a cominciare dalla lingua», mi fece un terribile effetto. Mamma mia che spavento! Cosa stava capitando?! Ero stravolta, me lo ricordo benissimo. [...] Il groppo che mi sentivo in gola stava per scoppiare. Mia madre dalla quinta mi faceva gesti più che perentori, le sue labbra ripetevano «pentiti, pentiti». Giuro che avrei potuto dire la mia battuta, ma non me la sentivo proprio di rincarare la dose. A piccoli passi, camminando come pensavo camminassero gli angeli, seppur spaventatina, gli vado vicino, lui era in ginocchio e gridava più che mai. Dio che pena! Senza dire una parola mi arrampico al suo collo e lo abbraccio tempestandogli la faccia di baci. Insomma cercavo, con i mezzi che avevo a disposizione, di calmarlo e piangevo nel silenzio che era calato in palcoscenico. [...]

 

 

 

A tu per tu con Dario

 

Sono sempre a Milano e mi trovo a recitare al cinema teatro Colosseo nella compagnia "Sorelle Nava e Franco Parenti", un’équipe tradizionale, un ambiente così lontano da quello in cui avevo vissuto fino ad allora. Si possono immaginare le difficoltà di una simile scelta in quel periodo del dopoguerra, siamo negli anni Cinquanta, e quindi alterno momenti neri a buone scritture nelle compagnie di varietà più famose. [...] E vedo i compagni di lavoro, quelli pieni di spocchia e quelli civili e garbati; tra questi c’è anche Dario, ma che ci fa qui con noi quel lungagnone dinoccolato e sorridente? So che ha piantato il Politecnico e perfino un lavoro sicuro per fare ‘sto mestiere da commediante. Lo intravedevo ogni tanto, ché se ne stava spesso in disparte, quasi a evitare le smancerie e i discorsi così poveri di intelligenza sparsi sul palcoscenico e fra le quinte. Questa era la dote che apprezzavo maggiormente in lui, la riservatezza. Sono stata io a invitarlo dopo le prove a mangiare qualcosa in una trattoria, la prima volta. Dario sembrava non accettare volentieri quell’invito; poi, giacché io insistevo, mi svelò la ragione della sua reticenza: «Non ho un soldo» disse, «per potermi liberare dal lavoro e venire alle prove ho dovuto licenziarmi dallo studio di architettura dove sviluppavo progetti». E io allegra risposi: «Mi fa piacere, adoro nutrire randagi, gatti abbandonati e disoccupati affamati».

 

Andammo in una trattoria lì all’angolo e ordinammo due porzioni di salame, pane e una birra. Per me acqua, sono astemia. Poi ci accompagnammo l’un l’altra a casa. Tram non ce n’erano più, quindi ci avviammo a piedi. Ci raccontavamo entrambi delle nostre vite, lui del suo lago, il Maggiore, e dell’Accademia in cui aveva studiato; io della mia compagnia e degli aneddoti più gustosi. Ci scoprimmo a ridere come ragazzini alle reciproche ironie; lo trovavo davvero spassoso, quel lungone, strabordante di racconti assurdi e festosi. [...]

 

Attraversiamo parco Sempione, allora non c’erano né catene né inferriate a impedire l’accesso. È una notte chiara, gli alberi proiettano lunghe ombre che attraversano i prati. Non c’è nessuno spazio che ci permetta di appartarci un poco. All’istante ci troviamo bloccati da un solco profondo che attraversa l’intero giardino; dal fosso spuntano canne e arbusti acquatici, ma acqua non ce n’è. Più avanti c’è un ponticello che attraversa il solco, noi scendiamo e ci sistemiamo sdraiati nell’ombra prodotta dal ponte. Ci abbracciamo. «È una fortuna» dico io «aver scoperto questo rifugio». E lui aggiunge: «Speriamo che non aprano le chiuse e ci si trovi con l’acqua che ci inonda». «No, è un periodo di siccità, questo: non sprecherebbero mai tanta acqua per farci uno scherzo del genere!». C’è un gran silenzio, torniamo ad abbracciarci felici. Di colpo sentiamo un fruscio che sale gorgogliando. «Oh mio dio, hanno mollato la chiusa!» grido io. «Presto, usciamo!». Ma non facciamo in tempo, ci arriva addosso una cascata. Ci appendiamo ai rami di un salice e riusciamo a guadagnare la riva. Siamo madidi d’acqua. Ci guardiamo e spruzzandoci l’un l’altra del nostro sguazzo scoppiamo in una gran risata.

 
(© 2009 Ugo Guanda Editore) 
(la Repubblica, domenica, 26 aprile 2009)

 


[VIDEO] Franca Rame in "La donna non è un flipper, infili una moneta e ci giochi"


DARIO FO E FRANCA RAME: IL NOSTRO KURDISTAN

Il Kurdistan esiste, ma da 80 anni viene negato, smembrato e colonizzato
dagli interessi di potenza europei e planetari: questo hanno documentato e continuano a documentare tanti e per questo sono in carcere con pene anche
lunghissime.
Il Kurdistan esiste, ha una sua lingua, cultura e storia: questo ha gridato. Leyla Zana, quando è stata eletta in parlamento. Per aver pronunciato in kurdo, la lingua vietata, il giuramento e parole di fratellanza tra i popoli kurdo e turco, Leyla Zana è stata condannata a quindici anni di carcere. Ne ha scontati dieci. E oggi ancora rischia di finire in carcere perché continua a parlare di pace. In parlamento oggi ci sono venti deputati kurdi. Ma il loro partito, il Dtp, partito della società democratica, è minacciato di chiusura. I deputati sono costantemente sotto processo (per i parlamentari kurdi non c¹è immunità), dirigenti e militanti sono fermati, arrestati, torturati.


Il Kurdistan esiste e brucia nella carne di ognuno dei 35 milioni di esseri
umani privati della loro identità trasformati in profughi in Turchia, Iraq,
Europa.Brucia e vive nei fuochi del Newroz e nelle carceri in cui stanno
seppellendo nell'isolamento 12.000 prigioneri politici, nella memoria dei
kayiplar (gli scomparsi) e nelle piaghe delle torture. I resti dei
desaparecidos kurdi e turchi sono rinvenuti in questi mesi nei cosiddetti
pozzi della morte, gettati in fosse comuni, discariche, come rifiuti.
Il Kurdistan esiste e brucia e vive nelle montagne della Resistenza,
chiamata in occidente terrorismo. Purtroppo il nostro paese fornisce da anni
alla Turchia le armi con cui si combatte la guerra in Kurdistan.
Noi siamo teatranti. Per il nostro lavoro abbiamo avuto qualche guaio e
qualche persecuzione. Ma è ben poca cosa rispetto a ciò che, per fare
teatro, musica o cinema in kurdo e sui kurdi, affrontano gli artisti del
Centro Culturale della Mesopotamia. Sapere che esistono e resistono ci fa
pensare che c'è ancora speranza e senso per il nostro mestiere.
Quest¹anno il Kurdistan con tutta la sua ricchezza culturale è alla Biennale
di Venezia. Un evento storico. Che cade in un momento altrettanto storico.
Per la prima volta con insistenza si parla di dialogo. I kurdi sono pronti e
lo ripetono in ogni occasione. La guerra non si può vincere, né dall¹una né
dall¹altra parte. Lo abbiamo già visto in Irlanda del nord. E lì, seppure
con estrema fatica, alla fine è prevalso il dialogo. La Biennale per sua
natura offre la possibilità di scambi, intrecci, incroci. L¹augurio è che
Planet Kurdistan possa in qualche modo rappresentare un tassello nel mosaico
difficile del dialogo e del confronto aperto e franco.


SIGNORINA BIANCHETTI, LA POSIZIONE IN GINOCCHIO NON LE SI ADDICE

COME SI EVINCE DA QUESTO VIDEO: CICCA QUI. Cronache di ordinario regimetto. Domenica In, sette giorni fa: Lorena Bianchetti, pia conduttrice di ascendenze vaticane, ospita il mago Silvan che armeggia con bacchetta e foulard per farle sparire l’anello dal dito. Il prestigiatore, con grave sprezzo del pericolo e del contraddittorio, azzarda una battuta: «La bacchetta magica la impresteremo a Berlusconi» (che aveva confidato dall’Aquila di non averne una). Alla parola «Berlusconi» cala in studio un gelo polare. La Bianchetti vede passare dinanzi a sé tutto il film della sua vita (una serie di fotogrammi vuoti): il cerone si fa bianco-cadavere e poi verde-bile, la mandibola si contrae in un’orrenda paresi, l’occhio sbarrato cerca un aiuto che non arriva. Maschera di terrore. Le telecamere non documentano quel che avviene in studio: un agitarsi convulso di assistenti, autori e funzionari che mimano il cappio al collo, o la raffica di mitragliatrice, o la V di Vauro, poi congiungono le mani in preghiera. Intanto l’anello sparisce e l’ingenuo Silvan sorride in attesa dell’applauso. Niente. Pochi istanti di vuoto, poi la poveretta ritrova la favella e, con un fil di voce, esala: «La tua battuta era assolutamente personale.

Colgo l’occasione per ringraziare le istituzioni molto presenti sul campo con grande impegno concreto e tutti i volontari e le persone che stanno dimostrando grande unità. Perdonami, Silvan, è un’osservazione che personalmente volevo fare». Stacco pubblicitario: la portano via. Se la caverà con una settimana di sospensione, al massimo con un deferimento al Comitato Etico. Il compagno Silvan invece ha chiuso. (Marco Travaglio)

La paura di finire come Vauro aleggia ormai in Rai. Il fascismo non ha bisogno di imporsi, ma si nutre del servilismo che si sviluppa fra coloro che hanno paura. O forse, come diceva Flajano, il fascismo conviene agli italiani.


L'ITALIA BANANAS BOICOTTERA' LA CONFERENZA ONU SUL RAZZISMO

Protesta ufficiale del governo italiano. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ribadisce ancora le condizioni "inaccettabili", che precludono la partecipazione dell'Italia alla Conferenza dell'Onu sul razzismo, nota come Durban II

"L'Italia - ha spiegato il ministro Frattini - mantiene l'atteggiamento di disimpegno dal negoziato tenuto fino ad ora, una scelta del resto presa anche dagli Stati Uniti". Ma per ora, ha assicurato Frattini, "non ci sono le condizioni" per la partecipazione dell'Italia. Il ministro ha quindi ricordato i punti contenuti nella bozza conclusiva della conferenza contro il razzismo, in parte modificati ma ancora considerati inaccettabili, perché giudicati antisemiti nella parte che riguarda l'Olocausto, ma ha ricordato anche le critiche al riferimento alla libertà di espressione che, ha detto, "non è significativamente garantita". Un tema sul quale Frattini - come ha spiegato a margine della conferenza sul disarmo nucleare conclusasi oggi alla Farnesina - si è confrontato anche con i colleghi europei. "Stamani ho avuto colloqui telefonici con i miei colleghi inglese, francese, svedese, tedesco, danese e olandese, e ho rappresentato loro i dubbi dell'Italia ed ho ricordato che l'impegno, con i colleghi europei, proseguirà fino all'ultima ora".


INIZIATA LA GRANDE EPURAZIONE RAI: CACCIATO VAURO DA ANNO ZERO E ORA CONTRO REPORT

.........La "sospensione di Vauro sfiora il senso del ridicolo perche' rivela un allarmante deficit culturale" e dopo gli interventi su Report e Annozero, Mauro Masi sembre piu' "un grande inquisitore che un direttore generale". Il consigliere di amministrazione di viale Mazzini Nino Rizzo Nervo spara alzo zero sul neo direttore generale della Rai, a seguito dei provvedimenti sulla trasmissione di Michele Santoro."Pensavo che

in Rai fosse stato nominato un direttore generale e non un Grande Inquisitore", commenta.

"Il prof. Masi - afferma Rizo Nervo- si e' insediato a viale Mazzini il 6 aprile e in soli sette giorni lavorativi ha nell'ordine: messo sotto inchiesta Anno Zero, sospeso Vauro e inviato al giudizio del Comitato etico dell'azienda una puntata di Report che, a quanto sembra, non era piaciuta al ministro Tremonti. Torquemada sarebbe stato piu' cauto.



Invito il direttore generale ad occuparsi piuttosto dell'azienda, di come reperire maggiori risorse in un anno di crisi, degli accordi scaduti e da rinnovare, dello sviluppo del digitale terrestre, di come affrontare le recenti decisioni dell'Agcom sulle frequenze, di predisporre tutti gli strumenti idonei per combattere l'evasione del canone e, soprattutto, di rileggersi la legge sui poteri e le competenze del direttore generale e del consiglio di amministrazione: e' il consiglio ad esempio che e' chiamato a svolgere "le funzioni di controllo e di garanzia circa il corretto adempimento delle finalita' e degli obblighi del servizio pubblico radiotelevisivo".



"Fra le finalita' di un servizio pubblico nel settore della comunicazione - prosegue- vi e' sicuramente quella di difendere e di garantire il diritto principe di qualsiasi democrazia: la liberta' di espressione. Spetta dunque solo al consiglio e a nessun altro organismo aziendale, singolo o collegiale, l'accertamento di eventuali violazioni degli indirizzi editoriali e invito pertanto la direzione generale a revocare qualsiasi decisione assunta per eccesso di potere infrangendo la normativa aziendale".



"Se l'iniziativa contro Report - conclude Rizzo Nervo- mortifica chi crede nel ruolo positivo dell'informazione ed in particolare del giornalismo di inchiesta, quando e' serio e documentato come e' sempre stato quello della Gabanelli, la sospensione di Vauro non e' solo grave ma sfiora purtroppo il senso del ridicolo perche' rivela un allarmante deficit culturale. Suggerisco al prof.Masi di leggere un libretto di Moni Ovadia 'L'umorismo ebraico in otto lezioni e duecento storielle'. Scoprira' che la satira e l'ironia possono essere alimentate anche dalle situazioni piu' tragiche di dolore e di sofferenza".

http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=114846


DOSSIER VATICANO: TUTTI I PRIVILEGI DELLA CHIESA DI ROMA

FINANZIARIA 2005: 15 MILIONI DI € PER IL CENTRO SAN RAFFAELE DEL MONTE TABOR DI DON LUIGI VERZÈ.

STESSA LEGGE FISSA A UN MILIONE IL FINANZIAMENTO PER «L’AGGIORNAMENTO DELLA TECNOLOGIA DELLA RADIOFONIA»PER DUE EMITTENTI: RADIO PADANIA LIBERA, E RADIO MARIA

DAL 1929 L’ITALIA PAGA I 5 MILIONI DI METRI CUBI D’ACQUA DELLO STATO PONTIFICIO.

PER LE ACQUE DI SCARICO, CITTÀ DEL VATICANO SI ALLACCIA ALL’ACEA, MA NON PAGA LE BOLLETTE.

-QUANDO LA SOCIETÀ ACEA SI QUOTA IN BORSA, NEL ’99, I 44 MILIARDI DI LIRE DI DEBITI LI RIPIANA IL MINISTERO DELL’ECONOMIA (GIULIANO AMATO NDR). DA QUEL MOMENTO, I CIRCA 4 MILIARDI DI LIRE ANNUI DOVEVANO ESSERE A CARICO DELLA CHIESA.

-LA FINANZIARIA 2004 STANZIA 25 MILIONI DI EURO SUBITO E QUATTRO DAL 2005 PER DOTARE IL VATICANO DI UN SISTEMA DI ACQUE PROPRIO.

-LA STESSA MANOVRA PREVEDE 50 MILIONI, IN DUE TRANCHE PER L’UNIVERSITÀ CAMPUS BIO-MEDICO, «OPERA APOSTOLICA DELLA PRELATURA DELL’OPUS DEI».

-NEL 2003 IL PARLAMENTO AVEVA GIÀ RICONOSCIUTO COME PARIFICATO L’ISTITUTO DI STUDI POLITICI SAN PIO V, APPROVANDONE IL FINANZIAMENTO ANNUO DI 1,5 MILIONI.

-2003 SI VARA LA LEGGE SUGLI ORATORI: LO STATO RICONOSCE LA FUNZIONE EDUCATIVA E SOCIALE DEI CENTRI PARROCCHIALI E NE FINANZIA L’ATTIVITÀ. IL RECORD PER IL 2005 SPETTA ALLA PARROCCHIA DELL’ADDOLORATA DI TUGLIE (LECCE): UN MILIONE E 180 MILA EURO PER UN CAMPO DI CALCETTO, UNO DI BOCCE, SPOGLIATOI E SERVIZI.


-LE SCUOLE CATTOLICHE, CHE SONO LA MAGGIOR PARTE DELLE PRIVATE, RICEVONO SUSSIDI STATALI SOTTO FORMA DI CONTRIBUTI PER LA GESTIONE (PARI A POCO MENO DI 500 MILIONI NEL 2005), DI FINANZIAMENTI DI PROGETTI PER «L’ELEVAZIONE DI QUALITÀ ED EFFICACIA DELLE OFFERTE FORMATIVE».(UN MILIONE DESTINATO ALLA «FORMAZIONE DEL PERSONALE DIRIGENTE DELLE PARIFICATE») DI CONTRIBUTI ALLE FAMIGLIE.

- SCELTI DALLA CEI, MA PAGATI DALLO STATO, GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE SONO STATI IMMESSI IN RUOLO CON UNA LEGGE DEL 2003.

-ESENZIONE PER GLI IMMOBILI, ANCHE DESTINATI A USO COMMERCIALE, DI PROPRIETÀ DELLA CHIESA CATTOLICA, È DIVENTATA LEGGE NEL 2005.


Accordo con protocollo addizionale che apporta modificazioni

al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929,
tra la Repubblica italiana e la Santa Sede
La Santa Sede e la Repubblica italiana
tenuto conto del processo di trasformazione politica e sociale verificatosi in

Italia negli ultimi decenni e degli sviluppi promossi nella Chiesa dal Concilio VaticanoII;

avendo presenti, da parte della Repubblica italiana, i principi sanciti dalla sua Costituzione, e, da parte della Santa Sede, le dichiarazioni del Concilio EcumenicoVaticano II circa la libertà religiosa e i rapporti fra la Chiesa e la comunità politica,nonché la nuova codificazione del diritto canonico;

considerato inoltre che, in forza del secondo comma dell'art. 7 Cost. della
Repubblica italiana, i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica sono regolati dai Patti
lateranensi, i quali per altro possono essere modificati di comune accordo dalle due
Parti senza che ciò richieda procedimenti di revisione costituzionale.

Hanno riconosciuto l’opportunità di addivenire alle seguenti modificazioni consensuali del Concordato lateranense:

Art. 1 – La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e laChiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosial pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazioneper la promozione dell'uomo e il bene del Paese.

Art. 2 – 1. La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertàdi svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare é assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione,di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministerospirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.

2. È ugualmente assicurata la reciproca libertà di comunicazione e di corrispondenza
fra la Santa Sede, la Conferenza Episcopale Italiana, le conferenze Episcopali
regionali, i Vescovi, il clero e i fedeli, così come la libertà di pubblicazione e
diffusione degli atti e documenti relativi alla missione della Chiesa.

 

3. È garantita ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertàdi riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altromezzo di diffusione.

4. La Repubblica italiana riconosce il particolare significato che Roma sedevescovile del Sommo Pontefice, ha per la cattolicità.

Art. 3 – 1. La circoscrizione delle diocesi e delle parrocchie é liberamente determinata
dall'autorità ecclesiastica. La Santa Sede si impegna a non includere alcuna
parte del territorio italiano in una diocesi la cui sede vescovile si trovi nel territorio
di altro Stato.

2. La nomina dei titolari di uffici ecclesiastici é liberamente effettuata dall'autoritàecclesiastica. Quest'ultima da comunicazione alle competenti autorità civilidella nomina degli Arcivescovi e Vescovi diocesani, dei coadiutori, degli Abati e Prelaticon giurisdizione territoriale, così come dei parroci e dei titolari degli altri ufficiecclesiastici rilevanti per l'ordinamento dello Stato.

3. Salvo che per la diocesi di Roma e per quelle suburbicarie, non saranno
nominati agli uffici di cui al presente articolo ecclesiastici che non siano cittadini italiani.
2

Art. 4 – 1. I sacerdoti, i diaconi ed i religiosi che hanno emesso i voti hannofacoltà di ottenere, a loro richiesta, di essere esonerati dal servizio militare oppureassegnati al servizio civile sostitutivo.

2. In caso di mobilitazione generale gli ecclesiastici non assegnati alla cura
d'anime sono chiamati ad esercitare il ministero religioso fra le truppe, oppure, subordinatamente,
assegnati ai servizi sanitari.

 

3. Gli studenti di teologia, quelli degli ultimi due anni di propedeutica alla teologiaed i novizi degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolicapossono usufruire degli stessi rinvii dal servizio militare accordati agli studenti delleuniversità italiane.

4. Gli ecclesiastici non sono tenuti a dare a magistrati o ad altra autorità informazioni
su persone o materie di cui siano venuti a conoscenza per ragione del loro
ministero.

 

Art. 5 – 1. Gli edifici aperti al culto non possono essere requisiti, occupati,espropriati o demoliti se non per gravi ragioni e previo accordo con la competenteautorità ecclesiastica.

2. Salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non potrà entrare, per
l’esercizio delle sue funzioni, negli edifici aperti al culto, senza averne dato previo
avviso all'autorità ecclesiastica.

3. L'autorità civile terrà conto delle esigenze religiose delle popolazioni, fattepresenti dalla competente autorità ecclesiastica, per quanto concerne la costruzionedi nuovi edifici di culto cattolico e delle pertinenti opere parrocchiali.

Art. 6 – La Repubblica italiana riconosce come giorni festivi tutte le domeniche
e le altre festività religiose determinate d'intesa tra le parti.

Art. 7 – 1. La Repubblica italiana, richiamandosi al principio enunciato dall'art.20 Cost., riafferma che il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di cultodi una associazione o istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative,né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica eogni forma di attività.

2. Ferma restando la personalità giuridica degli enti ecclesiastici che ne sono
attualmente provvisti, la Repubblica italiana, su domanda dell’autorità ecclesiastica
o con il suo assenso, continuerà a riconoscere la personalità giuridica degli enti ecclesiastici
aventi sede in Italia, eretti o approvati secondo le norme del diritto canonico,
i quali abbiano finalità di religione o di culto. Analogamente si procederà per il
riconoscimento agli effetti civili di ogni mutamento sostanziale degli enti medesimi.

3. Agli effetti tributari gli enti ecclesiastici aventi fine di religione o di culto,come pure le attività dirette a tali scopi, sono equiparati a quelli aventi fine di beneficenzao di istruzione.Le attività diverse da quelle di religione o di culto, svolte dagli enti ecclesiastici,sono soggette, nel rispetto della struttura e della finalità di tali enti, alle leggidello Stato concernenti tali attività e al regime tributario previsto per le medesime.

4. Gli edifici aperti al culto, le pubblicazioni di atti, le affissioni all’interno o
all'ingresso degli edifici di culto o ecclesiastici, e le collette effettuate nei predetti edifici,
continueranno ad essere soggetti al regime vigente.

5. L'amministrazione dei beni appartenenti agli enti ecclesiastici é soggettaai controlli previsti dal diritto canonico. Gli acquisti di questi enti sono pero soggettianche ai controlli previsti dalle leggi italiane per gli acquisti delle persone giuridiche.3

6. All'atto della firma del presente Accordo, le Parti istituiscono una Commissione
paritetica per la formulazione delle norme da sottoporre alla loro approvazione
per la disciplina di tutta la materia degli enti e beni ecclesiastici e per la revisione
degli impegni finanziari dello Stato italiano e degli interventi del medesimo nella gestione
patrimoniale degli enti ecclesiastici.
In via transitoria e fino all'entrata in vigore della nuova disciplina restano
applicabili gli art. 17, comma terzo, 18, 27, 29 e 30 del precedente testo concordatario.

Art. 8 – 1. Sono riconosciuti gli effetti civili ai matrimoni contratti secondo lenorme del diritto canonico, a condizione che l’atto relativo sia trascritto nei registridello stato civile, previe pubblicazioni nella casa comunale. Subito dopo la celebrazione,il parroco o il suo delegato spiegherà ai contraenti gli effetti civili del matrimonio,dando lettura degli articoli del codice civile riguardanti i diritti ed i doveri deiconiugi, e redigerà quindi, in doppio originale, l’atto di matrimonio, nel quale potrannoessere inserite le dichiarazioni dei coniugi consentite secondo la legge civile.La Santa Sede prende atto che la trascrizione non potrà avere luogo:

a) quando gli sposi non rispondano ai requisiti della legge civile circal’età richiesta per la celebrazione;

b) quando sussiste fra gli sposi un impedimento che la legge civile considera
inderogabile.
La trascrizione é tuttavia ammessa quando, secondo la legge civile, l’azione di nullità
o di annullamento non potrebbe essere più proposta.
La richiesta di trascrizione é fatta, per iscritto, dal parroco del luogo dove il matrimonio
é stato celebrato, non oltre i cinque giorni dalla celebrazione. L'ufficiale dello
stato civile, ove sussistano le condizioni per la trascrizione, l’effettua entro ventiquattro
ore dal ricevimento dell’atto e ne dà notizia al parroco.
Il matrimonio ha effetti civili dal momento della celebrazione, anche se
l’ufficiale dello Stato civile, per qualsiasi ragione, abbia effettuato la trascrizione oltre
il termine prescritto.
La trascrizione può essere effettuata anche posteriormente su richiesta dei
due contraenti, o anche di uno di essi, con la conoscenza e senza l’opposizione dell'altro,
sempre che entrambi abbiano conservato ininterrottamente lo stato libero dal
momento della celebrazione a quello della richiesta di trascrizione, e senza pregiudizio
dei diritti legittimamente acquisiti dai terzi.

 

2. Le sentenze di nullità di matrimonio pronunciate dai tribunali ecclesiastici,che siano munite del decreto di esecutività del superiore organo ecclesiastico di controllo,sono, su domanda delle parti o di una di esse, dichiarate efficaci nella Repubblicaitaliana con sentenza della Corte d'appello competente, quando questa accerti:

a) che il giudice ecclesiastico era il giudice competente a conoscere
della causa in quanto matrimonio celebrato in conformità del presente articolo;
b) che nel procedimento davanti ai tribunali ecclesiastici é stato assicurato
alle parti il diritto di agire e di resistere in giudizio in modo non difforme dai
principi fondamentali dell'ordinamento italiano;
c) che ricorrono le altre condizioni richieste dalla legislazione italiana
per la dichiarazione di efficacia delle sentenze straniere.
La Corte d'appello potrà, nella sentenza intesa a rendere esecutiva una sentenza
canonica, statuire provvedimenti economici provvisori a favore di uno dei co4
niugi il cui matrimonio sia stato dichiarato nullo, rimandando le parti al giudice competente
per la decisione sulla materia.

3. Nell'accedere al presente regolamento della materia matrimoniale la SantaSede sente l’esigenza di riaffermare il valore immutato della dottrina cattolica sulmatrimonio e la sollecitudine della Chiesa per la dignità ed i valori della famiglia,fondamento della società.

Art. 9 – 1. La Repubblica italiana, in conformità al principio della libertà della
scuola e dell'insegnamento e nei termini previsti dalla propria Costituzione, garantisce
alla Chiesa cattolica il diritto di istituire liberamente scuole di ogni ordine e grado
ed istituti di educazione.
A tali scuole che ottengono la parità é assicurata piena libertà, ed ai loro alunni
un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole dello
Stato e negli altri enti territoriali, anche per quanto concerne l’esame di Stato.

2. La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendoconto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico delpopolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola,l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado.Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori,garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento.All’atto dell'iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto surichiesta dell'autorità scolastica, senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcunaforma di discriminazione.

Art. 10 – 1. Gli istituti universitari, i seminari, le accademie, i collegi e gli altri
istituti per ecclesiastici e religiosi o per la formazione nelle discipline ecclesiastiche,
istituiti secondo il diritto canonico, continueranno a dipendere unicamente dall'autorità
ecclesiastica.
2. I titoli accademici in teologia e nelle altre discipline ecclesiastiche, determinate
d'accordo tra le Parti, conferiti dalle Facoltà approvate dalla Santa Sede, sono
riconosciuti dallo Stato.
Sono parimenti riconosciuti i diplomi conseguiti nelle Scuole vaticane di paleografia,
diplomatica e archivistica e biblioteconomia.
3. Le nomine dei docenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e dei dipendenti
istituti sono subordinate al gradimento, sotto il profilo religioso, della competente
autorità ecclesiastica.

Art. 11 – 1. La Repubblica italiana assicura che l’appartenenza alle Forzearmate, alla polizia, o ad altri servizi assimilati, la degenza in ospedali, case di curao di assistenza pubbliche, la permanenza negli istituti di prevenzione e pena nonpossono dar luogo ad alcun impedimento nell'esercizio della libertà religiosa o nell'adempimentodelle pratiche di culto dei cattolici.

2. L'assistenza spirituale ai medesimi é assicurata da ecclesiastici nominati
dalle autorità italiane competenti su designazione dell'autorità ecclesiastica e secondo
lo stato giuridico, l’organico e le modalità stabiliti d'intesa fra tali autorità.

Art. 12 – 1. La Santa Sede e la Repubblica italiana, nel rispettivo ordine, collaboranoper la tutela del patrimonio storico ed artistico.Al fine di armonizzare l’applicazione della legge italiana con le esigenze dicarattere religioso, gli organi competenti delle due Parti concorderanno opportune

5
disposizioni per la salvaguardia, la valorizzazione e il godimento dei beni culturali
d'interesse religioso appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche.
La conservazione e la consultazione degli archivi d'interesse storico e delle
biblioteche dei medesimi enti e istituzioni saranno favorite e agevolate sulla base di
intese tra i competenti organi delle due Parti.
2. La Santa Sede conserva la disponibilità delle catacombe cristiane esistenti
nel suolo di Roma e nelle altre parti del territorio italiano con l’onere conseguente
della custodia, della manutenzione e della conservazione, rinunciando alla disponibilità
delle altre catacombe.
Con l’osservanza delle leggi dello Stato e fatti salvi gli eventuali di- ritti di
terzi, la Santa Sede può procedere agli scavi occorrenti ed al trasferimento delle sacre
reliquie.

Art. 13. – 1. Le disposizioni precedenti costituiscono modificazioni del Concordatolateranense accettate dalle due Parti, ed entreranno in vigore alla data delloscambio degli strumenti di ratifica. Salvo quanto previsto dall'art. 7, n. 6, le disposizioni del Concordato stesso non riprodotte nel presente testo sono abrogate.

2. Ulteriori materie per le quali si manifesti l’esigenza di collaborazione tra la
Chiesa cattolica e lo Stato potranno essere regolate sia con nuovi accordi tra le due
Parti sia con intese tra le competenti autorità dello Stato e la Conferenza Episcopale
Italiana.

Art. 14 – Se in avvenire sorgessero difficoltà di interpretazione o di applicazionedelle disposizioni precedenti, la Santa Sede e la Repubblica italiana affiderannola ricerca di un’amichevole soluzione ad una Commissione paritetica da loro nominata.Roma, diciotto febbraio millenovecentottantaquattroProtocollo addizionaleAl momento della firma dell'Accordo che apporta modificazioni al Concordato lateranensela Santa Sede e la Repubblica italiana, desiderose di assicurare con opportuneprecisazioni la migliore applicazione dei Patti lateranensi e delle convenute modificazioni,e di evitare ogni difficoltà di interpretazione, dichiarano di comune intesa:

1. In relazione all'art. 1.
Si considera non più in vigore il principio, originariamente richiamato dai
Patti Lateranensi, della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano.
2. In relazione all'art. 4.
a) Con riferimento al n. 2, si considerano in cura d'anime gli ordinari, i parroci,
i vicari parrocchiali, i rettori di chiese aperte al culto ed i sacerdoti stabilmente
addetti ai servizi di assistenza spirituale di cui all'art. 11.
b) La Repubblica italiana assicura che l’autorità giudiziaria darà comunicazione
all'autorità ecclesiastica competente per territorio dei procedimenti penali
promossi a carico di ecclesiastici.
c) La Santa Sede prende occasione dalla modificazione del Concordato lateranense
per dichiararsi d'accordo, senza pregiudizio dell'ordinamento canonico, con
L’interpretazione che lo Stato dà dell'art. 23, comma secondo, del Trattato Lateranense,
secondo la quale gli effetti civili delle sentenze e dei provvedimenti emanati
6
da autorità ecclesiastiche, previsti da tale disposizione, vanno intesi in armonia con i
diritti costituzionalmente garantiti ai cittadini italiani.
3. In relazione all'art. 7.
a) La Repubblica italiana assicura che resterà escluso l’obbligo per gli enti
ecclesiastici di procedere alla conversione di beni immobili, salvo accordi presi di
volta in volta tra le competenti autorità governative ed ecclesiastiche, qualora ricorrano
particolari ragioni.
b) La Commissione paritetica, di cui al n. 6, dovrà terminare i suoi lavori entro
e non oltre sei mesi dalla firma del presente Accordo.
4. In relazione all'art. 8.
a) Ai fini dell'applicazione del n. 1, lett. b) si intendono come impedimenti
inderogabili della legge civile:
1) l’essere uno dei contraenti interdetto per infermità di mente;
2) la sussistenza tra gli sposi di altro matrimonio valido agli effetti civili;
3) gli impedimenti derivanti da delitto o da affinità in linea retta.
b) Con riferimento al n. 2, ai fini dell'applicazione degli artt. 796 e 797 del
codice italiano di procedura civile, si dovrà tener conto della specificità dell'ordinamento
canonico dal quale é regolato il vincolo matrimoniale, che in esso ha avuto
origine. In particolare:
1) si dovrà tener conto che i richiami fatti dalla legge italiana alla legge
del luogo in cui si é svolto il giudizio si intendono fatti al diritto canonico;
2) si considera sentenza passata in giudicato la sentenza che sia divenuta
esecutiva secondo il diritto canonico;
3) si intende che in ogni caso non si procederà al riesame del merito.
c) Le disposizioni del n. 2 si applicano anche ai matrimoni celebrati prima
dell'entrata in vigore del presente Accordo, in conformità alle norme dell'art. 34 del
Concordato lateranense e della l. 27 maggio 1929, n. 847, per i quali non sia stato
iniziato il procedimento dinanzi all'autorità giudiziaria civile, previsto dalle norme
stesse.
5. In relazione all'art. 9.
a) L'insegnamento della religione cattolica nelle scuole indicate al n. 2 é impartito
― in conformità alla dottrina della Chiesa e nel rispetto della libertà di coscienza
degli alunni ― da insegnanti che siano riconosciuti idonei dall'autorità ecclesiastica,
nominati, d'intesa con essa, dall'autorità scolastica. Nelle scuole materne
ed elementari detto insegnamento può essere impartito dall'insegnante di classe, riconosciuto
idoneo dall'autorità ecclesiastica, che sia disposto a svolgerlo.
b) Con successiva intesa tra le competenti autorità scolastiche e la Conferenza
Episcopale Italiana verranno determinati:
1) i programmi dell'insegnamento della religione cattolica per i diversi
ordini e gradi delle scuole pubbliche;
2) le modalità di organizzazione di tale insegnamento, anche in relazione
alla collocazione nel quadro degli orari delle lezioni;
3) i criteri per la scelta dei libri di testo;
4) i profili della qualificazione professionale degli insegnanti.
c) Le disposizioni di tale articolo non pregiudicano il regime vigente nelle Regioni
di confine nelle quali la materia e disciplinata da norme particolari.
6. In relazione all'art. 10.
7
La Repubblica italiana, nell'interpretazione del n. 3 ― che non innova l’art. 38 del
Concordato dell'11 febbraio 1929 ― si atterrà alla sentenza 195/1972 della Corte
costituzionale relativa al medesimo articolo.

7. In relazione all'art. 13, n. 1.

 

Le Parti procederanno ad opportune consultazioni per l’attuazione, nel rispettivo
ordine, delle disposizioni del presente Accordo. Il presente Protocollo addizionale
fa parte integrante dell'Accordo che apporta modificazioni al Concordato lateranense
contestualmente firmato tra la Santa Sede e la Repubblica italiana.

Roma, 18 febbraio 1984

Fonte primaria : I Privilegi della Chiesa - Espresso 07-12-2006

 

IL PONTE DI MESSINA: "LA TRUFFA DEL SECOLO" (DOV'E' FINITO L'ARCHITETTO?)

Berlusconi ha buttato 600-700 milioni di euro per non cominciare neppure i lavori.
-Oltre 150 milioni sprecati per:
studi preparatori laute consulenze agli amici degli amici per studiare fra l'altro il "flusso dei cetacei fra Scilla e Cariddi", "l'impatto psico-socio-antropologico dei lavori sulla popolazione locale"
-126 chili di carta che giace negli uffici del ministero
-Un altro centinaio di milioni per l'esproprio dei terreni
-Penale da record che lo Stato dovrà pagare all'impresa appaltatrice, l'Impregilo: 388 milioni di euro.
E’ la truffa del secolo, i mercati erano sicuri che non sarebbe mai stato costruito:  
-     l'Impregilo vince l'appalto:  il titolo crolla in borsa di quasi il 6%
-     il Parlamento decide che non si farà nulla: la quotazione schizza in alto.
-Tutte le imprese straniere si erano ritirate dall'asta: la vittoria dell'Impregilo era annunciata da una telefonata dell'amministratore delegato Savona, intercettata per caso dai magistrati di Monza: "Tranquilli, l'appalto è nostro, me l'ha giurato Dell'Utri".
-Soprattutto i giapponesi, massimi esperti, che vantano il ponte più lungo a una campata, l'Akashi Kyokyo, 1960 metri, si chiedono come come gli italiani potessero credere al progetto.
-Ponte sullo Stretto: avrebbe dovuto essere lungo quasi tre chilometri e mezzo e con due linee di ferrovia
-Autore di una simile meraviglia: William C.Brown, mai nominato da nessuna rivista di architettura del Pianeta, nipote di un più famoso William H.Brown che ha progettato un paio di ponti in Africa ai tempi delle colonie.
-Due architetti italiani, Ugo Rosa e Domenico Calandro, hanno lanciato una "caccia a mister Brown" e hanno scritto l'esilarante diario su Internet. Pare che sia scomparso qualche mese fa.
 

Di Curzio Maltese

Repubblica Venerdì 3 nov 2006


[VIDEO] BERLUSCONI E' DEVASTANTE PER L'IMMAGINE DELL'ITALIA ALL'ESTERO: ECCO COME CI VEDONO IN EUROPA

TRE VIDEO: DUE FRANCESI ED UNO SVEDESE. BERLUSCONI E' VISTO COME UN FASCISTA, DITTATORE DEI MEDIA, RIDICOLO, COMICO E FURBO. DI RIFLESSO NOI ITALIANI SIAMO VISTI COME DEI BOCCALONI LOBOTOMIZZATI E FASCISTIZZATI DALLE TV. LA PUBBLICITA' SVEDESE NEL TERZO VIDEO E' PIU' SOTTILE, MA PIU' DRAMMATICA. NE USCIAMO TUTTI CON LE OSSA ROTTE. DA VERGOGNARSI!


FRANCA RAME: TUTTI INSIEME PORNOGRAFICAMENTE

E i films  erotici?.. Li chiamano "films d'arte"... no, sono  solo films
porno... Io sono stata a vederne uno... dopo un po' sono uscita... mi
sembrava di essere dal ginecologo. Vedevi tutto... ho visto anche le
tonsille di lei... partendo dal basso.
Delle scene, invece, di sesso divertente, non volgare, l'ho vista in Blob,
qualche tempo fa. Mostrava sequenze famose di film erotici, d'arte,
veramente delicati... dove si assiste alla operazione conturbante di
togliere un paio di mutandine, logicamente femminili. Ve le racconto, mi fa
piacere...  arricchire le vostre conoscenze erotiche.
La prima scena parte in un ristorante... Lei qua, lui qui. Hanno proprio
appetito... mangiano contenti... Lui... la parte superiore del corpo è tutta
presa a trangugiare cibo, la parte inferiore è occupata in tutt'altra
operazione. Si allunga tutto, sempre mangiando avidamente e riesce ad
arrivare alla mutandina della signora e a togliergliela con i piedi...  con
'ste dita prensili. Poi mangia finalmente rilassato!
Voi però, provate prima a casa, allenatevi bene altrimenti fate una brutta
figura.
Altra scena: slip tolti mentre si sta andando a 200 km l'ora in moto...
sott'acqua, a colpi di fucile pneumatico, con l'arpione... precipitando da
un aereo senza paracadute... stanno precipitando, sanno che moriranno tra
qualche secondo, ma lui non demorde... mentre cade le strappa le
mutandine... Sfracellata sì, ma senza mutande!
Mutande tolte con le unghie, coi denti... Con le mani non le toglie più
nessuno... solo qualche anormale psicopatico...
Con l'aspirapolvere: lei che va sculettando e lui "scccccc", 'sta mutandina
che... lei che s'inciampa e cade.
Poi c'è l'ultima sequenza che è magnifica! Si vede questa stupenda...
nuda... con le mutandine. Zummata tremenda sulle mutandine... ti fanno
vedere proprio la trama.
Perché ridete?... La chiamano con tanti nomacci, quella cosa lì... ma non
"trama". Ti fanno vedere proprio "la trama" del tessuto, e scopri che è di
lana.
Poi si vede il primo piano della faccia di lui... che non promette nulla di
buono! Poi, altra inquadratura... la mano di lui con delle forbici lunghe
così... "La sgozzerà!" Invece no... si avvicina... "Va beh, le taglia le
mutandine..." pensi.
No, lui delicatamente prende un filo delle mutandine di  lana... lo
taglia... e poi fa su un gomitolo... La disfa!... E lei che gira, che gira,
mugulando! Bello no?
Chissà domani quante mutandine di lana si venderanno in questa città.
 
E i films porno? Ne avete visti? Che silenzio! Mai eh? Io, incontro solo
bugiardi!
In Lombardia c'è stato un periodo, un po' di anni fa, che trasmettevano su
un canale strambo, dopo mezzanotte, films porno... ma proprio pane al pane,
vino al vino, tutto esplicito. Quello è l'orario in cui, dopo lo spettacolo,
ceniamo... sei lì che mangi gli spaghetti, magari anche con amici... guardi,
ridi... Ho notato una cosa: la rapidità degli amplessi. Hanno una gran
fretta di incominciare ma anche di finire. Suona il campanello, lei va ad
aprire. E' nuda, ha una vestaglietta che mostra tutto... calze nere fino
all'inguine... Chi è? L'idraulico. Entra in casa, non dice neanche:
"Buongiorno, come sta signora... dov'è il tubo da aggiustare...?". Niente! E
lei non chiede neanche: "Gradisce un té?". Lei, per metterlo a suo agio...
gli appoggia subito una mano sul rigonfio dei pantaloni... Lui affonda la
mano nella scollatura, le cava un seno... e subito inizia a ciucciare
avidissimo.
Che è il classico approccio dell'idraulico.
Ecco perché è tanto difficile trovare gli idraulici... son sempre in giro a
farsi delle intorcinate tremende con queste signore vogliose.
Non parliamo poi dei postini!
Perché la posta va cosa male in Italia? Perché? Perché dopo due, tre
consegne di un "espresso" a domicilio, ma chi ha più voglia di andare in
giro a consegnare la posta?
La buttano!, nella prima discarica che incontrano!
Tornando alla rapidità degli amplessi: lui entra, non si toglie le scarpe, a
volte nemmeno il berretto... tira fuori il minimo indispensabile... non
sputa il chewing gum, non spegne la sigaretta.
Lei, con certe ustioni sulle labbra! "Dio che bocca di fuoco!" Lei è sola in
casa... Secondo voi vanno a letto a far l'amore? No. Su un divano? No. Sulla
moquette? Mai! Troppo banale! Si accoppiano follemente lì, sul tavolo di
formica bianco di cucina... che sembra  un tavolo da vivisezione. Orribile!
E lui, non si sa perché, le strappa la vestaglia. Che lei è lì nuda! No,
TRACH, perché macho! Poi, TACH!, la sbatte sul tavolo, che lei lancia un
urlo terribile! Che tu pensi: "Ecco, le si è infilata una forchetta nella
costola!".
Lui non fa l'amore, no, lui copula, cavalca, corre sulla sua Kawasaky...
VRUMM, VRUMM... quattro cilindri più pistone, VRUMM, VRUMM... abbrancato ai
seni di lei... il manubrio! VRUMM! E' un punzonatore proteso sulla pressa
che lavora a cottimo! TRUM! TRUM! TRUM!
Non un sospiro, non una parola di tenerezza, che so "Mhhm... Dio che
paradiso!". No, solo gemiti strazianti, lamenti asmatici. Anzi, ho scoperto
che quelle articolazioni di gemito non sono le loro... ho controllato il
labiale... è tutta opera di doppiaggio... non vanno in sincrono. Come
Pavarotti.
Quello che ho sentito io proveniva sicuramente da un nastro registrato in un
ospedale, reparto incurabili, ormai all'ultimo stadio: "Ahiahia uhh ehh...
Ohohoho - tra questi gemiti sconvolgenti si sentiva - Ahiaoohoo!
Oihiohiiiooo... Suora! - che proprio non ci azzecca per niente con la
passione erotica - Suora... il pappagallo!".
Però il plusultra dello sconvolgimento sono le inquadrature di sesso
ravvicinato: i primi piani. Sembra una carrellata su un banco di macelleria:
rognoni, bianco-stato, sottocoppa, controfiletto. Roba da conato multiplo!
Una sera sono stata aggredita, all'improvviso dall'apparizione di un sesso
femminile ingrandito 150 volte. Io ho il televisore grandeŠ non ci stava
dentro tutto!
Non capivo e dicevo: "Ma cos'è? Cos'è? Che bestia è?!... Alien numero 4?".
Ma come fanno certi uomini ad eccitarsi con 'sta roba? Un'immagine così, ti
blocca l'erezione per 15 anni. D'aver paura che abbia i denti.
 
Dovete sapere che la maggior parte della giornata la passo nel mio ufficio a
Milano dove mi occupo dei nostri affari, del nostro lavoro, le commedie
all'estero... In questo momento oltre 400 compagnie nel mondo sono in scena
con i nostri testi... delle edizioni dei libri ecc. Questo ve lo dico perché
le finestre dell'ufficio danno su un cinema a luci rosse e io guardo sempre
per vedere chi entra. Non vedo entrare mai nessuno.
Ho chiesto per curiosità alla maschera: "Ma c'è gente?" - "Esaurito!".
Ma da dove passano? Si travestono da muro... e camminano così (esegue). E
danno dei films... I cinema aprono alle 10.30 di mattina... tutti anziani
dentro... pensionati... che poi... quei sessoni, lì... all'improvviso...
l'uomo anziano: "TACH!" L'infarto. Giuro! I giornali non ne parlano...
perché i proprietari dei cinema non vogliono che si sappia.
Li trovano le donne delle pulizie: "Altri due oggi!".
Che sono le famiglie che ce li mandano: "Va, va papà... va al cinema... va a
vedere quel bel film porno. Vai che ti diverti, così muori contento!".
Un giorno Dario mi fa: "Andiamo a vedere questo film, dobbiamo capire cosa
c'è intorno al porno, che tipo di gente ci va... le reazioni... Col nostro
lavoro dobbiamo sapere, conoscere le cose della vita, nel bene e nel male.".
Davano "Incontri bestiali lesbici" che già il titolo era un programma.
Avete fatto caso ai titoli dei films porno?
"Apprendista viziosa, in vibrazione anale" che mi fa anche impressione!
"Luana la porcona"... Questo fa paura: "Svergognata cavità, colmata da furia
bestiale". Invece questo è delicato... è una metafora molto elegante:
"Mamma, ho perso l'uccello!".
Entriamo in questo cinema... Non vi dico gli occhi stravolti della cassiera
come ci ha riconosciuti. Beh, Dario è un uomo... passi... ma a me fa: "Anche
lei qui! La credevo  comunista!".
Entriamo in sala... e abbiamo avuto la bizzarra sensazione che le poltrone e
gli schienali fossero più alti che negli altri cinema e che non ci fosse
nessuno... "Sediamoci qua... - ci siamo sedutiŠ in braccio a due signori -
Oh, pardon..."
Era pieno zeppo. Anche le prime file... lì, ingessati a guardare, in un
silenzio! Non si sentiva un sospiro, un commento... E nell'intervallo non
accendono la luce, l'abbassano ancora di più. E' ovvio, mica vogliono essere
riconosciuti.
Ti immagini sentirsi chiamare: "Ragioniere, anche lei qua... Segaiolo!".
Io e Dario abbiamo cominciato a ridere, non riuscivamo assolutamente a
contenerci... Facevano l'amore in tutte le posizioni... anche quelle
difficilissime, e in continuazione, entrava uno, usciva quell'altro... e i
gruppi... Con dei sessi! Che sono finti!
Lo dico per tranquillizzare gli uomini presenti.
Sono finti... giuro... indossano dei sessi enormi... Sappiatelo anche voi
signore, non sono veri quei sessoni... non fate scenate al marito.
Insomma continuavamo a ridere e ad un certo punto è scoppiata la
rivoluzione!
Che se questi anziani mettessero lo stesso impegno per la rivalutazione
delle pensioni, sarebbero miliardari! Si son messi a gridare tutti insieme:
"Silenzio, basta, state zitti! Vergogna! State zitti! Non si capisce la
trama!!!".


A voi.....

A voi che siete stati colpiti negli affetti, che avete perso le vostre case, le vostre cose. A voi che siete soli, oggi, davanti ad una tragedia. Ai vostri cari, ai vostri amici che non ci sono più. Il nostro cuore è li con voi. Franca, Dario, Jacopo.

 

 

 

 

 

 

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L'ANTICASTA, CON FRANCA RAME E JACOPO FO

“L’Anticasta: l’Italia che funziona”

edito da EMI (http://www.emi.it), in libreria dalla prossima settimana.

Marco Boschini, coordinatore dei Comuni Virtuosi e co-autore con Michele Dotti del volume. Il libro contiene contributi di Franca Rame, Maurizio Pallante, Francuccio Gesualdi, Alex Zanotelli, Jacopo Fo, Andrea Segré, Edoardo Salzano.

Al libro è allegato il DVD “Viaggio nell’Italia dei Comuni a 5 stelle”, un documentario che racconta l’esperienza del Premio dei Comuni a 5 stelle e che racconta alcune delle più significative esperienze in campo ambientale in giro per l’Italia. Interviste a Beppe Grillo, Dario Fo, Maurizio Pallante, Jacopo Fo.

L’altra politica, le buone prassi, il buon senso al governo.

Per informazioni

http://www.comunivirtuosi.org
http://www.marcoboschini.

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO


ULTIMA FIGURACCIA A STRASBURGO DI BERLUSCONI-TOTO': SNOBBA LA MERKEL PERCHE' E' AL TELEFONO...

CI SCUSIAMO CON I LETTORI DELLA MONODISCORSIVITA' TEMETICA SUL NOSTRO PREMIER, MA NON RIUSCIAMO A SEGUIRE I RITMI DELLE SUE FIGURACCE.

Alla cerimonia sul ponte sul Reno il premier italiano rimane al telefonino
nonostante i richiami della Merkel. E salta la foto di gruppo.

Si è aperto a Strasburgo il secondo giorno di vertice Nato per la celebrazione del sessantismo anniversario dell'Alleanza con un fuori programma con strappo al cerimoniale per il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Il premier è infatti arrivato a Kehl dove il cancelliere tedesco Angela Merkel ha accolto i capi di Stato e di governo giunti per il vertice Nato che tra poco attraverseranno la "passerella tra le due rive", che attraversa il Reno e unisce Francia e Germania.
Berlusconi, tuttavia, è sceso dalla macchina con telefonino all'orecchio. Quindi ha fatto segno alla Merkel che l'avrebbe salutata successivamente perché impegnato in una conversazione.

Il cancelliere tedesco ha risposto con un sorriso che è sembrato imbarazzato, poi lo ha richiamato più volte con gesti, indicandolo anche ad altri leader. La leader tedesca ha dunque continuato ad accogliere gli altri leader in arrivo mentre Berlusconi ha proseguito la sua telefonata. La Merkel è poi entrata nella sede del vertice senza attendere il premier italiano, che ha saltato anche la foto di gruppo.

da Repubblica


TUTTE LE BRUTTE FIGURE DI BERLUSCONI AL G20 2009

NEL PRIMO VIDEO DURANTE LA CONFERENZA STAMPA BERLUSCONI DICE CHE "I MINISTRI STAVANO AL CESSO". nEL SECONDO VIDEO LA rEGINA eLISABETTA FA UN PICCOLO CAZZIATONE A BERLUSCONI CHE CHIAMA A GRAN VOCE OBAMA. NEL TERZO CHIEDE UNA FOTO TRA OBAMA E IL LEADER RUSSO IN PIEDI SU UNA SEDIA. GRAZIE PRESIDENTE, MA A QUESTO RITMO NOI NON RIUSCIAMO A STARLE DIETRO. E RISCHIAMO DI DIVENTARE BERLUSCONICENTRICI NEI BLOG!!!


SCUSI PRESIDENTE BERLUSCONI, MA ZOCCOLA A CHI?

In questo video si ascolta chiaramente Berlusconi che, dopo aver chiamato le ministre in primo piano dopo la sua investitura a Leader del neonato PdL, dice "Dov'è l'altra zoccola?". La frase è ripetuta nel video più volte. Ma Zoccola a chi, signor Presidente? Se fosse vero quello che si può ascoltare, sarebbe un'offesa a tutte le donne. Giudicate voi l'audio da un video catturato in YouTube.