EIACULAZIONE PRECOCE... NIENTE PAURA... CAPITA A TUTTI GLI UOMINI. GIURO! DA "SESSO? GRAZIE, TANTO PER GRADIRE..

Noi donne abbiamo un sacco di problemi sessuali ma anche gli uomini non scherzano! Ne hanno un sacco pure loro!… Certe storie tipo quella dell’attore inglese, le vanno a raccontare al bar... «Io oggi, dalle due alle cinque, nove volte!» Che c’è quello che lo fa due volte al mese... va a casa e si impicca! Non scoraggiatevi uomini, sono tutte bugie! Nove volte?! Ma quando mai? Che quando li prendi a quattr’occhi... soli... nudi... nel letto, è tutta un’altra cosa! Hanno l’impotenza temporanea da emozione... l’eiaculazione precoce da super eccitazione, l’incapacità eiaculandi... l’angoscia della vagina dentata! Sì, è vero, giuro! Ci sono dei ragazzi che prima del primo rapporto, pensano spaventati: «E se poi quando penetro lei non me lo dà più indietro?» Mi rivolgo alle ragazze: se vi trovaste mai con il vostro partner in una situazione come quella che vi ho descritto... impotenza temporanea, eiaculazione ecc... non dovete assolutamente deriderlo, non dovete dirgli «Vai via scemo impotente!» No! È tutta sensibilità, emozione e amore nei nostri confronti. Io credo che per un giovane affrontare i primi rapporti sessuali... l’erezione... sia un grande problema. L’erezione... non è come quando accendi la luce… giri l’interruttore e tak!… È legata al momento… a quello che hai intorno… Per me l’erezione… è un miracolo vivente! Il sesso dell’uomo non ha dentro un osso! È un miracolo vivente! Sta su proprio per grazia divina! Attenzione ragazze che, a volte, il comportamento del¬la partner, all’inizio dei rapporti sessuali, sfottò e derisione, può incidere, complessare il maschio per tutta la vita. Esiste l’impotenza temporanea, che poi col tempo, con la confidenza, con l’esperienza, si supera. Ma a volte ci sono maschi particolarmente sensibili... fragili, insicuri... che continuano a soffrire di questo problema. Viene da me un ragazzino... Mi fa: «SignoraFrancaRame, – lo diceva tutto unito. – SignoraFrancaRame, posso parlarle un attimo? Ho visto lo spettacolo ieri sera...Vorrei chiederle un consiglio... lei è una mamma...» «Sono anche una bisnonna, vieni nel mio camerino che parliamo mentre mi trucco». Un po’ imbarazzato, non trova le parole… «Su forza, sbrigati, che tra poco vado in scena!» Si fa coraggio: «SignoraFrancaRame, io ho delle erezioni straordinarie!» «Son contenta per te!... Ma in cosa consiste il problema?» «È che ce le ho nei momenti sbagliati! Son lì che mi interrogano in greco, trac! Che ho paura che tutta la classe se ne accorga... Poi quando mi serve è morto!» Gli ho regalato il libro di Jacopo – mio figlio, che ha sofferto di tutti i problemi sessuali – che per casi del genere consiglia una delle posizioni del Kamasutra: la «posizione a forbice». Non posso spiegarvi com’è nei minimi particolari questa posizione, perché non vorrei che la mia mamma si rivoltasse nella tomba... però per correttezza, l’accenno. Le forbici... Sapete tutti come son fatte le forbici... Come si metteranno mai due forbici che si voglion tanto bene? (Pausa). Visualizzato? Pare che in questa posizione… ravvicinata... anche se il sesso dell’uomo si trova in un momento… diciamo… miserabile... da far vergogna alla patria... si riesca… aiutandolo un momentino, a introdurlo in «giusto loco»... Una volta che è lì, è in trappola! A questo punto bisogna avere pazienza, dargli un po’ di tempo... si parla del più e del meno: «Come stai? Cos’hai visto ieri sera in Tv?» Allora lui, che è un po’ pirla ma non deficiente del tutto, dopo un po’ che si trova lì, fa: «Oh ma che bel caldino... – apre un occhio... che ne ha uno solo... – Dove sono?... – e – Ahaaa!» e allora... Di più non posso dire... già sto sudando! Io credo che per il maschio l’insostenibile inconsistenza del membro sia proprio un momento insostenibile. Guardate che agli uomini questo fatto di dover essere dominatori ad ogni costo, fa malissimo! E siamo noi i responsabili, i genitori, i nonni... che continuiamo a portare avanti una cultura imbecille! E magari siamo pure di sinistra! Quando il maschietto... cinque, sei anni piange, cosa gli diciamo? «Non piangere, non sei una femminuccia, tu sei un ometto!» No, è sbagliato. «Non piangere perché stai rompendo!» non perché sei un ometto. Dieci anni: «Sei un ometto, sei un ometto»; dodici: «Sei un ometto...» E i nostri figli crescono obbligati a essere virili, forti, d’acciaio! Guai a chi piange. Con un magone da strozzarsi... si fumano sei sigarette contemporaneamente... due nel naso, nelle orecchie... ma neanche una lacrima! Ma perché mai l’uomo non deve piangere? È bellissimo piangere... noi donne piangiamo ogni cinque minuti! È magnifico per una donna avere il fidanzato, il marito, l’amante, che ti piange fra le braccia... È bellissimo piangere insieme... «sbausciarsi» di lacrime e magari fare all’amore singhiozzando. Per cui da questa sera, uomini, piangete! Anzi scoppiate a piangere qui, subito, così vi sfogate. La frigidità maschi


INNOCENZA E DOLCEZZA! CHE MERAVIGLIA! GRAZIE!!!

ECCO LE PRIME LETTERE GIUNTEMI. CORAGGIO... Ne USCIRA' UN BELLISSIMO SPETTACOLO. GIRATE VOCE. Un bacio franca.

 La geografia della Vagina.

Il mio primo vero approccio con il sesso fu a 15 anni circa.
Quell’anno, come molti della mia età negli anni 70, portavo i capelli lunghi.
Ero timido, ma decisamente un bel ragazzo, anche se fino ad allora poco consapeviole di esserlo.
Fu durante una gita a Sirmione che una liceale mi notò in mezzo a molti altri ragazzi più grandi di me, facendomi un bel complimento: “Tu sei davvero carino”.
Di colpo mi sentii maschio, pieno di prospettive. Quella sera tornando a casa sotto la pioggia mi sentii diverso, cresciuto.
Il sesso venne poco dopo, in estate, al mare con i miei genitori.
Avevo notato di piacere alle ragazze per il mio aspetto magro, vagamente efebico, con il viso ancora a tratti da bambino, ma ormai cresciuto. La mia timidezza però bloccava i miei desideri.
Passai tutto l’inverno ad abituarmi a queste attenzioni nuove e piacevoli, senza avere il coraggio di buttarmi. Una sera, in spiaggia, due ragazze mi invitarono ad una festa per la sera successiva.

Nicchiai. L’altra mi disse “Se esci te escono tutte”.
Insomma capii che era ora di mettere da parte la mia timidezza e buttarmi. Decisi di recitare la parte che mi spettava consapevole che sarei stato anche goffo o fuori luogo.
Ma il mio testosterone mi diceva che era ora di agire. E non più da solo.
Da troppo tempo sognavo su tutte le mie amiche. Mentalmente avevo avuto rapporti con tutte le donne del vicinato, casalinghe incorporate, a prescindere dalla loro avvenenza. Mi bastava un particolare per ricamare un Decameron personale.
La sera successiva arrivò una nuova ragazza di Milano, 19 anni, 4 più di me, evidentemente scafata, volitiva.
Me la presentarono e lei si soffermò su di me un po’ di volte in modalità “ A te ti studio bene dopo”.
Ero già agitato, ma ormai avevo deciso che sarei stato coraggioso.
La tipa mi marcò stretto tutta la sera, mi fece una capa tanta. Non smise un solo minuto di parlare. Alla fine decisi di rientrare a casa: “Ti accompagno” mi disse invertendo i ruoli.
Questo essere coccolato mi piaceva. Mi sentivo più sicuro. Naturalmente fui io ad accompagnare a piedi lei.
La sua pensione era alla fine di una stradina buia, in quei quartieri appena costruiti selvaggiamente nei posti balneari.
Come se fosse scontato, oltre a dirgli “Ci vediamo domani” la abbracciai alla “bullo de periferia” e la baciai. Inaspettatamente lei mi si avvinghiò e questo mi piaque.
Fu una conquista milimmetrica a partire dal fianco fino al suo capezzolo. Perché l’iter di default era: bocca, seno, come nei lenti dei Procol Harum. Ultima meta una volta appartati, gli slip. Non osavo pensare di più.
Invece la ragazza reagì mugolando e questo per me era una new entry non preventivata.
Insomma se al solo contatto con il capezzolo….
…mi si aprì un ventaglio di prospettive.
Di colpo mi passò davanti tutto l’armamentario di fantasie erotiche mai osate prima, ma ora realizzabili. Una botta di testosterone da urlo.
La lieve disponibilità mi eccitò.
Baciandola la portai goffamente sul marciapiede, non senza rischiare la caduta sul gradino.
Pagherei per un video a tre metri, della scena.
Contro il muro. Mani sui seni, poi dentro la camicia, poi oso: sotto la gonna.
Non dice niente.
Porca-paletta-che-bello.
Guadagno il bordo dello slip Cotonella e finalmente il sogno della seconda parte della mia vita è li.
Entro.
Io non sapevo come fosse fatta esattamente la vagina, dove fosse la location insomma.
Capitemi: non c’era Internet, non c’erano i giornaletti porno, non c’era nulla. Solo i racconti fra mito e realtà dei più grandi.
Per deduzione logica penso:
”Se il mio pisello è davanti, anche la vagina è davanti, sennò come si fa?”.
Do per scontato che appena oltre il pelo pubico trovo il Vaso di Pandora.
Cerco, ravano, niente.
Lei ansima, io esploro.
Geograficamente non ci siamo.
Non trovo nulla.
Siamo quasi al “Scusa sto cercando l’anello”.
Scendo un po’.
Non c’è.
Se fossero tutte diverse?
Passa una famigliola.
Mi butto contro di lei completamente, ma senza estrarre la mano:
il terreno guadagnato non si perde.
Potrebbe cambiare idea…
Cerco di nuovo. Scendo ancora e ancora.
Ormai ho la mano piegata sotto.
I miei ormoni mi incitano.
Io dico loro di stare calmi che adesso sono nella fase anatomica e non ho tempo.
E’ una prateria. Attorno al nulla.
Sudo. Eccitato, ma vigile. Preoccupato.
Insomma alla fine trovo.
Con l’aria di chi ha gia avuto mille avventure esploro.
Lei mugola, anzi piange. Ma che versi…?
Piange o mugola?
Il sogno di una notte di mezza estate sta per avverarsi.
Ero troppo concentrato nella fase esplorativa per focalizzare che ero in piedi,
contro un cancello,
in mezzo ad una strada
e che era la mia prima volta.
Un buon antidoto per la prima volta. All’improvviso un dubbio atroce.
Sono troppo sotto. E se stessi toccando la cosa sbagliata?
Oddio! Che figura.
Adesso lei pensa che io sono un depravato. E’ un ora che giro attorno alla cosa sbagliata.
Sono una frana.
Abbiate pazienza…la mia geografia vaginale era ferma alla sola conoscenza che avevo:
la ricerca del pelo pubico nelle fotografie di biancheria intima di Postal Market, reparto lingerie trasparenti, munito di lente per capire…
Per fortuna lei mi salva senza saperlo:” Ho voglia di fare all’amore”.
E mi infila una mano nei ginz, senza aprirli, dall’alto. Una mano gelida che mi fa sfiorare la conclusione prematura della mia mitica prima volta.
Oddio. Il cuore mi batte forte.
Il resto è deducibile. In piedi, come nella canzone di Jannacci al Carcano.
Lei che mi dice “ti amo” sotto i 20 decibel e io con le ginocchia che mi fanno Giacomo-Giacomo ogni 30 secondi.
Quando passa qualcuno, immmmmmmobile! Come un ladro nell’armadio.
Ma non ho avuto la defaiance della prima volta. Anzi la ricordo con particolare divertimento.
Ci siamo rivisti dopo un mese a Milano: sparito tutto, magia, attrazione, erotismo.
Parlare con lei era come parlare con una Girella Motta.
Morale?
Beh, credo che oggi un 15enne abbia le stesse conoscenze anatomiche di un bravo ginecologo con Master all’Univeristà di Edmonton i Columbia.
Con quello che circola in Internet si può disquisire tranquillamente anche sull’apparato del Golgi delle cellule vaginali…
Però se molti ragazzi avessero una buona educazione sessuale, almeno nelle funzionalità, credo che molti pregiudizi o paure sarebbero risparmiate.
Spero di non essere stato volgare.
Un abbraccio a Franca
Brando

 at 2009-03-04 17:03

Ho letto in un forum Ho letto in un forum dell'iniziativa. Mi piace. Sto scrivendo qualche riga. Spero di non scrivere una cosa da bar sport tra amici. brando By Brando at 2009-03-04 14:18

uhmm non so se scrivere con uhmm non so se scrivere con il mio nik o reiscrivermi. ci penso, ma l'idea che Franca possa discutere o recitare segmenmti di mia adolescenza è troppo invitante. Ci penso un attimo poi scrivo...:-)) fg By FabioGreggio at 2009-03-04 08:18

Sostegno all'iniziativa Salve, sono da sempre un vostro affezionato fan (di Franca, Dario e Jacopo) e vi ringrazio per tutto l'impegno che avete profuso in tutti questi anni per divertire ed informare responsabilmente gli Italiani. Ho letto dell'iniziativa sul sito di Beppe Grillo in un commento di un suo lettore e sono rimasto molto interessato. Pertanto mi sono permesso di postare la suddetta iniziativa sul mio blog "Gocce di piacere" (http://goccedipiacere.com) augurandomi di dare visibilità al progetto. Grazie mille ancora per esserci. By Arsenio at 2009-03-03 23:34

 


ADOLESCENZA: QUESTI I MIEI PROBLEMI SESSUALI… I MIEI IMBARAZZI… LA MIA IGNORANZA. MI RACCONTATE I VOSTRI?

  IMPORTANTE MESSAGGIO A FINE PAGINA Carissime/i Ho bisogno di alcune risposte... vorrei coinvolgervi... Sto riscrivendo il testo sulla sessualità che ho portato in scena dal 94 ai giorni nostri, pubblicato da Einaudi: SESSO? GRAZIE, TANTO PER GRADIRE. Sono passati 14 anni ed è incredibilmente attuale. E’ servito a moltissima gioventù, inesperta e imbranata. Da allora ad oggi, NONOSTANTE LA TELEVISIONE, si son fatti pochissimi progressi. Me ne sto rendo conto recitandolo in questo periodo, specie nelle scuole. Questa nuova stesura, partendo dalle parti essenziali della vecchia, vorrei impostarla su i primi rapporti sessuali (giovanissime/i): Com’è stato l’inizio, difficoltà, imbarazzo, timori… l’avete detto alla mamma? Che rapporto avete con i vostri genitori. Avete subito violenze da amici, parenti, sconosciuti? Vorrei le vostre sensazioni. Le belle e le brutte. Tutte! Ne farò uno spettacolo e lo firmeremo (se vorrete) tutti insieme. Garantisco comunque il più grande riserbo. Postate sul blog ciò che credete, (attenzione. volgarità gratuite verranno bloccate e cassate) con nome di fantasia. Leggo. Poi vi darò un appuntamento e ci incontreremo, e decideremo come muoverci. Capace che lo mettiamo in scena e ci recitiamo tutti quanti. Che ve ne pare? Per darvi un esempio di quello che mi piacerebbe ricevere vi allego un brano di “Sesso? Grazie ecc.” Sesso? Grazie, tanto per gradire! Atto unico di Jacopo, Franca e Dario Fo da Lo Zen e l’arte di scopare di Jacopo Fo Ecco l’uomo! Il mio primo incontro con l’altro sesso. Avevo nove anni... e ho visto un sesso maschile... anzi ne ho visti sette, tutti in fila... disegnati su di un muro. Sapete come fanno i ragazzini che girano col gessetto in tasca... e appena possono... zac! (disegna nell’aria un gran sesso) poi, zac, zac! (Disegna nell’aria sotto al sesso due cerchi) Che è il loro emblema, la loro casata... Io guardavo ’sta specie di scafandro… le due ruote e mi chiedevo: «Ma che bicicletta è?! Dov’è il manubrio?...» Meno male che non ho detto alla mia mamma: «Mamma per Natale voglio anch’io una bicicletta come quella lì!» Povera donna, sarebbe morta! Poi, quando ho contato, sette, ho avuto come una folgorazione: «Ah ecco, i sette nani che vanno in bicicletta travestiti da palombaro!» La seconda volta, incontro dal vivo. È stato quando mi sono imbattuta nello sporcaccione di turno... ché noi donne una volta nella vita, tutte!, abbiamo incontrato lo sporcaccione... (Interrompendosi) Se non lo avete ancora incontrato abbiate fede, lo incontrerete! Dove si sistema lo sporcaccione di turno? Di fianco al vespasiano. Come è vestito lo sporcaccione di turno? L’impermeabile... anche d’agosto. Tornavamo da scuola... con le mie amiche e lui: «Ragazzine?! Guardate qui!» E zac!, si spalanca l’impermeabile. Che le mie amiche mi facevano: «Non guardare! Non guardare!» Si vede che loro sapevano già... Invece io guardavo... ve l’ho detto che ero ubbidiente! Lui si è richiuso subito… più che vedere ho intuito quel coso… ma quella visione m’ha fatto un’impressione tremenda! Sotto all’impermeabile era tutto vestito di nero... e… risaltava tanto! M’è venuto davanti agli occhi, la testa e il collo spennacchiato di un tacchino! Che io chiedevo alle mie amiche: «Ma quello lì è scemo? Perché va in giro con un tacchino nelle mutande?!... Non è neanche Natale!» Che orrore! M’ha fatto un’impressione... negativa! Uomini, non fatelo vedere all’improvviso alle ragazzine... che ci si traumatizza tanto! Mi sono talmente orripilata... che da quel giorno non ho più mangiato pollo! Ho chiuso col volatile! La terza volta... incontro ravvicinato! A diciotto anni decido di fare un corso di infermiera alla clinica Principessa Jolanda, a Milano. Inizio il corso... son lì da tre giorni... Nei grandi ospedali i medici non distinguono le allieve principianti da quelle del primo anno. Eravamo tante. Esco da una stanza con la padella in mano... ché all’inizio solo padelle... poi anche… ma all’inizio solo padelle. Camminavo testa alta, petto in fuori... tenevo la padella come fosse la bandiera tricolore, incrocio un medico, il professor Semenza, che mi fa: «Signorina mi porti subito, alla camera trentasette, l’occorrente per un cateterismo». Ha scelto me come un’altra ma io mi sono sentita così orgogliosa che ho fatto persino l’inchino con la padella: «Subito, professore!» Vado... dico «cateterismo»... mi consegnano su di un vassoio un pappagallo, un tubicino di gomma… un sondino... Vado alla camera trentasette... Il degente era un ragazzo di vent’anni, svizzero, operato non mi ricordo di che. Busso... «Avanti!» Entro... e vedo il professore che sta trafficando col sesso dello svizzero. Mi blocco un momento imbarazzata... e il professore perentorio: «Venga qua! Posi il vassoio... e tenga!» Volevo morire! Non ho osato dire: «Guardi, professore, io non me ne intendo tanto...» Ho ubbidito... ché l’ubbidienza, ve l’ho detto, è stata la rovina della mia vita! Ho preso ’sto coso con due dita... Ero tutta bloccata... guardavo l’infinito! Sentivo tra le dita come una specie di salsiccetta... Tremavo come una foglia… Il povero ragazzo svizzero... vedermi lì... diciotto anni... tanta... che gli tenevo il suo coso con due dita tremanti... ha avuto una reazione nervosa... un’EREZIONE! Per me... non ha più avuto un’erezione così, in vita sua! Voi ridete, ma pensate a me, povera ragazza, che ero rimasta ai sette nani e al collo del tacchino! Quando ho sentito la salsiccetta... come dire… prendere vita... non l’ho lasciata per ubbidienza… ma ho lanciato un urlo terribile: «Aiutoo! È vivo!» Il professore ha capito tutto… Mi fa: «Posi pure... Vada, signorina, vada!» Che non mi è parso vero. Sono uscita che mi inciampavo da sola... avevo il cuore che... tutta sudata! Son lì che sto varcando la soglia: «Signorina!» «Madonna, ci ha ripensato!» «Signorina, si faccia trasferire al reparto pediatria... così s’abitua per gradi!» Poi sono cresciuta... mi sono innamorata... pazza!... Fuori di testa! E... ho fatto l’amore... (Pausa). Oh, ma che silenzio!... Lo sapete che sono alla quattrocentesima replica e tutte le sere a questa frase, scende in platea un silenzio tremendo? Ohh! Non sono l’unica a far l’amore! Ho fatto l’amore... e sono rimasta incinta... (Pausa). Anche qui non sono l’unica! Sono rimasta incinta. Tutta colpa della mia mamma. Se mi avesse spiegato... invece di tenere le mani qui (indica l’ombelico) le avrei tenute qui (indica il pube). Sono rimasta incinta. Ma «come», sono rimasta incinta? Io e lui... lui è Dario... Tante volte non vorrei dire il nome ma poi penso: venga qua anche lui con me a fare la sua brutta figura che è il maggior responsabile! Che poi lui era laureando in architettura... Non voglio dire che l’architetto debba per forza sapere come si ingravida la femmina... però avrebbe dovuto saperne un po’ più di me!, che ero quella del sedere di dietro - ¬sedere davanti! Bene, noi due eravamo convinti che per restare incinta occorresse raggiungere «quel momento»... e tutti avete capito quale... nello «stesso preciso secondo»! Solo così l’ovulo si feconda. Se io no, e lui anche dieci volte... potevo stare tranquilla! Voi direte: «Poveretta! Cent’anni fa non si sapeva niente! – Si fa per dire cent’anni fa. – Ma oggi, alle soglie del Duemila...» Cosa credete? Che le ragazze siano tutte informate? Non è vero! Se così fosse, non ci sarebbero tante ragazze che restano gravide e corrono ad abortire! Degli studenti di un liceo milanese hanno eseguito per un giornale femminile, un’inchiesta tra le studentesse. La domanda era: «Come si resta incinta? Quale metodo usate per evitare una gravidanza non desiderata?» Alcune hanno dato risposte esatte, altre risposte incredibili. «Si può restare incinta attraverso un bacio. Io non bacio nessuno!» Pensate voi! Alle soglie del Duemila. Altre: «Per non restare incinta, dopo il rapporto sessuale, basta una bella lavanda vaginale. Con la Coca-Cola e il limone è meglio!» Ho raccontato questo fatto, perché... ci fosse mai in platea qualche ragazza convinta che basti la lavanda vaginale... Coca-Cola o no, per non restare incinta... Noo! Voi fate l’amore, fate la vostra lavanda vaginale, intanto, loro... i perfidi… sono già arrivati a destinazione, accasati tranquilli! Non solo: arriva la lavanda calda... fan la doccia e cantano (canta e balla in perfetto stile ¬flamenco) «Trrtrrrttrrrttrtrrrr!» Altre ancora: «Attraverso un rapporto orale!» Che i mascalzoni hanno risposto: «Non preoccupatevi... poi vi fate un bel gargarismo e via!». Questi i miei problemi sessuali… i miei imbarazzi… la mia ignoranza. Mi raccontate i vostri? Un bacione franca P.S. X BLOG: Vorrei tradurre articoli, racconti, lettere, comunicati, eventi e quant’altro in inglese. Mi sto collegando con nostri traduttori all’estero, che dovrebbero inviarmi commedie, articoli, interviste (Inghilterra e Stati uniti). Sto prendendo contatti anche con scuole. Vi viene qualche idea per potermi aiutare, consigliare?


RICEVO E CON PIACERE PUBBLICO

Franca per favore fa' sentire anche la tua voce Cara Franca, ti copio qui sotto il nostro comunicato contro la pubblicità della RELISH. Parla anche tu, per favore. Buona pronta guarigione, DonneInQuota www.donneinquota.org Oggetto: campagna pubblicitaria RELISH a Milano? No, grazie. La pubblicità che si ispira IRONICAMENTE al film Thelma e Louise è approdata anche sui cartelloni pubblicitari di Milano. Anche a Milano, come a Napoli e Padova, ne chiediamo la rimozione. Le motivazioni: lede l'immagine della donna, istiga alla violenza contro le donne,offende la donna in quanto essere dotato di intelligenza e coscienza, ignora qualunque presupposto relativo alla cultura di genere e ai principi di pari opportunità. Ancor di più offende le migliaia di donne che ogni giorno sono vittime di violenza e che non hanno la forza di reagire, che si sentono avvilite di fronte allo sbeffeggiamento e all'ostentazione della violenza pubblicitaria. Tale violenza mediatica incoraggia la violenza, la giustifica, la rende "di massa" proprio come il mezzo utilizzato. Chiediamo dunque che le foto oggetto della campagna SIANO IMMEDIATAMENTE RITIRATE. Attraverso i mezzi di comunicazione di massa, come lo è una campagnapubblicitaria, si veicolano concetti e argomenti che vanno ben oltre una semplicefoto. Vi incoraggiamo dunque a consultare le associazioni che si occupano diquestioni di genere e che promuovono le pari opportunità e l'immagine della donna, affinché si diffondano valori positivi, non lesivi della dignità, della cultura,dell'intelligenza della donna. Chiediamo infine maggiore sensibilità per una questione molto più grave: la cronaca legge e vede solo la punta dell'iceberg di un problema molto più profondo e vasto, che coinvolge milioni di donne. La violenza domestica uccide ogni anno centinaia di donne e i giornalisti difficilmente vedono e sottolineano quel file rouge, rosso come il sangue, che unisce tutti questi casi. A questo scopo, ci dichiariamo a completa disposizione per un confronto in merito. By DonneInQuota at 2009-02-23 22:36 Login or register to post


MA CHE INTENSE LETTERE! NON POSSO TENERLE SOLO PER ME.

Ciao Franca, Nevicava. Ho spalato la neve. Giustamente piove. Ho letto l'articolo su l'Espresso della tua biografia. Beh, certo, raccontata così, giornalisticamente, è un libro. Dentro però ho riconosciuto segmenti di dolore, di gioia, di abbandoni, di disperazione. Come sempre, come in tutti noi. Saper dipingere pagine di vita, come fa Dario, rende il dolore più poetico. E' un monologo. Un bel monologo. Un gran bel monologo pieno di ironia e strazi, di gioia e nostalgie. Una biografia di Franca Rame non poteva essere bibliografica, schematica. Leggendo il tuo promo, dentro ho trovato Fellini de La Strada (tu eri felliniana), e De Sica di Miracolo a Milano. Facendo scorrere i tuoi video, fotogramma by fotogramma ho imparato a riconoscere i tuoi tic, le tue voci gutturali, l'increspatura del mento per sottolineare meraviglia, la velocità di esposizione e soprattutto la tua forza, un universo di ironia infinita. Conosco l'alzata di sopracciglio, l'urlo in falsetto, lo sguardo silenzioso, ma fulminante. E quel leggero strabismo di Venere che ho sempre trovato fortemente sexy in ogni donna. I drammi, la politica, la morte di una madre, a volte affrontata con l'anima di un bambino. In fondo in ognuno di noi c'è un bambino chiuso in un angolo con i pugni stretti. Leggo che saranno 80 a luglio. Biologicamente credo molto meno. Alla fine credo ti si possa paragonare ad un raggio di sole, che colpisce, illumina, rischiara. E arriva ovunque, scalda, lo si sente. Si è contenti che ci sia. La Luna non è roba per te. Franca Ho letto la dedica scritta da Dario. E' un'imprevedibile, coloratissima, metafisica magia. Dario è sempre prevedibilmente imprevedibile. Credo ti abbia amato molto. Ogni amore umano è diverso. Io ho amato e contemporaneamante odiato, detestato. Margherita Hack mi ha detto sul segreto del suo lungo amore per il marito: "Si litiga spesso, ci si azzuffa, ci si picchia fisicamente". Condivido. Sul picchiare, magari in modo metaforico. L'amore è una malattia. Un male incurabile. Ci sono persone che amo subito. A prescindere. Sarà la genetica, gli occhi, l'essere volitivi. Sono persone che hai dentro, come fossero parte della tua gente, del tuo essere. Quasi un richiamo ancestrale. Per me tu sei una donna che ha amato molto. Che ha aspettato un gesto, a volte semplice, per accendersi. Ognuno di noi ha questa storia dentro, di rincorse e di sconfitte, di tragedie e di attimi di felicità enormi per piccole cose. Su tutto, per me, il tuo altruismo. Adoro gli altruisti. Sono l'antitesi dei Pinguini che difendono il loro metroquadro. In Dario riconosco l'essere maschile che c'è, drammaticamente, anche in me. Vivere l'attimo, l'esaltazione. La testa fra le nuvole. Consapevolmente fra le nuvole, come esigenza fisica e vitale. Una matura immaturità. Tu invece sei attenta ad ogni millimetro quadrato che ti circonda, leggera come la polvere che si vede nel sole, capace di gestire ogni attimo, l'attimo che verrà, l'attimo degli altri, il dettaglio infinito, la conclusione. E questo è molto Franca. Esserti amico è entrare in un mondo sicuro, aperto. Ci sono persone il cui nome nel cellulare, nella mail, nella mente, ti provocano contentezza, serenità. La benedetta serenità, banale, ma necessaria, quella che ti dona un attimo di vita nel marasma infinito di questo mare che tutti dobbiamo navigare. Ti definii un raggio di sole che entra nel buio. Perchè il raggio di sole che taglia il buio delle persiane chiuse è più prezioso del sole a tutto campo. Ecco, quel raggio li. Poche persone' alla fine, ti illuminano davvero. Mi piace essere girasole, riconoscere il calore. Perchè? Non lo so. Un giorno, se hai un bel pò di tempo, ti racconto il mio mare, le onde, le burrasche, le piogge. E la mia barca che, seppure acciaccata, cerco di portare faticosamente nel porto.


DARIO A FRANCA CON AMORE!

Non so dirti in che Era fossimo: ti ho vista per la prima volta dalla barca, sul fiume. Stavi giocando nell’acqua con altre ragazze, mi sono gettato in mezzo a voi, volevo inzupparmi con te. Ma mi hanno malamente spinto fuori dal cerchio: quelle figliole erano tutte promesse. Di te mi ero innamorato, così dolce e giocosa che eri. In una grotta ho inciso la sagoma del tuo corpo mentre ti tuffi fuori dall’acqua per gioco. Ero molto triste specie il giorno che festeggiavano il tuo accoppiamento col maschio promesso. Il rito si svolgeva dentro una piccola isola nello slargo del fiume. All’istante si sono levate grida. Era una masnada dei monti di ghiaccio che scendeva a far razzia. Tutti fuggivano lanciandosi nell’acqua. Io ti ho seguita e ti ho caricato nella mia barca. Siamo stati insieme. Mai sarò tanto grato a quei selvatici arraffafemmine che ti hanno restituita a me. Abbiamo avuto figli di certo, ma non me ne ricordo, e nemmeno ricordo di quando abbiamo finito di vivere. Però ho memoria d’averti incontrata ancora, nel corpo di un’altra ragazza e in un altro tempo. Portavo abiti di tela fatta al telaio. Io tornavo da una guerra, tu eri fuggita da un paese invaso da gente d’un’altra razza. Avevi un figlio nato da poco… tu dicevi che ti ricordavo qualcuno. Io ti ho risposto che di certo noi ci si conosceva. Abbiamo vissuto insieme in quella vita e in un’altra vita ancora, finché ti ho ritrovata in quest’ultima. E qui abbiamo vissuto insieme per tanto tempo, una quantità di storie che in dieci libri non si possono ricordare.


LAVORATORIIII???? ECCO LO SCIOPERO VIRTUALE!

Nuove regole in arrivo per gli scioperi nei trasporti: indire una giornata di protesta capace di bloccare bus, treni e aerei sarà più difficile e, soprattutto, in alcuni settori sarà addirittura richiesta un'adesione individuale preventiva da parte del singolo lavoratore che intende incrociare le braccia. Il governo è infatti al lavoro su un progetto di riforma della regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi di trasporto che dovrebbe arrivare venerdì in consiglio dei ministri. E, se la bozza dello schema del ddl delega di riforma verrà confermata, sono molte le novità che arriveranno per regolamentare nel settore il diritto di sciopero, a partire dall'obbligarietà del cosiddetto sciopero virtuale. Contro la proposta è già scattata la mobilitazione di alcuni partiti e sindacati: «Mi auguro che il tentativo del governo non sia quello di impedire che il dissenso dei lavoratori possa manifestarsi» dice il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari. «Vale la pena ricordare - continua - che la legge attualmente in vigore è la più severa d'Europa. Ed è una legge osservata, visto che le contestazioni della commissione di Garanzia non vanno oltre lo 0,7% delle azioni di sciopero. Infine - chiude Solari - questo è un tema su cui dovrebbe discutere il Parlamento, non ci si può affidare ad una legge delega».

«Le nuove regole per gli scioperi nei servizi pubblici sono gravissime e inaccettabili. Si vuole portare così a compimento l'attacco al lavoro e alla democrazia alla base dell'accordo separato sulla contrattazione, si vuole distruggere l'autonomia del sindacato e la possibilità che questo ha di organizzare i lavoratori» dice Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc. Più dialogante l'atteggiamento del Pd e di alcuni sindacati come Cisl e Ugl. «Noi siamo d'accordo a trovare una mediazione tra il diritto di sciopero e le esigenze dei cittadini alla mobilità - spiega Cesare Damiano del Pd, ex ministro del Lavoro - e l'introduzione dello strumento del referendum tra i lavoratori per proclamare lo sciopero può essere un passo avanti. Quello che non ci piace è la dichiarazione preventiva di adesione allo sciopero dei lavoratori. Stiamo parlando di un diritto costituzionale, molto delicato». Infine, Damiano invita il governo ad «adottare il metodo della concertazione convocando a un tavolo le organizzazioni sindacali, e non quello dell'imposizione legislativa lesiva dell'autonomia delle parti sociali». «Il governo getta la maschera e indica una scorciatoia autoritaria per ridurre i diritti dei lavoratori, a cominciare dal diritto di sciopero», afferma Claudio Fava, segretario di Sinistra Democratica.

LO SCIOPERO VIRTUALE
Si prevede, nella bozza di legge «l'istituto dello sciopero virtuale che potrà può essere reso obbligatorio per determinate categorie professionali le quali, per le peculiarità della prestazione lavorativa e delle specifiche mansioni, determinino o possano determinare, in caso di astensione dal lavoro, la concreta impossibilità di erogare il servizio principale ed essenziale». In sostanza lo sciopero virtuale prevede che un lavoratore dichiari l'astensione dal lavoro ma in realtà presti comunque la sua attività, perdendo però la retribuzione. Questa, insieme alla somma che deve erogare l'azienda, viene poi destinata a fini sociali. In questo modo - nelle intenzioni del governo - non si danneggiano i cittadini e si fa comunque una pressione sull'azienda. La Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero aveva proposto di destinare questo denaro anche a comprare pagine di giornali per illustrare i motivi della vertenza e quindi informare l'opinione pubblica.

REFERENDUM OBBLIGATORIO
Prevista anche «la necessità di proclamazione dello sciopero da parte di organizzazioni sindacali complessivamente dotate di un grado di rappresentatività superiore al 50% dei lavoratori – continua la bozza - e della dichiarazione preventiva di adesione allo sciopero stesso da parte del singolo lavoratore almeno con riferimento a servizi o attività di particolare rilevanza».

LE MULTE
Il governo inoltre, stando alla bozza, è delegato a «rivedere e aggiornare il regime sanzionatorio, per tutti i servizi pubblici essenziali, con specifico riferimento al fenomeno degli scioperi spontanei e sulla base dei seguenti principi e criteri direttivi». La riscossione delle sanzioni individuali è affidata a Equitalia.

UN CONTROLLO "POLITICO"

Nascerebbe inoltre una Commissione per le relazioni di lavoro con il compito di «verificare l'incidenza e l'effettivo grado di partecipazione agli scioperi anche al fine di fornire al Governo, alle parti sociali e agli utenti dei servizi pubblici essenziali un periodico monitoraggio sull'andamento dei conflitti, sul loro reale impatto sui servizi essenziali e, in questa prospettiva, sulla rappresentatività degli attori sociali tale da garantire trasparenza e simmetria informativa nelle relazioni industriali». Nel valutare il grado di rappresentatività dei soggetti che proclamano lo sciopero la Commissione «utilizzerà - riporta la bozza - là dove presenti, indici e criteri elaboratori dalle parti sociali ivi compresa la certificazione all'Inps dei dati di iscrizione sindacale». La Commissione per le relazioni di lavoro, si legge ancora nella bozza, «è composta da un numero massimo di cinque membri scelti, su designazione dei Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, tra esperti di relazioni industriali e nominati con decreto del Presidente della Repubblica». Per l'esercizio delle proprie funzioni la Commissione per le Relazioni di Lavoro «si avvale, oltre che del personale oggi in capo alla Commissione di Garanzia della attuazione della legge di regolamentazione del diritto di sciopero, delle strutture centrali e periferiche del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali».

 

da L'Unità


Pomigliano d’Arco (Na) Dario Fo e Franca Rame a favore degli operai FIAT

Pomigliano d’Arco (Na) Solidarietà del premio nobel Dario Fo e di Franca Rame: “Il lavoro è un diritto. Non si può calpestare la dignità degli operai che devono vivere e non sopravvivere”
Carnevale popolare all’insegna della protesta per sostenere la vertenza degli operai della Fiat auto di Pomigliano d’Arco. In piazza la tradizionale Zeza, la maschera figlia di Pulcinella, che ha attraversato tutte le strade di Pomigliano. Al grido di “Facimme ammuine pò lavoro” è stato effettuato uno scrupoloso volantinaggio per mettere al corrente la città della drammatica situazione degli operai pomiglianesi, circa 5000, già messi in cassa integrazione da mesi”. Venerdì ci sarà una grande manifestazione a cui prenderanno parte anche gli studenti. Solidarietà da parte dei coniugi Franca Rame e di Dario Fo, premio nobel per la letteratura:”Il lavoro è un obbligo. Calpestare la dignità degli operai che hanno diritto a vivere e non a sopravvivere è un grande sacrilegio”. In piazza i cantori e gli artisti storici della tammurriata, nata all’ombra delle grandi fabbriche per dare voce alla contestazione operaia: Marcello Colasurdo, Zeza, Angelo De Falco, Pasquale Terracciano e Enzo La Gatta. Tutti insieme nel giorno di Carnevale per sensibilizzare la gente a scendere in piazza in occasione della grande manifestazione di protesta prevista per venerdì.

http://www.caserta24ore.it/24022009/pomigliano-darco-na-il-nobel-dario-fo-a-favore-degli-operai-fiat/


BERLUSCONI: DON'T CRY FOR ME ARGENTINA

L’ambasciatore italiano a Buenos Aires, Stefano Ronca, ha ricevuto Angela “Lita” Boitano e Vera Jarach, cittadine italiane madri di desaparecidos, che hanno consegnato una lettera nella quale definiscono «inaccettabili» le frasi sui “voli della morte” attribuite al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e al centro di polemiche in Argentina.

La lettera è scritta «a nome dei familiari dei desaparecidos» e firmata anche da Estela Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo. «Siamo grati allo Stato e la Giustizia italiani - afferma il testo - per i processi svoltosi negli scorsi anni contro i responsabili di questi crimini per i casi, in particolare, di alcuni cittadini italiani, ma non possiamo ammettere queste parole che ci feriscono e offendono, e che non possiamo accettare».La frase di Berlusconi sui desaparecidos e sui famigerati «voli della morte» è stata riportata dal Clarin, il giornale più diffuso di Buenos Aires, e ha creato polemiche in un Paese dove il tema degli scomparsi rimane tuttora una ferita aperta. Il ministero degli Esteri argentino ha convocato l'ambasciatore italiano per chiedere chiarimenti e manifestare la propria «preoccupazione».Da Roma, il governo di destra ha cercato di spiegare che si è trattato di un «grande equivoco», ma evidentemente non c’è riuscito, visto che in serata Palazzo Chigi è dovuto intervenire per una nuova precisazione, che nel solito stile di Berlusconi invece di scusarsi attaccava, parlando in un nota di « calunnie e attacco assolutamente ingiustificato».

A dedicare un lungo articolo alla dichiarazione di Berlusconi era stato il quotidiano Clarin, che ha a sua volta riportato quanto scritto da l'Unità su una frase detta dal premier sabato scorso, in chiusura della campagna elettorale in Sardegna. Nella dichiarazione, il premier aveva fatto un veloce riferimento ai famigerati “voli della morte” con i quali i militari dell'ultima dittatura (1976-83) gettavano nelle acque del Rio de la Plata i sequestrati ancora vivi e addormentati. «Non farò - afferma la frase incriminata a Buenos Aires - come quel dittatore argentino che faceva fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con un pallone»...- Poi «aprivano lo sportello» e siccome «c'era una bella giornata fuori» dicevano «andate un po’ fuori a giocare»: il che, aveva concluso il premier tra le risa dei presenti, «fa ridere, ma è drammatico».

da L'Unità


SONO TORNATA!

Ciao a tutti! Mi scuso per spuntare di quando in quando e non essere presento quotidianamente come un tempo sul blog. Quest’anno suoneranno i miei “80”. Non mi dispiace invecchiare avendo la possibilità di guardarmi indietro e aver poche cose di cui pentirmi. Presuntuosamente sono contenta della mia vita e del mio comportamento con il mio prossimo. A volte penso: “Avresti potuto fare di più!”. Ma poi mi tranquillizzo: “Tranquilla bimba, (si fa per dire…) è tutto OK… Va bene così. Continua… puoi fare ancora. Forza!” D’accordo. Ci sono. Ho preoccupato Dario. Ero per strada e ho avuto una strana sensazione… Come fossi il fotogramma di un film che all’improvviso si blocca per qualche secondo… poi riprende…. si riblocca… riprende. Mi sono appoggiata al muro... avevo voglia di sedermi sul gradino di Buffetti che sta sotto casa mia. Ho resistito. Non mi sembrava dignitoso. Un’anziana signora seduta su un gradino!? Ho telefonato a casa. “Mi sento strana… non sto benissimo…” Dopo un attimo arriva Giselda, una delle nostre dolci assistenti seguita da un Dario pallido e preoccupato. “Tranquilli, non ho niente… è tutto passato.” Dario telefona all’amico di tanti anni, prof. Guido Pozza. “Portala qui subito, vi aspetto in ospedale. (San Raffaele)”. Autoambulanza? Siete pazzi! Taxi. Arrivati al San Raffaele ci stava aspettando il nostro amico con altri medici. Me ne hanno fatte di tutte: Tac, risonanza magnetica, esami sangue, eccetera. Diagnosi: ischemia transitoria (ne ho avute altre). Indispensabile il ricovero. La camera è pronta. “Non mi fermo manco se mi legate!” Per tornare a casa ho dovuto firmare. Tra poco starò benissimo. Tranquilli. Sono tornata! Un bacione! franca


SONO TORNATA!

Ciao a tutti!

Mi scuso per spuntare di quando in quando e non essere presento quotidianamente come un tempo sul blog. Quest’anno suoneranno i miei “80”.
Non mi dispiace invecchiare avendo la possibilità di guardarmi indietro e aver poche cose di cui pentirmi. Presuntuosamente, sono contenta della mia vita e del mio comportamento con il mio prossimo.
A volte penso: “Avresti potuto fare di più!”.
Ma poi mi rispondo: “Tranquilla bimba, (si fa per dire…) è tutto OK… Va bene così. Continua… puoi fare ancora. Forza!”
D’accordo. Ci sono.
Ho preoccupato Dario. Ero per strada e ho avuto una strana sensazione… Come fossi il fotogramma di un film che all’improvviso si blocca per qualche secondo… poi riprende…. si riblocca… riprende.
Mi sono appoggiata al muro... avevo voglia di sedermi sul gradino di Buffetti che sta sotto casa mia.
Ho resistito. Non mi sembrava dignitoso. Un’anziana signora seduta su un gradino!?
Suona il cellulare, è Jacopo. Si preoccupa perché mi sente sottotono. Chiama Dario...
Anch'io telefono a casa. “Mi sento strana… non sto benissimo…”
Dopo un attimo arriva Giselda, una delle nostre dolci assistenti seguita da un Dario pallido e preoccupato.
“Tranquilli, non ho niente… è tutto passato.”
Dario telefona all'amico di tanti anni, prof. Guido Pozza. “Portala qui subito, vi aspetto in ospedale. (San Raffaele)”.
Autoambulanza? Siete pazzi! Taxi.
Arrivati al San Raffaele ci stava aspettando il nostro professore con altri medici.
Me ne hanno fatte di tutte: Tac, risonanza magnetica, esami sangue, eccetera…
Diagnosi: ischemia transitoria. Indispensabile il ricovero.
La camera è pronta.
“Non mi fermo manco se mi legate!”
Per tornare a casa ho dovuto firmare.
Telefoniamo a Jacopo, che stava già per venire da noi, per tranquillizzarlo.

Tra poco starò benissimo.
Tranquilli. Sono tornata!
Un bacione!
franca