UNA VITA ALL'IMPROVVISA: LE RECENSIONI

La storia della vita di Franca Rame non poteva cominciare altrimenti che con un ingresso in scena ed è proprio questa vita stracolma di esperienze che suo marito Dario, il figlio Jacopo, gli amici l’avevano ripetutamente invitata a raccontare, senza riuscire a vincere le sue resistenze. Finché un giorno Dario, aprendo il cassetto di un armadio, incappa in una grande busta di appunti. Curioso, di nascosto si fionda nella lettura e comincia la stesura di un racconto a quattro mani: storie che narrano di Franca bambina, della sua straordinaria famiglia di attori del teatro “all’Italiana”, della corriera chiamata Balorda con cui si spostavano di piazza in piazza, dell’incontro con Dario, della loro vita e del lavoro teatrale comune, del successo di pubblico e della tormentata vicenda in Rai, dell’impegno sociale e politico, con spettacoli di denuncia, delle battaglie e delle censure, dello stupro subito, fino all’impegno comesenatrice.   UNA VITA ALL'IMPROVVISA, AUTOBIOGRAFIA DI UNA GRANDE DONNA. Dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna”.
Ma
Franca Rame, cucendosi addosso questa frase che ben descrive il rapporto che la lega al marito Dario Fo (“Dario è un monumento, e ogni monumento ha un piedistallo”), preferisce sostituire “dietro” con “accanto”. Questo e molto altro emerge dalle pagine di “Una vita all'improvvisa”, autobiografia di Franca Rame pubblicata il 7 maggio per Guanda presentata al Piccolo Teatro Studio con un inedito spettacolo che solo 2 geni dell'improvvisazione e della creatività teatrale come i componenti di quest'inossidabile coppia poteva avere ancora la forza di mettere in scena, alla veneranda età di 80 anni. CONTINUA

“È ora che Franca cominci a recitare, oramai è grande”. Franca Rame aveva allora tre anni, era un soldo di cacio allegra e intelligente, e già cominciava la sua grande carriera artistica e la sua vita piena di momenti belli e brutti, di successi in palcoscenico, di sorprese, di passioni: quella che nella sua autobiografia (scritta insieme all’inseparabile Dario Fo) lei definisce “Una vita all’improvvisa”, come è il titolo del volume edito da Guanda e come “all’improvvisa” era definito il teatro che facevano i suoi familiari, attori “scavalcamontagne” da molte generazioni; un teatro che avrebbe portato lei fino a diventare senatrice della Repubblica e lui a guadagnare il Premio Nobel per la letteratura. Il libro è un lungo racconto dettato, più che scritto, che tiene conto delle scansioni teatrali, poiché è tratto dai racconti che la stessa Rame (e in parte Dario Fo) hanno fatto tante volte in palcoscenico. Come un libero gioco teatrale, la storia di Franca Rame comincia da lontano: una vita stracolma di esperienze che suo marito Dario, il figlio Jacopo, gli amici l’avevano ripetutamente invitata a raccontare, senza riuscire a vincere le sue resistenze.CONTINUA

Un libro del duo Franca Rame-Dario Fo difficilmente non entra in classifica. Si potrebbe dire: «Nobel oblige». Succede anche con «Una vita all’improvvisa»: secondo posto della Varia. Il libro racconta fatti e vicende della vita di Franca Rame e, aiutato anche da un passaggio a «Che tempo che fa», sta veleggiando egregiamente quanto a copie. Si potrebbe anche dire che alcuni passi hanno una loro verve (convince meno la scelta di una cornice forzatamente teatrale). Ma è nulla di fronte a un coro di lodi sperticate e già scritte. 

 Ma perché non hanno dato il Nobel a lei? Leggendo le prime pagine di Una vita all’improvvisa (Guanda, 317 pagg., 17,50 euro), la raccolta di memorie che Franca Rame ha affidato a Dario Fo, qui nel ruolo di «spalla», si viene precipitati in un mondo che vanta alcuni secoli di Storia. Il mondo della commedia dell’Arte, degli artisti girovaghi, delle compagnie ambulanti. Un mondo in cui i figli degli attori dormivano nelle casse dei costumi. Quando i «guitti di talento» arrivavano in un paesino, «tipo Parabiago, si affittava una casa per le famiglie, si faceva visita alle autorità, e si incontravano anche i proprietari dei teatri, fosse quello del prete o di un gestore, e via che si debuttava». Fatte le dovute differenze, nei primi capitoli del volume della Rame spira lo stesso sublime venticello che aleggia in certi villaggi del Willhelm Meister. Poi, ad un certo punto, succede qualcosa. Succede che Franca sposa Dario ed entrambi decidono di mettere in scena la lotta di classe. In realtà, accadrà il contrario: la coppia schiaccerà le dinamiche sociali sulle poche regole del teatro di improvvisazione.
Niente di più facile, Marx aveva fatto la stessa cosa. E già: è quasi un luogo comune vedere nel proletariato che trionfa sulla borghesia una versione laica della Provvidenza, che a volte subisce delle sconfitte ma alla fine vince sempre. Mentre in pochi hanno notato che il materialismo storico è anche la trasposizione, sul piano della realtà, della fiaba. Un eroe buono da una parte, un oppositore dall’altra; e poi i ruoli di contorno dell’alleato, dell’amico infido, del servo fedele. Cosa c’è di più teatrale e allo stesso tempo di più marxista?CONTINUA

È uscito il 7 maggio per Guanda, “Una vita all’improvvisa“, autobiografia di Franca Rame incoraggiata da Dario Fo. La coppia l’ha divinamente presentata da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” su Rai 3 sabato scorso, dando vita a uno show divertente e scanzonato, da rivedere enne volte sul sito della Rame per intero. Un’autobiografia nata un giorno, per caso, come ha raccontato il Nobel per la letteratura nel 1997, Dario Fo: “Cercavo delle cose che ogni tanto perdo e ogni tanto mi rubano gli amici, a casa. Quando finalmente, in un cassetto, ho trovato degli appunti: erano pagine di un discorso omogeneo che mi hanno fatto ridere come un pazzo”.

Inizia così la storia di una coppia, ma anche il racconto della storia dell’arte del teatro, che non passa per un refuso (come verrebbe da pensare) del titolo. Infatti quando diciamo all’improvviso sbagliamo: è scorretto rispetto all’origine del vocabolo, che “vuol dire andare oltre al canovaccio che serve come indicazione. Naturalmente è una disciplina straordinaria; per arrivare a recitare all’improvvisa si adoperano modi, sviluppi e giochi che hai nella memoria”, ha sottolineato Fo. CONTINUA

 

 


STAMPA INTERNAZIONALE E FINANCIAL TIME OGGI: BERLUSCONI PERICOLOSO PER L'ITALIA E CATTIVO ESEMPIO PER TUTTI

Un editoriale del quotidiano britannico mette in risalto il rischio che i contenuti seri della politica vengano sostituiti con l'entertainment. Critiche al presidente del Consiglio anche dall'Indipendent, dalla stampa francese e da El Pais. Berlusconi «è un pericolo, in primo luogo per l'Italia, e un esempio malefico per tutti». Lo scrive oggi il Financial Times in un editoriale dal titolo «L'influenza funesta degli amici Burleschi», un calembour che gioca sull'assonanza tra Berlusconi e l'aggettivo «burlesco». «Il fascismo non è il futuro probabile dell'Italia», scrive il quotidiano britannico. «Chiaramente Berlusconi non è Mussolini: ha squadre di starlette, non di camicie nere».
Ma il vero pericolo sta altrove, secondo il Financial Times. In quindici anni di carriera politica Berlusconi ha spostato a destra l'opinione pubblica e lo ha fatto non con rozza propaganda ma concentrandosi su lustrini e ragazze e con una retorica «iperbolica» che vede tutta l'opposizione come comunista e se stesso come una vittima. Di fronte alle «difficili domande sulla sua relazione con la teenager che vuole fare la starlette», se l'è presa con La Repubblica, «il giornale più ostinato» nel porre le domande al premier, «ha lanciato velate minacce tramite un suo associato e ha cercato di invalidare le domande in quanto viziate politicamente ». Ha mostrato la stessa «belligeranza» verso «i magistrati che lo hanno giudicato corruttore dell'avvocato inglese David Mills». E insoddisfatto di un Parlamento che gli ha dato l'immunità, lo ha definito «inutile» e ha detto che dovrebbe essere ridotto a 100 deputat, «mentre i suoi poteri aumenterebbero».
«Il pericolo di Berlusconi è di tipo diverso da quello di Mussolini», continua il quotidiano britannico, «è quello dei media che rendono fatui i contenuti seri della politica e li sostituiscono con l'entertainment. È quello di una spietata demonizzazione dei nemici e il rifiuto di garantire basi indipendenti ai poteri in competizione. È mettere una fortuna al servizio della creazione di un'immagine grandiosa, composta da affermazioni di successi senza fine e sostegno popolare». Conclude il Financial Times: «Che egli sia così dominante è anche in parte colpa di una sinistra esitante, di istituzioni deboli e a volte politicizzate, di un giornalismo che troppo spesso ha accettato un ruolo subalterno. Ma soprattutto la colpa è di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non un fascista, ma un pericolo in primo luogo per l'Italia e un esempio malefico per tutti».


IL GIORNALE: "UNA VITA ALL'IMPROVVISA" AL SECONDO POSTO DELLA VARIA

Da Il Giornale:"Un libro del duo Franca Rame-Dario Fo difficilmente non entra in classifica.
Si potrebbe dire: «Nobel oblige». Succede anche con «Una vita all’improvvisa»:
secondo posto della Varia.
Il libro racconta fatti e vicende della vita di Franca Rame e,
aiutato anche da un passaggio a «Che tempo che fa»,
sta veleggiando egregiamente quanto a copie.
Si potrebbe anche dire che alcuni passi hanno una loro verve
(convince meno la scelta di una cornice forzatamente teatrale).
Ma è nulla di fronte a un coro di lodi sperticate e già scritte. "


SILVIO SHOW 2: SGAMATO MENTRE FINGE DI ASCIUGARSI E NASCONDE TAMPONE CON FONDOTINTA!

ALL'INTERNO SEQUENZA FOTOGRAFICA! Silvio Berlusconi si sà, vuole dare sempre il meglio di sè nelle sue apparizioni pubbliche: cultore dell'aspetto fisico e del mito dell'eterna giovinezza, il nostro caro premier non si è mai risparmiato lifting, RINFOLTIMENTO DEI CAPELLI  e tacchetti nascosti per guadagnare qualche centimetro; figuriamoci se poteva farsi mancare il correttore di imperfezioni cutanee per eccellenza: IL FONDOTINTA. L'acutissima fotografa dell'Ap, Alessandra Tarantino, ha infatti 'pizzicato' Silvio Berlusconi intento a rifarsi il TRUCCO prima dell'intervento alla consueta assemblea della Confindustria. Per cercare di camuffare il dischetto del make-up e non farsi notare dai suoi colleghi, il Presidente del Consiglio lo ha appositamente nascosto dietro il classico fazzoletto bianco per asciugare il sudore, ma purtroppo per lui a nulla è servito. E pensare che le donne per ritoccarsi il MAQUILLAGE ogni volta che si trovano in locali pubblici, vanno nella toilette... Meno male che c'é Silvio ad insegnarci questi ingegnosi trucchetti! A triste o piacevole conferma, dipende dai punti di vista, che ormai la vanità non è più una qualità squisitamente femminile.

 

 

 

 

 

 

 

 

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http://gossip.excite.it/foto/20116/Berlusconi-il-trucco-ce-ma-non-si-vede/2/berlusconi-fazzoletto-05


SILVIO SHOW: IN ARRIVO NUOVA LEGGE AD PERSONAM

Caso Mills, Berlusconi ci ripensa
Non andrà a riferire in Parlamento

Nuovi ddl per regolare il processo. L'Idv: un altro Lodo Alfano

...Al Senato si procede su un altro ddl firmato da Alfano, quello che modifica il processo penale. Ddl molto articolato. Anche qui, una corsa contro il tempo. Sennonché il senatore Luigi Li Gotti, dipietrista, solleva un caso di prima grandezza: «È in arrivo - dice - una nuova legge “ad personam”. Silvio Berlusconi, grazie al Lodo Alfano, si è assicurato la non processabilità. Ma non si accontenta».
Li Gotti sostiene che tra le pieghe del ddl Alfano c’è un’intrigante modifica all’articolo 238-bis della procedura penale. In sintesi: con le regole attuali, una sentenza passata per i tre gradi di giudizio può essere utilizzata in un diverso processo. Con le modifiche proposte dal governo, ciò sarebbe possibile solo nei processi per mafia e terrorismo. «In questo modo - dice ancora Li Gotti - il premier vuole scongiurare la possibilità che nel suo processo, quando verrà portato in giudizio, venga utilizzata, quale prova dei fatti, la sentenza Mills». Conferma, sia pure con cautela, il senatore Felice Casson, Pd: «Oggi Berlusconi è protetto dal Lodo Alfano. Tra quattro anni, quando per lui il processo riprenderà, una sentenza definitiva sul caso Mills potrebbe essere molto imbarazzante. In questo senso, la modifica della legge ha un valore “ad personam”».


MILLS CONDANNATO A 4 ANNI E 6 MESI: FU CORROTTO DA FININVEST. E BERLUSCONI?

Di Pietro: "In un paese normale il premier si sarebbe già dimesso". Forza Italia: "Giustizia politica". Il Tribunale di Milano ha condannato l'avvocato per un bonifico di 600mila dollari
La tesi dei pm, accolta dalla corte, è che servirono a evitare due condanne a Berlusconi. 
L'avvocato inglese David Mills è stato condannato a quattro anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari dal Tribunale di Milano. Il legale nel luglio del 2004 aveva raccontato ai pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo di aver ricevuto 600mila dollari dal gruppo Fininvest per dire il falso nei processi in cui era coinvolto Silvio Berlusconi.
Successivamente, nel corso del dibattimento, Mills aveva poi parzialmente ritrattato quella versione cercando di discolpare il presidente del Consiglio. Il premier era in un primo momento imputato insieme all'avvocato, ma la sua posizione è stata stralciata in seguito all'approvazione del "Lodo Alfano" sull'impunità delle massime cariche dello Stato da parte del Parlamento, norma attualmente al vaglio della Corte Costituzionale. Mills è stato condannato a risarcire anche 250 mila euro alla parte civile Presidenza del Consiglio (paradossalmente al suo coimputato). I giudici hanno inoltre disposto la trasmissione degli atti alla Procura perché valuti la testimonianza di Benjamin Marrache, uno dei testimoni nel processo. Anche se Berlusconi è al momento fuori dal processo, la sentenza di oggi getta comunque un'ombra pesante anche sul suo comportamento. Secondo il Tribunale, i 600mila dollari bonificati a Mills dalla Fininvest del '98 sono serviti infatti a corrompere il legale inglese per testimoniare il falso - così come sostenuto dalla Pubblica accusa - in due processi che vedevano imputato l'attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (tangenti alla Guardia di finanza e All Iberian). "In un Paese normale - ha denunciato Antonio Di Pietro - il presidente del Consiglio avrebbe già rassegnato le sue dimissioni". "Se Mills è stato condannato in quanto 'corrotto' - prosegue il leader dell'Idv - significa che abbiamo un corrotto, ma anche un corruttore. Ma si sa come vanno le cose in Italia rispetto agli altri paesi occidentali: in America, Obama ha mandato via i ministri che avevano avuto problemi con il fisco; in Italia, se corrompi un testimone, vai a fare il presidente del Consiglio".

Forza Italia accusa invece i giudici milanesi di aver pronunciato una sentenza "scontata, politica e a orologeria". Commentando la condanna, la difesa dell'avvocato Mills ha lamentato che la presenza di Silvio Berlusconi come coimputato nel processo milanese ha impedito al collegio di giudici presieduto da Nicoletta Gandus un'attenta valutazione dei fatti. "E' un processo - ha commentato polemicamente l'avvocato Federico Cecconi - che senza l'ombra dell'altro soggetto coimputato sarebbe stato esaminato in modo più sereno". L'imputato ha limitato invece a definirsi "molto deluso".

Repubblica 19 maggio 2009


QUANDO ORIANA FALLACI DIFENDEVA I PALESTINESI DAI PICCOLI ORRORI ISRAELIANI

Oriana muore lo stesso giorno della ricorrenza del genocidio di Sabra e Chatila in Libano, dove con la compiacenza israeliana, vennero ammazzati circa 1500 palestinesi in poche ore.

A qualcuno piace sottolineare la coincidenza: "Vedete, Oriana Fallaci viene seppellita mentre il Papa che lei ammirava porge le sue scuse al mondo islamico". Io preferisco ricordarla, nel giorno dei suoi funerali, con un'altra coincidenza, il cui ricordo verrà perpetrato ancora più a lungo del suo. In questi giorni infatti, si è consumata la strage di Sabra e Chatila. Come da tradizione quindi, su questo blog si propone la testimonianza di Oriana Fallaci - oggi ricordata per la sua islamofobia e la sua "lotta all'antisemitismo" - sulla strage in questione. Una testimonianza che risale a 23 anni fa, tratta dal suo libro "Insciallah".
“Erano piombati alle nove d’un mercoledì sera, i falangisti di papà Gemayel…E con la complicità degli israeliani, sempre lieti di soddisfare la loro inesauribile sete di vendetta, avevano circondato i due quartieri per bloccarne ogni via d’uscita. Una manovra cosi’ veloce, perfetta, che pochi avevano avuto il tempo di nascondersi o tentare la fuga.

Poi, fieri della loro fede in Gesù Cristo e in San Marone e nella Madonna, protetti dai figli d’Abramo che gli illuminavan la strada coi riflettori, erano irrotti nelle case.

S’erano messi ad ammazzare I disgraziati che a quell’ora cenavano o guardavano la televisione o dormivano.

Avevano continuato tutta la notte.

E tutto il giorno seguente.

E tutta la notte seguente, fino a venerdi mattina.

Trentasei ore filate.

Senza stancarsi, senza fermarsi, senza che nessuno gli dicesse basta. Nessuno.

Nè gli israeliani, ovvio, nè gli sciiti che abitavano negli edifici attigui e che dalle finestre vedevano bene l’obbrobrio.

E fortunati gli uomini uccisi subito a raffiche di mitra o colpi di baionetta, fortunati i vecchi sgozzati nel letto per risparmiare le munizioni.



Le donne, prima di fucilarle o sgozzarle, le avevano violentate. Sodomizzate.

I loro corpi, zangole per dieci o venti stupratori per volta.



I loro neonati, bersagli per il tirassegno all’arma bianca o da fuoco: intramontabile sport nel quale gli uomini, che si ritengono superiori alle bestie, hanno sempre eccelso e che da qualche secolo viene chiamato strage-di-Erode.



Un ragazzo ferito era riuscito a scappare malgrado il blocco delle vie d’uscita e a rifugiarsi nel piccolo ospedale che tre medici svedesi gestivano di fronte a Shatila.

Ma I soldati di Erode lo avevan raggiunto e liquidato mentre giaceva sul tavolo operatorio. Spintone al chirurgo che estrae la pallottola, revolverata alla tempia dell’infermiera palestinese che cerca di opporsi e via.




All’alba di venerdi, stanchi di dargli la caccia e ammazzarli uno a uno , avevano minato le case nelle cui cantine s’erano nascosti i superstiti. Quasi tutte case di Chatila.



Poi avevano lasciato il quartiere cantando spavalde canzoni di guerra e lasciandosi dietro un carnaio da film dell’orrore. Bambini di due o tre anni che ciondolavano dalle travi delle case esplose come polli spennati e appesi ai ganci di una macelleria.



Neonati spiaccicati o tagliati in due, mamme intirizzite nell’inutile gesto di ripararli.



Cadaveri seminudi di donne coi polsi legati e le natiche sozze di sperma e di sterco.

Cataste di uomini fucilati e coperti di topi che gli mangiavano il naso, gli occhi, gli orecchi.

Intere famiglie riverse sulle tavole apparecchiate,

vecchi sgozzati nei letti rossi di sangue rappreso,

e un fetore insopportabile.

Il fetore della decomposizione accelerato dal caldo greve di settembre. Cinquecento morti, s’era detto all’inizio.

Ma presto i cinquecento erano diventati seicento, i seicento erano diventati settecento, i settecento erano diventati ottocento, novecento, mille. C’erano voluti due bulldozer per scavare la fossa comune, quasi un giorno per buttarceli tutti…”



Oriana Fallaci


RILIEVI IPR: Giù la fiducia in Berlusconi, Maroni e Governo. Continua crescita IdV

Ad un anno dalla nascita del governo, cala la fiducia nel premier e nell'esecutivo nel suo complesso. Inoltre Roberto Maroni, finora leader incontrastato della classifica dei ministri, perde il suo primo posto. Quanto ai partiti, a fronte di una stabile fiducia nelle forze di maggioranza, salgono nella considerazione degli italiani tutti i partiti d'opposizione. E' quanto si evince dalla consueta rilevazione mensile dell'Ipr Marketing per Repubblica.it.



BERLUSCONI - Il premier, nella rilevazione di maggio, ottiene la fiducia del 53% degli intervistati, con un calo di 3 punti percentuali rispetto ad aprile: Berlusconi torna quindi a registrare la stessa percentuale di fiducia del maggio 2008, quando giurò nelle mani del capo dello Stato. Aumenta, al contempo, la quota degli italiani che hanno poca o nessuna fiducia nel presidente del Consiglio: sale al 46% dal 42% di aprile, con un aumento del 4%. I senza opinione scendono, quindi, di un punto passando dal 2 all'1%.

IL GOVERNO - La fiducia nell'esecutivo, nel suo complesso, cala di 2 punti percentuali, passando dal 46% di aprile al 44% di maggio. Speculare la crescita percentuale di coloro che hanno poca o nessuna fiducia nel governo, che passa dal 50 al 52%.



I MINISTRI - Maroni lascia la testa della classifica dopo molti mesi di primato in solitario, passando dal 63% di fiducia di aprile al 60% di maggio. A conquistare il primato sono Angelino Alfano, titolare del dicastero della Giustizia, con il 63% e, con una analoga lieve crescita (+1%), il Ministro Sacconi (Welfare). Alle loro spalle il Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: nell'ultimo mese aumenta di 3 punti e torna, con il 58% ad avvicinare la vetta. Si fa notare il progresso del titolare delle Pari Opportunità, Mara Carfagna che, con un incremento del 2%, arriva al 49%, suo miglior risultato assoluto. Il neo nominato ministro per il Turismo, Michela Brambilla, esordisce con il 36%, terzultima. Dietro di lei restano stabilmente Gianfranco Rotondi (Attuazione del programma) con il 35% e Elio Vito (Rapporti con il Parlamento) con il 31%.



I PARTITI. La fiducia nelle forze politiche vede variazioni solo sul fronte dell'opposizione, in crescita. In cima resta il Popolo della Libertà, che gode della fiducia del 50% degli intervistati, senza variazioni rispetto ad aprile.



Stabile al secondo posto anche l'Italia dei Valori, ma il partito di Di Pietro sale di ben 4 punti nella considerazione degli italiani, passando dal 37 al 41%.



Al terzo posto c'é l'Udc, che passa dal 33 al 34%. Quarto il Partito democratico, che sale di due punti, dal 31 al 33%.



In coda, e senza alcuna variazione percentuale, c'é la Lega Nord, che resta al 29%.



Il sondaggio è stato effettuato dall'Istituto IPR Marketing, diretto da Antonio Noto, per conto di Repubblica.it, intervistando, con il proprio sistema esclusivo Tempo Reale, tra l'11 ed il 12 maggio, un campione di 1.000 italiani rappresentativo per età, sesso ed area di residenza della popolazione maggiorenne residente.


[VIDEO] FRANCA RAME: "IL PAPA E LA STREGA"

Dall'opera " Il Papa e la Strega" una splendida Franca Rame nelle vesti di suora e Dario Fo in quelle del Papa polacco . Imperdibile...

 
il DVD completo dell'opera è su commercioetico.it
 
i video sul canale Youtube FrancaRameVideo
Anno: 

6 MAGGIO 2009: SU L'UNITA' SETTE PAGINE SU FRANCA RAME E DARIO FO

Una vita insieme che diventa un libro. Franca Rame e Dario Fo, una «coppia reale» della nostra scena e non solo raccontata in un libro “Una vita all’improvvisa” che Guanda manderà in libreria giovedì. Un libro dove si racconta di loro attraverso gli occhi di Franca, i disegni di Dario, le parole di lei e di lui: gioie, dolori, battaglie culturali e politiche, il senso vero e profondo di una storia di vita e di teatro che dura da 55 anni. Domani (6  maggio 2009) in edicola con l'Unità in esclusiva uno speciale di 7 pagine con i disegni di Dario Fo e una chiacchierata di Maria Grazia Gregori con Franca Rame e il premio Nobel.


INDECENTE DELL'UTRI: "MUSSOLINI FU UN BUONO!". MA SMETTILA DI OFFENDERE LE VITTIME DEL FASCISMO!

[...]Benito Mussolini non fu "un dittatore spietato e sanguinario", perse la guerra perchè fu "troppo buono", fu "blando" sulle leggi razziali e, infine, i repubblichini furono "i partigiani di destra", perché lottarono per un ideale. Sono alcune delle dichiarazioni del senatore del Pdl Marcello dell'Utri, intervistato da Klaus Davi per il programma Klauscondicio.
Dichiarazioni che hanno suscitato reazioni sdegnate da parte di diversi esponenti politici: "Marcello Dell'Utri getta la maschera, dicendo che Mussolini non era poi tanto male e che le veline sono meglio delle giornaliste Rai", dichiara Roberto Cuillo, della Direzione del Partito Democratico. "E' la conferma della giustezza delle parole del segretario del PD, Dario Franceschini: con Berlusconi il nostro Paese è a rischio. Ed è ora, per tutti, di rompere il silenzio e gridarlo con forza".  "Passate le convenienze del 25 aprile, la continuità fascistoide della destra nostra con il Ventennio fascista torna fuori chiaramente nelle parole di Marcello Dell'Utri, ideologo della Pdl e intimo del premier", dice Paolo Ferrero, segretario del Prc. "Questa storia della buona fede di quelli di Salò la trovo una furbizia ed anche di cattivo gusto, nella migliore delle ipotesi una banalità. Chi faceva quelle cose non era obbligato da nessuno", ha replicato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti.

 

Mentre il senatore dell'Italia dei Valori Pancho Pardi accusa Dell'Utri di aver "recuperato le più bieche banalità del revisionismo storico filofascista". Per Vincenzo Vita, senatore del Pd e membro
della commissione di Vigilanza Rai, quella di Dell'Utri "è una pura provocazione che non merita neppure commenti. Ciò che dice è augurabile possa e debba essere smentito da chi ha responsabilità politiche nel suo partito".

E Roberto Rao, capogruppo Udc in commissione di Vigilanza Rai, sostiene che "L'onorevole Dell'Utri va apprezzato, ma solo per la sua sincerità: è la seconda volta che si fa intervistare da Klaus Davi e persevera nel rilasciare dichiarazioni sconcertanti".

Dell'Utri nell'intervista a Klaus Davi ha anche ipotizzato l'"occupazione" della Rai: "Occupare la Rai? Perché no, - ha detto, rispondendo a una domanda - ma naturalmente speriamo di non doverla occupare. La tv di Stato ha grandi professionalità, ma un po' ha ragione Gasparri: è ancora in mano alla sinistra".

"Che l'idea vi fosse venuta, francamente, un po' ce n'eravamo accorti. - ha replicato ironicamente il vicesegretario dell'Usigrai Daniele Cerrato -. Occupare la Rai è sicuramente in cima ai pensieri di tutti quelli che hanno un malinteso senso dello Stato, del Servizio Pubblico radiotelevisivo e hanno solo presente la propria appartenenza a questo o quello schieramento". [Repubblica]

Marcello, la smetta di offendere le innumerevoli vittime del fascismo, da Matteotti a Gramsci in primis. Tenga i suoi deliri infamanti per se o per la sua cricca di amici a lei simili!


NON PERDETEVI UNA SOLA PAROLA: IL CALVARIO DI UNA BIMBA VIOLENTATA A 14 ANNI...

Gentile Signora Rame,

Mi rivolgo a Lei, perché forse può capire cosa ha passato e cosa sta passando mia figlia …. e di conseguenza io, come donna, ma soprattutto come mamma.
Mi farebbe piacere se potesse leggere questo nostro "Calvario":

05 dicembre 2008
Mia figlia … di 14 anni (dopo aver deciso di "marinare" la scuola con altri tre compagni) viene stuprata a … da tre ragazzi, rispettivamente di 15, 16 e 17 anni.

07 gennaio 2009
… si confida con la sorella maggiore …. (di 20 anni). Proprio lei la convince a dire tutto anche a noi genitori (siamo separati dal 1997).

12 gennaio 2009
Mia figlia confida tutto anche a noi genitori. Decidiamo così di portarla immediatamente al Pronto Soccorso dell'Ospedale …, dove è sottoposta ad analisi ed accertamenti vari per 7 ore. Tutti gli esami dovranno essere ripetuti ad aprile ed a luglio. Veniamo contattati immediatamente dalla Polizia.

13 gennaio 2009
Abbiamo sporto regolare denuncia presso la Squadra Mobile di …..

19 gennaio 2009 I 3 "testimoni" ed i 3 ragazzi "indagati" sono sentiti dalla Squadra Mobile di ….

29 gennaio 2009 Arriva a casa una raccomandata da parte del Pubblico Ministero - dott. … - Informazione di garanzia e sul diritto di difesa. La "condanna" per i tre stupratori è di passare un periodo da 3 a 6 mesi presso una comunità.

3 - 7 febbraio 2009 Giornali pieni d’articoli di cronaca su stampa locale, nazionale e vari TG.

5 febbraio 2009 Incontro con la dirigente scolastica dott.ssa … e coordinatrice di classe, Prof. …. del Liceo … di … per stabilire la linea da seguire e per dare l'aiuto allo studio a mia figlia.

7 febbraio 2009 Intervento della Squadra Mobile presso il Liceo … per allontanare giornalisti "curiosi" ed "impertinenti".

13 febbraio 2009 Primo incontro con la psicologa dott.ssa …. (io assieme a mia figlia).

???????? Riesame da parte del GIP dott…. in data sconosciuta e senza nessuna comunicazione scritta a noi, parte lesa.

17 febbraio 2009 Dopo soli 17 giorni i 3 ragazzi escono dalla comunità e gli sono concessi gli arresti domiciliari con diritto allo studio (uno dei tre ragazzi, quello di 17 anni, che sarebbe dovuto restare in comunità per 6 mesi, frequenta lo stesso liceo di mia figlia).

18 febbraio 2009 Scrivo un’e-mail all’On. Mussolini Alessandra, con riferimento ad una trasmissione sulla "castrazione chimica" e "NO agli arresti domiciliari".

Scrivo un’e-mail al "noto" psicologo Crepet Paolo, con riferimento ad un suo articolo apparso sul giornale dal titolo: "PRIMA BISOGNA TUTELARE LA VITTIMA".

19 febbraio 2009 Sono contattata telefonicamente dall’On. Mussolini Alessandra che mi suggerisce di mettermi in contatto con il suo legale, Avv. Cardiello Franco.

Mi risponde lo psicologo Crepet Paolo - sempre via e-mail - con testuali sue parole: "Cara Signora, sono assolutamente solidale con lei e con sua figlia, quel che potevo fare l'ho fatto, speriamo bene".

20 febbraio 2009 Mi metto in contatto con il Centro Antiviolenza di … per fissare un appuntamento.

Secondo incontro con la psicologa dott.ssa … (questa volta solo mia figlia).

21 febbraio 2009 Sono contattata telefonicamente dal Maresciallo … del Tribunale dei Minori per ritirare una lettera urgente riguardante l'incontro di giovedì 26 febbraio 2009.

23 febbraio 2009 Appuntamento presso uno studio legale di … - Avv. …, la quale sostiene, che la "parte lesa" non ha bisogno di un legale.

24 febbraio 2009 Sono contattata dai Servizi Sociali Territoriali, Signora … (anche lei aveva ricevuto la lettera dal Tribunale dei Minori).

25 febbraio 2009 Appuntamento, assieme a mia figlia Giulia, dall’Assistente Sociale Territoriale, per fare conoscenza. Ci spiega molte cose a livello sociale e ci comunica l'intenzione di accompagnarci all'incontro di giovedì 26 febbraio 2009.

26 febbraio 2009 Ordinanza d’ammissione d’incidente probatorio, in una residenza protetta, con il GIP dott. …. Sono sentiti, per prima mia figlia e in seguito i 3 testimoni, con il sostegno della psicologa dott.ssa … Roberta, messa a disposizione dal Tribunale dei Minori.

27 febbraio 2009 Terzo incontro con la psicologa dott.ssa … (solo mia figlia).

2 marzo 2009 Contatto l'avv. …, il quale mi suggerisce di chiamare il Tribunale dei Minori per richiedere copie degli atti.

Telefono al Tribunale dei Minori (Maresciallo …) e mi risponde che le indagini sono in corso e non possono rilasciare alcun atto. Lui mi da un altro numero di telefono, quello della Segreteria Penale.

Mi reco al Centro Antiviolenza di … dove sono ascoltata dalla titolare, la quale mi suggerisce un altro nome di un legale di … . Mi fa però capire, che i soldi che andremmo a spendere, sarebbero spesi meglio per un viaggio con le mie figlie.

3 marzo 2009 Invio per posta all'avv. … le UNICHE due lettere in mio possesso. (Quelle citate sopra, del 29 gennaio e del 21 febbraio).

6 marzo 2009 Quarto incontro con la psicologa dott.ssa … (solo mia figlia).

11 marzo 2009 Appuntamento telefonico con l'avv. …, che risulta essere molto inconcludente. Lui afferma che al momento non può fare niente, perché le indagini sono ancora in corso e che la sua consulenza costerebbe parecchio, vista la distanza tra … a …..

12 marzo 2009 Contatto per la seconda volta il Tribunale dei Minori (la Segreteria Penale) e mi dicono la stessa frase: "Le indagini sono ancora in corso e deve attendere". Qui mi danno un altro numero di telefono, quello del cancelliere … .

Ricontatto l'On. Mussolini Alessandra (via e-mail) - per ringraziarla, ma anche per affermarle che il suo avvocato è stato molto evasivo e sui generis - A TUTTO OGGI NON HO RICEVUTO RISPOSTA.

13 marzo 2009
I tre ragazzi "indagati" vanno regolarmente a scuola e circolano liberamente per la città di ….

19 marzo 2009 Quinto incontro con la psicologa dott.ssa … (solo mia figlia).

23 marzo 2009 Contatto per la terza volta il Tribunale dei Minori dove finalmente mi risponde il cancelliere … e mi spiega che le indagini potrebbero andare avanti fino a luglio 2009, ma di contattarla di tanto in tanto.

Sesto incontro con la psicologa dott.ssa … (solo mia figlia).

24 marzo 2009 Scrivo un’e-mail all'On. Mara Carfagna - Pari opportunità - riguardo ad un articolo sulla "scarcerazione facile" e sulla "tutela delle persone che subiscono violenza". A TUTTO OGGI NON HO RICEVUTO RISPOSTA.

30 marzo 2009 Settimo incontro dalla psicologa dott.ssa … (solo mia figlia).

31 marzo 2009 Ho inviato una lunga e-mail alla Fondazione PANGEA. A TUTTO OGGI NON HO RICEVUTO RISPOSTA.

2 aprile 2009 Scrivo un'e-mail all'On. Donato Mosella riguardo ad un suo articolo, che dice:
"Chiediamo al ministro della Giustizia e dell'Interno di valutare se non sia il caso di aprire un'inchiesta su chi ha somministrato a minori di sedici anni bevande alcoliche, di giorno e in orario scolastico". A TUTTO OGGI NON HO RICEVUTO RISPOSTA.

3 aprile 2009 Incontro a scuola con vari Professori e coordinatrice di classe per valutare l'andamento scolastico carente di mia figlia.

6 aprile 2009 Contatto per la quarta volta il Tribunale dei Minori - cancelliere … - e mi dice che tutto è fermo.

Settimo incontro con la psicologa dott.ssa … (solo mia figlia).

Termino nel dire, che mi sento come un pugile nel ring che ha incassato molte sconfitte, con la testa dolorante e piena di ferite, seduta nell'angolino ad aspettare il prossimo incontro di box.
Avverto un forte senso di sconforto ed un incolmabile vuoto attorno a me, le voci del mondo esterno mi sembrano ovattate, ma dentro di me, tanta rabbia in corpo e pronta ad affrontare tutte le future battaglie per dare una tanta attesa giustizia a mia figlia Giulia.

Cordiali saluti.

Il giorno 21 aprile 2009 13.37, Franca Rame ha scritto:
Cara Nadja
ho letto con i brividi nel cuore, quanto è successo a Giulia. E’ così che capita sempre: molta indifferenza per una grande offesa, un grande dolore e tanta umiliazione.
Mi occupo da anni... tanti... di questa tragedia che molte donne subiscono, che quasi sempre rimane impunita.
Tribunali composti da uomini che... difendono di fatto gli stupratori.

Vorrei pubblicare, se lei è d’accordo, la sua lettera sul mio blog e lanciare una campagna contro LE AUTORITA’ CHIACCHIERONE, che alla fine non muovono un dito.

SONO CERTA CHE LA SUA STORIA COINVOLGERA’ DONNE E UOMINI.
ASPETTO UNA RISPOSTA.
Che ne pensa?
Un grande abbraccio a Giulia... nessuno più di me sa quello che ha passato.
Coraggio mamma Nadja!
Le sono molto vicina.
franca


GIORGIO BOCCA: I GIORNI PEGGIORI

La retorica e la mediocrità piccolo borghese restano e rinascono. Il ritorno dilagante delle menzogne sta oscurando il cielo



I fascisti c'erano all'incoronazione del Cavaliere, gli squadristi eterni e i reduci di Salò, ma chi conosce l'Italia prefascista ha ritrovato la piccola borghesia padronale e ambiziosa che rotea gli occhi e gonfia le gote quando canta la strofa dell'inno nazionale 'che schiava di Roma Iddio la creò' sciaguratamente adottato dai costituenti democratici.



L'Italia (ma potremmo dire l'Europa sciovinista e 'über alles') che pensavamo, speravamo di esserci lasciata alle spalle dopo il massacro dell'ultima guerra mondiale. E invece eccoli lì come usciti da una vecchia fotografia del 'secolo breve', felici e trionfanti attorno al nuovo ducetto: come un mazzo di fiori, con le camicette bianche sull'impetuoso seno, le donne- ministro, la Carfagna e la Meloni, le gallinelle del padrone, a memoria di privilegi maschili antichi.



Poi, come in una foto scolastica, tutti i nuovi gerarchi e gerarchetti, la faccina protesa verso il capo. E ancora. Grazie alla televisione che tutto vede, i giovani entusiasti, uomini e donne, finalmente anche per loro nati e cresciuti nella grigia democrazia un capo, un superuomo, un duce.



Ecco la ragione per cui questi sono a nostro parere i giorni peggiori della nostra vita, quelli per cui possiamo mestamente pensare di averla vissuta invano. Questo ineluttabile slittamento verso il passato, questa terribile delusione: il tempo passa, i troni e le dominazioni cadono, i ladri e i malvagi muoiono come tutti, ma la retorica e la mediocrità piccolo borghese restano e rinascono. Il ritorno dilagante delle retoriche, delle menzogne sta oscurando il cielo.



Più di tutte insopportabile e affliggente la retorica del 'popolo della libertà', un nome impudicamente rivendicato dalla nuova razza padrona. Diciamo impudicamente perché se c'è un paese al mondo dove la libertà è un bene raro e misterioso, un regalo talmente prezioso che a volte facendone uso ci sembra di sfiorare l'eresia, è il nostro.





Sentimmo il desiderio di libertà negli anni della dittatura morente e poi ne parlammo molto, concitatamente, nei giorni della guerra di liberazione. Noi liberalsocialisti eravamo per la libertà totale, pura e ingenua, i vecchi combattenti comunisti ci mettevano in guardia: libertà, sì, ma che sia anche libertà dal bisogno. E i costituenti non poterono ignorarlo (ecco ciò che il Cavaliere definisce influenze bolsceviche), fondarono la Repubblica sulla libertà e anche sul lavoro.



Poi per oltre mezzo secolo abbiamo cercato di capire, di sopravvivere, di avanzare nella giungla degli appetiti umani dominanti, nella lotta continua, quotidiana per affrontare il disonesto e il corruttore, e, in primis, di riconoscerlo dietro le menzogne e le propagande. Di nuovo, ancora convinti dalle esperienze quotidiane che la libertà è una distinzione umana ma non gratuita, non regalata ma conquistata e conservata con quotidiana fatica, con quotidiano impegno personale, al di fuori delle belle parole che applicate a una realtà indecente, indecenti appaiono.



C'è da chiedersi come 'l'animale politico' Mussolini, uomo non sprovvisto d'intelligenza politica, abbia potuto pensare di cambiare gli italiani con il profluvio di retorica nazionalista, ma evidentemente questo tipo di errore è inevitabile, se oggi l'abile affarista che ci ritroviamo a capo del governo crede di sostituire la patria e l'impero con la libertà, anzi, le libertà, perché lui è abituato a far le cose in grande, e a presentarle come in un supermercato.



(24 aprile 2009)

Espresso


25 APRILE 2009

Ciao a tutti!
Ci stiamo preparando per andare alla manifestazione  del 25 aprile, come ogni anno. Siamo gioiosi, felici di trovarci tra la gente… tante compagne e compagni che gridano il nostro nome, ci abbracciano, ci fanno festa. Che bellezza! 
Vorrei che fosse tutti i giorni il 25 aprile.
Ho bisogno di stare tra le persone. Di parlare… 
Farete fatica a crederci ma è dal 2006  (SENATO) che parlo pochissimo. Le cose essenziali. Sto perdendo le parole… Giuro.
L’altro ieri ho detto a Dario, scherzando: “Se venissero a dirti, - maestro, le esequie della sua signora sono alle 16 - sono certa che senza alzare gli occhi risponderesti: Spostatele per favore alle 19… devo terminare quest’articolo…”.
Sì è anche offeso… Lui non si rende conto, ma è proprio così. Certe volte entro nel suo studio, mi fermo in piedi davanti al tavolo. Lui sta scrivendo, Giselda, Michela o Carlotta  (le sue sante assistenti) battono al computer… con lui che le incalza inesorabile… “Vai, Vai… Vai”.
E’ talmente dentro a quello che fa, che non mi vede… dopo un po’ mi rischiaro la voce. Mi guarda felice con un sorriso tutto per me… “Cara…” Gli vado vicino, gli do un bacio sulla testa e gli voglio un gran bene.
Dario lavora tutto il giorno. Intensamente.
Il guaio è che in una giornata dico: “Come stai? Cosa vuoi per pranzo? Oh, piove… C’è freddo… ti ho portato un maglioncino…”
“Grazie, grazie…”
“Vieni a fare una passeggiatina con me?”
Ieri siamo usciti… dopo 20 minuti siamo rientrati e via che riprende a lavorare.
I miei dialoghi? “Ciao Giselda, Ciao Michela, ciao Carlotta… vi è piaciuto il mio risotto?”

Il 7 di maggio uscirà il libro, che abbiamo scritto insieme, la mia biografia: “Una vita all’improvvisa!”
L’ha riempito di un mare di disegni che descrivono i vari momenti della nostra vita.

 Inizia con questo brano:

“Non so dirti in che Era fossimo: ti ho vista per la prima volta dalla barca, sul fiume. Stavi giocando nell’acqua con altre ragazze, mi sono gettato in mezzo a voi, volevo inzupparmi con te. Ma mi hanno malamente spinto fuori dal cerchio: quelle figliole erano tutte promesse.
Di te mi ero innamorato, così dolce e giocosa che eri.
In una grotta ho inciso la sagoma del tuo corpo mentre ti tuffi fuori dall’acqua per gioco. Ero molto triste specie il giorno che festeggiavano il tuo accoppiamento col maschio promesso. Il rito si svolgeva dentro una piccola isola nello slargo del fiume. All’istante si sono levate grida. Era una masnada dei monti di ghiaccio che scendeva a far razzia. Tutti fuggivano lanciandosi nell’acqua. Io ti ho seguita e ti ho caricato nella mia barca. Siamo stati insieme. Mai sarò tanto grato a quei selvatici arraffafemmine che ti hanno restituita a me. Abbiamo avuto figli di certo, ma non me ne ricordo, e nemmeno ricordo di quando abbiamo finito di vivere. Però ho memoria d’averti incontrata ancora, nel corpo di un’altra ragazza e in un altro tempo. Portavo abiti di tela fatta al telaio. Io tornavo da una guerra, tu eri fuggita da un paese invaso da gente d’un’altra razza. Avevi un figlio nato da poco… tu dicevi che ti ricordavo qualcuno. Io ti ho risposto che di certo noi ci si conosceva.
Abbiamo vissuto insieme in quella vita e in un’altra vita ancora, finché ti ho ritrovata in quest’ultima. E qui abbiamo vissuto insieme per tanto tempo, una quantità di storie che in dieci libri non si possono ricordare.”

... Come potrei non amarlo?

Franca
25 APRILE 2009