UNA VITA ALL'IMPROVVISA: LE RECENSIONI
La storia della vita di Franca Rame non poteva cominciare altrimenti che con un ingresso in scena ed è proprio questa vita stracolma di esperienze che suo marito Dario, il figlio Jacopo, gli amici l’avevano ripetutamente invitata a raccontare, senza riuscire a vincere le sue resistenze. Finché un giorno Dario, aprendo il cassetto di un armadio, incappa in una grande busta di appunti. Curioso, di nascosto si fionda nella lettura e comincia la stesura di un racconto a quattro mani: storie che narrano di Franca bambina, della sua straordinaria famiglia di attori del teatro “all’Italiana”, della corriera chiamata Balorda con cui si spostavano di piazza in piazza, dell’incontro con Dario, della loro vita e del lavoro teatrale comune, del successo di pubblico e della tormentata vicenda in Rai, dell’impegno sociale e politico, con spettacoli di denuncia, delle battaglie e delle censure, dello stupro subito, fino all’impegno comesenatrice. UNA VITA ALL'IMPROVVISA, AUTOBIOGRAFIA DI UNA GRANDE DONNA. Dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna”.
Ma Franca Rame, cucendosi addosso questa frase che ben descrive il rapporto che la lega al marito Dario Fo (“Dario è un monumento, e ogni monumento ha un piedistallo”), preferisce sostituire “dietro” con “accanto”. Questo e molto altro emerge dalle pagine di “Una vita all'improvvisa”, autobiografia di Franca Rame pubblicata il 7 maggio per Guanda presentata al Piccolo Teatro Studio con un inedito spettacolo che solo 2 geni dell'improvvisazione e della creatività teatrale come i componenti di quest'inossidabile coppia poteva avere ancora la forza di mettere in scena, alla veneranda età di 80 anni. CONTINUA
“È ora che Franca cominci a recitare, oramai è grande”. Franca Rame aveva allora tre anni, era un soldo di cacio allegra e intelligente, e già cominciava la sua grande carriera artistica e la sua vita piena di momenti belli e brutti, di successi in palcoscenico, di sorprese, di passioni: quella che nella sua autobiografia (scritta insieme all’inseparabile Dario Fo) lei definisce “Una vita all’improvvisa”, come è il titolo del volume edito da Guanda e come “all’improvvisa” era definito il teatro che facevano i suoi familiari, attori “scavalcamontagne” da molte generazioni; un teatro che avrebbe portato lei fino a diventare senatrice della Repubblica e lui a guadagnare il Premio Nobel per la letteratura. Il libro è un lungo racconto dettato, più che scritto, che tiene conto delle scansioni teatrali, poiché è tratto dai racconti che la stessa Rame (e in parte Dario Fo) hanno fatto tante volte in palcoscenico. Come un libero gioco teatrale, la storia di Franca Rame comincia da lontano: una vita stracolma di esperienze che suo marito Dario, il figlio Jacopo, gli amici l’avevano ripetutamente invitata a raccontare, senza riuscire a vincere le sue resistenze.CONTINUA
Un libro del duo Franca Rame-Dario Fo difficilmente non entra in classifica. Si potrebbe dire: «Nobel oblige». Succede anche con «Una vita all’improvvisa»: secondo posto della Varia. Il libro racconta fatti e vicende della vita di Franca Rame e, aiutato anche da un passaggio a «Che tempo che fa», sta veleggiando egregiamente quanto a copie. Si potrebbe anche dire che alcuni passi hanno una loro verve (convince meno la scelta di una cornice forzatamente teatrale). Ma è nulla di fronte a un coro di lodi sperticate e già scritte.
Ma perché non hanno dato il Nobel a lei? Leggendo le prime pagine di Una vita all’improvvisa (Guanda, 317 pagg., 17,50 euro), la raccolta di memorie che Franca Rame ha affidato a Dario Fo, qui nel ruolo di «spalla», si viene precipitati in un mondo che vanta alcuni secoli di Storia. Il mondo della commedia dell’Arte, degli artisti girovaghi, delle compagnie ambulanti. Un mondo in cui i figli degli attori dormivano nelle casse dei costumi. Quando i «guitti di talento» arrivavano in un paesino, «tipo Parabiago, si affittava una casa per le famiglie, si faceva visita alle autorità, e si incontravano anche i proprietari dei teatri, fosse quello del prete o di un gestore, e via che si debuttava». Fatte le dovute differenze, nei primi capitoli del volume della Rame spira lo stesso sublime venticello che aleggia in certi villaggi del Willhelm Meister. Poi, ad un certo punto, succede qualcosa. Succede che Franca sposa Dario ed entrambi decidono di mettere in scena la lotta di classe. In realtà, accadrà il contrario: la coppia schiaccerà le dinamiche sociali sulle poche regole del teatro di improvvisazione.
Niente di più facile, Marx aveva fatto la stessa cosa. E già: è quasi un luogo comune vedere nel proletariato che trionfa sulla borghesia una versione laica della Provvidenza, che a volte subisce delle sconfitte ma alla fine vince sempre. Mentre in pochi hanno notato che il materialismo storico è anche la trasposizione, sul piano della realtà, della fiaba. Un eroe buono da una parte, un oppositore dall’altra; e poi i ruoli di contorno dell’alleato, dell’amico infido, del servo fedele. Cosa c’è di più teatrale e allo stesso tempo di più marxista?CONTINUA
È uscito il 7 maggio per Guanda, “Una vita all’improvvisa“, autobiografia di Franca Rame incoraggiata da Dario Fo. La coppia l’ha divinamente presentata da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” su Rai 3 sabato scorso, dando vita a uno show divertente e scanzonato, da rivedere enne volte sul sito della Rame per intero. Un’autobiografia nata un giorno, per caso, come ha raccontato il Nobel per la letteratura nel 1997, Dario Fo: “Cercavo delle cose che ogni tanto perdo e ogni tanto mi rubano gli amici, a casa. Quando finalmente, in un cassetto, ho trovato degli appunti: erano pagine di un discorso omogeneo che mi hanno fatto ridere come un pazzo”.
Inizia così la storia di una coppia, ma anche il racconto della storia dell’arte del teatro, che non passa per un refuso (come verrebbe da pensare) del titolo. Infatti quando diciamo all’improvviso sbagliamo: è scorretto rispetto all’origine del vocabolo, che “vuol dire andare oltre al canovaccio che serve come indicazione. Naturalmente è una disciplina straordinaria; per arrivare a recitare all’improvvisa si adoperano modi, sviluppi e giochi che hai nella memoria”, ha sottolineato Fo. CONTINUA