IL TG1 DI MINZOLINI: IL FRATELLO INTELLIGENTE DEL TG4

L'abolizione dell'immunità parlamentare è stata «un vulnus» alla Costituzione, e «c'è da auspicare che sia sanato». Non è il capo dello stato o un'altra figura istituzionale a parlare, ma il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, che ha dedicato all'argomento un editoriale nell'edizione delle 20. Un intervento che ha preso di mira le affermazioni di un magistrato e che è apparso così scoperto negli obiettivi e così schierato sui progetti di Berlusconi e del Pdl che l'opposizione ha chiesto provvedimenti immediati. Per Minzolini la riforma costituzionale del '93 fu «un atto di sottomissione» della politica alla magistratura, confermata
dall'elezione di numerosi magistrati in Parlamento, con la conseguenza che «il Parlamento non è riuscito a mettere in cantiere una riforma della giustizia». Lo spunto per l'editoriale sono state le dichiarazioni del pm Antonino Ingroia, che Minzolini definisce «un programma politico che Ingroia ha giustificato con la difesa della Costituzione. Solo che la Costituzione che Ingroia vuole salvaguardare - afferma Minzolini - almeno su un punto sostanziale non è quella originale. Nella Carta infatti, insieme all'autonomia della magistratura, i padri costituenti, cioè i vari De Gasperi e Togliatti, inserirono l'istituto dell'immunità parlamentare: non lo fecero perchè erano dei malandrini, ma perchè ritenevano quella norma necessaria per evitare che il potere giudiziario arrivasse a condizionare il potere politico».

 

Insomma, a giudizio del direttore del Tg1, «l'immunità parlamentare era uno dei fattori di garanzia per assicurare nella nostra Costituzione un equilibrio dei poteri. Non fu certo un'idea stravagante: strumenti diversi ma con lo stesse finalità sono previsti in Germania, Inghilterra e Spagna e di un'immunità beneficiano anche i parlamentari di Strasburgo: D'Alema e Di Pietro ne hanno usufruito recentemente».

Dal '93 invece, prosegue l'editoriale di Minzolini, «l'immunità è stata cancellata dalla nostra Carta costituzionale. Motivo? In quegli anni la classe politica e i partiti per via di Tangentopoli avevano perso la fiducia della gente e l'abolizione  dell'immunità fu un modo per dimostrare che i costumi sarebbero cambiati. Quell'operazione mediatica si trasformo però nei fatti in un atto di sottomissione alla magistratura. Da allora i gruppi parlamentari sono affollati di magistrati e ci sono addirittura partiti fondati da magistrati». Inoltre, è ancora l'opinione di Minzolini, «governi di destra e di sinistra sono caduti sull'onda delle inchiesta della magistratura, e il Parlamento non è riuscito a mettere in cantiere una riforma della giustizia. Ma a parte le conseguenze, l'abolizione dell'immunità parlamentare ha provocato un vulnus nella Costituzione, si è rotto l'equilibrio tra i poteri e non se ne è creato un altro. Ora c'è da auspicare che quel vulnus, al di là delle dispute nominali su immunità, lodi e riforme del sistema giudiziario, sia sanato».

«Anche questa sera il direttore del Tg1 con un suo editoriale ha dettato agli italiani la linea sulla giustizia. Siamo esterrefatti! Il direttore del Tg1 deve smettere di spiegare agli italiani che il presidente del Consiglio ha ragione». Lo afferma la presidente dell'assemblea nazionale del Pd, Rosy Bindi, commentando l'editoriale di Augusto Minzolini al Tg1 delle ore 20.

 «Non è questo il ruolo dei giornalisti del servizio pubblico men che meno di un direttore di testata. Il Parlamento sarà anche
pieno di magistrati ma la Rai è soffocata dai portavoce di Berlusconi. Siamo certi che il presidente della commissione di
Vigilanza Rai saprà esercitare il proprio ruolo di garanzia a tutela del diritto dei cittadini ad essere informati correttamente e a non
subire la propaganda del governo», conclude Bindi.

«Ormai il Tg1 è diventato un foglio di partito dell'ala ingiustizialista della destra. Siamo arrivati all'attacco in diretta della magistratura senza contraddittorio, senza replica degli interessati, alcuni dei quali rischiano la vita contro la mafia e i suoi padrini». Lo afferma Giuseppe Giulietti, parlamentare e portavoce di Articolo 21, commentando l'editoriale di Augusto Minzolini al Tg1 delle ore 20 di oggi. «Sino a quando le autorità di garanzia e il Presidente di Garanzia della Rai potranno non sentire e non vedere. È inoltre veramente strano che l'editoriale del direttore del Tg1 Minzolini arrivi mentre un mandato di cattura viene emesso contro Nicola Cosentino".

 «Ancora una volta - dice Vincenzo Vita del Pd - il direttore Minzolini si sostituisce agli esponenti del centrodestra ed è sorprendente che il suo volto in televisione compaia esclusivamente  per attaccare l'opposizione o per aiutare la maggioranza ed il governo. Oramai è chiaro che oltre Capezzone e Bonaiuti il  Pdl ha un altro portavoce: Augusto Minzolini».

«Ecco la solita, scomposta mitragliata di dichiarazioni degli uomini e delle donne della sinistra televisiva». lo dichiara Giorgio Lainati, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai «Mentre - aggiunge - le questioni della giustizia compaiono
quotidianamente a titoli cubitali sulle prime pagine di tutti i più importanti giornali italiani, questi sinceri democratici della sinistra vogliono negare al direttore del tg1 di esprimersi su queste questioni. A loro piacciono solo i direttori a sovranità limitata».  

 

Da L'Unità


260 ARTISTI IN VATICANO: MA NIENTE INVITO PER IL NOBEL DARIO FO

Dario Fo, Nobel per la Letteratura nel 1997, non è stato invitato all'incontro tra gli artisti ed il Santo Padre, prevista per il 21 novembre nella Cappella Sistina, alla quale parteciperanno oltre 260 rappresentanti delle più varie discipline artistiche. Dario Fo, Nobel per la Letteratura nel 1997, non è stato invitato all’incontro tra gli artisti ed il  Santo Padre, prevista per il 21 novembre nella Cappella Sistina, alla  quale parteciperanno oltre 260 rappresentanti delle più varie  discipline artistiche. «Non ho ricevuto nessun invito - rivela Dario  Fo - a meno che non ci sia stato qualcosa di strano  nella distribuzione, ma noi riceviamo posta da tutto il mondo, strano  che proprio questo invito non sia arrivato». Ma se lo ricevesse ci  andrebbe? «Bisogna vedere - spiega il premio Nobel - se è un invito aggiustato oppure è una cosa seria. Certo - continua - è molto  strano che non mi abbiano invitato. Per quanto mi riguarda potevano  scegliere di inserirmi sia come pittore, che come regista o come  autore o attore. Avevano da scegliere la categoria dove inserirmi». «Ma - aggiunge - se hanno pensato che sarebbe stato meglio non invitarmi credo sia una decisione chiara, importante. Proprio adesso sto andando in Norvegia e in Danimarca, in ogni occasione sono inviato dal Presidente o dai ministri della Cultura, che questo non succeda in Italia anche se si tratta del Vaticano, è un pò buffo, potremmo dire un Mistero buffo».

 

Commenta ironico facendo riferimento ad una sua  opera teatrale del 1969, un insieme di monologhi che descrivono alcuni episodi ad argomento biblico, ispirati ad alcuni brani dei vangeli
apocrifi o a racconti popolari sulla vita di Gesù. Forse - riflette l’attore - sono una persona non gradita per  loro, sono critico e certe cose le denuncio attraverso la mia satira.  D’altronde sono abituato a certi atteggiamenti, non è una sorpresa.  Evidentemente - conclude - sono considerato un cattivo ragazzo».

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=1141&ID_sezione=524&sezione=


BRUNETTA LO SA CHE L'ON LUCA BARBARESCHI PRENDE 23MILA EURO IL MESE E PRESENZIA SOLO AL 47% DELLE SEDUTE?

              

“Non faccio niente. Ma con un impegno della mado n n a . . .”, recita Luca Barbareschi nel suo ultimo lavoro teatrale. Lui è regista e primo attore di un musical nato da un’idea di Giorgio Gaber. Gira l’Italia. Ancona, Roma, Napoli, Crotone e ancora...
Mi scusi, come concilia un impegno del genere con la sua attività parlamentare?
“Beh, non capisco la domanda: ho oltre l’80% di presenze”
Sicuro? I dati ufficiali della Camera raccontano di un 47,70%...
“Ah si. Vabbè, è quasi la metà. È la stessa cosa”.
Non proprio...
“Senta, io lavoro molto più di lei (è la prima volta che ci parliamo, ndr). Dormo quattro ore a notte, sono in
piedi dalle sei del mattino e sono in grado di organizzare il lavoro”.
Però dalla commissione Trasporti, della quale lei è vice-presidente, lamentano le continue assenze...
“Saranno i suoi amici a dire certe cose. In un anno e mezzo ho presentato quattro proposte di legge e ne
ho portato a casa una. Sono uno dei più efficienti!”

.

Bene. Lei però, ha spesso denunciato il malaffare italiano, il lassismo politico: non crede che la complessità della macchina
statale meriterebbe un po’ più d’attenzione?

“Nooo. Eppoi non potrei permettermelo: non ce la farei ad andare avanti con il solo stipendio da politico”

Ma sono circa 23mila euro lordi al mese, più tutti i benefit...
“E allora? Non sono mica nato da una famiglia ricca. Nessuno mi ha lasciato niente”.

Per lei, Montecitorio è un secondo lavoro...
“È facile parlare per voi! Voi giornalisti siete la vera casta, la feccia. Ora avete chiamato me come se fossi il male assoluto”.

Eravamo incuriositi dalla sua poliedricità...
“No! I nemici sono i giornalisti ladri. Sono la maggior parte, solo che non li becca mai nessuno. Intoccabili. Inoltre i problemi della vita sono altri...”

Quali?
“I ladri, i farabutti e tutti quelli come loro”.

Ma proprio non vede la necessità di maggiore impegno parlamentare?
“In Israele chi fa il deputato deve lasciare ogni
altro lavoro”

Appunto...
“Da noi non è così. Ho anche una attività imprenditoriale da mandare avanti...”

Pure ...
“Sì. E sono bravissimo. Mi basta un’ora per dare le direttive giuste e farle eseguire”.

Sarà stanchissimo...
“Cosa? Non ho capito...”

Sento la sua voce molto affaticata...
“Ah! Lo ripeto: mi sveglio presto, lavoro, e poi alle cinque vado a teatro per le prove. Anzi, la saluto, devo andare. Saluti Travaglio, mi piace molto come lavora”

Sì, sono le 16.30, è ora di correre al Quirino di Roma.
Sono gli ultimi giorni, poi via per una lunga tournee, lontano dalla Capitale. Buon viaggio, e non si stanchi
troppo, onorevole Barbareschi.

di Alessandro Ferrucci da Il Fatto Quotidiano


PER LA DESTRA L'OPERAIO E' STRONZO, IL MAGISTRATO E' MALATO MENTALE, GLI OPPOSITORI COGLIONI, I POLIZIOTTI CICCIONI.....

Biagi era un rompicoglioni (Scajola), l'operaio è stronzo (Scajola), i poliziotti sono ciccioni fannulloni (Brunetta), i magistrati sono malati mentali (Berlusconi), gli oppositori sono coglioni e nella migliore delle ipotesi sono maleodoranti (Berlusconi), ma a volte perfino pedofili (La Russa), la Sinistra "vada a morire ammazzata" (Brunetta), i giornalisti sono farabutti (sempre lui). E molto altro dalle istituzioni di Destra, questa Destra. Una maleducazione senza limiti, condita di epiteti da Osteria, senza più freni, nemmeno nelle più alte cariche ministeriali. Il consenso sale, soprattutto per il Premier, che non disdegna diti medi alzati, corna nelle foto ufficiali, frequentazioni di escort (e dopo via al Family Day a difendere la Famiglia). Un consenso senza limiti, per i sondaggi in mano a Berlusconi. A questo punto un consiglio alle Sinistre è doveroso: gare di rutti da Vespa e insulti a gogo a parenti e amici. Chissà non si vinca alle prossime elezioni. L'Italia è cambiata. Bisogna interpretarne le aspirazioni....


[VIDEO]25 OTTOBRE 2009: FRANCA RAME E DARIO FO DA FABIO FAZIO

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Il premio Nobel Dario Fo e sua moglie Franca Rame sono stati ospiti di Fabio Fazio nella sua trasmissione "Che Tempo che Fa", dove hanno presentato “Una vita all’improvvisa“, il libro autobiografico di Franca Rame scritto a 4 mani con il marito Dario Fo. Durante l'intervista hanno dato vita ad uno show divertente e scanzonato, da non perdere e da rivedere.


SCATTA L'ORA LEGALE: PANICO NEL PDL

Per tutti, amici e nemici, Giancarlo Abelli è il "ras del Ticino". Un politico rampante fino alla sfrontatezza. Grintoso, potentissimo. Vero padre della riforma sanitaria del governatore lombardo Roberto Formigoni. Un passato da democrististiano, prima di diventare un fedelissimo di Silvio Berlusconi, ma anche vicino a Comunione e Liberazione, pur non essendo un ciellino doc. Negli anni Ottanta, il suo padre politico, Carlo Donat Cattin, diceva di lui: «Ha la testa e le palle. E le sa usare al momento giusto». Per questo, almeno in Lombardia è stimato, riverito e temuto da direttori sanitari, primari, medici. Che anche oggi che l' ex assessore regionale alla Famiglia lavora a Roma come parlamentare e capo della segreteria politica del coordinatore nazionale del Pdl Sandro Bondi fanno la fila per incontrarlo il lunedì e il venerdì, nell' ufficio che Formigoni gli ha riservato nella sede della Regione. Consapevoli che nella sanità in Lombardia «non si muove foglia che Abelli non voglia». Lui minimizza: «Nel mio impegno politico mi sono un po' specializzato. Per cui conosco un po' tutti nella sanità. Tutto qui». I soprannomi si sprecano. Il più noto è «il faraone», a sottolineare il suo potere. O il «pastore», per ricordare la capacità nel far rispettare la disciplina nel gruppo di Forza Italia in Lombardia.O «il comandante», nomignolo che risale al 1989 quando guidava il Policlinico di Milano. La sua irresistibile ascesa inizia nel 1974, quando a soli 34 anni diventa il più giovane presidente del policlinico San Matteo di Pavia. Lo stesso dove dieci anni dopo scoppia lo scandalo delle "polizze d' oro" e viene arrestato e poi condannato per truffa Claudio Gariboldi, fratello dell' attuale moglie di Abelli, Rosanna, arrestata ieri. Il "faraone", nel frattempo, è passato con Formigoni nel Cdu di Rocco Buttiglione. Presiede la commissione Sanità e viene anch' egli arrestato con l' accusa di peculato, ma poi assolto. È proprio in quegli anni che conosce Rosanna Gariboldi, che lavora come impiegata al San Matteo. È già sposata con Gigi Tronconi, noto cardiologo socialista. I Gariboldi sono una delle famiglie più in vista della città. Basti pensare che quando divorziano vendono la loro casa al ministro dell' Economia Giulio Tremonti. Anche Abelli è sposato e di buona famiglia. Ma viene da Broni, nell' Oltrepo pavese, dove è tornato a vivere, dopo il divorzio, con la seconda moglie. Nel 1998, in piena Tangentopoli, viene solo sfiorato dal caso Poggi Longostrevi. Non viene nemmeno rinviato a giudizio. «Assolto perché il fatto non sussiste - commenta soddisfatto - Dalle mie disavventure sono sempre uscito pulito. Potrei anzi definirmi una vittima degli errori giudiziari». L' accusa era di presunta frode fiscale. Sono gli anni dell' avvicinamento a Cl e a Forza Italia. Nel 2000 viene eletto in Lombardia e diventa assessore regionale alla Famiglia. Nel 2005 ripete il successo. A Pavia, Abelli e lady Rosanna fanno vita mondana. Vanno spesso in Costa azzurra nella loro casa di Beaulieu sur Mer. Nel 2005, lui finisce nel mirino della Lega. L' allora assessore lombardo alla Sanità del Carroccio Alessandro Cè accusa Formigoni di usare la sanità come «sistema di potere». Il governatore lo caccia, ma dopo una pace siglata ad Arcore gli restituisce le deleghe. La Padania pubblica un editoriale che accusa Abelli di aver fatto diventare un figlio primario. Lui replica: «Mi accusano solo perché conosco tutti e tutti mi conoscono. Loro, invece, vorrebbero decidere ma in realtà non sanno distinguere tra un asino, un mulo e un cavallo». Nel 2008, Berlusconi lo chiama a Roma come vicecoordinatore nazionale di Forza Italia. E dopo il congresso del Pdl diventa braccio destro del coordinatore nazionale Sandro Bondi. Per alcuni una promozione. Per altri un pensionamento anticipato. Nonè un mistero che Abelli ora stia pensando al ritorno in Lombardia. Magari proprio per guidare il Pdl. - ANDREA MONTANARI

 

LA MOGLIE DI MASTELLA

 

Due donne al telefono, la madre e la fidanzata di un imprenditore. Sono preoccupate per Almerico Fasano, temono che «se la nave affonda», non saprà salvarsi accusando «il vero cassiere», perché «Almerico è troppo affezionato a Pino D' Occhio». Quel Pino D' Occhio, insinua Lucia Cutillo, la madre di Almerico, «è uno che ha mangiato a sette bocche, che ha mezza Telese». Paola Bondo, la fidanzata, annuisce. Sono tutt' e due ai domiciliari, accusate di aver contribuito a falsificare fatture. Marzo 2008, a sentirle, c' è un clima già pesante, la Finanza sequestra documenti: politicie imprenditori vanno a consultare gli avvocati, si sa che c' è un' inchiesta aperta in Procura, ma niente cambia. Giuseppe D' Occhio, ingegnere, dirigente dell' Autorità di bacino, è assessore ai lavori pubblici. Manca un anno alla sua nuova elezione a sindaco. Carica ceduta intanto a Gennaro Capasso, uomo suo. Aveva già esaurito i due mandati. Nel 2009 D' Occhio si ripresenta con la civica "Per Telese, per il Sannio", centrodestra. Ex Ccd e Udc, solo poco tempo con l' Udeur di Clemente Mastella nominato cittadino onorario di Telese, si ritrova Capasso avversario, con "Per Voi e per Telese". Scomodo con "Altro Futuro", vicinoa Di Pietro, anche l' altro candidato: Giovanni Liverini, colonnello della Finanza, «solo una coincidenza con l' inchiesta», chiariscono gli stessi amici di D' Occhio. Amici che sono ancora tanti. «È lui il Padreterno», ripete uno dei suoi fedelissimi in un parco deserto di Telese, dove fissa un «incontro che deve rimanere segreto» per «dire la verità finalmente». La verità sua e del sindaco. D' Occhio, che aderisce al Pdl, domenica a Benevento per ascoltare Berlusconi, ha stravinto anche l' ultima elezione. Con 1800 voti contro i 1280 di Capasso e altrettanti di Liverini. «È lui che ha fatto diventare grande Telese in 25 anni, il centro di tutta la Valle, tutti gli uffici e i negozi sono qui, notte e giorno per acquisti e movida si viene solo qui». La domanda («Ma nessuno si accorgeva di questo monopolio, di queste tangenti?») incrocia una risposta arrogante nella sua fierezza. «Pino D' Occhio lo diceva sempre: devono vincere le nostre imprese sennò arrivano quelle dei Casalesi». E per riuscirvi, bisognava proprio formare un cartello di imprese? Stesso tono, brusco. «Qui anche dopo l' arresto la gente è tutta con Pino». Oggi alle 10 c' è consiglio: D' Occhio in carcere, 11 la sua maggioranza, 5 l' opposizione. Tema: proprio il piano triennale dei lavori pubblici, delega che anche da sindaco D' Occhio ha tenuto per sé. Il presidente del consiglio, Salvatore Verrillo, «Pdl come il sindaco», funzionario all' Agenzia delle Entrate, forse lo farà saltare. Nessuno vuole sciogliere il consiglio, «aspettiamo le decisioni della prefettura, se ci saranno». E nessuno discute D' Occhio, neanche ora che si diffondono particolari imbarazzanti. Non solo una Mercedes da 40mila euro. Il sindaco avrebbe riscosso molte tangenti attraverso i conti intestati alla moglie, Antonella Zoccolillo, ginecologa, aiuto primario di ostetricia a Cerreto. A suo nome una casa ai Colli Aminei. I finanzieri scoprono terreni e residenza a Positano. Altri immobili. Tutti gli acquisti risultano dal 2000 in poi. «Era sul libro paga degli imprenditori del cartello», scrivono i magistrati. Riceveva 15mila euro da Almerico Fasano, stessa cifra da Sergio Fuschini, 10mila da Quirino Vegliante. Emergono altri 70 mila in assegni per D' Occhio, altri ancora versati alla moglie da Alberto Pilla (9 mila), da Vegliante (oltre 25mila), altri girati da Pasquale Giaquinto, assessore all' anagrafe. Tutti arrestati. Tommaso Sodano, da senatore di Rifondazione, aveva presentato interrogazioni «sulla costruzione del liceo e una strana compravendita». E Sinistra e Libertà riappare, adesso. Un comunicato ricorda le reazioni dell' epoca: «Dicevano: "Figuriamoci se possiamo preoccuparci di Vendola"». Era il 2002. D' Occhio non se n' è preoccupato fino a ieri mattina. Per sette anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA - DAL NOSTRO INVIATO ANTONIO CORBO


MAGNA-MAGNA: LA BRAMBILLA SI FA TOGLIERE MULTE E AFFITTA AUTO A NOSTRE SPESE

I semafori non contano, gli autovelox possono aspettare, l'ecopass non li riguarda: tanto la multa non si paga. E non si paga nemmeno l'auto: è tutto a carico dei contribuenti. Alla Prefettura di Milano, un tempo capitale morale, si sono abituati alle istanze di parlamentari e ministri per chiedere l'annullamento delle sanzioni.
Da Michela Vittoria Brambilla a Mariastella Gelmini, dall'onorevole pdl Maurizio Bernardo a Pietro Lunardi: basta una lettera su carta intestata per far sparire tutto. E magari, dietro quella multa c'è altro. Ad esempio il caso della Brambilla, che ha fatto spendere 500 euro al giorno per noleggiare una Mercedes con autista, incaricata di accompagnarla da casa al lavoro, 80 chilometri in tutto. A rivelarlo è una multa per un semaforo non rispettato presa a Milano il 19 febbraio scorso e prontamente cestinata "per motivi istituzionali". Il verbale viene notificato qualche mese più tardi al titolare della concessionaria che ricorre al prefetto, chiedendo l'annullamento: "La vettura è adibita al trasporto dell'onorevole Brambilla". Per dimostrarlo allega copia della fattura e del contratto di servizio con la prefettura di Lecco. Da questi documenti emerge il costo per il contribuente: l'auto è rimasta a disposizione di MVB per 19 ore consecutive, i chilometri percorsi sono stati 210 in più rispetto al pattuito e alla consegna il conto è di 530 euro per un solo giorno.

 

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A farsi condonare le multe ci provano davvero tutti. Maurizio Bernardo, il deputato del Pdl che tra mille polemiche ha riscritto le regole della magistratura contabile in senso restrittivo, ha sfruttato il suo status per evitare una multa da 74 euro. L'onorevole, nato a Palermo ma eletto in Lombardia, a febbraio ha percorso in motorino la via di casa riservata ai bus: ma quando è arrivata la notifica dell'infrazione, ha chiesto di non pagare "in qualità di parlamentare lombardo e titolare di pass rilasciato dal Comune che autorizza a transitare nelle corsie preferenziali e nelle Ztl".
Peccato che i pass valgano solo per le auto e non siano nominali ma legati sempre alla targa. E non si è ancora visto uno scooter di Stato... Il ministro Mariastella Gelmini invece passava sul cavalcavia Monteceneri a cento all'ora a bordo della sua Bmw. Difficile farla franca. Il viale è telecontrollato e falcidia migliaia di milanesi. E infatti il 24 ottobre 2008 il ministro riceve il suo verbale. La Gelmini prende carta intestata e scrive al prefetto. Nella comunicazione adduce "impegni istituzionali improrogabili" e la multa è già un ricordo. Solo qualche mese prima era toccato al padre della patente a punti, l'ex ministro Pietro Lunardi.

Stavolta l'immunità è pretesa per un divieto di sosta da 36 euro. Il 5 marzo 2008, in piena campagna elettorale, la sua auto viene multata perché staziona senza autorizzazione in un parcheggio destinato ai residenti. Lunardi impugna la solita carta intestata alla Camera e fa battere il seguente testo per il prefetto: "Il sottoscritto in carica per la XVI Legislatura, fa presente che l'auto veniva da lui utilizzata ed era in possesso di regolare permesso di libera sosta nel Comune di Milano". Ma libera sosta non significa lasciare l'auto nel posto riservato ad altri cittadini.

(15 ottobre 2009)  Da Espresso

[VIDEO] Dario Fo e Franca Rame al Piccolo: Prove teatrali per l'Ambrogio

2 ottobre 2009: Raro documento video delle prove di un'opera di Dario Fo e Franca Rame, gli autori teatrali italiani più rappresentati nel mondo. Qui sono al Piccolo di Milano durante le prove dell'opera "Ambrogio e l'invezione di Milano" che debuttera 4 giorni dopo. Esistono pochissimi documenti video delle prove della celebre coppia. Stupenda la musica originale di Dario Fo.
Anno: 

[PERLE EPOCALI] - BETULLA FARINA: "SIAMO SICURI CHE SIA PIU' GRAVE UCCIDERE UN OMOSESSUALE CHE UN PADRE DI FAMIGLIA?"

......A Berlino, in una riunione, si discuteva di un documento contro l’omofobia. Uno pensa: lotta e condanna contro chi discrimina, insulta, ferisce, uccide per ragioni omofobiche e contro chi li giustifica. Niente da dire. Sacrosanto. Ma ecco, questo viene ritenuto preistoria giuridica. L’esperto nordico spiega che sostenere la famiglia al modo del Papa e del Patriarca di Mosca è la vera causa della violenza omofobica. Dopo di che entra in scena una signora transgender, il leader dei transgender europei. Una bella donna con i lunghi capelli e la voce di Arnoldo Foà. Dice: «Io secondo la carta d’identità risulto maschio, ma io nel mio profondo ora mi sento donna. Entrando ho subìto violenza perché hanno visto che sui documenti ero maschio, ma io ho un altro sentimento di me stessa. Il diritto dev’essere conforme al mio desiderio. Devo poter sposare, adottare, cambiare di nuovo identità». Nessuno aveva nulla da obiettare. Ho provato a dire: ehi, un po’ di sano materialismo per favore, siamo maschi e femmine. Uno può essere omosessuale, lesbica, può essere transgender. Ma un uomo non sceglie lui il suo genere. La società non deve rincorrere i desideri anche impossibili delle persone. Niente da fare. Sicuramente passerà questa risoluzione.

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Vale anche l’aggravante per chi ha orientamento di tipo pedofilo? In fondo è un orientamento sessuale. Mi permetto un’altra piccola osservazione, e poi chiudo. Per me uccidere una persona è il delitto peggiore che esista, grida vendetta al cospetto di Dio. E non dovrebbero esistere graduazioni. Ma a lume di buon senso, quanto al danno sociale, siamo sicuri che sia più grave uccidere un omosessuale single che un padre di famiglia?

 

Il fatto è questo: alla lobby omosessuale - cosa ben diversa dalle persone omosessuali, che hanno tante idee diverse - non basta sia condannata la violenza. Vogliono un ribaltamento culturale. L’idea di base è questa: gli esseri umani non sono uomini e donne. No, questa lobby che ha adepti anche fuori da chi ha tendenze di questo genere, vuole imporre la norma giuridica secondo cui non esistono più il maschio e la femmina, poiché questo è un dato culturale, imposto dalla tradizione, ma non corrisponde alla vita. Uno è ciò che gli pare, e chiunque metta in dubbio questa posizione è perciò stesso omofobico. Dunque passibile di pena. Per questo si è cercato di condannare in parlamento europeo il Papa e il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale, essendosi espressi per l’unica famiglia da loro ritenuta degna di chiamarsi tale, quella di uomo e donna. Cioè persone maschili e femminili, le quali poi possono avere i loro gusti privati e nessuna legge deve impedirlo, e nessuno può minacciarli o usare violenza per questo contro chiunque, ma «uomo e donna Dio li creò».
Ci possono essere idee diverse, come no. Si può negare questa visione cristiana e non solo cristiana della specie umana. Il fatto è che si vuole mettere fuori legge chiunque si esprime secondo le idee della tradizione, la quale oggi è ormai l’unica cosa davvero progressista e rivoluzionaria che ci sia....

Da Il Giornale

 

Glielo dite voi o glielo dico io?


"IL SANGUE E LA NEVE" di FELICE CAPPA, con OTTAVIA PICCOLO: DA VEDERE!

Cari amici,
spero di non risultare invadente, ma l’occasione è talmente importante che voglio correre il rischio.
Domani sera, giovedì 15 ottobre, alle 23.40 su Raidue va in onda il  film “Il sangue e la neve”, dedicato ad Anna Politkovskaja, che ho girato l’anno scorso in un cementificio abbandonato ad Alzano Lombardo, con Ottavia Piccolo come protagonista. I testi sono tratti da un memorandum che Stefano Massini ha elaborato a partire da articoli, interviste e brani autobiografici della giornalista russa.
Credo che l’opera e la vita di questa donna straordinaria si spieghi da sé, per cui non ho bisogno di aggiungere altro, sotanto segnalare che il lavoro fatto in sua memoria va finalmente in onda.
La vita della giornalista russa, che con estremo coraggio ha raccontato fino alla fine della Cecenia e della Russia di Putin, mi ha profondamente colpito.
La sua esistenza è stata segnata da una parabola che sembra disegnata da un tragico greco. L’epilogo scontato, senza possibilità di catarsi; una giornalista messa a tacere definitivamente con la violenza tramite cui si compie lo stupro di una democrazia che diventa di giorno in giorno più debole.
Ottavia Piccolo, più che interprete, si è fatta testimone per continuare a raccontarne la storia, affinché non si ripeta.
Il film è stato presentato al Festival del Cinema di Venezia e ha già avuto diverse anteprime in Italia, tutte segnate, da parte del pubblico, da commozione  unita ad indignazione, che mi hanno gratificato molto più del consenso di critica ricevuto e che mi hanno fatto cogliere il senso profondo di un lavoro come il mio, quando si riesce a farlo.
Mi fa piacere condividere questo con voi.
Felice Cappa


DARIO FO: PROLOGO PRIMA DEL SUO "AMBROSIUS" SUL LODO ALFANO

 Poco prima di iniziare lo spettacolo "AMBROGIO E L'INVENZIONE DI MILANO"  al Piccolo Strehler, Dario Fo ha affermato: «Voglio fare come i capocomici di una volta, che, prima di iniziare lo spettacolo, facevano un piccolo prologo su ciò che stava accadendo nel mondo. È stato cancellato il Lodo Alfano! Alcuni, mi dicono, sono addirittura sconvolti. In ogni modo è stato riconosciuto anticostituzionale. Ma adesso bisogna non dormirci sopra. Faranno di tutto, cercheranno in ogni modo di tornare in sella al cavallo che hanno perduto. Bisogna esserci, essere presenti, leggere i giornali invece di guardare solo la televisione. Il segreto è essere informati, informati come Roberto Saviano che sta recitando nel teatro accanto al nostro. Quando gli ho chiesto perché abbia rischiato e continui a rischiare tanto, mi ha dato una risposta che è la chiave di tutto: mi sento utile. Anche Franca e io, che abbiamo una certa età, eppure non sembra, ci sentiamo utili. Sentitevi utili anche voi».


Dario Fo - Franca Rame: "Sant'Ambrogio e l' invenzione di Milano" - Teatro Strehler dal 06 al 11 ottobre, 2009

Debutta al Piccolo in prima mondiale assoluta il nuovo spettacolo con cui Dario Fo e Franca Rame raccontano la storia del Vescovo di Milano.

Trascorsa lestate ad adattare per la scena il soggetto a cui ha dedicato il suo ultimo libro, Dario Fo è giunto alla naturale conclusione di dividere la scena con la compagna di una vita, Franca Rame, che insieme a lui nellultimo mezzo secolo ha vissuto la città da protagonista non solo della sua vita culturale ma anche di battaglie civili e impegno politico. Nello svolgersi del lavoro drammaturgico, quelli che erano due grandi monologhi (Ambrosius e Allimprovvisa) sono quindi confluiti in un unico testo a due voci, che ha preso corpo in SantAmbrogio e linvenzione di Milano.
La biografia della coppia si sovrappone alla storia della loro città dal dopoguerra ad oggi, nel segno del coraggio e dellindipendenza intellettuale di cui Ambrogio è stato esempio tanti secoli prima.

Dario Fo e Franca Rame si presentano al pubblico del Piccolo Teatro con uno spettacolo in prima assoluta su Ambrogio, patrono di Milano a cui diede massimo lustro e davanti al quale sinchinarono imperatori, papi e vescovi, e oggi si trova ad essere quasi uno sconosciuto nella sua città
Così si dipana sulla scena il viaggio avventuroso alla scoperta della vita di Ambrogio e, contemporaneamente, delle radici di Milano. Il racconto è accompagnato da grandi proiezioni di disegni e pitture, con la regia multimediale di Felice Cappa, che fanno rivivere i protagonisti delle vicende e mostreranno una Milano poco nota, con piazze e architetture degne di una città che è stata capitale dellimpero romano.
Sant'Ambrogio e linvenzione di Milano
di e con Dario Fo e Franca Rame
regia multimediale Felice Cappa
videoimmagini a cura di V-Factory
un progetto di Change Performing Arts
prodotto da CRT Artificio

Categoria:  Intrattenimento

PRIMA MONDIALE - AL PICCOLO DI MILANO DARIO FO E FRANCA RAME CON "SANT'AMBROGIO E L'INVENZIONE DI MILANO" [DAL 6 AL 11 OTTOBRE]

Debutta al Piccolo in prima mondiale assoluta il nuovo spettacolo con cui Dario Fo e Franca Rame raccontano la storia del Vescovo di Milano. Trascorsa l’estate ad adattare per la scena il soggetto a cui ha dedicato il suo ultimo libro, Dario Fo è giunto alla naturale conclusione di dividere la scena con la compagna di una vita, Franca Rame, che insieme a lui nell’ultimo mezzo secolo ha vissuto la città da protagonista non solo della sua vita culturale ma anche di battaglie civili e impegno politico. Nello svolgersi del lavoro drammaturgico, quelli che erano due grandi monologhi (Ambrosius e All’improvvisa) sono quindi confluiti in un unico testo a due voci, che ha preso corpo in Sant’Ambrogio e l’invenzione di Milano.
La biografia della coppia si sovrappone alla storia della loro città dal dopoguerra ad oggi, nel segno del coraggio e dell’indipendenza intellettuale di cui Ambrogio è stato esempio tanti secoli prima. Dario Fo e Franca Rame si presentano al pubblico del Piccolo Teatro con uno spettacolo in prima assoluta su Ambrogio, patrono di Milano a cui diede massimo lustro e davanti al quale s’inchinarono imperatori, papi e vescovi, e oggi si trova ad essere quasi uno sconosciuto nella sua città…

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Così si dipana sulla scena il viaggio avventuroso alla scoperta della vita di Ambrogio e, contemporaneamente, delle radici di Milano. Il racconto è accompagnato da grandi proiezioni di disegni e pitture, con la regia multimediale di Felice Cappa, che fanno rivivere i protagonisti delle vicende e mostreranno una Milano poco nota, con piazze e architetture degne di una città che è stata capitale dell’impero romano.

locandina
Teatro Strehler
dal 6 all'11 ottobre 2009
Orario spettacoli
Sant'Ambrogio e l’invenzione di Milano
di e con Dario Fo e Franca Rame
regia multimediale Felice Cappa
videoimmagini a cura di V-Factory
un progetto di Change Performing Arts
prodotto da CRT Artificio

prezzi
SERIE BLU

Platea:
Intero € 24,50
Ridotto card Gio/Anz € 20,00
Balconata:
Intero € 21,50
Ridotto card Gio/Anz € 17,00

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Informazioni e prenotazioni
Servizio telefonico 848.800.304
(max 1 scatto urbano da telefono fisso)
Per chi chiama dall'estero tel. +39 02.42.41.18.89
Teatro Strehler
da lunedì a sabato 9.45-18.45;
domenica 10-17.
festività (solo nei giorni di spettacolo) 10-17

Gruppi e pubblico organizzato
Per informazioni su biglietti e abbonamenti per i gruppi organizzati, pomeridiane per le scuole, spettacoli educational, rivolgersi al Servizio Promozione Pubblico e Proposte Culturali.
tel. 02 72.333.238/237/215/214
e-mail: [email protected]


On CAPEZZONE, MI SPIEGA PERCHè SOLO QUALCHE ANNO FA DICEVA QUESTE COSE ORRIBILI SU BERLUSCONI, E INVECE ORA....?

Berlusconi ha pagato magistrati "In nessun paese al mondo avremmo un premier così. Per essere chiaro, voglio prescindere dall'esito dei processi di ieri e di oggi, e perfino, se possibile, dalla rilevanza penale dei fatti che sono emersi. Ma è però incontrovertibile che Silvio Berlusconi, prescrizione
o no, abbia pagato o fatto pagare magistrati.Così come da Palermo, quale che sia la qualificazione giuridica di questi fatti, emergono fatti e
comportamenti oscuri di cui qualcuno, Berlusconi in testa, dovrà assumersi la responsabilità politica". Lo ha dichiarato Daniele Capezzone a proposito della sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell'Utri. 11 dicembre
2004.
Berlusconi più ricco grazie alla politicaCosa è cambiato in 12 anni di Governo Berlusconi? Nel suo intervento alle assise radicali, il segretario Daniele Capezzone risponde a questa domanda così: "Silvio Berlusconi è entrato in politica con 5mila miliardi di debiti (di lire, o del vecchio conio, come direbbe Bonolis), e con le banche che - indegnamente, lo sottolineo - tentavano di strozzarlo; oggi (essendosi misurato con...come si chiama? Ah sì, il perfido regime comunista...), vanta 29mila miliardi di attivo (sempre in lire), ed è entrato nel G7 dei sette uomini, appunto, più ricchi del pianeta. Ecco questa è una cosa che è cambiata in questi 12 anni.
Il resto - conclude riferendosi alle riforme promesse dal premier - un po'
meno". 29 ottobre 2005

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Da Berlusconi solo leggi ad personam"Tre anni fa - ha detto Daniele
Capezzone, segretario dei Radicali Italiani -i Radicali proposero tre
referendum che avrebbero cambiato il sistema giudiziario. Ci fu chi si
oppose legittimamente, ma Berlusconi invitò a non votare perché tanto lui
avrebbe fatto le riforme. In questi tre anni non è stato fatto nulla, solo
leggi di interesse personale, che non funzioneranno e che molto
probabilmente verranno dichiarate incostituzionali". 14 novembre 2003

L'Italia non può avere altri cinque anni di Berlusconi"L'Italia non può
permettersi altri cinque anni di governo di Silvio Berlusconi: non sarebbero
"ecosostenibili" Lo ha detto nella sua relazione introduttiva al Congresso
dei Radicali Italiani il segretario Daniele Capezzone "In questa
legislatura - ha aggiunto Capezzone - Berlusconi ha avuto a disposizione una
maggioranza parlamentare amplissima ("più 100" deputati e "più 50"
senatori): eppure, le riforme non si sono viste. Dall'economia alla
giustizia, è enorme il divario tra le promesse di cinque anni fa e le cose
effettivamente realizzate. Per non parlare di ciò che è accaduto sul terreno
dei diritti civili, con un'autentica aggressione contro le libertà
personali: contro il divorzio breve (eppure, anche tanti leader del
centrodestra sono tutti divorziati.), contro l'aborto, contro i pacs, contro
la fecondazione assistita e la libertà di ricerca scientifica, fino all'ultimo
tentativo di sbattere in carcere i ragazzi per qualche spinello". 29 ottobre
2005

Il Premier a Vicenza? Lo 'sciancato di Arcore'Dopo la performance di Silvio
Berlusconi al convegno di Confindustria il commento più velenoso è quello
dell'editorialista di Markette, alias segretario dei radicali Italiani,
Daniele Capezzone: "Dopo la 'cieca di Sorrento', la 'muta di Portici', e lo
'smemorato di Collegno', arriva lo 'sciancato di Arcore'". 18 marzo 2006

Berlusconi, altro che don Sturzo. E' don Lurio"Silvio Berlusconi non è l'erede
di don Sturzo, ma di don Lurio" Così Daniele Capezzone, segretario dei
Radicali italiani ha commentato le parole di oggi del Presidente del
Consiglio che in un discorso aveva rivendicato l'eredita del fondatore del
Partito Popolare Italiano Don Luigi Sturzo. 12 novembre 2005

Berlusconi al Congresso Usa, come Totò e Peppino"Sto ascoltando l'esordio
del discorso di Silvio Berlusconi al congresso Usa, pronunciato in lingua
inglese, o almeno questa doveva essere l'intenzione... Torna alla mente,
ascoltandolo in questa che appare per lui un'improba fatica, l'immortale
scena di Totò e Peppino a Milano col colbacco, che si rivolgono al vigile
dicendo: 'Noio volevàn savuar...' Così Daniele Capezzone, segretario dei
Radicali Italiani ha commentato il discorso del Presidente del Consiglio
italiano al Congresso USA. 1 marzo 2006

Berlusconi è Wanna Marchi e Tremonti il mago do NascimentoSulle tasse
"Berlusconi è come Wanna Marchi e Tremonti è il suo Mago do Nascimento". Lo
afferma Daniele Capezzone, della direzione della Rosa nel Pugno. "Berlusconi
aveva detto: 'Abolirò l'Irap e ridurrò a due le aliquote'. Non lo ha fatto,
e invece - aggiunge Capezzone - ha aumentato tariffe, bolli, tasse sul
gasolio. Tutte cose particolarmente odiose, perché colpiscono anche la parte
più debole del paese". "Dopo che, in queste ore, sono stati resi noti i dati
della trimestrale di cassa, il paragone appare quanto mai calzante. Quello
(il mago) dava 'numeri personalizzati' alle sue televittime; Tremonti fa lo
stesso con tutti gli italiani. Fuor di scherzo (anche perché c'è poco da
scherzare), c'è da segnalare una specie di 'taroccamento continuativo' dei
dati". 1 aprile 2006

Berlusconi è Cetto La QualunqueBerlusconi "mente per la gola", perché si
dovrebbe credere anche stavolta a "promesse tanto mirabolanti e
irrealizzabili?" È il commento di Daniele Capezzone, della segreteria della
Rosa nel Pugno, all'impegno del premier sull'Ici. "Cinque anni fa disse che
avrebbe ridotto le aliquote a due. Non l'ha fatto. Cinque anni fa disse che
avrebbe abolito l'Irap. Non l'ha fatto. Cinque anni fa disse che avrebbe
ridotto la pressione fiscale, che è invece scesa solo dello 0,6. Ma, in
compenso, ha tagliato i finanziamenti agli enti locali. E poi, in questo
quinquennio, c'è stato l'aumento di bolli, tariffe e della tassa sul
gasolio: cioè tutte cose che incidono anche sugli strati più deboli della
popolazione. Perché dovremmo credere anche stavolta a promesse tanto
mirabolanti e irrealizzabili? Ormai il premier - conclude Capezzone - è come
Cetto La Qualunque di Antonio Albanese, che promette promette promette...".
4 aprile 2006

Noi coglioni? È Berlusconi che si è fatto una canna"Dopo l'ultima sortita di
Berlusconi che pensa bene di trattare da 'coglioni' la maggioranza degli
italiani, mi sorge il dubbio che si sia fatto una canna". È quanto afferma
in una nota Daniele Capezzone, della segreteria della Rosa nel pugno. "Ma
forse una canna normale non avrebbe prodotto effetti simili: e allora che
gli ha dato lo spacciatore per fargli dire una cosa del genere?". 4 aprile
2006

Berlusconi bollito nella sfida tvCommentando la sfida tv appena conclusa tra
Romano Prodi e Silvio Berlusconi, Daniele Capezzone, della segreteria della
Rosa nel pugno, ha dichiarato: "Non c'è dubbio: il risultato della sfida è
decisamente sfavorevole a Berlusconi, che ha perso e - calcisticamente
parlando - non è stato capace di fare un solo tiro in porta pericoloso (a
parte la bufala finale sull'Ici, completamente priva di copertura), ma è
stato per due ore lagnoso, lamentoso, vittimista (e a tratti nervosissimo e
arrogante), contro un Prodi più tonico e reattivo. Il "bollito" sembra
proprio il Presidente del Consiglio, ormai quasi ex. 7 "Quanto infine alla
reiterata gaffe del Premier sulle 'categorie' (donne, giovani), sbagliare è
umano, perseverare è berlusconiano..." ha concluso Daniele Capezzone. 3
aprile 2006

Berlusconi ha finito i tappetiMeglio Prodi, mentre il "venditore di tappeti"
Berlusconi ha dato l'impressione di aver esaurito la mercanzia: Daniele
Capezzone, della segreteria della Rosa nel pugno, ritiene che sia stato il
leader dell'Unione a vincere la sfida tv. "A mio avviso, è andato molto
meglio Romano Prodi, che quindi, secondo me, ha vinto il confronto. La prima
impressione è che il grande venditore Berlusconi abbia esaurito la scorta
dei suoi tappeti. E la piccola valanga di cifre sciorinate è sembrato un
modo per non affrontare un tema reale, e cioè la situazione difficile del
Paese che gli italiani hanno sotto gli occhi". 3 aprile 2006

Berlusconi in bandana, povero Blair"Esprimo tutta la mia solidarietà a Tony
Blair e a sua moglie". Lo ha affermato il segretario radicale Daniele
Capezzone a proposito della festa organizzata in Sardegna in onore del
premier britannico e di sua moglie dal Presidente del consiglio Silvio
Berlusconi.
Berlusconi fa una politica estera da quarta elementare"Siamo alla
trasposizione su scala internazionale del 't'aspetto fuori', che va bene,
forse, per le liti in quarta elementare, ma funziona meno, temo, in contesti
un po' più articolati e complessi". Lo ha detto oggi a Bruxelles il
segretario dei radicali italiani, Daniele Capezzone, riferendosi
esplicitamente alla recente intervista concessa dal presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi al NewYork Times. Berlusconi - ha sostenuto il leader
radicale - avrebbe parlato di "Comunità delle democrazie" riducendola "al
meccanismo per cui se c'è un dittatore, prima lo si minaccia e poi lo si
picchia. Anzi, lo picchia il fratello americano, che è più grosso, mentre
noi siamo gracilini". 7 dicembre 2003

Berlusconi? Lo difenderanno Bondi, Cicchitto e Cornacchione"L'odierna
performance televisiva del Cavaliere è francamente indifendibile, anche
perché denota proprio l'atteggiamento psicologico di chi non è più abituato
a interloquire, a rispondere, a fronteggiare una domanda. Penso che a
difenderlo resteranno in tre: Bondi, Cicchitto e Cornacchione...". Lo
afferma l'esponente della segreteria della Rosa nel Pugno, Daniele
Capezzone. 12 marzo 2006

Berlusconi complice di Putin"Si è presentato con questo nuovo abito, di
avvocato e complice di Putin, Silvio Berlusconi, che giovedì scorso in
occasione del vertice euro-russo ha parlato non solo a proprio nome, ma a
nome di tutta l'Europa. L'8 ottobre, un consiglio dei ministri europei aveva
commentato le recenti elezioni-truffa in Cecenia (un solo candidato, tutti
gli altri obbligati a ritirarsi). Lo stesso consiglio europeo, presieduto
dal governo italiano, aveva espresso viva preoccupazione per le condizioni
in cui queste elezioni si sono tenute. Tutto questo Berlusconi ha finto di
ignorarlo, quando ha parlato della guerra cecena come di una 'leggenda'
inventata da giornali ostili, quando ha messo sullo stesso piano le critiche
che la stampa italiana rivolge a lui stesso e le critiche che la stampa
internazionale rivolge a Putin, quando ha difeso le elezioni in Cecenia o
quando ha giudicato del tutto legittimo l'arresto di Chodorkovsky. Proprio
lui, che si vanta d'aver costruito una visione del mondo sulla lotta al
comunismo e che sempre ricorda i disastri prodotti dal totalitarismo
comunista, abbraccia oggi un regime che di quel disastro è figlio e
continuatore, e sul quale regna sempre più fortemente l'ex Kgb da cui Putin
proviene". 9 settembre 2003

Capezzone: con Putin Berlusconi dimentica il comunismo"Berlusconi vede
ovunque comunisti, o, se non comunisti già in servizio, quanto meno
possibili comunisti. Curiosamente, però, il Premier dimentica la sua vena
anticomunista solo quando incontra qualcuno che è nato e cresciuto all'interno
del Kgb, e che questi metodi continua a usare per governare la Russia:
VladimirPutin". Lo afferma Daniele Capezzone, membro della segreteria della
Rosa nel Pugno. "Perciò - prosegue - ho due domande per Berlusconi. Ci dica
qualcosa sia sulla tragedia cecena, dove (purtroppo) al terrorismo
indifendibile di tanta parte della resistenza si contrappone un'azione
letteralmente nazicomunista delle truppe di Mosca, con veri e propri campi
di concentramento, mutilazioni ed eccidi orribili. E poi - sottolinea
ancora - ci dica qualcosa sull'assassinio del giornalista, del radicale
Antonio Russo, eliminato a sua volta con metodi da Kgb, mentre svolgeva i
suoi servizi informazione per Radio Radicale" "In qualche villa della
Sardegna - conclude Capezzone - o in qualche dacia siberiana, nel corso dei
prossimi incontri con l'amico Vladimir, sarebbe bene che Berlusconi trovasse
le convinzioni e il coraggio per porre qualche domanda". 29 marzo 2006

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[ALLEGATO ORIGINALE] LETTERA DELL'AVVOCATO PER TENTATA DIFFAMAZIONE

Gentile Signora,

con la presente Le scrivo in nome e per conto della signora Franca Rame, del signor Dario Fo e del signor Jacopo Fo, quest’ultimo per sé e nella qualità di Amministratore Unico di C.T.F.R. S.r.l., per diffidarLa dal proseguire con l’attività lesiva, perché chiaramente diffamatoria, del diritto all’immagine, al nome, alla dignità ed alla riservatezza dei miei Assistiti, attività da Lei messa in atto a mezzo posta elettronica, mediante la diffusione di missive inviate agli indirizzi e-mail dei miei Assistiti, dei quali è venuta a conoscenza durante il rapporto di lavoro, a un numero imprecisato di loro conoscenti e la pubblicazione di messaggi (cd. “post”) all’interno del blog del sito internet www.francarame.it.

Tanto i “post” che i messaggi di posta elettronica contengono, infatti, illazioni e affermazioni false ed infondate. Si respinge fermamente ogni addebito circa la presunta omissione di versamento da parte della C.T.F.R. S.r.l. nel Suo interesse dei contributi previdenziali presso l’ENPALS per il periodo inerente il Suo rapporto di lavoro e  con la Compagnia Tetrale.

La invito ad effettuare una compiuta verifica presso il suddetto Ente previdenziale, avendo C.T.F.R. prova di non aver commesso alcuna irregolarità contributiva in Suo danno ed essendo la Compagnia disposta a rettificare eventuali irregolarità accertate dall’ENPALS.

Le rendo noto altresì che, ho già ricevuto espresso incarico dalla signora Rame e dai signori Fo di adire l’Autorità Giudiziaria per tutelare in sede civile e penale i diritti dei miei Assistiti.

Distinti saluti,

avv. Katja Besseghini

a mezzo raccomandata a/r