FRANCA RAME - [IL TERRIBILE RICORDO DI UN ABORTO] "IL DISORDINE DELLA MEMORIA"
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FRANCA RAME: "CHIEDO LE DIMISSIONI DI PAPA BENEDETTO XVI"
Perchè chiedo le dimissioni di Papa benetto XVI? Il futuro papa Benedetto XVI, quando era arcivescovo di Monaco, era al corrente del trasferimento in un'altra parrocchia di padre Peter Hullermann, già accusato di pedofilia. Sono le nuove accuse pubblicate oggi sul sito del New York Times, all'indomani dell'inchiesta sui suoi presunti silenzi sul caso di un prete americano. Secondo il giornale americano, che cita due prelati, il cardinale Ratzinger "era stato messo a conoscenza che il prete, che lui stesso aveva approvato fosse mandato in terapia per curarsi dalla pedofilia, sarebbe invece tornato a un lavoro pastorale a pochi giorni dall'inizio del trattamento psichiatrico. Il prete - prosegue il quotidiano - fu poi dichiarato colpevole di aver molestato ragazzini in un'altra parrocchia". Nelle scorse settimane un comunicato delle arcidiocesi di Monaco e Frisinga aveva attribuito la piena responsabilità della decisione che permetteva al prete di riprendere l'incarico pastorale all'allora vice di Ratzinger, reverendo Gerhard Gruber. "Ma una nota - scrive il New York Times - la cui esistenza è stata confermata da due prelati, dimostra che il futuro papa non solo gestì un incontro il 15 gennaio del 1980, in cui fu approvato il trasferimento del prete, ma fu anche informato della riassegnazione del prete" a un'altra parrocchia. "Quale ruolo Ratzinger abbia avuto nel prendere la decisione e quanto interesse abbia mostrato nel caso del prete pedofilo, che aveva molestato numerosi ragazzini nel suo precedente incarico, non è chiaro", ammette il giornale. (Ansa)
Io chiedo le dimissioni del Papa, perchè queste accuse, se fondate, non sono ammissibili per un Capo spirituale che è portatore di infallibilità, come recita la Dottrina Cattolica.
Franca Rame
SI VEDE UNA LEONESSA ALLA REGIONE LAZIO
EMMA BONINO
IO MI FIDO
FRANCA RAME
25 MARZO 2010 ORE 21: ECCO TUTTI I CANALI CHE TRASMETTERANNO SANTORO IN DIRETTA
La diretta è trasmessa poi da una fitta serie di tv locali. Nel Lazio da Tvr Voxson; in Lombardia da TeleLombardia, Canale 6 e Antenna 3; in Emilia Romagna da E' TV - Rete 7; e in Campania da Napoli Tivù.
Sul sito di Rai per una Notte è possibile cliccare sulla cartina dell'Italia e verificare, Regione per Regione, tutte le emittenti locali disponibili.
La diretta sul web è poi disponibile, oltre che sul sito Rai per una Notte, su antefatto.ilcannocchiale.it; repubblica.it; corriere.it; unita.it; sky.it; articolo21.info; youreporter.it; altratv.tv; macchianera.net; e tanti altri.
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Qui - divise per Regione - trovate invece le piazze italiane dove seguire la diretta in compagnia. Mentre qui, organizzate dal Popolo Viola, trovate le piazze delle principali piazze italiane.
I partecipanti alla trasmissione dal PalaDozza
Un'intervista di Benigni sulla libertà
Santoro: noi ci battiamo anche per Berlusconi
"Noi ci battiamo anche per Berlusconi, è una scelta sua, non nostra quella di essersi messo fuori da questa serata.
Travaglio: mi ricorda l'avventura de Il Fatto
Non è vero che la tv non sposta voti, chiedetelo a Berlusconi
Vauro: la carica dei 101? No di un milione
Carlo Verna (Usigrai): "Un fatto storico"
ALDO BUSI CACCIATO DALLA RAI: CHI TOCCA IL PAPA E' UNA STREGA DA BRUCIARE SUL ROGO
L’esercito degli sdegnati ha i forconi pronti: oggi la strega da bruciare si chiama Aldo Busi. Orrore, raccapriccio, disonore: lo scrittore è stato cacciato a divinis da tutti i programmi Rai. La vera colpa non è aver attaccato il Papa in prime time davanti a milioni di spettatori («Sono gli omofobi i veri pervertiti da curare, siano politici e preti. L’omofobo è un omosessuale represso» ha detto, tirando in ballo Ratzinger alla fine di una sparata furibonda in cui lo scrittore ha annunciato l’abbandono dall’Isola dei famosi, Rai2). L’imperdonabile è aver fatto sbriciolare (per una sera, per un giorno soltanto? Non importa) la fortezza del reality show. Doppio paradosso italiano: nei giorni dell’apocalisse dell’informazione - ossia dei talk show chiusi per volere del Re - la televisione va in tilt in quella parte del campo di cui il Re medesimo è campione assoluto. Peccato mortale numero uno: «Quando parlo di politica e letteratura, i cameramen se la danno a gambe levate. Il filtro è tale che mi sono prestato ad una pantomima di me e dell’intellettuale». Così disse il Busi furioso in collegamento dall’isola nicaraguense dove dinnanzi a centinaia telecamere piombate su un manipolo di pseudo o ex famosi che «fanno le marionette» e dinnanzi ad una Simona Ventura mai vista così sgomenta e vacillante.
«Non condivido una sola parola di quello che ha detto», ulula lei terrorizzata, non si sa se per paura delle ire d’Oltretevere o perché in un secondo le si è rotto il giocattolo. Ma l’autore di Sodomie in corpo non si ferma. Certo, l’occhio è roteante, ma le parole rimbombano lucide come non si è sentito mai sull’isola dei cosiddetti naufraghi: «La mia pantomima della cultura è durata fin troppo. Da un momento all’altro questa telecamere diventerà buia e io sparirò. Non adduco pretesti di salute, anche se un’infezione ce l’ho. Senza di me, che ho fatto il capro espiatorio, potranno scagliarsi l’uno contro l’altro. E vedremo la vera ipocrisia: i naufraghi sono tutti qua perché non hanno un cazzo da fare. Sono marionette di se stessi». E ancora: «La forma è il linguaggio. La mia sostanza sta nella forma. Il fatto che la mia forma sia sbagliata per lei, Ventura, e per la maggior parte degli italiani vuol dire che io la forma non la cambio. Questa nazione è indietreggiata di quindici anni anche per colpa vostra. Voi dovete essere ricoverati. Non c’è più cultura. Il paese è morto».
Tanto bastò. Il fatto è che nell’ultracolorato paradiso della tv-trash - in questo caso Isola dei famosi - è vietato anche solo sussurrare il nome del pontefice, è ovviamente peccato mortale accostare l’idea dell’omosessualità alla figura del santo padre, ma sono un tabù incrollabile anche la politica e tutto quello che non sia conforme alla geometria del nulla di cui si nutre il reality show e la mistica del televoto che la sottintende. In un colpo solo Busi Aldo, nato forse non per caso nel 1948 a Montechiari (Brescia) del reality è diventato un efficacissimo killer, perché il delitto avviene lì, in diretta: «Il mio mandato è esaurito. Non c’è più racconto. Temo che, se restassi, finirei per vincere. Ho partecipato per una rassegnata e decadente malinconia. Voglio dare l’esempio dell’anziano che si mette da parte. Sarebbe umiliante per me vincere questa piccola corsettina».
Per uccidere il reality le sue armi sono la politica e pure l’etica. Governo: «Io pago le tasse e sono orgoglioso di farlo. A cosa è servito Berlusconi, se non fanno questa legge delle aliquote al 23 e al 33%?». Opposizione: «Il Pd è inesistente. Finché la sinistra sarà clericale sarà solo una brutta copia della destra». L’ipocrisia omofoba: «Si finisce tutti single, prima o poi, e io voglio dire che il figlio adottato ritorna dall’uno o dall’altro. Perché io single non posso adottare un bambino o una bamina?». Certo, la domanda è: e tu perché sei finito lì? Avrà tempo per rispondere. Intanto parlano i giganti del pensiero che dirigono la Rai. «Il direttore di Rai2, Massimo Liofredi, sentito il direttore generale Mauro Masi, ha ravvisato nel comportamento di Busi palesi e gravi violazioni delle regole e delle disposizioni contrattuali. Pertanto, verrà escluso dalla partecipazione alle prossime puntate dell’Isola dei famosi e dalle altre trasmissioni della Rai». Prima di loro si sono espressi il destrissimo Storace, Butti e Saltamartini del Pdl, Cesa dell’Udc, in più il Codacons e il Moige. Come avevamo detto? L’esercito degli sdegnati.
TG2: SPOTTONE INFAME PER SILVIO: 3' 30" DI INTERVISTA IN GINOCCHIO, CON TANTO DI SIMBOLO. PAGA IL CONTRIBUENTE
Nessun contraddittorio, azzerati i talk show, Silvio è presente in tutti i maggiori Tg, con interviste in video o telefoniche. Con il simbolo a mo di spot. Una cosa indecente. E' molto interessante il profilo dell'intervistatrice di questo spottone di ben 3' e 33", tempo biblico per un tg. Intervistatrice Ida Colucci, vicedirettore del Tg2 . Ha fatto carriera come inviata raidue in Parlamento . Intervistatrice di fiducia del premier e spinta fortemente da Bonaiuti. Bonaiuti è l'addetto ufficio stampa di Berlusconi: da lui dipendono tutte le nomine. Andiamo alle domande della Colucci: Togliendo il punto interrogativo, le domande possono considerarsi asserzioni, come l'introduzione di un discorso che poi prosegue l'intervistato:
1a domanda:
Presidente Berlusconi, un'altra inchiesta che la riguarda alla vigilia di un'importante voto. Il guardasigilli Ministro Alfano, ha mandato gli ispettori a Trani.
il csm ha criticato l'operato. E' intervenuto anche il capo dello stato per ribadire l'autonomia di indagini e ispezioni
la preoccupa quest'inchiesta?
2a domanda:
la campagna elettorale Presidente, è stata fin qui contrassegnata da sentenze del tar. e poi ancora da inchieste giudiziarie. potrà influire sul voto tutto questo. Si potrà cioè verificare quella che ora si chiama la sindrome francese? un forte astensionismo già capitato oltralpe?
3a domanda:
Lei ha dato appuntamento a tutti i moderati per sabato 20 marzo a Roma in piazza S.Giovanni. E' una prova di forza e le chiedo una prova di forza vale anche per chi governa?
Analizziamole:
- Togliendo il punto interrogativo, le domande possono considerarsi asserzioni, come l'introduzione di un discorso che poi prosegue l'intervistato;
- Nella prima e seconda domanda, l'intervistatrice, ripete la parola Presidente, riferendosi a Berlusconi.
Nella prima domanda, chiama Alfano: il ministro guardasigilli e chiama in causa il capo dello stato per sottolineare il carattere istituzionale di Berlusconi.
- La terza domanda è preceduta da un vero e proprio appello :
"Lei ha dato appuntamento a tutti i moderati per sabato 20 marzo a Roma in piazza S.Giovanni." tant'è che Berlusconi non ha avuto il bisogno di ricordare la data e la città della manifestazione nella risposta.
Andiamo al video:
sul sito della Rai appariva il servizio completo dato alle 20,30
I primi due titoli di testa erano:
Berlsuconi: sconfessato csm
Napolitano: rispettare autonomia di indagini e ispezioni
Durante l'intervista si vedono due bandiere: europea e italiana sulla sinistra di Berlusconi, il simbolo del Pdl ben inquadrato sullo sfondo, ma in sovraimpressione c'è solo la scritta "Presidente del Consiglio"
Ancora una volta a sottolineare il profilo istituzionale.
subito dopo la prima domanda, c'è uno zoom
L'inquadratura è di nuovo sull'intervistatrice,
Berlusconi risponde sugli scandali e camera fissa su di lui.
All'attacco di questa frase che ha un intento propositivo e conclusivo:
"Noi torniamo in Piazza San Giovanni con lo stesso spirito di tre anni fa per la democrazia (..) l'amore vince sempre sull'odio."
all'attacco di questa frase, la telecamera riparte con un altro avvicinamento sul primo piano. Uno zoom più lungo, per stimolare un crescente interesse nello spettatore.
Non solo erano preparate le risposte, ma le domande della Ida Colucci, erano parte integrante delle risposte, scritte da un'unica mano di concerto anche con la regia televisiva.
Nessun contraddittorio, azzerati i talk show, Silvio è presente in tutti i maggiori Tg, con interviste in video o telefoniche. Con il simbolo a mo di spot. Una cosa indecente
GERMANIA: ACCESSO VIETATO AL RISTORANTE AGLI ELETTORI DEL PDL
BERLINO – E’ solo una foto, quella che vedete a fianco, ma è significativa. Si tratta di un cartello esposto da coloro che gestiscono un ristorante a Berlino e fotografata da un turista. E significative sono le scritte: “Berlusconi-elettori non benvenuti” e “Niente cervello-niente servizio”. A giudicare da come sono scritte, sembrano opera di qualcuno di madrelingua tedesca.
Il punto non è tanto il cartello in sè, che può essere valutato anche come goliardico o una boutade. E’ ciò che rappresenta: la sfiducia e il disprezzo verso gli italiani che eleggono come capo del governo una persona del genere. Infatti non è un caso isolato: di recente, durante la sfilata dei carri allegorici del carnevale di Dussldorf è stato mostrato un carro dove un mafioso sodomizzava un Berlusconi felice; a Berlino un altro carro mostrava sempre Berlusconi che nuotava in un mare di tette. Il nostro è l’unico capo di governo che non viene mai associato ad alcuna attività legislativa, positiva o negativa che sia.
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di: Antonio Rispoli
MINZO, IL MINISTRO DELLA PROPAGANDA
Lo sconcerto di Minzolingua di fronte a una notizia, per giunta vera, è comprensibile: per uno abituato a origliare dietro le porte mezze frasi riportate de re l a t o e a mettere tutto in pagina, la pubblicazione di telefonate intercettate che riportano dialoghi realmente accaduti dev’essere davvero sconvolgente. Ma quando avrà ripreso il controllo dei suoi nervi, l’amico Minzo – come lo chiama il padrone – sarà grato al Fatto per lo scoop sull’inchiesta di Trani. Perché, a quel che se ne sa, dimostra che anche lui, persino lui, subiva pressioni dal Banana. Volendo, potrebbe sfoderare l’alibi dei nazisti a Norimberga: “Obbedivo agli ordini”. E gliel’abbiamo fornito noi. Invece niente: anziché ringraziarci, peggiora la sua posizione spiegando che lui non ha bisogno di pressioni. Premere su di lui è fatica sprecata: lui si preme da sé. Uno non fa in tempo a dargli un ordine che lui l’ha già eseguito. Obbedisce ancor prima di ricevere la telefonata. Nega addirittura di sapere qualcosa dell’inchiesta, mentre l’hanno interrogato tre mesi fa. Ma allora dillo, benedetto ragazzo, che vuoi farti del male. Ma è proprio questa la costante dei gerarchetti che stanno saltando per aria l’uno dopo l’altro in questo crepuscolo di regime: la tendenza all’autodistruzione. Un suicidio collettivo. Stan facendo tutto da soli. Infatti Bersani si astiene: “Non so nulla e non dico nulla”. Te pareva. E l’impavido Calabrò giura: “Mai fatto censure pre ventive”. Solo successive. Manca soltanto che Angelino Jolie mandi gli ispettori a Trani, per completare il presepe. Un presepe che non necessita di intercettazioni, per chi non ha proprio gli occhi foderati di prosciutto, anzi di gelatina. Cosa fosse l’Agcom (salvo un paio di commissari), cioè un plotone di esecuzione dei partiti contro A n n o ze ro e quel po’ che resta di libera tv, l’avevano capito tutti tranne il Quirinale, sotto la cui egida operano le cosiddette Authority indipendenti. Quale fosse la delega di Innocenzi, già beccato a chiamare “Grande Capo” il Cainano per cooperare alla caduta del governo Prodi. Quale fosse la mission del Tg1 di Scodinzolini, già rubrichista di Panorama a libro paga del premier. C’era bisogno delle sue telefonate con Berlusconi, dove non si capisce bene dove cominci uno e finisca l’altro, e soprattutto chi prema su chi? Ha ragione il Direttorissimo (come lo chiama Silvio nell’intimità): i suoi celebri editoriali parlano per lui. Serve una sputtanatina alla D’Addario o a Spatuzza? Pronta in tavola. Una pompetta funebre per Craxi? Fatta. Un servizietto contro le intercettazioni? Eccolo servito. Era tutto chiaro, lampante, solare pure senza nastri. Ce n’era abbastanza anche l’altroieri per accompagnare alla porta i garanti che non garantiscono se non il padrone, i giocatori travestiti da arbitri, i giornalisti che raccontano notizie false e occultano quelle vere. Ma, in questo paese di ipocriti e di santommasi che non credono finché non toccano, ecco, ora c’è pure la pistola fumante (l’ennesima, non bastando le telefonate del caso Saccà e quelle del crac Hdc): la prova provata dell’editto bulgaro permanente in cui langue l’Italia da 8 anni. Con l’aggravante che nel 2002 un Banana ancora acerbo diramò l’ukase pubblicamente da Sofia, a favore di telecamera. Ora fa tutto in segreto, lontano (pensa lui) da orecchi indiscreti. E ora lo aiutano pure gli arbitri che dovrebbero impedirglielo. È pure chiaro perché hanno chiuso i programmi di approfondimento: per evitare che qualcuno tiri fuori le notizie vere da sotto il tappeto di Minzolingua. Ed è chiarissimo il perché della legge sulle intercettazioni: questi gentiluomini sono così abituati a violare le leggi che non riescono a fermarsi. Delinquono sempre, di giorno e di notte, al coperto e indoor, in piedi e seduti, soprattutto al telefono. Dopo anni di inchieste basate sulle intercettazioni, potrebbero tentare di evitarle non dico comportandosi bene (sarebbe troppo), ma almeno usando i pizzini alla maniera di Provenzano (che infatti la fece franca per 43 anni). Invece no: continuano a delinquere via cavo e a farsi beccare. È l’o ra dell’ottimismo: una retata li seppellirà.
NEL NOME DI PEPPINO IMPASTATO, RADIO ONDA PAZZA NON DEVE CHIUDERE
.......Mi chiamo Michele Langella, un giovane di 26 anni, presidente dell’associazione Arci San Giovanni, un’associazione che lavora nell’ambito dell’anticamorra e con minori a rischio nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli. La nostra presenza sul territorio ci ha sempre contraddistinto dagli altri per la sua autonomia e l’impegno gratuito di chi crede ancora nei sani valori della legalità che i nostri giovani soci hanno profuso nel corso di questi anni. La nostra associazione ha sempre creduto che l’antimafia non è fatta solo di slogan e manifestazioni, ma soprattutto di un impegno costante sul territorio, a contatto con le fasce sociali più a rischio , con i ragazzi e i giovani di tutte le età. San Giovanni a Teduccio, nonostante sia stato uno dei quartieri operai della città fino agli anni ’80, attualmente giace in una situazione di assoluto degrado sociale, sia per la classe politica che lo governa e che non svolge il proprio dovere, sia per il diffondersi di una sub cultura camorristica che riconosce nella camorra un ruolo di potere e uno stile di vita. In questo contesto così difficile interviene la nostra associazione, attraverso percorsi di legalità all’interno delle scuole, attraverso il dialogo con le persone e attraverso la web-radio anticamorra “Onda Pazza”, fondata nel novembre del 2007.
Purtroppo, però, a causa dei debiti accumulati negli ultimi tempi, non possiamo più portare avanti le nostre attività e tutti i nostri sforzi saranno resi vani e i ragazzi che continuiamo a seguire, sia la mattina per attività contro la dispersione scolastica, sia il pomeriggio per laboratori creativi e ricreativi, gratuitamente, perderanno quello che è diventato negli anni un loro punto di riferimento.
Vi chiediamo umilmente un contributo economico che ci permetta di proseguire con le nostre attività e di mantenere aperto un luogo fondamentale per quei tanti ragazzi che rischiavano e rischiano tutt’ora di essere affascinati da modello ormai troppo diffuso a Napoli che è lo stile camorrista.
NAPOLITANO GARANTE DI BERLUSCONI, NON DELLA COSTITUZIONE
Pubblichiamo un intervento audio di 15 minuti di Antonio Tabucchi a commento del decreto salva-liste approvato dal governo e controfirmato dal Presidente della Repubblica. Ne riportiamo qui alcuni passaggi: “Un'altra legge vergogna. Ritengo responsabile in prima persona Giorgio Napolitano. Per gli esegeti del regime non poteva non firmare. Invece poteva, bastava che volesse. Le leggi razziali nel '38 non le firmò Mussolini, ma Vittorio Emanuele III. Nelle vere democrazie l'operato del Presidente della Repubblica è sottoposto alle giuste critiche dell'opinione pubblica, ma in Italia non si può, è lesa maestà. Napolitano, questa volta in maniera flagrante, ha rotto i patti con gli italiani. Oggi, con questa legge illegale e totalitaria, quando ci dice che, fra le regole della legge e il dover impedire ai cittadini di votare una lista, lui sceglie di rompere le regole perchè sono una forma, ebbene io rispondo che tutte le leggi che abbiamo sono una forma, anche la Costitituzione è una forma perche è fatta di regole. E se si rompono le regole della Costituzione si rompe la Costituzione. In questo momento storico Napolitano non è garante della mia Costituzione, mi pare si sia fatto garante di Berlusconi. Se Napolitano non capisce che deve prima di tutto difendere la Costituzione con le sue forme, nessuno lo obbliga a stare al Quirinale: è un dovere e questo dovere richiede molta, molta attenzione, perchè ormai in Italia la Costituzione è stata divorata”.
Scarica l'intervento integrale in mp3
Di Tabucchi da MicroMega
SALVIAMO ALMENO I MORTI!
[POLVERINI VIDEO STRACOMICO IMPERDIBILE]"WE ARE THE WORLD FOR POLVERINI!
[URANIO IMPOVERITO] EUGENIO CAMPUS "IL PETTINE SENZA DENTI" : PRESENTAZIONE CON FRANCA RAME E DARIO FO
25 novembre 2009, alla "Feltrinelli" di Milano prima uscita ufficiale del romanzo "Il pettine senza denti" di Eugenio Campus alias Sergio Casu. Libreria piena, tragica testimonianza di Franca Rame sul suo lavoro nella XV legislatura della Commissione Senato sull'uranio impoverito, segreti da sopportare," i due anni più brutti della mia vita" dirà in conclusione. Dario Fo interviene dal pubblico controbattendo con tono sostenuto alle dichiarazioni del Generale medico della Difesa dott.Tomao, relatore scientifico insieme alla dott. Gatti fisico e bioingegnere dell'università di Modena. Interviene Bettina Pitzurra raccontando i dieci anni del nostro lavoro sulle scomode verità del Poligono più grande d'Europa: Quirra. E' lì che la dott. Gatti offre la sua piena disponibilità a venire in Sardegna per un confronto sul tema, ed è da lì che l'Associazione Culturale "ORREA" muove i suoi primi passi per la conferenza del 30 gennaio 2010. Inutile raccontare le difficoltà che abbiamo dovuto incontrare per promuovere l'evento. Uno stupore enorme per noi spuntare alla fine l'aula Polivalente del Comune di Villaputzu e200 sedie; tutto pieno, gente in piedi, nelle scale e sul soppalco, giornalisti e televisioni presenti, un sindaco e nessun militare nonostante l'invito. In apertura il perchè un'Associazione di San Vito si muove a Villaputzu, nelle parole di Massimiliano Meloni "E' importante che il valore delle nostre comunità emerga senza campanilismi, con il desiderio di allargare le collaborazioni". "ORREA" è nata per un maggiore approfondimento della cultura sarda e la situazione di Quirra ha mosso in noi l'intento di scoprire una verità che non arriva mai, o non vuole essere fatta arrivare ai cittadini comuni. La nostra Bettina Pitzurra apre con un' intervista allo scrittore che illustra il libro dove vengono riportati i segreti del poligono militare a causa dei quali tutto muore in un larghissimo raggio: ambiente, animali e persone. Un romanzo vive di più di un articolo sul giornale o di un servizio televisivo, conclude l'autore. Si alternano gli interventi: il Dott. Pili, oncologo ed ex sindaco di Villaputzu, il primo a denunciare nel 2001 i primi 10 casi di leucemia e llinfomi a Quirra e la sua condanna per "fatti collaterali" a otto mesi dal Tribunale di Cagliari. Vorrebbe un referendum sul si o no alla base militare, ma è ancora presto secondo noi. A seguire la tenace Mariella Cao, portavoce del Comitato "Gettiamo le Basi" sull assenza di serietà dell'attuale Commissione di Monitoraggio: sono morti a Quirra 23 militari e più di 40 civili , parla della violazione delle norme internazionali che impongono "gli Stati, a seconda delle loro possibilità, devono applicare largamente misure di prevenzione per proteggere l'ambiente. In caso di minaccia ,di danni gravi o irreversibili, l'assenza di certezze scientifiche assolute non deve servire da pretesto per ritardare l'adozione di misure convenienti mirate a prevenire la degradazione dell'ambiente" (Protocollo di Rio de Janeiro 1992). Per la Dott.ssa Gatti, Quirra è un laboratorio a cielo aperto, le nanoparticelle da lei scoperte viaggiano compromettendo la salute umana, animale e vegetale, alterando anche la catena alimentare " mi hanno portato in un territorio denominato "il fornello" in sandaletti e maniche corte, lì avvengono le detonazioni dei materiali inesplosi durante le sperimentazioni, e non cresce un filo d'erba: mi sono arrabbiata molto con i militari". Il suo supporto scientifico è infinito, come i suoi incarichi in tutto il mondo, anche per le torri gemelle a New York. Si potrebbe lavorare in sicurezza dal momento che i paesi devono dotarsi di misure di difesa,sono le sue idee. Certo per noi trattasi di offesa e non di difesa. Un sogno possibile lo esprime il fisico dell'Università di Cagliari Luciano Burderi, sull'indipendenza energetica in Sardegna, anche come fonte di guadagno, in un progetto esposto a tutti con delle diapositive mostranti un piccolo punto di risorsa sulla nostra carta geografica. Almeno si realizzasse al posto delle basi! Ha proposto un recente studio epidemiologico il fisico Massimo Coraddu dell'Università di Cagliari: considerando solo le leucemie su un campione di 400 abitanti a Quirra e dintorni, si arriva a dati superiori 16 volte il dato nazionale. Parla del rischio di inquinamento delle acque de "Sa Maista" che alimentano il territorio di Villaputzu. Alle nove il dibattito era ancora in atto, coordinato magistralmente,come tutta la serata, da Bettina, che ha espletato perfettamente il compito di moderatrice e di cui ricordiamo l'incipit d'apertura:" Il nostro paradiso sardo riserva sacche d'inferno che noi non abbiamo nè progettato, nè realizzato, lo hanno fatto altri regalandoci servitù mentale e un circuito mortale che solo la conoscenza e la bellezza possono elevare fino alla liberazione". Che questo sia l'inizio per i sardi di un'unione per una causa giusta e per altre ancora aperte. Con la collaborazione di Marcella Secci e Giorgio Deiana.
MILANO PIAZZA DUOMO 1 MARZO ORE 18.00: SCIOPERO IMMIGRATI CON FRANCA RAME E DARIO FO
..... Ci sono giorni che hanno il potere di fare una differenza, il prossimo primo marzo è uno di questi.
Probabilmente un solo sciopero non cambierà quasi nulla delle condizioni materiali delle migliaia di lavoratori migranti eppure c'è la necessità di tirare un sasso nello stagno dell'indifferenza, dello sfruttamento brutale nascosto dietro una patina di normalità, delle arance macchiate di sangue di Rosarno degli stupri, delle violenze e dei morti nei CIE, delle persecuzioni di tutti quelli, indigeni o migranti, che provano a rialzare la testa.
24 ore di astensione dal lavoro dei migranti per ribadire diritti fondamentali: alla vita, al lavoro, a condizioni di esistenza dignitose, che dovrebbero essere patrimonio di ogni essere umano, perché nessuna legge o nessuna disposizione amministrativa dovrebbe poter condannare una persona alla detenzione ed alla deportazione solo per la propria provenienza o pelle. Una giornata a vantaggio dei migranti ma non solo, perché non sono solo i migranti ad essere ostaggio di una retorica parafascista, diffusa a destra come a sinistra, che vuole il diverso come un perenne nemico, perché non sono solo i migranti ad aver paura dei venti xenofobi che fischiano in Europa perché un nemico torna sempre comodo, oggi il migrante, domani la donna, il dissidente, l'antifascista o il disfattista.
In un certo senso il 1 marzo è un giorno per tutti quanti quelli che non sono ulteriormente disposti a tollerare che vite umane vengano distrutte e calpestate in nome del profitto.
Appuntamenti :
26-02 h 21.00 incontro sullo sciopero @ kinesis tradate
27-02 h 15.00 presidio @ cologno monzese