Girando di qua e di là, ho trovato questo vecchio articolo dell'85, che mi ha fatto sorridere... ve lo passo. Non si può essere sempre seri!!!! baci franca L’Espresso 17/11/1985
DIECI CONSIGLI ALL’ANGELO DEL FOCOLARE . A Franca Rame, attrice e donna da sempre attenta alla condizione femminile, abbiamo chiesto di stilare una Carta dei Diritti della Casalinga. Pare sia vero: le donne stanno tornando a casa. Lo dicono gli uomini senza parole, basta guardarli: rilassati. Tracotanti in abiti in ordine, camicie stirate. Lo ribadisce la femminista che guardavi con ammirazione per la sua determinazione: sai mi sono sposata, no, non con Luigi, no, non con Antonio… no Luisella l’ho lasciata da un pezzo… è stata una parentesi conoscitiva. Ora sto a casa. Dio che sbragamento! Peccato! Dall’alto della mia stressante esperienza trentennale di “lavoro e famiglia” cercherò di mettere insieme consigli utili per tutte le nostre sorelle tornate ad indossare le ali dell’angelo del focolare nelle loro case doppi servizi con cucinotto.
1. Dai danari che il nostro maschiaccio, sudandoli nelle intemperie delle metropoli, ci consegna per il mese, togliere in gran segreto , facendo salti mortali nel caso fossero pochi, un tot mensile adeguandolo annualmente con i dati Istat sull’inflazione. Vi dirò più avanti che uso farne.
2. Non rinunciare per nessuna ragione al mondo, come ogni domestica sindacalizzata, alle tre ore di riposo pomeridiano ed al riposo estivo.
3. È inutile pretendere collaborazione domestica dai maschi di casa. L’uomo si è rimpossessato del suo ruolo e quindi ti ripagherà con teneri baci e ti permetterà di giocare con la sua codina (il diavolo ce l’ha di dietro e il maschio davanti) tutte le volte che lui ne avrà voglia.
4. Cerca di non farti “mangiare” dalla casa. In quelle tre ore di riposo esci, corri, nuota e balla conservandoti fisicamente meglio che puoi.
5. Stai attraversando un momento difficile? Lui non è più quello di prima? Accusa forti dolori cerebrospinali con risentimento al parietale, proprio pochi istanti prima di andare a letto? Si gira dall’altra parte offrendoti quel suo deretano da badessa? Non ti preoccupare, non è malato. È solo innamorato. Di un’altra. Stai calma, può darsi che torni.
6. Se però alle tue lamentazioni dapprima accorte e velate non risponde, passa risoluta a quelle più esplicite, fino a trasmutarle in scenate da melodramma monteverdiano con lancio d’oggetti frangibili in quantità industriale. Poi vedrai che al grido di « mi butto dalla finestra» si deciderà finalmente a sussurrarti: parliamone cara. Io ti amo più di prima. Sei il mio rifugio segreto, tu per me sei tutto, come mia madre ». Se la sequenza sarà questa, allora rassegnati, non c’è più niente da fare. Con te non intende più compiere quegli atti lascivi e peccaminosi, oscuri e scurrili che rendono se non vivibile, almeno sopportabile un rapporto di coppia.
7. A questo punto, piangi, urla pure disperata, ma intanto conta i denari di cui ti avevo accennato al paragrafo 1 e corri dal più rinomato plasticaro a farti togliere quei dieci anni di lavoro ingratificato, di delusioni e di «porco qui e porco là». Anche i seni? Ma sì, anche quelli: due punti taglia e cuci! E oplà!
8. Restaurata di fuori scoprirai che anche dentro qualcosa è cambiato. E vedere che gli uomini ti guardano ancora ti farà scattare i muscoli dei lombi, illuminare gli occhi e volare i capelli, se ti imbatterai in un esemplare non male di homus simpaticus-affabilis-sapiens, reperto classico di deluso da ventenni sfacciate e sode ma un po’ stronzette, vedrai che ti punterà gli occhi negli occhi, poserà il suo testone nel tuo senino pimpante… e t’amerà, t’amerà, t’amerà… Fino a quando, beh, non importa, il momento nero è passato.
9. Hai ripreso a sorridere. E ad aspettare quelle tre ore di libertà quotidiana. Come dice Marivaux in “L’Arlecchino educato dall’amore”: «L’illusione se ben vissuta e resa credibile, è più dolce e reale di una vita impossibile e mal vissuta senza spazio d’immaginazione».
10. Attenzione, tutti questi amichevoli consigli possono servire a tutte l elitre donne, quelle che lavorano, che stanno gomito a gomito con l’uomo, sposate e no.