[VIDEO] Il Teatro di Franca Rame e Dario Fo - "Il tempio degli uomini liberi – Il Duomo di Modena "

Il Duomo di Modena letto da Dario Fo come uno straordinario libro di pietra sul quale un’intera comunità, alla fine dell’XI secolo, ha scolpito la propria storia di fatiche e di lavoro ma soprattutto di lotta per prendere coscienza della propria forza e conquistare la libertà dai signori feudali.

"Il Duomo di Modena è stato dichiarato "patrimonio dell'umanità" dall'Unesco, un riconoscimento che merita di essere non soltanto applaudito, ma soprattutto descritto e rappresentato. Di certo questa e un'opera d'arte straordinaria, ma in Italia di monumenti di grande valore ne esistono a migliaia. E allora cosa distingue questo capolavoro e lo rende unico, inarrivabile nel mondo intero? Esattamente, oltre la magnificenza dell'architettura e delle decorazioni scultoree, la sua storia e ciò che rappresenta. Il Duomo di Modena è un libro di pietra, ed è anche qualche cosa di più della Biblia pauperum, cioè una bibbia dei poveri, come la definivano i romantici dell'Ottocento."
Dario Fo

La prima parte del video da Youtube...

Il DVD con l'opera completa lo trovate su commercioetico.it

I video da Youtube
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - prima parte

Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - seconda parte
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - terza parte
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - quarta parte
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - quinta parte
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - sesta parte


[VIDEO] Il Teatro di Franca Rame e Dario Fo - "Ubu Roi"

Una versione riveduta e corretta della celebre opera scritta da Alfred Jarry nel 1896, "ribassata" per adeguarla alla statura del presidente del Consiglio in carica al momento della messa in scena.

Introduzione e prima parte dello spettacolo - Rimini, 28/06/2003

Il DVD con l'opera completa lo trovate su commercioetico.it

I video da Youtube
Ubu Roi - prima parte
Ubu Roi - seconda parte
Ubu Roi - terza parte
Ubu Roi - quarta parte

Anno: 

QUANDO LA RUSSA ERA CHIAMATO "LA RISSA" E I SUOI COMPAGNI TIRAVANO BOMBE

“Vigliacchi, siete dei vigliacchi ad andare in piazza con la faccia nascosta”. Ignazio La Russa non è riuscito a trattenersi. Durante Annozero lo studente della Sapienza Luca Cafagna non ha espressamente condannato gli episodi di violenza andati in scena a Roma martedì eil ministro lo ha interrotto bruscamente, gridando con rabbia tutto il suo disappunto (Guarda il video). Questa è “apologia di reato”, ha urlato saltando in piedi e raggiungendo Michele Santoro al centro dello studio. E rivolto allo studente: “Zitto, vigliacco, andate contro ragazzi che fanno il loro dovere (gli agenti delle forze dell’ordine,ndr) e andate in piazza con la faccia nascosta”. Cafagna è troppo giovane per ricordarsi di Ignazio Benito Maria La Russa che, segretario regionale del Fronte della gioventù, andava insieme ai suoi camerata fuori dalle scuole e nelle piazze milanesi armati di catene e coltelli. C’è una foto in cui La Russa è al fianco di Ciccio Franco, caporione della rivolta di Reggio, e con i leader del Msi milanese: è una immagine del 12 aprile 1973, nella manifestazione indetta dal Movimento sociale “contro la violenza rossa” furono lanciate due bombe a mano Srcm che uccisero il poliziotto Antonio Marino di 22 anni.

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La Russa e compagni si conquistarono la prima pagina de La Stampa di domenica del 22 aprile 1973 (Leggi il pdf 1): l’attuale ministro era indicato tra i “responsabili morali” del lancio della bomba che costò la vita all’agente (Leggi il pdf 2).

Erano tempi in cui La Russa aveva una chioma lunga e fluente, con barba ben curata e i soliti occhi luciferini che incitava alla lotta contro il comunismo e alla libertà. Ne esiste una straordinaria testimonianza nel film “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio (Guarda il video). La pellicola, del lontano 1972, comincia con un comizio del giovane La Russa in piazza Castello. Erano tempi di forti scontri. Di La Russa si ricorda anche Sergio Cusani, allora coordinatore del movimento studentesco della Bocconi. “Vidi quegli occhi inquietanti volti verso di noi”, ha raccontato Cusani all’Espresso nel 2000. “Poi qualcunò gridò: ‘hanno la pistola’. Tirai giù Gianni Vallardi, che oggi è un dirigente della Rizzoli, e sentii dei colpi. Restati stordito dalla violenza di quel gesto. Solo più tardi mi resi conto che ci avevano sparato con una scacciacani”. Erano trenta anni fa ma a Milano se ne ricordano tutti. Tranne il diretto interessato che invece accusa lo studente di oggi di aggredire la polizia a volto coperto ma va invece molto d’accordo con il collega dell’esecutivo, Roberto Maroni. Lo stesso che a un poliziotto morsicò il polpaccio ed è stato condannato in primo grado a resistenza a pubblico ufficiale a otto mesi, pena poi ridotta in Appello e confermata anche in Cassazione.

Questione di memoria, forse. Anche sulla presunta “apologia di reato” in cui sarebbe incappato lo studente ad Annozero per non aver condannato gli atti di violenza di martedì. A La Russa saranno sfuggite le dichiarazioni del compagno di governo Umberto Bossi, forse (Leggi l’articolo). Il Senatùr dal 1993 non perde occasione per tirar fuori fucili, rivolte popolari, bombe a mano e rivoluzioni.

“Quando avremo perso tutto, quando ci avranno messo con le spalle al muro, resta il fatto che le pallottole costano 300 lire”, disse nel settembre del 93. L’anno dopo: “Se non avessimo impedito la rivolta si sarebbe incendiato tutto il Nord. E se in Sardegna, un’area isolata, qualche mitra lo puoi trovare, in Lombardia trovi tutto, dai cannoni agli aeroplani, tutto quello che vuoi. Se esplodeva la rivolta nella bergamasca, spazzava via la Lombardia che al quinto giorno si sarebbe sollevata in armi contro il regime”. Una lunga collezione di dichiarazioni mai bollate come “apologia di reato” dal distratto La Russa. Il 18 aprile del 1998 Bossi riuscì a spiegare egregiamente il suo pensiero: “Amici magistrati, il rischio è che ci sia una Pasquetta, ma più che una Pasquetta come quella del 1916 in Irlanda: non verrebbero 1.500 uomini a imbracciare il fucile; saranno 150 mila e il giorno dopo un milione e poi… verrà la libertà della Padania. Non obbligate il popolo in un vicolo chiuso, perché è molto più forte di voi”. Solo per ricordare alcune delle tante frasi del leader leghista inneggiati alla rivolta armata. Quando appena due anni fa Bossi disse che “se necessario potremmo anche imbracciare i fucili”, La Russa liquidò la frase come un “modo colorito di esprimersi in un comizio”. Nulla di grave.

DA Il Fatto


[VIDEO] Dario Fo e Franca Rame "Morte accidentale di un anarchico" - 1970

Anno: 

[VIDEO] Franca Rame in "Coppia aperta, quasi spalancata"

Una commedia straordinaria scritta da  Dario Fo, interpretata da Franca Rame, Giorgio Biavati e Fabio Bonini e recitata in ogni angolo del mondo.
Il video della prima parte dello spettacolo di "Coppia Aperta, quasi spalancata"...
 
L'opera "Coppia Aperta, quasi spalancata" in dvd e libro lo trovate su commercioetico.it
 

"L'ITALIA? UN PAESE DI UOMINI PICCOLI" (MARGARET THATCHER)

Repubblica delle Banane[...] Attualmente il termine è entrato nel vocabolario di tutti i giorni per indicare genericamente un regime dittatoriale e instabile, dove le consultazioni elettorali sono pilotate, la corruzione è ampiamente diffusa [...]. Per estensione il termine è occasionalmente usato per definire governi dove un leader forte concede vantaggi ad amici e sostenitori senza grande considerazione delle leggi e mettendo alla porta coloro che non l'hanno votato.Caratteristiche della Repubblica delle Banane: Collusione fra Stato ed interessi monopolistici [...]. Svalutazione della moneta.
Cleptocrazia.
[...] I membri del parlamento saranno per la maggior parte in vendita e consultati soltanto per scopi cerimoniali o per ratificare le decisioni già prese altrove. Il 14 dicembre 2010, il Parlamento ha votato sulla mozione di sfiducia al governo Berlusconi. Al Senato della Repubblica, il governo ce l'ha fatta ampiamente, con 162 voti a favore, 135 contrari e 11 astenuti.

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Più combattuto l'esito alla Camera dei deputati: 314 voti a favore, 311 contrari, 2 astenuti. Dopo settimane di accuse reciproche (non ultime quelle su una presunta, ipotetica "campagna acquisti"), si sfiora la rissa e non mancano ... frasi affettuose: La finiana Catia Polidori vota per il governo e in Aula si scatena la bagarre. "Conte le ha dato della ***** e questo ha provocato baruffa in aula", racconta la deputata Pdl Nunzia De Girolamo.
(
da Catia Polidori da Berlusconi dopo il s al governo. Barbareschi: siamo alla corruzione*-*Il Messaggero)

"Dimettiti *******azzo"! Il presidente della Camera Gianfranco Fini esce dall'Aula accompagnato da un cordone di commessi dopo l'esito del voto sulle mozioni di sfiducia al governo. [...] Alcuni deputati del Pdl, mentre passa attraverso il Transatlantico gli urlano: ''Dimettiti *******azzo''.
(Berlusconi punta l'Udc e la Lega apre - Italia - l'Unità)

Al centro dell'attenzione, alcuni deputati il cui voto o la cui astensione, entrambi favorevoli al governo, vengono ritenuti fondamentali ed "inspiegabili", considerate le loro storiche o recenti posizioni politiche: Bruno Cesario, Massimo Calearo, Domenico Scilipoti, Antonio Razzi, Giampiero Catone, Maria Grazia Siliquini, Catia Polidori (favorevoli); Silvano Moffa, Antonio Gaglione (astenuti).

Bruno Cesario (Portici, 30 aprile 1966) [...] alle elezioni politiche del 2008 viene eletto alla Camera dei deputati nella lista del Partito Democratico [...].
Nel novembre 2009 lascia il PD e passa all'Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli.
Nel settembre 2010 lascia l'Alleanza per l'Italia.
Il 9 dicembre 2010, con l'avvicinarsi della votazione sulla mozione di sfiducia al Governo Berlusconi IV, dà vita al Movimento di Responsabilità Nazionale insieme con Domenico Scilipoti e Massimo Calearo.
(da Bruno Cesario - Wikipedia)

Massimo Calearo Ciman (Vicenza, 23 novembre 1955) [...] nel marzo 2008, dopo aver valutato richieste di candidatura provenienti da più parti politiche, [...] ha accettato la candidatura a capolista per il Partito Democratico nella circoscrizione "Veneto 1" ed è stato eletto alla Camera dei deputati [...].
Nel novembre del 2009, dopo la vittoria di Pier Luigi Bersani alle primarie, lascia il Partito Democratico, dichiarando di non essere mai stato di sinistra. È fra i promotori del movimento politico di Alleanza per l'Italia insieme a Francesco Rutelli, [...].
Il 28 settembre 2010 abbandona l'API di Rutelli per rientrare nel Gruppo Misto. [...]
Il 9 dicembre 2010 con l'avvicinarsi della votazione sulla mozione di sfiducia al Governo Berlusconi IV, dà vita al Movimento di Responsabilità Nazionale insieme con Bruno Cesario e Domenico Scilipoti. Il 14 dicembre 2010 vota contro la mozione di sfiducia al governo Berlusconi.
(da Massimo Calearo - Wikipedia)

Domenico Scilipoti (Barcellona Pozzo di Gotto, 26 agosto 1957) [...] alle elezioni politiche del 2008 viene eletto alla Camera dei deputati nella lista dell'Italia dei Valori [...].
Nel dicembre 2010 con l'avvicinarsi della votazione sulla mozione di sfiducia al Governo Berlusconi IV, lascia l'Italia dei Valori e passa al Gruppo Misto. Il 9 dicembre 2010 dà vita al Movimento di Responsabilità Nazionale insieme con Bruno Cesario e Massimo Calearo. [...]
Il 12 dicembre Scilipoti annuncia che voterà la fiducia al governo e farà di tutto per essere lì in quel momento, anche se malato. [...] Il 14 dicembre 2010 ha votato contro la sfiducia al Governo Berlusconi IV.
(da Domenico Scilipoti - Wikipedia)

Antonio Razzi (Giuliano Teatino, 22 febbraio 1948) [...] alle elezioni politiche del 2006 viene eletto alla Camera dei deputati nella lista dell'Italia dei Valori [...] e confermato alle elezioni politiche del 2008.
Il 17 settembre 2010 Razzi denuncia pubblicamente una presunta compravendita di deputati da parte del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dichiarando: "Si è parlato anche di pagarmi il mutuo e darmi un posto nel governo, ma la proposta più concreta è stata la rielezione sicura".
Nel dicembre 2010, con l'avvicinarsi della votazione sulla mozione di sfiducia al Governo Berlusconi IV, Razzi lascia l'Italia dei Valori e passa a Noi Sud. [...]
Il 14 Dicembre vota contro la sfiducia al governo Berlusconi.
(da Antonio Razzi - Wikipedia)

Giampiero Catone (Napoli, 1 giugno 1956) [...] il 23 settembre lascia il PDL per aderire [...] a Futuro e Libertà per l'Italia.
Il 9 maggio 2001, a pochi giorni dalle elezioni politiche, Catone candidato CCD viene tratto in arresto e condotto in carcere insieme al fratello e ad altre dodici persone. L'ipotesi di reato della Procura di Roma è associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso, false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta pluriaggravata: due bancarotte da 25 miliardi di lire l'una e 12 miliardi di finanziamenti a fondo perduto dal ministero dell'Industria ottenuti secondo l'accusa con carte e perizie false, che consentivano alle società amministrate da Catone d'incassare più volte lo stesso contributo per un "polo tessile aquilano" mai esistito.
Uno degli episodi contestati riguarda il tentativo messo in atto dal gruppo Catone di acquisire una società la Iris Moda nonostante il rifiuto del titolare. Secondo i giudici, il gruppo avrebbe creato un falso amministratore nella documentazione presentata per ottenere il finanziamento.
Catone è anche coinvolto nel fallimento dell'Abatec, azienda di Chieti di cui Catone era amministratore. Avrebbe dovuto produrre macchinari ad alta tecnologia per la lavorazione dei pannolini, ma viene dichiarata fallita dopo un aumento di capitale deliberato prima ancora che fossero sottoscritte le quote sociali sono sparite tramite il sistema delle scatole cinesi le cinesi attuato da una manciata di società off shore. Per queste vicende Giampiero Catone è stato rinviato a giudizio. Per il caso quello per Abatec, il giudice definisce il gruppo all'opera "associazione a delinquere Catone".
I reati di cui viene accusato vengono in seguito estinti grazie alla prescrizione.
(da Giampiero Catone - Wikipedia)

Maria Grazia Siliquini (Torino, 15 aprile 1948) [...] aderisce al CCD, e nel 1994 è eletta al Senato della Repubblica per il Polo delle Libertà, [...].
Nel 1996 è rieletta al Senato della Repubblica per il CCD, nel Polo delle Libertà, ma dopo circa un anno aderisce ad Alleanza Nazionale. [...]
Nel 2001 confermata al Senato della Repubblica. [...]
Nel 2006 è eletta alla Camera dei deputati [...] nella lista di AN. [...]
Nel 2008 è eletta nel PDL alla Camera dei deputati [...].
Nel maggio del 2010 entra a far parte di Generazione Italia, come membro del direttivo nazionale. [...]
Il 30 luglio decide di uscire dal PdL e dal suo gruppo parlamentare per aderire a quello finiano di Futuro e Libertà per l'Italia. Il 14 dicembre 2010, al momento di votare contro la fiducia al governo Berlusconi, come faranno i suoi colleghi di Fli, si tira indietro, dichiarando alla Camera: "Voto la fiducia perché l'ho già fatto il 29 settembre e da allora non è cambiato nulla", e annunciando il rientro nel PDL.
(da Maria Grazia Siliquini - Wikipedia)

Catia Polidori (Città di Castello, 3 luglio 1967) [...] alle elezioni politiche italiane del 2008 è stata candidata alla Camera dei deputati nelle liste del Popolo della Libertà, ed eletta nella circoscrizione Veneto 2. [...]
Nota per essere una fedelissima di Gianfranco Fini, nell'agosto del 2010 abbandona il gruppo parlamentare del PdL per aderire a quello di Futuro e Libertà per l'Italia. Il 14 dicembre 2010, tuttavia, vota contro la sfiducia al Governo Berlusconi IV, andando contro il suo partito e contro quanto dichiarato da lei stessa il 2 dicembre.
(da http://it.wikipedia.org/wiki/Catia_Polidori)

In riferimento alle indiscrezioni che attribuiscono perplessità a Catia Polidori circa la mozione di sfiducia annunciata da Fli insieme ad Udc ed Api, la stessa Polidori dichiara: ‘La notizia è del tutto destituita di fondamento. Il gruppo di Futuro e Libertà per l’Italia è coeso e compatto’.
(da E vi chiedete perché Berlusconi vince? « Irradiazioni)

"Il voto della Polidori è vergognoso, ha avuto pressioni - attacca Luca Barbareschi, deputato di Futuro e Libertà - [...]. Persone come la Polidori è meglio perderle per strada. Ieri aveva confermato il no alla fiducia e poi stamattina ha detto che aveva problemi con il Cepu. Ma vi rendete conto che cosa sta succedendo? Siamo alla corruzione di Pubblico Ufficiale".
(da Catia Polidori da Berlusconi dopo il s al governo. Barbareschi: siamo alla corruzione*-*Il Messaggero)

Silvano Moffa (Roma, 21 aprile 1951) [...] alle elezioni politiche italiane del 2006 viene eletto deputato con Alleanza Nazionale. [...]
Viene rieletto nel 2008 alla Camera dei deputati con il Popolo della Libertà nel collegio Lazio 1. [...] Il 30 luglio 2010 aderisce al gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia e il 23 settembre diventa portavoce dei gruppi parlamentari.
(da Silvano Moffa - Wikipedia)

Silvano Moffa, a sorpresa e dopo la presa di posizione pubblica a favore della sfiducia mentre erano in corso le votazioni alla Camera, alla fine non ha partecipato al voto. Il deputato ha lasciato il Transatlantico mentre era in corso la prima chiama, 'scortato' dal deputato ex An, oggi nel Pdl, Amedeo Laboccetta.
Moffa, intercettato dai cronisti insieme a Laboccetta sulla soglia di un ascensore della Camera, non aveva lasciato intendere la 'svolta' dell'ultimo secondo, ribadendo la posizione già espressa nel comunicato. Poi via in ascensore con Laboccetta e il colpo di scena finale, con la mancata partecipazione al voto.
(da A sorpresa Moffa assente, va via con Laboccetta tra le due chiame - Politica - Virgilio Notizie)

Antonio Gaglione (Latiano, 12 agosto 1953) [...] esponente della Margherita, nel 2001 è stato eletto senatore [...] con 52.944 preferenze. Alle elezioni politiche del 2006 è stato candidato alla Camera dei deputati con la lista dell'Ulivo nella circoscrizione Puglia. [...] Alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008 è stato eletto deputato del Partito Democratico. [...]
[...] il 5 ottobre 2009 lascia il Partito Democratico per aderire prima al gruppo dei non iscritti e poco tempo dopo al gruppo Noi Sud/Lega Sud Ausonia.
Secondo il sito OpenParlamento, che monitora le attività di deputati e senatori, al 20 ottobre 2010 Antonio Gaglione è il deputato con il tasso di assenteismo più alto, partecipando appena all'8,81% delle votazioni (604 su 6852), con assenze pari al 91,19% e nessuna partecipazione a missioni.
(da Antonio Gaglione - Wikipedia)

Antonio Gaglione eletto, per modo di dire, alla camera dei deputati nel 2008 con le liste PD non ha presenziato l'88% delle sedute parlamentari.
Antonio Gaglione eletto, per modo di dire, alla camera dei deputati nel 2008 con le liste PD percepisce uno stipendio da parlamentare di circa 15.000 euro al mese.
Dunque il suddetto, mentre ogni giorno che passa sempre più gente rimane a casa senza lavoro, ogni mese sottrae dalle nostre tasse 15.000 euro senza colpo ferire. Ripeto 15.000 euro al mese senza presentarsi mai sul posto di lavoro, mentre il popolo si spacca la schiena ogni giorno per mantenere in piedi questa casta.
(da Mister Assenteismo: Antonio Gaglione)

Sono stati solo tre i voti con i quali è stato possibile alla maggioranza bocciare le mozioni di sfiducia nei confronti del governo. [...] Un suo peso [...] lo hanno avuto anche il non voto di Silvano Moffa (Fli), che pure era presente in Aula ma non ha risposto a nessuna delle due chiame, e quello di Antonio Gaglione, ex Pd ed oggi 'Noi Sud' che a Montecitorio non si è visto. [...]
(da Fiducia per tre voti, apertura all'Udc - Speciali - ANSA.it)

L'Italia è considerata una potenza a livello mondiale, tanto da far parte del G8, il forum delle maggiori potenze industriali.
L'Italia è considerata la patria del diritto.
L'Italia ha avuto grandissime personalità in tutti i campi della cultura, della scienza, dell'arte, dello sport, anche della politica.

Eppure in Italia si è avuto un forte regresso negli investimenti in ricerca e sviluppo.
L'economia è in una fase di preoccupante stagnazione.
Sono evidenti gravi disagi sociali.
E' maturata una irrimediabile e profonda spaccatura tra un nord molto ricco ed un sud un po' meno.
Eppure l'Italia riesce a dare questi spettacoli indecenti agli occhi del mondo.

Ma i rappresentanti li sceglie il Popolo sovrano!
Ed il Popolo sovrano, in virtù delle Sue scelte, non ha il diritto di lamentarsi.
Oddio, ... per la verità il Popolo sovrano non è che scelga proprio i Suoi rappresentanti: quando decide di andare a votare, al massimo, può scegliere una lista preconfezionata!

Prescindendo dalle origini (probabilmente il coinvolgimento degli Stati Uniti nell'importazione di banane, nel 1870), il significato comune dell'espressione "repubblica delle banane" è andato modificandosi nel tempo:
[...] Attualmente il termine è entrato nel vocabolario di tutti i giorni per indicare genericamente un regime dittatoriale e instabile, dove le consultazioni elettorali sono pilotate, la corruzione è ampiamente diffusa [...]. Per estensione il termine è occasionalmente usato per definire governi dove un leader forte concede vantaggi ad amici e sostenitori senza grande considerazione delle leggi e mettendo alla porta coloro che non l'hanno votato.
Caratteristiche della Repubblica delle Banane:
Collusione fra Stato ed interessi monopolistici [...].
Svalutazione della moneta.
Cleptocrazia.
[...] I membri del parlamento saranno per la maggior parte in vendita e consultati soltanto per scopi cerimoniali o per ratificare le decisioni già prese altrove.

 


[VIDEO] Franca Rame all'incontro "Parliamo con loro" con gli immigrati della gru

Intervento di Franca Rame all'incontro "Parliamo con loro" organizzato dalla "Comunità solidale" del presidio della Gru.

Sono intervenuti: Dario Fo, Franca Rame, Arun, Jimi, Sajat e Rachid, l'avvocato Manlio Vicini, il costituzionalista Antonio D'Andrea, Edda Pando del Comitato Immigrati di Milano, padre Marcello Storgato, Isaia & l'Orchestra di Radio Clochard e Barbara Pizzetti.

Brescia - scuola media Bettinzoli - Martedì 7 dicembre 2010

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La tratta dei servi

Nichi Vendola lo chiama «un suk» e un «mercimonio». Per Fabrizio Cicchitto, invece, «sono parlamentari che non condividono più l'operato dei loro partiti» ed è «la sinistra che straparla». Comunque sia - si tratti di «compravendita» e «mercato delle vacche», o di legittima opera di persuasione politica - il clima è sempre più caldo intorno al voto di fiducia di martedì. L'equilibrio sui numeri fa pesare ogni singolo voto. E così alla conferenza stampa nella quale l'ex dipietrista Antonio Razzi annuncia il passaggio a Noi Sud, si sfiora la rissa, con l'irruzione di un senatore dell'Italia dei Valori, Stefano Pedica, che urla «vergogna» e «trasformisti». E parole ben più pesanti, con vere e proprie minacce, continuano ad arrivare alle mail dei protagonisti più chiacchierati di queste ore. Giornata di conferenze stampe, spiegazioni, rabbia, litigi. Razzi approda a «Noi Sud». Ancora due giorni fa giurava fedeltà a Di Pietro, ma nelle ultime 48 ore ha cambiato idea. Razzi prova a spiegarsi in conferenza, con qualche mozione d'affetti: «Io amo l'Idv, per me è un dramma». Ma poi si va sul concreto: «Il voto del 14? Non so, sono nuovo, devo ancora consultarmi». Qualche settimana fa annunciò che gli era stato offerto l'azzeramento del mutuo in cambio del voto. Ora minimizza: «Quella era una battuta, io non ho nessun mutuo da pagare». Anzi, «una storiella lasciata alla strumentalizzazione della stampa per rinvigorire la popolarità dell'Italia dei Valori». A quel punto interviene Pedica: «Razzi è antiberlusconiano da sempre. Cosa gli avete dato? Vergogna, portare qui un parlamentare a quattro giorni dal voto di fiducia. E parlate di soluzione politica? Non ci crede neanche Gesù Cristo». Reagisce veemente Arturo Iannaccone, di «Noi Sud»: «Gli onesti stanno anche qui. Questo è squadrismo politico. Lei vuole intimidire i parlamentari, non merita di sedere in Parlamento». Più tardi, in un faccia a faccia sul Corriere online con Francesco Pionati, Pedica dirà: «Non è colpa nostra se li prendiamo onesti e poi diventano disonesti». Non è l'unica conferenza del giorno. Ne convocano una anche Domenico Scilipoti, Massimo Calearo e Bruno Cesario, che annunciano la nascita di una nuova componente: «Movimento di responsabilità nazionale». Per la verità hanno tre intenzioni di voto diverse: per il sì Cesario ex Pd e Api, verso il no Scilipoti Idv e per l'astensione Calearo ex Pd e Api. Quest'ultimo spera di «convincere» anche gli altri due ad astenersi, ma si vedrà. Scilipoti, in realtà, viene dato più verso il sì. Cosa che fa crescere la rabbia dell'Idv. Tanto che Massimo Donadi scrive al presidente della Repubblica invitandolo a far «sentire la sua voce alta e autorevole in difesa della dignità del Parlamento». E il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, si scatena sul suo blog, prendendosela con i trasformisti: «Uomini senza personalità, voltagabbana ormai incapaci di reggere lo sguardo dei loro colleghi di partito e di chi li ha eletti». Intanto anche Maurizio Grassano conferma il voto per la fiducia. Per l'ex leghista e liberaldemocratico, in arrivo all'Adc di Francesco Pionati, è «determinante il federalismo». Ma quello che gli ha fatto cambiare idea è anche altro: «Le parole di Di Pietro sui Giuda». E anche un'offerta di ricandidatura? «Quella la offrono a tutti». Infine, ci sono da registrare le minacce che arrivano alle caselle di posta elettronica della Camera. L'ultima è per Massimo Calearo: «Vergognati, da fucilare alla schiena sei!!». (www.corriere.it)


Nascere donna

Nascere donna è un gran casino, perché fin da piccola ti distorcono le idee sul sesso, su te stessa. Che non sei bella, che ci hai dentro questa cosa sporca ma tanto preziosa che tutti te la vogliono. Ma se è così sporca, perché tutti la vogliono? «Perché sono dei maialoni!!!» Non capisci bene il significato, e invece di andarci a fondo, ti accontenti del non capire niente. Perché? Certo che è un modo ben strano di entrare nella vita: prima ti senti un bidone della spazzatura circondato dai topi di fogna famelici... una cosa che ti riempie di gioia e di ottimismo, che ti prepara a trovare la fiducia indispensabile per donarti poi a un altro che, improvvisamente, non è più un porco e tu non sei più un bidone della spazzatura ma un delicato mazzolino di rose con nel bel mezzo un’orchidea «bianca». Perché? Perché tutto è stato purificato dall’ammorre! Che baggianata! Dall’amore! Una parola bellissima «amore amore amore quanto mi piaci... vivo solo per te... ti amo, ti amo... sei la mia vita!» Il giorno dopo ti ritrovi con una montagna di piatti da lavare e il detersivo è finito.