"Finalmente l'Italia si sta svegliando"

franca rame attrice

Franca Rame, attrice, autrice. Non c’è ragazza che, dagli anni Sessanta in poi, non conosca le sue battaglie in difesa della donna, della sua libertà di scelta, della sua dignità. Sola una così poteva trasformare una violenza orrenda subita con dolore, in una consapevole e generosa scelta di campo a favore di chi ha poco o niente. Partendo dal palcoscenico, è ovvio, perché Franca non si è mai dimenticata di essere un’attrice che racconta storie insieme a suo marito Dario Fo, ma anche da sola, avendo sempre ben presente il consapevole orgoglio della sua condizione. Anche per questo è entusiasta della manifestazione che si terrà il giorno 13, alla quale parteciperà. Dice: “È un momento di grande fiacca generale, la gente è disinteressata, non ha soldi ed è preoccupata soprattutto di apparire e non di essere. C’è bisogno di una sveglia. Già la manifestazione del 29 gennaio a Milano, è stata bellissima: tantissima gente, uomini e donne, tanti applausi, un grande affetto che ci univa… mi sono commossa. È importante che questa manifestazione accada proprio in questi tempi in cui “il povero Berlusconi” è lì con le mutandine delle sue ragazze in testa. È importante questo svegliarsi, questo campanello d’allarme. Da parte mia spero in un risveglio totale di donne e di uomini da questo sonno profondo. Non mi è mai capitato di vedere un periodo così imbevuto di egoismo, di perdita di dignità, di denaro facile. E queste ragazze che si umiliano e l’uso umiliante che se ne fa per soldi, soldi, soldi. Il 13 ci sarò anch’io. Quello che succede in questi giorni testimonia che in ognuna di noi covava qualcosa. E quando ho letto sull’Unità della “chiamata” per testimoniare il nostro rifiuto, il nostro lutto, mi è sembrato che mi avessero letto nel pensiero perché io credo veramente che in ognuna di noi, casalinga, miliardaria, prostituta, ci sia un forte desiderio di comunicare, di esistere, di esprimere quello che sentiamo. È stata proprio come una grande spinta. E pensare che tutto nasce dal comportamento del signor B., il signore con le mutandine in testa, da un’idea, da un’immagine mortificante della donna. E queste belle ragazze cresciute a pane e televisione, nel culto di una società che premia solo l’apparire, sono un po’ vittime di questa cultura, sembrano non rendersene conto, si tolgono sorridendo le mutandine, guardano alla busta “pesante”… A un certo punto qualche anima bella ci ha definite l’altra metà del cielo. Da parte mia non sentendomi la metà di questo cielo non l’ho mai neanche voluto tutto per me. Non voglio essere al centro delle cose. Penso sempre agli altri, non solo alle donne ma anche agli uomini, al precariato, al debito pubblico che sale, cerco di vedere dove posso essere utile. Credo che per cambiare ci sia bisogno di una politica diversamaquesto non sarà possibile fino a quando la sinistra non si risolleverà.

Da l'Unità 13 febbraio 2011

Anno: 

[VIDEO] Franca Rame in "Tutta casa, letto e chiesa"

Ironica, geniale, comica, profonda: una delle più grandi interpreti del teatro italiano in un suo classico "Tutta casa, letto e chiesa"...
 
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DONNE! IL 13 FEBBRAIO A MILANO PZZA CASTELLO, TUTTE IN PIAZZA CONTRO LA CULTURA DEI CULI FLACCIDI!

 “SE NON ORA QUANDO?”.... A MILANO.

 
DOMENICA 13 FEBBRAIO, ORE 14,30 - PIAZZA CASTELLO

Anche a Milano, come in molte altre città italiane, domenica 13 febbraio le donne scenderanno in piazza per rispondere all’appello nazionale “Se non ora quando?”, intorno al quale si stanno mobilitando in centinaia di migliaia in tutto il Paese.
A organizzare l’appuntamento milanese saranno le stesse promotrici della grande manifestazione di sabato 29 gennaio in Piazza della Scala, alla quale hanno partecipato oltre diecimila persone per dire con decisione che “Un'altra storia italiana è possibile”.
Dando continuità a quel primo momento di mobilitazione, ci ritroveremo alle 14,30 in Piazza Castello, ancora una volta con le sciarpe bianche, simbolo del sentimento di lutto per lo stato in cui versa il Paese. Il degrado morale nel quale è precipitato non è infatti questione che riguardi una sola persona e pochi altri: questa lunga stagione politica ha prodotto “culture”, immaginari, modelli pervasivi e dilaganti ai quali vogliamo dire basta prima che sia troppo tardi. Tutto questo non è più tollerabile per noi, cassaintegrate, commesse, ricercatrici precarie, artiste, studentesse, pensionate, operaie e professioniste che con il nostro lavoro e il nostro impegno civile tentiamo di rendere migliore questo Paese.
A motivarci non è un giudizio morale su altre donne, ma il desiderio di prendere parola pubblica per dire la nostra forza, “una ricca e varia esperienza di vita”, com’è scritto nella lettera-appello Se non ora quando?, “che è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale offerta da giornali, televisioni, pubblicità”. Vogliamo invece che tutte, a cominciare dalle più giovani, possano dire il proprio bisogno di libertà, di giustizia, di una vita fatta di scelte consapevoli, di riconoscimento della dignità della loro persona, delle intelligenze, dei meriti, delle competenze. E che gli uomini, soprattutto i più giovani, venendo in piazza con noi possano esprimere il loro rifiuto del modello sessista, violento e mercificato delle relazioni tra uomini e donne, per rompere la complicità maschile che lo tiene in piedi e sconfiggere un’idea di asservimento che riguarda anche loro.
Con noi in piazza ci saranno personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della società civile.

Per adesioni e informazioni: [email protected]
Milano 6 febbraio 2011  

 
P.S.
Chi volesse contribuire all'organizzazione della manifestazione, può farlo
inoltrando questo comunicato al maggior numero di persone possibile
e/o stampando la locandina allegata per affiggerla in luoghi strategici

 

Argomento: 
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"Un sasso nello stagno"

Franca stamane mi ha accolto dicendo: «Ieri con Dario abbiamo trascorso un magnifico pomeriggio, evento del tutto eccezionale… quel film dovrebbe essere presentato nelle scuole!»

Ieri abbiamo assistito alla proiezione di “Un sasso nello stagno”, un film di Felice Cappa. Si tratta di un film-documentario che attraverso ricostruzioni e spezzoni di filmati Rai, percorre vita e carriera di Gianni Rodari, personaggio che non solo ha imposto una virata in tutta la letteratura infantile, ma che ha modificato la didattica stessa delle scuole elementari, inventando metodi per l’immaginazione.

Ho trovato bellissima questa concezione dell’immaginario (nel film è un argomento centrale) che non è semplice e vigliacca fuga in un mondo dei sogni lontano dalla realtà: Rodari ha spostato l’ambiente delle fiabe nel vivo della città, nel suo tempo, nell’era dei telefoni e della televisione. Questo significa tener conto dei cambiamenti sociali e civili e dei nuovi valori umani.

Lui stesso è stato personaggio vivo e attivo del suo tempo: maestro di scuola sotto regime fascista, poi partigiano durante la guerra e attivista politico in tempo di pace. Aveva ben chiaro il fatto che educare i bambini significa costruire i cittadini del futuro, la società di domani. E nello stesso modo concepiva il senso del proprio lavoro di giornalista, inteso come un cittadino che interpreta e riordina il pensiero della gente, semplificando così la comprensione e la sintesi davanti alle questioni quotidiane.

Era inevitabile l’amicizia con i Fo, che dell’ironia e del fantastico hanno fatto le armi del loro teatro politico: hanno condiviso l’idea dell’arte come destinata non alle elite ma al popolo stesso, l’idea di un linguaggio comprensibile, universale, l’ipotesi possibile di una società non violenta ma profondamente attiva e attivata in prima persona.

Bellissime le scene di repertorio nel docu-film nelle quali Rodari parla con i bambini e i ragazzini, incitandoli ad utilizzare sempre la propria testa, tanto per creare storie (anche in chiave surrealistica) quanto per “leggere” la realtà filtrata da giornali e televisione. Con un ritmo eccezionale, vivace e sempre nitido, il film percorre momenti e pensieri di un personaggio a cavallo di un momento storico fondamentale, che coraggiosamente si impone non come intellettuale chiuso in un mondo di speculazione ma come immaginatore professionista che tenta di smuovere una cultura immobile: un sasso nello stagno, appunto.

Insomma la fantasia, come la concepisce il giornalista-scrittore-partigiano Rodari, è uno strumento eccezionale, potente, contro la repressione del pensiero: la fantasia porta con sé quella libertà incondizionata dell’infanzia, quell’ironia del rovesciamento che costituisce la più grande forma di lotta contro la logica del potere che appiattisce tutto in un grigiore omogeneo.

“Un sasso nello stagno” dovrebbe essere trasmesso in televisione: racconta una storia importante per la formazione di chi deve crescere e affrontare la vita.

Per la stessa ragione Franca diceva che dovrebbe essere presentato a scuola, non solo per i ragazzini, quanto soprattutto per i loro insegnanti. E sarebbe proprio da questi, o da quelli tra loro vivi e politicamente impegnati, che potrebbe iniziare un miglioramento, anche attraverso opere e personaggi che con il proprio lavoro hanno prodotto un vero cambiamento.

 

(il film è distribuito da Rai3 - Rai Trade e prodotto da Fondazione Aida. Lo trovate in dvd qui. )

 

Giselda Palombi

Anno: 

STRAGI DI AGRICOLTORI ED EDILI NEL CENTRO SUD DAL 10 MARZO

Riportiamo questa notizia, segnalata dall'Osservatorio Indipendente di Bologna sugli infortuni sul lavoro.

"Gli agricoltori muoiono per la maggioranza in tarda età schiacciati dagli obsoleti  trattori che guidano. I riflessi poco pronti  in un territorio per la  maggior parte in pendenza sono componenti micidiali. Gli edili con  l'arrivo della bella stagione lavorano per lo più all'aperto e in  situazioni più pericolose. A morire in questa categoria sono soprattutto  edili meridionali e stranieri precari che lavorano in piccole o  piccolissime aziende in sub appalto".

Leggete la notiza per intero su:

cadutisullavoro.blogspot.com/

 


GLI OPERAI POLACCHI PROTESTANO A VARSAVIA, FIAT = SCHIAVITU'

I militanti del sindacato Sierpien '80 (l'agostò80) che lavorano presso le fabbriche della Fiat in Polonia hanno organizzato oggi a Varsavia sotto la sede dell'ambasciata italiana un picchettaggio in sostegno della lotta del sindacato Fiom in Italia. «Noi temiamo che il piano di Marchionne di limitare i diritti dei lavoratori potrebbe essere presto introdotto anche da noi» ha dichiarato all'agenzia Pap Franciszek Gierot che presiede Sierpien '80 nella Fiata Auto Poland (Fap). I sindacalisti, circa cento persone, vestiti in giubbotti rossi, hanno sollevato anche striscioni con scritte: 'Via Marchionne, Fiat = schiavitù ', 'Fiat = campo di lavoro'. Nella dichiarazione inviata alla Pap Sierpie '80 ha espresso la piena solidarietà con la lotta della Fiom. 'Vi auguriamo la vittoria che sarà a favore dei diritti di tutti lavoratori' hanno scritto i sindacalisti polacchi. Sierpien '80 è uno dei sindacati che opera all'interno della Fap; a differenza della posizione di Solidarnosc, Gierot ha duramente criticato la decisione della Fiat di continuare la produzione della Panda in Italia e non nella fabbrica polacca della Fap a Tychy.

Dario Comotti


MOBILITAZIONE 13 FEBBRAIO

Barbara Spinelli, Michele Santoro e Marco Travaglio, Il Popolo Viola, Articolo 21 e molti altri: un appello per difendere i valori della Costituzione. Apartitico e senza bandiere, eccetto il tricolore!
L'appuntamento è per il 13 febbraio, davanti al tribunale!
Firmiamo tutti l'appello:
http://www.indignati.org/

Anno: 

BANANAS SEMPRE PIU' INDECENTI - PECORELLA: "ABBASSARE LA MAGGIORE ETA'". PER SALVARE SILVIO

Portare la maggiore età da 18 anni a 17 o addirittura a 16 anni. Questa l'ipotesi che sta crescendo tra le file del Pdl per salvare il premier Silvio Berlusconi dall'accusa di prostituzione minorile nel caso Ruby: far diventare Ruby maggiorenne con una legge, ovviamente retroattiva. Una scandalosa mossa da scacco, ma non da scacco matto visto che sul tavolo rimarrebbe comunque l'accusa di concussione. L'idea porta la firma di Gaetano Pecorella, uno degli avvocati-deputati del Pdl. Oggi quella che era sembrata una bislacca boutade, prende peso visto che a rilanciarla è il capo dei deputati del Popolo della Libertà.

L'ipotesi di abbassare la maggiore età "è fra le questione sul tavolo ma non è la questione più urgente" ha confermato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, si legge in un'agenzia Ansa, e trattandosi di un argomento molto delicato quella che può sembrare una fredda conferma, in realtà può essere letta come un mancigno, un imperativo assoluto e urgentissimo perchè i pm di Milano, sulla strada del rito immediato, vanno avanti molto velocemente. Troppo

Da http://www.net1news.org/ruby-cicchitto-abbassare-la-maggiore-età-così-si-pensa-di-salvare-berlusconi.html


THE ECONOMIST: " BERLUSCONI COME CETTO LA QUALUNQUE. POVERA ITALIA!"

Silvio Berlusconi come Cetto La Qualunque, il politico amante ‘du pilu’ interpretato nelle sale cinematografiche da Antonio Albanese. Il paragone, «tremendamente reale», è dell’Economist, che nel numero in edicola domani dedica un editoriale alle ultime vicende che vedono coinvolto il premier sotto il titolo ‘Un animale da party - Perchè il primo ministro potrebbe ancora sopravvivere ai suoi ultimi sordidi scandali sessualì’.

Il settimanale britannico racconta ai suoi lettori lo scenario di «feste orgiastiche» a casa di Berlusconi con «più di 20 ragazze seminude e la stanza del ‘Bunga-Bunga’ attrezzata con palo da lap-dance e un guardaroba pieno di succinte uniformi da infermiere e poliziotte», così come riportato dalle carte dei giudici di Milano. «L’inchiesta rappresenta forse la più grave minaccia finora per Berlusconi e il suo governo», nota l’Economist.

Ma se davanti a tutto questo «personaggi pubblici più normali» si sarebbero persuasi al ritiro, magari «in un monastero», Berlusconi potrebbe sopravvivere anche questa volta, così come é già successo dopo gli altri «sette scandali sessuali in cui finora è stato personalmente implicato». L’Economist vede comunque due «grossi pericoli» in una situazione del genere. Il primo riguarda un governo già «incapace a fare molto nei due anni scorsi» definitivamente bloccato sui problemi personali di Berlusconi e «inerte» davanti alla difficile situazione economica. Il secondo rischio, «forse maggiore, e suggerito dallo stesso Berlusconi in settimana, è che egli possa chiedere un nuovo mandato agli elettori per schiacciare l’indipendenza della magistratura, in un’elezione che potrebbe minacciare le stesse fondamenta del Paese nell’anno del 150/o anniversario. Povera Italia», conclude il settimanale.

Intanto, con l’audizione di nuovi testimoni, l’analisi dei documenti, delle fatture, dei pc e dei cellulari sequestrati la scorsa settimana durante le perquisizioni del consigliere regionale Nicole Minetti e delle dieci ragazze residenti nella palazzina di Milano Due, vanno avanti le indagini della Procura di Milano sul caso Ruby in vista della richiesta di giudizio immediato per il premier Silvio Berlusconi e successivamente della chiusura dell’inchiesta nei confronti del consigliere regionale Nicole Minetti, del talent scout Lele Mora e del direttore del TG4 Emilio Fede. Anche se giorni fa è arrivata di nuovo la smentita che ci siano immagini o foto dei numerosi festini a luci rosse nella villa di Arcore del premier, sarà l’esame tecnico soprattutto dei computer e dei telefonini a fornire eventuali immagini o video girati nella residenza durante le serate osé. E poi ancora gli accertamenti sulle agende e sui documenti, come le fatture cercate a casa e negli uffici di Nicole Minetti, a portare nuovi elementi che dovrebbero integrare la richiesta di processo per Berlusconi.

E mentre il Presidente del consiglio, indagato per concussione e prostituzione minorile, ha deciso di non presentarsi dai pm che lo hanno convocato per sabato, domenica o lunedì, i suoi legali a breve depositeranno una richiesta di trasferimento del procedimento al Tribunale dei Ministri per incompetenza funzionale e territoriale. Per loro i pm milanesi non sono i titolari del fascicolo. Fascicolo che, a loro dire conterrebbe almeno 1.200 pagine in più, tra verbali di testimoni, tra cui quelli della stessa Ruby e altre fonti di prova che - questo il ragionamento della difesa - gli inquirenti depositeranno con la richiesta di processo. Ieri pomeriggio, poi, si sono rincorse voci, anche queste smentite, di una possibile iscrizione nel registro degli indagati della giovane marocchina - già accusata di furto dalla Procura minorile - per tentata estorsione e falsa testimonianza.

Voci nate anche in seguito alla diffusione delle intercettazioni e dei verbali allegati alla richiesta di autorizzazione alla perquisizione negli uffici di Giuseppe Spinelli, fiduciario del Presidente del Consiglio, inviate alla Camera. Tra questi l’sms in cui la giovane marocchina confida a un suo amico di aver chiesto a Berlusconi «5 milioni a confronto del macchiamento del mio nome» e l’interrogatorio di una delle sue amiche, Caterina Pasquino: la giovane ha rivelato agli inquirenti che Ruby le aveva confidato di essere «stata spesso a casa del premier, dove ha cenato, ballato e fatto sesso con lui, il quale le dava molto denaro».

Ruby, però, ‘ufficialmente’ ha sempre negato. Come ha negato di aver detto al premier, al contrario di quanto risulta dal verbale di un testimone del 13 dicembre scorso, di essere minorenne.

http://www.voce.com.ve/vernazionali.php?id=2140