GAY: MILANO PRESTO COME NEW YORK, MENTRE LA DESTRA E' IL MEDIO EVO

Mentre lo Stato di New York apre, improvvisamente e quasi sorprendentemente ai matrimoni tra omosessuali, il neo Assessore alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino, promette che Milano avrà, presto, il registro delle coppie di fatto.
 

Ieri, infatti, Pierfrancesco Majorino, che ha partecipato in rappresentanza della Giunta, al Gay Pride (leggi l'articolo qui), ha dichiarato: "Iniziamo col dire che il registro delle unioni civili lo faremo, lo dò per scontato perché è nel programma, poi ragioneremo su cos'altro fare".
"Sul terreno delle politiche sociali per il riconoscimento dei diritti civili" - ha poi aggiunto - "Milano deve fare tutto perché non è stato fatto nulla. Ci confronteremo, ma ci auguriamo che anche il Parlamento si muova".
È importante chiarire che il registro delle unioni civili non riguarderà esclusivamente le coppie omosessuali, ma anche tutte quelle persone che, pur convivendo, preferiscono "non sposarsi" né con rito religioso né con rito civile. 
Questo, però, non è l'unico provvedimento che la nuova Giunta intende prendere in favore della comunità LGBT e, infatti, Majorino ha annunciato: "Non sta all'amministrazione comunale organizzare l'EuroPride. Dopodiché ospitarlo nel 2015, l'anno dell'Expo, sarebbe un'ottima occasione: il 2015 sarà un anno di apertura di Milano al mondo e dovrà essere attraversato da tantissimi eventi".
 
L'idea sarebbe, quindi, quella di ospitare nel capoluogo lombardo la grande manifestazione internazionale della comunità omosessuale europea ed il Presidente nazionale di Arcigay, Paolo Patanè, ha risposto: "Proveremo a lanciare l'idea. Fare dell'Expo un'esposizione di visibilità anche per l'Italia che urla il desiderio di Europa è un'idea vincente".
Se, da un lato, il Comune si impegna per i diritti della "nuova famiglia", dall'altro la Regione si batte per promuovere la "famiglia tradizionale" e, mentre il Gay Pride passava per le vie della città, Roberto Formigoni è intervenuto alla riunione tra la Fondazione Milano Famiglie 2012 e il Pontificio Consiglio per la Famiglia per l'organizzazione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano dal 30 Maggio al 3 Giugno 2012.
Roberto Formigoni ha, quindi, annunciato lo stanziamento di 2 milioni di euro e la messa a disposizione del 27° piano del Pirellone per l'evento del 2012, dichiarando: "La famiglia ha una rilevanza e una centralità non solo ecclesiale, ma sociale e politica".
"Nel governo della Regione" - ha poi concluso - "abbiamo in tutti questi anni attuato questa impostazione con il varo di una legge sulla famiglia, il sostegno all'associazionismo familiare, l'aiuto alle madri, la conciliazione famiglia-lavoro".
 
Ma siamo sicuri che "famiglia tradizionale" e "famiglia irrituale" (una definizione con cui noi di MilanoWeb intendiamo chi vuole vivere insieme sulla base dell'amore o dell'affetto o, più semplcemente, del reciproco rispetto, senza una formalità esterna che, ormai, non è più una reale "garanzia" di "legame" e, tantomeno, di stabilità) non possano coesistere?

Dario Fo sugli esami di maturità

Dario Fo: oggi è un quiz tv da 'prendere o lasciare'

Della maturita' ha un bel ricordo Dario Fo, che ricorda con piacere il suo esame all'Accademia di Belle Arti di Brera: "c'era un coinvolgimento cosi' stretto fra allievi e professori e un'atmosfera che faceva di quell'evento davvero il coronamento di un percorso di studi", racconta all'Adnkronos. "Oggi invece intorno alla maturita' c'e' un senso di esame finale da 'prendere o lasciare', un'angoscia da fine del mondo. Sembra piuttosto che i ragazzi partecipino a un quiz televisivo dove giocarsi il tutto per tutto", sostiene il Premio Nobel per la Letteratura. "Ai miei tempi - aggiunge - l'esame di maturita' non era cosi' carico di tensione, angoscia e disperazione, e soprattutto non era vissuto come una scommessa, qualcosa dove bisognava farla franca. Un clima da gioco al massacro, quello di oggi, che forse non ci sarebbe se ci fosse un reale rapporto profondo tra la scuola e gli alunni. Io ho imparato molto da professori e maestri - sostiene - che si comportavano davvero come degli amici, erano nostri compagni di scuola e ci dicevano che erano loro a imparare da noi. Quella si' - conclude - che era davvero una scuola di vita". Infine, sugli argomenti proposti nella prova scritta di oggi, Fo confessa che "si sarebbe aspettato un tema sul nucleare e invece - conclude -non si sa bene dove sono andati a parare...".

fonte: adnkronos.com

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JACOPO FO APRE IN UMBRIA L'ECOVILLAGGIO: UN PARADISO DA ABITARE!

Dopo la libera università di Alcatraz per guarire dallo stress imparando a ridere e rilassarsi, il team di Jacopo Fo (il figlio del noto Premio Nobel, Dario Fo e della sua ironica compagna Franca Rame) ne inventa un’altra delle sue: nasce così l’Ecovillaggio Solare: un complesso che abbatte i consumi con un misto di alta tecnologia e rimedi provenienti dalla nostra storia. In una valle che si apre nel cuore dell’Umbria, su un panorama di boschi, nessun rumore, nessuna strada trafficata in vista, sta prendendo forma l’idea di Jacopo Fo che potete visionare sul sito "Ecovillaggio Solare" e che prevede un condominio verde di 56 edifici destinati a quanti ricercano un dialogo con la natura e puntano alla salvaguardia dell’ambiente.“Il nostro obiettivo – spiega Jacopo Fo al Venerdì di Repubblica – è quello di dare una risposta a tutte quelle persone che sognano di trasferirsi in campagna, riducendo al massimo le spese, e con l’utilizzo di tutte le eco-tecnologie esistenti sul mercato. Quelle Hi-tech, certo, ma anche quelle più antiche, come un sistema di pozzi orizzontali, già in uso oltre settemila anni fa nelle civiltà del Sahara, che permette di recuperare l’acqua attraverso gallerie capaci di drenarla direttamente dal terreno. L’acqua piovana sarà utilizzata per gli scarichi dei bagni e ulteriormente riciclata, grazie ad impianti di fito-depurazione (che purificano attraverso strati di ghiaia, batteri e piante), per innaffiare orti e giardini”.

 
Molto altro ancora interesserà i tetti e le pareti delle case, che permetteranno l’isolamento termico e la produzione di energia solare e le lavanderie comunitarie, che permetteranno di risparmiare e scambiare due chiacchiere con i vicini. Tante le tipologie abitative all’interno del villaggio: si può scegliere tra una casa antica di pietra ad alta efficienza energetica o un appartamento avveniristico in lamellare di legno coibentato. “Il nostro è un sistema abitativo che, invece di rappresentare un costo, offre un ricavo”, afferma ancora Jacopo Fo

LELE MORA: IL VOLTO ONESTO DEL BERLUSCONISMO

“Voi maiali, porci, giornalisti e comunisti di m. Spero che vengano i fascisti a spaccarvi le gambe”. Così in una recente intervista ad Annozero Dario Mora detto Lele contestava al giornalista Corrado Formigli le domande relative alle inchieste sugli scandali sessuali nelle residenze del presidente del Consiglio.

Ieri Mora è stato arrestato con l’accusa di bancarotta fraudolenta. L’elenco dei suoi problemi giudiziari è cospicuo. Condannato per detenzione di sostanze stupefacenti non proprio modiche (1990) e due volte per evasione fiscale (2000 e 2008). Indagato nel gennaio 2011 dalla Procura della Repubblica per favoreggiamento alla prostituzione, insieme a Silvio Berlusconi e Nicole Minetti sul “caso Ruby“, la nipote (marocchina) del presidente (egiziano) che proprio lui sembrerebbe aver presentato al presidente del Consiglio (italiano). Un vero talent-scout internazionale!

Per la giustizia il talentuoso manager dello spettacolo è di fatto innocente fino al compimento del terzo grado di giudizio, sempre che qualche reato nel frattempo non venga prescritto o magari cancellato per effetto di qualche tempestiva legge “ad Moram”.

Più difficile invece cancellare il personaggio, le sue relazioni, le sue “stravaganze”. Intervistato per il film “Videocracy” nella sua “white house”, all’interno di una stanza completamente bianca, e lui tutto di bianco vestito (un simbolo di purezza e integrità) loda le gesta del presidente Berlusconi, secondo solo all’impareggiabile Benito Mussolini della cui grandezza conserva gli inni (croci celtiche e svastiche) sul suo telefonino che non si vergogna ad esibire.

Il candido Lele fa quasi tenerezza. Perché altro non è che l’archetipo perfetto del berlusconismo, uno dei tanti prodotti di un modello culturale e sociale degradante e avvilente.

Lele e gli altri Berluscloni vinceranno o perderanno nel primo grado, in appello e in Cassazione? Poco importa. La speranza è solo quella che il vento del cambiamento che sta spirando dal nord al sud del paese spazzi ben presto via dall’Italia il fetore della volgarità, della miseria culturale, della gigioneria da avanspettacolo. I comportamenti massonici, gli oltraggi alle istituzioni, il disprezzo delle leggi. Il concetto che tutto è in vendita. Un voto, una partita di calcio, un corpo, un sogno nel cassetto.

Non ci servono nè nuove intercettazioni nè altre carte processuali ma solo un sussulto collettivo di dignità.

(Stefano Corradino - Il Fatto Quotidiano) 


[VIDEO] Dario Fo per Amnesty International

Il contributo di Dario Fo a "Il Cantacronache", album del cantautore romano Luca Bussoletti il cui ricavato sarà totalmente devoluto ad Amnesty International - sezione italiana. Il cd lo trovate su www.ilfattoquotidiano.it/ nella sezione libri&dvd

“Aiuto la musica che aiuta. Spesso si dice che i ragazzi siano bamboccioni e invece hanno grande sensibilità sociale come le belle canzoni di Luca Bussoletti dimostrano” Dario Fo

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RENATO BRUNETTA RAPPRESENTA L'ITALIA PEGGIORE: QUELLA CHE SCAPPA

 L’Italia peggiore è quella che scappa. Dal mondo reale e dalle domande scomode, addirittura prima che siano formulate. Se qualcuno non avesse ancora capito perché la maggioranza dei cittadini ha voltato le spalle al governo, troverà nel filmino «Brunetta e la Precaria» la rappresentazione plastica di uno sfilacciamento arrogante. Siamo a Roma, a un convegno sull’innovazione, e il ministro ha appena finito di parlare quando Maurizia Russo Spena, figlia di un ex parlamentare di estrema sinistra (orrore orrore), va al microfono per porgergli una domanda.

Fa soltanto in tempo a qualificarsi: «Sono della rete di precari al servizio della pubblica amministrazione…» ed è come se a Brunetta avessero infilato due dita in una presa. «Grazie, arrivederci, buongiorno», la interrompe. La ragazza non ha ancora detto il suo nome, ma il ministro è in grado di fiutare una comunista anche a venti metri di distanza controvento. «Arrivederci, questa è la peggiore Italia!» e guadagna l’uscita.

Non è vero, come affermerà più tardi in un videomessaggio, che se ne sia andato dopo aver ricevuto insulti e per la sensazione di essere rimasto vittima di un agguato mediatico. Dal filmato emerge chiaramente che le urla «buffone, buffone» sono successive alla sua fuga ingloriosa, il cui epilogo ha una potenza d’immagini cento volte superiore alla sostanza dell’episodio: si vede il potente che sgomma via in auto blu, mentre un precario strattonato dalla scorta si piazza davanti alla macchina e grida: «Che fa, ministro, mi investe?». Sembra uno spot di «Annozero» sul distacco fra il Palazzo e i nuovi miserabili del panorama sociale italiano.

Brunetta ha poi spiegato che non ce l’aveva coi precari, ma coi provocatori. Come si dice dalle sue parti, «el tacòn xe peso del buso». Infatti il ministro si è dimenticato di ciò che aveva dichiarato la sera prima in tv da Lilli Gruber, quando si era esibito in una tiritera luogocomunista sui giovani che lamentano la mancanza del posto fisso invece di andare a scaricare le cassette di frutta al mercato. Ora, nel vasto campionario del precariato italiano, ci sarà anche una percentuale endemica di fannulloni e di schizzinosi. Ma le storie che piovono ogni giorno sui tavoli delle redazioni raccontano una realtà diversa. Raccontano di laureati costretti ad andare all’estero dopo aver attraversato decine di impieghi saltuari e sottopagati. Raccontano di giovani che invecchiano facendo di tutto, soprattutto i lavori più umili, nella vana attesa di trovare lo sbocco a cui li destinavano i loro studi e le loro attitudini. Raccontano di fallimenti professionali ed esistenziali, dovuti non all’incapacità della persona, ma a un sistema bloccato da troppi privilegi, in cui solo le conoscenze politiche e familiari consentono di ottenere ciò che il merito non basta mai a garantire.

Il centrodestra era stato votato, immagino, per sfasciare con riforme liberali il vecchiume di questo Paese, non per eternarne i conservatorismi. Invece si è smarrito in una rappresentazione della realtà più adatta alle dispute da bar che a un ceto dirigente moderno. I disoccupati non lavorano perché non hanno voglia di farsi venire i calli alle mani (parola di Brunetta e Sacconi, che in un’altra era furono socialisti, forse a loro insaputa). E il popolo di sinistra è bravo a montare scenette spiritose sui siti Internet «perché non ha nient’altro da fare» (parola dell’onorevole Stracquadanio, lavoratore indefesso, a cui per carità di patria ho depurato il linguaggio da trivio).

La parabola del fustigator Brunetta racchiude la storia di questo governo e di questi anni. Il ministro che prendeva gli applausi quando diceva che gli statali erano dei fannulloni, adesso prende i fischi quando afferma che fannulloni sono tutti gli italiani senza un posto garantito, statali precari compresi. In mezzo è cambiato il mondo, ma Brunetta evidentemente non se n’è accorto. In questo assomiglia molto al suo principale.


Massimo Gramellini La Stampa

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[VIDEO] Dario Fo riceve il premio Nobel per la letteratura - Stoccolma 1997

Dall'archivio RAI un estratto dalla cerimonia di premiazione dei Nobel del 1997 a Stoccolma durante la quale Dario Fo riceve il Nobel per la letteratura.

Segue un'intervista di Vincenzo Mollica alle cui domande Dario Fo risponde in grammelot.

premiazione nobel 1997 dario fo

clicca sull'immagine per vedere il video

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Corso di teatro con Alfredo Colombaioni, Stefano Di Pietro, Marina de Juli, Mario Pirovano, Eleonora Albanese, Jacopo Fo.

Fino al 24 giugno, tutti i giorni tendenzialmente dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 17 alle 20. E' possibile rivedere i video in streaming. Le lezioni sono in italiano con traduzione in inglese. In diretta dalla Libera Università di Alcatraz.

Free TV Show from Ustream

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[VIDEO] "Johanna Padana a la descovèrta de le Americhe" con Marina De Juli

L'Associazione Culturale Verba Manent e la Compagnia Dario Fo-Franca Rame presentano Marina de Juli in "Johanna Padana: a la descovèrta de le Americhe", spettacolo ideato da Dario Fo, nell'adattamento al femminile di Marina De Juli, con scene di Matteo De Martino.

Il video documenta la rappresentazione che si è svolta al Teatro Nuovo di Varese venerdì 9 maggio 2008.

Johanna è una donna nata nelle valli bergamasche da una famiglia ricca solo di figli, anzi di figlie, diventata novizia per fame, fuggita dai Lanzichenecchi, arrivata a Venezia dove incontra l'amore, la passione ma anche l'Inquisizione, la caccia alle streghe. Si rende allora ben conto che la sua condizione di donna in quella società è perdente, si traveste da uomo e si imbarca, prima verso Siviglia e poi, su una nave di Cristoforo Colombo, verso il nuovo mondo e diventa, suo malgrado cronista della colonizzazione.

La storia di Johanna è quella di un viaggio attraverso culture, popoli, territori, visti con sensibilità e curiosità femminile. E' un viaggio tra gente qualunque che forse non interessa alla storia ufficiale ma che fa la storia.

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[VIDEO] "Il Boccaccio riveduto e scorretto" - intervista RaiNews24

Dario Fo ai microfoni di RaiNews24 parla del suo ultimo libro: "Il Boccaccio riveduto e scorretto"

"...Boccaccio è stato per me una grande scoperta acquisita anni e anni dopo l'accademia. E' a quel punto che mi è apparsa evidente tutta la potenza di questo autore." Dario Fo

"Il Boccaccio riveduto e scorretto" lo trovate su commercioetico.it

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SANTANCHE' E BRIATORE INTERCETTATI: "SILVIO HA RIPRESO CON IL BUNGA BUNGA, QUI CROLLA TUTTO!"

Il sottosegretario Daniela Santanché appare disperata: "Va be', ma allora - dice - qua crolla tutto". "Qua" è il mondo di Silvio Berlusconi, il premier che continua a stupire - e non in senso positivo - persino i suoi pasdaran.
È stato l'ex manager della Formula Uno Flavio Briatore a spaventare l'amica impegnata in politica con il Pdl. Ha appena saputo che il presidente del Consiglio continua i suoi festini. "Ma sei sicuro che lui (Berlusconi) ha ripreso?", domanda sconcertata. Sì, "al cento per cento", è la risposta.

La nascita delle nuove intercettazioni
L'ultimo guaio con la giustizia è arrivato a Briatore dalla procura di Genova. La seconda sezione del nucleo operativo Gdf ha messo sotto intercettazione l'affarista, accusandolo d'evasione fiscale per la gestione del suo yacht "Force blue": sessanta metri, dodici membri d'equipaggio, batte bandiera del paradiso fiscale delle Isole Cayman e non paga le giuste tasse. I detective hanno inviato a Milano una parte delle telefonate perché riguardano i processi milanesi per il caso di Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, che da minorenne frequentò i claustrofobici bunga bunga di Arcore. Esistono sia nuovi riscontri sul kamasutra chimico nelle ville del premier. Sia nuovi indizi che sembrano confermare (in peggio) le accuse contro Emilio Fede, direttore del Tg 4, e Lele Mora, agente di spettacolo in bancarotta.

"Il suo piacere è"

"Io sono senza parole", continua Santanché, e domanda quello che ciascuno si chiede da tempo: "Ma perché?" Berlusconi insiste con i bunga bunga.
La risposta di Briatore è drammatica: "É malato, Dani! Il suo piacere è vedere queste qui, stanche, che vanno via da lui. Stanche, dicono. Oh, che poi queste qui ormai lo sanno! Dopo "due botte" cominciano a dire che sono stanche, che le ha rovinate". Va detto che questo scambio telefonico, con dettagli così privati, risale a due mesi fa. A maggio è stato però lo stesso sottosegretario per l'Attuazione del programma a definire, all'uscita dal processo Mills, a Milano, i pubblici ministeri "metastasi. Vabbè, volete un nome? Boccassini", e cioè Ilda Boccassini, che con Pietro Forno e Antonio Sangermano ha raccolto 26mila pagine d'inchiesta, accusando il premier di concussione e prostituzione minorile. Sa che la realtà è diversa.

"Lo stesso film"
Sono le 14.53 del 3 aprile, Briatore e Santanché discutono del prossimo sindaco di Cuneo, poi Briatore non resiste:
B: "Sai chi è venuto a trovarmi a Montecarlo? Lele Mora. Non bene di salute, e mi ha detto: "Tutto continua come se nulla fosse"".
S: "Roba da pazzi!".
B: "Non più lì (ad Arcore), ma nell'altra villa (...) Tutto come prima, non è cambiato un cazzo. Stessi attori (...) stesso film, proiettato in un cinema diverso (...). Come prima, più di prima. Stesso gruppo, qualche new entry, ma la base del film è uguale, il nocciolo duro, "Cento vetrine"".
S: "Ma ti rendi conto? E che cosa si può fare?".
B: "Lele è stato da me due ore, mi fa pena. Dice. "Fla, mi hanno messo in mezzo. E sono talmente nella merda che l'unico che mi può aiutare è lui (Berlusconi), sia con la televisione, sia con tutto. Faccio quello che mi dicono, faccio quello che mi chiedono". E poi quella roba di Fede! È indecente".

La "mezza" di Emilio Fede
"(Fede) non ha più parlato con il Presidente", è stato tenuto in quarantena e "sembra - rivela Briatore - che abbia comprato delle case alla Zardo, con tutti 'sti soldi. Ma pensa che deficiente". Zardo è Raffaella Zardo, presentatrice tv, amica di Fede, già coinvolta in un'inchiesta passata sulla prostituzione, presentatrice al concorso di bellezza di Sant'Alessio Siculo, dove tra le concorrenti apparve "Ruby Eyek, egiziana, sedici anni", e cioè Ruby Rubacuori. Briatore non sembra inventare: "(Mora) era in estrema difficoltà e Fede gli ha preso il cinquanta per cento dei soldi" del prestito che l'agente in crisi economica aveva ottenuto da Berlusconi.
S: "Madonna mia!"
B: "E poi (Fede) è andato a dire al presidente: "Erano i soldi che gli ho prestato". Invece non è vero, figlio di puttana"".
S: "Che gentaglia".

Perché gli investigatori sono sicuri che Briatore non stia millantando? Semplice: i due, che hanno passato insieme stagioni intere al Billionaire, si sono scambiati sms e telefonate. E "Flavietto" ha detto a Lele: "Sono atterrato a Nizza in questo momento, ti mandiamo un messaggino con l'indirizzo, fammi uscire dall'aeroporto". Briatore - come dimenticarlo? - è anche uno dei principali testimoni che la traballante difesa di Berlusconi ha chiamato in causa. Scopo? Ribadire come quelle che si tenevano ad Arcore fossero solo "cene eleganti tra persone per bene". Un bel guaio per Niccolò Ghedini e il suo staff.

"Tremonti contro Berlusconi"
Il 7 aprile, alle 19.33, Flavio Briatore e Daniela Santanché affrontano vari argomenti e cominciano dall'economia.
S: "Ieri sono andata da Geronzi. Questo casino che è successo, Della Valle contro Montezemolo". Geronzi è Cesare Geronzi, che si è appena dimesso dalla presidenze di Generali, i due sono gli imprenditori che gli hanno mosso contro.
B: "C'è anche Tremonti, che gli ha dato una mano. Come azionista Generali, Geronzi voleva fare un po' il politico, il papà della cupola, no?".
S: "Geronzi mica finisce così. E mica questi penseranno che lui sta lì, senza colpo ferire".
B. "No, no, ma ha 75 anni".
S: "Bollorè è con lui", Vincent, vicepresidente del gruppo triestino. "E non credo che Bollorè molli Geronzi".
B: "Non fidarti mai dei francesi. Quando c'è bisogno, non ci sono mai".
I due parlano di Mediobanca e di un'operazione di Della Valle e Montezemolo "con i treni" per ingraziarsi il ministro Giulio Tremonti, tanto che il sottosegretario conferma le indiscrezioni dei giornali, sempre smentite: "Di fatto, Tremonti è stato contro Berlusconi".
B: "Tremonti ha dato la spallatina finale, eh?".
S: "Senza i suoi tre voti non era così".

"Perde Berlusconi se perde Geronzi"

Il sottosegretario racconta al compaesano anche della "guerra che si scatena in Mediobanca", con Geronzi che vuole tornarci e - dice - c'è anche la partita del Corriere della Sera, eh". Briatore resta scettico: "A mio feeling, Geronzi non rientra in Mediobanca".
"Ma vuol dire che perde Berlusconi", insorge Santanché. E insiste: "Il vicepresidente di Mediobanca si chiama Marina Berlusconi".
Briatore non riesce più a tacere: "Dani, io ti dico un'altra roba. Se il presidente continua a fare che cosa fa... ".
Santanché: "Ah, non dirmi niente!".
B: "Siamo nelle mani di Dio qui, eh? Perché - continua - ieri sera, l'altra sera, ho saputo che c'era stata un'altra grande festa lì, eh?".
S: "Ma tu pensa!? E che cazzo dobbiamo fare!?".
B: "Ha ragione Veronica, è malato. Perché uno normale non fa 'ste robe qui. Adesso Lele, che gli continua a portare, a organizzare questo, è persino in imbarazzo lui! E dice: "Ma io che cazzo devo fare?"".
S: "Va beh, ma allora qua crolla tutto".
B: "Daniela, qui parliamo di problemi veramente seri di un Paese che deve essere riformato. Se io fossi al suo posto non dormirei di notte. Ma non per le troie. Non dormirei per la situazione che c'è in Italia".
S: "E con il clima che c'è, uno lo prende di qua, l'altro che scappa di lì".
B: "Brava, il problema è che poi la gente comincia veramente a tirar le monete".
S: "Stanno già tirando", e insultano pure.

Un'amica in Rai
Ma tutto sommato a Santanché non va malissimo, spiega all'amico come sta acquistando peso e prestigio:
S: "E Berlusconi ha fatto fare a me l'accordo. Ho fatto l'accordo con Masi, e quindi tra il 7 e il 9 aprile viene nominata Lei, perché sai, una mia carissima amica... ".
B: "Bene, meglio avere qualche amico in più".
S: "In un mondo... ".
B: "Di merda, guarda!".

Da Repubblica