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Franca Rame

[LIBRI] L'osceno è sacro

l'osceno è sacroL’osceno, il triviale sono parte del valore lessicale di ogni popolo, ed esiste nella storia un «grande libro dello scurrile poetico», mai veramente considerato.

 

Isuoi autori hanno nomi a volte ignoti, altrevolte noti e celebrati: per esempio Shakespeare e Marlowe, che in scena e nella vita si esprimevano usando «parolacce». L’ebreo di Malta di Marlowe inveiva dando della «testa di fallo» ai suoipersecutori. Nel testo originale Amleto fa allusioni chiare al sesso femminile. Dialogando con Ofelia, sdraiato con lei presso il palco degli attori, le chiede:«Potrei distendermi col viso sul boschetto che tieni in grembo... o è già prenotato?».
Al limite dello sconcio le espressioni recitate da Molière nel Medico per forza e nel Don Giovanni. Per non parlare delle oscenità esibite da Ruzzante,dall’Aretino e da Giulio Cesare Croce il fabbro nel suo Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno. Ma è sorprendente scoprire come uno dei campioni del turpiloquio fosse Leonardo da Vinci, con una famosa tiritera sul fallo recitata in tutte le sue modulazioni. Riallacciandosi a una tradizione tanto illustre, Dario Fo racconta, da un’angolazione originale, le storie grandiosedei miti greci e romani, dell’Asinod’Oro e delle Mille e una notte, di Dante Alighieri e dei poeti di Provenza, della tradizione napoletana e di quella giullaresca medievale, e molte altre. E mette afuoco la sacralità dell’osceno e della buffoneria, da cui la sessualità esce giocosa e vitale, la donna rispettata e il male scongiurato.

 

l'osceno è sacro

L'osceno è sacro

con 133 disegni dell'autore

a cura di Franca Rame

Guanda, 2010

ISBN: 8860883687

293 pgg.

Anno: 

Cari Bersani e Riva, le parole sono importanti

Perché una persona seria come Pier Luigi Bersani, commentando la protesta messa in atto, fuori da Montecitorio, da un gruppo di cittadini esasperati dai costi della manovra e dalle modalità della sua approvazione/imposizione, deve accusarli di “dare messaggi che non incrociano mai il senso comune del Paese?”. Perché un uomo intelligente come Massimo Riva si permette di riassumere nell’epiteto “facinorosi” il suo giudizio sui protagonisti di una manifestazione che ha raggiunto l’apice della violenza in un gavettone? La situazione in cui Berlusconi e la sua banda ha trascinato l’Italia, se la storia non ci avesse già impartito una dura lezione, ci farebbe rischiare reazioni ben più sanguinose. E’ un bene che nessuno affidi la sua rabbia ad una mitraglietta. Ma, se vogliamo che non accada neppure in futuro, bisogna misurare le parole da subito: quelli che hanno lanciato i fegatini di pollo e schizzi di vernice contro il Palazzo sono giovani spaventati dal futuro. Hanno manifestato la loro angoscia a quelli che, senza ombra di dubbio, sono i responsabili dell’attuale disastro. Non hanno nulla a che vedere con i portatori di “facinus” (“atto colpevole”, Zingarelli). E non sono, caro ex ministro Ronchi, “cialtroni di merda”. No, non loro. Non quelli che aspettano fuori (da Montecitorio).

Lidia Ravera

Da il Fatto Quotidiano - 16 settembre 2011

Argomento: 
Anno: 

[AUDIO] La doppia vita di Dario Fo - intervista di Lina Simoneschi

C’è Dario Fo e Dario Fo. L’ uomo di teatro e Nobel per la letteratura che tutti conoscono, ma c’è anche un Dario Fo pittore molto meno noto. Eppure Fo si è diplomato all’Accademia delle belle Arti di Brera e la pittura lo ha seguito nel corso di tutta la sua vita, una vita “doppia” ma tutta dedicata alla cultura.

Il Max Museo di Chiasso propone una mostra – la prima antologica che gli è dedicata - intitolata “Dario Fo, la pittura di un narratore” ( aperta dal 23 settembre al 15 gennaio 2012). Vi troveranno posto 200 opere fra quadri, schizzi, disegni e bozzetti, per ripercorrere tutto il percorso artistico del Premio Nobel, dal periodo post-cubista ai disegni che ritraggono la moglie Franca Rame, ai lavori più recenti e sperimentali.

Lina Simoneschi lo ha incontrato e ha scoperto che Dario Fo ha iniziato a dipingere a soli cinque anni grazie ad uno zio svizzero, ma anche che ama talmente la pittura da definirsi “un pittore professionista che si è dedicato al teatro”.

 

Clicca sull'immagine per visitare il sito di RSI RETEDUE e ascoltare l'intervista...

fonte: retedue.rsi.ch

Anno: 

RETROSCENA DEL "MELADAI LAMA" BERLUSCONI E TARANTINI: "CHI MI PORTI STASERA?"

”Chi mi porti stasera?”. E’ quanto avrebbe detto Silvio Berlusconi al telefono con Gianpaolo Tarantini, secondo le prime indiscrezioni relative alle intercettazioni telefoniche contenute negli atti dell’inchiesta della procura di Bari sul giro di escort e ragazze che frequentavano le residenze del Cavaliere. Nelle telefonate ci sarebbero diversi consigli che Tarantini, indagato per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, rivolge alle ragazze che devono incontrare il premier. “Non metterti i tacchi” è uno degli inviti ripetuti più volte.

Non mancherebbero i commenti del dopo serata su come sono andati gli incontri. Dalle intercettazioni tra Tarantini e alcune delle donne coinvolte emergerebbe inoltre che in diverse serate più ragazze si sono fermate a dormire in casa del premier. E in alcuni casi avrebbero ricevuto delle buste con del denaro direttamente dal presidente del Consiglio.

 

Intanto arriva la vigorosa smentita di Guido Bertolaso sul presunto coinvolgimento della Protezione civile nelle contropartite che Tarantini avrebbe ottenuto in cambio della “fornitura” di ragazze al premier. ”Sfido chiunque a trovare nelle centomila intercettazioni dell’inchiesta di Bari traccia di un mio intervento per favorire Tarantini o persone a lui vicine”, dice all’Ansa l’ex capo della dipartimento. “Se qualcuno trovasse tra le telefonate un mio coinvolgimento di questo tipo, sono pronto ad autoaccusarmi come il peggior bandito d’Italia”.
da Il Fatto Quotidiano

[STAMPA] "La pittura di un narratore" - Una personale sull'arte di Dario Fo

Chiasso, 13 settembre 2011  di Maria Luisa Prete

dario fo pittoreÈ stato presentato al centro svizzero di Milano il programma espositivo del Max, museo di Chiasso. Grande protagonista della stagione autunnale, presente anche alla conferenza stampa, il premio Nobel Dario Fo. Tra le grandi esposizioni, infatti, un posto di primo piano spetta alla Pittura di un narratore (dal 22 settembre al 15 gennaio 2012): un'importante antologica dell’autore, del quale vengono esposte oltre 200 opere, fra cui numerosi inediti. Opere a olio di grande formato, affiancate da studi in matita, bozzetti, disegni policromi, litografie, arazzi e collage – alcuni dei quali esposti per la prima volta – che permettono di comprendere l’articolata ricerca artistica e il pensiero del maestro Dario Fo nel corso di sessantacinque anni di intensa attività. Nella sala video del museo sono visibili dei filmati che propongono un percorso “ragionato” sul tema autobiografico riferito al particolare rapporto di Dario Fo con la pittura, riletto attraverso le sue rappresentazioni dedicate ad artisti quali Leonardo, Raffaello, Michelangniolo, Correggio, Caravaggio, i maestri del Duomo di Modena e, proposto per la prima volta al Max museo in questa chiave di lettura, dal regista Felice Cappa.

«Ho cominciato a dipingere proprio al confine, a 5 anni – racconta Fo alla conferenza stampa – ospite a casa di uno zio acquisito che amava tantissimo la pittura, lui svizzero e la zia italiana, lo zio faceva il vigile e aveva una divisa bellissima. Mi fece un regalo fantastico: colori, carta e addirittura tavole, così iniziai a dipingere. Più tardi, quasi 10 anni dopo, ritornando in questo luogo, ho visto una decina di mie tavole appese al muro e ho visto un pittore. In poche parole, il fatto di tornare dove ho cominciato è sempre un brivido una emozione».
«In questa mostra c’è la storia della mia vita – ha aggiunto Fo – dal liceo, all’accademia, la pittura in Svizzera e in Francia. Nel dopoguerra non si aveva paura di cercare soluzioni nuove, di andare oltre certi confini, ci si muoveva, abbiamo dipinto in tutte le direzioni. Non era un dipingere per apparire diversi ma solo per sperimentare, per studiare e scoprire il significato del valore della pittura, della scenografia ecc. All’Accademia di Brera ho partecipato a lezioni di scenografia, scultura, le materie non erano staccate come oggi ma si faceva tutto assieme, negli anni ho cercato di salvare quell’idea di arti che si fondono e che ancora mi porto dietro. Pochi sanno che a Brera sono passati grandi pittori stranieri, oggi anche importanti, arrivati dalla Francia e dalla Spagna. Ho recitato i pezzi che prima ho dipinto. Io sono un pittore professionista che ha deciso di fare l’attore e il regista».

Fino al 15 gennaio 2012
Max museo, via Dante Alighieri 6, Chiasso
Info: 0041916825656; www.maxmuseo.ch

 

fonte: insideart.eu

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Ghedini, il professionista dei segreti.

L’Onorevole Avvocato Niccolò Ghedini, addetto ogni giorno dell’anno al riempimento delle buche che il suo maggior cliente scava di notte, dice di non potersi presentare davanti ai magistrati che indagano sul traffico di estorsioni, coca, appalti, gite in barca, mogli della Bari bene trattate come mignotte della Bari male (ma anche viceversa) allestito da quei due esemplari professionisti di Tarantini&Lavitola, uno in galera e l’altro latitante e dunque amicissimi del premier.

Dice Ghedini che rispondendo come testimone violerebbe “il segreto professionale”. Ma lasciando intendere, dietro a quel suo sorriso di arguto cacciatore di virgole penali, anche la ragione complementare e fortemente umanitaria di tutelare la professione dei segreti. I quali attengono al mistero di un premier che combatte in proprio la miseria della famiglia Tarantini, non con la Social Card varata dal suo stesso governo (40 euro al mese) ma con una Platinum che ne prevede 20 mila, più un bonus di pannolini, visto che “in quella famiglia ci sono anche dei bambini piccoli”. Deve essere per i piccini che Nick Ghedini si sacrifica. E anziché riempire buche, stavolta ne scava una per sé: è da laggiù che ci parla.

 

Di Pino Corrias

Dail Fatto Quotidiano - 14 settembre 2011


[STAMPA] Note di regia di "Mistero Buffo 3D"

mistero buffoProporre Mistero Buffo in un film 3D non è altro che continuare a rinnovare con i linguaggi e le tecniche di oggi una ricerca cominciata da Dario Fo e Franca Rame nel 1966 e che ha prodotto uno dei più importanti testi della cultura contemporanea.

Mistero Buffo è un capolavoro della letterature teatrale, uno delle opere che più hanno contribuito all’evoluzione della storia del teatro nell’ultimo secolo, non a caso consacrata dal Premio Nobel nel 1997. Ma non è solo questo.

Se si consulta il ricchissimo archivio Fo-Rame (www.francarame.it), si scopre come Mistero Buffo sia nato come una ricerca e una riscrittura della cultura popolare fatta anche tramite le immagini da essa prodotte, oltre che attraverso il recupero e la reinvenzione della tradizione scritta e orale.

Già nei primi appunti su Mistero Buffo si trovano scalette di quello che è l’embrione della lezione-spettacolo, con l’indicazione dell’uso di “lastrine”, ovvero immagini tratte dall’iconografia medioevale, che sarebbero state proiettate in scena. E così nelle prime rappresentazioni, proprio a partire da queste immagini, Dario ha cominciato a costruire i prologhi e a creare le sue affabulazioni.

La straordinaria presenza scenica di Fo, la sua arte anti-mimica, ha poi preso il sopravvento e ha fatto sì che Mistero Buffo fosse rappresentato anche senza il contributo visivo, una semplificazione che rimandava all’arte semplice e diretta dei giullari, che non avevano bisogno di teatri o saloni, ma utilizzavano le strade, le piazze, le corti e che, nel Novecento, è stata proficuamente ripresa e ha riaperto la strada a vari filoni della live performance che oggi dominano le scene, dal cabaret all’one-man-show, al fortunato fenomeno che oggi genericamente viene chiamato “teatro di narrazione”.

Ma l’impronta dell’immaginazione visiva - che è alla base della rivoluzione di Mistero Buffo - rimane comunque presente. Dario, che è pittore, prima ancora che attore, drammaturgo e regista, ripropone in scena quello che la cultura “bassa” ha elaborato e trasmesso, oltre che attraverso i canti, i canovacci delle rappresentazioni religiose e le giullarate, anche con i “libri di pietra” delle cattedrali (le statue, i bassorilievi, ma anche le vetrate), con le tessere dei mosaici, con le sculture lignee dei compianti e delle deposizioni, con le miniature dei codici e, naturalmente, con la stupefacente avventura della pittura occidentale.

L’immagine, dunque, come testimonianza e fonte di cultura, ma anche come componente essenziale del teatro che, da sempre, è arte totale per eccellenza.

Ma tutta questa ricerca ha sempre come origine un obiettivo sociale, politico che si può riassumere nella necessità di mettere in scena e di creare non solo per il pubblico, ma insieme al pubblico.

Il pubblico di ieri, che ha contribuito con le sue tradizioni e i suoi miti a trasmettere valori e conoscenze, ispirando, avvalorando e conservando le opere degli artisti del passato, e il pubblico di oggi che, con la sua partecipazione a un evento come il teatro, dà il suo apporto, ispirando contenuti e partecipando alla codifica del testo.

Sulla base di un primo canovaccio scritto e delle immagini – che quando non erano proiezioni erano scenografie, costumi, trovate che facevano scattare l’immaginazione – Dario e Franca hanno sempre interpretato delle performance creative, in continuo movimento, spettacoli in progress, che, replica dopo replica, hanno fatto sì che si sedimentasse un testo (inteso nella complessità di tutti i linguaggi presenti nel teatro) sempre nuovo e reinventato, dove un pubblico vivo e attivo si sente complice e protagonista e non semplice destinatario passivo.

L'idea di riprendere Mistero Buffo in 3D continua in questa direzione. E’ un ulteriore tentativo di far dialogare la narrazione orale, che può essere considerata la più antica forma di rappresentazione, con l'immagine in 3D, che sta creando nuove modalità di fruizione del cinema e della televisione.

La ricerca si arricchisce anche di un aspetto originale, tenta di trovare una strada nuova nella contraddizione tra lo spettacolo dal vivo e la sua riproduzione.

Questo lavoro mette l’accento sul corpo a corpo tra teatro e rappresentazione visiva, che ha nello spettatore la vera posta in gioco. Lo spettatore nella sua funzione creativa, nel suo essere parte integrante ed essenziale di un’arte che abbia un senso profondo per la comunità.

Nel Mistero Buffo in 3D, il pubblico è co-protagonista dello spettacolo, sia per come è costruito, fin dall’origine il testo, sia per come abbiamo creato la scena. Non c’è frattura tra palco e platea, più che una messa in scena, si cerca di ricreare una comunicazione rituale: l'attore non è mai ripreso da solo nelle sequenze, ma è sempre inquadrato insieme agli spettatori che, con la loro presenza, fanno sì che l'evento abbia luogo. Ed è per questo motivo che il pubblico è presente anche sul palcoscenito e fa da “quinta”. In questo modo, nelle riprese si vedono Franca e Dario che raccontano e, contemporaneamente, è sempre presente il pubblico con le sue reazioni; inoltre, il pubblico è anche riprodotto sul fondo del palco, grazie a una schiera di sagome poste su diversi livelli di profondità e si riverbera sul fondale che riproduce una grandi delle icone del popolo: il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, ridipinto e moltiplicato da Dario.

Questo allestimento scenico è stato pensato così e realizzato proprio per valorizzare il set delle riprese in 3D e ci sembra che, anche metaforicamente, esso ricrei uno spazio collettivo dove può compiersi quell’atto magico in cui una comunità si ritrova e si rappresenta, condividendo con spirito critico valori e prospettive.

Felice Cappa
fonte: cinemaitaliano.info

Anno: 

Far circolare...

Si sta promuovendo un referendum per l'abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari............ queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i mass media rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani......

....e i politici dovrebbero solo vergognarsi !!!!!

PER FAVORE CONTINUA LA CATENA

 

Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l'assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio. A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza denominata Parlamento WikiLeaks. Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio. Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro. Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche. Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private). Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari. Per curare i problemi delle vene varicose (voce "sclerosante"), 28mila e 138 euro. Visite omeopatiche 3mila e 636 euro. I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all'assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket. Ma non tutti i numeri sull'assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati. "Abbiamo chiesto - dice la Bernardini - quanti e quali importi sono stati spesi nell'ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal 'fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l'importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare". Perché queste informazioni restano riservate, non accessibili? Cosa c'è da nascondere? Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: "Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell'accesso agli atti in base al quale la domanda non può comportare la necessità di un'attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni secondo le modalità richieste". Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. "Non ritengo - spiega la deputata Rita Bernardini - che la Camera debba provvedere a dare una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l'assistenza che hanno tutti i cittadini italiani. Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un'assicurazione privata. Non si capisce perché questa 'mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori". "Secondo noi - aggiunge – basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla collettività dieci milioni di euro all'anno".Mentre a noi tagliano sull'assistenza sanitaria e sociale è deprimente scoprire che alla casta rimborsano anche massaggi e chirurgie plastiche private - è il commento del presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini - e sempre nel massimo silenzio di tutti. ..E NON FINISCE QUI... Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese. Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.

STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese

INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI

ESENTASSE

+

TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro
1.472.000,00).
Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubblico impiego) Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio

La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255

MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!

GRAZIE A TUTTI!


TAGLI AI VITALIZI: I NOMI DEI SEI PARLAMENTARI CHE FANNO RICORSO. "I NOSTRI PRIVILEGI NON SI TOCCANO"

Non passa giorno senza che qualche lupo del Palazzo non ci riservi la nostra dose di sdegno. Ci abbiamo fatto i calli è vero ma a tratti lo stupore prevale ancora sul disincanto. Oggi tocca a sei parlamentari, tutti siciliani, che hanno presentato ricorso alla Corte dei conti contro il taglio della doppia indennità, ossia la possibilità di sommare al già ricco stipendio di parlamentari nazionali, i vitalizi (tra i tremila e seimila euro) maturati nel corso della loro attività di deputati regionali. In altre parole, questo piccolo drappello bipartisan riscuote nello stesso tempo stipendio e pensione. Eppure, con un insolito scatto di lucidità, prima della pausa estiva, la presidenza dell’Ars (il parlamento siciliano) aveva imposto il divieto di cumulare le due indennità. Scelta saggia e in linea con il richiamo al rigore cui tutti i cittadini sono chiamati in questo momento. Ma i sei parlamentari non ci stanno, ritengono questa decisione “illegittima”: “I nostri diritti non si toccano” dichiarano indignati nel ricorso. Li chiamano proprio così: diritti. Mica privilegi. Ecco i nomi dei sei ricorrenti che vi invitiamo a diffondere a futura memoria elettorale:

Calogero Mannino (Gruppo Misto)

Alessandro Pagano (Pdl)

Sebastiano Burgaretta (Pdl

Giuseppe Firrarello detto Pino (Pdl)

Salvo Fleres (prima Pdl ora Forza del Sud)

Vladimiro Crisafulli (Pd)

Fonte Lettere Viola