[STAMPA] PISA. Dario Fo e Franca Rame: si presenta il loro libro

dario fo e franca ramePresentazione del libro "Dario Fo e Franca Rame, una vita per l’arte. Bozzetti, figure, scene pittoriche e teatrali" a cura di Anna Barsotti e Eva Marinai, Titivillus, Corazzano, San Miniato (Pi), 2011.
Volume nato a seguito della Mostra – inaugurata da Fo e dalla Rame in persona – e del Convegno di Pontedera.

Presenta la Prof.ssa Marzia Pieri (Docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo - Università di Siena), intervengono le curatrici alla presenza degli Assessori Silvia Pagnin (Provincia di Pisa) e Stefano Tognarelli (Comune di Pontedera) e di alcuni degli autori (Marcello Ciccuto, Micle Contorno, Bruna Niccoli, Simone Soriani...).

Dario Fo, Premio Nobel per la Letteratura (1997), e la compagna di vita e d’arte Franca Rame continuano ad avere un’importante eco nel nostro territorio, dopo l’evento Mostra “Pupazzi con rabbia e sentimento” allestita nelle tre sedi Centro per l’arte Cirri - Museo Piaggio - Centrum Sete Sois Sete Luas nella primavera del 2010, grazie all’operazione artistico-culturale dell’allora Assessore alla Cultura (oggi alle Attività produttive) Stefano Tognarelli, assieme alla Dott.ssa Silvia Guidi e al suo staff; evento patrocinato dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Pisa e dal Comune di Pontedera.

In seno alla Mostra che ebbe grande risonanza, l’ultra ottantenne Dario Fo, con l’energia e l’entusiasmo di un ragazzino innamorato della forza rivoluzionaria e propulsiva dell’arte e del teatro, ma con l’esperienza di un attore-autore navigato presentò al Teatro Era, in anteprima nazionale, lo spettacolo “Dipingere è come recitare” e fu anche latore di un Convegno Internazionale di Studi, promosso in occasione dei più che cinquant’anni di attività della coppia d’oro del Teatro italiano, riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

Le docenti della Facoltà di Lettere dell’Università di Pisa, prof.sse Anna Barsotti e Eva Marinai, curatrici del Convegno organizzato in collaborazione con il Museo Piaggio, La Fondazione Pontedera Teatro e il Comune di Pontedera, presentano gli “Atti” di quella intensa giornata di riflessioni sulla contaminazione tra teatro e pittura, parola e immagine nell’opera dei due poliedrici artisti della scena contemporanea. La presentazione avverrà venerdì 28 ottobre alle ore 16.15 al Ridotto del Teatro Verdi di Pisa alla presenza degli Assessori Tognarelli e Pagnin e con la relazione introduttiva della prof.ssa Marzia Pieri, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo all’Università di Siena.

Il volume, dal titolo significativo “Dario Fo e Franca Rame, una vita per l’arte. Bozzetti, figure, scene pittoriche e teatrali”, è edito dalla casa editrice Titivillus di Corazzano-San Miniato (Pi) e vanta al suo interno scritti di studiosi di livello internazionale che hanno valso alle curatrici anche inviti a presentazioni estere del lavoro di ricerca svolto, in particolare agli Istituti di Cultura Italiana di Edimburgo in Scozia e di Grenoble in Francia.

L’evento di Pontedera, dunque, e la riflessione intorno all’opera del Premio Nobel promossa dal Comune hanno dato avvio ad una serie ulteriore di percorsi di carattere interculturale che ha visto proprio in Pontedera il fulcro di una attività di risonanza europea.

Pisa - Teatro Verdi - venerdì 28 Ottobre 2011 ore 16.15

 

fonte: ognisette.it

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Jacopo Fo Ambientalista dell'anno 2011

jacopo fo ambientalista dell'anno 2011Quest'anno tra gli 8 candidati al premio di Legambiente e La Nuova Ecologia per l'ambientalista dell'anno 2011 c'è anche Jacopo!!!

La sua scheda di presentazione: “Se volete conoscerlo dovete affrontare i tornanti fra Gubbio e Perugia. Lui vive qui, nella libera università di Alcatraz che rappresenta da trent’anni un punto d’incontro all’insegna dell’ecologia, della buona tavola e della gentilezza. Un’esperienza arricchita di un’attenzione sempre più forte verso l’efficienza: l’impatto della struttura, che ospita 40 persone con tanto di piscina, ristorante con prodotti tipici e un parco didattico, viene compensato da 3 milioni di metri quadri di bosco. In più gli alloggi sono stati isolati termicamente dimezzando le emissioni, per gli scarichi si utilizza l’acqua piovana, le lampadine sono a basso consumo, ci sono quattro pannelli fotovoltaici e si riusa l’80% dei rifiuti. Tutto peraltro accompagnato da una buona dose d’ironia e cordialità. Che cosa volere di più?

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[LIBRI] "Dio è nero!" - Il fantastico racconto dell'evoluzione

di Mauretta Capuano

dio è neroStimola il pensiero e l'azione, sfata teorie e leggende, ribalta false credenze. Il Nobel Dario Fo nell'appassionante racconto dell'origine dell'uomo, segue il gioco del paradosso, fa traballare i nostri punti fermi fino ad arrivare a dire che Dio, oltre che nero, e' donna.

Scritto per l'Evolution Day, il fantastico racconto dell'evoluzione di Fo, andato in scena al Museo di Storia Naturale di Milano il 13 febbraio 2011 (che Fo e' andato a visitare, dopo tanti anni, su ''sollecitazione di Milly Moratti), esce per Raffaello Cortina il 2 novembre nel cofanetto 'Dio e' nero!' con il dvd del monologo di cinquanta minuti e il testo della spettacolo, illustrato con 44 disegni a colori inediti, realizzati dal Nobel, fra cui un ritratto di Charles Darwin.

Con il suo stile arguto e irriverente, Fo, che sabato 22 ottobre sara' ospite di Fabio Fazio su Rai3, ripercorre la teoria dell'evoluzione di Darwin, le ultime scoperte mescolate al racconto dell'Antico Testamento. Non mancano i riferimenti provocatori alla politica e all'attualita'. Cosi', in 'Dio e' nero!-Dialogo fra due esseri comuni', testo a cura di Franca Rame e Chiara Porro, parlando del mito della Grande Madre, del matriarcato, di quando ''il matrimonio non era un contratto e far l'amore con chicchessia era una cosa del tutto naturale, senza pagare un soldo!'' e ''quindi niente prostitute?'' arriva la battuta sul nostro premier. ''E come faceva Berlusconi?''. Mentre, a proposito di Darwin, Fo racconta che i suoi oppositori sono arrivati al Museo di Storia Naturale di Milano e ''il loro capo spirituale era una certa MMMMoratti , che e' stata anche Ministro dell'Istruzione e aveva proibito assolutamente che si parlasse di Darwin a scuola. Che testa! E quando l'hanno fatta sindaco di Milano ha tagliato tutti i fondi che tenevano in piedi 'sto Museo...brava Signora!''.

Se, come hanno scoperto ''il primo uomo e' venuto al mondo in Etiopia, come dire in Abissinia, quasi un milione di anni fa ed era, come tutti i suoi abitanti di oggi, di colore scuro, sul marrone'', dal momento che ''Dio ci ha creati a sua perfetta immagine e somiglianza, questo significa che anche lui, il creatore, a sua volta doveva essere nero, alto un metro circa e simile a una scimmia...'' viene raccontato nel monologo. Certo, poi, come si e' evoluto l'uomo si sara' evoluto anche lui. ''Puo' darsi, insomma...si sia sbianchito come Michael Jackson, ma sempre nero rimane!. E con questo la razza eletta va a farsi fottere''. Nel testo non appare roseo il nostro futuro che marcia verso l'Apocalisse: ''un mattino ci sveglieremo e non funzionera' piu' niente'', sottolinea Fo e aggiunge ''all'improvviso il denaro non servira' piu' a niente''. A salvarsi saranno i ''paria di sempre, quelli che non hanno conosciuto il progresso''. Insomma, i primitivi. Nel libro anche la prefazione del regista Felice Cappa, con cui l'attore premio Nobel lavora da anni, che sottolinea come ''Fo ci racconta che la parabola ecologica non e' avulsa da quella sociale'' e spiega come e' nato l'interesse di Fo per l'infanzia dell'umanita' e uno scritto del filosofo della scienza Telmo Pievani dedicato a 'Dio e' nero (e ha un discreto senso dell'umorismo)'.

 

fonte: ansa.it

 

dio è nero

 

Dio è nero

Cofanetto con libro + DVD

REGIA: Dario Fo
DURATA: 50 min.
PAESE: Italia
ANNO: 2011
LINGUE AUDIO: Italiano
lo trovi su commercioetico.it

 

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[LIBRI] GIOTTO O NON GIOTTO

Chi ha affrescato la Basilica Superiore di Assisi?

giotto o non giottoPer svelare questo enigma il premio Nobel per la letteratura ha indagato l’opera del geniale artista, portando alla luce sorprendenti intuizioni.
È così nato il volume Giotto o non Giotto, curato da Franca Rame e pubblicato da Franco Cosimo Panini Editore.

 

Punto di partenza del libro e dello spettacolo è l’enigma che da oltre sette secoli divide la critica d’arte: fu Giotto ad affrescare le celeberrime Storie di San Francesco nella Basilica Superiore di Assisi? Per rispondere all’affascinante quesito, Dario Fo intraprende un’esplorazione che parte da Assisi, tocca Padova con l’analisi della Cappella degli Scrovegni e arriva fino agli ultimi capolavori di Santa Croce a Firenze. Un’indagine che riserverà al lettore numerose sorprese, e farà luce su aspetti della vita e dell’arte di Giotto poco esplorati dalla critica d’arte ufficiale: dall’attività di usuraio del pittore alle segrete influenze dei Vangeli apocrifi sulla sua opera. Un viaggio reso ancor più suggestivo dai racconti, dai dialoghi in volgare e dalle “giullarate” che impreziosiscono il testo, a corredo del quale sono presenti oltre duecento illustrazioni tra riproduzioni a colori delle opere di Giotto e personali creazioni del premio Nobel.

 

giotto o non giotto

 

Giotto o non Giotto

a cura di Franca Rame

351 pagg

Franco Cosimo Panini Editore

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Ciao Pia

PIA RAME. UNA VITA DEDICATA ALLO SPETTACOLO

Quando era bambina, e già recitava nella compagnia teatrale del padre Domenico, si divertiva a disegnare costumi e vestiti per le sue bambole: costumi coloratissimi, luccicanti di strass e perline, ornati da volant e ricami.

 

Ho fatto l’attrice per anni (…) ma non avevo, dentro, il sacro fuoco. Mi piaceva invece vestire la gente, gli attori e le attrici, farli sembrare più belli, più felici.

 

Pia Rame inaugura a Milano, nel 1952 la sua sartoria; la famiglia Rame è titolare di una lunga tradizione teatrale che risale alla fine del ‘700.
L’attività della sartoria Pia Rame si lega indissolubilmente con la storia del teatro e della televisione italiana e sarebbe impossibile enumerare qui tutte le sue produzioni e gli artisti con cui ha collaborato.
E’ stata titolare di una cattedra di storia del costume, insegnando a giovani di diverse scuole. Inoltre, è stata autrice di un libro autobiografico di successo edito nel 1979 da Mondadori con il titolo “La Regina di Medò”.

 

La regina di Medò: un racconto della nostra vita, uno squarcio pieno di fantasia sulla nostra storia di gente di teatro, una realtà mai completamente finita che continua nei nostri destini che hanno preso strade e significati diversi, ma che restano sempre uniti da radici indistruttibili.

Pia…ride e riesce a piangere insieme, poi si ferma ed è triste con un bel sorriso. S’innamora perdutamente di uno, ma lo lascia lì, per giocare a carte con le amiche. Va in cucina e prepara un pranzo solenne come per un battesimo ma poi si mangia un panino in piedi. Si veste come una regina per mettersi a lavare i piatti. Lavora giorni e giorni senza dormire, poi dorme per due giorni col telefono vicino. Le piace sentire il telefono che squilla nel sonno senza rispondere; è pazza, concreta, casta, passionale, infedelissima, fedele, asessuata e carica d’amore, generosa fino a dar via la camicia che del resto non porta mai, urla espressioni irripetibili ma s’indigna alle scurrilità dette fuori tempo, è un’attrice brava, consumata, ma non sa recitare quando occorre l’ipocrisia. Si inventa bellezze morali e fantastiche in uomini che valgono meno d’un soldo, ma li pianta disperata quando s’accorge che ha inventato tutto lei. Un’immorale moralista; un’atea religiosa; una ragazza madre, orfana con madre a carico, divorziata prima ancora di sposarsi: questa è mia sorella. E La Regina di Medò la rispecchia con assoluta fedeltà.

Franca Rame

 

 

testi e immagini da archivio C.T.F.R.


[STAMPA] Capitale Europea della Cultura 2019 Dario Fo: «Ravenna città straordinaria»

RAVENNA. « Bisogna ricordare ai cittadini di Ravenna che la storia della loro città è straordinaria, ma loro non hanno coscienza della sua importanza per l’umanità, e vivono come se abitassero in un qualsiasi centro sconosciuto. Se chi abita questa città non ha coscienza, poi è difficile coinvolgere e convincere quelli che vengono dall’esterno».

Dario Fo, protagonista assoluto del teatro italiano, commediografo, regista, scrittore, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1997, ha ricevuto nel 1999 la cittadinanza onoraria di Ravenna per il suo rapporto «costante e fecondo» con la città.

Maestro, Ravenna ha qualche possibilità di diventare la capitale europea della cultura nel 2019?
«Tutto dipende da come si riesce ad impostare l’operazione. Ravenna parte con un grande vantaggio su quasi tutte le città in lizza, può esibire una cultura, possiede dei monumenti unici e irripetibili, e non bisogna mai dimenticare che Ravenna è stata capitale dell’Impero d’Occidente e d’Oriente per lungo tempo, ha avuto come fondatori addirittura imperatori romani di grande intelligenza e cultura. E’ poi una città importante sul piano del mercato, della navigazione e anche delle industrie. Ma certo è che la voce maggiore è senz’altro quella dei grandi momenti culturali. Devo dire, per quello che ho vissuto in Ravenna, vi sono delle situazioni negative, per esempio quella di aver trasportato l’Accademia del mosaico fuori della città, in una condizione ormai quasi inesistente, abbandonata a sé. C’è stata molta disattenzione. Io adoro Ravenna, ho scritto anche il testo La vera storia di Ravenna, che è ancora in libreria adesso dopo tanti anni, dopo tre edizioni e tanta vendita». 

Se lei fosse il sindaco di Ravenna, cosa farebbe?
«Non conosco quello che ha fatto l’attuale sindaco, magari anche cose stupende. Io cercherei di coinvolgere profondamente le accademie, i teatri, soprattutto i giovani, le scuole da quelle elementari fino all’università. Proprio nel tempo dell’edizione de La vera storia di Ravenna, siamo andati avanti a raccontare le vicende di Ravenna attraverso un film, coinvolgendo i ragazzini e le scuole. E’ stato un lavoro straordinario sull’impianto di questa città antica e attuale: era talmente vasto l’argomento che abbiamo dovuto dividerlo in due sezioni. Ma il dvd non è stato ancora programmato. Basterebbe quel documento a produrre un notevole aiuto alla scalata che il Comune e i ravennati stanno cercando di realizzare».

Simone Ortolani

fonte: corriereromagna.it

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ROMA BRUCIA: MISSIONE COMPIUTA

Se fossi nei trombettieri del governo, andrei molto cauto nell’approfittare di questa catastrofe, come ha fatto puntualmente il solito TGUno, seguito poi dallo stesso Berlusconi con un comunicato ridicolo e offensivo, nel quale esalta proprio quelle forze dell’ordine alle quali il decreto stabilità appena varato dal Consiglio dei Ministri ha tagliato 60 milioni di Euro. Un governo che non sa garantire l’ordine e la sicurezza di una manifestazione autorizzata e pacifica nella propria capitale, che non sa prevedere e prevenire quello che tutti noi avevamo temuto, che permette a centinaia di professionisti dello sfascio di arrivare tranquillamente lungo il percorso annunciato della sfilata addirittura con “uniformi nere e maschere antigas” come dice una trafelata inviata del TGUno che si crede di essere a Kabul, dovrebbe dimettersi, invece di tentare di strumentalizzare le operazioni di questi spaccavetrine. Soprattutto se nello stesso giorno in nessun’altra capitale del mondo – nessuna – dove si sono svolte manifestazioni simili è accaduto nulla di lontanamente simile. Come ha detto il corrispondente da Londra dello stesso TGUno, Antonio Caprarica, correttamente informando e involontariamente mettendo in stato d’accusa la città e il governo italiani, “Londra non si è fatta trovare impreparata”. Roma invece sì. Completamente impreparata, nella più benevola delle ipotesi. E Roma chi è, se non chi amministra la città e governa la nazione? (Vittorio Zucconi)


TERRA PROMESSA DI MARCO BALIANI, FELICE CAPPA E MARIA MAGLIETTA QUESTO SABATO SU RAI5 E IN STREAMING SU rai.it

Questo sabato 15 ottobre, su Rai5 alle ore 22, e in diretta streaming su www.rai.it (visibile ovunque, sia nelle regioni dove non c'è ancora il digitale terrestre sia all'estero) va in onda la versione televisiva di Terra promessa di Marco Baliani, Felice Cappa, Maria Maglietta: lo spettacolo è stato presentato con successo ai festival di Spoleto e Taormina la scorsa estate e sarà in tournée per tutta la stagione. Ecco una breve nota che accompagna lo spettacolo.

L’Italia di oggi è un paese pieno di contraddizioni.
È un paese di migranti che respinge gli immigrati. È un paese che si mette alla finestra a guardare i giovani partire. È un paese che risponde a una crisi profonda con l’astrazione di parole vuote e inefficaci.
L’Italia è un paese spaccato in due da una politica che sottolinea i contrasti e non li risolve: un paese che ha due anime, un Nord e un Sud che non sanno dialogare e che si allontanano in una deriva che coinvolge entrambi.
Quando è nata la frattura che attraversa il nostro paese? Quali sono le origini di una ferita che sanguina da così tanto tempo?
La “questione meridionale” affonda le radici in un terreno antico, antico quanto l’Italia: nell’anno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità, è giusto ricordare dunque che molte delle fratture che attraversano il nostro paese sono ferite che risalgono proprio al processo di unificazione. All’Italia serve oggi un racconto, un racconto che metta in evidenza luci e ombre di un periodo storico in cui sono nate incomprensioni non ancora risolte e che pesano inevitabilmente su un paese che non è pacificato.
In Terra promessa. Briganti e migranti questo racconto prende forma: la storia del brigante lucano Carmine Crocco diventa infatti pretesto per riflettere sulla vita di tanti contadini del Sud, ma anche del Nord Italia, le cui vicende forniscono una chiave per interpretare la storia recente del nostro paese. Gli eredi di quei cafoni colonizzati e poi sradicati sono, oggi, gli operai della Fiat che proprio in Basilicata ha costruito lo stabilimento più efficiente e alienante d'Europa
In scena c'è Marco Baliani, a ripercorrere gli eventi, a ricostruire le circostanze e a illuminare i luoghi che i protagonisti di quelle vicende hanno consegnato alla storia. La regia, tra cinema e teatro, è di Felice Cappa. Ad accompagnare le parole del narratore in scena, compaiono, su schermi sovrapposti, come apparizioni fantasmatiche, altri personaggi, un contadino, una popolana, un barone e un soldato piemontese, a comporre un mosaico di racconti fatto di voci e punti di vista differenti. La narrazione vive all’interno di una speciale scatola luminosa, che racchiude il narratore e la sua storia in un caleidoscopio di immagini proiettate. Brevi squarci di vita, memorie di luoghi, riflessioni si amalgamano in uno spezzato affresco che regala allo spettatore una prospettiva rara da cui osservare questo spaccato di storia e meditare sul presente.

TERRA PROMESSA
Briganti e migranti

uno spettacolo di Marco Baliani, Felice Cappa e Maria Maglietta
con Marco Baliani
e con la partecipazione in video di Salvo Arena, Naike Anna Silipo, Aldo Ottobrino, Michele Sinisi
regia di Felice Cappa
drammaturgia di Maria Maglietta
musiche di Mirto Baliani
impianto scenico di Valentina Tescari
assistente alla scene Virginia Forlani
video design di Matteo Massocco
fotografia di Valeria Palermo
riprese video di Andrea Nobile
Steadicam e flyght jib Stefano Stefanelli
programmazione video e luci Mauro Melloni
fonico Mario Berciga
direttore tecnico Amerigo Varesi
aiuto regia Anna Banfi
delegato di produzione Lidia Gavana
un progetto di Change Performing Arts
produzione di CRT Artificio
 

 

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[VIDEO] Buonasera con Franca Rame

"Buonasera con..." era un programma trasmesso da Rai2 dal 1978 al 1981.
Inizialmente presentato da Maria Giovanna Elmi, era un "programma-contenitore" che trasmetteva cartoni animati e telefilm. Dal 1979 venne affidato ad un conduttore diverso ogni due mesi e fu diviso in due parti: nella prima il conduttore intratteneva il pubblico con un piccolo spettacolo di varietà, nella seconda veniva trasmessa un telefilm o un cartone animato. Tra i conduttori vi furono Franco Franchi, Mario Carotenuto, Renato Rascel, Memo Remigi, Silvan, il Quartetto Cetra, Carlo Dapporto, Rita Pavone, Macario, Tino Scotti, Rossano Brazzi e Peppino De Filippo e soprattutto Franca Rame.
 
Da "Buonasera con Franca Rame" una canzone che rimane nei ricordi di molti...
Una foto di Franca Rame nel ruolo di "Francaccia", durante la trasmissione... 
Buona Sera con Franca Rame

[STAMPA] Dario Fo e Franca Rame - Ospiti il 20 ottobre dell'Università La Sapienza di Roma

Il premio Nobel Dario Fo e Franca Rame saranno gli ospiti d'onore della manifestazione organizzata dalla Dott.ssa Marisa Pizza per la presentazione di ECLAP che avrà luogo a Roma giovedì 20 ottobre 2011, grazie al Centro Teatro Ateneo della Sapienza Università di Roma e con la collaborazione dell’Università degli Studi di Firenze (coordinatore di ECLAP), della Compagnia Teatrale Fo-Rame e della Fondazione Rinascimento Digitale e del MIBAC- Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo.

ECLAP è il nuovo archivio online delle arti dello spettacolo in Europa, co-finanziato dal Programma ICT- PSP CIP della Commissione europea: per la prima volta, le collezioni dei più importanti istituti e archivi europei delle arti dello spettacolo - prime fra tutte, in Italia, quella di Dario Fo e Franca Rame e quella del Centro Teatro Ateneo - saranno accessibili online attraverso un portale dedicato e attraverso EUROPEANA, la biblioteca digitale europea, con la traduzione dei metadati nelle maggiori lingue.

Nel corso dell’evento, il secondo di un ciclo di appuntamenti internazionali previsti da ECLAP, Dario Fo e Franca Rame presenteranno il loro archivio, in cui sono conservati documenti, video, immagini e testi di oltre 50 anni di attività della Compagnia Teatrale Dario Fo e Franca Rame. I materiali saranno messi a disposizione di ECLAP e confluiranno in Europeana. “Aderendo a ECLAP – sottolinea Dario Fo – intendiamo sostenerne il programma di conservazione valorizzazione e uso sociale del patrimonio artistico, reso possibile da un portale unico di accesso delle arti performative con diffusione nella Digital Library di Europeana”. Esiste, infatti, un ricco patrimonio di film, registrazioni, audiovisivi, immagini, schizzi, bozzetti, molti dei quali sono conservati in archivi e luoghi separati sparsi in tutta Europa che altrimenti rischierebbe di andare disperso.

 

11 ottobre 2011 Roma fonte: ustation.it

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Lettera aperta di Marco Bazzoni

Oggi (9 ottobre 2011 N.d.R.) il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della 61 giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, ha inviato un messaggio al Presidente dell'Anmil, dicendo che "gli infortuni e le morti sul lavoro costituiscono un fenomeno sempre inaccettabile......e che non può abbassarsi la guardia riducendo gli investimenti nel campo della prevenzione e della sicurezza sul lavoro".
Prontamente il Ministro del Lavoro Sacconi ha risposto "la guardia resta alta.....fosse anche uno solo non saremmo soddisfatti".
Ora dico, ma con che faccia Sacconi fa un affermazione del genere, quando il Governo Berlusconi (in primis il suo ministero) ha stravolto il Testo unico la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08) voluto dal Governo Prodi, dimezzando le sanzioni ai datori di lavoro, dirigenti preposti, rinviando per due anni l'obbligo della valutazione dei rischi da stress lavoro correlato, prorogando di 90 giorni la redazione del documento di valutazione dei rischi (DVR) per le nuove imprese, posticipando l'applicazione della legislazione in materia di protezione della salute e sicurezza sul luogo di lavoro per le persone appartenenti a delle cooperative sociali e a delle organizzazioni di volontariato della protezione civile, prorogando il termine per completare l'adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi per le strutture ricettive turistico - alberghiere con oltre 25 posti letto, deresponsabilizzando i datori di lavoro in caso di delega e sub delega (salva-manager), non facendo nulla per aumentare i controlli ispettivi delle Asl in materia di sicurezza sul lavoro, che hanno un personale ispettivo ridotto all'osso, mentre le aziende da controlla sono circa 6 milioni.
Inoltre come dimenticare poi il libro unico del lavoro che sostituisce libro matricola e altro,  le regolarizzazioni si fanno ogni 20 gg o più, quindi "armi spuntate" a chi fa controllo sui contratti, cioè la Direzione Provinciale del Lavoro (DPL),  il Decreto 112/08 che ha tolto le violazioni dulla durata del lavoro come causa di sospensione dell'attività produttiva (sull'autostrda fanno turni di 12 ore).
Benissimo ha fatto il Presidente della Repubblica a richiamare tutti alla proprie responsabilità, e spero sinceramente che il messaggio sia arrivato!!!
La tragedia di Barletta dove sono morte cinque operaie: Matilde Doronzo, 32 anni, Giovanna Sardaro, 30 anni, Antonella Zaza, 36 anni, Tina Ceci, 37 anni, Maria Cinquepalmi 14 anni,  ha riacceso i riflettori sul dramma delle morti sul lavoro, troppo spesso dimenticate e troppo spesso sottostimate nei dati Inail, perché non tengono conto dei lavoratori che non sono assicurati, cioè quelli in nero e i pensionati.
L'Inail ci dice che nei primi 6 mesi del 2011 ci sono stati 428 morti sul lavoro, lo 0,7% in meno ai primi 6 mesi del 2010.
Mentre l'Osservatorio Indipendente di Bologna, diretto da Carlo Soricelli, ci dice che dall'inizio dell'anno al 9 Ottobre 2011 ci sono stati 514 morti, erano 453 il 9 ottobre del 2010, l'aumento è dell' 11,9%, se poi ci aggiungiamo i lavoratori morti in itinere, si arriva ad oltre 830 morti sul lavoro.
Passata l'indignazione iniziale di politici, sindacati, Istituzioni dopo le morti sul lavoro, non cambia mai nulla, ed il triste bollettino di guerra sul lavoro continua inesorabile.
In un paese civile, la sicurezza sul lavoro verrebbe insegnata nelle scuole, ci sarebbe il carcere per tutti gli imprenditori che sono responsabili di tutte queste morti sul lavoro e non pene irrisorie o peggio la prescrizione, ci sarebbero i controlli per punire le aziende che violano le norme per la sicurezza sul lavoro, la Confindustria non griderebbe alla repressione ogni volta che si parla di aumentare i controlli e le pene per le aziende che violano la sicurezza, il tesoretto Inail da 15 miliardi di euro verrebbe utilizzato per  dare delle rendite dignitose ( e non da fame) ai familiari delle vittime del lavoro e agli invalidi, invece di utilizzarlo per ripianare i debiti dello Stato, le morti sul lavoro verrebbero chiamate omicidi sul lavoro e non "morti bianche" o tragiche fatalità.
Intanto domani, purtroppo, altri 3/4 lavoratori non faranno più ritorno a casa........
Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze