[AUDIO] Dario Fo: "Impariamo dai maestri dell'acqua"

"Non si può sempre scaricare la responsabilità politica su chi è venuto prima di noi" così il premio Nobel per la letteratura Dario Fo commenta - a Radio Babboleo News - il disastro dell'alluvione genovese.
Questa mattina Dario Fo ha scritto un intervento sul Secolo XIX, parlando dei "maestri dell'acqua" del Medio Evo, chiamati a prevedere le allerte di fiumi e torrenti. Ma la storia com'è cambiata, dai re del passato ai potenti di oggi?

Ascolta l'intervento integrale...

fonte: babboleo.it

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[VIDEO] Jacopo Fo in "Gesù, Vero Uomo, Vero Dio e la follia delle religioni!"

Gesù, il Risvegliato, vero Uomo e vero Dio, cosciente e consapevole della sua natura Divina. Ci ha portato Amore e Conoscenza. Non voleva creare una religione!

E' venuto a dirci che siamo come Lui e ha piantao i semi di questa grande conoscenza occultata da sempre nella nostra Anima affinchè potessimo risvegliarci.

Ne hanno fatto una religione, deformando il cuore del suo messaggio e il vero scopo della sua incarnazione.

Ci hanno resi schiavi e sottomessi con la storia della remissione dei peccati e con la minaccia dell'inferno. Non abbiamo bisogno di intermediari tra noi e il Divino, perchè ne siamo parte!

Oggi qualcosa sta cambiando! La Coscienza Universale, che è Dio, si sta risvegliando e siamo NOI! Le menzogne stanno crollando...

Jacopo Fo in "Gesù, Vero Uomo, Vero Dio e la follia delle religioni!" - i video da Youtube:

prima parte - seconda parte - terza parte - quarta parte

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Non c'è più il B. di una volta

Un anno fa, due anni fa, dieci anni fa Berlusconi sarebbe corso sui luoghi del disastro di questo infinito disastro italiano. Sarebbe andato tra gli spalatori di fango di Monterosso e tra i sommozzatori che a Genova recuperano le salme come dopo uno Tsunami. Sarebbe corso ad abbracciare i familiari delle vittime come fece a L’Aquila, con il suo amico Bertolaso. A piangere di fronte alle mamme disperate e alle telecamere compiacenti, come accadde a Lampedusa o a Brindisi. A mostrarsi con la faccia triste, quella delle tristi occasioni, le braccia conserte, gli occhi bassi. Era il suo pane, era il suo populismo da miliardario caritatevole che mandava in estasi Feltri, Panebianco e naturalmente i sondaggi. Con la scorta un poco nascosta e le sgallettate prudemente stivate nel portabagagli delle Audi, per il dopo funerale in villa. Oggi non può più. Guai se si azzarda. Proibito avvicinarsi al dolore e alla rabbia di qualunque folla. Deve viaggiare inscatolato dentro auto annerite. Percorrere solo corsie sotterranee. Frequentare compagnie sceltissime e disperate come lui. Tipo Verdini, il banchiere, Dell’Utri il bibliofilo. O Pannella e la sua coda di sei voti da masticare a digiuno.

 

di Pino Corrias

Da il Fatto Quotidiano, 6 novembre 2011


[STAMPA] L'AMACA

 

di Michele Serra

«Dicono tutti che c’è la crisi ma i ristoranti sono pieni» è un classico dell’uomo della strada. Lo dice il tassista, lo dice l’avventore del bar, probabile che lo abbia detto ciascuno di noi in uno di quei momenti di spensierata dabbenaggine che costellano la vita di ogni persona qualunque. Sentire per la prima volta pronunciare quella frase al G20, da un capo di governo, è una svolta storica: vuol dire che l’uomo della strada, con tutta la sua spensierata dabbenaggine, è arrivato al vertice.
Ci ritroviamo dunque ad essere governati da uno qualunque, che quando pensa una fesseria qualunque la dice a tutti. Probabile che alcuni italiani ne siano soddisfatti ne siano soddisfatti: “che bello, finalmente un pirla come me è al potere, questa sì che è democrazia”. Ma è probabile, anche, che altri italiani, tra i quali mi annovero, ne siano invece desolati. Forse suggestionati da vecchie letture scolastiche (Pericle, per esempio) pensavano che la democrazia fosse una selezione dei migliori. Aperta a tutti ma destinata ad individuare i migliori. Il vecchio concetto di classe dirigente, insomma. Ritrovarsi rappresentati nel mondo da uno che pensa e parla come l’ultimo di noi è un bruciante fallimento. Votare per uno “come noi” significa sprecare il voto e sprecare la democrazia. Vogliamo votare per uno che sia migliore di noi. Per questo – soprattutto – non abbiamo mai votato Berlusconi.

da La Repubblica, 5 novembre 2011.

 

Grazie, Franca.

 

 

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[VIDEO] Omaggio a Franca Rame

Poesia di Franca Rame testo e voce di Dale Zaccaria -
"All I Know" musica, voce e testo di Mara Micciché

"Pensando agli avvenimenti di cui è stracolma la mia vita, sempre più mi convinco che le decisioni importanti che siamo costretti a prendere, i rischi e le situazioni tragiche che ci troviamo ad affrontare, abbiano sì a che vedere con la casualità, ma nella gran quantità dei casi tutto è dovuto a noi, al nostro carattere che si produce giorno per giorno in conseguenza di conflitti , cose imparate per caso e soprattutto acquisite con fatica e determinazione."

Franca Rame

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[STAMPA] Dario Fo e Franca Rame tornano con “Mistero Buffo”

MISTERO BUFFO 2011: BRANI INEDITI

A 42 anni di distanza dalla “prima” di uno degli spettacoli che hanno fatto la storia del teatro, Modena avrà l’occasione di rivederli di nuovo insieme.

 

Regalo di Natale imperdibile, per chi riuscirà ad accaparrarsi i biglietti, di Forum Eventi, la rassegna organizzata dalla Banca popolare al Forum Monzani. Il 10 dicembre a sorpresa Dario Fo e Franca Rame porteranno in città il “Mistero Buffo”, il loro spettacolo più famoso che concluderà la stagione autunnale della manifestazione di presentazioni librarie, spettacoli e musica gratuiti che finora è stata seguita da 10mila spettatori tra ottobre e novembre.

Dario Fo, per la sua ricerca teatrale e linguistica sui secoli medievali ha ottenuto nel 1997 il premio Nobel con questa motivazione: «A Dario Fo… che nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati…» e il mistero Buffo, inaugurato 42 anni fa ne è la massima espressione con le rievocazioni storiche di Fra Dolcino e della fame dello Zanni. Era infatti il 1969 quando Dario Fo e la moglie Franca andavano in scena a Milano per la prima volta e ora tocca a Modena, con i biglietti dello spettacolo già in prevendita presso tutte le filiali della Banca Popolare dell'Emilia Romagna. E' lo stesso Fo – protagonista pochi anni fa di una lettura del Duomo e della Ghirlandina in piazza Grande – a spiegare la ragione del successo di “Mistero Buffo”: «Nel 1969, in occasione della prima, recitavamo in un capannone di una piccola fabbrica dismessa,in via Colletta, che avevamo trasformato in una sala di teatro con il nostro gruppo. Franca ed io ci alternavamo sul palcoscenico eseguendo monologhi di tradizione popolare, tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, non solo italiane, ma provenienti da tutta Europa. Lo spettacolo ottenne grande successo e venne replicato centinaia di volte nel capannoe di via Colletta, in palazzetti dello sport, chiese sconsacrate, locali cinematografici, in balere e perfino in teatri normali».

E il teatro popolare che con le sue storie, spesso reali, e il suo linguaggio popolare – poi da Fo trasformato in grammelot, la lingua dei giullari – non aveva nulla da invidiarea quello erudito. «Non esiste – continua Fo – una forma espressiva popolare autonoma perché l'unica cultura autentica e di pregio è quella espressa dal potere dominante. L'altra, quella cosiddetta popolare, in verità è solo risultato di scopiazzature (...) - conclude l'attore – scoprimmo dei ricercatori di grande valore che ci davano ragione, a cominciare da Pitrè, Toschi e De Bartholomeis, Tullio de Mauro e Gianfranco Folena».

Il Mistero Buffo è stato rappresentato anche in Inghilterra, Spagna, Grecia, Russia e Francia. Al centro della rievocazione teatrale c'è il giullare, l'espressione teatrale del popolo con la propria cultura e i propri sentimenti di rivolta, resi da Fo e Rame con modi espressivi tipici di chi si esibiva nelle piazze, nei mercati e la recitazione in grammelot, articolazione di suoni e di azione assieme, nato poiché gli “attori” viaggiavano in luoghi in cui si parlavano lingue diverse e dovevano farsi intendere da tutti con testi satirici che sbeffeggiavano i potenti in modo grottesco. Lo stesso titolo dello spettacolo deriva dalla scelta di Fo di trattare l’espressione popolare nella sua forma ironico-grottesca come mezzo di provocazione, di diffusione e di agitazione delle idee. Già dal III-IV secolo dopo Cristo il termine “mistero” indicava uno spettacolo, una rappresentazione sacra e l'aggiunta di “buffo” conduce dunque a una “rappresentazione di temi sacri in chiave grottesco-satirica”. Per info: 059.2021093 e www.forumguidomonzani.it.
Stefano Luppi

fonte: gazzettadimodena.it

 

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[VIDEO] Potere Dromedario 1977

Documentario di Giuliano Zincone per la RAI a dieci anni dal 1977 che raccoglie interviste a Radio Alice, Radio Popolare, Primo Moroni, Dario Fo, Silvano Agosti, Franco Berardi Bifo, Andrea Pazienza, Skiantos e molti altri protagonisti della controcultura in Italia. Raitre 1987.
Tra i tanti interventi, da segnalare Dario Fo che ci parla di "Non si paga! Non si paga!" (minuto 28:00) una delle opere di Dario Fo e Franca Rame più rappresentate e Andrea Pazienza che ci racconta il suo personaggio "Pentothal" e "Il Male" (minuto 18:00) che in queste settimane è stato riproposto.
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