[PETIZIONI] Facciamo Piazza Pulita!

volantino piazza pulitaDue giorni in piazza per dire basta ai privilegi della Casta, alla corruzione, al malaffare, ai condannati in Parlamento. Per dire che non vogliamo che a pagare i costi della crisi e del fallimento economico del governo siano i giovani e le famiglie mentre la classe politica si guarda bene dall’intervenire sugli enormi costi della politica. Da Dario Fo ad Antonio Tabucchi, da Margherita Hack a Paolo Flores D’Arcais la parte migliore del nostro Paese si mobilita e lancia un appello: torniamo in piazza a Roma il 10-11 settembre.

 

L’APPELLO
Siamo stufi di vivere quotidianamente i soprusi della Casta che pensa soltanto a conservare potere e privilegi.
Siamo stufi di chi ci governa, che fa pagare la crisi finanziaria esclusivamente agli italiani dai redditi più bassi e medi, i lavoratori, le donne, i pensionati e gli studenti e le famiglie.
Siamo stufi di questi politici che fino a ieri negavano l’esistenza della crisi economica e che anzi affermavano che sarebbe stata  necessaria solo una piccola manovra fiscale, in quanto l’Italia era sana dal punto di vista economico, addirittura il Paese messo meglio in Europa.
Siamo stufi di indagati e pregiudicati che siedono impunemente in Parlamento.
Siamo stufi di una Casta bugiarda che adesso rastrella i 70 miliardi di euro necessari a impedire il fallimento dell’Italia senza toccare i redditti alti e gli speculatori finanziari.
Siamo stufi di questa Casta che non ha la minima intenzione di ridurre gli enormi costi della politica che frena la crescita e penalizza le imprese sane a vantaggio degli evasori fiscali e di chi vìola le regole.
Per questo pensiamo che sia arrivato il momento di ribellarsi, facciamo Piazza pulita, con una mobilitazione che cominci con presidi in tutte le cittá italiane e che culmini con una manifestazione per il giorno sabato 10 settembre a Roma e una assemblea permanente il giorno 11 settembre.
 
  • 1897 miliardi euro Debito pubblico
  • 79 miliardi di euro Manovra finanziara
  • 17 miliardi all’anno Costo Province
  • 8.000.000 Italiani in poverta’ assoluta
  • 11.000 euro lo stipendio dei parlamentari
Chiediamo immediatamente:
  • La diminuizione del numero dei parlamentari
  • Il dimezzamento delle indennitá dei parlamentari
  • La revisione dei rimborsi elettorali ai partiti
  • Una seria e severa legge anticorruzione
  • L’abolizione delle province
  • L’eliminazione dei vitalizi dei politici a tutti i livelli
  • La cancellazione dei privilegi della politica: abuso di scorte ed auto blu, viaggi gratis non giustificati da impegni istituzionali, eccetera.

PRIMI FIRMATARI:

Oliviero Beha, Amedea di Somma, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Jacopo Fo, Francesca Fornario, Alessandro Gilioli, Giulia Innocenzi, Margherita Hack, Massimo Malerba, Franz Mannino, Gianfranco Mascia, Adele Palazzo, Marco Quaranta, Franca Rame, Valeria RossiniGuido Scorza, Antonio Tabucchi, Emanuele Toscano.

 

fonte: letteraviola.it

Anno: 

BOSSI SEMPRE PIU' TROGLO, PER LUI I PENSIONATI SONO "POVERACCI". CHIEDIAMO UNA TAC!

Dopo il via libera alla nuova manovra, ieri Umberto Bossi ha parlato al suo elettorato nel tradizionale comizio di Ponte di Legno. Al centro del suo discorso- e non poteva essere altrimenti- la nuova manovra finanziaria lacrime e sangue. Il senatùr ha voluto sottolineare un importante obiettivo portato a casa della Lega: quello di preservare le pensioni a discapito degli enti locali, e non il contrario come proponeva qualcun altro.

Ho avuto qualche problema di coscienza: salvi i poveracci che non riescono a mangiare o i Comuni che se la cavano? Dobbiamo salvare gli enti locali, ma non a costo di affamare i poveracci, perché l’economia si sviluppa dal basso. Non avevo alternativa e mi sento la coscienza a posto, agli enti locali ci penseremo dopo“- ha dichiarato Bossi, rispondendo così anche all’ala maroniana del suo partito che preme affinché non vengano meno le risorse agli enti locali. Il leader del Carroccio s’è detto d’accordo con Maroni, ma solamente in linea teorica. Già, perché “bisognava fare un po’ di tagli altrimenti l’Europa ci uccideva” e questi tagli non potevano riguardare “i poveracci”. Nessuno voleva fare i tagli e per noi è stato meglio scegliere a favore dei poveri, che possono andare avanti nella battaglia per l’obiettivo finale: la Padania libera“.

Senza dubbio un bello spot pubblicitario sfoderato davanti al popolo padano, uno spot reso ancora più appetibile se si pensa al siparietto che c’è stato prima e durante l’ultimo Consiglio dei Ministri: è stato lo stesso Bossi a raccontare che con Renato Brunetta stava venendo quasi alle mani, poi gli ha detto Brunetta, nano di Venezia, non romperci i coglioni“.
Ma se una battaglia è vinta, la guerra per salvare le pensioni potrebbe riservare altre sorprese. Il senatùr è infatti convinto che la Banca Centrale Europea chiederà all’Italia di fare altri tagli, ma la Lega, ha assicurato, non abbasserà la guardia e cercherà con tutte le sue forze di difendere le pensioni.

http://www.fanpage.it


Agosto di sangue anche oggi [Ven 5 agosto N.d.R.] 5 vittime.

Tragica giornata anche quella di oggi con 4 morti solo sui luoghi di lavoro e dal primo agosto ci sono già stati 12 morti.

Frosinone 5 agosto E’ morto Guido Pessia, agricoltore di 71 anni. Pessia è morto questa mattina nelle campagne di Castelliri Pessia stava lavorando al disboscamento di un pezzo terreno a bordo di una motozappa, quando il mezzo si è ribaltato travolgendo l’agricoltore. Le lame hanno reciso parte degli arti causando un'emorragia fatale, inutili i soccorsi prestati prima dai alcuni familiari e poi dal personale del 118.

CATANIA 5 agosto Sono morti Agatino Guerrero di 34 anno e Fortunato Caprino Miceli di 53. La tragedia poco prima di mezzogiorno mentre sistemavano le grondaie sul tetto di un capannone, in contrada Tre Fontane a Paternò. Mentre Agatino Guerrera, è morto sul colpo, Miceli è spirato all'ospedale "Cannizzaro" di Catania. Il titolare della ditta, che lavora in subappalto, sarebbe giunto in un secondo momento e avrebbe trovato i lavoratori a terra: Del caso si occupa la Compagnia dei carabinieri di Paternò. Nel 2011 a Catania sono stati ben sei i morti sul lavoro. Al capoluogo etneo spetta il primato siciliano della cosiddette “morti bianche”.

Alessandria E’ morto Bruno Castellini un pensionato di 86 anni, Bruno Castellini di Fubine, ha perso schiacciato dal trattore.L'incidente si è verificato nel primo pomeriggio in regione Nani, frazione di Fubine. Castellini stava andano sui campi col trattore, Non ancora chiare le dinamiche che hanno provocato la tragedia. L'allarme è stato dato da un vicino.

GLI AGRICOLTORI SCHIACCIATI DAL TRATTORE RAGGIUNGONO L'INCREDIBILE PERCENTUALE DEL 20% DI TUTTI I MORTI SUL LAVORO E LA MAGGIORANZA DI QUESTE VITTIME INNOCENTI SONO OLTRE I 65 ANNI.

E’ incredibile che tante persone anziane, alcune addirittura di 90 anni, spesso non in buona salute, guidino ancora dei “mostri” che non lasciano scampo al più piccolo errore o distrazione. Castellini purtroppo è la settantottesima vittima dall’inzio dell’anno causate dal ribaltamento del trattore con conseguente schiacciamento mortale dell’agricoltore che lo guidava.


ULTIMA CHIAMATA

Chi si salverà dall’apocalisse prossima ventura della Seconda Repubblica? Non B., le cui performance al bungabunga, per quanto penose (soprattutto per le ragazze), sono comunque migliori di quella di ieri [4 agosto, N.d.R.] alla Camera. Non Bossi, che ha deciso di perire con lui, abbracciato al suo cadavere politico. Non Tremonti, avviato sul viale del tramonto per casini di case. Non i Responsabili o come diavolo si chiamano: basta guardarli in faccia.

Potrebbero salvarsi gli oppositori, almeno quanti riusciranno a essere o almeno ad apparire alternativi alla casta e al berlusconismo: ma appaiono tutti impallati, ingessati, imbalsamati. Bersani e D’Alema li possiamo salutare con una prece, grazie alle gesta dei loro fedelissimi Morichini, Pronzato, Penati & C. Ma il Pd è un grande partito e potrebbe redimersi con un salto di genere (Bindi) o di generazione (Zingaretti). Piercasinando è un simpatico trasformista, ma basta dare un’occhiata accanto a lui per notare Cesa e sentirsi male. Rutelli non pervenuto. Fini ha sbagliato tutte le mosse tranne una (mollare B.). Vendola si dibatte tra un’immagine di leader movimentista e una realtà di governatore continuista e parecchio sgangherato. Di Pietro oscilla fra un passato di tribuno da piazza e una concorrenza grillina che lo spinge a cercar voti fra i centrodestri in fuga.

Eppure un’occasione d’oro per scrollarsi di dosso la puzza di casta ce l’avrebbero: il referendum elettorale per cancellare il Porcellum di Calderoli (e Casini) e riportare in vita il Mattarellum. Che aveva mille difetti, ma almeno consentiva agli elettori di scegliersi direttamente – collegio per collegio, con l’uninominale – il 75% dei parlamentari (il resto era distribuito col proporzionale). Il quesito porta le firme di Di Pietro, di alcuni big democratici (Bindi, Veltroni, Parisi) e di Migliore di Sel. L’11 luglio è stato depositato in Cassazione e ora si tratta di raccogliere almeno 500 mila firme entro il 30 settembre.

Dopodiché non si potranno più proporre referendum sino a fine legislatura, il che significa che alle elezioni del 2013 dovremmo votare con il Porcellum, cioè lasciar nominare i 945 parlamentari da cinque segretari di partito. A meno che, si capisce, il Parlamento non cambi la legge elettorale: mission impossible, visto che non solo non c’è una maggioranza su una proposta alternativa, ma i due partiti maggiori sono spaccati al loro interno su una miriade di proposte inconciliabili. Solo la pistola puntata del referendum potrebbe indurre le Camere a un estremo atto di resipiscenza. Dunque non si scappa: bisogna raccogliere mezzo milione di firme in meno di due mesi. Parisi e Di Pietro hanno annunciato al Fatto che passeranno l’estate ai banchetti (l’Idv anche per abolire le province).

Ma gli altri? Che aspettano i finiani ad aderire e darsi da fare, per sottrarre a Pdl e Lega i voti di tanti italiani di destra schifati da una legge che è la quintessenza della casta? E l’Udc? E Sel? Ma soprattutto: a che gioco gioca il Pd? Le feste estive dell’Unità (o come diavolo si chiamano) sono il luogo ideale per raccogliere le firme. Ma l’astuto Bersani, non contento di aver boicottato e ignorato i referendum su legittimo impedimento, acqua e nucleare, salvo cavalcarli quando si rischiava di vincerli e metterci il cappello quando si sono vinti, sta ripetendo quel tragico errore per tenere insieme il Pd, diviso – tanto per cambiare – su cinque o sei posizioni. D’Alema, all’inseguimento di Casini, tifa proporzionale. E il maggioritario Veltroni, che era addirittura fra i promotori, ha cambiato idea: come sempre è pro “ma anche” contro.

Ora però i casi sono due. O il Pd (con Fli, Sel e Udc) dà una mano a Di Pietro e a Parisi, e allora le firme si raccolgono, il referendum si fa, il quorum si raggiunge e il Parlamento di nuovo eletto dal popolo recupera un briciolo di autorevolezza. Oppure crolla tutto e chi finisce sotto le macerie è bene che ci resti.

Ps. Da oggi sono in vacanza, quindi questa colonna si diraderà un pochino. Ma conto di tornare presto.
 

(Marco Travaglio)


Quasi tutti i giorni ci sono diversi morti sul lavoro

La giornate tragica del 6 giugno con otto morti sui luoghi di lavoro (non 6 come riportato da tutta la stampa) ha avuto una rilevanza mediatica incredibile mentre quasi ogni giorno ci sono tantissime morti sui luoghi di lavoro che passano nell'assoluto silenzio. Oggi 3 agosto i morti sui luoghi di lavoro sono stati 4 e dall'inizio di agosto 8. Sono morti, per parlare solo dei giorni più tragici, il 30 luglio 3 lavoratori,  il 26 luglio 3, il 25 luglio 3, il 20 luglio 4 , il 16 luglio 3 e si potrebbe continuare così fino all'inizio dell'anno. E' questo continuo stillicidio di morti che purtroppo non scandilizza più, mentre invece si potrebbe fare tantissimo con la prevenzione e una maggiore informazione se la nostra classe dirigente s'impegnasse  maggiormente, soprattutto dove il Sindacato è inesistente: nelle piccole imprese edili e sui campi, queste due categorie da sole hanno oltre il 60% di tutte le morti sui luoghi di  lavoro. Gli agricoltori schiacciati dal trattore sono già 78 dall'inizio dell'anno e gli stranieri 45.

Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
 


"NEGRO SCHIFOSO": ITALIANO ESPULSO DAL GIRO DEL BRASILE. L'ALLENATORE: "IN ITALIA NON E' REATO"

RIO DE JANEIRO - L' italiano Marco Coledan, del team Bottoli Trevigiani Dynamon (che in passato è stato pistard in azzurro), è stato espulso dal Giro ciclistico della regione di Rio, in Brasile, per aver insultato con epiteti razzisti un collega che in quel momento non voleva dargli il cambio. I fatti, riferiti dal quotidiano Folha de Sao Pauo , risalgono a sabato scorso: nel corso della tappa da Teresopolis a Rio das Ostras, Coledan ha chiesto al brasiliano Renato Santos di dargli il cambio per andare a tirare il gruppo. Al rifiuto di quest' ultimo, Coledan avrebbe insultato il collega dicendogli «negro schifoso». «Questo tipo di insulto in Italia non è considerato razzista» avrebbe spiegato il d.s. della Trevigiani, Mirko Rossato.

Corsera


AUGURI DON GALLO: 83 ANNI PER IL PRETE DI STRADA

Ci sarà anche Dario Fo, in collegamento telefonico, a fargli gli auguri, domani sera al Cep. E poi la redazione de "Il Fatto Quotidiano", con Marco Travaglio, Antonio Padellaro, Ferruccio Sansa. Loris Mazzetti, storico collaboratore di Enzo Biagie regista de "Il Fatto". Moni Ovadia, Gino Paoli. Il giornalista e autore satirico Enzo Costa, firma di Repubblica. Mario Cerioni, ex stella del basket milanese che negli anni ' 60 fu seguito proprio dal prete di strada, allora assistente dell'allenatore di basket del Don Bosco di Genova, e il coro Daneoa fare da colonna sonora.

Don Gallo superstar, 83 anni domani e ancora al Pianacci, dove l' anno scorso aveva festeggiato il quarantesimo anniversario della comunità di San Benedetto al Porto. "Il male grida forte, ma la speranza grida più forte", aveva ricordato in quella occasione, mentre denunciava l'indifferenza crescente della società. E ora che, come dice lui, "il web dei giovani ha battuto una vecchia Tv dei padroni del vapore", una boccata di ossigeno si respirerà proprio qui, al quartiere Diamante, dove "un muraglione grigio si è trasformato in opera d' arte permanente grazie a un gruppo di bravissimi writer". Tra amici, impegno. E aneddoti.

Al PalaCep di via della Benedicta, è atteso più di un migliaio di persone. Anche una troupe della Rai, lo staff di Giovanni Minoli, che sta preparando per "La Storia siamo noi" proprio puntata su Don Gallo, il "prete che si è scoperto uomo", come si definisce lui. Prete di strada per scelta, scelta testarda e controcorrente, da sempre. Nato alle 13 di un 1928 rimasto nella storia perché caldissimo, ricorda: il mese della festa della Madonna del Carmine, la svolta della sua vita, quando arriva nel 1964 accolto dal cardinale Siri.

Alla chiesa del Carmine, appunto, dove rimarrà fino al 1970: l'anno in cui verrà "trasferito" per ordine del Cardinale Siri. Un normale avvicendamento di sacerdoti, secondo il linguaggio asettico della Curia, ma è un intero quartiere a scendere in piazza contro l'allontanamento di quel prete troppo "comunista" per le gerarchie ecclesiastiche. A ricordare quell'episodio c'è anche una canzone degli Altera, "Mi hanno rubato il prete!", per raccontare della gente che "come un temporale" esce di casa e si schiera a difesa del sacerdote scomodo.

Ci saranno anche loro, persone comuni, compagni di viaggio di anni di battaglie, domani. E poi la comunità islamica del Pianacci, circa 500 persone che qui, tra questi palazzoni squadrati e grigi, hanno fatto intravedere il miracolo di un'integrazione possibile. Come regalo per i suoi ottant' anni, don Gallo non aveva avuto dubbi: "Vorrei che smettessero i litigi per dare la moschea ai fratelli islamici", aveva detto. Oggi, la moschea ancora non c'è. Ma ci sarà lui, a ricordarci cosa significa non arrendersi mai. Nemmeno a 83 anni


MONZA - CONTESTATO BOSSI: "VAI A LAVORARE!!!!"

"Vai a lavorare, vai a lavorare": lo slogan lo ha cantato un gruppo di persone all'indirizzo del ministro Umberto Bossi, al sua arrivo a Villa Reale a Monza dove questa mattina sono stati inaugurati alcuni uffici distaccati di quattro ministeri (Economia, Riforme, Semplificazione e Turismo).

Con la bandiera italiana sono arrivati i consiglieri comunali democratici Sergio Civati e Carmine Bubba che avrebbero voluto assistere all'inaugurazione: "Ognuno va con i propri simboli. Noi andavamo con la bandiera italiana - ha raccontato Civati - e ci e' stato impedito".

'Siete l'unico verde che non da' speranza'; 'il patrimonio italiano ripudia il secessionismo'; 'Lega = casta', 'a Roma fa la ladrona, a Monza fa la padrona' e 'La prima semplificazione, eliminare il ministero della semplificazione': sono alcuni dei cartelli innalzati dai contestatori quasi tutti con la bandiera italiana come avevano chiesto alcuni consiglieri comunali del Pd di Monza.

Contro l'apertura delle sedi si sono scagliati anche i giovani dell'Udc che hanno distribuito un volantino, studenti e genitori dell'Istituto d'arte adiacente alla Villa Reale.

Negli uffici dei ministeri a Monza niente telefono ma arredi leghisti (prodotti in Sicilia).
Non ci sono ancora i telefoni, ma ci sono 2 pc. E' questo lo scarno hardware a disposizione negli uffici dei ministeri alla Villa Reale di Monza, operativi dal primo settembre e inaugurati oggi dai ministri dell'Economia Giulio Tremonti,delle Riforme Umberto Bossi, delle Semplificazioni Roberto Calderoli e del Turismo Michela Vittoria Brambilla.

Nelle stanze dell'ala della villa dedicate ai ministeri che si affacciano sul parco ci sono anche tre scrivanie su cui spiccano delle statuette di Alberto da Giussano. Alle pareti sono poi appesi i ritratti del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del leader del carroccio, Umberto Bossi oltre ad un quadro della battaglia di Legnano e un arazzo di Pontida. Nella stanza che si affaccia sul parco della villa ci sono anche la bandiera italiana e quella dell'Unione Europea.
 


[VIDEO] Dario Fo e Franca Rame in "ISABELLA, TRE CARAVELLE E UN CACCIABALLE"

Commedia in due tempi di Dario Fo - Musiche di F.Carpi - Regia di Dario Fo.
Prima parte:
1. a) Fides fidelis - b) Concessione alla recita
2. a) Il giovane di Tunisi - b) Isabella
3. a) Felice Colombo racconta - b) La guerra santa - c) Le richieste
4. a) Ogni tanto fa un certo piacere - b) Un cacciaballe
5. Cristoforo Colombo con due facce di bronzo
Seconda parte:
1. a) Gloria - b) Il processo
2. a) Giuriamo - b) Giovanna la pazza - c) Il processo #2 (deviazioni di rotta)
3. a) La terra se vergine si beve i torrenti - b) Il processo #3 (gli schiavi)
4. Di certo non s'è mai visto.

Registrazione della rappresentazione andata in onda su Raidue nel 1977 per la serie televisiva "Il teatro di Dario Fo",allestita alla Palazzina Liberty di Milano.

"Attraverso la parodia dell'impresa di Colombo si ripercorre quel periodo storico della Spagna tardocinquecentesca che portò il navigatore genovese a convincere la regina Isabella ad affidargli tre caravelle per salpare dal porto di Palos, il 3 agosto 1492, alla volta Americhe, circumnavigando la terra.

La rappresentazione viene commentata ad intervalli regolari, con la consueta ironia, da Dario Fo.
Nel 1977, dopo esserne stato bandito per molti anni, Dario Fo, con la moglie Franca Rame, torna in televisione per un ciclo chiamato "Il teatro di Dario Fo". Questa serie di trasmissioni porterà il futuro Premio Nobel ad essere apprezzato da una ancor più vasta schiera di persone, come solo la televisione può fare. Vennero proposte varie pièces allestite nella Palazzina Liberty di Milano.Questa è la registrazione della commedia andata in onda su Raidue nel 1977.

il dvd con lo spettacolo completo di "Isabella, tre caravelle e un cacciaballe" lo trovate su commercioetico.it

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[STAMPA] Intervista di Dario Fo a Radio Babboleo

12 luglio 2011 - ore 14:43

"Berlusconi adesso deve vendere tutti i giocatori del Milan all'Inter, perchè non ce la fa a pagare il debito...".

E' una delle battute del premio nobel Dario Fo - in una lunga intervista a Zona Mista su Radio Babboleo News - nel giorno del raduno dei rossoneri, in cui era molto attesa la presenza di Silvio Berlusconi. Sarebbero state le sue prime dichiarazioni ufficiali dopo la sentenza sul lodo Mondadori, che condanna la Fininvest al pagamento di 560 milioni al gruppo De Benedetti. Il blitz al raduno è stato però annullato, ufficialmente per il lutto dopo la morte di un soldato italiano in Afghanistan. Il premio nobel Dario Fo ha parlato - oggi a Radio Babboleo News - non solo di sport, ma anche di teatro e, naturalmente, impegno politico.

Riascolta il suo intervento sul sito di Radio Babboleo.

fonte: babboleo.it

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[LIBRI] LA BIBBIA DEI VILLANI

 

Esistono Bibbie degli imperatori, splendidamente miniate, ed esistono, meno appariscenti e meno note, ma non meno preziose, Bibbie dei villani. Sono le Bibbie dei contadini, dei piccoli mercanti e degli artigiani, insomma del popolo minuto, che la tradizione orale e scritta di ogni regione d’Italia ci ha tramandato, e che Dario Fo e Franca Rame hanno scoperto in anni di ricerche sulle tradizioni popolari, ricreato sulla scena e ora riproposto, in una versione inedita, in questo libro.

In queste Bibbie, commosse e piene di risate, Dio è gioia ma anche sofferenza, godimento e pianto, sorriso e sghignazzo: il Dio dei villani discute con gli animali e con gli umani, certe volte anche li aggredisce; l’Altissimo, essendo il padre delle sue creature, ha i loro stessi pregi e i loro stessi difetti, persino la gelosia, la paura di rimanere solo, la malinconia. E poi, altro fatto straordinario, egli non è solo maschio, ma anche femmina, cioè madre, una tradizione che viene da tempi lontani, dalla Grecia arcaica.

La Bibbia dei villani di Dario Fo segue liberamente la successione «biblica», dall’Antico al Nuovo Testamento, dalla Genesi ai Vangeli canonici e apocrifi, con prologhi che introducono i vari racconti scritti nel volgare di lingue diverse con versione italiana a fronte. Ne viene fuori una storia di meraviglie e di storture, di miracoli e di stragi, di crudeltà e di tenerezza, di follie di potenti e onnipotenti e di saggezza popolare, dove il Signore parla attraverso l’energia e la concretezza dei villani.

 

La Bibbia dei Villani

A cura di Franca Rame, con 66 disegni di Dario Fo 
Guanda Pagg. 288
la trovate su commercioetico.it


AUGURI DA MARA

Ho pensato di inviare un dono,

ma nulla mi pareva abbastanza bello.

Ho pensato di inviare fiori,

ma un vivaio  non sarebbe bastato.

Posso solo, con tutto il cuore,

inviare la certezza della mia assidua e costante ammirazione.

Ieri, oggi e sempre.

"mamma" Mara

 

 


[VIDEO] Dario Fo sulla conoscenza, il rispetto e la Libertà

CITTADINANZA ATTIVA
Percorso di promozione della partecipazione sociale e del dialogo tra adolescenti ed amministratori locali della Bassa Friulana.

I ragazzi incontrano il Premio Nobel Dario Fo e si confrontano con lui sul protagonismo giovanile e sul tema della Libertà, del Rispetto e della Conoscenza...

Anno: