[STAMPA] MOSTRA DI DARIO FO A PALAZZO REALE

GRANDE SUCCESSO PER L'APERTURA DELLA MOSTRA!

Sabato 24 marzo, eccezionale visita guidata nel giorno del suo 86°compleanno. Un regalo del M°Dario FO ai visitatori della mostra  

Grande successo per la Vernice Stampa di inaugurazione della mostra DARIO FO A MILANO lazzi sberleffi dipinti. Molti i giornalisti giunti da tutta Italia e da tutto il mondo per assistere all'apertura della mostra evento della primavera 2012 a Milano.

Il maestro ha, da un piccolo palco sistemato nel cortile di Palazzo Reale, illustrato alcuni dei suoi ultimi lavori dedicati alla satira contemporanea, per poi accompagnare tutti i presenti lungo il percorso della mostra. In serata per l'apertura su inviti sono attese oltre 5000 persone.

Domani sabato 24 marzo 2012 alle ore 17, in occasione dell'apertura della mostra al pubblico, e nel giorno del suo 86° compleanno, Dario Fo accoglierà il pubblico tra le sue opere. Un'occasione unica per assistere ad uno spettacolo nello spettacolo con una guida d'eccezione. Un grande regalo che l'artista rivolge al suo pubblico e a tutti i visitatori della mostra.

Milano, Palazzo Reale  
24 marzo 2012 ore 17
ECCEZIONALE VISITA GUIDATA DI DARIO FO

NEL GIORNO DEL SUO 86°COMPLEANNO

 

Anno: 

ECCO LA DESTRA CHE ABBIAMO INVOCATO

Ebbene sì, lo confesso quando sullo scranno più alto sedeva Berlusconi, con le sue barzellette, il suo parrucchino, i tacchi, le mignotte, le panzane e la propaganda per se stesso, l’ho detto. Ho detto: magari in questo Paese da operetta avessimo una destra normale. Una bella squadretta di avversari credibili, colti, seri e onestamente convinti che i lavoratori devono essere piegati agli interessi del capitale, che la finanza deve moltiplicare i profitti e la gente arrangiarsi a sopravvivere fra lo scoppiare intermittente di bolle di irrealtà guidata da un manipolo di giocatori. Ho detto: sarebbe una guerra, ma almeno una guerra dignitosa. Di qua Cgil e sinistra a difendere il mondo del lavoro, di là governo e destra al servizio del privilegio. Bene, eccola qua, la guerra dignitosa. Un signore molto british ha sostituito mister barzelletta zozza. E 50 anni di lotte operaie stanno per essere spazzate via. I salari sono fermi, in pensione si va più tardi, se hai la tessera della Fiom non ti assumono, puoi essere licenziato senza giusta causa. No, per carità, mica perché sei brutto negro femmina comunista frocio o cattivo. Sei licenziato per “motivi economici”. Cioè: se continuo a pagare un salario a te, a me mi si riucono i profitti. Come dici? I ‘motivi economici’ li avresti anche tu, per continuare a lavorare?

“I’m awfully sorry, dear, i miei sono più importanti”.

 

Di Lidia Ravera

Da “Il Fatto Quotidiano”, 23 marzo 2012


[VIDEO] Dario Fo a Milano - Lazzi, sberleffi, dipinti

Dal 24 marzo al 3 giugno 2012, Palazzo Reale ospita la mostra Dario Fo a Milano. "Lazzi, sberleffi, dipinti". Oltre quattrocento opere che spaziano dai collages agli arazzi, fino ai monumentali acrilici degli ultimi anni: un'occasione unica per immergersi nell'universo pittorico di Fo, che ha caratterizzato sin dalla giovinezza la sua ricerca artistica. Ad anticipare la mostra, l'apertura al pubblico de "La Bottega d'Artista", riproduzione dell'atelier del Maestro...
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Piove… governo ladro! di Franca Rame con la collaborazione di Bianca Bertolissi

 

 

AVVOCATI E MEDICI FANO IL BOTTO

Tra i parlamentari più ricchi spiccano gli avvocati:

Donato Bruno, patrocinante in Cassazione, con un reddito imponibile secondo solo a Silvio Berlusconi e Antonio Angelucci: 1 milione e 751 mila euro.

Giulia Bongiorno guadagna 1.720.936 euro, Giuseppe Consolo 1 milione 630 mila euro, Maurizio Paniz 1.482.270 euro,

Niccolò Ghedini 993.901  avvocato di Berlusconi 

Piero Longo che dichiara avvocato di Berlusconi 

656.292.

Mario Monti, Presidente del Consiglio, ha dichiarato  €,1.513.030

il suo predecessore (Silvio) ne ha dichiarati invece 48.

I doppiolavoristi del parlamento non sentono la crisi, occupano quasi la metà degli scranni tra Montecitorio e Palazzo Madama. Oltre ad essere tra i più assenteisti per poter esercitare la seconda professione:

la palma d’oro del fannullone la vince Antonio Gaglione ex Pd ora al gruppo misto col 93,3% di assenze, eppure Gaglione continua a percepire lo stipendio statale oltre al suo da medico che lo porta a guadagnare in totale 579.219 euro.

“L’Italia dei Valori è sta sempre contraria a doppi incarichi e doppi lavori” ha spiegato l’onorevole Antonio di Pietro. “Basta ai doppi e tripli incarichi e basta con coloro che continuano a svolgere le loro professioni pur essendo in Parlamento, come gli avvocati, i commercialisti, i lobbysti di ogni genere che fanno a deputati gli interessi loro e dei loro clienti.”

In America se sei un parlamentare non puoi svolgere la professione di avvocato. In più i membri del Congresso possono percepire redditi ulteriori non superiori al 15% dell’indennità parlamentare. Insomma se l’indennità è 100.000 si può arrivare massimo a 115.000.

 

 

20 MARZO 2012

fonte: IL FATTO QUOTIDIANO

Anno: 

GLI SMEMORATI: di Franca Rame con la collaborazione di Bianca Bertolissi

 

La trasparenza è arrivata con un mese di ritardo nelle dichiarazioni patrimoniali di ministri e sottosegretari:

-Vittorio Grilli, viceministro dell’Economia, aveva pubblicato solo la previsione per il 2012 (197mila euro) e scordato invece i 626.577 euro che ha portato a casa da direttore generale del Tesoro nel 2011.

-Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno, sul sito del governo ha previsto i 183 mila che guadagnerà quest’anno e non i 305 mila dichiarati da prefetto nel 2010.

-Lorenzo Ornaghi da rettore dell’Università Cattolica ha incassato 209 mila euro ma a febbraio ha preferito far sapere solo dei 194 mila che guadagna ora che è ministro beni culturali.

-Michel Martone, cattedra a Teramo e consulenze varie per 134 mila euro nel 2010, 188 mila invece adesso che fa il vice di  Elsa Fornero al lavoro.

-Gudo Improta, palazzinaro del governo, nel 2010 dichiarava beni immobili per 11 pagine, e il patrimonio comunicato al Fisco è di 249 mila euro a cui andrà sommato quello da sottosegretario alle Infrastrutture (non pervenuto).

-Gianluigi Magri, sottosegretario alla difesa, ha fatto sapere solo le previsioni sull’anno in corso (188mila) mentre ha lasciato perdere i 424 del 2010.

-Filippo Milone, collega di Magri, 188 mila euro mentre prima il reddito era 217.061.

-Gianfanco Polillo: per lui o stipendio da sottosegretario sfiora ii 200 mila euro, nel 2010 ne portò a casa 363.

 

20 marzo 2012

fonte: il FATTO QUOTIDIANO

Anno: 

Ecco ora sto sorridendo fuori orario...

Questa giornata è iniziata non benissimo… sono in un  periodo no. Dario riposa 5 giorni all’anno: le feste “comandate”. I rimanenti 360 giorni, lavora. Sono felice che alla sua età, 86 sia ancora affaccendato come quando ne aveva 20. Apre gli occhi, e dopo 30 minuti è già nel suo ufficio ora tramutato in una “bottega” d’altri tempi dove trova i suoi 5 assistenti, e via: al lavoro. Dipinge-dipinge-dipinge. Da settembre 2011 a oggi ha realizzato circa 200 grandi quadri che ora sono esposti a Palazzo Reale per una grande mostra che aprirà il 24 marzo giorno del suo compleanno. Dario fin da ragazzo disegnava, dipingeva, e dopo Brera non ha mai smesso. Ho collezionato oltre 20.000 dipinti. Sì avete letto bene: ventimila.
 
Devo dire, che durante la giornata mi manca molto. Non vorrei esser giudicata la moglie noiosa, che fa la “piangina”… ma credetemi, passo troppe ore silenziose..
 
Diciamo che quando Dario rientra in casa il sorriso con cui lo accolgo mi rimane fin quando  chiudo gli occhi.
Quando Jacopo mi telefona allora sì che parlo, parlo. E’ grande l’amore che ho per Dario e per mio figlio… le mie nipotine. Siamo anche bisnonni.
 
Suona il telefono: è Mattea la dolcissima figlia di Jacopo che si occupa della mia pagina su fb: “Nonna, sono arrivate per te tre rose rosse bellissime! Vai a vederle.”
Sì… sono proprio bellissime! Sorpresa… la pagina si sta riempiendo di fiori: Renato Galparoli, Franca Stabile, Bruno Martina. E quante amiche e amici. Non avrei mai creduto!
Grazie!
 
Ecco ora sto sorridendo fuori orario. Che bellezza… da giornata “no” è  diventata ultra “sì”. GRAZIEEEEE!
 
Franca Rame
Anno: 

Donne, quei “no” pagati con la vita

Questo articolo di Lidia Ravera sul sito de Il Fatto Quotidiano è bellissimo. Mi piace condividerlo con voi...
 
Donne, quei “no” pagati con la vita
 
Era andata a cena con le amiche, Andrea Toccaceli, 18 anni, studentessa. Con Saimo era finita da mesi. Aveva voglia di parlarne, forse anche di riderne. Lui era un’ossessione, con quel suo telefonare e telefonare. Fino a un certo punto che uno sia pazzo di te è gratificante, poi diventa una palla. Ma quando diventa pericoloso?Quand’è che devi smettere di uscire con le amiche e farti assegnare una scorta?
 
Andrea non poteva immaginare che Saimo, 23 anni, muratore, potesse buttarle giù i denti a pugni e schiaffi, poi trascinarla semisvenuta in macchina e infine, buttarla giù da un viadotto, spaccandole le ossa, spappolandole il fegato. Adesso è in coma, Andrea. La sua colpa? Aver detto di no a un uomo.
 
Nel 2012 sono state uccise, finora,37 donne, per lo stesso motivo. Una ogni due giorni. È un ritmo intollerabile. È intollerabile che una parte così cospicua del genere maschile non sappia accettare il “No” di una donna. Sono pazzi e criminali, certo. Ma incominciano a essere troppi. E allora una domanda si delinea come inevitabile: che cultura c’è dietro? Quale profonda inconscia indicibile convinzione? Che le donne sono pure funzioni del desiderio altrui. Bambole con le coscie aperte. Costrette a starci. O a pagare con la vita.
 
fonte: ilFattoQuotidiano.it  20 marzo 2012
 
Franca Rame
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[STAMPA] Appello contro gli sgomberi dei campi nomadi: raccolte 1200 firme


Le Nazioni Unite richiamano l'Italia per gli sgomberi delle comunità rom. Anche il Premio Nobel Dario Fo, insieme a numerosi intellettuali, firma l'appello lanciato dall'Associazione 21 luglio contro gli sgomberi a Roma

nomadi

Domenica 4 marzo 2012 l'Associazione 21 luglio ha lanciato l'appello nazionale "Il diritto all'alloggio non si sgombera" per chiedere la sospensione immediata di ogni sgombero che interessa le comunità rom e sinte a Roma.
 
Il 15 marzo 2012 le Nazioni Unite hanno reso pubbliche le osservazioni rivolte alle autorità italiane, in cui si deplorano «gli sgomberi mirati delle comunità rom e sinte che hanno avuto luogo dal 2008 nel contesto del Decreto Emergenza Nomadi e rileva con preoccupazione la mancanza di adozione di misure correttive, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato abbia annullato nel novembre 2011 il Decreto Emergenza Nomadi». Lo stesso Comitato invita l'Italia "ad adottare le misure necessarie per evitare gli sgomberi forzati e a fornire a queste comunità un alloggio alternativo adeguato".
 
Nel primi 15 giorni della campagna "Il diritto all'alloggio non si sgombera" sono state circa 1200 le firme raccolte ; tra i firmatari Dario Fo, Franca Rame, Margherita Hack e Ascanio Celestini.
 
Scrivono dall'associazione 21 luglio: "Ogni anno nella città di Roma centinaia di bambini rom sono sgomberati con le loro famiglie dagli insediamenti informali della Capitale senza che sia loro offerta una soluzione alternativa adeguata, dimenticando che, secondo le norme e le convenzioni internazionali, gli sgomberi forzati rappresentano una violazione del diritto a un alloggio adeguato. Sono stati 427 gli sgomberi forzati senza alternativa realizzati dal Comune di Roma negli ultimi 2 anni e il più delle volte ogni singola procedura di garanzia del diritto individuale è stata ignorata.
Il 16 novembre 2011 il Consiglio di Stato (sentenza n. 6050) ha dichiarato l'illegittimità del Decreto Emergenza Nomadi e conseguentemente di tutti gli atti commissariali derivati; nel gennaio 2012, l'Associazione 21 luglio e il Centro Europeo per i Diritti dei Rom, hanno presentato al Comitato per l'Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (CERD), un rapporto congiunto nel quale veniva segnalato come le autorità italiane nazionali e locali abbiano «sistematicamente violato il diritto all'alloggio nelle procedure di sgombero che hanno coinvolto le famiglie rom
".
 
fonte: romatoday.it
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Donazione PC al Tribunale dei Minori di Milano

Io sottoscritta Franca Rame offro a titolo di donazione al Tribunale per i Minorenni di Milano:
 
nr. 15 personal computer HP Compaq mod. 6200, (S/N: CZC125BZ0M-CZC125BZ0Y-CZC125BZOW-CZC125BZ0C-CZC125BZ0T-CZC125BZ15-CZC25BYYV-CZC125BYY0-CZC125BZ02-CZC125BZ0F-CZC125BYZT-CZC125BYZW-CZC125BZ0R-CZC125BYYW-CZC125BBYYX),
 
nr. 15 monitor LCD 19” HP mod. LE1901W (S/N: CNC102PVW9-3CQ115BXP0-CNC102PVX1-CNC102PWF4-3CQ115BT2W-3CQ115C1F7-3CQ115BTGR-3Q115C1FM-CNC102PW23-3CQ115BT2N-3CQ115C1FK-CNC102PWFF-3CQ115BXP2-3CQ115BT2X-CNC102PWF9),
 
nr. 5 notebook HP mod. 620 core 2 duo T6670, (S/N: SCNU043051N-SCNU04304TR-SCNU04304TV-SCNU04304SB-SCNU043053S).
 
Franca Rame
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[STAMPA] Dopo 15 anni dal Nobel, Dario Fo è festeggiato a Milano

A Palazzo Reale dal 24 marzo al 3 giugno 400 opere pittoriche e la "Bottega d'Artista"
Con la nuova amministrazione civica si supplisce a un meritato riconoscimento

dario fo

Per 15 anni il Comune di Milano ha "dimenticato" -contrariamente a quanto è avvenuto all'estero- di rendere omaggio al Nobel Dario Fo per la sua instancabile attività letteraria non disgiunta da quella pittorica e teatrale.
 
E' stato necessario il cambio di amministrazione perché si rimediasse ad un vuoto che sembrava destinato a continuare ancora a lungo. L'Assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con la Fondazione Mazzotta (e il supporto della Fondazione Corriere della Sera e della Spotlight) ha allestito "Lazzi, Sberleffi e Dipinti" una grandiosa mostra, con 400 opere pittoriche, alcune di grandi dimensioni, che dal 24 marzo al 3 giugno sarà ospitata nei saloni di Palazzo Reale.
 
Dal 13 al 18 marzo inoltre nella Piazzetta dello stesso Palazzo è in funzione "La bottega d'artista" dove Dario Fo è impegnato coi suoi allievi a dipingere quadri che faranno parte della mostra.
 
In calendario ci sono anche delle proiezioni video (di particolare interesse quella del 24 marzo dal titolo "Sant'Ambrogio e l'invenzione di Milano" che Fo con Franca Rame rappresentarono nel 2007 al Piccolo Teatro di Milano), nel quadro delle "Lezioni-spettacolo sull'arte".
 
Come si ricorderà oltre ai tanti spettacoli teatrali il maestro ha all'attivo delle presenze in film e in programmi televisivi con la moglie.
 
Si tratta di rappresentazioni che saranno proiettate secondo un calendario che arriva fino al 3 giugno e che chiuderanno l'ultimo giorno con un Programma a sorpresa.
 
Di Dario Fo oltre al suo teatro e alle opere letterarie, che lo hanno reso famoso nel mondo, non molto si sa della sua primaria vocazione: la pittura. E' stato l'incontro con Franca Rame che lo ha portato a dedicarsi al teatro, mai però abbandonando (cosa che ha fatto per l'allestimento di molti spettacoli) una vocazione che fin da quando portava i calzoni corti ha conservato, tanto che si parla di migliaia di disegni e bozzetti da lui conservati.
 
Orbene a Palazzo Reale Dario Fo, che non si stanca mai di ripetere che la Cultura deve essere alla base della vita e della società e che porta anche ricchezza al Paese, sarà tra i suoi sostenitori e ammiratori, tanti magari frequentatori della Palazzina Liberty dove li incontrava oltre 40 anni fa, per riaffermare i principi di giustizia, onestà e libertà che sono alla base delle sue molteplice attività.
 
Un Nobel che fa onore all'Italia e che, come abbiamo accennato all'inizio, l'amministrazione Pisapia ora, con questa rassegna, vuole rendergli omaggio.
 
La mostra è curata da Felice Cappa
Il progetto d'allestimento è di Domenico Nicolamarino
Catalogo: Edizioni Gabriele Mazzotta
 
Orari:
lunedì 12,30 19,30
martedì/mercoledì/venerdì/domenica 9,30 19,30
giovedì/sabato 9,30 22,30
 
Ingresso:
9 € intero
7,50 ridotto
4,50 ridotto speciale
 
Informazionie prenotazioni:
Tel. 02 54913
 
Bruno Breschi
fonte: newsfood.com
lazzi sberleffi e dipinti
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[STAMPA] Lettera aperta a Pier Luigi Bersani

Chi scrive è un ex operaio della ThyssenKrupp, l’acciaieria torinese dove nel dicembre 2007 sono morti 7 amici e colleghi, sacrificati in nome del profitto.
Il motivo che mi ha mosso a scrivere questa lettera è conseguente alle sue dichiarazioni rivolte al segretario del Pdl Alfano: “Scopre l’occupazione per non parlare di tv e corruzione”. Il punto, a mio avviso, non è questionare su cosa farebbero Pdl e Lega a riguardo (questo già lo sappiamo e lo abbiamo sperimentato in anni di governo di centro-destra: assolutamente nulla di positivo per i cittadini!). Credo che la questione sia un’altra: cosa il Partito Democratico ha fatto e intende fare per la questione lavoro, ma non solo!
 
Il Partito Democratico porta avanti, sulla tematica del lavoro, scelte assai discutibili. Prima fra tutte l’appoggio incondizionato al “mirabolante” piano di rilancio della Fiat sbandierato da Marchionne, che fa carta straccia dei diritti dei lavoratori, conquistati in anni di lotte, che finora ha prodotto solo danni incalcolabili al tessuto socio-economico di Torino e dintorni: nessuna reale rassicurazione sul mantenimento degli impegni e degli investimenti in Italia, allontanamento della Fiom-CGIL dalla rappresentanza sindacale all’interno degli stabilimenti del gruppo (nonostante nella maggioranza di essi rappresentino oltre il 30% dei lavoratori) e un vergognoso abbassamento generalizzato dei diritti di tutti i lavoratori attraverso l’aumento dei ritmi di lavoro e la diminuzione della pause di riposo. Il tutto a scapito della sicurezza, favorendo quelle condizioni di precarietà e insicurezza che hanno generato una tragedia assurda (perchè evitabile) come quella causata alla ThyssenKrupp. E questo mentre già la politica di liberalizzazioni e deregulation attuata dal governo promette ricadute pesantissime sui controlli sulla sicurezza – attraverso il varo del decreto legge 5/2012 Art. 14: nei luoghi di lavoro verranno sostituiti da semplici autocertificazioni rilasciate da soggetti privati. Basta pagare e tutto è in regola, finché non ci scappa il morto. Come accaduto alla ThyssenKrupp. Mi chiedo se il Partito Democratico ha più a cuore i profitti di Marchionne e Co. o il diritto dei lavoratori ad un lavoro sicuro e dignitoso? E dove sono i posti di lavoro promessi dal piano Marchionne? Per ora nemmeno l’ombra. Si è vista solo cassa integrazione, sfiducia, rassegnazione, tensione sociale e grandi preoccupazioni per il futuro.
 
Se il Partito Democratico vuole davvero essere vicino ai lavoratori la mancata partecipazione della dirigenza (e il diktat di divieto di partecipazione imposto ai propri esponenti, prontamente violato da F. Colombo ed altri, oltre che da migliaia di iscritti al Partito) allo Sciopero Nazionale indetto dalla Fiom-Cgil il 9 marzo – motivato dal fatto che tra gli oratori era previsto l’intervento di S. Plano, Presidente della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, esponente No Tav e iscritto PD – francamente ritengo sia una importantissima “occasione persa” per confrontarsi con chi subisce sulla propria pelle gli effetti più nefasti della crisi ed ascoltare le loro istanze: questa è la Democrazia.
 
Il consiglio rivolto alla Fiom-Cgil di non occuparsi di politica perchè “esula dalle piste sindacali” è quanto mai grottesco: mai come ora le scelte del governo “tecnico” espressione delle banche e dei gruppi finanziari – che prevedono tagli all’occupazione, all’istruzione, alla sanità, alle pensioni, ecc. – hanno ricadute sul ruolo che il sindacato stesso ha nella lotta politica per difendere i diritti dei lavoratori (rappresentanza sindacale, Ccnl e Art. 18 in primis). La Fiom-Cgil viene criminalizzata, allontanata dai luoghi di lavoro e il Suo unico consiglio è quello di mettersi da parte e non occuparsi di aspetti che, secondo Lei, non sono sindacali? La Fiom-Cgil, difendendo i lavoratori dai continui attacchi al lavoro, ai diritti e alla democrazie prende le difese di tutti i cittadini. La lotta sindacale è quindi, e non può che essere tale, uno degli aspetti della lotta politica per difendere la democrazia. E il Gruppo Dirigente del Partito Democratico dovrebbe schierarsi al fianco di questa lotta e dei lavoratori. Abbandonare il dialogo e tacciare la Fiom-CGIL di confondere Lavoro e No Tav pare più un comodo pretesto per mescolare le carte in tavola e non affrontare i problemi reali che la società e il mondo del lavoro chiedono con sempre maggiore forza.
 
Scindere la questione lavoro da quella No Tav significa commettere un errore di valutazione di enorme portata: Tav, questione lavoro e difesa dei diritti si intrecciano strettamente. La Tav infatti non è, come si vuol far credere, solo una questione di ordine pubblico, ma prima di tutto una questione di democrazia. In ballo vi sono interessi che vanno oltre il concetto di utilità di un’opera pubblica e delle sue ricadute economiche e occupazionali. Qui vengono costantemente messi in discussone diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione: il diritto al dissenso, la salvaguardia del territorio che, nel caso di molti agricoltori della Valle, rappresenta anche la salvaguardia del proprio lavoro e della propria dignità, la democrazia partecipata, la libertà di stampa, il concetto di legalità. Tutti diritti che il Partito Democratico ha il dovere morale e la responsabilità, di fronte ai propri elettori e di fronte ai cittadini di questo Paese, di difendere.
 
La Tav è un’opera inutile e costosa, come riconosciuto anche da 360 tra docenti universitari e professionisti: toglie infatti enormi e quanto mai preziose risorse che andrebbero invece destinate a creare “seriamente” posti di lavoro: bonificando l’ambiente (invece che comprometterlo ulteriormente), potenziando il trasporto pubblico (a favore dei cittadini) modernizzando la rete ferroviaria esistente, valorizzando le vocazioni produttive locali compatibili con il rispetto delle persone e dell’ambiente, promuovendo la cultura e valorizzando il nostro patrimonio artistico a prezzi accessibili a tutti.
 
Ma l’aspetto più inquietante del progetto Tav, al di là delle valutazioni sulla sua utilità (tutt’altro che dimostrata) o meno, sono le misure messe in campo dallo Stato per la sua realizzazione, che chiede ai valsusini il rispetto della legalità che poi ogni giorno è pronta a violare attraverso la militarizzazione dell’area definita come “strategica”, espropri fatti senza la presenza dei proprietari, il divieto ai mezzi di informazione di accedere ad alcune zone (in aperta violazione con l’Art. 21 della Costituzione, che vieta qualsiasi restrizione ai mezzi di informazione), l’uso illegale di lacrimogeni vietati dalle convenzioni (Cs) e lanciati a migliaia sui manifestanti, intimidazioni, arresti, misure di confino (anche qui il parallelismo con il confino fascista è immediato), rastrellamenti e vere e proprie operazioni di “caccia all’uomo” in stile nazista per scovare pericolosi “criminali”. Ma non li troveranno certo in Val di Susa: essi siedono sugli scranni della politica, alla guida delle banche, degli istituti finanziari, delle agenzie di rating, delle lobby e dei gruppi di potere che si stanno spartendo in una feroce guerra di bande (in cui a fare le spese dello scontro sono cittadini, lavoratori, donne, giovani, pensionati e immigrati) le ultime risorse (umane, economiche e materiali) rimaste sul piatto derivate dal crollo del sistema capitalistico e dalla finanziarizzazione dell’economia.
 
Un braccio di forza tra Stato e Popolazione che rappresenta ormai un vero e proprio banco di prova nel tentativo di introdurre misure repressive autoritarie e antidemocratiche (da estendere poi la resto del Paese) in perfetto stile fascista, utilizzate contro la popolazione valsusina. Anche in questo caso il Partito Democratico, che si richiama ai valori dell’Antifascismo, della Resistenza e dei principi democratici, dovrebbe sostenere la Valle di Susa e la lotta che questa popolazione affronta ogni giorno con dignità ma anche con grande determinazione. Fortunatamente all’interno del Partito Democratico moltissimi sono coloro che sostengono il Movimento No Tav, il più avanzato esempio di mobilitazione popolare “dal basso” a difesa della Costituzione, dei Diritti e del Territorio esistente oggi in Italia. Così come anche all’interno delle Forze dell’Ordine si intravedono gli “embrioni” di una “crepa morale” che induce (giustamente) molti Poliziotti, Carabinieri e Finanzieri, a interrogarsi su che senso abbia rischiare la propria incolumità personale per uno stipendio da fame (che non è certo quello del Capo della Polizia A. Manganelli o di quello della GdF in pensione, Nino di Paolo, che guadagnano rispettivamente 621 mila e 320 mila euro l’anno a testa, mentre a Taranto, pochi giorni fa, un imprenditore si è dato fuoco per il rifiuto, da parte della banca, di un fido di 1300 euro) a difesa di un governo che colpisce, attraverso la scure dei tagli, anche Loro e le Loro Famiglie tanto che alcuni di loro, come M. Cudicio, agente di Polizia in servizio alla Questura di Trieste e fondatore del Movimento Poliziotti, nella veste di tutore dell’ordine e Sindacalista del Consap ha scritto su Facebook una lettera indirizzata ai manifestanti No Tav per spiegare i “malesseri” che molti di loro vivono nella quotidiana “missione” di occupazione militare della Valle. Questo è sicuramente un fatto positivo.
 
Al di là delle reali motivazioni che lo hanno indotto a scrivere e del resto fatti di “disobbedienza civile” e “prese di distanza” di poliziotti sono già successe. Come quella di Francesco Paolo Oreste, poliziotto e consigliere comunale (tra l’altro del Partito Democratico) di Boscoreale, che ha preso le distanze dopo aver partecipato alle violenti cariche contro la popolazione di Terzigno (Na) antidiscarica, definendole “inenarrabile” e firmando un appello alla vigilanza democratica. Per questo motivo è stato segnalato ai Questori di Roma e Napoli. La migliore dimostrazione che dietro la divisa c’è un uomo con un cervello e dei sentimenti e che rifiutare gli ordini, specie se ingiusti come quelli di malmenare e gasare la popolazione, si può! Gli Agenti di Polizia, Carabinieri, GdF, ecc. sono dipendenti dello Stato che noi cittadini paghiamo perché ci vengano garantiti sicurezza e protezione, difesa della salute e del territorio, non certo per difendere gli interessi di mafiosi, speculatori e opportunisti che vogliono la Tav. Penso che loro almeno dopo il turno di servizio vanno a “casa”, i valsusini invece sono costretti a vivere questa continua tensione 24 ore su 24 da più di 15 anni. Ma a nessuno pare interessare cosa provino queste persone. Di certo non interessa al Governo. E al Partito Democratico?
 
Una Valle che malgrado lacrimogeni, arresti, perquisizioni, intimidazioni e misure repressive di ogni genere resiste ed esporta il suo modello di lotta altrove e che il Governo, con la sua sconsiderata e criminale azione repressiva, tenta in qualche misura di arginare. Ma ormai è troppo tardi e la solidarietà che il Movimento raccoglie ovunque quotidianamente è indice della giustezza della sua lotta. Bisognerebbe chiedersi semmai perchè in Val di Susa ci sono così  tante persone disposte a mettere a repentaglio la propria vita (come Luca Abbà) per difendere la propria terra.
 
Anziché interrogarvi sui demeriti altrui pensate a cosa il Partito Democratico può fare adesso per cercare di portare il Paese fuori dalla crisi. I Vostri interlocutori non dovrebbero essere gli Alfano, i Marchionne, i Monti, i Marcegaglia o i Draghi ma i milioni di lavoratori e lavoratrici (molti dei quali iscritti al Partito Democratico) che combattono la sempre più difficile battaglia quotidiana per sopravvivere agli effetti della crisi. Gli impegni del Partito Democratico non dovrebbero essere il rispetto dei patti di stabilità per garantire i rientri, tagliando i servizi ai cittadini, dei crediti alle banche e ai gruppi finanziari ma politiche sociali a sostegno del lavoro sicuro e dignitoso per tutti. Per il Partito Democratico vengono prima gli interessi delle banche e degli speculatori o i diritti dei lavoratori e dei cittadini? Come si può pensare di chiedere alla Fiom-CGIL di escludere i No Tav dal presenziare ad una manifestazione, in barba a qualunque principio di garanzia ad esprimere le proprie opinioni perchè “esula dalle piste sindacali” o ai valsusini di farsi da parte mentre si distrugge il loro territorio e viene calpestata la loro dignità di cittadini? Non potete arrogarvi il diritto di scegliere per il futuro degli altri, nascondendovi dietro le imposizioni dettate dall’Europa delle banche e della finanza e da scelte di carattere puramente economico.
 
Mentre scrivo apprendo con rabbia che giovedì a Torino un muratore padre di tre figli, si è tolto la vita dandosi fuoco in un parco, colpito dalla depressione dopo essere stato licenziato. Come lavoratore e come cittadino provo grande rabbia e indignazione leggendo simili notizie. E il fenomeno è in preoccupante aumento e porta alcuni a compiere gesti estremi, ignorati dalle Istituzioni. Non possiamo e non dobbiamo permettere che nel nostro Paese si verifichino episodi di barbarie sociale come quelli legati al caso France Telecom: ristrutturazione seguita da 25 suicidi tra i lavoratori, rivelatori della drammatica realtà che investe una parte del mondo del lavoro e al quale non servono ruspe, elicotteri, poliziotti in assetto anti-sommossa, lacrimogeni,  impiegati nella realizzazione di un’opera faraonica dal costo esorbitante e realizzata (?) chissà quando in vista di chissà quali scenari economici.
 
Il Partito Democratico, a mio avviso, anziché impiegare energia per attaccare e denigrare il Movimento No Tav, la popolazione valsusina (e quanti, in tutto il Paese sostengono la loro lotta) dovrebbe adottare misure concrete sul mercato del lavoro che abbiano come risultati concreti e immediati il rilancio dell’occupazione e della dignità del lavoro. Tutto il resto è fumo negli occhi e non serve certo a tutelare gli interessi dei lavoratori e dei cittadini.
 
Ciò che serve al Paese per uscire dalla crisi non è la Tav (su cui, secondo una recente inchiesta dei Carabinieri, già si allungano i voraci tentacoli delle cosche mafiose) ma il rilancio del lavoro, sicuro e dignitoso per tutti attraverso: diritto all’istruzione in scuole più sicure per i nostri figli, abolizione del precariato e stabilizzazione dei contratti, sanità pubblica accessibile a tutti, diritto di cittadinanza e di reddito, potenziamento del trasporto pubblico (in nessuna città italiana metro e bus viaggiano oltre l’una e se è vero che nelle fasce notturne c’è meno movimento ciò non è dovuto forse al fatto che manca il trasporto pubblico?), valorizzazione del patrimonio artistico (aperture prolungate dei musei esistenti, spesso chiusi per mancanza di personale) e culturale spesso lasciati all’incuria (Pompei docet), salvaguardia dell’ambiente attraverso bonifiche del territorio da scorie industriali a carico non dei cittadini ma di chi le ha create (Eternit), nazionalizzazioni di imprese e riconversioni produttive (come ha detto G. Cremaschi a proposito della Fiat, le cui casse sono state lautamente e periodicamente capitalizzate con il denaro dei cittadini), recupero di enormi risorse finanziarie attraverso la tassazione del patrimonio immobiliare del Vaticano (proprietario del 30% del patrimonio immobiliare italiano) come già avviene in tutti i Paesi europei, sforamento dei Patti di stabilità (con buona pace di speculatori e affaristi) per garantire servizi ai cittadini, promuovere ricerca, innovazione e sperimentazione scientifica. Questo è il treno a cui dobbiamo “agganciarci”, quello che passa attraverso stazioni chiamate Dignità del Lavoro, Istruzione, Sanità, Diritti, Democrazia, Legalità. Per tutti.
 
Alla soglia dei quaranta anni, come altre centinaia di migliaia di persone, mi ritrovo senza lavoro e senza prospettive sicure per il mio futuro. Poiché non mi sento affatto un “esubero” ma ho aspirazioni, sogni e competenze che, come i miei ex colleghi con me in mobilità (fino a settembre), vorrei mettere al servizio della mia città, abbiamo deciso, alcuni giorni fa, di scrivere una lettera rivolta al Sindaco di Torino Piero Fassino – figura tra le più autorevoli all’interno del Partito Democratico – e a tutti gli esponenti delle Istituzioni e del mondo del lavoro a livello locale per avere un incontro e parlare del lavoro “certo e sicuro” che la Sua Amministrazione si è impegnata a trovare a noi tutti nell’ambito del progetto Gran Torino “capitale del lavoro” evocata in campagna elettorale. Sono passati otto mesi dall’incontro precedente e vogliamo sperare che tutto questo tempo non sia passato invano ma sia servito per mettere in campo prospettive certe alle nostre preoccupazioni.
 
Una politica del mercato del lavoro basata sull’equità sociale che elabori soluzioni concrete al disagio sociale e dia prospettive certe e immediate di lavoro, sicuro e dignitoso per tutti: questo è quello che dovrebbe impegnare realmente, anima e corpo, un Partito che si definisce Democratico e al fianco di lavoratori e cittadini!
 
Nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti, i cittadini si devono pesare, non contare
Cicerone
 
Torino, 12 marzo 2012
 
Mirko Pusceddu, ex lavoratore ThyssenKrupp Torino
 
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