V Puntata Ho trascorso tre giorni di pausa a Milano, con Dario e insieme abbiamo cercato di ricordare il programma che il centrosinistra s’era dato durante la campagna elettorale. In primo luogo c’era da risolvere il problema del lavoro, delle paghe, soprattutto quelle ai precari, in gran parte ragazzi e ragazze senza ingaggio sicuro, sospesi nel vuoto come equilibristi sul filo. Quindi organizzare un controllo dei prezzi, specie dei prodotti alimentari, bloccando le speculazioni del tutto arbitrarie.
Di qui affrontare finalmente quell’inaccettabile assurdo che è il conflitto di interesse. E quindi buttare a mare la conseguente truffalderia, sempre a unico vantaggio del Cavaliere Pigliatutto, che è la legge televisiva di Gasparri. Per non parlare delle leggi ad personam, imposte dagli avvocati di Berlusconi, truccati da senatori, allo scopo di evitargli arresto e condanne. Tutte azioni impellenti e sacrosante la cui attuazione era stata solennemente promessa agli elettori, come di assetto immediato.
Mentre si elencava il programma annunciato da tutti gli alti dirigenti della coalizione, ci siamo preoccupati anche di trascriverlo e commentarlo con note a fianco. L’elenco era davvero impressionante. Veniva in primo piano la piaga delle morti sul lavoro, a ritmi di una guerra sanguinosa, poi la questione dell’inquinamento atmosferico e dell’incontenibile traffico urbano e autostradale.
Di qui i conseguenti incidenti sulle strade, altra guerra. Il problema degli immigrati, in gran parte clandestini, sfruttati con il ripristino del caporalato e del lavoro in nero, coi morti specie nell’edilizia, che vengono fatti sparire, gettati perfino nelle discariche.
A proposito di discariche, ci viene naturale offrire particolare attenzione, alla tragedia dei rifiuti che invadono Napoli e provincia, in gran parte gestite dalla mafia e da imprenditori a dir poco criminali, che sfruttano quella catastrofe per speculare persino scaricando nei crateri adibiti a immondezzai camion carichi di scorie tossiche se non addirittura radioattive. Il promemoria del che fare continua inarrestabile, ma per ora ci limitiamo nell’elenco per non crearvi angoscia.
Lunedì, 5 giugno, rientro a Roma da Milano. Dall’aereoporto al centro intasamenti del traffico a non finire: quasi un’ora di taxi. Disfo il trolley che mi porto sempre appresso. Poca roba. Domani alle 15 mi ritroverò per la prima volta fra i membri di una commissione: la V, il bilancio.
Sono un po’ preoccupata… ho cercato di chiedere intorno ma nessuno m’ha informata su niente. Si fa fatica vivere qua dentro. Sono tutti ingabbiati nei loro pensieri. Transito raramente per l’ingresso principale, per evitare il saluto dei soldatini. L’ultima volta che ci sono passata, pioveva. E loro imperterriti lì, al loro posto. Giro per sto appartamento che non mi consola. Non vi ho ancora parlato della tappezzeria della mia camera: grandi arabeschi sul giallo ocre e il marrone. Uno schianto! Mi metto a letto. Martedì 6 giugno ore 15. Eccomi a Palazzo Carpegna.
Chiedo al commesso a che piano si trovi la V Commissione Bilancio. Gentile, mi accompagna. Mancano 10 minuti. Come sempre sono la prima. Devo dire che ritengo un fatto di civiltà e rispetto per il mio prossimo qualsiasi esso sia, l’essere puntuale. Figuriamo ora, in Senato. Entro in una grande aula… Dove mi siedo? Beh, aspetto fuori… arriverà pure qualcuno. Alla spicciola appaiono tutti. Mi intrufolo anch’io. Uso “intrufolo” perché per ora non sono mai spontanea in quello che faccio. Anche se mi incoraggio da sola, devo riconoscere di ritrovarmi sempre imbastita. Ho sempre timore di sbagliare.
Inizia la prima seduta della mia vita. Con un sobbalzo sento il mio nome pronunciato da una segretaria. Vengo invitata al tavolo della presidenza e mi si comunica che dovrò presiedere la seduta. “Scusate, per che ragione sono stata scelta?” chiedo. Sento un certo imbarazzo a rispondermi, poi una voce dice: “Lei, senatrice, è, fra i presenti, la più anziana.” “Oh che privilegio!” non ho potuto trattenermi dall’esplodere in una risata. Tranquilli, non ho mai avuto problemi per l’età… sono una delle poche attrici che compie gli anni immancabilmente una volta all’anno.
Prendo un bel respiro e mi rilasso. Vengo da una famiglia di attori da generazioni; la mia mamma mi hanno abituata a entrare in scena spesso all’improvviso, quindi mi dico ‘Vai! Fai conto d’essere a teatro.’ Mi ritrovo davanti 25 Senatori (12 opposizione, 13 dell’Ulivo, segretarie e segretari). Era tutto vero, non erano comparse, né personaggi dipinti sul fondale. Ma nessuno, almeno penso, ha potuto indovinare l’agitazione che provavo. Accanto a me la collega Simonetta Rubinato, che mi consigliava sottovoce come comportarmi. Di certo lei aveva capito tutto della mia insicurezza. È stupendo quando tra donne nasce la solidarietà. Grazie Simonetta!
All’istante mi sono comportata come fossi una veterana della professione. Abbiamo votato per eleggere Presidente, Senatore Morando. 40 minuti di seduta senza complicazioni: nessuno ha alzato la voce o interrotto gli interventi con sfottò o risate, pareva un film sul Parlamento americano! Qualcuno penserà che non fosse proprio il caso da parte mia di provare titubanza… volete provare voi a darmi il cambio per una settimana?
Chiedo a una segretaria se esista qualche vademecum stampato per conoscere i nomi e i volti dei Senatori. Con un sorriso, mi consegna un opuscolo con tutte le fotografie e i dati anagrafici degli attuali eletti al Senato: è una vera e propria brochure, e si chiama il “facciario”. Lo sfoglio e ci trovo proprio tutti… c’è anche la mia foto. Ma che sorpresa! Cercherò di averne un’altra copia e la regalerò alla mia nipotina Jaele. Poi desisto: figuriamoci… insolente com’è, quella li ritaglia tutti e ci fa dei burattini… e poi li infilza con le freccette! Mercoledì 7 giugno I membri della commissione difesa devono eleggere il presidente.
Di Pietro riunisce i suoi senatori, tra cui: De Gregorio, (vi ricordate di quel De Gregorio che avevo notato nella prima riunione dell’IDV e sul quale avevo delle riserve?), quindi Giambrone, Caforio e me, nello studio di Nello Formisano. È una riunione molto importante. Il nostro capo arriva con un po’ di ritardo come suo solito. È molto preso… corre sempre. Si rivolge a De Gregorio, comunicando che la presidente prescelta dall’Ulivo è Lidia Brisca Menapace candidata di Rifondazione ex-partigiana e da sempre pacifista convinta, considerata da tutti la presidente in pectore della commissione.
De Gregorio assicura che non porrà intoppi di sorta, ubbidirà alle direttive del partito. Ok. Ci lasciamo tranquilli, ma ci aspetta una brutta sorpresa, roba da farsa tragica. Il De Gregorio, dopo aver assicurato fedeltà a Di Pietro, con un colpo di mano, appoggiato dal centrodestra, ottiene 13 voti contro gli 11 raccolti da Livia Brisca Menapace. A sto punto vale la pena di leggere il comunicato stampa dell’Ansa di giovedì 8 giugno: Ansa: (…) Sergio De Gregorio, napoletano, 46 anni, oggi Italia dei Valori, proveniente da Forza Italia, segretamente s’è accordato con Berlusconi (…), per superare la Menapace ha dovuto votarsi anche da solo, ottenendo i 13 voti necessari.
Un inciucio, insomma. (...) E c´è anche chi reclama i trenta denari. La destra esulta: «Ora De Gregorio è nostro, lo abbiamo votato e finalmente è tornato a noi», «È ipotizzabile che il transfuga lasci il suo gruppo e ritorni all’ovile. Fate largo al figliol prodigo, aggiungo io, ammazzate il maiale più grasso. Attenti a non sacrificare quello sbagliato!». Infatti poco tempo dopo, il nostro eroe, torna da dove era venuto… ce lo troviamo seduto proprio di fronte a noi tra nel gruppo di Dell’Utri e Schifani. Addio, voltagabbana, ti cancello.
Qualche mese dopo lo incontro nei corridoi del Senato… come mi vede mi saluta con: ”Buonasera”. Non prendo neanche fiato e gli rispondo secca: “Buonasera un cazzo!” I commessi sussultano e anche i fotografi che si chiedono l’un l’altro se hanno capito bene. Poi quasi meccanicamente scattano alcuni flash. Sì d’accordo, sono stata greve… ma quando ci vuole, ci vuole e non c’è senatrice che tenga!
Tra i tanti senatori ho fatto amicizia con Gigi Malabarba, estremista di sinistra come si presenta lui. Operaio-senatore, una bellissima persona. “Conosci Adele Parrillo?” mi chiede. “Si, ne ho sentito parlare” non era la compagna di quel regista che hanno ammazzato a Nassiriya? Si. lei, la donna di Stefano Rolla.
Dopo la sua morte le istituzioni l’hanno trattata proprio da convivente! Un’intrusa, da tener fuori dai piedi con ogni mezzo. Non ho potuto fare a meno di cercarla. Ci siamo conosciute, frequentate. Ti viene addosso immediatamente la voglia di proteggerla. Minuta, triste sino in fondo all’anima. Vorresti prenderla in braccio e ninnarla come un bimbo.
Ha scritto un libro intenso e per niente compiaciuto sulla sua tragica storia: "NEMMENO IL DOLORE", si chiama. Racconta, in una sequenza da pelle d’oca, di come al funerale del suo uomo, le autorità l’abbiano tenuta addirittura fuori dalla chiesa. “Non s’avvicini alla bara”. Le hanno intimato. “e cerchi di non crearci problemi”. Ne parlerò dettagliatamente, più avanti.
Venerdì, sabato e domenica 9- 10- 11 giugno Vado da mio figlio, a Santa Cristina di Gubbio. Jacopo mi sta aiutando: durante la campagna elettorale mi ero impegnata ad organizzare un primo grande incontro per un convegno sugli sprechi nelle amministrazioni comunali e di stato, a cominciare proprio dal Parlamento e dal Senato: avevamo deciso di indirla ad Alcatraz, la libera università fra Gubbio e Perugia. PANNELLI SOLARI AD ALCATRAZ Iniziamo a censire le follie dell'Italia.
È stato un incontro straordinariamente produttivo. Erano giunti lassù, tra quelle colline dell’Umbria, numerosi relatori davvero informati, ognuno era desideroso di comunicare le proprie esperienze e di riceverne a sua volta. Marco Boschini, assessore di Colorno della Rete dei Comuni Virtuosi. Sandro Sbarbati, ex sindaco di Monsano a sua volta dei Comuni Virtuosi. Arturo Lorenzoni, Università Bocconi di Milano Ivano Visintainer, Imq Milano, e ancora altri in gran numero (vedi blog francarame.it).
A coordinare l’incontro c’era Jacopo, che mascherava a fatica la sua emozione, a tutti ma non a sua madre. Il primo intervento è di Maurizio Fauri (altro coordinatore dell’incontro), docente all'Università di Padova: ci comunica come sia riuscito in quell’importante comune veneto a organizzare un impensabile taglio dello spreco energetico che porterà a un risparmio per l'amministrazione della città di più un milione e mezzo di euro all'anno, a cominciare dal settore delle caldaie. Il clou del risparmio si è realizzato sostituendo lampade per l’illuminazione e la segnaletica del traffico, partendo dai lampioni e dai semafori, con nuovi apparecchi ad emissioni luminose davvero rivoluzionarie: gli ormai famosi LED.
Pietro Laureano, architetto e urbanista, Consulente UNESCO esperto delle zone aride, della civiltà islamica e degli ecosistemi in pericolo, rappresentante italiano nel Comitato Scienza e Tecnologia della Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione è intervenuto con un discorso che meriterebbe d’essere registrato e fatto ascoltare ai ragazzi di tutte le scuole d’Italia. Eccovelo: L’acqua. Siamo tutti fatti di acqua. Ci siamo portati via l'acqua nel nostro organismo quando gli esseri viventi sono usciti dall'oceano. L'acqua è una metafora straordinaria delle risorse in genere. Perchè sembra abbondantissima che quindi non abbia valore, e invece è terribilmente preziosa e rara: sto parlando dell’acqua cosiddetta dolce.
Se immaginiamo per confronto di rovesciare tutta l’acqua degli oceani in un contenitore da 5 litri, ebbene, solo un cucchiaio sarebbe d’acqua non salata, quella che noi chiamiamo potabile. Quasi consci di questo rapporto, gli uomini primitivi e ancora i nostri avi recenti l’hanno costantemente rispettata e usata con parsimonia.
Basta che proviate a leggere gli statuti dei comuni medievali per scoprire leggi severe a chi la sprecasse inutilmente o addirittura la inzozzasse rendendola imbevibile. Gli unici uomini che senza alcun ritegno ne hanno fatto scempio siamo noi, e ci chiamiamo moderni.
Forse questo è l'unico periodo nella storia dell'umanità in cui noi pensiamo, i nostri figli pensano, che l'acqua esca dai rubinetti: nulla sanno delle fonti naturali. “Hai ragione” lo interruppe un assessore marchigiano “ qualche mese fa con mio figlio che ha 13 anni abbiamo transitato sotto un tronco di acquedotto romano.
‘Cos’è quella specie di arco di trionfo?’ mi ha chiesto ‘Ma come, a scuola non ti hanno detto niente sul sistema col quale i romani convogliavano l’acqua dalle fonti che sgorgavano dai monti fino alle città?’ ‘No’ Ne hanno costruiti per centinaia di chilometri, solo per poter bere acqua pulita e chiarà” “Ecco” riprese l’urbanista “Questa risorsa di acqua bevibile oggi è negata per circa un miliardo di esseri umani sul pianeta.
E parliamo solo degli esseri umani. È una cifra drammatica. Quanti sono nel mondo i bambini che muoiano per la mancanza di accesso all'acqua ogni giorno? Se siamo ancora una società di uomini civili dobbiamo impegnarci e creare una cultura dell’acqua, imparare a usarla ancora con intelligente parsimonia come facevano i nostri progenitori.
Volete una testimonianza di come noi moderni si sia ormai lontani da ogni ragione e coscienza civile? Prendiamo l'esempio di una città come Firenze, posta vicino all'Arno: la risorsa d'acqua di Firenze è il fiume, noi prendiamo l'acqua dal fiume e la rendiamo potabile. Siamo bravissimi, la rendiamo potabilissima, viene fuori un'acqua perfetta, bevibile, a costi che non vi dico... e che facciamo di quest'acqua?
La mettiamo a disposizione della gente di questa nobile città, culla dell’Umanesimo che la prende e la riscarica nei gabinetti. Non la beve quasi per niente perchè beve acqua minerale. La usa per lavarsi e per gli sciacquoni, quindi scarica il tutto dentro il fiume. Questa è a dir poco una logica incivile. È un ciclo fondamentale dello spreco delle risorse.
Si spreca acqua in ogni occasione, a cominciare dagli acquedotti: dalla nostra civiltà è considerato letteralmente fisiologico un acquedotto che perde il 40% di acqua. Eppure siamo ben consapevoli che l’acqua è patrimonio di ognuno, il Padreterno ce la offre gratis. Invece sapete tutti quanto costa un litro di acqua minerale. Arriva fino a 2 euro al litro.
Noi paghiamo una bottiglia il valore di 4000 litri di acqua naturale. L'acqua è oggi l'elemento su cui si fanno i piu' grandi profitti. Altro che petrolio, altro che uranio: l'acqua è il bene maggiore! Certo, il tema del nostro convegno è lo spreco, e dobbiamo ammettere che corrompendo le istituzioni pubbliche che hanno organizzato questo mercato, si è giunti a non sprecare l’acqua, ma a farla fruttare, eccome.”
Mio figlio Jacopo ha diffuso migliaia di riduttori d’acqua. Il nel comune virtuoso di Colorno, addirittura venivano regalati con il biglietto d’ingressi a un nostro spettacolo. Noi li usiamo… se venite a casa nostra li trovate inseriti in tutti i rubinetti. Avere in mano l'acqua è avere in mano la vita.
In un altro intervento sui risparmi di energia, Boschini fa l’elenco dei Comuni che, in questi ultimi anni, hanno adottato seriamente la politica anti-spreco. “Sono numerosissimi, dal sud al nord; tanto per cominciare si sono creati gruppi di controllo che si preoccupano di regolare i riscaldamenti dei locali degli enti amministrativi e di ospedali, scuole, palazzi di giustizia e perfino della P.S. e dei Carabinieri. Quindi il problema dell’illuminazione: spegnere gli impianti quando c’è abbastanza luce grazie al sole splendente.
Poi abbassare i termosifoni quando la temperatura naturale ha superato i 18 gradi, e per questo basta installare i normali termostati in uso in tutte le amministrazioni dei popoli civili. Inoltre organizzare sul serio il problema dei rifiuti, cominciando con l’evitare di gettare in discarica oggetti o strumenti ancora usabili: biciclette, mobili, stereo, contenitori a vario uso, eccetera, eccetera.
A questo scopo basta creare una cultura dello scambio e del riutilizzo. E cosa accadrebbe domani mattina, a uno dei vertici europei o al prossimo G8, se il nostro Presidente del Consiglio annunciasse l'obbligo per ogni Comune italiano di sostituire tutte le lampade a incandescenza che hanno una durata di duemila ore, con quelle a LED, che hanno invece un’autonomia di centomila ore, cioè un risparmio energetico di miliardi all’anno?!?
Delle volte penso agli uffici dei palazzi pubblici e statali di Roma, o di Milano, per non parlare dei lampioni che danno luce di notte e certe volte anche di giorno, a quelle metropoli. Mi chiedo che cosa aspettino i sindaci e gli assessori a realizzare una trasformazione tanto semplice da non sembrare vera.” In questi pochi giorni di convegno abbiamo ascoltato il racconto, impressionante, di grandi esperimenti innovativi in ogni ambito. Una passione smodata per la semplicità delle soluzioni che funzionano.
Tutta gente che mira ai risultati, persone che hanno in stima la professionalità e il mestiere. Fra le azioni positive che abbiamo affrontato c’è senz’altro il tracciato di una mappa dell'irrazionalità nella gestione della cosa pubblica.
Una sconvolgente piaga, ahimè, da disseppellire. Basta cominciare col denunciare che il nostro Paese ha bruciato per la guerra in Iraq più di un miliardo di euro e stiamo costruendo una porta aerei che costerà quanto si investe nella spesa sociale in un intero anno.
E, tanto per far cosa gradita all’America, abbiamo firmato un contratto per l’acquisto di cento aerei da combattimento e distruzione che ci costeranno un miliardo a velivolo. Velivoli naturalmente armati di razzi e mitraglie pesanti nonché in grado di trasportare ordigni atomici da gettare dove ci verrà indicato. In un altro intervento si analizza il “Sistema Italia".
A questo proposito ci si rende conto che viviamo in un vero e proprio stato di delirio uscito dalla mente di un malato grave, l'impronta di una classe politica che ha praticato le vie dell'assurdo senza ritegno.
Le azioni logiche più elementari non vengono intraprese.
Ad esempio noi spendiamo miliardi di euro in aiuti ai paesi poveri, formazione professionale, progetti per la crescita culturale, l'auto impresa, campagne di informazione sul riciclaggio dei rifiuti.
(È pazzesco: noi, ricoperti da lordure, che insegniamo agli altri come disfarsene!!) Un fiume di denaro viene speso ma non esiste nessun tipo di controllo sull'effettivo risultato pratico di queste iniziative. A nessuna onlus, centro di formazione o ente viene chiesto di certificare l'utilità della propria attività né i soldi vengono distribuiti sulla base di risultati ottenuti.
E come può funzionare un sistema che non è in grado di rilevare la propria efficienza? Il minimo che possa succedere è che finisca tutto in mano a una ghenga di furbi criminali. Alla fine del convegno ci siamo lasciati con l’impegno di ritrovarci di nuovo in autunno. Grazie Jacopo per avermi procurato queste stupende giornate di arricchimento e positività! P.S. Dimenticavo. Ho invitato al convegno rappresentanti dei Verdi Senato e Montecitorio, il presidente Ambiente Senato Tommaso Sodano. Naturalmente ospiti nostri. Non si è visto nessuno.
Evviva! Sono contenta di questo incontro ad Alcatraz, ma soprattutto sono contenta di vedere la mia nipotina, siamo diventati BISNONNI! È dolcissima, piccina, (ma anche Jacopo era così piccolo?) morbida, si chiama Matilde, mangia, dorme e fa la cacca. A Mattea ed Emanuele, mamma e papà, regalerò un albero di ciliegie. Già mi vedo Matilde che parlando con il suo fidanzato sotto all’albero, gustandosi i frutti, dirà: “me l’ha regalato la mia bisnonna franca…”
Lunedì, 12 giugno Tra poco ci sarà il Referendum Costituzione! M’è venuta un’idea: una grande manifestazione: per la prima volta nella storia della Repubblica, tutte le donne del governo, regione, comune, provincia, assistenti, segretarie, donne delle pulizie ecc. in Piazza Montecitorio in silenzio con uno striscione grandissimo con scritto “la Costituzione ci ha dato diritto di voto.
Difendiamola con un NO!” Ne ho parlato con le senatrici di Rifondazione. Abbiamo discusso la proposta durante il pranzo (che festa! È la prima volta che non mangio da sola). Sono interessate. Invio e mail ovunque, persino a Prodi. Telefono alla segreteria del Quirinale per lasciare un messaggio alla signora Clio Napoletano.
Dopo un attimo mi sento dire: “Ciao, come stai?” “Chi parla…?” Sono Clio…”. Che dire? Tra tanti montati un essere semplice ti dà speranza. Gentile mi dice che non può per la sua posizione partecipare alla manifestazione. Capisco. Pazienza. Contatto Teresa Mattei l’unica “costituente” ancora tra noi, che, instancabile, passa le sue giornate nelle scuole elementari e medie a spiegare la Costituzione ai giovanissimi. È entusiasta della mia proposta. Contatto molte parlamentari. Sen. Melandri, freddina.
Non capisce perché si dovrebbe fare una manifestazione. Cerco di spiegarglielo ma sento che è tempo perso. Stop. Lascio messaggi alle segretarie della sempre mitica Finocchiaro e alla ministra Pollastrini (pari opportunità… tra chi e chi, non si sa. Certamente non tra le donne!), in quanto irrangiungibili!!! spiegando quello che le volevo proporre alle loro cape. Forse oso troppo? Parlo, parlo, parlo. Nessuno si fa vivo.
Contatto Veltroni. Mi richiama il segretario. “Bella idea!” mi contatta un’assessora, prendiamo una spremuta d’arancio al bar del Pantheon… Parlo parlo. “Bella idea!” mi fa. Mai più vista ne sentita. Incrocio il Presidente Napolitano a Montecitorio… lo dico anche a lui. “Bella idea, parlane con la Pollastrini” “Già fatto, ho lasciato un messaggio 5 giorni fa… non mi ha richiamato.” “Le tirerò le orecchie…” mi risponde ridendo. Evidentemente non gliele ha tirate.
Ne parlo sul blog. Arrivano lettere di donne (normali, non politiche) entusiaste: forza! Ci saremo anche noi! Martedì 13 giugno ore 16.30 Aula. Votazione per parere favorevole Commissione di competenza. DISEGNO DI LEGGE 379: di conversione del decreto-legge n.181 del 18 maggio che riordina l’assetto di governo. Meglio che ve lo traduca con parole mie: aumenta i Ministeri da 14 a 18! Evviva!! Con il debito pubblico che abbiamo si dovrebbero diminuire i ministeri, non aumentare!
Stiamo attraversando un periodo assai difficile. Il governo sta mettendo insieme i cocci lasciati dal precedente. A volte sono a disagio. Mi si dice, forse meglio dire: mi si ordina: vota sì o vota no. Mi piacerebbe discutere, capire meglio… ma mi rendo conto che c’è tanta fretta. Mi auguro che questo metodo che non amo, sia causato solo dalle grandi difficoltà del momento. In futuro spero si cambi marcia, e non lo spero solo io, penso che la mia scontentezza sia condivisa anche da altri senatori, specie i nuovi eletti. Sarebbe meglio arrivare in aula con le idee ben chiare. E se pensi sia giusto votare no o sì lo devi fare, ma se non c’è chiarezza, mi permetterò di non essere sorda e cieca.
Esprimerò la mia opinione ad alta voce. Un senatore che mi mostra simpatia è una vecchia conoscenza. Avevo 21 anni, lui qualcuno di più. Era giornalista-fotografo e mi fece un servizio per la Settimana Incom: Sergio Zavoli. Uscì una bellissima copertina. Mi porta spesso cioccolatini che acquista alla buvette… si parla… soprattutto dei nostri piedi gonfi, del poco che si combina, delle ore e ore seduti… e di quanto ci si annoi… a 15 mila euro al mese. Mercoledì 14 giugno Ore 9.30 Commissione Bilancio. Si è votato parere favorevole al provvedimento: abbiamo 18 ministeri (!!). Rifacendomi a quanto appena detto, quale commento posso fare? Credo che siano in molti sulle spalle di Prodi a chiedere, chiedere.
Qualcuno mormora “ricatti”. O mi dai questo o io non ti dico sì per quello. Con Dario conobbi Prodi prima che fosse eletto Presidente del consiglio la prima volta. Ci si incontrava spesso, la sera dopo lo spettacolo. In quel periodo, con il suo staff e con sua moglie Flavia, vennero da me una mattina all’hotel Roma di Bologna. Parlammo delle elezioni.
Ero disposta a impegnarmi completamente nella campagna elettorale con le donne, ne conosco e contatto ogni sera tantissime, anche uomini. Avrei impostato la campagna sulle tasse: poter scontare tutte le spese nella denuncia dei redditi. Avrei portato avanti un discorso fatto e rifatto da un mare di gente: “Caro Stato, lasciami scaricare tutto quello che posso, la visita specialistica, l’idraulico, il dentista, le scarpe, e questo e quello (ci piace tanto l’America,) imitiamola nelle cose buone che fa: Al Capone l’hanno arrestato per evasione fiscale, no?).
Vedrai caro stato, quanti fantasmi con ville, piscine, aerei, panfili, salteranno fuori e saranno costretti a pagare, invece di evadere il fisco”. Non ho visto né sentito più nessuno. La mia idea non deve essere piaciuta. Mah! Ore 11.30 Corro a Montecitorio sala Mappamondo (c’è chi, dal senato ci va con la macchina e autista di stato, ma crepare se qualcuno ti offre un passaggio. Sapete cosa pesa di più in questa vita da senatrice? L’indifferenza, il non preoccuparsi mai dei bisogni o dei problemi degli altri).
“Ehi, brontolona, piantala di blaterare… Montecitorio è vicino!” Commissioni Bilancio congiunte: interviene il ministro Padoa Schioppa. M’è piaciuto molto. Me lo sono guardato a lungo, osservato i gesti, il tono di voce, educato (mi piacciono molto le persone ben educate, quando l’educazione non è formale, epidermica, rara in politica), preparato, serio. Mi dà una gran fiducia.
Nella commissione bilancio mi sono fatta un amico: sen. Antonio Boccia. Sta in Parlamento da 20 anni. Sin dal primo momento m’ha dedicato il suo tempo e la sua amicizia. Se non capivo qualcosa lui mi spiegava. Sa tutto quello che si deve fare in Senato. È stato anche molto premuroso con me. Ricordo una notte che si è finito all’2,30 e mi ha accompagnato sin al portoncino di casa mia. A piedi. Spesso la gente mi chiede: “Ma come? Non hai la macchina blu?!”
No, i Senatori non hanno diritto alla macchina blu. Anche se avessi questo privilegio lo rifiuterei. Penso però che sarebbe giusto, quando si finisce a ora tarda, che il Senato si preoccupasse della tua incolumità e sicurezza. Ho avuto anche brutte esperienze nella mia vita. Tornare a casa a 77 anni… passata da un po’ la mezzanotte, da sola non è bellissimo (peggio a 18…). Taxi? Difficili da trovare.
A Roma a volte ti dicono che vengono, ma non arrivano. Comunque abito vicino al Senato, ma girare per Roma di notte non è che ti rinfranchi il cuore. Referendum Costituzionale Il governo chiude per per dieci giorni! Non posso partire subito per Milano, perché alle 21 ho lo spettacolo al Teatro Eliseo con Sabina Guzzanti, Marco Travaglio in sostegno del disegno di legge “Per un’altra TV” organizzato dall’on. Tana De Zulueta (attivissima, simpatica, onesta); lei è tra le promotrici, con l’on Giulietti, dell’articolo 21, e presentatrice della serata. Sono due anni che non recito… (prima di diventare senatrice mi son fatta 10 mesi di letto… proprio ammalata, senza voglia di alzarmi, mangiare, interessarmi alla vita.
Depressione? Sì, e di quelle brutte. Sarò giù d’allenamento? Sono due anni che non recito, causa furto denari Comitato disabili… temevo di non farcela. Me la sono, per fortuna cavata. Decisamente ‘sto fatto della “senatrice” mi sta aiutando ad uscire da un periodo nero come il cuore di certa gente. 10 giorni di vacanza! Era ora. Sono stanca, proprio stanca, ma contenta.
Non mi sento più “appiccicata”, fuori posto in Senato… mi sto inserendo. C’è dialogo, sorrisi, saluti, qualche pranzo con le compagne/i di Rifondazione. Bene. L’umore è cambiato! Tornando a Milano in aereo scrivo un pezzo per raccontare ai miei blogger come si sono svolti i fatti e del mio fallimento a proposito del referendum costituzionale. NON SE NE è FATTO NIENTE.
Tristemente e un po’ delusa penso: “Che fiasco, la mia idea!” È la prima volta che tento a organizzare un qualcosa senza successo (e Dio sa quante operazioni impegnative sia riuscita a mettere in piedi! Quella del “Treno della memoria” sulle stragi di stato per esempio). USTICA ARAZZO DIPINTO DAL GRANDE PITTORE-AMICO, ENRICO BAJ PER LA MANIFESTAZIONE Non ce l’ho fatta.
L’evento mi sembrava bello. La stampa da me contattata era interessata, aspettava notizie. Non sono riuscita a combinare un bel niente! Torno a casa per votare e penso tra me a proposito della manifestazione andata a monte: la sinistra non ha fantasia. Milano. Tanti anni fa, quando Dario ed io tornavamo dalla turnè a casa, senza accorgercene ci si metteva a cantare “oh mia bela Madunìna che te brìllet de luntan…”.
Quando sono scesa dall’aere, mi sono scoperta a canticchiare la stessa canzone. M’è venuto proprio da ridere di gusto! Che bello tornare a casa… stare con Dario, mangiare con lui… stare con gli amici… che bello parlare, ridere, emozionarsi… Sprizziamo gioia da tutti i pori! Siamo andati a votare per il Referendum.
Abbiamo vinto alla grande anche senza la mia manifestazione. Per chi volesse saperne un po’ di più: Il secondo referendum costituzionale della storia della Repubblica Italiana si è svolto il 25 e 26 giugno 2006. La maggioranza dei votanti ha respinto la riforma costituzionale varata nella XIV legislatura inerente cambiamenti nell'assetto istituzionale nazionale della seconda parte della Costituzione italiana: 0. Parlamento (Camere e formazione delle leggi); 0. Presidente della Repubblica; 0. Governo (Consiglio dei Ministri, Pubblica amministrazione) 0. Magistratura (composizione del Consiglio superiore della magistratura); 0. Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato; 0. garanzie costituzionali (composizione e ruolo della Corte costituzionale); 0. revisione della Costituzione (ruolo del Parlamento).
La legge di revisione costituzionale, approvata a maggioranza assoluta dei membri del Parlamento, per quanto previsto dall'art. 138 della Costituzione, aveva aperto la possibilità alla richiesta di conferma da parte di uno dei tre soggetti previsti dall'articolo. Tale richiesta è pervenuta da più di un quinto dei membri di una Camera, da più di cinquecentomila elettori, e da più di cinque Consigli regionali. 10 giorni di vacanza… come ho già detto.
Chiamala vacanza! Sono stata al computer da mane a sera per preparare i testi da consegnare all’editore Fabbri. Non so se ve l’ho già detto, ma mi sono rimasti, oltre al Senato… tutti i lavori per Dario. Non mi sono uscite nemmeno due ore per andare a fare un’ orgia al mercato di via Papiniano! Pazienza. Andrò al mercato di Roma.
Rientro lunedì pomeriggio 26. Il Senato riapre. Martedì 27 giugno ore 11 Aula: esame del provvedimento n. 325 disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 173. (Milleproroghe, per decidere se posticipare i termini per i decreti che devono correggere alcune leggi su istruzione, agricoltura, pesca, ambiente).
Mille proroghe! Son tante! Chissà chi si metterà denari in tasca con qualcuna di queste mille proroghe. ore 13.30 Commissione Bilancio: alcune osservazioni sul "Millepropoghe". Il Governo annuncia che chiederà la fiducia al maxiemendamento 1.1000, che sostituirà completamente il "millepropoghe".
La seduta è iniziata alle 11,10. Vi è stato, tra gli altri, l’intervento del sen. Bianco (presidente della 1° Commissione), molto applaudito dall'Ulivo e anche da parte mia. È stato bravissimo. Anche lui mi bacia sempre la mano. Ah, ah, mi viene da ridere, l’indomani il Senatore mi legge tutto contento il rapporto stenografico del suo intervento, che chiude con un “anche la sen. Franca R. ha applaudito”. Ma graaazie! Panino veloce. ore 13.30 Commissione Bilancio. Ogni tanto, rifletto su come sto vivendo… e se sia proprio il caso che continui a stare qui a occupare un posto a sedere, a prendere uno stipendio pazzesco (sempre più basso di quello del presidente dell’Alitalia), e non avere la possibilità di incidere su nulla. Speriamo che questo sia un momento di assestamento del Paese.
Speriamo che in futuro si possa partecipare alle discussioni e non intervenire per 5 minuti in aula quando i giochi sono già stati fatti. Non è bello nemmeno un po’! Mercoledì 28 giugno 2006 manifestazione con Turiliatto Il giorno dell'edificante caso Malan ore 10 Aula: finalmente si vota! senatori votanti: 161- maggioranza : 81 - Favorevoli: 160. Contrari: 1. Approvato il "millepropoghe"! Approvato il "millepropoghe"! Mille proroghe!! Mille?! Mille. E il bello che nessuno Ne sa niente.
Almeno, quelli che ho interpellato. Sono andata su google per cercare di capire ciò che andavo votando. Non che potessi, votare contro.. ma insomma, almeno sapere di che si tratta: via libera in extremis, a soli due giorni dalla scadenza, per un provvedimento considerato come l'ultimo treno in partenza su cui è salito un po' di tutto: dalla rottamazione auto alla Visco Sud, passando per l'emergenza rifiuti in Campania. Il risultato di quest'ultima corsa, però, è che le misure pesano sul deficit per circa un miliardo, nonostante il saldo netto sia positivo (43 miliardi).
La questione dell'utilizzo del tesoretto in favore dei salari più bassi e delle pensioni, non è entrata nel milleproroghe, ma è stato adottato un odg della Sinistra Arcobaleno (su cui ancora una volta il Pdl ha votato in modo difforme, con An astenuta e Fi che non ha votato) che impegna il governo, una volta arrivati i dati della Trimestrale di Cassa, a mettere mano al portafoglio. A seguire vi è stata la discussione del disegno di legge, n. 379 per il riordino dei Ministeri. (14 a 18). Quando dico “discussione” non pensiate che anch’io discuta… i - come ho appena detto, la maggior parte delle volte arrivi in aula senza sapere quello che succederà. Solo indicazione di voto.
D’ora in poi cercherò di informarmi prima). Dopo la votazione Il presidente dà la parola al Ministro Chiti, ed ecco che scoppia la gazzarra. Che bizzarria! Sembrava tutto calmo invece… Cosa è successo? Roba da non crederci! Guardo allibita. Gridano in tanti… praticamente tutta l’opposizione… bocche spalancate urlanti… scendono in molti e si dirigono minacciosi verso la presidenza.
Il Senatore Guzzanti urla: “Vergogna! Golpista!” Dal gruppo vola verso la presidenza un libro. Il lanciatore è un biondino, viso pallido, aria mite: Senatore Malan di Forza Italia. Intervengono i commessi a ristabilire la calma mentre Il Presidente Marini è costretto ad espellere il sen. Malan dall’Aula che se ne guarda bene di uscire, ma deciso torna al suo posto circondato da altri senatori del suo gruppo deciso a non abbandonare il suo posto.
A questo punto il presidente Marini, rosso in volto e indignato, lascia l’aula. Eccovi il resoconto stenografico della seduta.
Presidente Marini Ha chiesto di parlare il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, onorevole Chiti.
PASTORE (FI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. No, senatore Pastore. Il rappresentante del Governo ha diritto di chiedere la parola quando lo ritiene.
PASTORE (FI). Ma io ho chiesto la parola!
PRESIDENTE. Ministro Chiti, vada avanti!
MALAN (FI). Presidente, si vergogni! Nessuno lo ha mai fatto. Avevamo chiesto noi la parola! (Vibrate proteste del senatore Pastore, che insieme al senatore Malan e ad altri senatori del centro-destra si avvicina al banco del Governo).
PRESIDENTE. Senatore Pastore, la richiamo all'ordine. (Vivissime proteste dal centro-destra). Invito il Ministro a intervenire.
PASTORE (FI). È un abuso!
MALAN (FI). Si legga il Regolamento, Presidente!
PRESIDENTE. Senatore Malan, la richiamo all'ordine.
MALAN (FI). Avevo chiesto la parola anche ieri, Presidente! (Vivissime proteste dal centro-destra. Coro dal centro-destra: "Venduti! Venduti!").
CHITI, ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, come preannunciato nella Conferenza dei Capigruppo di ieri, sul decreto-legge n. 181...
ALBERTI CASELLATI (FI). Non è possibile!
MALAN (FI). Ministro, lei non può parlare!
VOCI DAL CENTRO-DESTRA. Fuori! Fuori!
PRESIDENTE. Senatore Malan, la richiamo nuovamente all'ordine.
SCHIFANI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha diritto di parlare il rappresentante del Governo.
CHITI, ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo pone la fiducia sul decreto-legge n. 181, recante disposizioni urgenti in materia di... (Vivissime e vibrate proteste dai banchi del centro-destra).
MALAN (FI). Non può parlare il Ministro! (Il senatore Malan lancia il Regolamento del Senato verso il banco della Presidenza).
PRESIDENTE. Senatore Malan, la censuro e la espello dall'Aula. (Applausi dal centro-sinistra). Senatore Malan, fuori dall'Aula!
GUZZANTI (FI). Vergogna! Golpista! (Vivissime proteste dai banchi del centro-destra. Numerosi senatori del centro-destra si avvicinano ai banchi del Governo).
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per venti minuti. (La seduta, sospesa alle ore 12,20, è ripresa alle ore 20,23). .
ANSA: SENATO - MALAN RESISTE IN AULA PROTETTO DA SENATORI FI TIRATO REGOLAMENTO? NO, JO FATTO ER CUCCHIAIO - ROMA, 28 giu - Utilizzando un improbabile gergo romanesco Lucio Malan, ancora asserragliato nell'aula del Senato e "protetto" da uomini di peso "fisico" di Forza Italia, spiega la sua protesta di oggi e anche il lancio verso la presidenza del libretto con il regolamento.
'Veramente è accaduto ben prima del banco della presidenza, diciamo che 'jo fatto er cucchiaio''. Aspetta, aspetta… passano le ore, Malan è sempre in occupazione, circondato dai suoi. Succede di tutto… pare che gli abbiano portato un pappagallo per i suoi bisogni corporali, e anche da mangiare.
In aula è proibito mangiare. Il presidente, rientra? Sì, no, non ancora. Viene sera. Andiamo a cena, un boccone veloce con le compagne di Rifondazione. Alle 20,40 arriva qualcuno ad annunciare: “Tutti a casa. Il Senato chiude! I lavori riprenderanno il 4 luglio.” Ma pensa te! Mai nemmeno immaginata una storia così! Quanto costa allo stato il blocco dei lavori e tutti questi giorni di riposo?
Giovedì 29 giugno raggiungo Dario, che è a Pesaro per la regia de "L’Italiana in Algeri" di Rossini, contemporaneamente sta preparando, la lezione sul Mantegna che andrà in scena a Mantova l’8 luglio. La mattina lavora sul grande pittore, il Mantegna (è uscito dalla Panini editore un libro bellissimo), il pomeriggio L’italiana…. Non si ferma mai.
Il mio ottantenne “giovinotto” mi dà una gran forza ad andare avanti in questa pazzia del Senato. Durante il viaggio in treno mi si è avvicinato un tipo, bruno, faccia simpatica. Sono Fosco Giannini di Rifondazione Comunista (è uno dei 6 contestatori), ti ho visto in aula… finalmente riesco a parlarti... Che farai per la proposta del governo di rifinanziare la missione di “PACE” in l’Afghanistan? Come voti? SI-NO?” Dopo tanti anni di lavoro politico, all’alba dei cento anni… mi si fan delle domande così?
Certamente NO, voterò contro! Mentre le ruote girano mi dà informazioni che scrivo sul mio portatile. Cerca di riempirmi la testa di tutto quello che sa. È MOLTO INFERVORATO. Lui scende prima, ci lasciamo da amici. Tranquillo Fosco. Tranquillo. Guardo la notte fuori dal finestrino.
Non ho dubbi su come votare… ho solo un pensiero in più. In stazione vedo Dario con il suo cappello di paglia bianco (tutti gli dicono ma che bel Panama! A me vien da ridere. Due anni fa ne ho comprati 5 al mercato di Cesenatico. Sì 5, a 5 euro. Faccio scorta. Perché lui li dimentica in treno, a ristorante, sui tram, in aereo… è un po’ sbadato).
Proseguo con i testi per la Fabbri (maledizione, non finisco più!) e cerco su internet tutto sull’Afghanistan. Mi rileggo gli appunti di Fosco, contatto Manlio Dinucci straordinario giornalista del Manifesto e Jacopo, il mio angelo salvatore. Sono informatissimi. Dal momento che devo votare voglio essere ben certa di come muovermi. Che grande responsabilità! Manlio mi invia documenti su documenti, leggo, leggo, studio. Mi contatta il Corriere della sera.
Chiede un’ intervista sulla missione in Afghanistan. Propongo lettera-articolo. Ok. Mi metto a scrivere. C’è poco tempo, devo consegnare entro le 19. Aiuto Jacopo! Glielo leggo per telefono. Uscirà domani. (articolo corriere della sera Franca Rame: Appello al dibattito sulla missione in Afghanistan Sto vivendo il periodo più angosciante della mia vita. Mi trovo a ricoprire una carica che richiede grande correttezza e responsabilità.
Il Parlamento sarà chiamato verso metà luglio a votare il decreto sul rifinanziamento della missione militare in Afghanistan. Come si deve comportare una persona che è da sempre contro tutte le guerre, la violenza, le stragi di vittime innocenti… la disperazione, la morte? È giusto dire “SI” come chiede il governo, o è giusto dire “NO” come hanno deciso di fare gli 8 senatori?
Da giorni sto rileggendomi quanto scritto da persone che stimo come Gino Strada, Dinucci del Manifesto, mio figlio Jacopo e altri, scoprendo avvenimenti che mi hanno turbata non poco. Ho deciso quindi, di esporli uno dietro l’altro, usando il metodo Prodi con le primarie, così che tutti possano conoscere fatti di cui raramente si parla, sia sulla stampa che in televisione ed avere i termini concreti per aiutare, noi, che siamo in Parlamento in rappresentanza del popolo a “fare la cosa giusta”. Aspetto fiduciosa! Questi sono i fatti.
La missione Isaf (Forza internazionale di assistenza alla sicurezza), cui partecipa l’Italia, ha cambiato natura da quando la Nato, con un atto unilaterale, ne ha assunto nell’agosto 2003 la direzione senza alcun mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che solo dopo ne ha preso atto. A guidare la missione, dunque, non è più l’Onu ma la Nato, che sceglie i generali da mettere a capo dell’Isaf.
E poiché il «comandante supremo alleato» è sempre un generale statunitense, la missione Isaf è di fatto inserita nella catena di comando del Pentagono. Contemporaneamente l’Italia è stata chiamata ad assumersi maggiori compiti in Enduring Freedom, l’operazione lanciata dal Pentagono nel 2001. Qui ha una partecipazione numericamente minore (circa 250 uomini), ma non meno significativa.
Otto ufficiali italiani sono stati integrati nel quartier generale del Comando centrale statunitense a Tampa (Florida), che ha la responsabilità dell’operazione. E dallo stesso comando dipende l’ammiraglio italiano che, dal 28 giugno alla fine di dicembre, è stato messo a capo della Task Force 152 che opera nel Golfo Persico.
Il coinvolgimento italiano in Afghanistan non si può dunque misurare solo in termini numerici. Partecipando a questa come ad altre guerre sotto presunti «mandati Onu», le nostre forze armate vengono inserite in meccanismi sovranazionali che le sottraggono all’effettivo controllo del parlamento e dello stesso governo.
Tutto questo ci costa sempre più anche in termini economici: la sola missione in Afghanistan ci viene a costare, dal 2002 al primo semestre 2006, quasi 600 milioni di euro. La spesa militare italiana è al settimo posto su scala mondiale. Che quella in Afghanistan sia una guerra condotta non solo contro i combattenti ma contro i civili, viene confermato dall’uso dei bombardieri pesanti statunitensi (B-52H e B1B) i quali, sganciando ciascuno da alta quota decine di tonnellate di bombe e missili, fanno terra bruciata.
Dopo 5 anni e mezzo si parla di 250-300 mila morti in Afghanistan di cui almeno l’80% civili. Lo scopo di questa guerra è ben altro di quello dichiarato: non la liberazione dell’Afghanistan dai talebani, che erano stati addestrati e armati in Pakistan in una operazione concordata con la Cia per conquistare il potere a Kabul, ma l’occupazione dell’Afghanistan, area di primaria importanza strategica per gli Stati Uniti.
Per capire il perché basta guardare la carta geografica: l’Afghanistan, in cui gli Usa hanno installato basi militari permanenti, è al crocevia tra Medio Oriente, Asia centrale, meridionale e orientale. In quest’area si trovano le maggiori riserve petrolifere del mondo. Si trovano tre grandi potenze – Cina, Russia e India – la cui forza complessiva sta crescendo e influendo sugli assetti globali.
Da qui la necessità per gli Stati Uniti di «pacificare» l’Afghanistan per disporre senza problemi del suo territorio in questo grande gioco di potenze. Non è dunque una missione di pace: per essere tale avrebbe dovuto rispettare maggiormente la popolazione, i diritti civili, la legalità.
Non avrebbe dovuto tollerare l'esistenza di campi di detenzione dove si pratica stabilmente la tortura È il caso, ad esempio, del campo di Shibergan, definito da Klaus-Peter Kleiber, delegato dell'Unione europea: "simile al campo di concentramento di Auschwitz".
Franca Rame Blog francarame.it NOTA PER I VISITATORI DEL MIO BLOG Questo appello al dibattito su “missione Afghanistan” è stato inviato al Corriere della Sera. Dovrebbe uscire domani. Cera qualche problema di spazio. Mi auguro venga pubblicato nonostante la lunghezza. Un ringraziamento speciale a Manlio Dinucci, a Gino Strada e a Jacopo che con il loro lavoro mi hanno aiutato moltissimo!! Il dibattito sul Corriere è aperto! FORZAAA! Un bacio franca