BIGLIETTI LOTTERIA ITALIA

COMUNICATO DA FAR CIRCOLARE Con un folto gruppo di amici, abbiamo acquistato in società 150 biglietti della lotteria, che sono in mio possesso. Abbiamo grattato, grattato, grattato per una serata intera. Non che sperassimo di trovare gli 80.000 euro, o 50... 10... No la iella ci ha perseguitati! Solo 4 biglietti con una vincita di 5 euro!!! Saremmo contenti se qualcuno, più fortunato di noi, ci comunicasse d'aver vinto cifre maggiori. E non è finita: Scoprendo le cifre del ""gratta qui" ho trovato massimo 3 numeri uguali. E voi? Aspettiamo fiduciosi. Se non si farà vivo nessuno... riflettiamoci sopra, e non buttiamo più il nostro denaro. Abbondanti e calorosi baci! franca


LIBERO SEMPRE PIU' DEMENZIALE

 

 

 

 

 

  

                           

 

 

«Il suo Giornale confesso che non lo guardo nemmeno, per non avere dispiaceri. Mi sento come un padre che ha un figlio drogato e preferisce non vedere. Comunque, non è la formula ad avere successo, è la posizione:Feltri asseconda il peggio della borghesia italiana. Sfido che trova i clienti!».   Indro Montanelli Corriere della sera1995                                                            

Montanelli fu cacciato nel 1994 da SB dal Giornale che aveva fondato e diretto per 20 anni perchè, disse, "non voglio ridurmi a trombetta di un editore in fregola di avventure politiche".

 

Artcolo dal sito maratonaonline.it :

Nel dicembre 1993 Feltri dice al Corriere: "Io al Giornale? Ma che cretinata. Berlusconi non m`ha offerto neppure un posto da correttore di bozze". Infatti un mese dopo diventa direttore del Giornale. Quando nel marzo 2001 al Raggio Verde di Santoro Feltri dà del voltagabbana a Montanelli, questi, 90enne e già malato (morirà a luglio), telefona in diretta per sbugiardarlo e raccontare la verità, ricordandogli come Feltri si fosse messo al servizio di SB dopo che questi aveva cacciato il vecchio Indro con l`inganno e l`aiuto della redazione alla quale aveva promesso aumenti di stipendio se si liberavano di lui.

Sul momento Feltri diventa paonazzo e tartaglia qualcosa mentre Indro gli dà del servo del padrone, poi l`indomani gli spara addosso su Libero: "Santoro getta in campo anche Montanelli". A luglio 2006 Feltri dichiara: "Se Montanelli fosse vivo, lavorerebbe a Libero". Mai Montanelli scrisse su un giornale diretto da Feltri (Europeo, Indipendente, Giorno, Borghese, Libero). Che cosa pensa di Feltri, Montanelli lo dichiara al Corriere nel 1995: «Il suo Giornale confesso che non lo guardo nemmeno, per non avere dispiaceri. Mi sento come un padre che ha un figlio drogato e preferisce non vedere. Comunque, non è la formula ad avere successo, è la posizione: Feltri asseconda il peggio della borghesia italiana. Sfido che trova i clienti!».

E difatti Montanelli, da sempre uomo di destra, nei suoi editoriali alla Voce così parlava di SB: "Ha l`allergia alla verità, una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne. Chiagne e fotte, dicono a Napoli dei tipi come lui". "Questa non è la destra, questo è il manganello. Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello".

Siccome Feltri vuole esperti in ogni campo, tra le penne illustri di Libero oggi abbiamo: Moggi, che dopo essere stato riconosciuto come il gran burattinaio dei corrotti e venduti di Calciopoli e affondato la Juve in serie B, viene chiamato da Feltri per fare l`editorialista sportivo.

Poi l`avv. Taormina, indagato dalla Procura di Torino per aver fabbricato prove false nel delitto di Cogne.

Poi Gianni De Michelis, pluripregiudicato per Tangentopoli, definito da Biagi avanzo di balera per la sua passione per le discoteche sulle quali ha scritto persino una guida.

Senza dimenticare il vicedirettore di Libero, Renato Farina (in arte agente Betulla), indagato per favoreggiamento in sequestro di persona, reo confesso che era sul libro paga del Sismi, fabbricava dossier falsi e faceva pedinare un magistrato per lo stesso Sismi.Scoperto, ammette l`errore e chiede scusa.

L`Ordine dei giornalisti della Lombardia a settembre 2006 lo sospende per 12 mesi, l`Ordine Nazionale e la Procura di Milano invece impugnano la sospensione e chiedono che Farina venga radiato a vita.

Per completare questo parterre de roi manca solo che a Previti venga offerta una rubrica fissa sulla lotta alla corruzione. Poichè Farina, sospeso, non può scrivere sul giornale, viene inventato un escamotage: Farina invia lettere a Libero che le pubblica in prima pagina. Viste le sue benemerenze, due consiglieri comunali milanesi di FI propongono Farina per l`Ambrogino d`oro.

Il giornalista Facci lo sberleffa sul Giornale del 1 Settembre; il giorno dopo Feltri gli risponde su Libero: "Chi tocca Farina sappia che deve fare i conti anche con me, prima o poi. Sul piano della iettatura avverto il dilettante del Giornale: ho la patente. Ne ho già stecchiti per molto meno....La dico tutta. Farina merita l`Ambrogino d`oro".

Facci replica: "Ieri sono stato attaccato da Vittorio Feltri: un signore che non ha neppure il coraggio di essere direttore responsabile del suo giornale perchè ha paura delle querele. Un signore che ha fatto la battaglia contro le baby-pensioni e poi è andato in pensione a 53 anni. Un signore che ha fatto la battaglia contro le sovvenzioni pubbliche ai giornali di partito e poi ha trovato il modo di prenderle anche lui".

Il 6 ottobre entra in campo SB e difende Farina con una lettera a Libero intitolata "Attaccano la libertà". Da che pulpito. Lui che aveva fatto cacciare Biagi, Santoro, De Bortoli, Massimo Fini, Oliviero Beha, i fratelli Guzzanti, Luttazzi. Forse perchè nessuno di loro aveva commesso, a differenza di Farina, alcun illecito. E perchè sottovalutare le benemerenze passate di Feltri?

Nel 1993 dalle pagine dell`Indipendente difendeva entusiasticamente Mani Pulite. Nel 1994, passato al Giornale, insinua che i giudici Davigo e Di Maggio sarebbero iscritti ad una cooperativa edilizia assieme al giudice corrotto Diego Curtò e a Salvatore Ligresti.

Non è vero niente, e Feltri verrà condannato dal tribunale. Nel novembre 2001 viene radiato dall`Ordine nazionale dei Giornalisti all`unanimità per aver pubblicato le foto di bambini vittime di pedofili, pur di vendere qualche copia in più. Dopo 15 mesi l`OdG trasforma la radiazione in censura con 46 voti contro 42. Un soffio.

Nel 2005 viene condannato a Monza per aver diffamato con un articolo su Libero del 2002 il magistrato di Potenza Woodcock. Nel febbraio 2006 condannato a Bologna a 18 mesi di reclusione per diffamazione del senatore Ds Chiaromonte. E non contiamo le querele fatte da Di Pietro al Giornale di Feltri ritirate dietro indennizzi di centinaia di milioni di lire sborsati dall`editore.

A novembre 2006 Feltri se la prende col sindaco di Milano (titolo di Libero: Letizia Moratti, ma sei scema?) perché, oltre a voler imporre il pedaggio a chi entra in città con l`auto, ha addirittura «snobbato nelle visite ai morti quelli della Repubblica sociale di Salò».Il che, agli occhi di Feltri, è veramente insopportabile.

E` come se il sindaco di Parigi rendesse omaggio ai collaborazionisti filonazisti di Vichy, mettendoli alla pari del generale De Gaulle. Oppure se quello di Madrid onorasse la tomba del generalissimo Franco e dei suoi sgherri. Invece, in Italia, la Moratti viene chiamata a discolparsi per aver ignorato i repubblichini che, oltre a sparare su suo padre partigiano, mandavano gli ebrei nei lager e sognavano per l`Italia un radioso futuro da provincia del Reich millenario. 

Artcolo dal sito maratonaonline.it

Aggiungo alcune frasi celebri di Littorio Feltri:

Sul 25 Aprile Festa della Liberazione:

A distanza di dodici lustri dalla resa dei conti, spacciare quel giorno di sangue e violenze per simbolo della democrazia, di valori eterni quali la libertà, è un'operazione cara solo ai falsificatori e ai mistificatori.

Sul G8 di Genova:

Sono già diventati eroi e tra qualche anno diranno ai loro bambini dissimulando l'orgoglio: io quel giorno a Genova c'ero. Stampa e televisione hanno riservato ai giottini indaffarati a spaccare tutto le energie e gli spazi dei grandi avvenimenti. I reduci della manifestazione ora progettano manifestazioni all'altezza della loro gloria. I primi raduni di militanti agnolettini si terranno il 20 agosto ad un mese dalla morte di Carlo Giuliani, martire dell'antiglobalizzazione e dell'ecologia: Sarà la giornata della memoria. Non dimenticare il compagno caduto sotto il fuoco vile dei Carabinieri, pericolosi nemici dello Stato e della democrazia. E non dimenticare che il dovere del militante è menare le mani.

Sul sequestro Quatrocchi in Iraq:

Sulla prima pagina di Libero compare una maxi-foto dei funzionari italiani rapiti in Iraq (tra cui Fabrizio Quattrocchi ancora in vita). Sono seduti in terra con le canne dei fucili automatici puntati alla nuca. Il titolo recita: "Abbiamo 800mila ostaggi". Si parla, in sostanza, di tutti gli immigrati musulmani e/o arabi presenti in Italia secondo una stima; poi il sottotitolo "Se applicassimo ai musulmani gli stessi criteri che loro applicano a noi dovremmo sequestrare tutti quelli che risiedono in Italia. Ma non lo facciamo perché siamo in una civiltà superiore". Continua, poi, suggerendo che "L'imam di Bagdad adesso fa campagna elettorale per Prodi”.

Sulla pensione alle donne a 65 anni:

un argomento considerato tabù: il collocamento a riposo delle donne. Che avviene a 60 anni, cioè con 5 anni di anticipo rispetto agli uomini. Perché simile disparità di trattamento in base al sesso? Il nostro è l'unico Paese in Europa a fissare per decreto la discriminazione sessuale in maniera pensionistica. È semplicemente assurdo, grottesco che per le donne l'assegno di vecchiaia scatti 5 anni prima che per gli uomini, i quali, si badi bene, campano (statistiche sul tavolo) cinque anni di meno. Tra l'altro, se l'esercito delle lavoratrici andasse in pensione (di vecchiaia, ripeto) all'età in cui ci va quello dei lavoratori, i conti dell'Inps sarebbero sistemati. Per procedere alla parificazione non occorre Napoleone; è sufficiente modificare un rigo della legge, esercizio accessibile a un qualunque ragionier Rossi. I sindacati protestano? E chissenefrega".
(Vittorio Feltri, 'È l'ora della scure', Libero, 15 giugno 2008)

"Feltri se ne va, Feltri resta. Ovvero: esce dalla porta, rientra dalla finestra... Piu' maliziosamente: un colpo da maestro di un giornalista che sa gestire bene non solo la testata che dirige, ma anche i suoi conti personali. E la sua qualita' della vita. Visto che il nuovo status gli rendera' piu' agevole il dedicarsi alle passioni extraprofessionali: i cavalli, innanzitutto. Sono passate da poco le 15 quando le agenzie di stampa annunciano che Vittorio Feltri "si e' dimesso". Pochi minuti dopo, la precisazione: va in pensione, ma rimarra' direttore del "Giornale", avendo firmato con la societa' editrice un rapporto di consulenza: "I poteri del direttore ai sensi dell'articolo 6 verranno assunti per il momento da Gian Galeazzo Biazzi Vergani, presidente della stessa S.e.e". Dunque, un'uscita squisitamente "tecnica". Che consentira' a Feltri di assicurarsi la pensione (secondo indiscrezioni, ammonterebbe a 12 - 13 milioni mensili), mettendola al riparo da possibili revisioni dello Stato sociale. Il piano d'azione e' stato studiato nei dettagli. Dal primo maggio e per tre mesi il "Giornale" verra' firmato da Biazzi Vergani, in attesa che la pratica vada burocraticamente a buon fine. Poi, con la pensione "in cassaforte", Feltri decidera' con quale formula definire stabilmente il rapporto con l'editore".
(Corriere della Sera, 29 aprile 1997)

E dopo aver auspicato dimagrimenti benefici a causa della crisi, pensionamento alle donne per i 65 anni, orrore per i giovanottoni di 50 anni che vanno in pensione, abbiamo scoperto che di sola pensione il tomo becca nientepopodimenoche, da quando compie 53 anni:

"Vittorio Feltri, 56 anni, giornalista-editore, ex direttore di 'Europeo', 'Indipendente' e 'Giornale'.
Pensione Inps (dal maggio 1997): 13 mensilità da 408.050 lire.
Pensione Inpgi (dal maggio 1997): 14 mensilità da 24.465.170 lire".
(dati forniti in '50 Uomini d'oro', 'L'Espresso', 13/19 agosto 1999)

"Per quattordici anni, diconsi quattordici anni, la Fininvest ha scippato vari privilegi, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia; e il Psi con il suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l'altro la perla denominata 'decreto Berlusconi', cioè la scappatoia che consente all'intestatario di fare provvisoriamente i propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente. Decreto elaborato in fretta e furia nel 1984 ad opera di Bettino Craxi in persona, decreto in sospetta posizione di fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura, in un soprassalto di dignità, e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano morti suicidi per la vergogna".
(Vittorio Feltri, L'Europeo, 11 agosto 1990, subito dopo l'approvazione della legge Mammì).

"Il dottor Silvio di Milano 2, l'amico antennuto del Garofano, pretende tre emittenti, pubblicità pressoché illimitata, la Mondadori, un quotidiano e alcuni periodici. Poca roba. Perché non dargli anche un paio di stazioni radiofoniche, il bollettino dei naviganti e la Gazzetta ufficiale, così almeno le leggi se le fa sul bancone della tipografia?".(Vittorio Feltri, L'Europeo, dopo la conquista berlusconiana della Mondadori e l'approvazione della legge Mammì).

Conclusione:

Littorio Feltri, se non ci fosse più da domani, all'improvviso, il Minculpop berlusconiano VespaGiordanoBelpietroTg2Tg4Tg5StudioApertoPanoramaILGiornaleLibero-LaPadaniaIlSecoloXIXIlTempoChiL'OpinioneIlFoglioMimunFede, tutti i giorni, più volte al giorno, siamo sicuri venederebbe quaglie arrosto al mercato rionale.

What elese?

 

 

 

  


PROTESTA GELMINI - PIAZZA NAVONA : COSSIGA OTTIMO MAESTRO

TESTIMONIANZA DA UN BLOG di una provocazione fascista. Storia assurda di un furgoncino carico di fascisti in una zona pedonale, della Polizia che li lascia passare, del fermo di studenti che manifestavano mentre i poliziotti chiamavano per nome i provocatori fascisti e li invitavano gentilmente ad allontanarsi dopo i tafferugli. I consigli di Cossiga sono stati preziosi e subito messi in atto. Ecco la testimonianza dal web di una ragazza che era sul posto:

....Qualsiasi romano ieri sera, davanti a queste immagini in TV, se ha un minimo di presenza di spirito deve essersi sbellicato dalle risate. Perché nell'angolo che vedete, tra Piazza Navona e via Agonale, la presenza di un camioncino è plausibile quanto quella di un'astronave aliena. In quel luogo, zona pedonale da decenni, è assolutamente impossibile entrare con qualsivoglia veicolo nei giorni normali: auto, moto, motorino, si viene fermati dagli agenti e ricacciati indietro. Occorre fare anticamere di ore in Comune, tirar fuori euro sonanti, pregare in ginocchio per ottenere un permessino di 3 minuti al carico-scarico. Entrare così, con un camion è del tutto improponibile. Ieri, poi, tutta la zona era completamente blindata, non si entrava neanche in triciclo a partire da Lungotevere e Corso Rinascimento (a 50 metri dall'angolo che vedete c'è il Senato).

E' uno sforzo sovrumano immaginare come un camion, pieno di giovini e di bastoni, sia potuto arrivare in quell'impossibile luogo e per giunta in un giorno caldo come quello di ieri. L'unica è che li abbiano fatti passare apposta, non c'è altra spiegazione. Quel camion lì è un pugno in un occhio, suona da messinscena lontano un miglio, agli occhi di un romano appare istintivamente come una scenografia teatrale.

E come sempre, dal mio punto di vista, i colpevoli unici di questo schifo sono i mass media: molto più che la Polizia o i fascisti o persino il governo. E' ignobile che la stampa e la tv, che hanno sede a Roma e sanno benissimo come funziona la città, si siano prestate ad immortalare la commedia spacciandola come roba plausibile ad un pubblico ignaro.


30 OTTOBRE: IN PIAZZA CONTRO LA RIFORMA DELLA SCUOLA, POI REFERENDUM!

VIGNETTA QUI A FIANCO DEL GIORNALE KOMUNISTA TIMES. Nel giorno in cui il governo approva il decreto Gelimini e piazza Navona a Roma è teatro di scontri tra studenti di destra e di sinistra, nel resto d'Italia si moltiplicano le mobilitazioni. In attesa dello sciopero nazionale di domani e della manifestazione nazionale organizzata a Roma dai sindacati.

Proteste in tutta Italia.

A Milano gli studenti hanno dato vita ad una mobilitazione "selvaggia": sei ore di cortei non autorizzati e picchetti. Una serie di manifestazioni che ha provocato un piccolo tafferuglio con le forze dell'ordine in piazza Meda e bloccato la stazione ferroviaria di Lambrate per una ventina di minuti. Un migliaio di studenti, inoltre, ha affollato l'aula Magna della Statale per assistere all'intervento del premio Nobel Dario Fo sulla "Rappresentazione dell'immaginario".

Attività didattica sospesa per l'intera giornata all'Università di Macerata. Mentre a Vicenza sotto il colonnato palladiano di piazza dei Signori migliaia di manifestanti si sono dati appuntamento per ribadire l'ennesimo no ai decreti. La veglia di protesta proseguirà fino a notte fonda. A Napoli migliaia di studenti si sono riuniti in piazza del Plebiscito, mentre un corteo di universitari ha attraversato il centro.

A Firenze, corteo e blocchi stradali. Una manifestazione spontanea di un migliaio di studenti medi e universitari ha attraversato i viali di circonvallazione. Il corteo si è diretto in centro dove era in corso una 'biciclettata' di protesta degli studenti di Lettere, che hanno raggiunto piazza Santissima Annunziata per una lezione all'aperto.

A Bologna oltre cinquemila tra alunni, insegnanti, genitori, studenti medi ed universitari hanno manifestato per le vie del centro storico. I manifestanti si sono ritrovati in piazza Maggiore e con centinaia di ceri hanno composto una scritta sul "Crescentone". "Fermatevi".

A Torino alcuni studenti sono andati davanti ai cancelli della Fiat Mirafiori per distribuire volantini agli operai e incontrare i loro rappresentanti sindacali. Infine la facoltà di Sociologia dell'Università di Trento è stata occupata dagli studenti a partire dalla nottata.

Domani lo sciopero nazionale.

Secondo i numeri forniti dalla Cgil, nove treni speciali e quasi mille pullman si muoveranno per lo sciopero generale della scuola. Anche gli studenti sono pronti a mobilitarsi: secondo l'unione degli studenti oltre 100 pullman e treni di studenti arriveranno a Roma.

Il concentramento è previsto alle ore 9 in piazza della Repubblica. Il corteo giungerà in piazza del Popolo dove per la Cgil parlerà il segretario generale, Guglielmo Epifani. Anche il segretario generale della cisl, Raffaele Bonanni, parteciperà alla manifestazione

Oltre al corteo che partirà da Piazza della Repubblica, domani a Roma un ulteriore manifestazione partirà dall'Università La Sapienza. Alle nove dalla città universitaria un corteo di studenti si muoverà per raggiungere i dimostanti che aderiscono alla manifestazione indetta dai sindacati.


PER VALENTINA: Acquisto Tavole di Dario Fo

CARA VALENTINA, MI SCUSO MOLTO PER IL RITARDO, MA HO AVUTO PROBLEMI CON IL BLOG. SE VUOI ACQUISTARE LE LITO PUOI SCRIVERMI INVIANDOMI IL TUO INDIRIZZO. GRAZIE E UN ABBRACCIO! Anche noi siamo stati felici di stare con voi! franca Acquisto Tavole Gentile Sig.ra Franca, sono una dei 2.500 ragazzi presenti lo scorso fine settimana a Bellaria e vorrei ringraziare Lei e Suo marito per la bellissima sorpresa fatta a tutti noi. Eravamo tutti così emozionati di avervi ospiti!! Facendo un giro in internet, ho scoperto il Suo blog e queste 12 Tavole, sa dirmi se ce ne siano ancora? Sono una ragazza e lavoro "ufficialmente" solo da alcuni mesi, ma vorrei fare un piccolo sacrificio e comprarne una raccolta. Sarebbe per me come un grande tesoro! La ringrazio sin da ora e Le auguro una buona serata! Valentina CARA VALENTINA, MI SCUSO MOLTO PER IL RITARDO, MA HO AVUTO PROBLEMI CON IL BLOG. SE VUOI ACQUISTARE LE LITO PUOI SCRIVERMI INVIANDOMI IL TUO INDIRIZZO. GRAZIE E UN ABBRACCIO! franca


"Sarà la Carfagna il volto del governo"

Vignetta liberamente rielaborata da noi, da un originale di Vauro (grazie Vauro).                  "Chiarisco di non essere interessata ad assumere l'incarico di portavoce di Forza Italia, ritenendo di avere ancora molto da imparare in politica". Correva l'anno 2006 e questa dichiarazione di Mara Carfagna metteva fine alla guerra sotterranea con Elisabetta Gardini. Ma i tempi cambiano, la politica corre in fretta. Così, a distanza di due anni, quella che non si sentiva pronta a fare la portavoce di Bondi diventerà addirittura portavoce del Consiglio dei ministri.

Era da un po' che l'idea frullava nella testa di Berlusconi, infastidito per le uscite di alcuni ministri in televisione (nonostante il suo esplicito divieto di partecipare ai talk show) e, da ultimo, impensierito per qualche scricchiolio nei sondaggi a causa della "vasta azione di disinformazione" sulla riforma Gelmini. Insomma, il premier ha deciso che andava fatto qualcosa per raddrizzare la barca e chi meglio della Carfagna per ridare smalto all'immagine del governo? Così ieri, al preconsiglio dei ministri - una riunione solitamente riservata agli alti funzionari - a sorpresa i capi di gabinetto si sono ritrovati di fronte la bella ministra.

"Avete letto che la Carfagna sarà candidata in Campania - ha spiegato Gianni Letta ai presenti - ma Berlusconi ha in mente altri progetti per lei. D'ora in poi assisterà alle nostre riunioni per studiare i meccanismi legislativi, visto che il presidente del Consiglio sta pensando a lei come al ministro che, dopo le riunioni del governo, possa spiegarne i risultati ai giornalisti". Il ruolo della Carfagna sarebbe quello di "speaker" del Consiglio dei ministri, diverso da quello di portavoce del governo che resterebbe al sottosegretario Paolo Bonaiuti. Scenderà in sala stampa per raccontare i provvedimenti approvati. Insieme al ministro competente o, magari, al suo posto. 

Da Repubblica

 

Faccio una considerazione, senza nulla volere alla Ministra, ma invece una competente e preparata no? Permettemi il sarcasmo: è il caso di dire che oggettivamente di "Governo di Nani & Ballerine" trattasi.

 


MILLS chiede Berlusconi come testimone

Finirà mai la storia infinita di Berlusconi con la Giustizia? Mi domando se sia una situazione Kafkiana o una barzelletta infinita. Leggo oggi sui giornali:  "Bisogna sentire Silvio Berlusconi come testimone»: è questa la richiesta del difensore di David Mills al Tribunale di Milano, dal momento che la posizione del Presidente del Consiglio è stata stralciata in attesa che la Corte Costituzionale valuti la legittimità del "lodo Alfano". «La separazione delle due posizioni avvenuta nel procedimento - sostiene infatti il legale di Mills, Federico Cecconi - ha determinato un'incompletezza. Quindi, va ripristinata una verità processuale».

L'avvocato inglese David Mills, è rimasto infatti l'unico imputato nel processo in corso a Milano per corruzione in atti giudiziari. Al centro del procedimento sui presunti fondi neri, iniziato nel marzo 2007, c'è l'accusa secondo cui Berlusconi nel 1997 fece inviare 600 mila dollari a Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi, in qualità di testimone (e quindi con l'obbligo di legge di dire il vero e non tacere nulla), le informazioni su due società off-shore usate da Mediaset per creare fondi neri.

Un procedimento travagliato. Lo scorso giugno Berlusconi chiese la recusazione del giudice, suscitando forti reazioni tra i magistrati. Lo scorso 4 ottobre la sua posizione è stata invece stralciata per il "lodo Alfano".

L'avvocato Cecconi, nel corso dell'udienza di oggi, ha chiesto anche la citazione di altri testimoni, in gran parte stranieri, alcuni dei quali in passato erano stati sentiti solo dal Pm nell'ambito dell'attività integrativa di indagine. L'istanza, presentata dall'avvocato Federico Cecconi, è avvenuta nell'ambito della richiesta delle prove aggiuntive. Il Pm Fabio De Pasquale si è però opposto alla richiesta.

Secondo il rappresentante della pubblica accusa, «la testimonianza di Berlusconi va evitata, va mantenuta la sobrietà del processo». Sia nel corso delle indagini che nel dibattimento, Berlusconi, ha ricordato il Pm, non ha mai ritenuto di presentarsi per rendere delle dichiarazioni.

Articolo da L'Unità


VIDEO DA BRIVIDO: LE MORTI BIANCHE

 DATI CGIL:
Non è solo quella che mediaticamente e sbrigativamente si suole definire tragica coincidenza. Il fatto che ieri un operaio sia morto nel letto d'ospedale dove era stato ricoverato dopo la caduta da un ponteggio, rientra purtroppo nella terribile statistica degli infortuni sul lavoro.

Che a Genova e in Liguria, nei primi otto mesi del 2008 ha visto addirittura raddoppiare il numero delle vittime. L'ultima è appunto Alfredo Bellani, 41 anni, operaio di una ditta edile di Vezzano Ligure. Sabato lo hanno portato d'urgenza al San Martino ma non c'è stato nulla da fare. È morto verso le 13 mentre era in corso il convegno della Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro, organizzato dall'Associazione mutilati e invalidi del lavoro, l'Anmil.

«Se nelle altre regioni e città italiane il numero degli incidenti sul lavoro è in diminuzione, in particolare quelli mortali, a Genova e in Liguria non è così» ha detto Marco Prevignano, presidente provinciale dell'Associazione». I dati forniti dall'Anmil e dal suo presidente Prevignano sono terribili e dicono chiaramente che anni di accordi, proclami, denunce, comitati partitetici sono serviti a ben poco.
E nonostante l'ennesimo accorato appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ieri ha detto: «I preoccupanti dati diffusi dall'Anmil e le stesse tragiche cronache di questi giorni confermano quanto cruciale sia la questione della prevenzione sul lavoro. Si è levato naturalmente un indignato "basta", sinceramente condiviso, di fronte a tragedie che, per la loro dimensione, suscitano il clamore dei media e il coinvolgimento dell'opinione pubblica».

«Nel capoluogo - ha detto Prevignano - quest'anno le morti bianche sono state 9, contro le 5 del 2007, mentre nella regione complessivamente il numero è salito a 19 incidenti mortali a fronte degli 11 dello scorso anno». Dati da aggiornare visto il ripetersi di morti bianche, ultima solo in ordine di tempo quella di Emiliano "Nino" Cassola, l'operaio di 33 anni di Struppa morto in un pozzo per l'estrazione del gas-metano a Scarpino. Significativi anche i dati dei decessi provocati dalle malattie professionali, la cui prima causa a Genova e in Liguria resta il mesotelioma provocati dall'esposizione all'amianto.

 

BRUNETTA: La teoria dei tornelli

Brunetta vuole mettere i tornelli (conta passaggi a sbarre) anche per i Magistrati. E proprio li si voleva arrivare. Tornelli per tutti insomma. Si è dimenticato però dei tornelli agli EVASORI FISCALI, ai PARLAMENTARI PASSATI IN GIUDICATO, a QUELLI CHE SI PRESENTANO DI RADO IN PARLAMENTO.

Sui dati delle assenze ridotte del 50% nel pubblico impiego, pare ci sia il trucco. La rivista settimanale LEFT, qualche settimana fa pubblicava un'intervista al Ministro Brunetta, bruscamente interrotta appena le domande e i dati si sono fatti imbarazzanti. Ecco cosa scriveva LEFT, udite udite...:

È finita così la conversazione con il responsabile della Funzione Pubblica Renato Brunetta.
Domande troppo scomode? O il potere oggi si aspetta interviste in ginocchio? Ecco come un politico decide le questioni che si possono affrontare e quelle da evitare. Dopo 35 minuti di intervista, il titolare della Funzione Pubblica Renato Brunetta ci ha buttato fuori dalla sua stanza.
Non per impellenti impegni istituzionali, ma perché - così ha detto - «non si può andare da un ministro senza chiedergli cosa ha fatto nei tre mesi precedenti. Andatevelo a leggere nelle slide sul sito del ministero…». Poi è scomparso dalla sua scrivania, ed è riapparso davanti alla porta aperta, per stringerci nervosamente la mano prima di richiuderla dietro di noi. Nulla di grave, un intervistato che si arrabbia fa parte dei rischi del mestiere. E crediamo che il ministro abbia ben altre crociate a cui pensare, che lo distoglieranno dall’emettere un editto bulgaro nei nostri confronti. Al resto, poi, penserà il taglio dei contributi all’editoria, che rischia di mandare al macero decine di testate coi rispettivi giornalisti.

Non vale la pena neppure litigare col portavoce, che fuori dalla stanza ci dice: «Buon per voi, siete giovani, avete imparato come ci si rapporta a un ministro». Certamente pubblicheremo anche la recensione del suo ultimo libro dedicato a Enzo Tortora, come ci aveva chiesto prima di farci entrare nella stanza di Brunetta.

Poi, tornati in redazione, diamo uno sguardo alle agenzie.
E ci accorgiamo di non essere soli.
A differenza nostra non l’ha presa con filosofia una giornalista del gruppo l’Espresso, buttata fuori dallo splendido studio affrescato del ministro appena dopo la prima domanda.

E ha mandato all’Ansa un comunicato infuocato, stimolando la reazione di Franco Siddi, presidente nazionale della Federazione della stampa: «Il ministro Brunetta deve capire che non basta un decreto di nomina per essere ministro, ma serve rispetto per le istituzioni, per le persone e per il loro lavoro», ha chiosato Siddi. Raggelante la risposta di Brunetta: «Le risposte bisogna meritarsele con domande serie».

Dal canto nostro, crediamo di aver posto al ministro alcune domande fondate e altrettante gliene avremmo fatte se ci avesse concesso di abusare ancora un po’ della sua pazienza.
Siamo un giornale di sinistra, e la possibilità di intervistare quello che i quotidiani hanno chiamato “la Lorella Cuccarini del governo”, cioè il più amato tra i ministri, ci è parsa un’opportunità imperdibile.
A un patto, però: domande sincere e niente propaganda.

Il portavoce si era detto entusiasta: «Accogliamo la sfida».

E ci aveva avvertito: «Attenti, è un professore, gli piacciono i giornalisti preparati».

Così abbiamo studiato per due intere giornate, mettendo da parte quella che in gergo si chiama “la macchina”, cioè il lavoro, un po’ noioso, di tagli / correggi / titola / metti in pagina.

Abbiamo letto i titoli su quattro colonne dei giornali, che annunciavano un calo del 30 per cento nelle assenze della P.a., dovuto all’«effetto annuncio fannulloni», cioè proprio alla campagna di stampa lanciata dal ministro e ripresa dai media.

Ci siamo accorti che i dati riguardavano solo 27 amministrazioni su 9mila, 7 Comuni su 8mila, circa il tre per cento dei lavoratori impegnati nella Pubblica amministrazione.

Abbiamo letto le dichiarazioni del ministro che parlavano di una crescita dei salari dei dipendenti pubblici del 35 per cento negli ultimi 7 anni.

Poi, dopo una telefonata con un ricercatore dell’Istat, ci siamo accorti che erano calcolati a prezzi costanti, cioè esclusa l’inflazione.

I dati ufficiali del pubblico impiego evidenziano che i giorni persi mediamente per malattia sono 10,8.
Secondo Federmeccanica nel privato sono 9,6.
Non c'è una grande differenza.
Un giorno all'anno per dipendente.
Inoltre nel conteggio tra le assenze retribuite vengono conteggiati anche la gravidanza e le cure ai figli sotto i 3 anni.
E su tutte le assenze per malattia le donne influiscono oltre al 60% si tratta solo di fannulloni o anche di difficoltà di conciliare lavoro e famiglia?

Di tutto ciò abbiamo chiesto spiegazione al ministro.

Finché ha gradito rispondere.

Pubblichiamo la mezza “intervista” concessaci dal ministro e quanto alle questioni che non ci ha concesso di sottoporgli, le proponiamo di seguito in un articolo, dedicato ai numeri, che raramente possiedono la virtù della certezza così spesso loro accordata. Quando nessuno ha il tempo o la voglia di metterli in discussione. E di chiederne conto a un ministro.

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