Orrore Cossiga: Studenti e docenti andrebbero picchiati a sangue

''In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perche' pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito...''. ''Lasciar fare gli universitari - ha continuato - Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle universita', infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le citta'''. ''Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovra' sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri'', ha affermato Cossiga. ''Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pieta' e mandarli tutti in ospedale - ha continuato - Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in liberta', ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano''. ''Soprattutto i docenti - ha sottolineato - Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine si'.

 

E se qualche esaltato dovesse prendere sul serio quelle che a qualcuno potrebbero suonare come solite e ininfluenti provocazioni? Se qualcuno decidesse di picchiare a sangue uno studente forte di questo avallo preventivo dell'ex capo dello Stato? 

Il picconatore non è nuovo a tali esternazioni. E non si tratta solo di "picconate" verbali. Quando era a capo del dicastero degli interni, l'11 marzo del 77 nella zona universitaria di Bologna nel corso di durissimi scontri tra studenti e forze dell'ordine morì il militante di Lotta continua Pierfrancesco Lorusso; pochi mesi dopo, a maggio, in una delle giornate di protesta più infuocate degli studenti, Cossiga rispose mandando veicoli trasporto truppa blindati (M113 ) nella zona universitaria. Morì Giorgiana Masi, studentessa di 19 anni del liceo Pasteur di Monte Mario. A quasi 30 anni di distanza, nel 2005 Cossiga scrisse che Giorgiana Masi probabilmente fu uccisa da "fuoco amico", "da un proiettile sparato dagli stessi manifestanti"... Allora ci furono reazioni indignate, in primis Marco Pannella.  

Ci auguriamo che avvenga lo stesso anche oggi. A meno che Cossiga non smentisca tali dichiarazioni (con la tecnica del premier Berlusconi che esterna per ottenere un effetto per poi negare ciò che chiaramente ha detto) ma probabilmente non lo farà, ci auguriamo che qualcuno abbia la decenza di rispondergli. Magari qualcuno con qualche competenza di legge che ci confermi se le sue affermazioni rasentano "l'istigazione a delinquere", o "l'eversione dell'ordine democratico", o "l'attentato alla Costituzione" (reato di cui, non a caso fu chiesto a suo tempo l'impeachment per lo stesso Cossiga).

Notizia da Articolo21

Ma una Perizia psichiatrica no? In fondo non sarebbe male sapere se chi sta in Parlamento è nel possesso di tutte le sue facoltà mentali. Dopo dichiarazioni di questo genere, qualche dubbio possiamo averlo. Una TAC, un esame sull'ossigenazione del cervello insomma...è nel nostro diritto credo.


SCUOLA: Silvio nega tutto e Gelmini fa ridere il Senato

Sarà stato per la pressione dell'Aula o per una distrazione. Fatto è che le dure contestazioni che hanno accompagnato l'intervento del ministro Mariastella Gelmini nell'aula del Senato si sono stemperate per un istante, quando il ministro è caduto sotto l'«egida» degli accenti fonetici. È successo quando la titolare dell'Istruzione ha rimproverato all'opposizione di «aver dimenticato i contenuti del Libro bianco scritto sotto l'egida del governo Prodi...». I banchi alla sinistra del presidente Schifani sono stati attraversati da un momento di ilarità. Perché il ministro pronuncia «egida» come una parola parossitona, vale a dire con l'accento sulla «i» e non, come è corretto, sulla «e». Neanche una piega: Gelmini si è corretta e ha ripreso il suo discorso, sia pure senza più l'«egida». Risate grasse fra l'opposizione. Se questo è il Ministro dell'Istruzione andiamo bene..... Berlusconi invece nega di aver invocato la Polizia. Il solito "sono stato frainteso" "colpa dei media". Potevano avvertire che eravamo su "Scherzi a Parte"......

Dilaga la protesta nelle scuole e universita' italiane contro la riforma Gelmini. Intanto Silvio Berlusconi dalla Cina precisa: "non ho mai detto ne' pensato che servisse mandare la polizia nelle scuole, i titoli dei giornali che ho potuto scorrere sono lontani dalla realta'". Riunione nel pomeriggio al Viminale per prendere le decisioni sulle occupazioni di scuole e universita'.  "Dico chiaro un avviso ai naviganti: non permetteremo l'occupazione delle scuole e dell'universita'" aveva detto il premier aggiungendo  "il ministro Gelmini e' ottimo. Non ritireremo il decreto che e' sacrosanto". Veltroni lo aveva accusato di "soffiare sul fuoco" della protesta. 

Notizie da Agi e Messaggero.


Berlusconi: Non permetteremo occupazioni di scuole!

Berlusconi, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi,  ha dichiarato che non permetterà nessuna occupazione di istituti scolastici. Preoccupante è il fatto che si tolga il diritto ai docenti e agli studenti di manifestare contro la riforma del Ministro della [D]Istruzione Pubblica Gelmini. Queste le parole del Premier riportate dai giornali oggi:                  

 Nessuna occupazione
"La sinistra dice che taglieremo il tempo pieno, che licenziamo insegnanti, che togliamo risorse alla scuola. E' falso". Uno ad uno, Berlusconi analizza tutti i punti del decreto Gelmini, che anche questa mattina il leader del Pd Walter Veltroni ha invitato a ritirare. "Siamo decisi ad andare avanti, e diamo un avviso ai naviganti: non permettermo l'occupazione di luoghi come università e scuole, che è una violenza nei confronti delle famiglie, dello Stato, dei ragazzi che vogliono studiare". Berlusconi ha reso noto che comunicherà al ministro dell'Interno Maroni indicazioni su :  "come devono intervenire le forze dell'ordine". 


La manifestazione del 25
"La sinistra, vedendo l'aria che tira, dice che in piazza saranno fatte delle proposte: non credo che
sia quello il luogo. Le proposte si fanno in Parlamento e, per ora, dalla sinistra non e' arrivato nulla. Noi invece andammo in piazza per protestare contro il fisco".

 

Chi fu l'ultimo Premier che in Italia non consentiva manifestazioni di dissenso a suon di manganello? Ce l'ho qui sulla punta della lingua, ma mi sfugge....


Venerdì 17 ottobre altri 8 lavoratori morti

VIDEO ALLA FINE DELL'ARTICOLO : FAI CIRCOLARE IN WEB QUESTO POST!!!  Venerdì 17 ottobre altri 8 lavoratori morti, di cui 6 operai, sdegno unanime di tutti, e poi domani si ricomincia come nulla fosse. Adesso ci rifileranno i soliti discorsetti, manca la cultura della sicurezza sul lavoro, mancano i controlli, manca la formazione, ma nessuno che a livello politico e sindacale , faccia qualcosa di concreto per fermare queste stragi. Oggi mi è capitato di leggere l'intervento del Presidente del Senato Renato Schifani a Cernobbio, davanti alla Coldiretti, riportato in una nota dell'Agenzia Stampa ASCA, da titolo "MORTI BIANCHE: SCHIFANI, VERIFICARE CONTROLLI ED EDUCARE CLASSE OPERAIA ", che dice: "che le leggi ci sono....occorre verificare la qualita' e l'intensita' dei controlli e fare in modo che la stessa classe operaia venga formata ed educata al rispetto delle regole" Vorrei dirle, che non è solo la classe operaia che deve essere educata e formata al rispetto delle regole, ma anche la classe imprenditoriale. O forse lei ritiene il contrario? Sembra quasi che la colpa delle morti sul lavoro sia da imputare ai soli operai, quando tutti sanno benissimo che i primi a non rispettare le regole solo gli imprenditori, che se ne strafregano della sicurezza nei luoghi di lavoro, considerata solo un ulteriore costo per l'impresa, e non un investimento sulla sicurezza dei propri dipendenti. Questo suo intervento mi ha stupito, per non dire indignato. Sono mesi che mi domando cosa deve ancora succedere, perchè si facciano fatti, e si smetta di fare solo parole. Cosa?

Perchè davvero non mi riesce di comprenderlo. Se guardiamo i dati Inail, negli ultimi 5 anni, cioè dal 2003 al 2007 compreso, sono morti ben 6604 lavoratori. Se poi facciamo il raffronto agli ultimi 10 anni, cioè dal 1998 al 2007 compreso, i lavoratori morti sono ben 13864. Per l'anno in corso, siamo a 840 morti. Sono numeri da bollettino di guerra!!! In un paese civile, non ci possono essere tutti questi morti sul lavoro. E' una vergogna!!! Quello che si sta facendo per la sicurezza nei luoghi di lavoro è troppo poco.

E' l'ora di finirla con le parole, vogliamo i fatti!!! E quando dico fatti, intendo cose molto chiare: sblocco assunzione tecnici della prevenzione dell'Asl, insegnamento sicurezza nei luoghi di lavoro fin dalle scuole elementari, anche se il decreto Gelmini va nella direzione opposta (si parla solo di tagli), carcere per gli imprenditori responsabili di infortuni gravi o mortali, dato che non c'è ne finisce uno di loro in galera. E' così difficile da capire? Inoltre, ho letto una nota dell'agenzia AGI, dal titolo "Morti Bianche:Sacconi.Condividiamo appello di Napolitano",le dichiarazioni del Ministro del Lavoro Sacconi, che dice : "Il governo fa propri gli appelli del presidente della Repubblica e dei presidenti delle Camere per un impegno ancor piu' intenso dello Stato, delle Regioni e delle parti sociali affinche' i luoghi delle attivita' produttive e le strade siano piu' sicuri per coloro che vi lavorano" Sacconi, per inciso, è uno di quelli che vuole rendere praticamente impossibile il diritto di sciopero nei servizi di pubblica utilità, che vuole limitare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che sta smontando pezzo per il pezzo il Dlgs 81 del 9 Aprile 2008 (Testo Unico sicurezza sul lavoro), che ha abrogato il decreto legge 188/2007 contro le dimissioni in bianco, che con il Decreto 112/08, ha tolto le violazioni sulla durata del lavoro, come causa di sospensione dell'attività produttiva.

Dobbiamo ringraziare sempre Sacconi, se il libro unico del lavoro, sostituisce libro matricola e altro, e le regolarizzazioni si fanno ogni 20 gg o più, "armi spuntate" a chi fa controllo sui contratti -la DPL (Direzione Provinciale del Lavoro), la direttiva emanata da suo Ministero (18 settembre 2008), che si può trovare al seguente link: http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/8FD70F8B-B94C-4554-8776-DDB0846524... che chiede agli ispettori del lavoro di non intervenire sulla base di segnalazioni anonime da parte dei lavoratori.

Una direttiva che in pratica, chiede agli ispettori del lavoro, di non rompere le scatole alle imprese. Queste cose le dovremmo ricordare SEMPRE, tutte le volte che queste persone aprono bocca, per dichiararsi paladini dei lavoratori, e della sicurezza dei lavoratori. Infine, al Festival del Cinema e del Lavoro di Terni, Paolo Berizzi, giornalista de La Repubblica, ha rivolto una proposta al sistema dell'informazione, di dare uno spazio fisso alla sicurezza sul lavoro.

Io dico che sarebbe anche l'ora.Voi che ne dite? Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Email: [email protected]

CLIKKA SULL'ALLEGATO E ATTENDI  DIECI SECONDI:


AMICHE E AMICI, VI RICORDATE LA LETTERA CHE PUBBLICAI...

AMICHE E AMICI, VI RICORDATE LA LETTERA CHE PUBBLICAI SU REPUBBLICA (MEZZA PAGINA... MI SONO SVENATA!) INDIRIZZATA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PRODI? LEGGETEVI QUEST'ARTICOLO DI SEBASTIANO MESSINA USCITO SU REPUBBLICA IERI (17 ottobre 2008) AVEVO VISTO GIUSTO! un bacione a tutti franca Qui mi vogliono far fuori  Prodi tra i ricatti di Bertinotti e i complotti della Margherita SEBASTIANO MESSINA  ROMA - La mattina dell' 8 giugno 2005, dunque prima delle primarie che gli affideranno la candidatura a Palazzo Chigi, Romano Prodi convoca d' urgenza il suo staff in piazza Santi Apostoli. Ha pessime notizie: «Fassino - racconta - mi ha detto sconcertato che tutti quelli della Margherita con cui parla gli dicono che vogliono farmi fuori. Mi ha fatto i nomi di De Mita, Rutelli, Marini, Franceschini e Gentiloni». Che alla vigilia delle primarie un pezzo dell' Ulivo non fosse entusiasta della ricandidatura del Professore, era noto. I nomi, però, non erano mai venuti a galla. Li rivela il giornalista Rodolfo Brancoli, già direttore del Tg1, che nell' ultimo biennio di potere di Prodi è stato uno dei suoi consiglieri e oggi - come «persona informata dei fatti» - ha deciso di raccontare quei tormentatissimi mesi in un libro: «Fine corsa. Le sinistre italiane dal governo al suicidio» (Garzanti, euro 16,50). E' dunque un diario dal fronte, quello di Brancoli, ma anche il tentativo di analizzare - da un punto di vista dichiaratamente prodiano ma con il distacco di un giornalista di lungo corso - le ragioni del fallimento, della crisi e della rovinosa caduta del governo dell' Unione. Ragioni che Brancoli individua nella sfortunata coincidenza dell' ultimo governo Prodicon tre processi di cui non c' era traccia nella prima esperienza del 1996: la «ri-proporzionalizzazione» della politica italiana, la «ri-clericalizzazione» della Chiesa e la «ri-ideologizzazione» della politica internazionale. Tutto sarebbe andato in un altro modo, commenta Brancoli, se l' Ulivo avesse saputo cogliere l' occasione storica offerta dal referendum elettorale del 1999, quello sull' abolizione definitiva delle quote proporzionali. Allora stravinsero i sì (91 per cento) ma con i voti del 49,7 per cento degli elettori: e fu proprio il mancato raggiungimento del quorum a rilanciare i proporzionalisti. «Torno sempre a quella sera - dice Romano Prodi a Brancoli - in cui sembrava che avessimo vinto, e invece avevamo perso». Ma il libro racconta anche molti episodi inediti. Eccone alcuni. «Vogliono farmi perdere». Alla vigilia delle elezioni del 2006, Prodi cerca - inutilmente - di convincere Rutelli e Fassino a presentare anche al Senato liste dell' Ulivo. Quando però affiora il rischio di una sconfitta a Palazzo Madama (dove poi il governo cadrà) il Professore lancia l' idea di «liste del presidente» nelle quattro regioni decisiva (Piemonte, Veneto, Lombardia e Friuli). Rutelli però è contrario. «Non se ne parla proprio» gli risponde Fioroni, potente dirigente della Margherita. Prodi è furioso: «Questi mi vogliono far perdere». L' aut-aut di Bertinotti. Prima di formare il governo, c' è da sciogliere il nodo delle presidenze delle Camere. Un nodo che Fausto Bertinotti taglia in modo netto: il 21 aprile va da Prodi e gli chiede la presidenza di Montecitorio o in subordine il ministero degli Esteri. Altrimenti, avverte, Rifondazione passerà all' appoggio esterno, facendo saltare la coalizione. «Un metodo - commenta Brancoli - su cui il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere avrebbe potuto dire la sua». La carica dei 101. Non saranno troppi 101 ministri, viceministri e sottosegretari? Non potevo farne a meno, risponde il presidente del Consiglio a Brancoli. «E questa volta i partiti mi hanno imposto anche i nomi». «Caro Silvio», «Caro Romano». Non è vero che tra Prodi e Berlusconi non ci siano stati contatti diretti. Il Cavaliere, che ce l' aveva con l' Udc, sapeva che ancheProdi aveva il problema dei partitini. «Che gabbia di matti dobbiamo gestire io e te» gli dice una volta. Poi, il 26 luglio 2006, dopo aver aspettato inutilmente la telefonata del rivale sconfitto, è Prodi a chiamare il leader dell' opposizione per informarlo sulla conferenza per il Libano. Il dialogo è breve ma quasi amichevole. Berlusconi: «Romano...». Prodi: «Silvio...». B.: «Anche tu hai i tuoi matti». P.: «A volte con i matti ci si diverte». B.: «Mi fa piacere vedere che la prendi così». P.: «Volevo informarti delle conclusioni della conferenza». B.: «Complimenti sinceri, sono a tua disposizione. Mi piacerebbe che ci fosse un clima diverso. (...). Grazie, buon lavoro di cuore». Al di là della cordialità diplomatica, Prodi ha però una pessima opinione del Cavaliere: «Quest' uomo è un mentitore congenito!». La mossa di Veltroni. Quando il segretario del Pd lancia la sua riforma elettorale, Prodi avvista il pericolo. E il 2 dicembre, davanti al vertice del partito, dice a Veltroni: «Guarda che con la tua riforma i partiti piccoli faranno fuori il governo, e se mi tolgono il sostegno è finita». Qualche giorno dopo, Mastella piomba nello studio del presidente del Consiglio gridando, alterato: «Se mi vogliono fare il culo, ve lo faccio prima io». «Era fuori di sé» commenta Prodi quando il ministro se ne va. Quando il segretario del Partito democratico rompe con i partiti minori, il Professore tiene per sé il suo dissenso. Ma una settimana prima del voto confiderà all' amico giornalista quello che pensa davvero di Veltroni: «Avendo scelto di dimenticare quindici anni, si è comportato personalmente bene. Ma ha prodotto una frattura che in quei termini non era necessaria». L' attacco dei vescovi. Nel giorno in cui si apre la crisi di governo, il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, attacca pubblicamente il governo per l' inadeguatezza delle misure per gli incapienti. Il presidente del Consiglio, furibondo, telefona al cardinale: «Ora mi dettate anche la Finanziaria? E quando agli incapienti non si dava niente non avevate nulla da dire?». La caduta. Dopo le dimissioni, Prodi si sfoga con Brancoli: «Ognuno ha giocato per il suo piccolo interesse. Quasi mai è prevalso l' interesse generale, nessuno ha difeso la coalizione». SE VOLETE RILEGGERE L'ARTICOLO MIO, LO TROVATE SUL BLOG  


DAL BLOG DI SABINA GUZZANTI

mail a Napolitano AUTORE: sabinaguzzanti POSTATO IL 13 October 2008 ‘Vai sul sito http://www.quirinale.it/, clicca su posta e manda una mail a Napolitano per chiedergli di non firmare il decreto gelmini. Se arrivano almeno 20000 mail si può bloccare tutto. Io l’ho già fatto. Manda questo messaggio a più persone possibili per il video satirico che vi avevo promesso, l’ho registrato e non è venuto completo. oggi ci riprovo. i commenti col pallino verde sono certificati, sono di iscritti. gli altri no. il che significa che la stessa persona può firmare con mille nomi diversi e copiare anche quelli degli altri. vi invito a non perdere tempo e energie a rispondere ai provocatori. oggi spero che dalla redazione facciano una bella pulizia. buona giornata ci sentiamo più tardi


DA "LA PAGA DEI PADRONI" DI GIANNI DRAGONI E GIORGIO MELETTI

per cortesia, potete darmi dati sul vostro stipendio con relative professioni? grazie franca Alessandro Profumo ha ricevuto come compenso per il 2007 dalla Unicredit 9 milioni e 426mila euro. Ha guadagnato oltre 25mila euro al giorno. La Pirelli ha comunicato di aver investito 4,5 miliardi di euro nel pacchetto delle azioni Olivetta, che a sua volta conteneva la maggioranza delle azioni di Telecom Italia. In seguito l’impegno finanziaro è salito a 6,5 miliardi di euro. In sei anni lo storico gruppo milanese non ha incassato un solo euro di dividendo proveniente dai telefoni. L’operazione è costata agli azionisti della Pirelli alcuni miliardi, ma nemmeno un euro è stato sborsato dal protagonista della vicenda, Marco Tronchetti Provera,. Il motivo: nonostante le apparenze, M. Tronchetti Provera non è direttamente azionista di Pirelli. La Pirelli gli ha dato quasi 6 milioni di euro nel 2007, 435mila euro in più dello scorso anno.


SABINA GUZZANTI-TESTO INTEGRALE, INTERVENTO - PIAZZA NAVONA 8-07-2008

osteria delle mistre ecc le ministre so’ maestre e se a letto so’ un portento figuriamoci in parlamento dammela a me Carfagna pari opportunità fior di Viagra ‘na volta si moriva di pellagra gli importa solo della sua prestazione è il Viagra che farà l’opposizione. Nella prima repubblica sono scoppiati gli scandali, nella seconda si è discusso su come evitare che gli scandali potessero venire alla luce. Si è deciso innanzi tutto di non far più scegliere agli elettori i candidati da votare. Finalmente nella terza repubblica detta “auto convocata”, gli scandali effettivamente non scoppiano più. Saccà riabilitato dopo sei mesi e dopo tutte le porcherie che ha detto e fatto, la Carfagna riabilitata prima ancora che le intercettazioni uscissero. Le donne che contano trasversalmente, Santanchè an, Armeni rifondazione insorgono in sua difesa in quanto donna. Noi non sappiamo che è successo, noi cittadini comuni, a meno che non abbiamo letto il quotidiano argentino, El Clarin, che ci informa ci sono delle intercettazioni in cui una ministra spiega a un’altra come si fa sesso orale col presidente del consiglio, parentesi “pompino”. La Armeni «Il paragone con la Lewinsky è una volgarità gratuita» non è la volgarità… il problema è che un paragone a cazzo di cane: la Levinsky non è stata fatta ministra. Delle pari opportunità per giunta che servirebbe pure come ministero, visto il livello delle donne che riescono a farsi strada. Volete difendere anche queste donne? Da cosa poi? Da loro stesse? Allora non lo fate solo con le amanti di Berlusconi! Perché ministra proprio quella, quando ci sono delle martiri: come la poverina andata in overdose in compagnia dell’on Mele del partito di Casini, detto bordelli? Perché la Carfagna, quando ci sono delle eccellenze come la Corna che dicono sia stata tanto brava da provocare il coccolone a Bossi? Intanto da Tokyo il cavaliere dice, gli italiani non si scandalizzano per gli scandali e il gallismo piace. Un sondaggio fatto dal nipote di Goebels assunto in incognita nelle Pr del Pld sostiene che la prossima volta il premier potrà fare un grosso passo avanti e al momento della presentazione del governo dichiarare: “Pari opportunità? Succhiamelo. Col plauso degli italiani.” Per i 4 gatti che sfuggono al fascino del gallismo le uniche speranze restano il Viagra e la mobilitazione sindacale delle prostitute. Obbiettano le prostitute: i sindacati sono corrotti non ci fidiamo. Se una fa la sindacalista si fa promuovere prostituta di prima classe anche si dedicherà alla fellazio senza passione, anzi il rischio è che poi smetta proprio di lavorare e se ne stia a casa con uno stipendio immeritato. Cofferati interviene contro la nuova ondata di qualunquismo e vieta i commenti politici nei bar del centro storico dalle 9 alle 19. Il dibattito nella società civile è acceso: scrive alex 32: perché chi fa satira deve continuare a dire fellazio mentre i politici possono parlare apertamente di pompini? Replica senza senso, autorevole proprietario di una uno del 96: sì basta con le ipocrisie, domani vado al lavoro in mutande. Più cauto Mattia 79 proprietario di un cane di origini miste: io il mio voto l’ho venduto in cambio di un permesso per gli handicappati e sfido chiunque a dire che non ho fatto un buon affare. ° ° ° Blaterano sempre di politica con la p maiuscola, contrapposta a quella della piazza, emotiva, qualunquista, distruttiva. Ma col senno di poi nel 2006 il centro sinistra avrebbe dovuto dire: non abbiamo una maggioranza, questa legge elettorale ci impedisce di governare, si cambia la legge elettorale e si torna a votare. Questa sarebbe stata una scelta politica con la p maiuscola. Col senno del poi anche se avessero perso sarebbe stata una vittoria meno brutta di questa, che lasciava più possibilità. Quando hanno formato il governo, con 2 soli senatori in più del polo, ci siamo detti: avranno pensato a qualcosa. E come al solito non avevano pensato proprio a niente. Tiravano a campare come sempre, con dentro mastella, con dentro dini che poi ha fatto cadere lui il governo ma nessuno lo ha nominato vattelappesca perché. Sarà che da ex direttore generale della banca d’italia nominato da cossiga, terrà per le palle chissà quanta gente. Lo sapete com’è virile il dini…non lo sapremo mai. Ma loro fanno la politica con la p maiuscola, e sanno che la libertà di informazione e conflitto di interessi non sono prioritarie. Prioritario è il fatto che la gente non arriva a fine mese. Come se le due cose non fossero collegate. La trovata di veltroni: legittimare l’avversario e poi non lo nomina mai per sfregio. Non voleva fargli aumentare le voci su google forse. Sappiamo che il governo lo ha fatto cadere anche razzinger (ha questo problema di rivalità con woytila che aveva fatto cadere il muro di berlino) con quella porcheria dell’apertura negata all’università della sapienza e sappiamo che la menzogna della censura a razzinger è stata sostenuta da tutti i media e da quasi tutti i politici. I poveri professori sono stati massacrati, perfino da cacciari: cretini che dovrebbero tacere per i prossimi 20 anni. Questo è il controllo dei media. Riuscire a inventare una polemica che non sta né in cielo né in terra. Perché razzinger dovrebbe inaugurare l’anno accademico? È vero che grazie al governo alla legge moratti, gli insegnanti di religione diventano di ruolo. Se il vaticano li licenzia lo stato continua a pagarli e possono insegnare anche altre materie senza essersi fatti i corsi di specializzazione i dieci anni di graduatoria che si fanno tutti gli altri. E senza avere le qualifiche richieste dallo stato italiano. Suona bene stato italiano. Questo significa che grazie a questa legge fra 20 anni il 30% degli insegnanti sarà stato scelto dal vaticano . Grazie al controllo sui media di questo si sa poco e niente. Questo succederà fra 20 forse. Ma 20 anni non sono ancora passati quindi che ora il papa inauguri l’anno accademico è prematuro. e razzinger fra 20 sarà dove deve stare all’inferno tormentato da diavoloni frocioni molto attivisti, poco passivisti. Non come quelli dell’arci che hanno accettato senza replicare di fare il gay pride a Bologna nemmeno in centro, perché cofferati non voleva con una bandierina sul palco tra le altre con una figurina di un ragazzetto con la svastica che dice: “mi chiamo italo odio i froci ma amo il mio camerata” perché non volevano prendere posizioni antifasciste. Una donna è stata violentata e picchiata perché lesbica e altri ragazzi gay sono stati malmenati finiti all’ospedale, grazie alla campagna razzista del vaticano che va avanti indisturbata introducendo valori aberranti nella nostra repubblica laica fondata sulla resistenza. Dice ma la guzzanti è gay? No, non sono gay e non sono nemmeno rom ma piango davanti alla televisione e leggendo i giornali in questi giorni. Non sono nemmeno una trans ma mi tormenta quello che volete quello che è successo il mese scorso al prenestino. Le telecamere del tg1 filmavano quelli che il giornalista chiamava dei ragazzi del predestino, che però avevano le teste rasate e le svastiche che non è un look proprio del prenestino, mentre braccavano delle trans che cercavano di fuggire tra i rovi urlando non siamo animali non siamo animali, la polizia guardava, alcuni fumavano, la gente applaudiva e la televisione pubblica ci parlava dell’esasperazione dei residenti! Questo significa avere il controllo dei media. Non ho parenti che hanno fatto la resistenza, ma non starò a guardare quando chiuderanno il museo di via tasso. Non sono una moralista o meglio conosco il significato della parola moralista cari opinionisti dei miei coglioni, moralista è uno come il sindaco di ny che dice che il sesso è il demonio e poi si scopre che spende 2000 mila dollari l’anno per trombare. moralista è l’on mele e il partito di casini detto bordelli. Ma insieme alle altre facilities non danno un vocabolario agli editorialisti? Cerami oltre che scrivere film ma alberto sordi ce l’hai presente? L’hai digerito o è ancora troppo presto? Se ne parla in autunno di chissà quale anno. Non sono nemmeno girotondina è una parola che mi fa venire l’orticaria anche se le manifestazioni dei girotondi sono state importanti. lo dico perché non credo d’essere l’unica in questa piazza che la pensa così. Non sono dipietrista anche se certo gli sono grata per quello che fa in parlamento, non sono grillina anche se penso che grillo abbia fatto un buon lavoro, meglio che sia, è una presenza e un lavoro positivo il suo. Non lo so se è giusto proteggere le donne con le quote rosa, non sono sicura, per me lo possono pure togliere il ministero pari opportunità o lo possono lasciare, non possono però metterci una che fa la ministra perché ha sollazzato presidente del consiglio. La vita sessuale di b sono fatti suoi, ma questo non c’entra. Quello che sei berlusconi lo sanno tutti. avete letto cosa ha scritto la casa bianca al g8 nella sua presentazione. “uno dei leader più controversi nella storia di un Paese conosciuto per la corruzione del suo governo e per il vizio”. Questo e altro hanno scritto sulla sua presentazione consegnata nella cartellina a tutti i leader del mondo. Scopa con chi vuoi, con chi te la da, ma non ti puoi permettere di insultare le lotte delle donne perché ti facciamo un culo come un secchio. Chiedi scusa e metti al ministero chi ti pare, chiunque sia plausibile abbia delle idee su come migliorare la situazione delle donne, nel lavoro, a casa e per le strade. La Carfagna, donne ragazze è troppo. In tutto il mondo in america latina, del nord, in africa in india sono le donne che si organizzano e risolvono le cose, forse questo paese ha semplicemente bisogno di noi. Vi sentite così radicali voi? Io no. Io ho pure votato veltroni. sapendo che in caso di vittoria non avrebbe fatto nulla di rilevante sull’informazione, giustizia, conflitto di interessi, istruzione, sanità, molti di noi responsabilmente lo abbiamo votato disperatamente più che responsabilmente, cercando di limitare i danni. Rutelli no. Rutelli confesso che non l’ho votato. Ho pure fatto la pubblicità sul mio blog: andate a votare arrivano i fascisti, la gente che vomitava: - no rutelli no, e io: - per favore non sapete quello che ci aspetta.. poi quello ha continuato a fino all’ultimo a dire: voglio solo i cattolici, niente dissenso, niente sinistra… quando è arrivata la domenica ho preso in mano la scheda e non me la sono sentita. Ma non per irresponsabilità, non volevo essere invadente. Se proprio non lo vuoi sto voto non insisto. Un fatto di educazione. Non ho mai né pensato né detto che destra e sinistra sono uguali. Nemmeno fascismo e socialismo sono uguali. Niente è uguale. È tutto diverso! Ma il comportamento della nostra classe dirigente ha da tempo sorpassato i limiti della tolleranza. c’è un modo di dirlo senza essere tacciati di qualunquismo? Non c’è un modo. Non va bene né un ragionamento, né dire solo i fatti, né dire vaffanculo, non c’è un modo. Perché la sinistra deve appoggiare la proibizione delle intercettazioni? La sinistra è sempre riuscita a fare le cose anche il modo pulito. Non è uguale alla destra la porcheria della scalata unipol bnl, la volete ripetere? Dice perché i comici fanno informazione, non la fanno solo i comici la fa pure dagospia per esempio con lo stesso meccanismo. Si è sposato una miliardaria è entrato nei salotti e ci dice in anteprima le notizie i gossip finanziari dice quello che sanno le persone che contano e che i cittadini non sapranno mai, perché in tv non si parla di nessuna cosa importante in modo decentemente approfondito e comprensibile. Questo è un paese in cui le cose si sanno solo nei salotti e le masse non devono sapere niente! Grillo che ha tre 4 informatori e sembra un mago agli occhi della gente. Lo sapevate che…? Ohhh! Sembra uno che tira fuori i conigli dal cilindro. Io quando faccio uno spettacolo chiamo qualche giornalista bravo gli chiedo: scusa qua che è successo? e me lo spiega. sono tutte cose interessanti, non c’entrano tutte in uno spettacolo, ma quando me lo spiegano lo capisco quando leggo il giornale no. Così siamo ridotti. anche le domande semplici. Una domanda ci siamo fatti tutti ad esempio dopo le intercettazioni.perché vanno tutti a mignotte? Hanno i soldi, hanno il potere, al di la di quanto ci scassano la minchia sul fatto che il divorzio è un male, la famiglia, no sesso senza procreazione e poi ci danno pure dei moralisti loro a noi! Ma perché si inguaiano sempre con le mignotte? che difficoltà c’è a trovare una donna non a pagamento? Te la fai questa domanda. Non è la domanda principale ma è tra le mille che ti attraversano la mente e a cui è giusto rispondere. E ci vuole poco. A me l’ha spiegato un extossico. - vanno a mignotte? perché pippano. È molto semplice. È per questo che il pippatore è legato alla figura della zoccola. Anzi se va a puttane è quasi sicuramente un pippatore. È basilare che il pippatore cocainomane vada a zoccole. Perché lei ha la pazienza che a te non ti si alza l’uccello e lei sta là e tu Ti diverti a guardarla mentre sei fatto come una mina. Questo perché la cocaina agisce sulla amigdala che libera le dopamine, al contrario dell’eroina che agisce sull’ipofisi che libera le endorfine, per quello lo spitbol è la cosa più buona del mondo, perché ti regoli il corpo come vuoi. Per quello il tossicomane non tromba e il cocainomane invece vuole trombare come un pazzo: perché le endorfine sono le stesse che escono fuori dopo l’orgasmo maschile. E vanno possibilmente con più di una perché le fai giocare fra di loro , non hai l’angoscia che ce ne hai una sola che si aspetta la prestazione anche se la paghi. Ho appurato anche che Berlusconi, non pippa. Vedete che siamo obbiettivi? Quello che è giusto è giusto. Lui è sex addicted, non si droga prende solo una tonnellata di Viagra. Per questo è stato ribattezzato presidente vaso dilatato. Collaboratori vasellinati o vassalli. Sono stata fuori dall’italia per un po’. Sono tornata e sull’aereo ho letto l’espresso. La notizia è scioccante. L’articolo di apertura dice che Berlusconi ha mostrato il suo vero volto: non un grande statista ma un uomo che pensa solo a fare leggi per sé! Ha ingannato l’opposizione con straordinaria abilità! . Meno male che avevo la cintura di sicurezza perché rischiavo di cadere dalla sedia! La sua performance è stata talmente geniale e inaspettata (sorrideva! Lui che non ha mai sorriso!), che ha ingannato perfino Veltroni! Ho visto che in messico hanno una situazione non tanto diversa dalla nostra e fanno una opposizione molto efficace. Parlo dei cittadini normali non degli zapatisti. Tutte le volte in piazza ripetono una frase di Josè marti, le cose cambiano quando c’è un leader che è pronto e quando c’è un popolo che è pronto. Noi non abbiamo né l’uno né l’altro forse, ma se non siamo pronti questo è il modo per prepararsi, manifestare, militare, organizzare. Nella piazza fra la gente nascono i leader nella piazza siamo un popolo, nei centri commerciali si sente meno questa cosa. Se l’opinione pubblica ha cambiato in parte idea su berlusconi e lui ha perso le elezioni nel 2006 è molto merito nostro. Stiamo tutti imparando a fare politica. La prossima volta che andiamo a votare dobbiamo poter votare un programma di cui siamo convinti e fieri.


Grillo: OPA su Mediset, poi Dario Fo Responsabile Cultura!

BEPPE GRILLO: Lo psiconano ha lanciato l’allarme per le aziende a rischioOPA. L’Offerta Pubblica di Acquisto, o OPA, è un’offerta finalizzata all'acquisto di prodotti finanziari.
Se l’azione di una società vale poco o nulla, lanciare un’OPA è conveniente, si offre una cifra superiore alla quotazione e si rastrellano le azioni sul mercato fino a raggiungere la maggioranza.
L’azionista che preferisce l’uovo oggi alla (possibile) gallina domani può vendere le sue azioni (di solito lo fa) a chi ha lanciato l’OPA e incassare molto di più di quanto valgono.
Per fare un esempio a caso, la Mediaset dello psiconano è a rischio OPA. Ieri il suo valore in Borsa era di 3,990 euro per azione. Il 41,11% in meno da inizio 2008.
Da inizio 2007 Mediaset è scesa da 9,501 euro a 3,990. Se un anno fa per comprarla bisognava pagare 100, oggi costa circa 40. Un affarone.
Un’OPA su Mediaset porterebbe numerosi vantaggi. La Presidenza del Consiglio e in futuro quella della Repubblica. Togliersi dalle balle Emilio Fede e Paolo Liguori e Clemente Mimun. Guadagnare un patrimonio grazie alla pubblicità incassata da Publitalia. Veline senza limiti.
E non solo. Ci sarebbe vera informazione. Travaglio direttore del telegiornale. Saviano inviato speciale (e non emigrato all’estero). Dario Fo responsabile della cultura.
Quanto costa liberarci dalla camicia di forza di Testa d’Asfalto? Poco, bisogna solo trovare chi ci mette i soldi.
Ci sono tutti i presupposti per lanciare un’OPA. Ho bisogno di un partner industriale. La BBC per esempio. Io sono a disposizione per la comunicazione dell’asta pubblica. A una condizione: condividere e rendere pubblici palinsesto e conduttori prima dell’OPA.
Aspetto una telefonata, un fax, una mail. Astenersi perditempo.


Mafia a Milano di GIANNI BARBACETTO

A CENTO PASSI
DAL MUNICIPIO
Milano capitale della mafia

di Gianni Barbacetto - 9 ottobre 2008

I boss stanno a cento passi da Palazzo Marino, dove il sindaco di Milano Letizia Moratti lavora e prepara l’Expo 2015. O li hanno già fatti, quei cento passi che li separano dal palazzo della politica e dell’amministrazione? Certo li hanno fatti nell’hinterland e in altri centri della Lombardia, dove sono già entrati nei municipi.
Comunque, a Milano e fuori, hanno già stretto buoni rapporti con gli uomini dei partiti.
«Milano è la vera capitale della ’Ndrangheta», assicura uno che se ne intende, il magistrato calabrese Vincenzo Macrì, della Direzione nazionale antimafia. Ma anche Cosa nostra e Camorra si danno fare sotto la Madonnina. E la politica? Non crede, non vede, non sente. Quando parla, nega che la mafia ci sia, a Milano. Ha rifiutato, finora, di creare una commissione di controllo sugli appalti dell’Expo. Eppure le grandi manovre criminali sono già cominciate.
Ne sa qualcosa Vincenzo Giudice, Forza Italia, consigliere comunale di Milano, presidente della Zincar, società partecipata dal Comune, che è stato avvicinato da Giovanni Cinque, esponente di spicco della cosca calabrese degli Arena. Incontri, riunioni, brindisi, cene elettorali, in cui sono stati coinvolti anche Paolo Galli, Forza Italia, presidente dell’Aler, l’azienda per l’edilizia popolare di Varese. E Massimiliano Carioni, Forza Italia, assessore all’edilizia di Somma Lombardo, che il 14 aprile 2008 è eletto alla Provincia di Varese con oltre 4 mila voti: un successo che fa guadagnare a Carioni il posto di capogruppo del Pdl nell’assemblea provinciale. Ma è Cinque, il boss, che se ne assume (immotivatamente?) il merito, dopo aver mobilitato in campagna elettorale la comunità calabrese.
Ne sa qualcosa anche Loris Cereda, Forza Italia, sindaco di Buccinasco (detta Platì 2), che non trova niente di strano nell’ammettere che riceveva in municipio, il figlio del boss Domenico Barbaro. Lui, detto l’Australiano, aveva cominciato la carriera negli anni 70 con i sequestri di persona e il traffico di droga. I suoi figli, Salvatore e Rosario, sono trentenni efficienti e dinamici, si sono ripuliti un po’, hanno studiato, sono diventati imprenditori, fanno affari, vincono appalti. Settore preferito: edilizia, movimento terra. Ma hanno alle spalle la ’ndrina del padre. Cercano di non usare più le armi, ma le tengono sempre pronte (come dimostrano alcuni bazooka trovati a Buccinasco). Non fanno sparare i killer, ma li allevano e li allenano, nel caso debbano servire. Salvatore e Rosario, la seconda generazione, sono arrestati a Milano il 10 luglio 2008. Eppure il sindaco Cereda non prova alcun imbarazzo.
Ne sa qualcosa anche Alessandro Colucci, Forza Italia, consigliere regionale della Lombardia. «Abbiamo un amico in Regione», dicevano riferendosi a lui due mafiosi (intercettati) della cosca di Africo, guidata dal vecchio patriarca Giuseppe Morabito detto il Tiradritto. A guidare gli affari, però, è ormai il rampollo della famiglia, Salvatore Morabito, classe 1968, affari all’Ortomercato e night club («For a King») aperto dentro gli edifici della Sogemi, la società comunale che gestisce i mercati generali di Milano. È lui in persona a partecipare a una cena elettorale in onore dell’«amico» Colucci, grigliata mista e frittura, al Gianat, ristorante di pesce. Appena in tempo: nel maggio 2007 viene arrestato nel corso di un’operazione antimafia, undici le società coinvolte, 220 i chili di cocaina sequestrati.
Ne sa qualcosa anche Emilio Santomauro, An poi passato all’Udc, due volte consigliere comunale a Milano, ex presidente della commissione urbanistica di Palazzo Marino ed ex presidente della Sogemi: oggi è sotto processo con l’accusa di aver fatto da prestanome a uomini del clan Guida, camorristi con ottimi affari a Milano. Indagato per tentata corruzione nella stessa inchiesta è Francesco De Luca, Forza Italia poi passato alla Dc di Rotondi, oggi deputato della Repubblica: a lui un’avvocatessa milanese ha chiesto di darsi da fare per «aggiustare» in Cassazione un processo ai Guida.
Ne sa qualcosa, naturalmente, anche Marcello Dell’Utri, inventore di Forza Italia e senatore Pdl eletto a Milano. La condanna in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa si riferisce ai suoi rapporti con Cosa nostra, presso cui era, secondo la sentenza, ambasciatore per conto di «un noto imprenditore milanese». Ma ora una nuova inchiesta indaga anche sui suoi rapporti con la ’Ndrangheta: un altro imprenditore, Aldo Miccichè, trasferitosi in Venezuela dopo aver collezionato in Italia condanne a 25 anni per truffa e bancarotta, lo aveva messo in contatto con la famiglia Piromalli, che chiedeva aiuto per alleggerire il regime carcerario al patriarca della cosca, Giuseppe, in cella da anni. Alla vigilia delle elezioni, Miccichè prometteva a Dell’Utri un bel pacchetto di voti, ma chiedeva anche il conferimento di una funzione consolare, con rilascio di passaporto diplomatico, al figlio del boss, Antonio Piromalli, classe 1972, imprenditore nel settore ortofrutticolo con sede dell’azienda all’Ortomercato di Milano. Sentiva il fiato degli investigatori sul collo, Antonio. Infatti è arrestato a Milano il 23 luglio, di ritorno da un viaggio d’affari a New York. È accusato di essere uno dei protagonisti della faida tra i Piromalli e i Molè, in guerra per il controllo degli appalti nel porto di Gioia Tauro e dell’autostrada Salerno-Reggio.
Qualcuno si è allarmato per questa lunga serie di relazioni pericolose tra uomini della politica e uomini delle cosche? No. A Milano l’emergenza è quella dei rom. O dei furti e scippi (che pure le statistiche indicano in calo). La mafia a Milano non esiste, come diceva già negli anni Ottanta il sindaco Paolo Pillitteri. Che importa che la cronaca, nerissima, della regione più ricca d’Italia metta in fila scene degne di Gomorra?
A Besnate, nei pressi di Varese, a luglio il capo dell’ufficio tecnico del Comune è stato accoltellato davanti al municipio e si è trascinato, ferito, fin dentro l’ufficio dell’anagrafe, lasciando una scia di sangue sulle scale. Una settimana prima, una bottiglia molotov aveva incendiato l’auto del dirigente dell’ufficio tecnico di un Comune vicino, Lonate Pozzolo. Negli anni scorsi, proprio tra Lonate e Ferno, paesoni sospesi tra boschi, superstrade e centri commerciali, sono state ammazzate quattro persone di origine calabrese. Giuseppe Russo, 28 anni, è stato freddato mentre stava giocando a videopoker in un bar: un killer con il casco in testa, appena sceso da una moto, gli ha scaricato addosso quattro colpi di pistola. Alfonso Muraro è stato invece crivellato di colpi mentre passeggiava nella via principale del suo paese affollata di gente. Francesco Muraro, suo parente, un paio d’anni prima era stato ucciso e poi bruciato insieme alla sua auto.
L’ultimo cadavere è stato trovato la mattina di sabato 27 settembre in un prato di San Giorgio su Legnano, a nordovest di Milano: Cataldo Aloisio, 34 anni, aveva un foro di pistola che dalla bocca arrivava alla nuca. A 200 metri dal cadavere, la nebbiolina di primo autunno lasciava intravedere il cimitero del paese, in cui riposa finalmente in pace, benché con la faccia spappolata, Carmelo Novella, che il 15 luglio scorso era stato ammazzato in un bar di San Vittore Olona con tre colpi di pistola in pieno viso.
Milano, Lombardia, Nord Italia. È solo cronaca nera? No, Gomorra è già qua. Ma i politici, gli imprenditori, la business community, gli intellettuali, i cittadini non se ne sono ancora accorti.


Esportiamo Fascisti e Censuriamo l'Antifascismo

Paese strano l'Italia. All'estero negli stadi siamo rappresentati dai fascisti, mentre RAI2 censura Katia Bellillo perchè parla di Antifascismo.

Scrive Katia Bellillo: Oggi leggo i giornali: dopo i terribili fatti che hanno caratterizzato l’uscita della nazionale di calcio, le ipocrite dichiarazioni di alcuni ministri mi impongono di uscire dal silenzio; in questo paese non sono garantiti i diritti costituzionali dei cittadini e gli antifascisti sono discriminati. Io sono fra questi. Denuncio la RAI perché mi ha censurato, venendo meno anche al suo “codice etico” che rappresenta i valori in cui il Gruppo dovrebbe riconoscersi e che dovrebbe applicare nell’esercizio della propria attività.

Durante la registrazione del programma satirico ARTU’, mostrandomi la foto di Alessandra Mussolini, il conduttore mi esortava a esternare le sensazioni che mi evocava, le ho chiaramente espresse con un giudizio politico: ho infatti detto che mi inquietava il fatto che la nipote del dittatore delle leggi razziali potesse sedere in Parlamento, aggiungendo che ciò esplicita che l’Italia non ha mai fatto i conti con la sua storia, a differenza della Germania dove non si sognano di farsi rappresentare da un nipote di Hitler, e che è inconcepibile che venga sempre invitato in televisione chi ha insultato i cittadini omosessuali.

L’intervista mandata in onda riporta solo che sono molto arrabbiata e che mio padre è stato partigiano, e il commento del conduttore che anche il suo ha fatto il partigiano ma che quella è una rete leghista e ci avrebbero censurato.

 

Vergogna: mentre la nipote del duce può fare impunemente apologia di fascismo, mentre la tifoseria della nazionale di calcio in Bulgaria offende l’Italia, l’Europa e ogni vero democratico, insultando la nostra Costituzione e rappresentandoci come un popolo tutto razzista e fascista, mentre il governo con leggi razziali perseguita l’etnia Rom, mi s’impedisce di esprimere non solo la mia opinione politica ma si offre ai telespettatori un’immagine distorta che lede la mia dignità e la mia storia politica e personale.
Ho firmato la liberatoria, che ho rispettato a differenza della RAI, la quale invece è venuta meno ai principi del suo codice etico, in particolare per quanto attiene il pluralismo e la salvaguardia del convincimento politico, e l’impegno di non risultare aprioristicamente condizionata dalle opinioni e dai comportamenti dei detentori del potere politico del momento.
Mi difenderò con tutti i mezzi che ancora sono permessi in questo Paese per difendere le mie idee, la mia dignità e la Costituzione antifascista.
Katia Bellillo

MInistero della [D]Istruzione Pubblica di Thomas Olivieri (padre italiano)

                                                      Il maestro unico è uno specchietto per le allodole per il popolo bue... Negli anni Cinquanta era indispensabile; oggi è un insulto alla intelligenza degli italiani. Nell’immediato dopoguerra, infatti, il maestro unico non fu solo necessario, ma indispensabile per una società, quella italiana, per la sua quasi totalità di tipo rurale. La popolazione era stanziale ed indigena, la presenza di stranieri era pressoché nulla. Le materie d’insegnamento erano numericamente inferiori di quelle di oggi, le competenze pure. Verso la fine degli Settanta e soprattutto dagli inizi degli anni Ottanta - con l’evoluzione della società e del mondo del lavoro, che richiedeva specificità sempre maggiori - la scuola si dovette adeguare per fornire un’educazione appropriata a tutti gli studenti di ogni ordine e grado. L’introduzione di nuove materie, come quelle linguistiche ed informatiche, necessitò di professionalità specifiche nell’ambito didattico.

In quegli stessi anni la scuola adottò delle riforme che oggi sembrano ovvie ma che furono il risultato di battaglie sociali e sindacali durissime; tra le più importanti quella del 1974, quando la scuola divenne “democratica” con l’ingresso dei genitori nei consigli di classe e di Istituto. [1]
La legge che di fatto allineò la scuola primaria italiana ai livelli delle altre nazioni europee fu la leggen. 148 del 5 giugno 1990 [2], Riforma dell'ordinamento della scuola elementare, in cui si affermò che la modularità era il sistema didattico più confacente alle esigenze di una società moderna.
 Con la riforma Gelmini la scuola primaria tornerebbe ai primi anni ’50, con un solo insegnante che dovrebbe gestire però una classe, la cui eterogeneità e concentrazione numerica sarebbe tale da consentirgli di imparare appena l’ABC.
 
Ridurre il numero delle ore da 30 a 24 con più materie e maggiori attività didattiche, significa distruggere dalle fondamenta il diritto pubblico all’educazione. Tenendo conto che delle 24 ore rimanenti col taglio Gelmini, un’ora è tassativa per l’insegnamento della religione, una per l’attività di educazione fisica, una per l’insegnamento della lingua straniera, una per le materie informatiche e una per la nuova materia voluta dalla ministra (educazione civica, dove si farà di tutto tranne che insegnare le regole di un paese civile), rimarranno solo 19 ore per l’insegnamento di materie fondamentali come italiano, matematica, storia, geografia e scienze.-->
 
Non si potranno più svolgere attività come la “contemporaneità” (ore di recupero), gli approfondimenti interdisciplinari, l’integrazione degli studenti stranieri - in una società sempre più multietnica per via delle migrazioni bibliche di popolazioni intere, provenienti dal sud del mondo globalizzato - l’integrazione degli studenti diversamente abili, bambini che perderanno tutti i miglioramenti fatti in questi anni.
 
I genitori dei bambini diversamente abili si chiedono chi pagherà il docente di sostegno dopo i tagli di questo Governo per il prossimo anno: i comuni? I genitori?
 
Qual è il fine ultimo della riforma Gelmini, visto che la scuola primaria italiana è un modello di educazione esportato in tutto il mondo, e visto che le classifiche internazionali la posizionano al 6° posto per livello di qualità di insegnamento e di competenze dei docenti? La risposta è semplicissima: ridurre il livello qualitativo per avere poi la motivazione adeguata a deviare i fondi stanziati dal governo dalla scuola pubblica a quella privata. Ridurre, quindi il livello qualitativo dell’insegnamento di base e dirottare le competenze specifiche sul mercato. Mercato inteso come scuole private superqualificanti, alle quali però potrà accedere solo una ristrettissima cerchia di studenti abbienti."<!--break-->"
 
Questo appello serve a sensibilizzare anche i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado che, sebbene siano esclusi dalla Riforma Gelmini, non devono però dormire sonni tranquilli. Sono in via di valutazione, infatti, riduzioni dell’orario d’insegnamento anche per la secondaria di primo grado (5 ore) e di secondo grado (6 ore). Negli Istituti professionali verrà proposto addirittura di eliminare il quinto anno di corso [3].
La Gelmini mente sapendo di mentire quando afferma che manterrà il tempo pieno (con 24 ore???), forse perché sa già che i Comuni stanno prendendo le contromisure, evitando possibili problemi di ordine pubblico, organizzandosi, sia nella ricerca dei docenti, che nel reperimento dei fondi necessari per lo svolgimento regolare delle restanti 16 ore.
Credo che l’obiettivo, neanche tanto segreto, di questa guerra senza quartiere che il governo sta conducendo, sia lo smantellamento di tutte quelle roccaforti pubbliche che fino ad ora erano scampate alla logica delle privatizzazioni, alla logica dello “Stato-Mercato” [4]. Quella stessa logica che ha difatti demolito il primo operatore ex- pubblico dell’aria (Alitalia), per gettarlo in pasto ad un manipolo di imprenditori con le pezze al culo, capitani d’impresa del calibro di Salvatore Ligresti, condannato in via definitiva per tangenti, o come Marco Tronchetti Provera, reo di aver portato sul lastrico un’altra Azienda ex pubblica come Telecom.
Dobbiamo convincerci sempre più che ciò questo governo sta attuando è la totale disgregazione della società italiana, una guerra preparata a tavolino atta a stravolgere definitivamente quegli equilibri tra pubblico e privato frutto di decenni di battaglie e lotte sindacali durissime.
 
Piccola ma doverosa nota a margine sul vergognoso trattamento rivolto ai dipendenti pubblici, e quindi anche alla classe docente, dal ministro del Lavoro Brunetta, titolare di una cattedra universitaria pur non avendo insegnato nemmeno per un’ora, della serie si predica bene si razzola malissimo!!! Auspico un intervento della Magistratura in questo senso, che verifichi la situazione del Ministro in modo che non dia assolutamente adito ad illazioni ingiustificate!!!
 
Agli insegnanti verrà tolto anche il diritto di ammalarsi e di potersi curare.
Si calcola, infatti, che per ogni giorno di assenza per malattia lo stipendio degli insegnanti sarà decurtato di circa 10 euro netti al giorno! La visita fiscale sarà possibile per 12 ore nell’arco di una giornata e non ad orari prestabiliti come succede nel settore privato.
 
Il Governo ha messo la fiducia per blindare questo disegno di legge, segno evidente che non c’era nessuna intenzione di discutere in Parlamento su possibili, quanto auspicabili, emendamenti per modificarlo in alcuni dei suoi punti più scandalosi.
Il termine ultimo per ribellarsi a quella che sarà legge dello Stato è il 31 ottobre 2008.
Non c’è più tempo per il dialogo, è ora di agire.
Invito tutti i cittadini a partecipare in massa alle manifestazioni contro la Riforma Gelmini che si terranno su tutto il territorio nazionale.
 
Il grembiulino alla Gelmini, la scuola pubblica ai nostri bambini!!!
 
Lo Stato siamo noi ricordatevelo sempre!!!
 
Thomas Olivieri (padre italiano)
 
Note:
[1] Il Decreto Delegato 416/1974 promuove la partecipazione alla gestione della scuola, con l'intento di darle il carattere di una comunità che interagisce con la più vasta società sociale e civile. Con la modifica del Titolo V della Costituzione viene introdotto il principio della sussidiarietà orizzontale e l'autonomia delle istituzioni scolastiche assume rilevanza costituzionale. Il volume si prefigge di offrire alla riflessione del personale della scuola, dei genitori e della società civile contributi inerenti le ricerche avviate sul terreno del rapporto genitori-scuola.
[2] D.P.R. 148, 5 giugno 1990.
[3] (ASCA) Articolo del 25 settembre 2008.

[4] Naomi Klein, Shock Economy, pag.124