LIBERAMENTE: AIUTIAMO LE DONNE CHE HANNO SUBITO VIOLENZA
LiberaMente è una cooperativa sociale onlus in grado di erogare gratuitamente servizi mirati e specialistici per aiutare e sostenere le donne in difficoltà a causa di maltrattamenti, violenze e abusi.
La cooperativa può vantare un’esperienza consolidata e una conoscenza unica sul territorio rispetto al drammatico problema del maltrattamento sulle donne, in quanto è una filiazione diretta dell’Associazione Donne contro la Violenza, attiva in città e provincia dal 1988.
È parte della Rete Nazionale dei Centri Antiviolenza e delle Case delle Donne, e della Rete Europea WAVE ( women against violence europe ), con cui elabora e confronta periodicamente la metodologia di accoglienza alle donne e di contrasto alla violenza. L’azione della Cooperativa si fonda sul riconoscimento della centralità della donna e sulla difesa dei suoi diritti.Principale obiettivo della Cooperativa è contrastare la violenza alle donne e ai minori in ambito familiare
La Cooperativa offre ascolto, solidarietà, condivisione per sostenere ogni donna nel proprio percorso di recupero dell’autostima e di riconoscimento delle risorse, a tutela dell’incolumità fisica e psichica necessarie per il raggiungimento di un’autonomia economica e relazionale.
La cooperativa si propone di essere sempre più visibile sul territorio e di riuscire a concertare con i diversi enti gli interventi più idonei per aiutare il maggior numero di donne possibile a liberarsi dal maltrattamento, garantendo un’attenzione privilegiata alle diverse forme di disagio femminile, che sono sempre più diffuse e complesse.
Convenzionare il servizio garantirebbe il mantenimento e il proseguimento di un impegno unico ed indispensabile sul territorio ma anche per ampliarlo.
Questi i progetti che la cooperativa sta cercando di realizzare:
- una stabilizzazione degli interventi con i minori, vittime di violenza assistita, attraverso l’utilizzo di La cooperativa si propone di essere sempre più visibile sul territorio e di riuscire a concertare con i diversi diverse forme di aiuto, come il supporto scolastico ed educativo (attraverso laboratori di lingua e laboratori di gioco creativo), e percorsi psicologici
- interventi di prevenzione nelle scuole, strumento indispensabile per creare consapevolezza e cambiare la cultura che discrimina il genere femminile
- corsi di informazione e formazione per gli operatori sociali, per la polizia locale, con l’obiettivo di garantire una continuità a tutti gli attori coinvolti e di creare una rete stabile
- formazione continua per le operatrici e per le professioniste che si avvicinano alla cooperativa.
- garantire uno spazio appropriato e specifico per donne straniere attraverso l’integrazione della metodologia tradizionale con ulteriori conoscenze e nuove professionalità.
- promozione di iniziative culturali volta alla sensibilizzazione della popolazione
- realizzazione di interventi specifici rivolti alle donne migranti in difficoltà
Cosa offriamo
La cooperativa LiberaMente dispone di:
- un centralino telefonico, al quale lavorano operatrici appositamente formate, che garantiscono ascolto e anonimato.
- un centro di accoglienza per svolgere, con operatrici esperte nelle tecniche di relazione di aiuto, colloqui individuali di sostegno, volti ad elaborare insieme, nella totale libertà di scelta della donna, interventi e percorsi specifici.
- In fase di realizzazione: una casa protetta per ospitare donne in stato di pericolo con gli eventuali figli minori, nella quale lavorano psicologhe, educatrici, animatrici.
Alle donne che si rivolgono alla cooperativa attualmente possiamo offrire:
- consulenza ed assistenza legale da parte di avvocate specializzate
psicologici
- inserimento in gruppi di auto-aiuto
- assistenza nella ricerca di casa e lavoro
- accompagnamento sul territorio, mediazione con i servizi
- attività culturali
- interventi di prevenzione nelle scuole
- corsi di formazione e informazione per gli operatori sociali
- interventi mirati rivolti a minori vittime di violenza assistita
FAI SENTIRE LA TUA VOCE!
Una rete per prevenire e contrastare la violenza contro le donne
Progetto redatto ai sensi dell’Avviso pubblico per la presentazione di progetti contro la violenza sessuale e di genere - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità – Piano Nazionale d’Azione
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Bambini al centro
In questi giorni la Fondazione Le Vele, in qualità di ente capofila, insieme alla cooperativa liberaMente, hanno dato avvio al progetto “Bambini al centro”, finanziato ai sensi della L.23/99 “Politiche regionali per la famiglia”, art.4, comma 2, lett.g, anno 2008.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Le Vele, che opera attivamente nel campo della formazione e dell’iniziativa sociale, con una specifica attività a sostegno delle famiglie e la cooperativa LiberaMente, punto di riferimento sul territorio provinciale per le donne vittime di abusi e dei loro figli.
Il progetto ha come finalità quella di garantire, a bambini e preadolescenti che vivono gravi conflitti intrafamiliari generati da atti di violenza domestica, uno spazio di riferimento e, al contempo, contribuire a supportare le madri nel loro ruolo genitoriale.
Le attività prevedono dei percorsi di laboratori atti a stimolare l’espressione creativa dei minori coinvolti, attività di sostegno scolastico ed altri momenti utili alla socializzazione. I bambini saranno seguiti da personale qualificato ed operatori volontari durante tutto l’anno scolastico.
Il progetto è stato realizzato grazie al patrocinio del comune di Pavia, dell’amministrazione provinciale e si avvale della collaborazione dell a.s.l.
LIBERE
L'obiettivo di LIBERE - Strumenti d’aiuto alle donne, agendo anche indirettamente nell'area tematica dello sviluppo delle reti e degli organismi di parità, è quello di rafforzare un’azione di rete a livello territoriale che permetta il confronto, lo scambio di analisi e competenze, il coordinamento delle iniziative e la capacità di risposta integrata tra i diversi Enti che interfacciano con il problema della violenza contro le donne e che sono coinvolti di fatto nelle varie fasi del processo, dal riconoscimento della situazione di violenza all’assistenza/accompagnamento.
La Provincia di Pavia, nell'individuare le aree prioritarie d'intervento nell'ambito delle politiche di pari opportunità per tutti, ha scelto attraverso il progetto LIBERE - Strumenti d’aiuto alle donne di concentrare la sua attenzione sui temi della violenza nei confronti delle donne.
Poiché sul proprio territorio la cooperativa sociale LiberaMente è attiva in tale area di lavoro, la Provincia ha deciso di valorizzare, sostenere e promuovere i servizi già in essere erogati da questa realtà. Essi necessitano di essere diffusi e messi in rete con tutti quei soggetti che a vario titolo e secondo specifiche modalità agiscono a favore delle donne.
La nascita dei centri antiviolenza
- 1975: delitto del Circeo: la violenza contro le donne diventa tema politico generale
- Comincia la stagione dei processi per stupro con i tentativi delle donne di costituirsi parte civile. Nasce il Tribunale 8 Marzo.
- 1976: a Roma le donne occupano uno stabile in via del Governo Vecchio che diventa la prima casa delle donne e il primo centro antiviolenza in Italia
- A Bruxelles nasce il primo Tribunale internazionale per i crimini contro le donne
- A Roma sfilano migliaia di donne per “riprendiamoci la notte”, per rivendicare il diritto di uscire libere senza avere paura
- 1979: il movimento delle donne presenta una proposta di legge popolare contro la violenza sessuale
- Nascono i primi telefoni Rosa e le case di accoglienza.
- Si passa alla costituzione dei Centri in cui si può uscire dalla violenza grazie alla relazione tra donne
- Molti centri antiviolenza nascono dai centri UDI
- All’estero esistevano già case per le donne sia di ascolto che di accoglienza: Inghilterra, Svezia, Germania, Svizzera, Belgio, Austria, Irlanda.
- L’esperienza dei centri delle donne fa emergere che gli stupri di strada sono una minoranza e che il grosso delle violenza è tra le mura domestiche.
- Il lavoro dei centri attira l’attenzione dell’opinione pubblica anche sulle forme più sottili tipiche della sfera privata
- I centri si sono sviluppati alla fine degli anni ’80 in maniera autogestita attraverso forme di associazionismo no profit e di volontariato
- Attualmente in Italia ci sono più di 100 centri e circa 30 case di accoglienza che accolgono migliaia di donne
- Nella sola regione Lombardia vengono accolte ogni anno circa 2000 donne
- I centri in Italia devono continuamente lottare per la loro visibilità e per il loro riconoscimento e non riescono ad ottenere finanziamenti dignitosi dalle istituzioni
- Da due anni c’è un progetto di legge per il sostegno finanziario dei centri antiviolenza da parte dello stato che giace in parlamento.
Le tappe della conquista dei diritti fondamentali da parte delle donne italiane
- Codice civile dell’Italia unita 1865: riconosce alle donne la maggiore età a 21 anni, abolisce il necessario consenso paterno al matrimonio, ammette la figlia all’eredità del padre.
- 1869: negli USA nasce la battaglia per il voto alle donne, il Wyoming concede il voto e garantisce uguali diritti a uomini e donne nella sua costituzione.
- 1877: prima petizione per il voto politico alle donne in Italia stesa da Anna Maria Mazzoni. Riproposta nel1906 e nel 1913 verrà sempre respinta.
- 1902: prima legge di tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli
- 1919: “disposizioni sulla capacità giuridica della donna”, le donne vengono ammesse a ricoprire tutti gli impieghi pubblici.
- 1919: abolita l’autorizzazione maritale
- 1925: legge Acerbo, che concede il voto amministrativo solo a certe categorie di donne seguendo il criterio della moralità, del censo, dell’istruzione.
- 1945: viene esteso alle donne il diritto di voto, escluse le prostitute
- La Costituzione sancisce la liberazione della donna, afferma l’uguaglianza di tutti, eguaglianza all’interno della famiglia, parità salariale, accesso di tutti alle carriere.
- 1950: legge a tutela delle lavoratrici madri. Divieto di licenziamento in gravidanza, congedo obbligatorio pagato di quattro mesi. La maternità diventa un fatto di positiva rilevanza sociale.
- 1956: le donne entrano nelle giurie popolari.
- 1958: legge Merlin, abolisce la regolamentazione delle case chiuse gestite dallo stato.
- 1959: istituzione del corpo di polizia femminile
- 1960: CGIL, CISL e UIL firmano il primo accordo per la parità di retribuzione.
- 1963: legge che proibisce il licenziamento della donna a causa del matrimonio.
- 1963: legge 66, che ammette le donne a tutte le cariche
- 1963: legge sulla pensione alle casalinghe.
- 1968: legge che abolisce il reato di adulterio che esisteva solo per la donna
- 1970: legge sul divorzio, riconfermata nel 1974 dal referendum
- 1971: nuova legge a tutela delle lavoratrici madri
- 1971: legge che permette la pubblicità degli anticoncezionali
- 1975: il PCI fa eleggere 41 donne alle elezioni
- Riforma del diritto di famiglia: viene affermata l’autonomia femminile e il suo diritto a disporre di se come persona. Sancisce la parità dei diritti dei coniugi nei confronti dei figli
- 1975: istituzione dei consultori pubblici
- 1976: prima ministra donna, Tina Anselmi al Ministero del Lavoro
- 1977: legge sulla parità di trattamento sul lavoro tra donne e uomini
- 1978: legge 194 sull’aborto. Afferma la maternità come scelta libera,responsabile e cosciente
- 1981: abolita la legge sul delitto d’onore.
- 1981: legge che inserisce le donne nella polizia di stato
- Anni ’80:carta delle donne, promossa da Livia Turco, si inaugura la stagione delle pari opportunità
- 1984: istituita la commissione nazionale per le pari opportunità
- 1991: legge 125 delle Azioni positive, per la parità sul lavoro
- 1992: primo progetto di legge contro le molestie sessuali
- 1994: conferenza internazionale sulla violenza domestica promossa dall’associazione donne magistrato italiane
- 1996:Creato il ministero perle pari opportunità, ministro Angela Finocchiaro
- 1996: legge 66 contro la violenza sessuale.
- 1997: direttiva Finocchiaro che pone il problema della violenza contro le donne come priorità politica del governo
- 1997: prima conferenza nazionale Zero Tolerance a Bologna contro la violenza maschile
- 2001: approvazione della legge sull’allontanamento del familiare maltrattante
Rete antiviolenza - Come sostenerci
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Se volete aiutarci a sviluppare i nostri servizi e a raggiungere un numero maggiore di donne in difficoltà potete versare un contributo su:
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SEDE DI PAVIACOOPERATIVA LIBERAMENTE
Percorsi di donne contro la violenza
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