Caro Ministro Padoa Schioppa...

Cari Amici, ho ricevuto questa lettera, che in questi giorni gira su internet... E' davvero emblematica, perciò ho deciso di pubblicarla! Buona lettura!

 
Gentile Ministro Padoa Schioppa,
Sono un ragazzo di 30 anni, lavoro come operaio, vivo in periferia di
una grande città e, ahimè, vivo ancora a casa dei miei. L'altro giorno
ho sentito le sue parole in tv, e mi sono immediatamente identificato in
coloro che lei definisce "bamboccioni", quei trentenni che lei vorrebbe
"mandar fuori da casa". Mi son detto: "Grande Ministro, Lei ha ragione".

Mi sono così rivolto alla mia Banca per ottenere un mutuo. "Grande
Ministro, avrò finalmente una casa tutta mia", ho pensato! Guadagno
1.000 Euro al mese + 13esima e 14esima, le quali spalmate in 12 mesi mi
garantiscono un reddito mensile di 1.166 Euro. Visto che la rata mutuo
non può superare 1/3 dello stipendio, mi posso permettere una rata di
388 Euro al mese. Con questa rata mi viene concesso un mutuo di € 65.770
Euro in 30 anni (se aspettavo un altro po', vista l'età, non me lo
concedevano un mutuo trentennale... Grande Ministro, grazie per avermi
fatto fretta!)

Con il mio bel preventivo in tasca, ho deciso di rivolgermi
immediatamente ad uno studio notarile, per farmi preventivare le spese
che dovrò sostenere per acquistare una casa. Dai 65.000erotti Euro,
dovrò infatti togliere:
- Euro 3.000 circa di Tasse in fase d'acquisto ("solo" 3.000 euro visto
che è la mia Prima Casa! Grande Ministro, grazie)
- Euro 2.500 circa di Notaio per l'acquisto
- Euro 2.000 circa di Notaio per il mutuo
- Euro 2.500 circa di Allacciamenti alle utenze acqua, gas, enel. Per un
totale di Euro 10.000 circa

Beh... ho ancora a disposizione ben 55.770 Euro per la mia casetta! La
dovrò arredare, ovvio, mica posso dormire per terra... Mi sono rivolto
così ad un mobilificio, per ora posso accontentarmi di una cucina, un
tavolo con 2 sedie, un divano a due posti , un mobile tv, un letto
matrimoniale, un armadio e due comodini... il minimo, ma mi conosco, mi
saprò adattare. Euro 7.000 circa, se i mobili me li monto io! Beh...
pensavo peggio!

Ho ancora a disposizione ben 48.770 Euro per la mia casettina, sono
sempre 90erottimilioni di una volta! Grande Ministro, grazie! Entro
gasatissimo in un'agenzia immobiliare, è arrivato il momento...
Con 48.770 euro mi dicono che posso acquistare:
- un garage di 38 mq. al livello - 2 di un condominio di 16 piani;

- due cantine (non comunicanti tra loro) di mq. 18 ciascuna nel
condominio adiacente.

Per l'abitazione più piccola ed economica - un bilocale trentennale di
45 mq. al piano seminterrato di uno stabile a 20 km dalla città -
dovrei spendere 121.000 Euro!

Me ne torno a casa Ministro, a casa dei miei, ovviamente!
Ho fatto quattro conti: per potermi permettere quel bilocale, dovrei:
-          o indebitarmi per altri 63 anni, quindi l'ultima rata la
verserò finalmente a 93 anni!

-          oppure dovrei guadagnare 3.000 euro al mese!
 
Grande Ministro, grazie!


INTERPELLANZA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA di ITALIA DEI VALORI

 
I senatori dell'IdV hanno presentato  un' 'interpellanza, sulla linea di quella  presentata dalPrc eSinistra Democratica al Senato per uno stop alla richiesta di trasferimento di Luigi De Magistris. I senatori Formisano, Rame, Caforio e Giambrone  condividono l'interpellanza dei senatori Iovine, Palermo, Di Siena e Giannini. 'L'esigenza e' - di evitare che possa determinarsi alcun dubbio nell'opinione pubblica, circa un intervento del ministro volto a privare il giudice naturale di un'indagine che veda interessati esponenti politici'. La conclusione - spiegano i senatori dipietristi, e' la richiesta al ministro della Giustizia di revoca della richiesta di trasferimento d'ufficio del dottor De Magistris, al fine di consentire allo tesso di completare la sua indagine, eliminando i dubbi che stanno turbando gli italiani.
 
INTERPELLANZA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

 
Premesso che:
fonti di stampa hanno dato notizia che il procuratore generale facente funzioni presso la Corte d'Appello di Catanzaro, dottor Dolcino Favi,  ha avocato l'indagine "Why not" condotta dal titolare PM dottor Luigi De Magistris;
che, sempre secondo tali fonti, il motivo dell'avocazione risiederebbe nell'incompatibilità derivante dal fatto che il ministro della Giustizia ha chiesto al CSM il trasferimento d'ufficio del dottor Luigi De Magistris e che il ministro medesimo risulterebbe iscritto nel registro degli indagati nel procedimento avocato;
che il CSM ha rinviato la decisione di merito sulla richiesta del ministro al prossimo 17 dicembre;
che oggettivamente c'è il serio rischio di ingenerare nell'opinione pubblica il convincimento o il dubbio che l'iniziativa del ministro potesse avere l'obiettivo di sottrarre al dottor De Magistris un'indagine in cui è parte, e che vede interessati altri esponenti politici compreso il presidente del consiglio;
che presso il CSM pendeva, e tutt'ora pende, un procedimento disciplinare nei confronti del dottor Luigi De Magistris, e in quella sede sarà valutata la correttezza o meno sotto il profilo disciplinare della sua attività;
se non ritenga opportuno:
revocare la richiesta di trasferimento d'ufficio del dottor Luigi De Magistris, onde consentire al magistrato di portare a compimento la sua indagine, eliminando in tal modo tutti i dubbi che stanno turbando l'opinione pubblica e minando in tal modo la fiducia nella giustizia.
           
            Sen. Aniello FORMISANO
            Sen. Franca RAME
            Sen. Giuseppe CAFORIO
            Sen. Fabio GIAMBRONE


FRANCA RAME: INTERPELLANZA SUL CASO DE MAGISTRIS - MASTELLA

Cari amici,
prima dell'interpellanza che oggi ho presentato sul Ministro Mastella, chiedendo la sua rimozione, vorrei raccontarvi di un episodio della mia giornata.
 
Ho lavorato con Dario per tutto il giorno a testa china, pur non sentendomi particolarmente in forze, senza staccare gli occhi dal testo che sta preparando.
Verso sera sono stata in ospedale, a trovare un amico appena operato per un trapianto di midollo, e suo fratello, che nel tempo è diventato il suo angelo custode.
 
Angelo, così si chiama il mio amico, si è sottoposto oggi al terzo tentativo di trapianto di midollo. Ha 25 anni, soldato, è stato  in missione in Afghanistan e al suo ritorno è stato colto da una grave forma di leucemia. Da un anno e 6 mesi si trova in ospedale a Milano assistito dal fratello Umberto, assieme lottano contro la malattia e l'indifferenza dello Stato. Per ora niente indennità di servizio, niente pensioni speciali, solidarietà, niente di niente! Solo silenzio.
 
Mi occuperò personalmente di portare questa storia all'orecchio del Ministro Parisi, per una volta voglio delle risposte chiare per queste vicende tragiche, legate a doppio filo all'uranio impoverito!
    
 

RAME. - Al Presidente del consiglio dei ministri
 
Premesso che:
 
l’inchiesta sul presunto illecito di finanziamenti pubblici, in cui il ministro Clemente Mastella risulterebbe indagato, è stata avocata dalla Procura generale di Catanzaro per presunta incompatibilità del pm Luigi De Magistris, per il quale lo stesso Guardasigilli ha chiesto il trasferimento al Consiglio superiore della Magistratura;
quello che è accaduto è un dato politico di estrema gravità che coinvolge non tanto ed oramai non più solo il ministro della Giustizia, ma l’intero Governo;
il presidente del consiglio Prodi è chiamato ora ad una delicata assunzione di responsabilità in merito all’opportunità che sia lo stesso ministro della Giustizia il titolare dell’azione disciplinare nei confronti del magistrato, per l’appunto De Magistris, che lo ha sottoposto ad indagini;
con l’avocazione dell’inchiesta da parte della Procura Generale, il procedimento penale continua il suo corso;
l’avocazione è però stata provocata proprio da chi era o poteva essere messo sotto indagine dal magistrato destituito;
l’interrogante chiede al Presidente del Consiglio
di valutare se sia opportuno che il leader dell’Udeur Clemente Mastella, coinvolto nell’inchiesta ‘Why not’ di Catanzaro conservi anche l’incarico di Ministro della Giustizia.


IN CERCA DELL'URANIO IMPOVERITO

di Antonietta Gatti e Stefano Montanari
D’improvviso la tragedia dei soldati malati delle sindromi cosiddette del Golfo e dei Balcani è diventata interessante per l’opinione pubblica e, come sempre accade in circostanze simili, ognuno dice la sua in base non si sa bene a quali conoscenze e competenze. Va da sé che tra chi dice la propria ci sia anche qualcuno che ha interesse a che certe informazioni arrivino nella maniera che fa più comodo per raggiungere certi obiettivi. Noi non abbiamo alcun vantaggio a manipolare i dati, ci occupiamo del problema da anni e questo nostro interesse puramente scientifico ci ha portato ad esaminare i reperti bioptici (o autoptici quando il proprietario di quei tessuti non c’era più) di un’ottantina (ma il numero è in crescita costante) di militari prevalentemente italiani, ma qualcuno anche francese, canadese o statunitense. Ciò che abbiamo trovato in tutti questi tessuti malati, e non solo nei tessuti ma in qualche circostanza anche nello sperma, è stata della polvere inorganica di dimensioni variabili da qualche micron (millesimo di millimetro) giù fino a qualche decina di nanometri (un nanometro è un milionesimo di millimetro). La chimica di queste particelle, una chimica spesso insolita quando non del tutto nuova, è caratteristica di materiali non biodegradabili e non biocompatibili. Da che l’esistenza di queste malattie è cominciata a trapelare, l’uranio impoverito usato in una certa classe di bombe e proiettili è sempre stato indicato tra i maggiori imputati come agente d’innesco delle malattie dei soldati, eppure noi di questo uranio non abbiamo mai trovato traccia nei tessuti. Nella su forma impoverita dell’isotopo chiamato 235, l’uranio ha una radioattività piuttosto bassa, comunque, se presente nell’ambiente, non sufficiente per provocare malattie come quelle tipiche delle “sindromi”. Altra cosa potrebbe essere se l’uranio impoverito in forma di particella fosse presente in discreta quantità nell’organismo ma, come detto, noi questo uranio non lo abbiamo trovato. A questo punto qualcuno ha voluto credere che questo mancato ritrovamento assolvesse l’uranio, il che non corrisponde alla realtà. Nei fatti, le armi che si servono di questo metallo ne impiegano pochi chilogrammi e quei pochi chilogrammi sono sufficienti, una volta colpito il bersaglio, a far vaporizzare tonnellate di materiale, un materiale la cui composizione dipende ovviamente dal bersaglio. Questa specie di vapore ricondensa entro pochi secondi sotto forma di polveri finissime, queste polveri se ne stanno sospese in aria per tempi anche lunghissimi e chi è presente in zona non può evitare d’inalarle insieme con l’aria che respira. Sono proprio quelle le polveri che noi troviamo nei reperti patologici. Il perché non abbiamo mai trovato l’uranio è semplice: come dovrebbe risultare evidente facendo la proporzione tra i pochi chilogrammi di uranio e le molte tonnellate di polvere che questi pochi chilogrammi producono, si tratta di quantità davvero minime del famigerato uranio rispetto a tutti gli elementi chimici che sono coinvolti nell’esplosione e, dunque, trovarne traccia è ben più improbabile di quanto non sia trovare il classico ago nel pagliaio. Naturalmente non è detto che uranio non ce ne sia. Anzi, la sua presenza nell’organismo è assolutamente probabile, ma il problema è solo la quantità. A questo punto, se tutto quanto spiegato fin qui è stato compreso, risulterà chiaro che l’uranio non è l’agente patogeno, ma senza l’uranio un’esplosione di quella portata così devastante sia per massa di materia coinvolta sia per temperatura, una temperatura che supera la bellezza di 3.000 °C, non sarebbe potuta avvenire. E per quanto riguarda la temperatura, bisogna sapere che più questa è alta, più piccole e di gran lunga più aggressive per l’organismo sono le particelle prodotte. Dunque, per chiarire al di là di ogni dubbio, l’uranio è sicuramente colpevole della patologia, essendo l’elemento che provoca la formazione dell’agente patogeno che è la polvere finissima. Insomma, non l’assassino ma il mandante, per riciclare un’immagine che abbiamo già usato decine di volte in libri, articoli e interviste in ogni mezzo di comunicazione, sempre sperando di non essere più o meno volontariamente fraintesi. Può essere interessante, pur senza destare sorpresa, notare come le malattie non siano limitate ai militari dispiegati, ma colpiscano ugualmente anche ai civili che vivono nelle zone teatro di guerra, così pure come a chi risiede o lavora nell’intorno di certi poligoni di tiro dove si svolgono esercitazioni belliche. A parer nostro, è piuttosto improbabile imputare quelle malattie alle vaccinazioni multiple e alla somministrazione di certi farmaci sperimentali cui i militari possono essere stati sottoposti, e questo perché non tutti coloro che si sono ammalati le hanno subite, non tutti gli eserciti ne hanno usato gli stessi cocktail e con le stesse modalità, e, in genere, i civili coinvolti non sono stati sottoposti a vaccinazione né mai hanno assunto quei farmaci. Stessa cosa si può affermare per l’esposizione a certi preparati chimici con i quali alcune tende e teloni di camion sono stati irrorati. Certo, vaccini, farmaci e sostanze velenose possono aver ricoperto il ruolo di concausa in qualche modo facilitando il manifestarsi della malattia, ma non di più. Dunque, stando alle nostre indagini, l’uranio è colpevole, anche se non con i meccanismi, peraltro mai dimostrati, sostenuti da qualcuno. Da ultimo, non va dimenticato come le polveri fini e finissime, comunque prodotte, siano patogeniche, come ormai dimostra un’amplissima letteratura scientifica.


bambine, bambini... e la violenza in famiglia!

ho ricevuto questa lettera, che volentieri pubblico
Testimonianza Anna
Sono stata violentata da mio  padre a 10 anni,  una volta sola. Dico,  "violentata",  ma il termine è errato.
Più giusto dire:"Ho avuto un rapporto sessuale con mio padre,  senza nessun trauma,  senza capire quello che mi stava capitando. Ripeto,  avevo 10 anni. Volevo molto bene a mio padre e lui voleva molto bene a me. Troppo... Non c'è stata violenza alcuna... non pensavo fosse "male",  solo da adulta ho capito tutto l'orrore di quell'atto: una terribile violenza alla mia innocenza.
Molte volte ci ho pensato da grande. Allora,  in quel momento forse incoscientemente,  mi son detta: "E' mio padre,  mi vuole bene,  da lui male non me ne può arrivare. E' mio padre,  se l'ha fatto vuol dire che è naturale,  che doveva farlo. L'ho accettata come la varicella,  la scarlattina,  le mestruazioni. E' mio padre.  E non ci ho pensato più. In un attimo avevo rimosso,  cancellato tutto. E chi si ricorda della varicella,  del morbillo? 


bambine e bambini: stupro in famiglia

Ho ricevuto questa lettera, adatta ai tempi nostri... che volentieri pubblico
Testimonianza di Anna
Sono stata violentata da mio  padre a 10 anni,  una volta sola. Dico,  "violentata",  ma il termine è errato.
Più giusto dire: "Ho avuto un rapporto sessuale con mio padre, senza nessun trauma,  senza capire quello che mi stesse capitando. Ripeto, avevo 10 anni. Volevo molto bene a mio padre e lui voleva molto bene a me.
Troppo...
Non c'è stata violenza alcuna... non pensavo fosse "male", solo da adulta ho capito tutto l'orrore di quell'atto: una terribile violenza alla mia innocenza.
Molte volte ci ho pensato da grande. Allora,  in quel momento forse incoscientemente, mi son detta: "E' mio padre,  mi vuole bene,  da lui male non me ne può arrivare. E' mio padre, se l'ha fatto vuol dire che è naturale, che doveva farlo. L'ho accettata come la varicella, la scarlattina,  le mestruazioni.
E' mio padre. 
E non ci ho pensato più.
In un attimo avevo rimosso,  cancellato tutto.
E chi si ricorda della varicella,  del morbillo?


E’ arrivata la finanziaria!

E’ arrivata la finanziaria!
Si è manifestata qualche giorno fà tra i corridoi della commissione bilancio e lì cresce, cresce, di ora in ora lievita e si dipana lungo il muro.
Non è uno scherzo! E’ una lunga biscia composta di fogli, tomi, volumi, appoggiati a una parete. Ogni articolo corrisponde a una colonna, una vertebra del vermone. Il suo gemello sarà in gestazione tra i corridoi di Montecitorio.
Quando sarà ben pasciuto, una volta scaduti i termini per gli emendamenti, inizierà l’esame prima nelle commissioni e poi nelle aule parlamentari.
Anch’io ho contribuito in piccolissima parte, presentando un mio emendamento alla finanziaria.
Il Governo ha previsto il parere preventivo della Corte dei conti per la prestazione di consulenze alla pubblica amministrazione. In questo modo, la Corte avrebbe la possibilità di svolgere un lavoro preventivo, e non a cose fatte, indicare cifre esorbitanti per progetti di dubbia qualità o professionisti privi di competenze.
 
Il mio emendamento rafforza questa proposta governativa, perché si chiede che il parere della Corte dei conti sia vincolante, e che l’area di competenza sia estesa anche ad enti pubblici economici (agenzia del demanio, delle entrate ecc…) ed enti privati a diritto pubblico (multiutility…). Speriamo che abbia buon esito!
 
Ad oggi, ho sottoscritto alcuni emendamenti: uno della Sen. Alfonzi che propone un aumento di fondi a favore degli educatori che lavorano nelle carceri minorili, ed una serie a prima firma Turigliatto: fondo a favore delle vittime dell’amianto e per la bonifica, proposte di taglio ai fondi per le missioni all’estero, Eurofighter, Joint Strike fighter, Fregate FREMM, e all’organizzazione del G8 alla Maddalena (30 milioni di euro!).
Ancora ho sostenuto una serie di emendamenti per reintrodurre l’ICI sugli immobili ecclesiastici, per il corretto utilizzo dell’acqua nell’agricoltura, e per la creazione di un fondo a sostegno di persone con gravi disabilità.
 
Da ultimi, quattro emendamenti della Senatrice Serafini, presidente della commissione bicamerale infanzia, tutti sul tema: sostegno delle adozioni internazionali, carceri minorili, tutela minorile su internet e un fondo a favore di adolescenza e infanzia.
.
 
 
EMENDAMENTO DDL 1817
 
Sostituire l’articolo 91 con il seguente:
 
Art. 91.
(Limiti alle retribuzioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni
e controllo preventivo della Corte dei conti)
 
1. Il comma 593 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è sostituito dal seguente: «593. Fermo restando quanto previsto al comma 466, la retribuzione di tutti i dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ivi compresi tutti gli enti pubblici economici, non può superare quella del primo Presidente della Corte di cassazione. La disposizione di cui al periodo precedente si applica anche ai titolari di qualsiasi incarico caratterizzato da durata e continuità della prestazione comunque conferito dalle medesime amministrazioni pubbliche e dalle società da queste totalmente o prevalentemente partecipate. Nessun atto comportante spesa ai sensi dei precedenti periodi può ricevere attuazione, se non sia stato previamente reso noto, con l’indicazione nominativa dei destinatari e dell’ammontare del compenso, attraverso la pubblicazione sul sito web dell’amministrazione o del soggetto interessato, nonché comunicato al Governo e al Parlamento; in caso di violazione, l’amministratore che abbia disposto il pagamento e il destinatario del medesimo sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l’ammontare eccedente la cifra consentita. Le disposizioni di cui al primo e al secondo periodo del presente comma non possono essere derogate se non per motivate esigenze di carattere eccezionale e fermo restando quanto disposto dal periodo precedente. Per le amministrazioni dello Stato le deroghe sono autorizzate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Le amministrazioni pubbliche, ivi compresi tutti gli enti pubblici economici, sono tenute alla preventiva comunicazione dei relativi atti alla Corte dei conti, che è tenuta ad esprimere un parere vincolante entro trenta giorni».
 


IL NOBEL PER I DISABILI

Sullo stesso argomento leggi questo post
1998
Il  Comitato “Il Nobel per i disabili”, viene fondato nel 98 con 1 miliardo e 689 milioni ricevuti da Dario Fo con il Premio Nobel, più incasso vari spettacoli, vendita di oltre 400 lito, il tutto eseguito da 15 disegni di Dario. Abbiamo avuto negli anni,  il contributo dell’Autogerma di Verona: 1.720.000.000 (un miliardo settecentoventi milioni).
In questa operazione ho avuto il valido aiuto di una persona conosciuta ad un pranzo, il commercialista Luciano Silva, molto attivo e coinvolto.
Giudico questo incontro molto fortunato!  
2004
Nel maggio scopro, del tutto causalmente, che il mio stretto collaboratore, il commercialista Silva (non è neppure ragioniere!!) s’è intascato 7 milioni e 200 lire, assegno a me intestato, ma con la complicità di un funzionario della  BANCA POPOLARE DI MILANO, ritira i contanti con la mia girata, FALSIFICANDO LA MIA FIRMA.
Dopo tre mesi di intenso lavoro con due commercialisti, arriviamo a quantificare l’ammanco: circa 1 milione di euro.
DOLORE E SBALORDIMENTO!
Durante questi mesi ero come impazzita.
Stavo in ufficio ore e ore a volte fino a mezzanotte. A volte mi coricavo stremata per alzarmi poco dopo, e scendere di nuovo in ufficio.
Non potevo accettare questo ignobile furto, mi sentivo responsabile e tradita da una persona che ogni mattina veniva a casa nostra, che stimavamo per il grande lavoro che svolgeva per il Comitato, e che aveva tutta la nostra fiducia.
Era pure retribiuito: 3 milioni al mese più £1,500.000 per la segretaria. Si fosse intascato denari alla  nostra famiglia, non sarei stata così male.
2004
Viene denunciato alla magistratura in agosto.
Presentata la denuncia arriva per me il crollo.
Mi metto a letto e ci rimango per 15 mesi.
Dario e Jacopo non sapevano più che fare. Non riuscivo a reagire. Pressione da rana anemica: 60 massima trenta minima. Mangiavo e vomitavo. Non dormivo: nella testa pensieri neri, come chi ci aveva fatto tanto male. Non stavo in piedi. Quando tentavo di muovermi lo facevo con grande difficoltà…
Mi hanno trovato svenuta in ufficio, in ascensore, per strada. Abbiamo dovuto disdire tutti i contratti per impegni teatrali sia in Italia che  all’estero: Spagna,  Grecia, Inghilterra, solo Dario lavorava.
Mi ci è voluto molto tempo per riprendere  ad avere un rapporto normale con il mio prossimo.
2005
Dopo una mia dettagliata intervista uscita su Repubblica, partono le indagini della Finanza sul Silva e vengono scoperti ben 21 conti a lui intestati e alla fine viene stabilito che il Comitato ha subito un ammanco di 390.000 euro (contro il milione da noi denunciato).
2007
Finalmente, arriviamo al processo.
Il pm dottoressa Perrotti dopo un’arringa “potente” chiede 3 anni e due mesi di carcere (per i 390.000 euro).
Arringa del nostro avvocato difensore Giuseppe Fornari il 15 ottobre che parla dell’ammanco di 1 milione di euro, e chiede un risarcimento di 2 milioni di euro. Ci sono anche da stabilire i danni biologici da me subiti. La sentenza il 27 novembre.

Il “nostro” è recidivo (dall’82 ha a che fare con la giustizia – è stato anche carcerato) ha quindi poco da stare allegro.
ASPETTIAMO CON ANSIA…
IN QUESTO MOMENTO IL COMITATO STA TERMINANDO I SUOI FONDI. OGNI MESE SPEDIAMO DENARI IN SOSTEGNO ED AIUTO PERSONE IN DIFFICOLTA’, DISABILI E ALTRI.
SPERIAMO CHE CI ARRIVINO E DENARI RICHIESTI E CHE SI POSSA CONTINUARE AD ASSITERE CHI NE HA TANTO BISOGNO.


TANGENTOPOLI NON E’ MAI FINITA

Intervista a Furio Pasqualucci, Procuratore Generale della Corte dei Conti

di Roberto Turno, Il Sole 24 Ore , 10/10/2007

 
Tangentopoli vive e lotta con noi. Non è finita, anzi, e la guardia va tenuta a alta. Furio Pasqualucci, 72 anni, da fine agosto Procuratore Generale della Corte dei conti, lancia l’allarme corruzione nella Pubblica Amministrazione. Ma anche quello delle consulenze, sui cui il Governo in Finanziaria ha negato un giudizio preventivo ai magistrati contabili.
E sui costi della politica chiede di ridurre i Ministeri secondo la “Legge Bassanini”.
Ma la Corte ha in serbo altre novità: una circolare che rafforza l’obbligo di denuncia per danno erariale dei dipendenti, esteso ad enti pubblici ed economici, società partecipate e danno ambientale.
 
Furio Pasqualucci, dall’alto dei suoi 42 anni in Corte dei Conti, non soffre il fatto che le vostre denuncie restino spesso inattese?
 
C’è qualche problema, naturalmente. Ma siamo pur sempre in Italia. Le segnalazioni frutto dei nostri controlli richiedono di essere raccolte dagli organi competenti affinché siano messi in atto i correttivi necessari. Così avviene in Inghilterra, in Germania, nella stessa Comunità europea. Da noi invece non c’è una risposta immediata.
 
Sarà causale, ma lei si insedia e trova l’eredità del suo predecessore con una nota interpretativa sull’obbligo di denuncia di danno erariale a tutte le amministrazioni. Come mai adesso? C’è forse, troppo lassismo?
 
Può esser che la nuova circolare sia nata da una rilevazione di non adempimento delle denunce da parte delle amministrazioni. Ma c’è sicuramente una giustificazione tecnica. Perché dopo la circolare del 1998 ci sono state diverse novità. La Cassazione ha riconosciuto la giurisdizione della Corte sugli enti pubblici economici e sulle società partecipate. Così, adesso le nuove note interpretative lo prevedono.
La stessa cosa accade per la giurisdizione in materia ambientale. Anche se, va detto, è bene tornare su questi argomenti: una circolare di dieci anni fa potrebbe essere caduta nel dimenticatoio.
 
Quali sono le patologie di danno erariale che la preoccupano di più?
 
A me preoccupa di più il fenomeno delle tangenti e della corruzione negli apparati dello Stato, che bisogna assolutamente stroncare. Nel 2006 per tangenti, corruzione e concussione abbiamo registrato 170 sentenze di condanna su 638 in totale. E’ un numero significativo e un fenomeno costante.
Dopo quello che si considerava il momento purificatore di Tangentopoli, i casi sono diminuiti. Probabilmente hanno assunto solo forme più sofisticate.
 
Tangentopoli non è finita, la guardia va tenuta alta…
 
Senz’altro. Dai concorsi universitari alla vendita degli immobili, dalla sanità agli appalti. Non c’è quella austerità di costumi che sarebbe necessaria e doverosa. Oggi nessuno più crede che un concorso sia serio…
 
Anche le consulenze rientrano in questa categoria?
Certo, spesso possono essere una forma di erogazione illecita di denaro pubblico. LE consulenze non sempre si giustificano né per il tipo dei problemi da esaminare, né per le professionalità alle quali ci si rivolge.
 
Al Governo avevate chiesto di inserire in Finanziaria una norma per poter esprimere un parere preventivo sugli incarichi di consulenza. Il Governo non vi ha ascoltato.
 
L’obiettivo era bloccare a priori una spesa non giustificata, e non, come adesso, di intervenire a cose fatte. Diciamo che la nostra collaborazione non è stata recepita. Faremo comunque la nostra parte.
 
Le consulenze sono uno degli aspetti dei costi della politica oggi nel mirino. Con quali aspetti dei costi della politica avete oggi più a che fare?
 
La nostra attività giurisdizionale ha risvolti concreti riportabili in senso lato ai costi della politica. Uno degli aspetti principali è senz’altro quello delle società partecipate, che stanno proliferando in maniera spaventosa. Poi c’è l’uso di poteri discrezionali, che potenzialmente produce danno erariale.
Ma attenzione, sparare nel mucchio è sbagliato, si genera solo sfiducia. Certo molto costi possono essere limitati
 
Da cosa comincerebbe?
 
Dal riaccorpamento dei ministeri come previsto dalla “Bassanini”. Meno apparati, meno spese. Sarebbe una cosa utile.
 
 


Uranio impoverito, la ''scoria continua''…

di Nadia Redoglia - Megachip
Sono più di 15 anni che uomini di buona volontà, giornalisti compresi, lavorano, difendendosi da attacchi più o meno pesanti, per non parlare di intimidazioni più o meno velate, per informare che l'uranio impoverito (D.U. -depleted uranium-, è la scoria, lo scarto, ottenuti dalla lavorazione dell'arricchimento dell'U235 per la produzione di energia nucleare) contenuto nei proiettili è cancerogeno

e, si badi bene, non perché sia potenzialmente radioattivo (gli scettici in buona e mala fede e i detrattori della cancerogenesi da D.U. spesso ribaltano gli studi in tal senso, parlando esclusivamente di radioattività), ma perché è un metallo pesante contenuto nel penetratore che al potente impatto contro l'obiettivo si polverizza e la maggior parte dell'uranio esplode in frammenti incandescenti essendo il D.U altamente piroforico.
Questo processo scatena tonnellate di nanopolveri, micidiale aerosol inalato e deglutito da civili e militari, che stanziano nel suo raggio d'azione (elevatissimo visto che l'aria le veicola velocemente), per non parlare dei proiettili inesplosi i cui “dardi”conficcati nel sottosuolo col tempo disperdono le sostanze venefiche che l'acqua trasporta in tutta la catena alimentare. Da anni il D.U. ha sostituito il piombo nelle munizioni e le guerre degli ultimi lustri hanno sparso ovunque migliaia di tonnellate di polveri maledette. L'informazione globale ha pressoché eluso, accantonato, sminuito, sottaciuto il gravissimo fenomeno, uniformandosi al comportamento delle Forze Armate planetarie che a loro volta dettavano (dettano) input ai governi. Tra questi governanti fece scalpore Alice Mahon parlamentare inglese laburista , che diede le dimissioni perché incapace di sostenere un governo che utilizzava D.U. e fosforo bianco…Grazie, appunto, agli uomini di buona volontà lo stato italiano non poté astenersi dall'indire commissioni d'inchiesta, da quella chiamata Mandelli con risultati assolutamente discutibili, alla penultima (2006) presieduta dall'on. Franco che finalmente stabiliva, quanto meno, disposizioni per conguagliare indennità di servizio fino ad allora risibili. 170 milioni di euro disposti nella successiva finanziaria, ma ancora oggi a bagnomaria, in attesa di quantificare metodi e criteri di suddivisione agli aventi diritto. E siamo all'attuale commissione, presieduta dall'on. Menapace, portata avanti con passione e particolare impegno anche dalla sen. Franca Rame che lamenta lentezza e si rammarica per non poter fare di più, sostenendo che si è fatto troppo poco.
Il ministro della difesa Parisi ha riferito che gli italiani ammalati di tumore dopo aver prestato servizio all'estero negli ultimi dieci anni sono 255 di cui 37 deceduti, aggiungendo che quelli ammalati senza andare all'estero sono 1427, ma non è chiaro se questi abbiano operato in poligoni di tiro nazionali, del resto il ministro sostiene che l'Italia non ha mai fatto uso di armamenti all'uranio impoverito, né risulta che nei nostri poligoni altri possano averlo utilizzato, a meno di dichiarazioni mendaci degli utilizzatori stranieri che, prosegue il ministro, non si vuole neppure ipotizzare…Queste dichiarazioni hanno scatenato levate di scudi da parte di coloro, parlamentari compresi, che non concordano con questi dati e per i numeri e per i luoghi ove si è sparato D.U. La Sardegna annovera più poligoni utilizzati anche da privati ed è qui che si provavano le armi: si può sostenere che non sia mai stato usato il D.U., metallo a costo zero e più pesante del piombo? E perché mai? E tutti i civili ammalati residenti nei pressi di quei poligoni o quei civili che venivano utilizzati per bonificare i siti?
Domenico Leggiero (già) consulente di questa inchiesta parlamentare dissente dai dati forniti dal ministro. Leggiero è responsabile dell'Osservatorio Militare e da anni assiste i familiari dei deceduti e i malati tornati dalle missioni. Già di suo ne ha contati ben più del ministro. Dai suoi studi e dai documenti ottenuti in qualità di consulente i numeri risulterebbero ben più alti, si parla di 2.536 ammalati e più di 158 morti e questi numeri li ha sottoposti alla presidente di commissione e, non pago delle spiegazioni ottenute, ha ufficializzato i suoi elaborati e la documentazione dichiarandoli pubblicamente alle reti televisive nazionali, anteponendo così la rappresentanza dell'Osservatorio alla riservatezza cui era tenuto quale consulente di commissione d'inchiesta (equiparabile a operato di magistratura) e dalla diffida si è passati ad allontanarlo.
Non ci compete entrare nel merito del fatto. Il prendere atto delle parole del ministro si. E' lecito domandarsi con quale criterio verranno distribuiti i 170milioni stanziati. La causa/effetto, dice il ministro, è ancora oggetto di verifica, ma allora siamo punto e a capo. Ci viene detto che ci sono (solo) 218 ammalati e 37 morti di cancro (la chiamiamo sindrome dei Balcani, giusto per capirci?) e 1427 ammalati non da balcanica sindrome perché sono stati qui, ma non si sa bene però dove: nei poligoni o no? Nei poligoni però non si è sparato uranio impoverito quindi rimane un punto interrogativo che noi, consentiteci, mettiamo dopo questa frase: a distanza di più di 15 anni siamo ancora a questo punto…Non è che per caso quei soldi finiranno a conguagliare tutte le cause di servizio elargite fino ad ora a tutti i militari aventi diritto (stress compresi)?
Speriamo di no perché ne rimarrebbero proprio pochi a meno che vengano considerati solo (ancora “solo”) i 255 contagiati da sindrome estera, mentre per gli altri “non meglio identificati” si prolungheranno evidentemente le inchieste così magari, se si riuscirà a capire finalmente quanti sono (effettivamente), ci aggiungiamo anche quelli che risultano a Leggiero come le fonti ufficiali, in qualità di consulente, gli hanno trasmesso…

Argomento: