2012

FRANCA RAME PER DANA BAKDOUNIS Con la collaborazione di Luca Vittorio Toffolon

Ho sempre un brivido di piacere quando vengo a conoscenza di donne che si uniscono per vincere una battaglia, ed ora il mio sorriso si allarga più del solito perché c’è stato un cambiamento fondamentale.

Fino a qualche anno fa mi arrivavano lettere da associazioni e gruppi nate nelle case di periferia, nelle sale di attesa dei consultori, nei luoghi comuni dei reparti di ospedale.

Quanto sono stata felice quando le lettere si son trasformate in mail, molto più veloci, tanto da permettermi serrate comunicazioni in pochi giorni.

Ed ora il passo finale, quello che ha dimostrato a tutti Dana Bakdounis quasi senza rendersene conto: il luogo dell’incontro è la rete, le donne si conoscono, si parlano e si sostengono partendo dal proprio computer.

Una volta si diceva “lotta senza quartiere”, ma oggi neanche più gli oceani riescono ad essere barriere. Ovunque vi sia la rete c’è la possibilità di partecipare, con un solo click o con una mail di protesta.

Quanto è forte questo mezzo? Più di quel che pensiamo, se è riuscito a far ammettere l’errore nientepopòdimeno che ad una portavoce di Facebook!

Non c’è stata nessuna marcia, nessuna piazza è stata invasa, non ci sono stati scontri con la polizia né striscioni esposti all’aria. Tutto è avvenuto virtualmente e ora Dana Bakdounis, la siriana residente in Arabia Saudita che si è ribellata al velo, è la paladina di migliaia di donne, senza averne incontrata mai nessuna.

Tutto è partito da una foto, anch’essa digitale, dove Dana si è mostrata senza velo e con un cartello: io sto con le donne del mondo arabo perché per vent’anni non ho potuto sentire il vento fra i miei capelli”.

Vedo una sottile ed elegante mano di colore che clicca da un pc vicino alla finestra in una casa di mattoni rossi senza porte in una terra dove non piove mai. Dita veloci e arrossate dal freddo caricano un post dallo smartphone di una ragazzina, rannicchiata vicino alla stufa mentre fuori nevica ininterrottamente da giorni nel profondo nord. Il “click” veloce e deciso di un dito dalle unghie curate ed in carriera, invia un “like” al mondo, prima di chiudere il portatile che fra poche ore servirà per una importante riunione.

Vite di donne così lontane e così diverse che mai si sarebbero altrimenti potute incontrare. Se si incrociassero per strada non si noterebbero neanche, ed invece ora sono tutte collegate, virtualmente ma saldamente, per una causa comune.

E da un ufficio di Milano, delle dita silenziose scivolano sulla tastiera che ha visto migliaia di parole formare commedie e monologhi, permettendomi di unirmi a questo abbraccio largo quanto il mondo.

Io, Franca Rame, sto con Dana Bakdounis perché voglio che abbia la possibilità di sentire fra i capelli il vento del suo paese e di tutti i luoghi da cui cliccano le donne che la sostengono.

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Dario Fo e Franca Rame a Brindisi con ‘Mistero Buffo’

Il Nuovo Teatro Verdi ospita l’eccezionale ritorno di ‘Mistero Buffo’. Grande attesa anche per ‘Lazzi, sberleffi e dipinti’, la mostra d’arte di Dario Fo.

dario fo e franca rame

BRINDISI - A quarantadue anni dalla prima rappresentazione torna “Mistero Buffo”, di e con Dario Fo e Franca Rame.

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Dario Fo e Franca Rame a Brindisi

Il Premio Nobel per la letteratura nel 1997 Dario Fo e Franca Rame tornano in Puglia nell’ambito della stagione teatrale del Comune di Brindisi, Assessorato ai beni ambientali e alle Sedi Culturali, organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese grazie al sostegno della Regione Puglia e del Mibac.

Il primo dicembre Dario Fo e Franca Rame saranno al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi con quel “Mistero Buffo” che ha fatto la storia del teatro, riproposto dal 1969 a oggi in oltre cinquemila allestimenti in Italia e all’estero, il testo più celebre e significativo della ricerca di Dario Fo sulle radici del teatro popolare, quello dei giullari e della Commedia dell’arte.

Il giorno prima, 30 novembre, apriranno alle 18.00 a Palazzo Granafei Nervegna la mostra “Lazzi, sberleffi e dipinti”, lavori pittorici di Dario Fo, importante occasione per comprendere come la pittura abbia costituito un punto cardine nel linguaggio espressivo di Fo.

Un atteso ritorno di Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura nel 1997, e Franca Rame in Puglia.

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UN FUMO SALE SEMPRE LENTO NEL CIELO – DARIO FO - 19 NOVEMBRE 2012

 

Si racconta che secoli fa, la prima volta che piantarono su un colle di Gerico una pianta di cedro, i contadini del luogo danzarono di gioia. L’arbusto cresceva rapido e possente, dava bei fiori che spandevano un profumo inebriante; ma tanta bellezza portava con sé un guaio: il cedro del Libano ha bisogno di molta acqua per vivere e perciò prosciuga il terreno sottostante fin nel profondo.

Così uccide tutte le piante intorno, togliendogli l’acqua. Morivano gli ulivi, i mandorli e la vite dell’uva. I coltivatori di queste piante cominciarono a mozzare i cedri giganti e anche i loro piccoli arbusti intorno.

Gli agricoltori cominciarono a farsi guerra: bruciandosi l’un l’altro le case, uccidendo i gli uomini e anche i bambini.

 

Appena finita l’ultima grande guerra gruppi di giovani scrissero e cantarono belle canzoni. Uno di quei gruppi si chiamava “I Nomadi”. Guccini scrisse per loro un canto dedicato ad Auschwitz

 

Son morto con altri cento, 
son morto ch'ero un bambino, 
passato per il camino 
e adesso io sono nel vento. 
E adesso sono nel vento

 

Ad Auschwitz c'era la neve, 
il fumo saliva lento, 
nel freddo giorno d'inverno 
e adesso io sono nel vento. 
e adesso io sono nel vento. 
 

L’altro giorno gli uomini di Hamas hanno spalancato la porta dell’inferno lanciando 1100 razzi che hanno raggiunto e ucciso tre israeliani.

Come risposta gli israeliani hanno organizzato un raid e hanno lanciato a loro volta razzi sulla Striscia di Gaza, causando la morte di 71 Palestinesi.

Fra questi, una donna, un bambino e la madre. E poi altri tre bambini e sei ancora.

La Solita Strage degli Innocenti, dipinta e ridipinta in dieci secoli, a cominciare da Giotto, ma continua ancora. Ma il fumo di Auschwitz sale di nuovo ogni volta che va in fiamme una casa con dentro bambini.

 

Son morto con altri cento, 
son morto ch'ero un bambino, 
passato per il camino 
e adesso io sono nel vento. 
E adesso sono nel vento

 

 

Naturalmente ogni volta i contendenti si danno la responsabilità l’un l’altro per quei massacri. I potenti guardano, borbottano qualche lieve accenno all’orrore e si rivolgono subito a considerare altri problemi.

 

Nell’isola di Creta qualche anno fa hanno scoperto una grotta del XV sec. a.C. in cui erano ammucchiati centinaia di resti di bambini. Nessuno era morto per cause naturali ma perché colpito da armi da battaglia. Qualche ricercatore azzardò: “Forse si tratta di vittime di un rito, o di una normale strage.” Appunto, la solita strage d’ogni tempo.

 

Un canto che si ritrova cantato da una donna nella Lisistrata di Aristofane così si esprime:

“Beato fra gli tutti gli uomini sia quello che per primo costruì il liuto perchè potessero accompagnare il loro canto, ma sia maledetto, e con lui tutta la sua razza, colui che costruì per primo un’arma da guerra per uccidere donne, uomini e i loro bambini che danzano”.

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Elezioni Dario Fo: Non mi candido ma voto per Grillo

Fa bene a vietare ai suoi la tv. Di Pietro? Colpa sua

beppe grillo

Roma, 16 nov. "Io governatore della Lombardia? Una boutade. Ma conosco Grillo da vent'anni e guardandomi intorno preferisco lui agli altri. Non ha difetti, vedo solo pregi. Ha coraggio, si informa, non parla a vuoto. Siamo fortunati ad avere Grillo". Lo dice Dario Fo alla 'Zanzara' su Radio 24.

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Dario Fo e Franca Rame a Brindisi

 

dario fo e franca rame
Un atteso ritorno di Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura nel 1997, e Franca Rame in Puglia.
Il 30 novembre saranno a Brindisi per inaugurare due mostre: “Lazzi, sberleffi e dipinti” a Palazzo Granafei Nervegna (lavori pittorici di Dario Fo) e il percorso sulla straordinaria carriera della compagnia fondata e diretta con Franca Rame attraverso le locandine e i manifesti degli spettacoli che hanno scandito 60 anni di carriera (foyer del Nuovo Teatro Verdi). 
 
 
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IL CANTO DELL’ALLODOLA SAPIENTE di Franca Rame

La ferocia e la crudeltà travolgono ogni dimensione umana quando si scontrano con la voglia di libertà e la bellezza. Guardate il volto di Malala: è una ragazzina di quindici anni, si batte per la dignità delle donne del Pakistan, mette per iscritto pensieri colmi di sogni aperti e irrinunciabili. La osservo e nel suo sorriso vedo una dolcezza inarrestabile, leggo la voglia di vivere di un’adolescente che sa intonare canti e muoversi nella danza. Chiedeva per sé e per le sue amiche che le si concedesse la dignità di essere libera e festosa.

Hanno cercato di eliminare il suo cervello. E’ un miracolo che non ci siano riusciti.

Io non sono una donna credente ma ogni tanto penso che l’impossibile, il magico esista e si faccia vivo quando serve.

Ho visto una ragazza di quindici anni che con altre figliole danzava sotto le piante di cedro sull’argine del fiume.

La leggerezza del loro gestire faceva pensare al volo delle allodole.

L’allodola canta al tramonto, muovendo alla tenerezza gli amanti.

Alcuni religiosi tristi sono convinti che quel volatile sia non gradito da dio e che sia quando canta al tramonto che quando si muove nel rito dell’accoppiamento, allude alla dissolutezza delle femmine libere.

Quei religiosi assicurano che l’aquila che aggredisce l’uccello dal canto lascivo è mandata dal creatore e l’altissimo è grato a chi punisce duramente ogni creatura indegna. Indegna è di certo la femmina che pone in evidenza il proprio ingegno, che parla e ragiona con saccenteria, che non curva il capo quando spunta il sole. Che non sa tacere quando l’uomo, suo padrone, ordina  e soprattutto ride di sottecchi quando quello inciampa pronunciando sciocchezze.

Non c’è quindi pena né pietà per la femmina che non sta al posto suo, cioè l’ultimo. 

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MOLESTI CONSIGLI DA UNA SINGLE CON ESPERIENZA QUINQUENNALE E AUTOMUNITA di Chiara Porro

 

Liberamente ispirato a “Modesti consigli per un’aspirante molestatrice” di Franca Rame e con l'aggiunta di nuovi consigli

Ricordati di cambiare le lenzuola prima di uscire: anche se ti sei ripromessa di non dargliela, due vodka-lemon ti faranno lo stesso effetto che la guerra ha fatto allo smemorato di Collegno. Ma non ti preoccupare: già dalle prime ore della mattina seguente te ne pentirai, visto che lui appena sveglio anziché darti il buongiorno pronunzierà una sola parola: Taxiiii!

Quindi, smaltiti i finti rimpianti per la tua ultima serata di volevoamoremahoavutosesso, prova a darti almeno la parvenza di un non-decalogo (che fa pure molto Movimento 5 Stelle, giusto per darsi un tocco engagé).

Prima regola: non provare a spiazzare il tipo che ti piace, tanto non ne sei capace. Prova comunque ad essere chiunque all’infuori di te stessa, tenendo conto che al massimo puoi aspirare ad imitare una modella russa alcolizzata in pensione o la signora coi baffi della lavanderia sotto casa.

Seconda regola: dimenticati la tua massima di vita “Penso, dunque sono single!”. Quella che l’ha detta era una delle tre donne al mondo più sole di te (le altre due sono la cagnolina Laika e la regina Elisabetta I).

Quindi, quando finalmente riesci a rimediare un’uscita al bar dei cinesi sotto casa, evita di mostrarti troppo colta o intelligente, tanto non lo sei. Ma non è un problema: se parli poco, lui ti adorerà!

Comunque sia fallo sentire brutto, un mostro inguardabile: è l’unico modo per fargli sentire in pieno di meritarti… Se è grasso come un insaccato, digli che sei vegetariana… se è smilzo come un wurstel di seitan parlargli del tuo allevamento di cinghiali. Se è alto, digli che il tuo modello di uomo è Paolo Rossi, se è basso parlargli di quel cestista famoso del tuo ex inesistente.

Se è vecchio, digli che ti ricorda tuo padre che ti picchiava. Se è giovane, digli che ti ricorda tuo fratello che ti picchiava. Se è stronzo, digli che ti ricorda tua madre e basta.

Correggigli tutti gli errori di grammatica che commette: la maestrina eccita sempre!

Guardalo come un carrello della spesa pieno: consapevole che presto ti presenterà il conto da pagare.

Fin da subito posa su di lui il tuo sguardo che spoglia, nei pochi attimi finché è ancora vestito.

Se sei tu a fare il primo passo, ricordati che gli uomini apprezzano quelle che non gli fanno perdere tempo perché così possono andarsene via prima (in base a questo principio dovrebbero amarti tutti alla follia).

“Sola o in compagnia, non allungare mai le mani” ovvero inizia con i piedi, cerca il suo sguardo mentre allunghi la gamba sotto il tavolo, preferibilmente depilata.

Mettiti la gonna, evita gli slip, chiedigli tutto quello che vuoi: no, non è l’estetista dalla quale ti dovevi far depilare la gambe, è sempre il tuo possibile amante.

Se invece è lui ad approcciarti, in base al luogo in cui vi trovate comportati di conseguenza: se siete in macchina protesta dicendo “forse a casa è più romantico…”. Sappi che non è così, almeno finché lui non ti lascia i soldi sul cruscotto.

Se è in casa, usa la solita scusa delle mestruazioni: ma attenta, certi uomini “in quei giorni” si trasformano nei tori di Pamplona.

Raccontagli di quanto è bella la tua vita, del tuo contratto da precaria, dei tuoi genitori che ti passano quanto basta per comprarti i cotton-fioc al discount e degli altri fantastici uomini da weekend che hai incontrato.

Se lui vuole una famiglia, è il momento giusto per ricordargli che non hai manco i soldi per permetterti una pianta grassa finta. 

Non lasciare che faccia di te una casalinga: per te stirare significa solo lisciarsi i capelli e i grembiuli sono quegli affari che allargano i fianchi…

Digli che vorresti fare un viaggio con lui, perché l’ultimo l’hai fatto in quinta liceo.

Insomma: terrorizzalo! Perché è l’unico modo per salvarti: così lui per una volta andrà a casa ancor prima di passare dal tuo letto. Ma sta tranquilla poi, l’indomani, ti richiamerà… aveva dimenticato il portafoglio sul cruscotto!

 

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Nobel per la Pace a Malala Yousufzai firmano anche Dario Fo e Franca Rame

"La ferocia e la crudeltà travolgono ogni dimensione umana quando si scontrano con la voglia di libertà e la bellezza", ha detto il grande commediografo che ha ottenuto il riconoscimento per la Letteratura nel 1997. Continua la campagna che ha già raccolto 130mila firme nel mondo. L'appello ai parlamentari italiani

leggi l'articolo completo su repubblica.it

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«Riaprite quel carcere»: anche Dario Fo lancia un appello per la struttura modello di Laureana

Il premio Nobel Dario Fo e la moglie Franca Rame sono i primi firmatari di una lettera indirizzata al Ministro della Giustizia per chiedere di revocare la chiusura dell'istituto del Reggino nel quale si stava portando avanti una percorso sperimentale di rieducazione per i detenuti.

leggi l'erticolo di DOMENICO MOBILIO su ilquotidianocalabria.it

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Dario Fo e Franca Rame ripropongono e recitano Ruzzante

di Paolo Petroni
dario fo e franca rame ripropongono e recitano ruzzanteSono ormai circa 20 anni che Dario Fo, con al fianco Franca Rame, porta esplicitamente in scena, con una conferenza-spettacolo, la figura e l'opera di Angelo Beolco, grande autore-attore del Cinquecento che scrive nell'antico dialetto padovano e passa alla storia con il nome del suo piu' famoso personaggio, il contadino Ruzzante. Fo ne parla con la ricchezza di eloquio e il colore che sa dargli solo lui, proponendone alcuni dialoghi e monologhi vivaci che evocano figure e azioni con le parole, i dialoghi, la lingua, difficilissima da intendere, di questo autore, riscoperto nel Novecento, dopo secoli di oblio.

leggi l'articolo completo su ansa.it

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"A casa non si torna" - L'agognata parità tra i sessi

a casa non si torna

"Storie di Donne che svolgono Lavori Maschili" è il più che esplicito sottotitolo del documentario "A Casa non si Torna" di Lara Rongoni e Giangiacomo De Stefano.

Un lavoro introdotto dalla voce fuori campo di Franca Rame ("…i lavori “faticosi”, oggi, come nel passato sono considerati lavori preclusi alle donne…ah ah…ma cosa mi raccontate? Le donne li hanno sempre svolti questi lavori ma senza che nessuno li riconoscesse"), e che propone interviste e riprese di un tenace gruppe di donne al lavoro.

leggi l'articolo completo su cinemaitaliano.it

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CARO FABIO FAZIO, NON SI TRATTA COSI' UNO COME CARLO PETRINI

Cara Franca,

ho visto la puntata di “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio di domenica scorsa.

La presenza di Carlo Petrini, una persona a dir poco eccezionale per la sua storia, per le sue scelte coraggiose e controcorrente, per la sua risonanza internazionale, mi ha incollato alla Tv una volta tanto, visto che ormai la guardo raramente essendo diventata uno scatolone di volgarità e idiozie inutili e diseducative.

Carlo Petrini ha inventato un nuovo modo sostenibile e alternativo di interpretare cibo, agricoltura, natura. Ha dato una speranza ai piccoli coltivatori, ha riportato il senso del mangiare a misure umane. La sua biografia è un continuo riconoscimento internazionale, e Carlin è diventato un punto di riferimento perfino ideologico per chi non accetta i ritmi di una società invivibile che pensa solo al profitto e alla quantità e mai alla qualità e alla gente e i suoi bisogni. Ebbene?

Sono allibito che Fabio Fazio abbia dedicato solo sette minuti circa a una persona che arriva dall’estero per dare quell’intervista.

Sette minuti per aver sforato forse con Paolo Rossi, comico e sempre in Tv.

Sette striminziti minutini per una persona cui un’ora sarebbe stata già riduttiva.

Diamo spazio a cani e porci, a chi fa audience aldilà del proprio valore.

E a Carlo Petrini, arrivato dall’altra parte del pianeta per parlare in tv,

abbiamo dato appena il tempo di aprire bocca. Che delusione.

Non si stratta così una persona che:

Nel 2000 Viene insignito del premio Communicator of the Year Trophy (istituito dalla IWSC, International Wine and Spirit Competition.)

Nel 2002 Riceve il Premio Sicco Mansholt, indetto dall’omonima fondazione olandese, per l’attività intrapresa da Slow Food a supporto e difesa di un nuovo modello di agricoltura sostenibile.

Nel 2004 Viene inserito da «Time Magazine» tra gli “eroi del nostro tempo” nella categoria «Innovator».                                                                                              

Nel 2010 Vince il Premio Nazionale Cultura della Pace  Nel 1989 fonda il Movimento internazionale Slow Food.

Sette minuti. Meglio allora non invitarlo ed evitare figuracce. Meglio lasciare altri sette minuti al comico Paolo Rossi.

Carlo Petrini non fa nemmeno ridere.

Fabio Greggio

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