ANNOZERO - Tengo famiglia di Marco Travaglio
Gent.mo dr. Paul Wolfowitz,
ho visto la conferenza stampa in cui lei, sudato e tremante, chiedeva scusa per aver procurato la promozione e l’aumento alla sua amante, la bella tunisina Shaha Riza, manager della Banca Mondiale da lei presieduta. I soliti moralisti protestanti han tirato fuori il codice etico e il conflitto d’interessi. Che paroloni!
Lei, dr. Wolfowitz, non ha sbagliato a promuovere la sua donna: lei ha sbagliato paese. Da noi per parenti, amici e amanti, si fa di tutto, di più. Alla luce del sole, con un certo vanto. Diceva Longanesi: “Nel tricolore andrebbe scritto: tengo famiglia”. Siamo un paese di mamme, babbi, figli e soprattutto nipoti. Ci scherzava su il card. Enea Silvio Piccolomini, appena divenne papa Pio II, nel ‘400: “Quand’ero solo Enea, nessun mi conoscea; ora che sono Pio, tutti mi chiaman zio”.
Se lei visitasse la Rai, scoprirebbe decine di cognomi famosi, soprattutto politici: Andreatta, Berlinguer, Donat-Cattin, Leone, Letta, Mancini, Mancino, Rauti, Ruffini, Scelba, Squillante, Sottile. Non sono omonimi: sono proprio parenti. E alcuni sono pure bravi. La Rai ha assunto come dirigenti il capoautista e l’assistente di Berlusconi, e persino il figlio della segretaria di Gelli. Ma a Mediaset è lo stesso, per esempio al Tg5: Geronzi, Confalonieri, Agnes, Loiero, Buttiglione, Sterpa, Caputo, Reviglio.
Poi si faccia un giro in Parlamento. Lì il seggio è ereditario. Craxi, quello che voi chiamereste latitante e noi chiamiamo esule, ha lasciato in eredità addirittura due seggi: la figlia Stefania deputata di destra, il figlio Bobo sottosegretario a sinistra. Forlani, più modestamente, ha piazzato un solo figlio, Alessandro (Udc). Anche perché non ne aveva altri. Cossiga ha portato il figlio Giuseppe (FI) e il nipote Piero Testoni (FI). Perchè i parlamentari non li eleggiamo più: li nominano i partiti, con le liste bloccate. E’ molto più pratico. Al Senato è arrivato il fratello di Pecoraro Scanio, Marco, che s’era fatto valere come terzino dell'Avellino. Poi c’è l’esercito delle mogli, versione all’italiana delle quote rosa. Alla Camera ora siede la prima moglie di Paolo Berlusconi, Mariella Bocciardo (FI). Al Senato c’è la signora Bassolino, Annamaria Carloni. Madama Fassino, Anna Serafini, è deputata per la quinta volta. Il regolamento Ds vietava più di 2 mandati, ma ci hanno aggiunto una parolina: “consecutivi”. Lei aveva saltato un turno, ed è rientrata. Il prof. Pasquino li chiama "ricongiungimenti familiari in Parlamento".
Ma il più devoto ai sacri valori della famiglia è Clemente Mastella. La sua signora, Sandra Lonardo, è presidente del consiglio regionale Campania. Il cognato Pasquale Giuditta invece è deputato. Lui naturalmente è il ministro della Giustizia. Ma non è vero che piazza solo i parenti. L’altro ieri ha promosso direttore generale del ministero Gianpiero Nuvoli, un ex forzista passato all’Udeur che aveva proposto di impiccare Borrelli sulla forca in piazza. E, visto che gli piace il patibolo, gli ha dato la delega ai diritti umani.
Purtroppo in Parlamento i posti sono limitati. Chi resta fuori si arrangia come può. Per esempio sfruttando al massimo i posti di portaborse. Leggere ‘La Casta’, il nuovo libro di Stella e Rizzo, per credere.
Bossi, nemico giurato del clientelismo di Roma ladrona, sistema il fratello Franco e il figlio Riccardo al Parlamento europeo, come assistenti degli on. Salvini e Speroni. Chissà la durezza delle selezioni. I curricula dei due comunque erano di tutto rispetto: Riccardo è studente fuori corso, Franco ha un negozio di autoricambi a Fagnano Olona. Altri due leghisti si sono scambiati le mogli a Montecitorio: l’on. Ballaman assume come assistente la moglie dell’on. Balocchi, che ricambia ingaggiando come portaborse la signora Ballaman.
Marco Follini si è spostato da destra a sinistra ma sua moglie è rimasta direttore del Demanio, nominata dal governo di centro-destra e confermata dal centro-sinistra.
Giorni fa Cristiano Di Pietro, consigliere provinciale di Campobasso, è stato ricevuto per una riunione sull’energia eolica dal ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, che è pure suo padre. E’ uscito molto soddisfatto. Poi dicono che nelle famiglie non c’è dialogo.
Nel calcio, fino all’anno scorso, regnava una cupoletta chiamata Gea Word, inventata da Luciano Moggi riunendo tanti figli e figlie di papà: il suo e quelli del banchiere Geronzi, del citì Lippi, dell’on. De Mita, dei bancarottieri Tanzi e Cragnotti. Da quelle parti si faceva le ossa un giovane procuratore in erba, Pellegrino Mastella. Che non è omonimo del ministro: è proprio suo figlio.
Montanelli, contro il nepotismo, proponeva una soluzione drastica: sterilizzare i vip. Naturalmente non gli diedero retta. Perciò, dr. Wolfowitz, se le andasse male alla Banca Mondiale, si trasferisca in Italia. Minimo, la inviterebbero al congresso Ds e a comprarsi la Telecom. Da noi la famiglia viene prima di tutto. Anzi, se si spiccia con l’aereo, arriva giusto in tempo per il Family Day.