basta con gli sprechi!

 Cari amici, sto creando un'associazione di sostegno alle vittime dell'uranio impoverito, con lo scopo di provvedere all'assistenza e alla diffusione della conoscenza del problema. Spero aderirete in tanti! Franca

 

 

 

 


Commenti

"Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente", Franco Battiato.

Miseria della filosofia, filosofia della miseria. Agnes Heller: "Una società totalmente giusta non è affatto auspicabile". Secondo la discepola di Lukàcs, essa non sarebbe "dialettica, dinamica, pluralista". Bah!... Si vede che la Heller mangia tutti i giorni, e bene.

sergio falcone

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Nella giornata di ieri, ho fatto circolare questo testo. Mi sembra giusto che lo leggiate. Un abbraccio affettuoso, sergio.

La strage della ThyssenKrupp e la condizione operaia. Intervista a Dario Fo di Loris Campetti

Non coltivo mitologie né, viceversa, animosità alcuna e, nonostante i miei desideri vadano ostinatamente in direzione opposta e contraria, cerco di tenere bene aperti gli occhi su quella che è la realtà. Anche se ciò mi provoca malessere.
Non ho mai digerito il fatto che Dario Fo abbia accettato il premio Nobel. A differenza di Jean-Paul Sartre... Sartre, chi era costui? Io, al suo posto, lo avrei respinto al mittente, come si fa con una missiva non gradita. Per protestare contro l'ingiustizia. La stessa ingiustizia che pretende questo ennesimo, inutile, assurdo sacrificio di vite umane.
Inoltre, ho guardato con meraviglia e, confesso, con un certo sospetto l'ingresso di Franca Rame, senatrice della Repubblica, tra coloro che fan "politica". E poi nella schiera dei fedelissimi dell'Italia dei (dis)Valori. Ma siamo seri!... Ora decide di abbandonare il Palazzo, disgustata e scandalizzata. Quasi fosse una donna alle prime esperienze pubbliche.
Mah! Questi artisti...
Ma l'intervista che segue non fa una grinza.
Ve la porgo, così come l'ho letta.

sergio falcone

Ai funerali di Giuseppe. L’operaio ha meno valore, meno tutela, meno diritti che nella schiavitù, o nei Comuni. Perché al centro non c’è più l’uomo ma il profitto

Dario Fo: “Beati gli schiavi”

di Loris Campetti

“Diceva Bertolt Brecht che quando uno schiavo si libera dalla schiavitù e diventa un operaio perde i diritti che aveva. Come schiavo era tutelato, gli veniva garantito un abito, persino una moglie gli veniva trovata. Da operaio perde di valore, di peso, perde diritti. Catullo diceva che allo schiavo bisognava dare allegrezza, ilarità, sennò avrebbe intristito le stanze del potere”. Il premio Nobel Dario Fo ha partecipato ieri ai funerali di Giuseppe Demasi, la settima vittima della strage targata ThyssenKrupp, insieme alla sua compagna Franca Rame. Parlare con lui di morti sul lavoro costringe a modificare gli attrezzi del lavoro giornalistico, ripescando categorie troppo velocemente abbandonate nell’interpretazione della realtà. Sembra un paradosso quello messo in scena da Dario Fo: lo schiavo antico era più rispettato e tutelato dell’operaio moderno. Eppure ha un fondo di verità, perché “la nostra società ha messo al centro il profitto. L’interesse per il profitto viene prima di tutto, prima della vita dei lavoratori”.

Perché hai deciso di partecipare ai funerali di Giuseppe, la settima vittima della strage consumata alla ThyssenKrupp?

Sono andato perché ho avuto una lunga frequentazione con le lotte operaie a Torino e Milano, alla Fiat e nelle piccole aziende. Sette operai uccisi, ci pensi? Ricordo una canzone, “Morire per campare” dentro lo spettacolo “Ci ragiono e canto” che raccontava dei poveri del sud costretti a salire a Milano e a Torino e per tirare avanti mettevano a rischio la propria vita.

Cosa hai provato al funerale?

Sconvolgente. Una chiesa fredda, completamente impregnata di corpi, gente semplice, operai, volti e mani di chi sa cos’è il lavoro. Con Franca abbiamo abbracciato tante persone, compagni di lavoro, parenti, amici. Un operaio mi ha detto che i padroni pagano le multe per il mancato rispetto delle leggi sulla sicurezza, ma se ne fregano, perché le multe costano molto meno che tenere a regola gli impianti. E un altro mi ha detto: “Almeno ci pagassero il prezzo pagato per un bue”. Mi è tornato alla mente quell’industriale del milanese che ha cosparso di benzina e poi bruciato un operaio rumeno che rivendicava i suoi diritti, il prezzo pattuito. E’ stato in galera solo qualche anno, quel padrone. Il cardinale Poletto ha fatto un discorso corretto in cui si ribadiva il rispetto per la persona umana che viene prima della produzione e del profitto.

Siamo nel terzo millennio e si muore sul lavoro come ai tempi dei padroni del vapore.

Noi abbiamo rimesso in piedi lo spettacolo “Non si paga, non si paga” e un importante critico di Repubblica ci ha criticato, accusandoci di non esserci accorti che il mondo è cambiato. Ma i tempi sono cambiati davvero? E come sono cambiati? Dire che oggi siamo più avanti sulla sicurezza è una grande balla. Ci sono degli Statuti tra la fine del 1100 e il 1200, per esempio in Toscana, da cui emerge una grande attenzione alla tutela dei lavoratori che oggi diremmo dell’impiantistica, impegnati nella costruzione di torri, palazzi, chiese. L’inizio dei lavori veniva dato dal maestro della pietra del comune che dava il via solo dopo accurati controlli. Era sua la responsabilità prima di eventuali disastri, poi veniva quella della persona per cui l’opera veniva edificata e l’imprenditore edile era l’ultimo responsabile. Per il semplice fatto che dare la responsabilità della sicurezza al padrone vuol dire lasciare mano libera alla corruzione, perché il padrone ha interesse solo al profitto. Come mi diceva quell’operaio, preferisce pagare le multe che garantire la sicurezza. Con la nascita dell’Umanesimo l’individuo, e non il profitto, era messo al primo posto. Persino la massoneria alle sue origini, metteva al centro il lavoratore, la vita dell’operaio: masson è il muratore.

L’Italia ha il triste primato degli infortuni sul lavoro.

Ti faccio un esempio. Ho lavorato due mesi in Finlandia per mettere in scena uno spettacolo; sai che durante le prove erano sempre presenti i vigili del fuoco? Da noi il servizio antincendio c’è solo durante gli spettacoli.

Pensi davvero che le condizioni dello schiavo fossero migliori di quelle dell’operaio?

Ti ricordi la canzone “Ho visto un re”?

Come no: il re, il vescovo, il ricco, tutti che avevano perso qualche privilegio e piangevano, chi sul cavallo e chi nel vino, chi mordeva la mano del sacrestano. Solo il “vilan”, un contadino, ridacchiava… un altro paradosso?

“Che sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam”. Dove credi che abbia pescato queste parole, se non dallo studio di Bertolt Brecht e dagli scritti di Catullo? Allo schiavo bisogna dare allegrezza, ilarità, per evitare che le sue lacrime possano intristire le stanze del potere. Oggi gli operai non valgono neppure il prezzo di un bue, perché al centro della storia non c’è l’uomo, c’è il profitto.

[il manifesto, venerdì 4 gennaio 2008, pagina 5]

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INFORTUNI: TREVISO, OPERAIO MUORE CADENDO IN MACCHINA TRITURATRICE

Treviso, 4 gen. (Adnkronos) - Tragedia sul lavoro a Loreggia, in provincia di Treviso, dove un 48enne, di origini rumene, ma in Italia da circa 10 anni, e' morto stritolato in un trituratore mentre era al lavoro in una azienda agricola. Secondo quanto ricostruito l'operaio e' finito dentro gli ingranaggi mentre si trovava a bordo di un carro adibito allo sminuzzamento di materiale vegetale. Sul caso indagano i Carabinieri.

INFORTUNI: MUORE OPERAIO NEL CHIETINO

Chieti, 4 gen. (Adnkronos) - Nuovo incidente mortale sul lavoro oggi in Abruzzo. Ne e' rimasto vittima un uomo di 33 anni, Massimo Marino, originario della provincia di Foggia. L'incidente si e' verificato nel territorio del comune di Gissi (Chieti) dove l'operaio, titolare di un'impresa di materiale ferroso, stava smontando alcuni macchinari in un pastificio dismesso quando per cause ancora di accertamento si e' staccata una lastra di ferro che lo ha schiacciato al suolo

Un uomo di 80 anni con difficoltà respiratorie è deceduto dopo ore di attesa
Nello stesso ospedale nel 2007 sono morte due ragazze in sala operatoria
Vibo Valentia, non c'è il posto letto
muore dopo 4 ore in pronto soccorso
Il figlio: "Abbiamo raccontato la nostra storia per evitare che accadano casi simili"

http://www.repubblica.it

VIBO VALENTIA - Non c'era un posto disponibile nei vari ospedali calabresi e dopo quattro ore nel pronto soccorso di Vibo Valentia un uomo di 80 anni, Orazio Maccarone, di San Calogero, è morto. Il fatto è accaduto il 26 dicembre ma i familiari lo hanno raccontato solo ora alla Gazzetta del Sud, che oggi pubblica la notizia, annunciando di non voler presentare una denuncia. Nel 2007 nello stesso ospedale di Vibo Valentia sono morte due sedicenni, Federica Monteleone a gennaio per un blackout durante un intervento chirurgico, ed Eva Ruscio, a dicembre, anche lei mentre si trovava in sala operatoria.

Diverso il caso di Orazio Maccarone, che era stato portato in ospedale il 26 dicembre per difficoltà respiratorie e una grave forma di bronchite. Uno dei figli, Michele, ha raccontato che alcuni medici hanno avuto un approccio "superficiale e strafottente". Secondo i familiari, sono stati cercati posti letto nei reparti di medicina degli ospedali della Piana di Gioia Tauro, di Reggio Calabria, di Lamezia Terme, di Catanzaro e di Cosenza, ma senza risultato. Alla fine è stato trovato un posto nel vicino ospedale di Tropea, ma le condizioni di Maccarone si sono improvvisamente aggravate e l'uomo è morto.

"I soldi di un eventuale risarcimento non ci interessano. Abbiamo raccontato la nostra storia per salvare altre vite e per far sì che casi simili non si ripetano" ha detto ancora il figlio, Michele Maccarone, confermando l'intenzione di non presentare un esposto. "Se poi in Procura - ha aggiunto - intendono andare avanti che facciano quello che vogliono".

"Mio padre - ha raccontato Michele Maccarone - era cardiopatico e aveva un'insufficienza renale. Altro che codice rosso, come dicono i medici. Dopo che è stato trovato un posto letto nell'ospedale di Tropea ho chiesto se il trasporto in ambulanza non potesse essere pericoloso e i medici mi hanno rassicurato. Avevo anche chiesto che un rianimatore venisse sull'ambulanza, ma non è salito. E' lo stesso che quando è stato interpellato ci ha riposto, 'ma cosa mi chiamate a fare ?'".

Il commissario dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, Ottavio Bono, ha disposto un'inchiesta interna sulla morte di Orazio Maccarone. Bono ha invitato tutti i dirigenti responsabili di settore del presidio ospedaliero unificato del dipartimento di emergenza a svolgere gli opportuni accertamenti e a fare una relazione.

Dopo la morte di Eva Ruscio alcuni reparti e una sala operatoria sono stati chiusi. In altre unità i posti letto sono stati ridotti e sono state avviate misure straordinarie di adeguamento della struttura.

Intanto il Codacons annuncia che presenterà un esposto. "L'episodio di Vibo Valentia è gravissimo, un caso di malasanità da terzo mondo" si legge in un comunicato diffuso dall'associazione dei consumatori. "E' incomprensibile come possano ancora accadere fatti assurdi di questo tipo, a dimostrazione dello stato pietoso della sanità pubblica nel sud Italia. Abbiamo deciso di presentare un esposto contro ignoti alla magistratura, ipotizzando il grave reato di concorso in omicidio colposo - conclude la nota del Codacons - affinché vengano accertati fatti e puniti eventuali responsabili dell'accaduto".

(3 gennaio 2008)
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/tonsillite-ragazza-muor...

CRONACA

Zaino in spalla,
l'ho incontrato che piangeva.

Notte infame.
Sotto le stelle di Piazza Mastai.

Senza un riparo dal freddo.
Senza un riparo
dall'indifferenza.

Piangeva
e correva via.

Bianco il telo,
sul viso dell'amico
morto.

sergio falcone

CRONACA

Un uomo assiderato nel suo sacco a pelo in piazza Mastai a Trastevere
Un altro trovato senza vita davanti ad un centro commerciale all'Olgiata

Il freddo fa tre vittime in pochi giorni.
A Roma due barboni morti nella notte

A Capodanno il corpo di un 31 enne rinvenuto alla periferia di Modugno nel Barese
Un'associazione francese: "Si muore per violenza, logoramento, umiliazione"

ROMA - Due senza tetto sono stati trovati morti questa mattina a Roma a causa del freddo. Il primo, dell'apparente età di 45-50 anni, forse di origine polacca, è stato trovato senza vita all'alba di stamani, a piazza Mastai, nel cuore dello storico rione Trastevere. In tasca aveva un foglio di ricovero del vicino ospedale Fatebenefratelli, grazie al quale è stato possibile identificarlo e ricostruire che era stato dimesso dall'ospedale il 12 dicembre scorso.

Il secondo 'clochard' è stato trovato stamane in un giaciglio di fortuna che aveva realizzato davanti all'ingresso di un centro commerciale all'Olgiata, una zona residenziale alla periferia nord della capitale. I carabinieri hanno accertato che si tratta di un italiano di 70 anni, senza fissa dimora, abbastanza conosciuto nella zona. Proprio in seguito ad una segnalazione dei carabinieri, l'uomo era stato recentemente ricoverato in un centro di assistenza, ma, dopo qualche giorno, volontariamente, come spesso capita in questi casi, se ne era allontanato e aveva fatto perdere le sue tracce.

Dall'inizio dell'anno, dunque, il freddo ha già fatto tre vittime. La mattina di Capodanno, infatti, il cadavere di un uomo di 31 anni, originario di Messina, era stato scoperto alla periferia di Modugno, in provincia di Bari, in un cunicolo di un sottovia che l'uomo utilizzava da tempo come rifugio per la notte.

"Non è il freddo che uccide le persone della strada. E' lo sbocco complesso delle difficoltà della vita sulla strada: violenza, logoramento, umiliazione, disumanizzazione", ha detto alcuni giorni fa il presidente dell'associazione francese Collettivo dei morti sulla strada, Christophe Louis.

Per i senzatetto, sottolinea l'associazione, la speranza di vita è appunto fissata sui 50 anni, in un paese, la Francia, in cui è più di 80: 77,2 per gli uomini, 84,1 per le donne. E i Sdf, come li chiamano in Francia, ovvero 'Senza domicilio fisso', muoiono in estate e in inverno: il freddo non è che uno pericoli che i barboni si trovano ad affrontare quotidianamente. Ci sono la cattiva alimentazione, l'assenza di cure, il logoramento del corpo a causa del vagabondaggio, un sonno discontinuo per timori di aggressioni, la violenza. "Per strada - ha sottolineato Louis - la gente si consuma, si logora, giorno dopo giorno".

(la Repubblica, 2 gennaio 2008)

sergio falcone

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4 gennaio 2008, in SOCIETA'
Rifiuti
Uno si ripromette per l’anno nuovo di essere più buono, di non fare il qualunquista, di trovare qualcosa che non va nelle invettive di Beppe Grillo, poi accende la tv o legge un giornale e diventa più cattivo, più qualunquista e più grillista.

La situazione è questa: la Campania affoga nei suoi escrementi dopo aver ingurgitato quelli di tutti noi. Bassolino e la Jervolino, invece di chiudersi in un cassonetto e sparire per sempre, opinano ed esternano come se fossero due passanti. Il Sole 24 ore, edito anche dall’Impregilo che s’è ingrassata a spese nostre sul non-smaltimento dei rifiuti a Napoli, pontifica sul “fallimento della classe dirigente” (esclusi i presenti, s’intende, cioè gli editori).

Per la strada si muore di freddo, nel senso che due clochard nella civilissima Roma del molto democratico Veltroni vanno al creatore per il gelo, mentre il molto democratico Veltroni insegue Berlusconi per un dialogo sulla riforma elettorale, ma trova occupato perché intanto il Cainano è partito alla volta di Antigua per farsi un’altra villa.

Mentre Torino seppellisce il settimo operaio della ThyssenKrupp, molto opportunamente D’Alema domanda ai compagni se siano per caso impazziti, ma non perché si fanno le pippe coi Vassallum, i Mattarellum, i Franceschinum, i Biancum alla francese corretti alla tedesca ritoccati alla olandese corrotti alla spagnola mentre nel mondo reale succede di tutto, bensì perché si fanno le pippe in ordine sparso.

Il Molto Intelligente Ferrara, in compenso, fa la dieta contro l’aborto, riuscendo a trasformare un’immane tragedia in farsa con la collaborazione della Binetti e di James Bondi, e nei ritagli di tempo chiede la grazia per Contrada: non per i morti in Irak e in Afghanistan, non per i morti sul lavoro, non per le vittime della criminalità e per gli avvelenati dai rifiuti, ma per Contrada, cioè per l’unico esponente dello Stato in galera per mafia.

Lamberto Dini, dal canto suo, si appresta a far cadere il governo se Prodi non accetterà a scatola chiusa 12 proposte che non risolverebbero uno solo dei problemi dell’Italia, ma in compenso riporterebbero Berlusconi al potere.

La Moratti, cioè Berlusconi con la lacca, riserva il centro di Milano ai ricchi che pagano, come se la merda che respirano i milanesi dipendesse da qualche auto in più o in meno (nelle pagine economiche, i giornali segnalano trionfalmente che ogni due italiani ci sono cinque auto e tutti ad applaudire la Fiat che ha fatto il miracolo).

Chiude in bellezza Mastella, che denuncia una gravissima intimidazione: un artista gli ha inviato un’opera d’arte e lui l’ha scambiata per una minaccia terroristica. Dulcis in fundo, i politici si aumentano di nuovo gli stipendi. Questo il bilancio, purtroppo provvisorio, dei “professionisti della politica”, gente che ha fatto le scuole alte. Quelli che invece non lo sono, come Rita e Salvatore Borsellino, trovano le sole parole adeguate per rispondere a Contrada e al suo pittoresco avvocato. E non a caso due professori prestati alla politica, come Prodi e Padoa Schioppa, riescono a far pagare un filo di tasse agli evasori e a sistemare un po’ i conti pubblici. Il che - di questi tempi e vista l’armata brancaleone che li sostiene - è un miracolo a cielo aperto. Infatti, nei sondaggi, sono impopolarissimi.

Ps. Dimenticavo: ieri, alle 13.30, il Tg1 dell’ameregano Johnny Raiotta aveva un lungo servizio sulle flatulenze dei canguri. Questa sì che è controinformazione.

permalink | creato da marco_travaglio il 4/1/2008 alle 10:20- http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/

Informazione : minacce di morte a Marco Travaglio
di Mauro W. Giannini

Il giornalista e scrittore Marco Travaglio e' stato "condannato morte" con una lettera minatoria giunta il 31 dicembre al quotidiano teramano "La citta'".

Minacce anche al direttore del quotidiano, Antonio D'Amore, al gip di Teramo Giovanni Cirillo e a Leonardo Notari, dell'associazione ''Societa' civile'', che dal 1994 organizza il premio ''Paolo Borsellino'' e sta preparando un incontro con Travaglio e Cirillo per il 9 gennaio a Teramo. La lettera parla di un ''tribunale nazionalsocialista d'Abruzzo" che ha emesso le sentenze di condanna a morte'' verso Marco Travaglio e tutti i suoi compagni. La lettera, con il logo di Forza Nuova e una grande svastica, e' stata consegnata alla Digos, che l'ha rimessa alla locale Procura della Repubblica.

Il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo, Stefano Pallotta e il Segretario dell'Assostampa Abruzzese, Lodovico Petrarca, hanno commentato in una nota che "Non saranno folcloristiche e farneticanti minacce di morte di nostalgici sostenitori di infausti tribunali speciali a turbare i sonni" dei destinatari delle sentenze di morte, "Semmai tali episodi confermano la nostra convinzione che il ruolo della stampa abruzzese debba proseguire nel solco dell'autonomia e del controllo dei pubblici poteri nell'interesse dei cittadini".

"Sembra che la motivazione della lettera - nota il presidente dell'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti, Rita Guma - parli di 'sfascio del sistema democratico corrotto e corruttore' e di 'popolo ignobile composto da pecoroni e guardoni che si lasciano violentare ogni giorno dal regime dei partiti e dei politici', nonche' di 'stampa immonda e corrotta asservita solo agli interessi del potente di turno'." "Un simile riferimento e' assurdo - prosegue Guma - proprio perche' Travaglio la corruzione la combatte, i partiti li critica e gli interessi dei potenti li denuncia, e una o l'altra di queste azioni di 'disturbo' ai potenti e ai corrotti valgono anche per le altre persone citate nella lettera minatoria. L'Osservatorio esprime tutta la sua solidarieta' ai destinatari delle minacce".

Nega ogni coinvolgimento il coordinatore regionale di Forza Nuova, Rinaldo Perri, che esprime anzi solidarieta' ai destinatari della lettera minatoria e dichiara: "intendo ribadire, come ho già fatto telefonicamente con il sig. Antonio Damore, la completa estraneità del Movimento Forza Nuova alla incresciosa vicenda". Egli preannuncia una denuncia contro ignoti e contro "chiunque continui a sostenere ingiustamente la partecipazione di Forza Nuova alla fastidiosa vicenda".

"Non essendo questa la prima volta in cui Forza Nuova si trova ingiustamente implicata in situazioni spiacevoli nel teramano - precisa Perri - ho ragione di ritenere che esista un gruppo di individui che, costruendo astutamente episodi del genere, ha il preciso obiettivo di colpire in maniera mirata il Movimento Forza Nuova, profittando anche della forte eco mediatica che simili vicende riescono ad ottenere". Perri conclude augurandosi "che gli autori vengano individuati al più presto" e invitando "i destinatari della lettera a dormire sonni tranquillissimi, perchè chi compie simili gesti è sempre e comunque un vigliacco che adora dimenarsi nel buio e rifugiarsi nell'anonimato".

Speciale informazione

Speciale Mani Pulite

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

Di Pietro a SKYTG24-5 gennaio 2008,ore12,22

"Bassolino deve dimettersi"

Rifiuti: Di Pietro, Idv in Campania esce da coalizione

05/01/2008 18:05 - ANSA
Non vogliamo essere conniventi con inazione governo Regione

(ANSA) - ROMA, 5 GEN - L'Idv esce della coalizione che governa la Campania e chiede a Bassolino di dimettersi. Lo annuncia Antonio Di Pietro. 'La questione rifiuti in Campania denota una grave e macroscopica responsabilita' politica' aggiunge il ministro. 'Il gruppo dirigente dell'IdV della Campania, pertanto mette in discussione la propria appartenenza alla coalizione che governa la Regione poiche' non intende mantenere alcun comportamento connivente con l'inazione del Governo regionale'.

» 2008-01-07 18:50
RIFIUTI: PRODI AL QUIRINALE, LA POLIZIA LASCIA PIANURA
ROMA - Il presidente del Consigli Romano Prodi si è recato questa sera al Quirinale per fare il punto con il capo dello Stato Giorgio Napolitano sull'emergenza rifiuti in Campania. "Non è il momento di fare polemiche, stiamo lavorando e agiamo per trovare una soluzione che affronti radicalmente il problema dell'emergenza rifiuti, una volte e per tutte". Così il portavoce del Governo, Silvio Sircana, conversando con i giornalisti, ha risposto alle critiche del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino nei confronti del presidente del Consiglio sulla questione rifiuti. E' prevista per domani mattina a Palazzo Chigi una riunione interministeriale sull'emergenza rifiuti in Campania. Lo ha reso noto il portavoce del governo, Silvio Sircana. La riunione sarà presieduta dal premier Romano Prodi.

"Ho chiesto l'uso dell'Esercito non solo per le scuole ma per rimuovere i rifiuti dalla strada e attrezzare aree provvisorie di stoccaggio". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio parlando con i giornalisti al termine dell'incontro con il premier Romano Prodi". "Sarà domani Prodi - ha aggiunto Pecoraro - a valutare se fattibile".

Le forze dell'ordine hanno lasciato il sito della discarica di contrada Pisani nel quartiere di Pianura tra applausi dei manifestanti e cori di 'vittoria': "fuori, fuori". Appena l'ultimo convoglio delle forze dell'ordine ha abbandonato la discarica di Contrada Pisani, le centinaia di manifestanti che da giorni protestano contro la riapertura del sito hanno pacificamente invaso l'ingresso del sito. Tra le persone che urlano in segno di vittoria anche tante donne e bambini. 'Vinceremo, vinceremo' e 'chi non salta Bassolino e'' i cori che partono dai dimostranti. "Adesso andiamo a verificare se hanno realmente abbandonato l'idea di allestire la discarica", ha detto il consigliere comunale di Napoli, Marco Nonno, che da giorni guida la protesta dei cittadini di Pianura.

UN'INSEGNANTE DI QUARTO, SIAMO SEQUESTRATI
"Siamo praticamente sequestrati. Ci impediscono di uscire da Quarto". A segnalare la situazione, al telefono con un amico, è una insegnante di una delle tre scuole medie del comune, nei pressi di Pozzuoli, rimasto completamente isolato questa mattina a causa dei blocchi improvvisati dai manifestanti che hanno impedito a chiunque di entrare o uscire dal centro. Alcune decine di insegnati che oggi sono regolarmente andate al lavoro, questa mattina presto sono riusciti ad arrivare ai rispettivi istituti, ma quando intendevano tornare a casa sono rimasti intrappolati a Quarto. La signora Olimpia alle 12 ha tentato di lasciare il comune ma e' dovuta rientrare a scuola ed al telefono ha spiegato: "Tutte le strade, compresi i sentieri e quelle sterrate, sono bloccate da automezzi, cassonetti, altri ostacoli. Quando ho tentato di passare i manifestanti si sono messi davanti impedendomelo". La situazione descritta dall'insegnante è comune ad altre decide di suoi colleghi, tutti ancora bloccati nel centro. "Una situazione insostenibile - ha aggiunto un'altra insegnante - tutto questo senza aver visto un solo rappresentante delle forze dell'ordine. Ci risulta che soltanto intorno alle 14 almeno un blocco sia stato rimosso. Oggi nelle scuole Quarto si sono presentati pochi studenti e dunque alcune classi sono state accorpate. "Il problema si porrà anche domani - dice Olimpia -, qualcuno ci ha suggerito di non venire e di metterci in malattia, ma questo è inammissibile".

L'arte è un'astrazione,
cavatela dalla natura sognandovi davanti
e pensate alla creazione,
è il solo mezzo di salire verso Dio,
facendo come il Divin Maestro,
creando.

Tutto quello che ho imparato dagli altri
mi ha dato noia.
Posso dunque dire
nessuno mi ha insegnato niente.
E' vero che so così poco.
Ma io preferisco questo poco che è mio.

Paul Gauguin

Nel nome di dio. Non vedrò mai il mio nome da nessuna parte. Così l'anima pura rimarrà. Ed il culo intatto.

sergio falcone

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Ferrara è molto intelligente solo in Italia. In Francia viene condannato per violazione del diritto d'autore - 8-1-08

di Marco Travaglio - da l'Unità

Con tutte le baggianate che dice, sempre comunque accreditate di grande intelligenza, vien da chiedersi che ne sarebbe di Giuliano Ferrara in un paese serio, cioè diverso dall'Italia. Una risposta giunge dalla Francia, dove il Molto Intelligente è stato appena condannato in appello (e dunque in via definitiva) dal Tribunal de Grande Instance di Parigi per contraffazione di opera d'ingegno e violazione del diritto d'autore ai danni di Antonio Tabucchi.

Il fatto risale all'ottobre 2003, quando Tabucchi inviò un articolo a Le Monde, ma se lo vide pubblicato, in anteprima e senz'autorizzazione, sul Foglio (un correttore di bozze del quotidiano parigino l'aveva inviato per amicizia a Ferrara, senza prevedere che questi l'avrebbe fregato e messo in pagina).

Ora Ferrara dovrà sborsare 34mila euro in tutto: 10mila di multa allo Stato francese, più 3mila per aver appellato temerariamente la condanna di primo grado; 12mila di danni a Tabucchi; 9mila per finanziare la pubblicazione della sentenza su Le Monde, Le Figaro e Libération. Naturalmente, se Ferrara avesse vinto la causa, la notizia sarebbe uscita su tutti i giornali. Invece l'ha persa, dunque silenzio di tomba. Ma l'aspetto più interessante del processo non è la sentenza. È l'incredulità dei francesi - giudici, avvocati e giornalisti - di fronte a quel che dice Ferrara. Anzi, di fronte a Ferrara tout court, che al di là del Monginevro è visto come un fenomeno da baraccone. Il suo interrogatorio in tribunale è uno spettacolo da far pagare il biglietto.

Nell'articolo rubato, Tabucchi ricordava i trascorsi di Ferrara come informatore prezzolato della Cia. Il giudice domanda all'interessato se la cosa sia vera. Ferrara risponde che sì, fu lui stesso a rivelarlo sul Foglio. Ma era una balla, che lui chiama «provocazione»: tant'è che ¬ aggiunge ¬ non ci sono le prove. La nuova frontiera del giornalismo da lui inaugurata - spiega - prescinde dalla verità. Figurarsi la faccia dei giudici parigini dinanzi a questo «giornalista» ed ex ministro italiano che si vanta di raccontare frottole sulla propria vita e aggiunge: trovate le prove di quel che scrivo, se ne siete capaci.

Lo condannano su due piedi. Lui ricorre in appello, eccependo fra l'altro sulla competenza territoriale del Tribunale parigino, manco fosse Previti o Berlusconi al Tribunale di Milano. Eccezione respinta con perdite. Quanto al merito, ricordano i giudici di seconda istanza, il Molto Intelligente è colpevole per definizione: «Il 4 novembre 2006 Ferrara veniva interrogato e sosteneva che in Italia è usanza giornalistica pubblicare documenti senza autorizzazione per rispondere a essi senza che la cosa comporti una contraffazione».

Dopo aver finito di ridere, i giudici ribattono che pubblicare sul Foglio un articolo destinato a Le Monde «senza il consenso dell'autore né di Le Monde costituisce a pieno titolo contraffazione» e «non è seriamente sostenibile che un delitto di contraffazione sia legittimato da una sorta di diritto di replica preventivo rispetto alla pubblicazione».

Ferrara, se voleva replicare a Tabucchi, doveva attendere che l'articolo uscisse su Le Monde. Il Tribunale aggiunge sarcastico che una diversa «eventuale usanza italiana, ammesso che esista, non si applicherebbe comunque al diritto francese». E conclude sottolineando «la piena consapevolezza che l'imputato (Ferrara, ndr) aveva del suo delitto e del cinismo con cui l'ha commesso», ergo «va dichiarato colpevole dei fatti a lui addebitati». Insomma: certi sofismi, furbate e corbellerie Ferrara li vada a raccontare agli italiani, che hanno smarrito il senso del pudore, della decenza e della vergogna.

In Francia non attaccano. Infatti, riportando la sentenza, il Nouvel Observateur descrive Ferrara come nemmeno un giornale di estrema sinistra oserebbe dipingerlo. Cioè per quello che è: «maschera della tv trash», «specializzato nella denigrazione di chi si oppone a Berlusconi» e nel «servilismo giornalistico» che gli è valso la direzione di Panorama e del Foglio, sempre «indipendente come si può essere quando l'editore è la moglie di Berlusconi».

Nessun accenno alla sua grande intelligenza. In controtendenza con la fuga dei cervelli dall'Italia, quello di Ferrara all'estero non lo nota nessuno. Non pervenuto.

Sono stata in parte partecipe del travaglio che hai passato. Ti ho vista costretta a spostare l'asse interno della tua coscenza rinunciando all'egoistico bisogno di mantenerti pulita dentro per sostenere un governo e un primo ministro che non hanno mai meritato la tua fedeltà come non hanno saputo meritare la nostra fiducia. In altalene ambivalenti ti ho supplicata di non mollare perchè temo, dopo esserci stata come tua ospite,un Senato senza la tua voce e le tue orecchie, salvo poi rimproverarmi per averti chiesto troppo e dirti di pensare alla tua salute di
curarti di non permettere che ti facessero ancora ammalare. adesso sto cercando di capire come mi sento rispetto a questa cosa.
LA LETTERA è PRONTA e a me viene in mente la tua manina divertita che ci salutava come a provocare birbesca la nostra imposta mobilità in quel tempio della Repubblica dove la tua testa bionda era l'unica luce tra le mie lacrime di vergogna...mi vergognavo io per l'esempio tanto orrendo che dei senatori davano alle scolaresche in visita. eppure l'ho sempre saputo che era altro quello che mi insegnavi...mi hai insegnato che si possono voler fare tante cose ma la prima cosa da fare è smettere di non provarci...ho preso una piccola parte del tuo testimone
e lo porterò nella mia vita per consegnarlo ai miei figli che hanno avuto la fortuna di annusare il tuo profuno, e anche se inconsapevoli con la semplicità che solo i bimbi hanno sono stati capaci di cogliere la tua essenza a metà....mezza donna e mezza elfa. Ho intrepreso da tempo una strada che tu conosci nella quale mi sento tra tanti pioniera di un nuovo mondo di comunicazione e di informazione interattiva, non ho la certezza che mi porterà verso la meta che mi sono prefissata, ma so che non sono più io a portare bene o male i miei 40 anni, sono loro che portano me giorno per giorno questi 40 anni nuovi nuovi che sono cominciati l'anno scorso con te. allora anche se la certezza la darà solo il tempo, credo che quello che il tuo essere Senatrice ha creato saprà continuare anche senza di te su quella poltrona della quale la tua pungente satira a saputo spulciare la costosissima " ergonomicità". e poi SIGNORA PROFUMATA infondo siamo ad un tiro di schioppo comunque e intorno a te continueremo a stare.
grazie.

Cara Franca!!!
Ben trovata! sono felice di leggerti! Un rigraziamento a nome di Franca per le utue parole sempre meravigliose! un abbraccio, redazione

Cara Signora Franca Rame,
forse ce l'ho fatta, dopo infiniti tentativi di scriverle un messaggio su questo blog. Per disperazione, visto che non ci riuscivo (accesso negato), le ho scritto un messaggio su

[email protected]

che dovrebbe esistere associato ai siti web di tipo www

Le ho scritto sul broglio elettorale di aprile 2006.
NON SI E' TRATTATO DI BROGLIO PRESUNTO, MA DI BROGLIO REALE,
AI DANNI DELLA SX.
Ecco perche' il governo e' caduto. Doveva cadere, dato la dx ci ha tolto circa 6 punti percentuali, e di conseguenza la rappresentanza parlamentare e' stata brogliata, non rappresentava il paese. La dx ce l'ha messa tutta per tornare al potere!

L'ho scritto ormai a tanta gente.... ma nessuno mi ha ascoltato, tranne i miei studenti, cui ho spiegato la cosa a suon di grafici.
E' mancata alla sx la volonta' politica di denunciare l'accaduto, ed e' successo l'inevitabile.

Ribadisco che la mia affermazione non e' ne' di sx ne' di dx, e' semplicemente un'affermazione scientifica.

Cordiali saluti
Silvia Sartori

ddl n. 1334 – Interventi settore sanitario e universitario -Turco-Mussi
Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge è determinato da improrogabili e improcrastinabili esigenze connesse alla necessità di intervenire, con l’adozione di ulteriori, più significative e incisive misure dirette a garantire in vari settori (....)al fine di corrispondere in maniera sempre più adeguata alle esigenze del cittadino utente. (?)
(...)Il maggior stanziamento richiesto è stato quantificato, a regime, nella misura di 1 milione di euro annui in base alle seguenti considerazioni:
1) oneri per visite dei rappresentanti del Ministero della salute presso le regioni (per la Regione Lazio non vi sono oneri, tranne che per gli eventuali sopralluoghi presso strutture localizzate fuori Roma):Numero di regioni e province autonome (escluso il Lazio): 20;
Numero visite annuali per singola regione: 4;
Numero di funzionari per visita: 2;
Costo medio per visita per singolo rappresentante: 700 euro;Costo complessivo annuale per il totale delle visite: (80 visite annuali), x (2 rappresentanti/visita) x 700 euro = 112.000 euro.
2) iniziative formative rivolte ai dirigenti delle regioni interessate, rafforzamento dei sistemi informativi regionali e finanziamento di forme di partenariato con altre regioni:
Regioni e province autonome interessate: 21;
Costo medio dell’iniziativa per regione: 44.400 euro annui;
Costo complessivo annuale delle iniziative: 44.400 x 21 regioni = 888.000 euro. (.....)

Estratto dagli atti del Senato: wwww.senato.it

SALVE A TUTTI, SCUSATE LA MIA INTRUSIONE, SONO JESSICA DA CATANIA, MIO FIGLIO MATTIA HA BISOGNO DI CURE COSTOSISSIME NEGLI U.S.A., LA TERAPIA E' MOLTO COSTOSA, MA SE POSSIAMO INSIEME CI RIUSCIREMO A CORONARE IL SOGNO DEL PICCOLO..VISITA IL NOSTRO blog: http://donaamattiaunsorriso.blogspot.com/ FAI DIVULGARE..GRAZIE
CIAO...
COMMENTATE

PS: fRANCA ASPETTO ANCORA LA RISPOSTA DELL'ONOREVOLE MARINI

Purtroppo a sto monno, 'n c'è gnente da fa', er più debbole paga pegno, ma ha pagà sto pegno c'è sempre 'n regazzino.
Er monno dell'omo, oramai, è questo qui.
Me so' letto le pagine tue e m'hai fatto ricordà na' cosa che m'è successa quarche tempo fa, te la vojio raccontà.
Na vorta me stavo a rifa' er piumaggio sur ramo mio, quanno all'incerto punto te vedo 'n regazzino che me passa de sotto er ramo cor pallone sotto braccio e lo sguardo per tera.
Caminava cor passo farso, come quelli che ancora 'n se so' 'mparati e co na' gobbetta sur collo, come quelli che porteno li pesi.
Me fermai co' na' zampa dietro a testa e n'ala stesa e me misi a vede' d'annava.
A 'n certo punto se mise a sede su 'n pezzo de rudere, de quelli che se troveno sur Palatino, poso' er pallone pe' tera' e ce mise er piede sopra e se fermo' li a guardà l'Anfiteatro pieno de gente.
Pe gnente 'ncuriosito, continuai a rifamme er piumaggio ma senza toije quo' sguardo da que regazzino.
Passareno l'ore, ma que regazzino stava sempre li, fermo a guardà la gente che faceva la fila p'entrà dentro all'Anfiteatro.
Fu così che me decisi a scenne dar ramo e annaije vicino. Ce lo sapete, so 'n gufetto curioso io e 'n ce so' sta fermo quanno quarcuno me passa de sotto e poi se ferma: devo da sape' er perché.
Così j'annai vicino, salii puro io su quer rudere e, appoggiannoije n'ala su la schiena je chiesi: "A regazzi', ma che tieni dentro pe' sta' così?"
Er regazzino girò lo sguardo lentamente verso de me e coll'occhi pieni de lacrime me disse: "Vedi gufe'? Tutti se chiedeno er perché 'n coro e 'n gioco a pallone come tutti l'artri regazzini. Io vedo que' faccie piene de pietà che me guardeno, ma mica v'ho' chiesto io de famme qua' cosa, me l'avete fatta voi dicennome ch'era giusto, senza dimme che stavate a fa na' prova. A vorte me chiedo che senzo c'avuto famme prova' na' cosa che manco loro ce lo sapeveno quello che voleveno trova', ma armeno me lo potevano di, sarei stato puro d'accordo a falla sta prova. Me chiedo puro er perché nun m'hanno detto che quello che cercaveno de 'n famme prenne me lo potevo pija' proprio facenno quello."
Rimasi ammutolito da quanto sto regazzino c'aveva dentro e, continuanno a stamme zitto ma guardannolo dentro l'occhi, lo invitai a continua er discorso.
"Prima de quer giorno" - me diceva - "io ero come tutti l'artri: quer regazzino felice che je piaceva core pe' li campi. Dopo quer giorno però, tutto s'è cambiato. M'aricordo che 'n ce riuscivo più a core, ma puro pe' camina' facevo fatica."
Cercanno de ripija' er fiato er regazzino me mise na mano sur collo che quasi me mise paura che me voleva strangola' e me domanno': "Ma armeno, è servita a quarcosa sto sacrificio?"
"Se è servito a quarcosa" - je risposi - "'n ce lo so, però quello che te posso di de core è che forse co sto sacrificio tuo, quarcosa cambia oppure cambierà."
"Ma perché prima" - incarzo' co le domanne - "m'ammazzate e poi me piagnete p'avello fatto? Perché me tenete tenuto nascosto come si fossi er parente scomodo de la vita vostra? Armeno dateme na' felicità, mo che m'avete ridotto così: fateme vede che 'n ce sto' così' pe' gnente.
MA ve rennete conto che dentro me sento solo? Perdoname gufè, se sto sfogo te po' ave' fatto cresce er nervoso dentro, ma qui tutti c'avete tutto, a me m'è rimasto solo er pensiero. 'N te la pija', me volevo solo sfogà. Mo te saluto, me ne ritorno a giocà cor pallone co' le mani perché li piedi me l'anno fermati."
S'arzo e se n'anno' via co l'istesso passo de come venne.
Io cor voto dentro ar core, perché proprio 'n sapevo che dije, lentamente me ne tornai sur ramo, ma co na' tristezza addosso che 'n c'avete idea, perché a quer regazzino 'n je serveno le parole, ma l'amore e 'n solo quello de 'n gufo piccolo e inutile come me, ma de quello der monno.
Na cosa però ve la posso di: a sto monno 'n esisteno granni scoperte e manco er progresso, fino a quanno c'è ancora 'n regazzino 'nfelice.

9 EURO A TESTA TANTO HANNO DEVOLUTO I NOSTRI DEPUTATI A A FAVORE DELLE VITTIME DELLA THYSSEN DI TORINO VERGOGNATEVI!!!!!!!!!!!!
leggete le e mail da me spedite e le loro risposte per devolvere un mese del loro stipendio a favore delle vittime di torino su:
http://riprediamocilitalia.blogspot.com/

Angela Napoli, deputata calabrese (AN)di Taurianova (RC), ex vicepresidente commissione nazionale antimafia e attuale componente della stessa, vive da anni "blindata". Da tempo impegnata in prima linea nella lotta alla 'ndrangheta e alle mafie in genere, ha chiesto più volte, anche nei suoi atti di sindacato ispettivo della Camera, lo scioglimento del consiglio regionale della Calabria.
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SANITA': NAPOLI (AN), IN CALABRIA TROPPI INTOCCABILI

Lamezia Terme (Catanzaro), 7 giu. - Angela napoli,d eputato di An, interviene sulla situazioen del sistema sanitario regionale. "Nel messaggio augurale inserito sul mio blog, - sostiene - pur non essendo particolarmente fiduciosa, avevo evidenziato la speranza che il Nuovo Anno portasse gli Amministratori della Regione Calabria a prendere coscienza del fallimento della loro politica e dello stato emergenziale in cui hanno fatto precipitare l'intera Regione e rimettessero, di conseguenza, il mandato nelle mani dei cittadini. Speravo nella riconquista della eticita' e della moralita; speravo soprattutto nel senso di responsabilita' che dovrebbe accompagnare qualsiasi cittadino, ma, in particolare, coloro che, chiamati ad amministrare la cosa pubblica, avrebbero il dovere di salvaguardare i diritti della persona, ad iniziare dal diritto alla vita. Ed invece e' iniziato il Nuovo Anno all'insegna delle notizie che hanno, ancora una volta, fatto rimbalzare sulle cronache nazionali l'immagine di una Calabria dove le cure sanitarie vengono prestate spesso all'insegna della superficialita', dove si muore per mancanza di posti-letto, per mancanza di mezzi di trasporto, per un semplice intervento di appendicectomia, per l'incapacita' di effettuare una tracheotomia, per mancanza di controlli specifici dopo una caduta dalla barella in pieno Pronto Soccorso. Di fronte ad un sistema sanitario regionale che registra drammi su drammi continuiamo ad assistere ad inutili proclami fatti da un Presidente della Regione che, guarda caso, mantiene per se la delega alla sanita' pur essendo pendente su di lui una richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed alla turbativa d'asta, proprio nel settore della sanita' calabrese. Il che - continua - fa anche comprendere il motivo per cui, al di la' di qualche intervento di mera facciata, quale la sospensione di alcuni medici, dei quali peraltro non e' neppure accertata la responsabilita', rimangono intoccabili gli incarichi affidati ad alcuni dirigenti. Vedi, ad esempio, il mantenimento dell'incarico di Commissario dell'ASP di Vibo Valentia, affidato ad un ex funzionario della locale Amministrazione Provinciale, alla cui guida c'e' l'attuale "amico" del Presidente Loiero". "Cosi' come - aggiunge - appare inspiegabile la continuita' della carica di dirigente sanitario della stessa ASP di Vibo nella persona che non si sa bene come abbia ripartito la sua funzione, se con maggiore dedizione all'incarico di dirigente sanitario o all'incarico di Presidente della nota Cooperativa "Valle del Bonamico" , sede di cospicui finanziamenti, molti devoluti a rappresentanti delle cosche della 'ndrangheta di Plati' e di San Luca. Eppure a questi intoccabili continuano ad essere affidate le indagini interne, le cui risultanze, come ad esempio quella relativa alla morte della sedicenne Federica Monteleone, non e' dato conoscere a distanza di ben un anno da quella tragedia. Senza tralasciare le inadempienze della locale Magistratura che, in quell'occasione, non ha neppure sentito il dovere di sequestrare immediatamente la sala operatoria dove era avvenuto l'intervento della giovane Federica. Eppure il Presidente Loiero e' soddisfatto, pronto a ritenere che la soluzione dell'emergenza sanita' sara' conseguente alla costruzione dei quattro nuovi Presidi Ospedalieri, senza creare un organismo di valutazione del personale sanitario e parasanitario calabrese, senza un monitoraggio sulla professionalita' di coloro che sono risultati vincitori di concorsi farsa, senza verificare quante attrezzature sanitarie risultino inefficienti o quante siano giacenti negli scantinati dei vari Presidi ospedalieri calabresi, senza verificare dove sono finiti i miliardi giunti in Calabria per la costruzione dei nuovi ospedali, tra i quali proprio quello di Vibo Valentia, o quanti miliardi siano stati sperperati per creare, sempre in Calabria, strutture sanitarie, anche arredate, mai utilizzate. Nessun provvedimento utile a far uscire la criminalita' organizzata dagli interessi del settore. Loiero - clnclude - continua a mantenere salda la sua poltrona di Presidente, la 'ndrangheta mantiene il business nella sanita' calabrese e la gente continua a morire senza un perche'".
http://www.lameziaoggi.it/politica.asp

Salve a tutti.
Siamo tre utenti del blog: Gargantua, Lara e Francy.
Ci siamo conosciuti attraverso questo nuovo mezzo e abbiamo avuto modo di fare amicizia.
Durante questi mesi abbiamo sviluppato una vera e propria collaborazione, anche attraverso skype, che ci ha portato a condividere interessi, discussioni, iniziative, preoccupazioni e gioie.
In diverse occasioni abbiamo pubblicato post scritti e firmati da tutti e tre.
Per questo abbiamo deciso di creare un nuovo account che ci permetta di esprimerci in quanto gruppo.
Siamo convinti che il seme del cambiamento si possa sviluppare solo ove vi sia lo spirito di collaborazione e partecipazione, valori su cui si basa la nostra iniziativa.
Chiunque voglia contattarci e collaborare per costruire qualcosa con noi può scriverci all'indirizzo [email protected]

siete dei grandi!
approvo e condivido pienamente
vi abbraccio
luisa

Grazie mille cara Luisa per l'apprezzamento e per l'entusiasmo che dimostri. Speriamo che cresca e che diventi qualcosa di valido. Scrivici! Un abbraccio

ADERIAMO TUTTI ALLA CLASS ACTION CONTRO LA MALAPOLITICA
Cari Amici,siamo sempre stati rispettosi delle regole costituzionali e delle regole della politica. Alcuni di noi la politica l'hanno partecipata con ideali e passioni. Siamo fin qui stati cittadini fiduciosi e responsabili, abbiamo atteso. Promessa dopo promessa. Annuncio dopo annuncio. Ma il degrado dell'amministrazione della cosa pubblica e della vita dei cittadini è tale che non ci si può solo indignare. Abbiamo il diritto e il dovere di dinfendere principi e regole, la salute nostra e dello Stato.
ADERISCI ALLA CLASS ACTION SU:
http://riprediamocilitalia.blogspot.com/

Incontro con Franca Rame per la presentazione dell'associazione "Facciamo i Conti"
Scritto da Andrea Capelli
domenica 14 gennaio 2007
Sabato 13 gennaio era prevista la riunione di GIV Lombardia a Milano per la votazione dello statuto e l’elezione delle cariche regionali ma veniamo a sapere che nello stesso giorno, presso la sede di Chiama Milano, si tiene un incontro presieduto dalla sen. Franca Rame sul tema: “sprechi pubblici” e naturalmente GIV Lombardia non poteva mancare ed è intervenuto con il sottoscritto, il vice-coordinatore neoeletto Andrea Guazzi, e il tesoriere Luca Pasqualotto.
L’incontro è stato interessantissimo, molto partecipato e le due ore sono passate velocissime, vi farò un breve riassunto.
La senatrice ha provveduto a farci un breve resoconto sulle spese (sperperi) statali, purtroppo non sono riuscito ad annotare tutte le cifre ma chi fosse interessato può trovare qualcosa sul sito www.francarame.it .
Nel 1992, anno di inizio di Mani Pulite, il debito pubblico italiano era alle stelle, lo Stato spendeva 4.000.000 (4 milioni) di lire al secondo, vennero spesi 23.000.000.000 (23 miliardi) per la carta, 9.000.000.000 (9 miliardi) per disinfestazioni e servizi igienici e 600.000.000 (600 milioni) per la carta igienica.
Oggi il debito italiano è di oltre tre milioni di miliardi di lire (ho provato a scrivere tutti gli zeri ma erano troppi), cioè 1 miliardo e 580 milioni di € (terzo posto nella classifica mondiale).
Tra le altre cose ci è stato detto che il governo italiano ha stanziato 600.000.000 di euro (600 milioni) per la guerra in Libano, e ancor più sconvolgente, siamo stati informati sul fatto che Berlusconi, durante gli anni del suo governo, ha ordinato 80+120 (200) caccia bombardieri.
Alla luce di questo dato mi sono chiesto: “ma questi 200 caccia bombardieri, come potranno aiutarci a rispettare il dettato dell’articolo 11 della Costituzione italiana laddove dice che l’Italia ripudia la guerra?”.
Ma non è tutto, sarebbe troppo bello, tra gli altri sprechi elencati troviamo 69.068.000 euro destinati dal governo Berlusconi in data 29/3/2006 (cioè dieci giorni prima delle elezioni) al restauro di alcuni palazzi, probabilmente l’ex presidente del consiglio pensava di vincere le elezioni, così non è stato ed ora chi li dovrà pagare questi soldi? Forse il governo Prodi? Vedremo…
La notizia che 10 giorni dopo le elezioni il governo Berlusconi (in carica provvisoriamente) con un decreto stabilì che gli ex presidenti del consiglio possono mantenere la scorta (una trentina di persone) e le macchine ufficiali, ha letteralmente scioccato me e alcuni dei presenti.
Sia mai che il Silvio nazionale non si può permettere di pagare la propria sicurezza personale o qualche auto, e quindi la fa pagare a noi? Ma la notizia più “tragica” è che gli uomini di scorta previsti erano di più, ma Prodi è intervenuto non abolendo la scorta (che sarebbe stata scelta più ovvia) bensì cercando un accordo e riducendola di numero.
La mia sorpresa, e il mio sdegno, hanno raggiunto l’apice quando la senatrice ci ha informato che nel 2005 sono stati stanziati finanziamenti per alcuni spot per la presidenza del consiglio per 6.000.000 di euro con lo scopo di sondare l’opinione pubblica. Questi spot sono stati trasmessi su tutte le televisioni, ebbene si cari lettori, avete intuito bene, Berlusconi ha pagato anche le sue televisioni perché trasmettessero i suddetti spot, con soldi pubblici; e poi veniva a raccontarci che il conflitto di interessi non esisteva.
Tra il 2001 e il 2005 poi sono stati spesi 7.600.000 euro per il parco macchine di palazzo Chigi, dotato anche di due Maserati, che sono bellissime auto molto potenti non ci sono dubbi, però la domanda che sorge spontanea è: cosa se ne fanno di due maserati? Se amano le auto sportive, che per i viaggi ufficiali sono inutili, non possono comprarsele con i loro soldi visti i lauti stipendi che percepiscono?
Ma la passione per le auto sembra non riguardare solo palazzo Chigi, infatti Mastella per il suo dicastero ha acquistato 39 bmw, e non credo che si facciano 39 viaggi ufficiali al giorno solo per il dicastero della giustizia.
Oltre ai suddetti sprechi di denaro pubblico denunciati dalla senatrice, la stessa ci ha raccontato altre cose interessanti, ci ha raccontato ad esempio, che tra il 1960 e il 1992 la magistratura chiese per 520 volte al parlamento l’autorizzazione a procedere contro qualche parlamentare, e 485 furono rifiutate, solo 35 furono accettate 32 delle quali riguardavano l’on. Cicciolina per atti contrari al pubblico decoro, segno che in quegli anni l’unico reato perseguibile era quello di mostrare la patatina (F.Rame).
Ci ha raccontato poi dell’ambiente del senato che lei stessa ha definito “il frigor dei sentimenti” perché ognuno pensa agli affari suoi e li dentro conti solo per il voto che dai.
Al termine della relazione si sono susseguiti alcuni interventi, tra i più interessanti quello di un commercialista di Bergamo, che ci ha informato dell’esistenza di una neonata associazione che raccoglie alcuni professionisti che si battono contro gli sprechi pubblici, per arrivare ad una minore tassazione.
Ciò che mi ha colpito è stato che queste persone per giungere alla riduzione delle tasse hanno individuato La via da percorrere, cioè il taglio degli sprechi elencandone alcuni:
70 miliardi di euro l’anno il costo della corruzione
13 miliardi di euro l’anno il costo dell’assenteismo nelle amministrazioni
115 miliardi di euro l’anno il costo dell’evasione fiscale
Molto interessante anche l’intervento di Luca Assirelli, Giv Emilia-Romagna, che ha parlato di energia informandoci che l’Italia è attualmente il secondo paese come capacità di stoccaggio di Gas, dicendoci quindi che la crisi energetica nel nostro paese non esiste. Ha parlato anche del quotidiano on-line comincialitalia (www.comincialitalia.net) dove gli articoli li scrive la gente.
Questo è un sunto su quanto successo ed emerso il 13/01/2007 a Milano, e i commenti dei presenti sono stati euforici, vi saluto invitandovi a visitare e a registrarvi al blog di Franca Rame ( www.francarame.it ).

Andrea Capelli
GIV-Lombardia

(http://www.idvgiovani.it/index.php?option=com_content&task=view&id=24)

venerdì 11 gennaio 2008
Provincia di Cuneo - Costa scrive a Franca Rame, senatrice dimissionaria

“Di avversarie politiche come lei non se ne può facilmente fare a meno”

Provincia di Cuneo - “Di avversarie politiche come lei non se ne può facilmente fare a meno”.
Con queste parole il presidente della Provincia, Raffaele Costa, ha concluso la lettera con la quale esprime solidarietà e stima alla senatrice Franca Rame, dimissionaria dal Senato perchè delusa dalla politica. “Apprezzo, anche se non condivido – scrive Costa - le ragioni che stanno a fondamento della sua scelta e mi permetto di consigliarle di riflettere ancora una volta se le dimissioni dovranno essere date, con la speranza comunque che il Senato provveda a respingerle. Noi non abbiamo idee comuni in molti campi, ma abbiamo constatato nel passato recente che qualche argomento ci univa: la lotta agli sprechi, ad esempio. Personalmente ho fatto il parlamentare per trent’anni cogliendo affermazioni, ma anche tante delusioni: neppure nei momenti più neri (penso all’epoca delle Br o a tangentopoli) ho pensato di dimettermi. Spero che lei possa avere un ripensamento e capire che le delusioni della politica sono sempre tante, ma che debbono essere superate. Personalmente ho scelto di chiudermi nella mia provincia dove trovo ostacoli, ma anche qualche soddisfazione per merito di amministratori e politici non solo della Casa delle Libertà (che qui lavora unita come vorrebbe Berlusconi), ma anche per l’impegno del ministro Di Pietro in tema di strade ed autostrade di cui la mia provincia, dove si muore ancora facilmente a bordo di auto e moto, ha molto bisogno. Coraggio Senatrice!”
(http://www.albain.com/informazione/dettaglio.asp?id=15104)

a distanza di un anno, ho trovato molto interessante rileggere questo articolo. in quanti hanno veramente messo a frutto le proposte della senatrice Rame, di Franca?
ve lo ripropongo. spero possa risvegliare le coscienze assopite...soprattutto di "chi di dovere"...
vi abbraccio
luisa

THYSSENKRUPP/ SENATORI PRC: MEMORANDUM AZIENDA E' VERGOGNOSO
14-01-2008 15:54
Solidarietà senatori Rifondazione a operai impresa

Roma, 14 gen. (Apcom) - "Il memorandum ad uso interno della ThyssenKrupp dovrebbe venire diffuso nelle scuole per far capire ai nostri giovani fino a dove può spingersi l'egoismo, l'irresponsabilità e la cecità degli imprenditori. Il tentativo dei dirigenti tedeschi dell'azienda di scaricare sui lavoratori 'disattenti' la responsabilità della strage è ineffabile: speriamo che la magistratura acquisisca il documento agli atti dell'inchiesta sul rogo in cui sono morti 7 operai ". Lo affermano i senatori del Prc Stefano Zuccherini e Daniela Alfonzi, membricommissione lavoro al Senato.

"Ai lavoratori della Thyssen al sopravvissuto della squadra perita sul lavoro che oggi l'azienda accusa di protagonismo e di menzogne, va tutta la nostra solidarietà e quella del gruppo al Senato".

Sequestrata una relazione riservata alla Thyssenkrupp
Sdegno per il contenuto del documento

Torino 14 genn. - Adesso l'indignazione e la rabbia prendono il posto del lutto e del dolore. Adesso quel gesto di rifiuto della corona di fiori inviata dalla direzione della Thyssen ai funerali degli operai morti nella strage, allora parso quasi eccessivo, esagerato, trova ampia giustificazione.
I ragazzi dell'acciaieria sapevano con chi avevano a che fare.

Lo sdegno scaturisce dalla vergognosa relazione sequestrata dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza, in occasione di una della perquisizioni alla ThyssenKrupp.
Un anomino dirigente italiano, in un eccesso di bieco servilismo, tentava di compiacere ai padroni tedeschi, scrivendo una montagna di nefandezze, miste a cinismo e falsità.

L'unico operaio sopravvissuto, Angelo Boccuzzi, era nel mirino dell'azienda. Nel documento sequestrato nell'ufffcio dell'amministratore delegato Harold Espenhahn, dai militari guidati dal colonnello Carmine Lopez, si legge << L'operaio va fermato con azioni legali, perchè in tv sostiene accuse sempre più pesanti e false nei confronti della Thyssen >>. Però, ineffabile, il notista consigliava di non agire subito, per motivi di opportunità.

Ancora secondo l'autore della relazione, gli operai sono morti a causa della loro distrazione.
Il documento ovviamente aveva carattere riservato e stilava una sorta di lista dei nemici dell'azienda. Nemici che andavano dal Procuratore Aggiunto Raffaele Guariniello, quasi deriso << Le sue inchieste non vanno da nessuna parte >>, al ministro del Lavoro Cesare Damiano, << Perchè si schiera dalla parte dei lavoratori >>.

Adesso è chiara << La difficile situazione ambientale >> lamentata dai vertici della multinazionale ed alla base della decisione di dismettere lo stabilimento torinese.
Torino città operaia, Torino comunista, con un sindacato più forte ed organizzato che altrove; una città che si è schierata compatta accanto alle vittime ed alle loro famiglie.

Tutto ciò è parso inaccettabile agli occhi di chi opera nell'unica ottica della cassaforte e del profitto. Questo relatore, con l'aggravante di essere probabilmente torinese, dimostra di non conoscere la sua città, una Torino forse provinciale, ma che, come diceva Antonio Gramsci << Lavora e sa realizzare >>.

I vertci della Thyssen non hanno nè confermato nè smentito il documento, si sono limitati ad esprimere la loro riprovazione per la fuga di notizie.
E' necessario dimostrare loro che Torino saprà opporre alle ragioni di un capitalismo distorto, le ragioni della verità e della giustizia.

Riccardo Castagneri

I Thyssen - una delle famiglie più ricche d'Europa - sono famosi alla cronaca non solo per le fabbriche che producono acciaio e leghe. C'è anche una pagina nera e odiosa nella loro storia, emersa dal passato solo poche settimane fa: la notte tra il 24 e il 25marzo 1945, le truppe dell'Armata Rossa erano a 15 chilometri dal castello di Rech-nitz, sul confine tra Austria e Ungheria, residenza di Margit Thys-sen-Bornemisza, maritata al conte Ivan Batthyany. Margit organizzò l'ultima festa: 40 persone, tra Ge-stapo, SS e giovani nazisti. Balli, vino, liquori. Podezin, amministratore della Gestapo che aveva una relazione con la Thyssen, prese l'amante e una quindicina di ospiti, li armò e li accompagnò a una vicina stalla. Nei locali del castello, erano ospitati (in condizioni tre¬mende) circa 600 ebrei. Duecento di loro, non più in grado di lavorare, li aveva portati in quella stalla. Raggiuntala assieme agli ospiti li invitò a sparare «a qualche ebreo». Cosa che i pazzi ubriachi fecero dopo avere fatto denudare le vittime. Un massacro. Tutti morti, tranne 15 che dovettero scavare le fosse e che il giorno successivo furono ammazzati a loro volta.

(da L'unità, 7 dic 07)

non vorrà dire nulla ma non sono neppure notizie insignificanti
laura

LASCIATELO LAVORARE
Di Marco Travaglio.
Adesso basta. Com’è che quando Berlusconi parla nessuno lo prende più sul serio? Come si permettono i colleghi politici, gli alleati e persino i servi di partito, di smentirlo prima ancora che si smentisca lui?
Quello che è accaduto domenica intorno al Cainano è gravissimo. Il pover’ometto di ritorno da Antigua e dunque già sconvolto dal jet-lag, perdipiù intento a curare l’anziana madre malata “con la terapia dell’amore che funziona sempre ” (soprattutto col centrosinistra), trova il tempo di telefonare a quegli scioperati di Forza Italia che se la spassano a Roccaraso con la Nave Azzurra. E una volta tanto dice la verità.
Cioè che a lui della riforma elettorale non glie ne può fregare meno: a lui interessano le tv. Ergo,delle due l’una: o l’Unione cestina la pur gentilissima Gentiloni (che lascia intatte le sue tre reti, ma gli leva un po’ di pubblicità), e con essa gli elettori rimasti, o lui non tratta. E’ la prima mission del suo impegno politico fin dal ’94 (l’altra, evitare la galera, è cosa fatta). E non ne ha mai fatto mistero. Ma visto che alleati e avversari fingono di scordarlo, s’incarica di rammentarlo papale papale: mettere un tetto alla pubblicità è “criminale”, corrompere giudici, finanzieri, senatori, dirigenti Rai o trasmettere con tre reti quando al massimo se ne possono possedere due, invece, è legale. Si può discutere su questo curioso postulato del diritto arcoriano, simile a quella di chi si fa una casa abusiva e, dinnanzi al cancello, affigge il “divieto di sosta” per far multare chi parcheggia di fronte. Ma non si può fingere sorpresa: è lo stesso da15 anni. Invece cadono tutti dal pero.
D’Alema parla di “gaffe”. Veltroni chiama Bettini perché senta Letta. Vergini violate si strappano le vesti ad ogni latitudine della buvette di Montecitorio: Berlusconi che pensa alle tv mentre potrebbe passare alla Storia come coautore di un modello tedesco corretto alla spagnola con una spruzzata di francese e un cicinin di seltz, chi l’avrebbe mai detto? “Possibile – così il Corriere riassume lo sconcerto dei vertici Pd - che abbia voluto stoppare il dialogo sulle riforme?” Casini ammonisce: “Sbaglierebbe il Cavaliere se confondesse le tv con la legge elettorale…..” . Beata ingenuità. Il Cavaliere non confonde nulla: con le tv ci fa i miliardi, con la legge elettorale ci fa la birra, tant’è che in 15 anni è stato favorevole e contrario a tutti i modelli presenti nell’universo, anche al sistema venusiano. Alla fine Bonaiuti smentisce il padrone, il quale è costretto a smentirsi a metà: “Ho solo detto che non si può collaborare con chi mette a segno un disegno criminale come la Gentiloni”. Dal Pd, cioè dai “criminali”, è tutto un rallegrarsi, scambiarsi strette di mano e pacche sulle spalle, tirare sospiri di sollievo: “un altro passo avanti sulla strada del dialogo” ci ha solo dato dei criminali, buon segno, grande apertura, è fatta. Tanto tutti sanno che, al Senato, la Gentiloni (di nuovo rinviata da gennaio a febbraio) non passerà mai: qualche speranza l’avremmo avuta se si fosse aperto un dialogo preferenziale con Fini, Casini e Bossi due mesi fa, quando quelli litigavano col Cainano che giurava di annientarli dal predellino della Mercedes. Invece il dialogo preferenziale si fa con lui, e gli altri, isolati da lui e pure dal Pd, son tornati a Canossa. Una mossa geniale. Naturalmente di tutto questo il Tg1 e il Tg2 (diversamente dal Tg3) non si sono nemmeno accorti: come segnala Dagospia i notiziari di Jhonny Raiotta e Mauro Mazza hanno interpretato la chiamata del Cainano a Roccaraso in salsa inciucista. Titolo del Tg1”Berlusconi: riforma ok, no legge sulla tv”. Svolgimento: “Legge elettorale. Berlusconi: s’ al dialogo, no alla riforma tv. Il Pd: niente scambi sulla Gentiloni”. Tg2, titolo dopo slavine e rifiuti: “Legge elettorale e tv tra dialogo e rottura”. Svolgimento: “Berlusconi ribadisce il sì al dialogo sulla legge elettorale, ma fissa i paletti: no al sistema tedesco e sbarramento alto. Poii attacca la legge sulle tv: c’è un disegno criminoso per bloccare le riforme. Ed è polemica”. Segue il servizio di Ida Colucci dove manca il sonoro della telefonata berlusconica . Altrimenti si sentirebbe la frase testuale: “Con potremmo trattare con forze politiche che mettessero in atto una decisione criminale come il disegno Gentiloni. Non ci sarebbe possibilità di dialogo con chi agisse in questo modo”. E dando una notizia vera si creerebbe un pericoloso precedente.

THOR, IL SISTEMA DI RICICLAGGIO "INDIFFERENZIATO"
PENSATE FATTO IN ITALIA MA NESSUNO NE PARLA

Quanto sia oneroso e problematico il trattamento dei rifiuti, lo dimostra la “tragedia” della Campania alla quale media e istituzioni stanno prestando la loro allarmata attenzione in questi giorni. Ma i rifiuti solidi urbani, com’è noto, possono rappresentare anche una risorsa. In questa direzione va Thor, un sistema sviluppato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche insieme alla Società ASSING SpA di Roma, che permette di recuperare e raffinare tutti i rifiuti e trasformarli in materiali da riutilizzare e in combustibile dall’elevato potere calorico, senza passare per i cassonetti separati della raccolta differenziata.
PER SAPERE DI PIU VISITA:

http://riprediamocilitalia.blogspot.com/

non sono e non sarò il primo e neanche l'ultimo a dirglielo ma lei insieme a pochi altri rappresentano veramente il volere degli elettori degli italiani lei cosi' viene a mancare e come se manchiamo noi, io seguo lei e suo marito da quando ero piccolo vi ho sempre ammirato per il vs. pensiero per il vs. modo genuino di pensare alle cose signora rame si faccia rieleggere lo so è dura ma non gliela dia vinta a quei porci ritorni al suo posto il posto che i cittadini italiani le hanno dato.

IL Tirreno - GIOVEDÌ, 17 GENNAIO 2008

Dario Fo e Franca Rame ospiti d’onore del primo corso

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VIAREGGIO. Il premio Nobel Dario Fo e la moglie Franca Rame saranno domenica gli ospiti d’onore del primo corso del Carnevale di Viareggio. La notizia è stata annunciata questa mattina nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Fondazione, Elio Tofanelli.
L’arrivo della coppia in città è previsto già per la giornata di sabato, quando entrambi prenderanno parte alla cerimonia di apertura che inaugura ufficialmente l’inizio dei festeggiamenti.
Dario Fo e Franca Rame saranno a Viareggio per promuovere una associazione a sostegno dei soldati vittime dell’uranio impoverito e delle loro famiglie. Nei due giorni di permanenza a Viareggio, il premio Nobel e la moglie metteranno in vendita alcuni loro disegni organizzando una sorta di asta benefica il cui ricavato andrà proprio a favore dell’associazione.
Cla.Ve.

Questo articolo del Nobel Gunther Grass (per una singolare circostanza si trova accanto alla pagina della lettera di Franca Rame sulla Repubblica di oggi), a mio parere, vale la pena di essere letto.

La Repubblica - 2008-01-17

IDEE – lettere e commenti

Perché abbiamo bisogno di un nuovo ´68

GüNTER GRASS
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In un mondo in cui l´ultima ideologia che ancora regna incontrastata, tanto da fregiarsi di infallibilità, è il capitalismo, che detta le leggi dell´economia di mercato ma brucia mercati e capitali, in un mondo, dunque, in cui per smania di profitto e senza pudore si cancellano posti di lavoro, si ignorano i salari minimi e la distanza tra povero e ricco cresce a dismisura, l´alternativa al regno assoluto del capitale può essere trovata solo nel socialismo democratico. Lasciato in eredità dal movimento dei lavoratori europeo, esso si è dovuto rinnovare costantemente.

NON E' SOGGETTO AD ALCUN DOGMA Il suo obiettivo è il percorso. Ha bisogno di costanti revisioni. Sì: i socialisti democratici sono dei revisionisti provetti. Solo grazie a questa qualità il socialismo democratico è potuto sopravvivere ai divieti e alle persecuzioni delle dittature. La storia del partito socialdemocratico, il più vecchio partito democratico tedesco, dimostra tale potere di sopravvivenza. E´ un motivo più che sufficiente per trarre forza da questa tradizione gravida di esperienza e affrontare le molteplici sfide del XXI secolo con rinnovato vigore.
Sono sfide multiformi: al termine del secolo scorso è si è potuto porre fine alla divisione della Germania, alla spaccatura dell´Europa, almeno per quanto riguarda la scomparsa delle frontiere impermeabili. Ma all´unità territoriale della Germania manca il legame sociale, dunque l´unione della società basata sul riconoscimento reciproco; e l´Europa diventata più grande non deve scadere nel semplice ampliamento di mercato, ma è piuttosto auspicabile un´Europa che sulle basi della propria forza commerciale si impegni in una carta sociale comune e che non si irrigidisca all´esterno diventando una fortezza.
All´inizio del nuovo secolo si sono presentati come non più ignorabili anche i cambiamenti globali, già da tempo indicati, purtroppo inutilmente, come una minaccia. C´è l´evoluzione demografica che ha tendenze opposte: da una parte la popolazione mondiale cresce minacciosamente, dall´altra si registra la mancanza di nuove leve nei paesi industriali europei, soprattutto in Germania. Parallelamente i danni del cambiamento climatico causato da sostanze tossiche e le sue conseguenze globali non possono essere più negati neppure da ignoranti cronici. A un numero crescente di crisi e zone di crisi in Medio Oriente e in Africa corrisponde il debole atteggiamento delle democrazie occidentali, che evocano la minaccia del terrorismo come nemico esterno, ma devono la crescente perdita di credibilità alle propria autonoma decadenza.
L´industria farmaceutica, quella automobilistica, o le banche, hanno un potere che non è legittimato né dalla costituzione, né dal popolo sovrano, e che determina sempre di più la politica sino all´attività legislativa. Sono loro che nello stato puzzano di marcio. Loro, non eletti, ma armati del potere del capitale, incarnano il più acerrimo nemico della democrazia. Le lobby non conoscono limiti. Gli asociali salari dei manager e la corruzione imperversante ovunque sono i fenomeni che accompagnano il lobbismo.

Visti questi mali evidenti, in parte supportati da media non indipendenti, non c´è da stupirsi se sempre meno cittadini sono pronti a fare uso del proprio diritto di voto, dato che la loro supposizione sempre più frequente, «tanto quello che succede o non succede nella politica non viene stabilito in parlamento ma ai piani alti», trova conferma giorno dopo giorno. Così la democrazia si trasforma in farsa. Così lo stato afferma apertamente la propria impotenza. Così il collasso della struttura democratica avviene liberamente dal proprio interno. Eppure la crescente perdita di credibilità della democrazia parlamentare viene accettata come un destino ineluttabile da tutti i partiti, anche da quello socialdemocratico, che dovrebbe essere consapevole che solo in una democrazia fedele alla costituzione si può realizzare la giustizia sociale.
Gli appartenenti alla mia generazione, che hanno vissuto la fine della guerra da bambini invecchiati precocemente, io ero diciassettenne, sono diventati adulti con la nostra democrazia. Ci sono state impartite delle lezioni pesanti. La democrazia che ci è stata prescritta dai vincitori doveva vivere di vita propria. Ci siamo messi al lavoro sulle macerie, appesantiti dalla colpa e dall´infamia persistente. Doveva nascere qualcosa di nuovo. Progresso, stagnazione e recessione hanno marcato un lungo cammino.
Il mio coinvolgimento nella politica in quanto scrittore è stato preparato da una lunga permanenza in Francia, durante la seconda metà degli anni Cinquanta. Ma ho preso partito solo all´inizio degli anni Sessanta, tornato a Berlino, quando fu costruito il muro e il sindaco Willy Brandt si candidò per la prima volta alla carica di Cancelliere. Abbandonai pulpito e manoscritto, lo scrittore si determinò in quanto cittadino che voleva percepire i suoi diritti democratici come doveri.
Devo molto a Willy Brandt. Da lui si poteva imparare che l´agire pragmatico, dettato dalle necessità del presente, e lo sguardo politico, il riconoscere i problemi futuri, non si escludono a vicenda. La sua politica tedesca dei "piccoli passi" si affermò con successi parziali, rese più permeabile la frontiera in mezzo al Paese diviso e aprì la strada alla successiva riunificazione. Nel bel mezzo della guerra fredda, nonostante l´ostracismo dei suoi avversari politici, favorì la distensione ponendo le basi per il futuro. Prima di tutti gli altri che si sono resi meritevoli nel persistente obiettivo della riunificazione tedesca, dovrebbe essere citato lui, il socialista democratico Willy Brandt. Dopo aver lasciato la carica di cancelliere ha favorito una politica globale efficace e rivolta al futuro come nessun altro politico. Parlo del Rapporto Nord-sud, che ha redatto a metà degli anni ´70 su richiesta dell´Onu. All´epoca la presa di coscienza di una crescente discrepanza tra un nord ricco e un sud povero provocava solo qualche cortese cenno con la testa. Ma chi apre oggi quel rapporto si accorge che Willy Brandt già all´epoca chiamava per nome quelle che oggi sono le devastanti conseguenze delle occasioni perse di allora.

Arrivo al mio prossimo appunto: il compito dei socialdemocratici tedeschi è riconoscere come linea guida per il proprio agire politico la prospettiva introdotta da Willy Brandt. Ciò significa che chi vuole arginare il terrorismo e infine eliminarlo dovrebbe prendere in mano il rapporto nord-sud e riconoscere nella povertà crescente, nella fame, nel dominio e nelle umiliazioni post-coloniali, le cause della virulenta violenza di oggi e del terrore che non si può sconfiggere solo con la contro-violenza militare. Il discorso che Willy Brandt, ancora in carica, tenne alle Nazioni Unite, terminò con la frase: «Anche la fame è guerra!». Io c´ero, quando parlò davanti all´assemblea generale a New York. Il suo grido fu soffocato dagli applausi. Di più non accadde.
Infine mi si impone un ultimo appunto. L´anno 2008, ancora giovane, ci darà la possibilità di riflettere sulle proteste studentesche di 40 anni fa. In molti media la resa dei conti con i sessantottini è già cominciata. Alcuni, che ai tempi si proclamavano di estrema sinistra, sono diventati cassa di risonanza della destra. No, la protesta della gioventù negli anni ´67 e ´68 era attesa, necessaria, e ha liberato la repubblica federale dal suo irrigidimento restauratore. Allora accompagnai la protesta con simpatia, ma anche criticando la retorica pseudo-rivoluzionaria di alcuni suoi portavoce. Quella sollevazione, che l´emergenza educativa in scuole e università e la lontana guerra del Vietnam avevano acceso in tutto il paese, non poteva essere placata dalle manganellate della polizia. In segno di sfida si chiedevano risposte politiche. Non pochi studenti si trasformarono in socialdemocratici. La Spd si rafforzò. L´anno successivo il suo segretario poté decidere da Cancelliere le linee guida della politica. Considerata la situazione attuale e in vista del futuro, gravido di crisi, una nuova protesta giovanile, da non reprimere con i manganelli, è urgente e necessaria. Anche la Spd potrebbe trarre vantaggio da una simile sfida.

(Traduzione
di Thomas Paggini)

Mastella: ''Lasciamo la maggioranza''. Vertice Pd da Prodi

L'ex ministro della Giustizia, che apre di fatto la crisi di governo, spiega il suo "basta" in una lunga dichiarazione al termine dell'ufficio politico dell'Udeur : ''Si vada alle elezioni''. E si lamenta di "un'inchiesta giudiziaria faziosa e pregiudiziale'' e della ''mancata piena solidarietà di amici e alleati''. L'opposizione: ''Crisi inevitabile. Prodi vada da Napolitano''

"L'esperienza di questo centrosinistra e' finita''. Così l'ex ministro della Giustizia in una conferenza stampa. La decisione comunicata a Prodi con una lettera. An: "Premier prenda atto e si dimetta". Casini: "Crisi inevitabile". Di Pietro: "Parole di uomo esasperato"

cara franca,come avevi predetto il governo è imploso.
certo che sono arrivati a toccare il fondo.quale sia stato il prezzo del tradimento non è lecito sapere.
ma per lasciare la maggioranza doveva proprio aspettare l'inquisizione della consorte?
forse sono solo una povera pirla,ma questa cosa mi puzza.
visto che siamo in crisi cosa ne pensi di fare questa lista civica nazionale?
cosa si deve fare per costituirla? te lo chiedo perchè nessun parlamentare da me interpellato (di des o sin) si è mai degnato di rispondere a questa domanda.la mia idea è presentare un numero di liste civiche con un numero di mominativi (di persone oneste e volenterose)pari al 70-80% dei seggi sia della camera che del senato e fare un nuovo 68.ma ho bisogno di aiuto perchè non so come muovermi e in più nessuno sa chi sono e potrbbero pensare di che forse sono fuori come un balcone.
mercedes

Cara Mercedes,
 come dici tu, è probabile che sotto ci sia molto altro, che purtroppo non ci è dato sapere.
Mastella è stato inquisito per Why not e per Poseidone da De Magistris, ma allora non si parlato di dimissioni nè di crisi.... Possibile che si faccia oggi, quando ad essere inquisita è la moglie?!?
redazione

Da Repubblica.it

Verso crisi di governo
La decisione al termine dell'ufficio politico dell'Udeur: "Per noi è un'esperienza finita, voteremo contro la fiducia. Si vada alle elezioni". Ronchi (An): "Il premier si dimetta subito". I leader del Pd, il premier, i suoi vice e alcuni ministri riuniti a palazzo Chigi

20:04 Dini, questa legislatura non vada perduta
"Governo di transizione" e niente elezioni anticipate, perché "questa legislatura non vada perduta". Questa la posizione dei senatori Liberaldemocratici, Lamberto Dini, Natale D'Amico e Giuseppe Scalera. "Noi liberaldemocratici da tempo avevamo messo in evidenza come le contraddizioni interne alla maggioranza rendessero insufficiente l'azione del governo e rischiassero di condurre a un esito infausto per la legislatura. Purtroppo non siamo stati ascoltati. Ora, se come sembra probabile l'azione di Mastella e del suo partito condurrà alla crisi di governo, è necessario che questa legislatura non vada perduta", dicono gli esponenti Ld

20:02 Schifani: Prodi si dimetta, non ha numeri al Senato
"Prodi si deve dimettere perché ormai non ha più una maggioranza politico-parlamentare al Senato. Non ha più i numeri". Il capogruppo al Senato di Fi, Renato Schifani non ha dubbi: il governo Prodi deve andare a casa, per evitare al Paese "l'agonia di una crisi ormai conclamata"

19:58 Vertice a palazzo Chigi
I ministri Alessandro Bianchi, Rosy Bindi e Paolo Gentiloni sono a palazzo Chigi, dove è in corso un vertice del Pd sulla situazione politica

19:57 Russo Spena, andremo a elezioni anticipate
"La perfetta sintonia tra l'attacco del cardinale Bagnasco e la scelta dell'Udeur di lasciare la maggioranza è di per sé eloquente, come lo è d'altra parte la contemporaneità tra l'inizio di una verifica che avrebbe potuto inaugurare una nuova fase nelle politiche sociali del governo e questo affondo delle aree centriste della maggioranza". Lo dice il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena. "Credo che andremo alle elezione anticipate, penso che non vi siano pasticci possibili, non siamo disposti ad accettare il governo tecnico" ha aggiunto

19:51 Matteoli, Prodi vada al Quirinale si apra crisi
"Dopo l'uscita dalla maggioranza di Mastella e dell'Udeur a Prodi non resta che prendere atto e recarsi al Quirinale per aprire ufficialmente la crisi. Non è immaginabile una sua eventuale resistenza nel fortino di palazzo Chigi". Lo dice il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli

19:50 Capezzone, se Prodi ha dignità si dimetta
"Mi auguro che il premier, con un sussulto di dignità, decida di dimettersi, dinanzi agli inequivocabili e definitivi fatti della giornata di oggi. Risparmierebbe così a se stesso e al paese lo spettacolo di un 'Vietnam parlamentare' nelle prossime 48 ore" è il commento di Daniele Capezzone

19:47 Vertice a palazzo Chigi
Sono giunti a palazzo Chigi anche l'ex segretario dei Ds Piero Fassino e il ministro per i Rapporti col parlamento Vannino Chiti

19:46 Lettera di Mastella giunta a Prodi dopo le agenzie
La lettera del leader dell'Udeur Clemente Mastella, secondo quanto si è appreso, è giunta al presidente del Consiglio Romano Prodi dopo le agenzie di stampa che annunciavano l'uscita del Campanile dalla maggioranza

19:45 Maroni, Prodi si dimetta e si vada al voto
"Noi chiediamo che Prodi si dimetta subito, che non si facciano pasticci con governi tecnici o istituzionali, e che si vada direttamente alle elezioni". Roberto Maroni indica così la richiesta della Lega dopo l'uscita dell'Udeur dalla maggioranza. E sottolinea che nessuna altra questione potrà essere affrontata in Parlamento prima delle dimissioni del governo. "Domani mattina, quando Prodi verrà alla Camera per il dibattito sulla Giustizia - dice infatti - chiederò la sospensione dei lavori e la convocazione immediata della conferenza dei capigruppo, perché non si può discutere con un presidente del Consiglio che non ha più la maggioranza"

19:42 Bonelli, vero obiettivo era caduta di Prodi
"E' un duro colpo per tutto il Paese, una scelta irresponsabile di chi ha tradito un patto con gli elettori, di chi ricevuto solidarietà politica ma aveva invece evidentemente l'obiettivo strumentale di far cadere Prodi". Questo il commento di Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Camera

19:38 Castelli. decisione Udeur? Finché non vedo non credo
"Finché non vedo non ci credo. Dini, Mastella e compagnia cantante ci hanno abituato a troppi proclami. Li aspettiamo al voto, in Senato": questo il commento del presidente dei senatori della Lega Nord, Roberto Castelli

19:36 Meloni: Prodi non ha più scuse, rassegni dimissione
"Dopo l'annuncio di Mastella Prodi non ha più scuse: per rispetto di se stesso, della propria coalizione e dell'Italia tutta, rassegni immediatamente le sue dimissioni" afferma Giorgia Meloni esponente di An e vicepresidente della Camera

19:33 Vertice da Prodi con D'Alema, Rutelli, Veltroni
E' in corso a palazzo Chigi un vertice con il premier Romano Prodi, presenti, al momento, i due vice Massimo D'Alema e Francesco Rutelli, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, il segretario del Pd Walter Veltroni, il suo vice Dario Franceschini, il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro e i ministri Giuseppe Fioroni e Arturo Parisi

19:30 Calderoli, ora Napolitano rimandi il Paese al voto
"Ora il governo non ha più una maggioranza, neanche quella artificiale che aveva faticosamente avuto sino a oggi, e che aveva giustificato l'accanimento terapeutico con cui lo si è mantenuto troppo a lungo in vita. Ora il presidente della Repubblica, con le decisioni che andrà ad assumere, dovrà dimostrare, con i fatti, di essere il presidente di tutti e dovrà quindi restituire il Paese alle urne, prima che sia davvero troppo tardi" ha detto Roberto Calderoli, senatore della Lega

19:28 Diliberto, se c'è crisi si vada subito al voto
"Se dopo l'uscita dell'Udeur dalla maggioranza ci sarà crisi, non c'è che una strada: il voto anticipato. Perché questo governo è l'unico legittimato dal voto degli elettori, non ce ne possono essere altri" ha affermato il segretario del Pdci Oliviero Diliberto

19:23 Storace, Prodi a casa e fateci lavorare
"156 senatori con il centrodestra, 158 con il centrosinistra. Poi se ne è andato Turigliatto: 157 pari. Poi se ne sono andati tre mastelliani. Scendono a 154. Fisichella sta lì lì e sono 153. I diniani sono attestati su un granitico forse. Potrebbero scendere a 150. Nemmeno se Napolitano nomina 14 senatori a vita si salvano. Prodi a casa e fateci votare" ha dichiarato il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace

19:21 Mastella a Veltroni: adesso corra da solo
"Veltroni decoubertianamente ha voluto correre da solo e ci ha esclusi. Adesso ha questa opportunità, la colga al volo" ha detto ancora Mastella durante la conferenza stampa nella sede Udeur

19:20 Casini: crisi inevitabile, Prodi al Quirinale
"La crisi di governo è inevitabile" e credo che Prodi "nelle fasi e nei modi che riterrà opportuno, non può non coinvolgere il Quirinale", perché "l'uscita di un partito dalla maggioranza è un fatto che ha rilievo istituzionale" ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini

19:19 Mastella, non ho sentito né Prodi né Berlusconi
"Non ho sentito nessuno, né Prodi né Berlusconi". Clemente Mastella risponde così a chi gli chiede se ha sentito i leader di maggioranza e opposizione prima di prendere la decisione di lasciare la maggioranza. Il segretario dell'Udeur nega di avere incontri in vista, a parte la registrazione di "Porta a Porta". Certo all'ex Guardasigilli brucia la mancata solidarietà degli alleati: "Ma quale solidarietà? Ma la chiamate solidarietà quella espressa da Bettini?", domanda Mastella ai cronisti.

19:15 Veltroni e Franceschini a palazzo Chigi
Il segretario del Partito democratico Walter Veltroni appresa la notizia dell'uscita dell'Udeur dalla maggioranza ha lasciato frettolosamente la presentazione del libro di monsignor Fisichella sottolineando che la situazione politica gli ingiungeva di andarsene. Poco dopo Veltroni e il vice segretario Dario Franceschini sono arrivati a palazzo Chigi per parlare con il presidente del Consiglio Romano Prodi

19:14 Gasparri, da Mastella ennesima lapide su governo morto
"Mi pare l'ennesima lapide messa su un governo morto da tempo. Prodi ne prenda atto senza cercare una inutile soppravvivenza rincorrendo il singolo voto" commenta Maurizio Gasparri (An)

19:12 Seggi contestati, rigettati tutti i ricorsi
La Giunta delle elezioni del Senato ha rigettato tutti e 9 i ricorsi sui seggi contestati. Lo ha riferito Roberto Manzione al termine della riunione.

19:10 Cossiga, scelta Udeur irrilevante per una crisi
"L'uscita dalla maggioranza dell'Udeur è da un punto di vista costituzionale irrilevante ai fini della sopravvivenza del governo. Secondo la Costituzione, il governo può essere rovesciato solo da un'apposita mozione di sfiducia, collettiva e non individuale". Lo rileva l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. "D'altronde - osserva ancora Cossiga - l'uscita dalla maggioranza non comporta neanche il rimpasto di governo, perché l'Udeur al governo non ha più nessuno. D'altronde, per presentare una mozione di sfiducia al Senato occorrerebbe un numero di firme che i senatori dell'Udeur, essendo tre, non hanno, e certamente non saranno né Forza Italia, né l'Udc, che ormai è a un passo dall'entrare nella maggioranza, né An a firmare detta mozione". "Il consiglio che posso dare al presidente del Consiglio Romano Prodi - conclude Cossiga - è 'resistere, resistere, resistere', e a tal fine nominare come ministro della Giustizia colui che ha inventato questo slogan, l'ex procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli"

19:08 Mastella, se si porrà fiducia voteremo contro
"Se ci sarà da votare sulla fiducia voteremo contro" ha detto l'ex ministro della Giustizia e leader dell'Udeur. Mastella ha definito "ininfluente" il dibattito di domani alla Camera sulla relazione del Guardasigilli sullo stato della Giustizia.

19:02 Mastella: ho detto basta, non tratto e non negozio
"Adesso dico una volta per tutte basta": così Mastella, nel corso di una conferenza stampa ha spiegato di prendere atto "della mancata solidarietà" ricevuta dalla maggioranza in seguito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto lui e la sua famiglia. "Ho detto basta, è finita, non tratto e non negozio, lascio la maggioranza è finita un'esperienza'' ha detto ancora Mastella comunicando la decisione di togliere il sostegno al governo

19:00 Ronchi (An): ora Prodi si dimetta
"Prodi prenda atto della decisione dell'Udeur e rassegni le dimissioni" ha dichiarato il portavoce di An, Andrea Ronchi

18:57 Mastella: è finita, lascio la maggioranza
"Lasciamo la maggioranza, l'esperienza di questo centrosinistra è finita". Così l'ex ministro della Giustizia e leader dell'Udeur, Clemente Mastella, in una conferenza stampa al termine dell'ufficio politico del partito. "Ringrazio Prodi - dice Mastella - il rapporto umano rimane e rimarrà sempre, ma l'esperienza politica del centrosinistra è conclusa". A chi gli chiede se l'Udeur darà l'appoggio esterno al governo, Mastella ha risposto: "No".

ma che bel lavoro hai fatto, bimba. Bravissima! leggendoti mi batteva il cuore. mi hai fatto rivivere una delle più brutte giornate della mia vita. he sfacelo.
il pensiero più triste? LA SINISTRA SARà ASSAI DIFFICILE CHE LA SI POSSA RIVEDERE AL GOVENO NEI PROSSIMI 100 ANNI.
HANNO AVUTO L'OCCASIONE PER DUE VOLTE... E L'HANNO SPRECATA.
UN BACIO A TUTTI... CON TRISTEZZA
franca

Scusa Franca,
ma io non sarei così negativo. Non sono d'accordo su quello che si dice ultimamente su Veltroni. La storia che sia troppo buono credo sia vera. Ma che sia in buona fede e' altrettanto vero. Insomma non è D'Alema !!

La Sua proposta di correre da solo la capisco nel senso che occorrerebbe adottare "sto sistema a doppio turno alla francese" (scusate il benedetto "sto" ma e' quasi vent'anni che se ne parla...), dove inizialmente - al primo turno - ognuno misura la sua forza e se vogliamo l'adesione degli elettori alle sue proposte, mentre al secondo turno si fanno le alleanze. E' giustissimo (anche qua - come in altri casi - non bisogna inventare l'acqua calda, bisogna solo COPIARE)!!. Ma D'Alema non vuole...!!!

Roma - 13 febbraio 2008
Ore 12.30 - Piazza Montecitorio
Manifestazione nazionale
LICENZIAMO IL PARLAMENTO!

ESORTO CALDAMENTE

tutti gli Italiani ONESTI ad aderire a questa iniziativa.

E invito gli organizzatori ad estendere le motivazioni del "Licenziamento" alla disonestà della stragrande maggioranza dei Parlamentari.

Non possiamo illuderci che continuando a scrivere, a parlare, a raccogliere firme possiamo scuotere questa gente ormai priva del benchè minimo senso di vergogna per le loro malefatte anche quando vengono in prima pagina sui giornali.
Condannati e interdetti che restano al loro posto!!!
Magistrati onesti trasferiti per avere compiuto il loro dovere con onestà.

Quelli malati di corruzione hanno bisogno del nostro aiuto.
Dobbiamo assolutamente somministrargli un Trattamento Terapeutico Obbligatorio!!!

Non ci si può limitare più a scrivere !!!
La protesta, rigorosamente non-violenta, deve diventare AZIONE.
Gli va detto da vicino e in faccia di smetterla, di andarsene.
Gli possiamo anche lasciare tutto quello che ci hanno rubato ma se ne devono andare!!!
Devono smetterla di disgustarci con le loro menzogne e la loro ipocrisia.

Le parole, le firme non mi soddisfano più!
Ci vuole la Piazza !!!
O la Piazza o il mondo migliore me lo costruisco portando a passeggio un cieco o valigie piene di alimenti agli affamati.
Non perdo più tempo in chiacchiere.

Ragazzi dobbiamo essere migliaia a questa manifestazione.
Deve essere LA PRIORITA' !!!

http://beppegrillo.meetup.com/14/messages/boards/view/viewthread?thread=...

"Lo spettacolo deve continua'." - cosi' sembra che se dica ner monno dell'attori e de li' giullari, ma quale spettacolo deve continua'?
Signiori mia, oramai er politico assomija sempre più a 'n giullare de corte, solo che sur trono a stacce seduto 'n c'è mica er re: ce trovi l'arta finanza.
Licenzia' er parlamento è na' cosa che po' anna', ma se deve da' riflette su li politici bboni che scardano qua' portrona c'onesta' e dignita'.
A rega' 'n famo tutto de 'n'erba 'n fascio.
Oramai se sanno chi so' li politici da fa' fora dar transatlantico e quelli che ce devono da rimane'.
Piuttosto che licenzia', famo 'n poco de pulizia... però prima de falla li dentro la pulizia, l'omo se deve da' chiede se per caso 'n c'ha magnato puro lui su sto sistema.
'Ncazzateve puro, ma è la verita'.
Puro l'omo er giovamento suo l'ha trovato su sto sistema clientelare ch'er politico mise 'n piedi da quanno er culo su la portrona poso'.
'N famo li finti tonti, puro l'omo c'ha messo der suo su sta situazione e fa' paga' er conto solo ar Mastella de turno, n'è mica tanto coretto.
Pe' carita', 'n voijo mica difenne er sor Mastella: pe' quello ce penza da solo e puro co' dignita'.
Ma che lui sia er solo a paga' pegno pe' le marachelle, me sembra na' stronzata.
Che pe' vince 'n concorso te serve er politico e puro 'n prete ce lo sanno tutti e puro noi pennuti, ma prima de punta er dito verso quarched'uno, mettemose davanti a no' specchio e tiramo fora la verita': semo puliti puro noi?
Er qualunquismo lassamolo a chi 'n sa' usa' er cervello, l'omo penzi a fa' l'omo, er politico torni a fa' er politico.
Noi pennuti rimanemo sur ramo a guarda' l'omo che fa' lo spettacolo suo.

"Oramai se sanno chi so' li politici da fa' fora dar transatlantico e quelli che ce devono da rimane'."

io credo che TUTTI i politici devono annà fora dar transattlantico
e ti spiego il perchè
i politici "onesti" fianco a fianco dei "disonesti" non hanno detto na parola, manco un mugugno
delle 2 l'una:
o non si so accorti di niente
o sapevano e hanno taciuto
in entrambi i casi, secondo me se ne devono annà

sulle responsabilità di ognuno di noi so daccordo, ma permettimi un piccolo distinguo:
io se colludo, o inciucio, o commetto "atti impuri", se vengo beccato, pago SEMPRE in prima persona, il politico no
la sostanza non cambia e concordo con te che anche ognuno di noi ha le sue responsabilità ma converrai con me che la cosa è ben diversa

peace&love
filippo

Il Tirreno MERCOLEDÌ, 23 GENNAIO 2008

Pagina 23 - Spettacolo

di Maria Antonietta Schiavina

Mi ha voluta Dario Fo

La Massironi nel ruolo inventato per Franca Rame

Interpretando la moglie di un operaio che non riesce a far quadrare i conti penso alla fatica che faceva mia madre

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Quando Dario Fo e Franca Rame le hanno detto che il ruolo era suo, Marina Massironi - la Claudia dei film di Aldo, Giovanni e Giacomo - ha provato davvero una grande gioia. «Aver superato una prova con due big della scena mi è sembrato un sogno» dice l’attrice con orgoglio, spiegando che Fo e la Rame sono i suoi comici preferiti, che ha visto tutte le loro commedie.
“Sotto paga non si paga” però le era sfuggita. «E forse è stato meglio così - aggiunge - perché altrimenti mi sarei sentita meno libera».
L’attrice lombarda è in tournée con Antonio Catania - da domani a domenica è al Verdi di Firenze, poi sarà a Pietrasanta il 10 marzo e a Empoli il 20 - nel divertente spettacolo scritto dal premio Nobel insieme alla moglie Franca Rame e rivisitato per i giorni nostri rispetto al testo messo in scena dai due attori nel ’74. Afferma: «nel caso di Franca Rame, interprete del ruolo di Antonia che ora è mio, tenere il paragone sarebbe stata un’impresa impossibile!». E dice che il ruolo della casalinga e moglie di un operaio, costretta a fare i salti mortali per far quadrare i conti, la coinvolge particolarmente, perché in lei riflette sua madre...
«Se chiudo gli rivedo la mamma segnare su un quadernetto tutte le spese, dando un nome fasullo alle cose che comperava di nascosto da papà, un semplice operaio che con il suo stpendio non poteva certo permettersi di largheggiare».
Quando Fo e la Rame debuttarono con “ Sotto paga non si paga” il tema trattato appariva piuttosto surreale...
«Raccontava un gruppo di donne che cercava di inventarsi uno stratagemma per fare la spesa in tempi di austerità... Il tutto visto dall’occhio di due operai, Antonia e Giovanni. Poi le cose si trasformarono e la fantasia divenne realtà. Oggi il copione si ripete, con una situazione che è anche peggiorata, grazie ai lavori precari, ai rincari e alle bollette impossibili da pagare».
C’è poco da ridere insomma.
«E i temi trattati dal testo sono seri, cercano di far riflettere, di dare un avvertimento, anche se poi il pubblico alle nostre battute, si diverte e reagisce molto bene».
Parliamo dei suoi inizi di attrice. Sono stati faticosi o ha avuto il terreno spianato?
«Nono sono mai stata una figlia di papà, come si dice a Roma, ho sempre lavorato mi sono sempre comprata le cose da sola. E ho messo in pratica, grazie agli insegnamenti di mia madre, un grande spirito di indipendenza».
Conosceva già Dario Fo e Franca Rame o ha sostenuto un regolare provino?
«Ci siamo incontrati a Roma, io ero in scena con uno spettacolo che loro son venuti a vedere. Poi ci siamo rivisti per il provino. È andata bene e mi hanno dato l’ok».
L’hanno promossa, perchè si è trattato di una grande promozione non è vero?
«Grandissima, ma credo sia stato molto difficile anche per loro scegliere degli attori che potessero sostenere un ruolo che ormai non avrebbero potuto più fare ma che si erano cuciti addosso».
Lei ha avuto successo sia con il doppiaggio che con il cinema e il teatro. Ma c’è una persona che ha dato un’impronta decisiva alla sua carriera?
«Decisiva forse no, ma importante sicuramente. E le persone in questo caso sono tre, perché la scoperta di una forza comica è arrivata con il trio con Aldo, Giovanni e Giacomo che mi ha tirato fuori ciò una vena che avevo ma nella quale probabilmente non credevo».
Una comicità assopita...
«Coperta soprattutto dalla mia timidezza».
È consapevole di essere considerata dai critici uno dei pezzi forti della comicità odierma? E si sente addosso questa responsabilità?
«La responsabilità che sento è quella di salire sul palcoscenico e di far ridere se devo far ridere, oppure di far pensare. E credo che, nel campo dello spettacolo, ci siano molte attrici brillanti che magari non sono ancora uscite allo scoperto, perché emergere oggi è molto difficile».
Che bambina è stata Marina Massironi?
«Timida ma non solitaria. E avevo un grosso problema perchè ero grassa».
La prendevano in giro?
«Qualcuno sì ma più che altro arrivavo sempre ultima quando si facevano i giochi e le corse».
È stato in quel periodo che ha deciso di fare l’attrice?
«Credo di sì. Mi piaceva tenere banco, magari non avevo delle amicizie profondissime, ma cercavo di essere sempre al centro dell’attenzione, di trovarmi il mio spazio in qualche modo, un palcoscenico che poi non ho più lasciato e che credo non lascerò mai».

820.916 CITTADINI HANNO FIRMATO PER IL REFERENDUM PER LA MODIFICA ALLA LEGGE ELETTORALE

leggete la nota scritta dal comitato promotore del referendum al capo dello stato
per non essere presi in giro l'ennesima volta.
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Il referendum sulla legge elettorale è previsto tra il 15 aprile e il 15 giugno.
Ma se si va a nuove elezioni,dovrà per forza essere spostato ad almeno 365 giorni dopo il voto.
E visto che i partiti non sono d’accordo su come fare una nuova legge , questo rimane l’unico modo per bloccare il referendum che, 820.916 persone cittadino italiani hanno chiesto, ma i partiti soprattutto quelli minori non vogliono.
Secondo alcuni è anche il vero motivo della crisi scatenata dall’ex ministro Clemente Mastella che sarebbe tagliato fuori come rappresentanza con il suo UDEUR dalla scena politica italiana.
E forse non tutti sanno che
L'art. 68 della Costituzione Italiana recita:
Il Presidente della Repubblica può,sentiti i loro Presidenti,sciogliere le Camere o anche una di esse.
Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato,salvo che essi coincidono in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.

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Nel 1994 D'Alema ha fatto l'inciucio con Berlusconi e Berlusconi ha vinto ed ha governato. D'Alema è poi subentrato a Prodi ed il suo governo è stato un grosso disastro per gli elettori del centrosinistra. Questa volta volta ci ha provato Veltroni e come risultato del malcontento creato con il tentativo di un accordo con Berlusconi a danno degli alleati è stata la caduta di Prodi.
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