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Dario Fo sullo Stato e il gioco d'azzardo

Quale ruolo dovrebbe assumere lo Stato nei confronti del gioco d'azzardo? Dovrebbe essere nel suo ruolo e intervenire con una legge che argini il problema...

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Lettera aperta all'On. Livia Turco a proposito di Franca Rame e dell'Ilva

Sig.ra on. Livia Turco , perché le scrivo ? Perché sono indignato per il suo comportamento ed arrabbiato con me stesso . Mi spiego . Sabato 18 su IL FATTO QUOTIDIANO c’era una nobile lettera della ex senatrice Franca Rame ,che se la prendeva con il governo Monti ,sostenuto dal suo patito, il PD . La lettera terminava con l’invito a divulgarne il contenuto . Cosa che ho fatto .

- leggi la lettera completa su unbagagliodinotizio.com

- leggi l' "Interrogazione su Taranto, bambini con la sindrome del fumatore incallito a causa della diossina" di Franca Rame - 11/10/2007

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ECCO PERCHE' LA FIGLIA DELLA FORNERO NON E' SCHIZZINOSA

Il ministro ha detto che i giovani sono troppo schizzinosi, troppo choosy e che per il primo impiego dovrebbero sapersi accontentare. E chissà se la Fornero l’avrà detto a suo tempo anche alla figliola, di essere choosy? A 37 anni, la rampolla di posti fissi ne ha due: professore associato di Genetica medica alla facoltà di Medicina dell’Università di (dove insegnano padre e madre) e responsabile della ricerca alla fondazione Hugef. Si sarà accontentata.

La sua collega di , il ministro dellì’Interno Annamaria Cancellieri, aveva detto che i giovani dovrebbero rinunciare al accanto a mamma e papà. Ma leggendo la notizia pubblicata oggi dal Fatto Quotidiano secondo cui il figlio del ministro dell’Interno, Piergiorgio , ha incassato 3,6 milioni di euro di buonuscita dal gruppo assicurativo Fonsai dopo esserne stato direttore generale per 14 mesi, viene da chiedersi se si sia accontentato. Peluso, stando alle confeme arrivate all’Ansa dal gruppo Fonsai, sarebbe riuscito a farsi pagare una liquidazione pari a tre annualità di stipendio a fronte di dimissioni volontaria. Assumendo l’incarico di direttore generale nel 2011, Peluso aveva ottenuto una clausola contrattuale secondo cui gli veniva riconosciuta la ricca liquidazione anche in caso di dimissioni volontarie se fosse intervenuto un passaggio di mano del controllo della Fonsai. Il gruppo assicurativo è passato dalla sotto il controllo di Unipol. A luglio Peluso se n’è andato. Con la liquidazione ricchissima. E’ andato a fare il direttore finanziario di . Il figlio della Cancellieri è un top manager.

http://ultimoranotizie.it/2012/10/23/cancellieri-e-fornero-i-loro-figli-sono-choosy/

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Regione Lombardia. Maroni governatore? Per Dario Fo sarebbe una disgrazia spaventosa

MILANO - «Maroni? Sarebbe una disgrazia spaventosa: tra una caduta e un inciampo Milano sta vivendo una situazione fuori dal tempo, fuori dal mondo...». Lo dice ai microfoni di Radio Città Futura, uno sconcertato Dario Fo, interpellato sulla possibilità di Roberto Maroni candidato Governatore alla Regione Lombardia.
 
leggi l'articolo completo su dazabaonews.it
 
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[AUDIO] Dario Fo: ''Non cedere e non voltare la faccia mai''

Dario Fo si dice sconcertato dallo spettacolo tragico e quasi grottesco offerto da chi tenta di continuo di cambiare questa legge anticorruzione e in generale di assicurare dei vantaggi legislativi a Silvio Berlusconi. ''Non c'è limite alla mancanza di correttezza,  onestà e libertà come ricorda bene Franca da ex senatrice''
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[STAMPA] L'INGORDIGIA DEI MEDIOCRI

la lupa e i porciChi la eccita, l'antipolitica? Questa è la domanda che devono porsi quanti portano la responsabilità di avere selezionato una classe dirigente nazionale, regionale e locale che magari è fatta anche di tante persone perbene ma certo trabocca di figuri impresentabili. Figuri troppo spesso selezionati proprio per questo: perché ambiziosi, mediocri, ingordi, disposti a tutto.
Lo disse anni fa Giuliano Ferrara in un dibattito con Piercamillo Davigo: «Devi essere ricattabile, per fare politica. Devi stare dentro un sistema che ti accetta perché sei disponibile a fare fronte, a essere compartecipe di un meccanismo comunitario e associativo attraverso cui si selezionano le classi dirigenti». Una diagnosi tecnica, non «moralista». Ma dura. E destinata a trovare giorno dopo giorno, purtroppo, nuove conferme. Ci è stato spiegato, per anni, che i controlli erano inutili, che facevano perdere tempo, che ostacolavano l'efficienza e la rapidità delle scelte.
Ci è stato detto che bastavano i controlli «dopo». Magari a campione. Magari a sorteggio. Magari con un progressivo svuotamento delle pene perché ci sarebbe stata comunque «la sanzione politica, morale, elettorale». I risultati sono lì, sotto gli occhi di tutti. E ricordare ai cittadini che devono «avere fiducia nella politica» è solo uno stanco esercizio retorico. Solo la politica può salvare la politica. Cambiando tutto, però.
 
Carlo Taormina, che è stato deputato e sottosegretario (sia pure part time col mestiere di avvocato) dice che la Regione Lazio «è un porcile». Alla larga dal qualunquismo. È vero però che mentre nel cuore dello Stato, da anni sotto i riflettori delle polemiche sui costi della politica, qualcosa ha cominciato lentamente a cambiare, in tante Regioni e non solo nel Lazio (troppo comodo, scaricare tutto lì...) troppa gente ha pensato di essere al riparo dalle ondate, fluttuanti, d'indignazione popolare. Come se tutto, crisi o non crisi, potesse continuare come prima.
 
I cittadini sono sconcertati dai casi trasversali di malaffare? Ogni indagato resta sempre inchiodato lì, senza mollare l'osso mai. Si chiedono perché spendere 36 milioni di euro per l'aeroporto di Aosta? I lavori vanno avanti, anche se non decolla un volo e forse mai decollerà. Non capiscono perché il Molise abbia lo sproposito di 30 deputati regionali divisi in 17 gruppi di cui 10 monogruppi? Dopo le elezioni potrebbe averne 32. Sono furibondi con le dinastie politiche ereditarie tipo quella di Bossi? Sparito il Trota e messo in ombra il figlio di Di Pietro, entra «Toti» Lombardo, candidato alle prossime regionali siciliane dal papà Raffaele che l'altra volta aveva piazzato il fratello.
 
Per non dire della Calabria. Dove, mentre i disoccupati si arrampicano sui tralicci, sono stati appena spesi 140 mila euro per un libretto dal titolo «Il senso delle scelte compiute» che osanna in 65 foto e 125 pagine estasiate il presidente del consiglio regionale Franco Talarico. Il quale ha in dote spese di rappresentanza per 700 mila euro, sei volte più dell'intera assemblea dell'Emilia Romagna, che ha il doppio di abitanti e il quadruplo del Pil.
 
Per questo sono in tanti ad assistere con apprensione allo scandalo che squassa la Regione Lazio. Perché, sotto le sue macerie di centurioni, Batman, bulli e balli mascherati con scrofe e maiali, potrebbero restare sepolte anche le stizzite rivendicazioni di autonomia di tante Regioni amministrate in questi anni in modo sconcertante. Che potrebbero, finalmente, essere chiamate a rispondere dei conti.
 
GIAN ANTONIO STELLA
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FRANCA RAME: "CARO MONTI, I RICCHI PAGANO POCHE TASSE "

Gentile presidente Monti, dopo la lettera che le ho inviato il 7 gennaio 2012, pubblicata su Il Fatto, rieccomi a disturbarla. Speravo tanto in Lei, con la sua faccia per ben...e, ma come diceva Johnson, “ la correttezza di un uomo non è cosa che si possa dipingere sulla faccia di un governante “. Lei è presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 16 novembre 2011: il suo primo atto d’amore verso il suo popolo fu una mazzata sulla testa dei pensionati. Dopo quasi nove mesi del Suo governo cosa ci troviamo nelle mani? Nulla o quasi!
LA SITUAZIONE finanziaria è peggiorata di molto. Oggi lo spread sta sfiorando i 500 punti. Tutto è aumentato. Vai nei supermercati e vedi anziani che si aggirano tristemente nei corridoi, per mettere insieme il pranzo con la cena. Boom di vendite: le cosce di pollo.
Ma che razza di galline state allevando, con otto zampe ciascuna? La situazione in Italia dalla mia prima lettera a oggi è peggiorata di molto: pesante, seria e pure tragica. Imprenditori onesti si impiccano per non poter retribuire gli operai o non pagare i debiti con le banche. Su Repubblica del 14 agosto ho trovato un trafiletto interessante e mi è venuto il desiderio di inviarGlielo: chissà che Le venga l’idea di fare quanto propone il giornalista Mark Haddon. Tema: “ I ricchi pagano poche tasse “. Riassunto: lo scrittore d’Oltremanica Mark Haddon dalle pagine del Sunday Times rivolge un appello al premier britannico David Cameron : “Voglio pagare più tasse!"  Si domanda lo scrittore: “Ma perché alla gente che come me, che guadagna milioni di sterline all’anno, non viene chiesto di pagare di più, contribuendo così a ridurre i tagli della spesa sociale? E’ immorale che io, in proporzione, paghi meno tasse della mia governante".
QUI DA NOI IN ITALIA a parte qualche raro balbettio di industriale subito zittito e sfottuto, in alcuni casi denunciato alla pubblica opinione “come persona con problemi psichici", ci si continua a raccontare che il problema non è quello.
Ne siete certi, cari tecnici sapientoni? Basta cliccare su www.italiaora.org per vedere apparire qualcosa di sorprendente: in rosso un contatore gira vertiginosamente accanto alla voce "debito pubblico". La cifra, nella frazione di un secondo in cui scrivo, è di 1.961.444.900.761 euro; soldi spesi in interessi sul debito pubblico, euro 63.730.900; soldi evasi al fisco, euro 187.789.133.774.
Queste cifre, se ci andrete ora, le troverete aumentate, e nemmeno di poco. Ho davanti agli occhi la visione dei nostri parlamentari che mangiano come papponi in piatti d’oro sopra le nostre teste!
Non se ne può più!
 
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Discorso di Franca Rame al Senato e lettera di dimissioni

 
"(...) aspetto il giorno in cui tutte le donne del parlamento italiano, in quanto donne e madri si ribellino alla guerra che i governanti hanno nel loro dna (...)" Franca Rame discorso al senato.
 
"(...)La prima volta che ho sentito forte la necessità di allontanarmi da questa politica svuotata di socialità, è stato proprio con il rifinanziamento delle missioni italiane "di pace" all'estero. Ero decisa a votare contro, ma per senso di responsabilità, e non mi è stato facile, mi sono dovuta ancora una volta piegare.
E non mi è piaciuto proprio. Credo che il mio malessere verso queste scelte sia ampiamente condiviso dai molti cittadini che hanno voluto questo governo, e giorno dopo giorno hanno sentito la delusione crescere, a seguito di decisioni sempre più distanti da loro, decisioniche li hanno alla fine, allontanati dalla politica(...)" Franca Rame dalla sua lettera di dimissioni.
 
Seduta del 27 marzo del 2007 al senato sul rifinanziamento delle missioni di pace nella guerra in afghanistan - dove pace e guerra sembrano coincidere - votato con grande difficoltà morale e di coscienza a sostegno del governo prodi anche per questo nel 2008 la senatrice Franca Rame si dimetterà dalla sua carica. Nella lettera di dimissioni le varie motivazioni di questa scelta coerente e di grande livello morale e umano che da sempre ha contraddistinto la Rame nella sua arte e nelle sue battaglie politiche e sociali su territori diversi da quelli della politica istituzionale.
 
Gentile Presidente Marini,
con questa lettera Le presento le mie dimissioni irrevocabili dal Senato della Repubblica, che Lei autorevolmente
rappresenta e presiede.
Una scelta sofferta, ma convinta, che mi ha provocato molta ansia e anche malessere fisico, rispetto la quale mi pare
doveroso da parte mia riepilogare qui le ragioni.
In verità basterebbero poche parole, prendendole a prestito da Leonardo Sciascia: «Non ho, lo riconosco, il dono dell'opportunità e della prudenza, ma si è come si è».
Il grande scrittore siciliano è, in effetti, persona che sento molto vicina, (eravamo cari amici) sia per il suo impegno
culturale e sociale di tutta la vita, sia perché a sua volta, nel 1983, a fine legislatura decise di lasciare la Camera dei
Deputati per tornare al suo lavoro di scrittore.
 
Le mie motivazioni, forse, non sono dissimili dalle sue. Del resto, io mi sono sentita "prestata" temporaneamente alla politica istituzionale, mentre l'intera mia vita ho inteso spenderla nella battaglia culturale e in quella sociale, nella politica fatta dai movimenti, da cittadina e da donna impegnata. E questo era ed è il mandato di cui mi sono sentita investita dagli elettori: portare un contributo, una voce, un'esperienza, che provenendo dalla società venisse ascoltata e magari a tratti recepita dalle istituzioni parlamentari.
Dopo 19 mesi debbo constatare, con rispetto, ma anche con qualche amarezza, che quelle istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato (...)
 
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ILVA 2007

Interrogazione a riposta scritta
 
Al ministro della Sanità
Al ministro dello sviluppo economico
Al ministro dell'Ambiente
 
Premesso che
 
da diverse fonti giornalistiche si apprende che il dott. Patrizio Mazza, primario di ematologia e vicepresidente della Ail Jonica avrebbe diagnosticato la sindrome del "fumatore incallito" in bambini di 10 anni residenti a Taranto, quartiere Tamburi, a ridosso del quale sorge il centro siderurgico ILVA,
Tale fenomeno si colloca in un contesto sanitario già gravemente compromesso, laddove i decessi per neoplasie risultano più che raddoppiati dal 1971 al 1996 e, sulla base dei dati del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto relativi al quadriennio 1998-2001 nella provincia jonica si registrano circa 1.200 decessi annui, dati che collocano Taranto, per le neoplasie tutte, fra le Aree del Sud-Italia a maggiore incidenza e per le neoplasie polmonari.
Il dott. Mazza, nelle dichiarazioni rilasciate, fa sapere di aver riscontrato personalmente "bambini di dieci anni tumori di tipologia adulta o senile, in altre parole un carcinoma del rinofaringe, che generalmente è un tumore che viene nell'anziano fumatore incallito", e che ha avuto modo di riscontrare "decine di famiglie con più di un membro familiare che si ammala dello stesso tumore, tumori altrimenti impensabili in altre sedi nazionali, leucemie o linfomi di aggressività inusitata", tanto da rilevare un "danno genotossico" esteso nella comunità tarantina.
Tale aumentata insorgenza di forme tumorali è da considerarsi causata dagli effetti mutageni e teratogeni causati dalle diossine, di cui questa città detiene un triste primato di produzione: a Taranto infatti, si concentra il 90% della diossina industriale italiana.
A Taranto, sulla base dei dati rilevati da Arpa Puglia, sarebbe stata dispersa (in 45 anni di attività dell'impianto di agglomerazione dell'impianto suderurgico) una quantità di diossina pari ad almeno 5 kg, ossia un ammontare doppio rispetto alla fuoriuscita di diossina di Seveso (stimata dall'OMS in 2-3 kg).
L'Ilva, secondo i dati del registro Ines/Eper, immetterebbe nell'atmosfera un quantitativo di diossina pari all'8,8% del totale europeo, mentre rispetto al totale delle emissioni nocive europee incide per il 6,2% degli Ipa (Idrocarburi Policiclici Aromatici immessi in atmosfera. Nel complesso, emerge dai dati ARPA una produzione di oltre 11,1 nanogrammi/m3 di diossine (valore espresso in tossicità equivalente), quantitativo che supera abbondantemente il limite di 0,4 nanogrammi/m3 (espresso in tossicità equivalente) previsto dalla normativa europea recepiti dalla Regione Friuli Venezia Gulia ma scandalosamente non recepito nel Codice dell'Ambiente ( Decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006) che fissa un tetto abnormemente alto (10000 nanogrammi a metro cubo espressi in "concentrazione totale", sistema di misurazione ormai scartato dalla comunità scientifica per la sua inadeguatezza e imprecisione)
Nonostante tali dati siano sconcertanti, essi sono da considerarsi in difetto, in quanto risulta alla scrivente che l'ARPA abbia effettuato misurazioni della diossina con l'impianto di agglomerazione Ilva gestito non in condizioni routinarie ma in condizioni di rarefazione e diluzione dei fumi al fine di ottenere valori inferiori a quelli routinari;
Risulta inoltre alla scrivente che il monitoraggio dell'inquinamento dei camini Ilva è effettuato con centraline dell'Ilva ed è inviato all'Arpa tramite software gestito dall'Ilva . Senza dubitare sulla bontà delle auto-dichiarazioni fornite dall'azienda, risulta tuttavia evidente che la stessa ILVA abbia in capo la dualità di ruoli di controllore e controllato,
risulta infine alla scrivente che tale contesto sanitario sia stato precedentemente rilevato nel quartiere genovese di Cornigliano sede di cokeria ed acciaieria ove era utilizzato un sistema di lavorazione a caldo, origine di sostanze ad alto potenziale inquinante, oggi in via di trasferimento proprio a Taranto, causando prevedibilmente un ulteriore aggravio della già evidente emergenza sanitaria.
 
Per sapere
 
-Se quanto descritto in premessa corrisponde al vero,
 
-Se i ministri in indirizzo non ritengano necessario prevedere l'installazione coercitiva di un sistema di monitoraggio continuo a camino eseguito dall' ARPA competente di diossina ed i molti altri inquinanti i cui effetti nocivi risultano ampiamente documentati,
 
-Quali misure intendano mettere in atto per tutelare la salute dei cittadini, e se non sia necessario prevedere un'indagine epidemiologia per verificare lo stato di salute dei cittadini esposti all'inquinamento prodotto dall' ILVA
 
- Se il Ministero intenda - nello specifico - avviare un monitoraggio degli alimenti a Taranto, nonché sul sangue degli abitanti, nonché su latte materno e tessuto adiposo.
 
Sen. Franca Rame

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Franca Rame: l’incontro con Andreotti e un po’ di storia contemporanea

Giulio Andreotti
Carissimi, continua la storia di Franca Rame al Senato nella XV legislatura con Presidentae del consiglio Romano Prodi.
Nelle prossime settimane Franca pubblicherà il resoconto dei soldi guadagnati in quel periodo. A parte le spese vive per l’appartamento vedrete che tutti quei soldi (troppi, come dice lei stessa) sono stati spesi per le varie iniziative, dagli studi sugli sprechi dello Stato, all’associazione per le vittime dell’uranio impoverito, ecc.
Bella Franca, in tutti i sensi, che ha sempre tenuto i conti di tutto: nel suo archivio pubblicato on line di ogni spettacolo, ogni commedia, ogni iniziativa troverete i conteggi alla lira prima e all’euro poi, incredibile il lavoro di Franca, ci si potrebbe fare un saggio sull’economia degli ultimi 60 anni.
 
La prossima settimana, l’ultima di questo mese dedicato alla nostra Nobel preferita, pubblicheremo la sua lettera di dimissioni pochi giorni prima della caduta del governo Prodi per mano di Mastella, ed entro fine anno speriamo di riuscire a pubblicare l’intero lavoro di Franca di quei due anni come Senatrice. Se tutti i signori della Casta lavorassero la metà di quello che ha lavorato lei in quel periodo (e non solo in quello) l’Italia sarebbe un posto migliore dove vivere.
 
Terza puntata: l’incontro con Andreotti e un po’ di storia contemporanea. 
Qualche giorno dopo l’inizio della XV legislatura, il 3 maggio (2006), siamo stati convocati per eleggere il Presidente del gruppo mistico, pardon misto, al Senato. Mi ha confuso la presenza di alcuni democristiani: presiede Giulio Andreotti. Oh! Eccolo il capo mistico! Sono entrata in una delle grandi aule di palazzo Carpegna, non ricordo a quale piano, con un certo imbarazzo all’idea di incontrarmi con il più enigmatico fra tutti i Senatori a vita. Sicuramente Andreotti aveva letto i giornali di qualche giorno fa quando interpellata dai giornalisti: “Che farà quando incontrerà Andreotti?” rispondevo: “Andreotti?... Grigio più grigio del grigio…”
In più, incontrare l’enigmatico, dopo tutto quello che Dario aveva detto di lui in scena, mi faceva sentire proprio a disagio.
 
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[STAMPA] E se non fosse un sogno?

di Franca Rame | 15 luglio 2012
 
Sono su una spiaggia di un’isola tropicale, le onde tiepide mi lambiscono il corpo… Mi stanno cantando in un orecchio… adesso mi parlano fitto-fitto… notizie… Ah sì, è l’auricolare della radiolina… e non sono su una spiaggia… mi sono addormentata con addosso la tuta della realtà virtuale collegata al computer. Su tutta la tuta ci sono migliaia di microscopici palloncini che gonfiandosi e sgonfiandosi di aria tiepida, calda e fresca danno la sensazione dell’acqua e del sale sulla pelle. Il visore sugli occhi, e un dispenser di profumi nel naso, completano la sensazione di essere veramente ai tropici. Questo bisogno di rumore nel cervello m’è rimasto addosso da quando, nel 2011, ho avuto una depressione tremenda. Me ne stavo tutto il giorno a letto, radio-nell’-orecchio-televisione-accesa, testa assente. Né guardavo. Né ascoltavo. Né mangiavo. Alle otto in teatro, a mezzanotte a letto. E via col rumore addosso, dentro, sino al giorno dopo… sveglia, con gli occhi spalancati… un po’ di torpore di quando in quando...
 
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[STAMPA] Dario Fo: "Si fermi questo scempio"

Giovedì 07 Giugno 2012 - 08:28
 
ROMA - Tutti contro la discarica, la protesta si allarga a macchia d’olio. E accoglie nel coro dei no pure le voci dei vip. Come accaduto per il fronte del no ai rifiuti per Villa Adriana, anche in difesa di Pian dell’Olmo stanno arrivando adesioni eccellenti. Primo fra tutti il premio Nobel Dario Fo che si è espresso contrario alla realizzazione della discarica nelle cave lungo la Tiberina: «Si fermi questo scempio». Al suo fianco anche la scienziata Margherita Hack, solidale con la protesta dei comitati.
 
Ma non solo. Al coro dei contrari si unisce anche un’ugola d’eccezione: «Antonello Venditti ci è vicino – ha annunciato ieri pomeriggio il vicesindaco Arcuri – l’ho sentito al telefono e mi ha assicurato che non appena torna a Roma verrà qui da noi al presidio per darci coraggio. Non siamo soli». Il cantautore romano, infatti, ha lo studio di registrazione, da anni, proprio all’interno di quel polmone di verde che ora rischia di sparire.
 
La lista delle adesioni si allunga di ora in ora. Anche l’attore Ulderico Pesce ha fatto sapere che sta pensando di portare in scena a Riano, per i cittadini in agitazione, il suo spettacolo teatrale «Asso di monnezza». Solidale con i rianesi le attrici Giovanna Ralli, Lidia Ravera e Minnie Minoprio. E ancora il regista Pasquale Squittieri, il musicista Paolo Benelli e la presentatrice Susy Blady. (L.Loi.)
 
fonte: leggo.it
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[STAMPA] Family 2012: Dario Fo, non era il caso visita del Papa a Milano

(Adnkronos) - Sul momento travagliato per il Vaticano, in seguito agli arresti dei 'corvi' e alle fughe di notizie, Fo commenta: "Provo commozione umana per il Papa. Come Pontefice in questa situazione si sta trovando ad affrontare delle grane terribili".
 
Alla domanda se, visto che il Papa si trova a Milano, lo inviterebbe a un suo spettacolo Fo risponde ridendo. "Un Papa - racconta - ha gia' visto un mio spettacolo. Avevo recitato una commedia, 'Il Papa e la strega', e sono venuto a sapere che in Vaticano avevano registrato lo spettacolo, tramite la Rai. Io facevo la parte del Papa polacco. E deve essere arrivata a lui, Wojtyla che penso sia stato spiritoso. Si sara' fatto due risate e l'avra' fatto vedere ai cardinali".
 
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[STAMPA] B. secondo il comico "Psiconano truffolo e testa d'asfalto"

di Valentina Gasparro su ilFattoquotidiano di martedì 22/05/12
 
Oggi Silvio Berlusconi studia il "modello Grillo" e le sue parole d'ordine per recuperare un po' di consenso. Ma per anni il comico genovese ha strappato applausi proprio a spese dell'ex premier, dal "nano Truffolo" al celebre "psiconano, quello che straparla di sicurezza nelle piazze con la badante rossa" (27 settembre 2006). Già nel 1989 Grillo spiegava nei suoi spettacoli: "Ha comperato tutto, il Milan, la Standa per metterci la Carrà e anche l'Aids da quando ha saputo che si trasmette facilmente" (6 agosto 1989). Poco più tardi ironizzava sulle promesse del neo presidente del COnsiglio: "Berlusconi offre un milione di posti di lavoro e ci crede pure, cu crede sul serio, lui. Ma avete mai visto un uomo di Stato che giura sulla testa dei suoi figli? Non lo faceva neanche Bokassa, che di figli ne aveva 75". (7 gennaio 1996)
 
Impietoso sui capelli ("Testa d'asfalto") e sul fisico: "Ma lo avete visto al G7? Era il più piccolo di tutti. Un nanetto così in una società civile lo avrebbero messo a decorare il giardino". (7 gennaio 1996). "Lo psiconano è Berlusconi , truffolo è uno spot vivente, non c'è, non esiste, è un ologramma, un venditore di bava", commenta il comico durante un'intervista a Euronews (20 settembre 2007). Il politico-oleogramma alla ricerca di Bersani: Il PDmenoelle è l'assicurazione sulla vita di Berlusconi, è arrivato il momento di non rinnovare più la polizza". (12 luglio 2009)

 

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[STAMPA] Ora Dario Fo va contro Macao: "Diventino più umili"

Macao e l'assemblea all'ex Ansaldo
Il Nobel critica il collettivo dopo la decisione di leggere un comunicato all'assemblea presso l'ex Ansaldo e andarsene. "Devono ascoltare tutti". Boeri: "Stiamo rispondendo bene"

macao

L'assemblea indetta da Boeri venerdì sera all'ex Ansaldo ha visto 200 persone partecipare: ma non i ragazzi di Macao, i più attesi, quelli a cui l'assemblea era in gran parte dedicata. Solo una piccola delegazione, a sorpresa (perché avevano annunciato di non venire): hanno letto un comunicato e poi se ne sono andati. "L'Officina - ha replicato poi Boeri - non è un progetto precostituito, ma vorremmo diventasse uno spazio costantemente aperto, in un percorso di recupero degli spazi vuoti".
 
Il comportamento di Macao non è andato giù ad alcuni di coloro che avevano sostenuto fin da subito l'esperienza della Torre Galfa. Primo tra tutti lo stesso Boeri, che nel sottolineare che - se si fosse trattato di uno spazio pubblico - il comune non avrebbe chiesto lo sgombero, ha anche commentato amaramente la scelta di Macao di non partecipare di fatto all'assemblea: "Mi aspettavo un dialogo - ha spiegato - ma va bene così, noi comunque parliamo a tutti. Stiamo rispondendo nella maniera più giusta alla domanda che questa esperienza ci ha posto".
 
Molto critico il Nobel Dario Fo, che era stato tra i primissimi e più energici sostenitori di Macao. "Se non lasciano questo atteggiamento - ha commentato - e non diventano umili e curiosi di sapere e conoscere le idee degli altri, è difficile che crescano". Una stroncatura pesantissima, visto che peraltro arriva da chi iniziò (insieme a tanti altri) proprio con l'occupazione della Palazzina Liberty per fare teatro e cultura. "Non ci siamo mai alzati e andati via in queto modo - ha ricordato Fo - ci confrontavamo con la gente".
 
E anche Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale, ha voluto in qualche modo dare "consigli" a Macao: "In alcuni momenti - ha detto - bisogna raccogliere le forze e non sciupare le iniziative che le disperdono. Questo movimento aveva uno spirito maggioritario e non minoritario".
 
Intanto è prevista per sabato a pranzo la decisione finale su via Galvani. I ragazzi di Macao sono intenzionati a lasciare il presidio in strada per continuare altrove la loro attività.
 
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