Cortina Terzo Millennio - Personaggio dell'anno 2012: Franca Rame
[STAMPA] Lunedì 13 agosto: Franca Rame verrà eletta a Cortina d’Ampezzo personaggio dell’anno 2012
Regalo di Jacopo e famiglia a Franca per il suo compleanno
[STAMPA] Il Dario Fo pittore in mostra a San Marino
Si perché oltre ad essere un registra, un attore, un drammaturgo, una figura prominente del teatro politico e un Premio Nobel per la letteratura, il maestro da oltre sessant’anni porta avanti la sua passione per la pittura approfondita duranti gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Il tutto è corredato da inediti video in grado di guidare il visitatore all’interno della poetica pittorica di Dario Fo, indagando il rapporto tra il teatro e la pittura del vulcanico Premio Nobel.
Palazzo SUMS dalle ore 10.00 alle ore 22.00
Teatro Titano dalle ore 10.00 alle ore 22.00
Museo San Francesco dalle ore 8.00 alle ore 20.00
[STAMPA] Franca Rame al Grand Hotel Savoia
[VIDEO] Dario Fo e i Maestri della pittura italiana
[STAMPA] San Marino: Dario Fo al Festival dei Giovani Saperi
Lo SMIAF ha fatto della creatività la manifestazione tangibile della forza vitale di saperi diversi, quasi a voler dimostrare – se ce ne fosse bisogno – che lo spirito creativo non è solo il dono unico e irripetibile dei giganti dell’arte, della musica, della letteratura, della scienza e della tecnica o dei fondatori di imperi politici ed economici.
[STAMPA] Così, in un parco di Milano conobbi Dario. Il Fatto Quotidiano 5 agosto 2012
[STAMPA] Com'eravamo nei Settanta. Fo si racconta nei dipinti
[VIDEO] Dario Fo a San Marino
Esposizione decentrata in tre sezioni. Si parte dalle sale SUMS poi sarà la volta del Teatro Titano e della Pinacoteca San Francesco sempre accompagnati dal maestro in veste di pittore itinerante
[VIDEO] "L'anomalo bicefalo" - Franca Rame e Dario Fo
[STAMPA] Esposizione Dario Fo a San Marino 2012
L'ULTIMA FRITTATA DEL PALAZZO di Lidia Ravera
Col ritmo fiacco dell’estate si susseguono gli avvisi di garanzia, i rinvii a giudizio, le iscrizioni sui registri degli indagati. Formigoni, Errani, Vendola… (oddio, anche Vendola? Si, ma è una cosa vecchia). Nessuno ci fa più caso. Fra uno sbadiglio e una granita al limone si legge che siamo in pericolo, che cadremo fuori dall’euro, che non pagheranno le tredicesime e forse neanche gli stipendi. Le vacanze si accorciano, le avarizie si impongono, si risparmia perfino sul pattino, ma a quello che te lo affitta no, lo scontrino dei tuoi 12 euro non lo chiedi. Siamo stremati, preoccupati, annoiati. Non si parla più di politica neanche a cena. Sembrano lontani anni luce i tempi in cui, fra l’aperitivo e lo spaghettino con le vongole, avevi già nominato 88 volte Berlusconi. Pasta in bianco, frittata e silenzio, oggi. Mi verrebbe voglia di chiamare al telefono Bersani, Alfano e Casini. Vorrei avvisarli. Ragazzi, è inutile che vi agitiate tanto: filate a Palazzo Chigi, fate la serenata a Monti, vi proponete come spalla su cui piangere & governare, sparlate dei colleghi (quello è giovane e scemo, quello è cattolico col suocero palazzinaro, quello è più comunista di quanto sembra)… e tutto per cosa? Piazzarvi bene alle elezioni? Lasciate perdere: tanto a ‘sto giro non vi nota più nessuno.
da Il Fatto Quotidiano - 27 luglio 2012
[STAMPA] Oltre al teatro, io Fo anche il pittore. Fixing intervista Dario Fo
“Allestire una mostra in loco significa non essere spettatori transitanti. Deve diventare un fatto di conoscenza. Il teatro, il cinema, la pittura e la musica non hanno alcun significato se non sanno entrare nelle coscienze e nei bisogni della gente. Per quanto mi riguarda, ho faticato non poco sia a dipingere che a stare in scena. Oggi riesco a unire le due esperienze con discreta facilità, ma ci sono voluti almeno 60 anni di lavoro. Per me non c’è differenza tra il ‘pitturare’, il disegnare e il raccontare o interpretare un ruolo in scena. Quando, nell’allestire uno spettacolo, mi trovo in crisi e non riesco a trovare un ritmo o uno svolgimento consono a ciò che vorrei raccontare, mi procuro un grande foglio di carta, un po’ di colori, penna e pennarelli. Il tutto per segnare ritmi e figure che raccontino, in un’altra forma, la storia in questione”.
“Le mostre non devono solamente ospitare le opere, ma soprattutto raccontare qualcosa. Siate creativi, e dipingete nelle strade. Io giro in tutta Europa e in America, e noto un approccio diverso: New York, Parigi… in Italia invece si tende ad attaccare i quadri ai muri, senza pensare al pubblico. Tempo fa mi sono recato a vedere un’iniziativa dedicata a Renoir: c’erano due persone che fingevano una conversazione… raccontavano l’artista attraverso vite finte, inventate sul momento. A Milano, quando ho provato a replicare quanto ho visto, mi hanno fatto a pezzi. Occorre reinventare le mostre. Secondo me, non sono ciò che ospitano, ma il modo in cui vengono rappresentate le opere. Dobbiamo iniziare una rivoluzione espressiva”.
“I quadri sono come un grandissimo giornale dipinto e permettono alle persone di immaginare qualcosa di più rispetto a quello che leggono. Credo sia importate riuscire a creare una dimensione di rapporto ‘raccontato’ tra lo spettatore e l’artista. Io non amo chi rappresenta il vuoto. In passato, abbiamo insegnato la danza, la musica, la pittura. Quando andiamo all’estero, la nostra impronta è ben marcata. Eppure, molto spesso, siamo noi italiani a non conoscere la nostra arte. Facciamoci conoscere”.
“Quando finisco le lezioni, spesso sono stanchissimo e tutto sudato. Raccontare e coinvolgere le persone che hanno un vuoto di conoscenza è un percorso molto faticoso. Quando invece esplodono in un applauso o mi abbracciano, mi sento felice. In occasione dell’assegnazione del Premio Nobel (1997) dovevo tenere un discorso davanti al Re e alla Regina. C’erano un po’ di problemi con la lingua: davanti a me c’erano svedesi, inglesi, italiani, eccetera. Io sono contro il nazionalismo di ogni genere: le bandiere mi fanno pensare alla guerra. Però quando un gruppo di italiani ha iniziato a intonare l’inno di Mameli, mi sono commosso e ho iniziato a piangere ”.