STORIA DEL BAMBINO GIUSEPPE
16 giugno 2007
Come faccio a raccontarvi tutto quello che è avvenuto da quando ho pubblicato la prima lettera che parlava del bimbo Giuseppe anni 6? Cerco di sintetizzare. Parlo con un amico di Firenze, Ugo, che mi consiglia di rivolgermi al vicesindaco.
Telefono al vicesindaco, gentilissimo, l’ho metto al corrente della vicenda che già conosceva. Mi dà il cellulare di un assessore. Ci ho parlo… ma è evidentemente “dall’altra parte”.
Mi ha anche mentito. Quando ho detto - come si fa a tenere un bimbo di 6 anni con ragazzi più alti di lui, è pure illegale – mi risponde: “Il bambino non è più in quell’istituto ma presso una casa famiglia” - “Vorrei vederlo, vengo a Firenze domani, se vuoi puoi venire con me.” “Molto volentieri, ma domani non ci sono, ci sentiamo venerdì e andiamo insieme.” Ma non chiamato. Ne l’ho cercato. Non mi interessava più. Da mie informazioni il bimbo non era stato spostato. Era sempre lì, con i ragazzi grandi.
Ho chiesto aiuto alla Fondazione Caponetto (INDIMENTICABILE NONNO!), ho parlato con il mio caro vecchio amico Salvatore. Mi ha dato un riferimento telefonico di una assessora che avrebbe potuto interessarsi alla vicenda ed aiutarmi. Le ho parlato. La chiacchierata è stata positiva. “Ci sentiamo domani”. Mi addormento tardi, piena di speranza. L’indomani non la sento. Invio sms. Mi risponde: “Mia figlia sta partorendo… ti telefonerò…”
Il bimbo è nato oggi. Non me la sono sentita di disturbarla.
Ho parlato più volte con il padre di Giuseppe. Anche con la psicologa che segue il bimbo da due anni, persona di livello umano “superiore”.
Telefonate su telefonate.
Ho sentito almeno dieci amici fiorentini. Tutti si son dati da fare. Ma nessuno è stato in grado di comunicarmi dove si trovi Giuseppe.
In tutto questo periodo son dovuta stare inchiodata a Roma. Impossibile partire per Firenze. Tutti i giorni si vota. Più le commissioni. Se avessi avuto la possibilità di muovermi mi sarei precipitata a Firenze, presentata in tribunale, o in prefettura e come senatrice avrebbero dovuto darmi l’indirizzo.
Ieri sera ero fuori dalla grazia di Dio. Avevo addosso un senso d’impotenza insopportabile. Mi viene un’idea. Chiedo a Dario se è disposto a raggiungermi a Firenze e fare una conferenza stampa davanti al tribunale. Entusiasta! OK.
Questo forse è qualcosa che potrà smuovere l’opinione pubblica, penso. Sono 40 mila i bimbi, in Italia, tolti ai genitori… possibile che tutti abbiano famiglie con pedofili e massacratori?
Invio sms al vicesindaco e ad altri comunicando conferenza stampa.
La psicologa mi dice di attendere il risultato del processo prima di inviare il comunicato stampa all’Ansa.
D’accordo. Aspettiamo.
Questa mattina Giovanna LS (psicologa), mi telefona, dopo l’udienza e mi dice che c’era un buon clima. Il magistrato ha rimandato a settembre. Il bimbo però non torna in famiglia. Psicologa e padre potranno vederlo, NON la tata che il bimbo chiama mamma! Mi è stato detto: “Meglio aspettare per conferenza stampa” OK.
Continuo nei miei contatti. Anche la senatrice Anna Serafini, presidente della Commissione Infanzia, si sta interessando.
Poco fa mi ha chiamato Tommaso, il padre, mi ha relazionato sull’udienza. E’ molto angosciato. La madre di Giuseppe, (ammalata) con la nonna vengono dalla Romania per vedere il bambino. 2000 km. Si son dovute far prestare i denari per il viaggio. Anche loro hanno disperazione addosso.
Qualcosa succederà? Riusciremo ad ammorbidire cuori assenti… spalancare occhi che non vogliono vedere un bimbo allontanato dalla sua casa… un bimbo che chiama la mamma e il padre?
Non so che faccia abbia Giuseppe, ma ce l’ho nel cuore come mio. “E se fosse tuo nipote?” ho chiesto a “politica” molto importante, Liva Turco, . Senza neanche diventare rossa, m’ha risposto: “Ma non è mio nipote!” M’ha fatto male questa frase, così tanto che sono scoppiata a piangere in pieno senato.
Sì, piangevo dalla rabbia, e dal dolore che mi dava l’indifferenza che circonda il mondo. Quando me ne andrò da questo luogo quanti nomi e cognomi farò. Ne avrò da raccontare.
Me ne sono stata seduta a singhiozzare senza ritegno per un po’. Poi un UMANO, il senat. Gaforio, saputo la ragione di tanta disperazione s’è immediatamente “mosso”.
Ecco… qualcuno “vivo” c’è ancora, ho pensato. E’ nella commissione sanità. E’ successo di tutto, ma non posso raccontarvelo. La ragione la capirete. Qualcosa succederà. Sono certa.
Speriamo che domani sia un buon giorno!
P.S. ad un certo momento non mi sono sentita bene. Torno a casa. Si deve votare, ma proprio non me la sento di stare in senato. Carlotta telefona al sen. Boccia e gli dice che sto poco bene. “Venga alle 7, per la votazione”. Sono le 17, ho due ore. Ma più il tempo passa più vado male. “Carlotta, non sto bene…dillo a Boccia”
Carlotta mi richiama: “Stanno andando a prendere la Montalcini…manca un voto” Oddio, no. Penso all’anziana signora.
“Mi alzo e arrivo”. Mi viene a prendere e mi accompagna in senato. Entro in aula. Si vota. Dovevamo essere in numero legale: 156. E così è stato.
Ho voluto informarvi… non rileggo… devo stendermi. Scusatemi, fregatevene della forma e accontentatevi della sostanza.
Abbracciamoci tutti.
franca
aggiornamenti sulla storia di Giuseppe
A seguito della mia segnalazione sul “caso Giuseppe”, tramite il sen. Caforio, alla Commissione Sanità, è successo di tutto, anche di più!
Il Presidente della Commissione sen. Tomassini e la sen. Paola Binetti, decidono di effettuare un sopralluogo nell’Istituto dove è rinchiuso il bimbo.
Sabato 30 giugno.
Dopo MOLTE difficoltà (!!) per ottenere la locazione della struttura, la delegazione della commissione parlamentare d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale, comunica agli organi competenti che l’indomani, domenica effettuerà un sopralluogo ispettivo sullo stato dei soggetti accolti in quella “casa sicura”.
Domenica 1 luglio.
Il sen. Tomassini parte da Varese, la sen. Binetti da Roma e raggiungono Firenze.
Entrano nella “Casa sicura” alle ore 17.30 Escono alle ore 18.40 Alle 23 vengo relazionata sul risultato dell’ispezione.
I rilievi della commissione sono segretati. Comunque, mi è stato garantito, che le condizione di salute fisiche e psicologiche del minore sono buone. E questo è assai importante.
Gli altri ospiti sono ragazzi 17-20 anni… come starà un bimbo di 6 anni tra questi adulti? Tossici, e tutto ciò che c’è di peggio? La visita dei senatori è servita: Giuseppe partirà oggi per Forlì, dove, certamente mi sarà più facile vederlo.ospite di un istituto per bimbi.
Un immenso “GRAZIE” a due persone, una donna e un uomo, senatori della Repubblica, che non sono rimasti indifferenti alla sorte del nostro bimbo.
Franca
2 luglio 2007
oggi il piccolo Giuseppe...
Oggi il piccolo Giuseppe, dopo 36 giorni in "casa protetta", UNICO BIMBO, (quante volte ha visto il padre, le due sorelle, la sua tata e la sua psicologa?) verrà trasferito a Forlì in un istituto con altri bambini. Incredibile che il comune di Firenze non sia riuscito a trovare una sistemazione più agevole per la famiglia. Per il padre ipovedente e nemmeno ricchissimo sarà sempre più difficile riabbracciarlo.
IL SINDACO E’ AL CORRENTE DI QUESTA VICENDA? GIUSEPPE HA SOLO SEI ANNI, MA E’ UN SUO CITTADINO… PICCOLO, MA SUO CITTADINO. SUO OBBLIGO, OCCUPARSENE. O NO?
Io, proseguo...
franca
7 luglio 2007
Sono andata con Dario a trovarlo. Ho ottenuto il permesso del questore di quella città. Pensa te! Per visitare un bimbo di 6 anni devi avere il permesso del questore! Regole pazzesche in un Paese di matti.
Avevamo comperato giocattoli per un reggimento.
Aspettiamo una buona mezz’ora. Poi Giuseppe arriva. Minuto. Magro. Serio.
Cerchiamo di fare amicizia. Ci guarda serio senza parlare.
Scartiamo i giocattoli, libri, album da disegno, colori… “Tutto per te e per i tuoi amici”
Non dice grazie, non tocca nemmeno un aereo che mandava scintille.
Ho un groppo in gola. Dario è sconvolto. Mi chino e gli do un bacio su una guancia. “Ciao piccolo… torneremo a trovarti.”
Ci siamo tornati più di una volta… ma non lo abbiamo mai visto sorridere.