basta con gli sprechi!

 Cari amici, sto creando un'associazione di sostegno alle vittime dell'uranio impoverito, con lo scopo di provvedere all'assistenza e alla diffusione della conoscenza del problema. Spero aderirete in tanti! Franca

 

 

 

 


Commenti

..con l'affetto e il mio sentire sono li con voi tutti, un abbraccio a Gargantrullo, orso Bruna, Lara Bussa, Francespina, Carrotta Neo, Franca Stagno, mr Lagatta (sono certo che ci sia..) e a tutti gli altri..

www.maxbazzana.it
www.orchestrazione.it

Caro Max,
ti aspettiamo tutti per il prossimo incontro! a presto
redazione

Salve, visto che Lei dice che per il piccolo Giuseppe ed i miei Bambini non e riuscita a fare molto io le chiedo di nuovo un AIUTO:
Siccome non lavoro da piu di un anno perche a Napoli non ci sono posti di lavoro e non avendo soldi per investire un Buon Avvocato con diritti Internazionale perche non posso PAGARLO Cosa ne dice se Lei me ne affidasse qualcono visto che come Lei sempre diceva che aveva 100.000,00 Euro a disposizione non e che servono tutti Veda lei quando puo costare e mi dia il Nome dell´ Avvocato che io posso contattare spero che non le abbia chiesto di nuovo l´IMPOSSIBILE?
Distinti saluti
Antonio Orlando

Ho avuto modo di conoscere Franca questa estate. Ho realizzato un video con un aneddoto carino che ha narrato dal palco. Spero vi piaccia.
Se volete vederlo copiate il link sottostante.

http://ilficcanasotv.blogspot.com/2007/10/i-politici-secondo-franca-rame...

A presto

Oggi c’è stato l’incontro fra il ministro Parisi e la commissione parlamentare sull’uranio impoverito. Il tg3 riferisce di una notevolissima discordanza fra i dati in possesso del rappresentante del governo e quelli presentati dall’osservatorio militare.

Caro Garga ormai non dovrebbero più chiamarsi comunicati stampa, ne tantomeno telegiornali, ma menzogne stampa e tele frottole! "50 malati e 37 morti secondo parisi( nn scrivo nemmeno il maiuscolo nn lo merita)e secondo il nostro governo che non ha tardato a estromettere Mimmo dall'incarico che aveva presso la commissione che si occupa dell'uranio impoverito....OVVIAMENTE! Eccola la vera notizia, il governo continua ostinatamente a negare l'entità del genocidio e a ostacolare la verità, perchè l'altra ormai è nota a noi tutti. DUEMILA E CINQUECENTO GIOVANI MALATI E CENTOCIANQUANTA MORTI TRA I REDUCI DEL KOSSOVO!
A tutti gli altri giovani ignorati, giovani che non hanno alcun diritto per il nostro governo, restano Mimmo Leggiero che non abbandona la lotta per la verità, e Franca e quelli che come noi a loro si affiancano per un solo piccolo contributo.

Cara Franca DG, finalmente se ne parla, oggi tutti i quotidiani e tutti i notiziari hanno riportato dell'incontro di ieri fra il ministro Parisi e la Commissione, mettendo in evidenza la discordanza dei dati e, alcuni, approfondendo il problema. Sembra che la tragedia delle vittime dell'uranio impoverito stia uscendo dal limbo del silenzio e dell'indifferenza.
Spero che il nostro impegno porterà qualche giovamento alle sofferenze di tanti ragazzi e delle loro famiglie.
Ti abbraccio.

La Repubblica
MERCOLEDÌ, 10 OTTOBRE 2007

"Uranio, morti 37 soldati in dieci anni"

Allarme di Parisi al Senato: sui rischi ancora molta incertezza

Ma per l´Osservatorio militare i decessi sono stati almeno 164
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Quanti soldati si sono ammalati di tumore servendo il Paese? Arturo Parisi ieri davanti alla commissione d´inchiesta del Senato sull´uranio impoverito ne ha indicato 255, precisando che 37 sono morti. Ma non è un caso se il ministro della Difesa aggiunge anche che queste cifre riguardano i militari in missione negli ultimi dieci anni, quelli cioè che potrebbero essere stati esposti ai famigerati armamenti. E Parisi riporta anche il numero degli ammalati rimasti in patria, cioè dei militari che non possono essere stati esposti all´uranio: sono 1427. Questa cifra suggerisce che il nesso fra malattia e missioni militari all´estero è tutt´altro che comprovato. «Ci muoviamo in un settore della conoscenza umana - ha sottolineato Parisi - estremamente incerto, dove la precisa individuazione del nesso causa-effetto è ancora oggetto di verifica».
In realtà però le cifre avrebbero più valore se fossero percentuali: in altre parole, se i numeri presentati da Parisi fossero confrontati con le cifre assolute dei militari spediti oltre confine o impegnati in Italia. Ma qui nasce il primo problema: allo Stato maggiore della Difesa non sono in grado di fornire i dati complessivi degli ultimi dieci anni. A vestire la divisa in Italia sono 190 mila persone: questo è l´unico dato certo. Più difficile è capire quanti soldati siano stati impegnati in operazioni all´estero: sono stati fra otto e dodicimila in ogni dato periodo, ma lo Stato maggiore non sa quanti sono stati in tutto, anche perché moltissimi hanno partecipato a più turni, o a più missioni.
In più, c´è il problema dei poligoni: chi ha preso parte a esercitazioni può essere stato a contatto con munizioni speciali anche senza andare all´estero. Alla Difesa considerano la percentuale "minima", e fra gli addetti ai lavori c´è anche chi suggerisce che l´uranio non c´entra, e che a provocare reazioni organiche devastanti, e quindi anche tumori, possa essere stato il cocktail delle vaccinazioni imposte ai militari in missione.
Alla commissione del Senato Arturo Parisi ha anche proposto la creazione di un centro di ricerca sul tema uranio impoverito, da finanziare con i 10 milioni di euro stanziati per il monitoraggio dei poligoni. Altri 170 milioni di euro saranno dedicati al risarcimento per le malattie contratte in servizio, e sono già stati stanziati in un decreto legge del settembre scorso.
Ma le organizzazioni dei militari sono molto critiche: le cifre indicate da Parisi «sono una vergogna», dice Falco Accame, presidente dell´Anavafaf, l´associazione che tutela le vittime delle forze armate. «È assolutamente fuorviante che si cominci a contare gli ammalati partendo dal ‘96. Abbiamo avuto morti e ammalati nella guerra del Golfo, nel ‘91, in Somalia nel ‘93, in Bosnia nel ‘94. Il ministro parla di 37 morti: calcolando con estrema prudenza io ne ho contato almeno 50. E ci sono tante altre osservazioni da fare: non sono compresi i militari in congedo e quelli di leva, per esempio. I registri dei tumori sono inadeguati, e non ha molto senso neanche paragonare la salute di un civile con quella di un militare, che deve fare una visita all´anno obbligatoria. Insomma, il trattamento dell´intera vicenda uranio è indecente».
Non differente l´opinione dell´Osservatorio militare: secondo il portavoce Domenico Leggiero, le cifre fornite dal ministro sono inferiori sia rispetto a quelli denunciati nella scorsa legislatura, sia rispetto ad un documento della sanità militare dello Stato maggiore della Difesa, in cui si parla di «2.536 militari affetti da patologie tumorali, di cui 164 deceduti». Evidentemente, dice Leggiero, «ci sono interessi che vanno ben oltre quello che potevamo supporre».
(g. cad.)

La Repubblica
MERCOLEDÌ, 10 OTTOBRE 2007

"Ammalato e abbandonato volevano solo farmi stare zitto"

Il sottufficiale: nessun avvertimento, né protezioni

"In Kosovo prendevamo l´acqua per lavarci da uno stagno, ma era inquinata, c´erano i tank serbi traforati da parte a parte"

GIAMPAOLO CADALANU
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Giovanni Pilloni è un soldato, ed è un uomo coraggioso. Non aveva paura volando con gli SH-3D sul Kosovo o sull´Iraq, non ha paura oggi di raccontare la sua vicenda straziante. Tecnico di elicotteri, veterano di tante missioni, al ritorno da Nassiriya ha scoperto di avere contratto un cancro ai testicoli. Ha affrontato a testa alta il bisturi e la chemioterapia, ma non riesce a vincere l´impressione di essere stato lasciato solo.
Maresciallo, dove ha preso la sua malattia?
«Forse in Kosovo, a Dakovica. La nostra base era a poche centinaia di metri da un laghetto, e quando tornavamo in volo vedevamo arrugginire là sotto i carri armati serbi, attraversati da una parte all´altra. Non era certo una calibro 9 ad aver bucato una corazza da 15 centimetri. L´acqua era la stessa che usavamo per lavarci i denti, per sciacquare l´insalata, per lavare i piatti. Nessuno ci aveva avvertiti».
È sicuro che sia stata quella la contaminazione?
«Non lo so, so per certo che tutti gli ammalati che conosco, e soprattutto i commilitoni morti, erano stati nei Balcani».
Ma lei è stato esposto altre volte a possibile contaminazione, per esempio a contatto con armamenti speciali?
«Quando facevamo le esercitazioni nei poligoni della Sardegna, per esempio. A Capo Teulada, a Perdasdefogu: partecipavano anche militari di altri Paesi, compresi gli americani, e noi piantavamo le tende in campo aperto, in mezzo alla zona delle operazioni. Andavamo a vedere con curiosità anche i proiettili inesplosi, i resti di missili e ogive... anche in questo caso, nessuno si era preoccupato di informarci dei pericoli».
E in Iraq?
«Fra le altre mansioni, avevo quella di tecnico addetto delle batterie: mi toccava restare per giornate intere al chiuso, a respirare vapori di acido solforico, nichel-cadmio e cose del genere, a temperature fra i 55 e i 60 gradi, qualche volta anche sopra i 70. Lo scrivevamo sui muri, quando si toccava questo livello».
Ma per trattare questi materiali aveva le adeguate protezioni, naturalmente...
«Guardi, devo proprio dirlo: le protezioni c´erano solo quando alla base aspettavamo un ospite particolare. Un altissimo ufficiale, un ministro: allora ci davano mascherine, guanti e tutto il necessario. Ma quando l´ospite partiva, le attrezzature sparivano».
Come si è accorto della malattia?
«Sentivo un fastidio quando prendevo mia figlia sul grembo. Prima mi hanno diagnosticato un´orchite, poi quando sono andato all´ospedale civile di Taranto hanno scoperto che era già troppo tardi».
Come mai non è andato da medici militari?
«Non mi fidavo».
Perché? Qual è stato l´atteggiamento delle Forze armate nella sua vicenda?
«Quando mi sono ammalato, solo un collega è venuto a farmi visita. Nessuno dei comandanti è venuto a trovarmi. Anzi, mi hanno interrogato per oltre quattro ore per sapere come mai stavo facendo tanto casino. E un comandante mi ha detto: c´è gente che ha avuto la sua malattia ma ha scelto di stare zitto. Mi hanno anche fatto capire che dovevo cercare di far stare zitti i miei genitori, due anziani invalidi...».
Come sta adesso?
«Ho interrotto la chemioterapia dopo il quarto ciclo, perché il mio organismo non la tollerava più. Ho dolori agli arti, ho problemi nei rapporti sessuali. Ma sono vivo. Semmai i problemi sono psicologici: il mio metabolismo è cambiato, non riesco ad accettarmi più come sono. E soprattutto, non accetto che non mi riconoscano la causa di servizio. Non accetto che ci siano militari di serie A e militari di serie B».

Stasera ad Annozero puntata sul "Pacchetto sicurezza" che il Governo discuterà domani.
Saranno ospiti Dario Fo, Antonio Di Pietro e Francesco Storace.

GIOVEDÌ, 11 OTTOBRE 2007

La Repubbica

Mogli e amici a bordo di un aereo del Corpo, e poi di un elicottero, per una gara di sci sulle Dolomiti

Gita in montagna e pesce fresco in baita così Speciale usava l´Atr della Finanza

La trasferta è stata filmata e le immagini sono un video ad uso interno
Il cibo preferito dal generale in volo da Pratica di Mare a Verona, e di qui a Bolzano

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Roberto Speciale con coppola e montone. Le signore in pelliccia. Tutti a Passo Rolle. Per la festa sulla neve. A bordo dell´Atr 42 della Guardia di Finanza. E a cena pesce freschissimo. In casse caricate all´aeroporto di Pratica di Mare e spedite con volo militare. L´ex comandante della Guardia di Finanza ha chiesto al Paese cinque milioni di euro perché il suo onore di «uomo delle Istituzioni» e di «ufficiale» con la schiena dritta trovi giusto ristoro al «massacro» che ne avrebbero fatto in Parlamento il ministro dell´Economia Padoa-Schioppa e il suo vice Vincenzo Visco.

Un giudice amministrativo deciderà di qui a tre settimane del risarcimento. E´ un fatto che, liberi dalla sua ombra, gli archivi della Guardia di Finanza cominciano a restituire qualche documento che racconta chi è Roberto Speciale. Come ha interpretato il suo comando. Quale uso abbia fatto delle risorse destinate al lavoro di un Corpo che, spesso, a fine anno, non ha risorse per mettere la benzina nelle sue macchine.
Parliamo di un filmato ufficiale girato in una fredda mattina del febbraio 2005. A passo Rolle (Trentino Alto Adige) si apre la 55esima edizione delle «gare invernali di sci» del Corpo. Un operatore delle Fiamme Gialle rivolge l´obiettivo della telecamera sull´orizzonte cobalto della pista di atterraggio dell´aeroporto di Bolzano. Nell´assolo trionfale e lancinante di una chitarra elettrica che fa da colonna sonora alle immagini, un Atr 42 turboelica del Corpo (aereo destinato, secondo le informazioni diffuse dal sito istituzionale della Finanza, al «contrasto del contrabbando», alla «sorveglianza delle coste», alle «missioni umanitarie», giocattolo da 3.500 euro l´ora, escluso il costo dell´equipaggio) si posa a terra. Il bestione rulla, avvicinandosi lentamente all´aerostazione e la musica cresce. Cresce nell´enfasi compiaciuta della regia. Un drappello di infreddoliti ufficiali si avvicina al portellone posteriore, guidato dal generale Giulio Abati (allora comandante regionale del Trentino Alto Adige). Attesa. Poi, ecco il primo passeggero. Una signora avvolta in una pelliccia di volpe. La moglie di Roberto Speciale. Ecco il secondo. Un´altra pelliccia di volpe. La signora D´Amato, moglie del generale Salvatore D´Amato (all´epoca comandante interregionale di Napoli). Ora, la terza pelliccia. Volpe come sopra, ma rovesciata. Una giovane donna che nessuno dei presenti sembra conoscere o riconoscere, salvo l´autista del comandante generale che aspetta sottobordo e con cui scambia un affettuoso bacio. Quindi tocca agli uomini. Un ragazzone dall´abito sportivo con una sporta di carta; un uomo di mezza età che sembra accompagni la più giovane delle signore; il generale D´Amato, in giacca a vento e quindi lui, il Comandante. Immagini di vederlo fare capolino in alta uniforme. E invece il generale si è «messo» da montagna. Coppola, giacca di montone con bottoni in osso, morbidi pantaloni in velluto verde petrolio. Lo salutano militarmente. Lui risponde allungando morbidamente la mano nel gesto dell´omaggio.
Da Bolzano a Passo Rolle sono 50 minuti di auto. La giornata è serena. In fondovalle non c´è neve. Ma la comitiva, visibilmente compiaciuta, non si nega lo spettacolo delle cime. Si accomoda su un elicottero Ab 412 del Corpo che attende a bordo pista. La chitarra elettrica della colonna sonora pesta in un ennesimo assolo, mentre l´obiettivo stringe sulle signore in pelliccia issate a bordo, su un comandante chino ad allacciare le cinture di sicurezza a chi non sa neppure da dove si cominci. Su Speciale, che ora ha tolto la coppola e inforcato dei "Rayban" a goccia con cui osserva compiaciuto il lavoro agiografico del cine-operatore. Di nuovo in aria. Il Cimon della Pala è magnifico. I tre generali che attendono a Malga Fossa (Nino Di Paolo, generale di corpo d´armata, comandante a Firenze; Luciano Pezzi, generale di divisione, Lucio Macchia, generale di corpo d´armata) sono tre deferenti statue di ghiaccio. Alla malga, ai piedi dell´elicottero appena atterrato in una nuvola di neve farinosa, il cerimoniale si ripete nella sua sequenza grottesca. Nessuno sa bene chi salutare. Anche perché alcuni di quelle signore e signori non li conosce nessuno. Finche una Land Rover blu notte tirata a lucido se ne va con gli ospiti.
Non sembra questa la sola pagina umiliante scritta a Passo Rolle. Di storie, nel Corpo, se ne raccontano di tutti i colori. E almeno una ha lasciato tracce documentali e testimoniali. Speciale ama il pesce fresco. E, si sa, le malghe non ne offrono. In un´occasione, dunque, dall´aeroporto di Pratica di Mare viene fatto sollevare un Atr 42 con a bordo un metro cubo di pesce. Il piano di volo prevede l´atterraggio a Bolzano, quindi il disimbarco e la consegna del prezioso carico in montagna. Il pilota è il maggiore Aldo Venditti. Ma il poveretto non ha fortuna. Le condizioni meteo su Bolzano lo obbligano ad atterrare a Verona, dove nessuno aspetta pesce. Tantomeno un drappello di sconcertati "baschi verdi" che rifiutano di farsi facchini. Tocca al pilota. E la storia smette di essere un segreto.

VENERDÌ, 12 OTTOBRE 2007
La Repubblica
Speciale indagato per la "gita" in Atr

Viaggio con famiglia e spigole da Roma alle Dolomiti, inchiesta per peculato

Il magistrato acquisirà il filmato. Sentito il giornalista di Repubblica Bonini

ELSA VINCI

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ROMA - L´ex comandante generale della Guardia di Finanza è indagato per peculato. Ovvero, uso improprio di beni dello Stato. La procura militare di Roma ha aperto un´inchiesta dopo avere ascoltato come testimone Carlo Bonini, che ha rivelato - con un articolo su Repubblica - l´utilizzo privato di mezzi delle fiamme gialle fatto da Roberto Speciale. Il procuratore militare Antonino Intelisano acquisirà il filmato che documenta l´abuso. È un video ufficiale della Guardia di Finanza, girato una fredda mattina del febbraio 2005 a Passo Rolle in Trentino Alto Adige. C´era una festa sulla neve.
Il generale con coppola e montone, la moglie in pelliccia. Ma ci sono anche gli amici. Tutti su un Atr 42 turboelica del Corpo. L´aereo destinato al contrasto del contrabbando e alle missioni umanitarie, porta Speciale, parenti e amici, alla festa in montagna. Quella per la cinquantacinquesima edizione delle gare invernali di sci dei finanzieri. E a cena pesce fresco, trasportato in casse caricate all´aeroporto di Pratica di Mare e spedite con volo militare. Spigole mai arrivate, solo per colpa del maltempo.
A ricevere Speciale e i suoi ospiti c´è un drappello di ufficiali infreddoliti e soprattutto imbarazzati, guidati dal generale Giulio Abbati (allora comandante regionale del Trentino). Tutti saranno convocati da Antonino Intelisano che vuole interrogarli.
Roberto Speciale, che chiede cinque milioni di euro allo Stato a risarcimento del disonore di essere stato sostituito dal ministro dell´Economia Tommaso Padoa-Schioppa, adesso viene scaricato dal comando del Corpo. «Un video più che esplicito, che si commenta da solo. A questo punto non c´è davvero nulla da dire. Alziamo le mani, meglio il silenzio», dichiarano all´Ansa alti ufficiali del comando.
Rapidissima la marcia indietro di Antonio Di Pietro, che ha alzato la voce in difesa di Speciale nei giorni delle polemiche sullo scontro con il vice di Padoa-Schioppa, Vincenzo Visco. «I mezzi istituzionali devono essere usati solo per fini istituzionali - dice Di Pietro - Se qualcuno li usa per andare a vedere la partita o andare a mangiare il pesce in montagna, non solo fa un grave errore ma anche un uso abusivo delle strutture pubbliche». Antonio Borghesi, deputato dell´Italia dei valori, afferma che se i fatti denunciati da Repubblica «saranno provati, la nostra condanna sarà forte e chiara». E aggiunge: «Sarebbe inammissibile concedere una seconda possibilità di fronte a vicende di questa gravità».
Il video ha provocato sconcerto, sono tre le interrogazioni al presidente Prodi e al ministro Padoa-Schioppa dai parlamentari dell´Ulivo. I deputati Marina Sereni, Rolando Nannicini e Michele Ventura, chiedono «se sussistono i presupposti affinché si dia mandato all´Avvocatura dello Stato di nominare un proprio difensore a tutela degli interessi dell´amministrazione pubblica». I senatori Villecco Calipari, Carlo Pegorer e Paolo Rossi domandano «se esistono altre "missioni improprie" e se il governo intenda assumere iniziative contro i responsabili». Adriano Musi vuol sapere «se risponde al vero che la guardia di finanza abbia acquistato due velivoli Piaggio P 180 Avanti II e se questi aerei, attrezzati per prestazioni sofisticate, siano stati usati per gli spostamenti di ufficiali delle fiamme gialle».
Sulla vicenda c´è una valutazione anche alla procura della Repubblica, che ha già messo sotto inchiesta il generale per violazione di segreto d´ufficio.

IL CONDONO TOMBALE SULL'INEFFICENZA DEI POLITICI

oggi non si parla di inefficenza ma bensì di inutilità come dire scusateci ci siamo sbagliati ne abbiamo fatti troppi (enti) e adesso li tagliamo

e nessuno parla di inefficenza di questi enti nonostante il gran numero di risorse umane impiegato

ma questo significherebbe ammettere che si è stati degli incapaci, e chi voterebbe più un incapace?

la panacea è la privatizzazione, ma se uno pensa fuori dal coro si accorge subito che ogni privatizzazione significa esattamente: signori nonostante il tempo avuto, le risorse umane avute, le risorse economiche avute, non siamo stati capaci di farli funzionare e adesso privatizziamo, sollevando un applauso di consenso nel popolo bue.

60 anni di inefficenza, di problemi irrisolti, di sperpero di denaro pubblico, di cose promesse e non mantenute, di programmi scritti e restati sulla carta verranno cancellati con le privatizzazioni, coi tagli degli enti inutili, con la riduzione del numero di pappamentari.
faranno passare la linea che quelli rimasti sono i buoni, necessari, non importerà se tra essi ci saranno ancora onorevolidelinquenti o persone che hanno contribuito ad affossare l'italia in questi 60 anni.
il popolo bue sarà soddisfatto e loro mondati dal condono avuto dai sudditi continueranno imperterriti ad affossare l'italia, del resto 60 anni di storia lo dimostrano: sanno fare solo questo

peace&love
filippo

...non sanno fare solo questo!
Sanno bene cosa potrebbero fare, il problema poi è che non saprebbero più come fare per farsi rieleggere

Corriere della Sera, 13 ottobre 2007

Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo

Tagli svaniti, nel dl di bilancio un aumento del 2,74%
La politica? Costa 53 milioni in più
I costi dei Palazzi arrivano a due miliardi. Nonostante promesse, impegni e giuramenti.

Bastava tagliare un euro. Soltanto un piccolo, insignificante euro e per la prima volta nella storia
dell’Italia repubblicana il costo degli organi costituzionali avrebbe avuto davanti il segno meno.
Invece no: aumenterà anche nel 2008. Di oltre 53 milioni di euro. A dispetto di tutte le promesse, gli impegni e i giuramenti spesi per rassicurare un’opinione pubblica in fibrillazione. Lo dice, spazzando via mesi di pensosi bla bla, la tabella a pagina 279 dell’Atto Senato 1818, cioè il disegno di legge del bilancio dello Stato per il prossimo anno che accompagna la legge finanziaria. Lì c’è una bella sorpresa.
In quella tabella si spiega che gli «oneri comuni di parte corrente» a carico del ministero dell’Economia per gli organi costituzionali, vale a dire le spese di Camera, Senato, Quirinale, Corte costituzionale, Cnel e Consiglio superiore della magistratura ammonteranno l’anno prossimo a 1.998.914.863 euro. Poco più che un milioncino sotto la soglia fatidica dei due miliardi. Una scelta dovuta forse al pudore. O al tentativo di seguire le vecchie regole raccomandate dai maghi della
pubblicità per far digerire al cliente una cifra indigesta: molto meglio appiccicare una targhetta di
9,99 dollari piuttosto che 10,1. Certo, la differenza è minima. Ma psicologicamente…
Eppure i numeri, si sa, sono impietosi. E dicono appunto che i sei organi citati, che nel 2007 sono pesati sulle pubbliche casse per un totale di 1.945.560.992 euro, ne peseranno l’anno entrante 53.353.871 in più. Cento miliardi delle vecchie lire. Con un aumento del 2,74%. Un punto in più rispetto all’inflazione, ferma all’1,7%. Il che significa che, al momento di fare l’addizione, la spesa supplementare sarà tre volte superiore a quei miseri 18 milioni di euro che il ministro dell’attuazione del programma Giulio Santagata diceva di essere riuscito a tagliare faticosamente nella scorsa
primavera con un giro di vite su convegni, pubblicità, enti e commissioni inutili e qualche spesa dei ministeri. E superiore alla somma che lo Stato spende ogni anno per l’«integrazione sociale» degli immigrati (50 milioni). O a quella (ancora 50 milioni) che dovrebbe essere stanziata per le vittime dell’amianto.
A una prima lettura, a dire il vero, il quadro sembrerebbe ancora più nero. L’anno scorso, alle stesse
voci, c’erano infatti 1.774.024.973 euro. Il che farebbe pensare a una mostruosa impennata nei costi delle principali strutture ai vertici del Paese di oltre duecento milioni di euro. Mail confronto, che sarebbe disastroso agli occhi dei cittadini, è improponibile: le voci messe a bilancio sono state infatti spostate, riscritte, accorpate, ridisegnate fino al punto che da non potere essere messe sullo stesso piano. Altrettanto ingiusto sarebbe caricare l’aumento dei costi, alcuni dei quali crescono per forza d’inerzia, sulle sole spalle del centrosinistra: i numeri dicono che nei cinque anni della scorsa legislatura, quando il centrodestra aveva una maggioranza larghissima, i costi degli stessi organi costituzionali di cui parliamo ora aumentarono del 24% oltre l’inflazione. Per non dire dei casi specifici del Quirinale (più 41,9%) o del Senato: più 38,9%. Il nocciolo della questione, però, resta:
nel momento di massima spinta a tagliare, i costi dei «Palazzi» principali crescono ancora. Ma sicuro,
nelle tabelle disaggregate qualche taglio c’è. Il ministero di Rosy Bindi dovrebbe perdere 40 milioni
(da 320 a 280) dei fondi di sostegno alla famiglia. Gli stanziamenti a favore dell’editoria dovrebbero scendere da 79 a 34milioni. Quelli per le pari opportunità da 52 a 45. E per risparmiare qualcosa vanno a raschiare anche n e i conti della Protezione Civile: il fondo per fare funzionare il dipartimento sarà dimezzato: da 78 a 39milioni. Le voci principali della «macchina», però, vedono aumenti, aumenti, aumenti.
Il «fondo per il funzionamento della Presidenza del Consiglio» passa dai 399.316.327 di quest’anno a
433.882.000, con una crescita di quasi 35 milioni. Le spese per mantenere la Camera salgono da 961.800.000 a 990.500.000: più 28 milioni. Quelle per il Senato da 503 milioni a 519: più 16. Quelle per la Corte Costituzionale da 51 a 53 milioni: più due. Calano un pochino i costi del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia e di altre cose di secondo piano. Restano quasi al palo la Corte dei Conti, che però quest’anno è costata 299 milioni di euro e cioè 26 in più rispetto al 2006(un aumento dell’8%: e meno male che i magistrati contabili invitano gli altri a tagliare, tagliare, tagliare) e il Quirinale.
Dove i costi sono sì aumentati da 224 a 241 milioni (il quadruplo di Buckingham Palace, otto volte più della Presidenza tedesca, 27 volte più di quella finlandese, anche se si tratta di un paese «appena» dieci volte meno popoloso dell’Italia). Ma quei 17 milioni di euro in più non saranno chiesti al Tesoro bensì recuperati autonomamente. Quest’anno. Perché il prossimo, invece, la dotazione statale aumenterà ancora di 6,5 milioni (compresi 3.568 euro che serviranno a portare l’assegno personale del presidente da 222.993 a 226.561 euro lordi). E’ il 2,97%, in più, anche in questo caso ben oltre l’inflazione.
Direte: non si tratta sempre e comunque, a prenderli di qua o di là, di soldi pubblici? E’ così. Ed è qui che, dopo avere visto quanto sia difficile fermare la corsa di una macchina impazzita, per quanta buona volontà possa essere impiegata nel risanamento, che Giorgio Napolitano si trova a dover gestire un passaggio delicato. Aprire o no i libri alla totale trasparenza, nonostante la Corte Costituzionale abbia già offerto in passato la sua copertura alla scelta di mantenere un velo di riservatezza? Una decisione non facile. Soprattutto in un momento come questo. Ma è qui che verrebbe voglia di parafrasare Primo Levi: se non ora, quando?

...Ilo (un'agenzia delle Nazioni unite), ha chiesto al ministro Damiano un'audizione speciale a Ginevra per spiegare al governo italiano che la legge 30 viola lo Statuto del lavoro dell'Onu.
"Con il pretesto della flessibiltà la legge 30 ha creato una situazione di precarietà preoccupante". Non lo dice un comunista, o un rivoluzionario, lo dicono le Nazioni unite. Ma i media non hanno dato alcun risalto a questa notizia.
Inoltre la Commissione europea ha stabilito che il lavoro precario può durare al massimo due anni.
In Italia può durarne tre, più la deroga.
Credo che queste "anomalie italiane" rendano la manifestazione di sabato prossimo a Roma, non solo legittima, ma anche opportuna per denunciare con forza le ragioni e i diritti violati del mondo del lavoro.
Una richiesta di elementare giustizia che argini il disagio crescente in ampie fascie della società.

Gargantua, questa si che è una notizia! qual'è la fonte? esiste un parere scritto? In quali parti della legge 30 si evidenziano le violazioni?
grazie
 

La fonte è un'intervista a Diliberto riportata su Repubblica di oggi a pag. 6.
Anche a me è sembrata clamorosa.
Buona giornata e buon lavoro.

Sia detto senza offesa, ma il modo corretto di citare le fonti è fare in modo che tutti le possano leggere: mettendo un collegamento. :-)

Sul sito dell'ONU non ho trovato riscontri, ma su radio radicale ho trovato questo articolo:
Condanna dell'ONU

Da Precari News 26.10.07 La legge 30 condannata anche dall’Onu

L’Agenzia per il lavoro (Ilo) convoca l’Italia per discuterne: le forme di precarietà esistenti da noi sono contro la Convenzione 122 Vittorio Longhi

«Con il pretesto della flessibilità per modernizzare il mercato del lavoro, la legge 30 del 2003 ha creato una situazione di precarietà preoccupante. Secondo le statistiche ufficiali, i contratti a termine sono diventati quasi l’unico modo che hanno i giovani di trovare un impiego ma poi è raro che questi si traducano in lavori stabili, con un rapporto di uno a 25. Stanno aumentando le distorsioni del mercato del lavoro, specialmente nel sud del paese dove la diminuzione del tasso di occupazione ha raggiunto livelli allarmanti». Non sono le considerazioni note della sinistra radicale o dei metalmeccanici Fiom, critici sul Protocollo del governo perché conserva gran parte della legge 30, ma le osservazioni della Commissione di esperti dell’International labour organisation, Ilo, agenzia delle Nazioni unite per i diritti del lavoro, che ha preso in esame il caso italiano. È passata quasi inosservata la notizia che il nostro governo, tramite il ministro Damiano, è stato convocato in un’audizione speciale nel corso della 96° Conferenza internazionale del lavoro, a giugno a Ginevra, per discutere della situazione in Italia e degli effetti della legge 30, che ha suscitato non poche perplessità nella comunità internazionale.

...

Prosegue

Che a sua volta fa riferimento a questo blog:
Precari

Grazie delle info. ;-)

Grazie anche a te FrancoK2 per l'utilissima precisazione :)
Comunque credo che la fonte originaria fosse il Manifesto del 16 Ottobre che purtroppo non è più consultabile online essendo ormai trascorsa una settimana.
E il Vittorio Longhi che compare dopo la Convenzione 122 credo sia il giornalista.
(guarda qui per riscontro
http://bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=53806)

http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/ambiente/paese-emissioni-zero/p...
Il sole, il legno, il mais, i rifiuti bastano per alimentare
il riscaldamento e le auto di tutto il villaggio
Viaggio nell'utopia di Güssing
il paese a emissioni zero
L'ideatore: "Un sistema perfetto, è per questo che le grandi lobby non lo vogliono"
dal nostro inviato CINZIA SASSO

I pannelli solari termici riscaldano l'acqua per la doccia, mentre quelli fotovoltaici generano energia elettrica
GÜSSING - La città dell'utopia è arrampicata sulle colline del Burgerland, nell'Austria più profonda, ai confini con l'Ungheria, tra campi di mais e foreste di pini. Si chiama Güssing, ha quattromila abitanti e un profeta: Rheinard Koch, 46 anni, un ingegnere alto due metri e quattro che giocava a basket nella nazionale austriaca e che ha realizzato il sogno di trasformare il paese dove è nato in un'isola pulita che produce da sé, con quello che la natura gli mette a disposizione, tutta l'energia di cui ha bisogno. Il sole, il legno, il mais, i grassi vegetali, i rifiuti, a Güssing si trasformano in riscaldamento, elettricità, gas, carburante per le auto. Dice Koch: "Certo che è un sistema perfetto, ed è per questo che le grandi lobby non lo vogliono. Parliamo di molti soldi, e molti soldi vuol dire molto potere. Se ogni comunità facesse come noi, quel potere verrebbe meno".

L'uso dell'energia alternativa ha permesso alla città di ridurre del 90% le emissioni di biossido di carbonio e di guadagnare ogni anno, dalla vendita alla rete nazionale del surplus energetico, 500 mila euro che vengono reinvestiti in nuovi progetti. Dal '95 ad oggi, le emissioni sono state ridotte del 93% mentre la città svedese che ha vinto il premio per la Sustainable Community, Vaxjo, ha tagliato i veleni nell'aria del 25% negli ultimi dieci anni. E Al Gore ha auspicato una riduzione del 90% entro il 2050.

In Europastrasse, là dove ha la sua sede il Centro Europeo di Energia Rinnovabile, hanno dovuto costruire anche un albergo, il Com Inn, per le comitive che arrivano da tutto il mondo: dall'Ocse di Vienna, con i cinquanta diplomatici guidati dal direttore degli affari economici Bernard Snoy, agli scienziati giapponesi; dai ricercatori del Canada alle comitive di contadini scozzesi, quasi 5.000 visitatori solo l'anno scorso. "Questa città - dicono - ha saputo coniugare la crescita economica con la sostenibilità ambientale". Aggiunge Peter Vadasz, un ex professore che ora è sindaco: "Non avremmo mai sognato di raggiungere simili risultati: la montagna di denaro che prima lasciava la città, adesso rimane qui".

È una storia che comincia nel 1989, quando Güssing era solo la capitale di una delle regioni più povere del paese. Non c'era altro che lavorare nei campi e il 70% della popolazione era costretta ad emigrare. Anche Koch aveva dovuto andare a Vienna, finché Herr Krammer, il sindaco di allora, pensò di offrirgli un posto come tecnico comunale. Racconta Koch: "Ci siamo chiesti che cosa si poteva fare per creare lavoro e ricchezza. E per prima cosa abbiamo realizzato che qui c'erano molti soldi: tutti quelli che la gente doveva spendere per procurarsi energia. Erano 36 milioni l'anno per la regione, 6 per Güssing. E così abbiamo pensato di creare da noi l'energia, sfruttando le nostre risorse".

Quei soldi sono rimasti nella zona e hanno creato lavoro. Negli ultimi dieci anni sono nate 60 aziende per 1.200 posti di lavoro. "Abbiamo scalato la classifica della povertà e siamo diventati i primi produttori al mondo di gas naturale". Ora Güssing è completamente autosufficiente. Negli otto diversi impianti produce 22 megawattora di energia l'anno, compresi 8 megawatt di surplus che vende. Contro la sagoma del vecchio castello della nobiltà ungherese che è il simbolo del paese, si stagliano adesso montagne di segatura e cattedrali di tubi. Verena, i capelli dritti in testa per il gel, lavora in un altro dei nuovi alberghi: "Sì, adesso vengono un sacco di persone, pare che tutti siano curiosi di sapere come abbiamo fatto". E Ullriche, che va a far la spesa con il cesto di vimini: "Questa era una città morta, adesso cercano sempre nuovo personale".

Il paese dell'eco-energia è cambiato: ci sono le case pastello con i tetti spioventi e i nidi di cicogna, ma anche le palazzine con le parabole sui balconi. Il Rathaus, il municipio, ha la scritta gotica e la facciata di pietra tirata a lucido e per le strade viaggiano i Renault Traffic della Biomasse Fernheizwerk Güssing. "La cosa più difficile - spiega Koch - è stata quella di convincere la gente che la nostra energia era buona come quella delle multinazionali". Ma la gente si è convinta e l'energia costa dal 30 al 40% in meno che nel resto del Paese. Al festival del teatro, quest'estate, hanno messo in cartellone il Don Chisciotte. Proprio come Koch, l'ingegnere che è diventato ricco facendo prima diventare ricco il suo paese. "Dice che sono un visionario? Sì, forse. Ma le mie visioni sono diventate realtà".

TUTTO IL RESTO SO SOLO CHIACHIERE AL VENTO

peace&love
filippo

Romano l'orondo:

Un giorno di Giugno,
l'orondo Romano,
ha detto:
"Italiani,
Vi prendo per mano!

Vi porto in Europa,
non c'e' da temere
IO son professore,
possiedo il sapere."

L'Italia risponde
con grande fiducia,
e lui costruisce,
poi disfa ed inciucia:

"Io sono compagno,
non ti preoccupare
il popolo tutto
Io voglio aiutare,"

sistema gli amici,
sistema i parenti,
a sè lui non pensa
guardategli i denti...

formando il governo
con i bussolotti
però non si accorge
che ormai ce li ha rotti.

Lui apre a sinistra
a destra e anche al centro,
chiunque gli amicca
lui lo mette dentro,

vogliamo citare Clemente Mastella ?
un uomo esemplare,
che fulgida stella...

Ciriaco de Mita
è un buon protettore
e lui va alla RAI
creando scalpore,

nel '76 si spaccia gaudente
per il direttore del
pubblico ente,

all'ora di pranzo
contatta i comuni
e invita a votarlo
sia gli altri che gli uni!

Sistema curioso per essere eletto,
però ha funzionato e questo va detto.

Esempio vivente
d'onestà e perizia,
noi lo ritroviamo
in grazia e giustizia.

Per poi lamentarci:
l'italia va male
in questo grottesco
grande carnevale.

Se questa gente che ci governa è di sinistra, Io sono "Scemolo", il famoso ottavo nano...

No la satira non fà mai male, e comunque tienila in caldo la tua satira stà tornado il Cavaliere, ne avrai da scrivere di satira!.
Carlo

Uccidere un cane non è una forma d'arte!

Per favore, clicca qui, leggi, firma anche tu la petizione e, se ti va, aiutaci a diffondere la notizia, scrivendo al TG2! E' importante!

Grazie.

(Vi chiedo scusa per l'OT...)

eLo

Da Articolo 21 un'iniziativa di solidarietà con la senatrice Rita Levi Montalcini

http://www.articolo21.info/index.php

UNA VERGOGNA POLITICA
Solidarietà alle donne e agli uomini che hanno fatto grande l'Italia

di redazione

Esprimiamo piena solidarietà alla senatrice a vita Rita Levi Montalcini che, nei giorni scorsi, è stata oggetto offese irripetibili da alcuni personaggi delle politica italiana di centro destra. Il premio nobel è stata sottoposta ad attacchi feroci che nel passato avevano colpito altri uomini, come il Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro, che incarnano la storia del nostro Paese. Il linguaggio utilizzato contro di lei e la persona che l'ha offesa come ha offeso tutti i senatori a vita, non è certamente degna degli incarichi politici ed istituzionali che ricopre. Articolo 21 invita tutti i lettori a sottoscrivere quest'appello e ad inviare a Rita levi Montalcini la loro solidarietà attraverso il forum appositamente attivato. La redazione consegnerà i messaggi di solidarietà alla senatrice Montalcini.

piena solidarieta per la senatrice RITA LEVI MONTALCINI

Caro Gargantua,
qualche giorno fa, il Presidente emerito Scalfaro, facendo riferimento all'episodio di Storace, ma anche ai "senatori pannoloni" ha parlato di ANALFABETISMO.  Credo sia giusto chiudere la vicenda con le sue parole!
redazione

Ci risiamo!
Un’altra decisione che non potremo MAI condividere; e non ci sono giustificazioni.
Quelle portate da Di Pietro sono risibili ed evidentemente pretestuose.
Vuole l’inchiesta “ma a 360°” e siccome non ritiene tale quella in discussione decide che sia meglio fermarne l’istituzione (in accordo, guarda caso, con Mastella).
Bel modo di fare giustizia verso le vittime di atti di ferocia inammissibile subita da cittadini inermi (e non contro gli autori dei disordini) di cui si sono macchiate le forze dell’ordine, e di fare chiarezza sulle responsabilità POLITICHE che si nascondono dietro quei comportamenti!
Fini e Berlusconi ringraziano sentitamente.

Dal Programma dell'Unione, per chi avesse dubbi residui...

"basti pensare ai fatti di Genova, per i quali ancora oggi non
sono state chiarite le responsabilità politica e istituzionale
(al di là degli aspetti giudiziari) e sui quali l’Unione propone,
per la prossima legislatura, l’istituzione di una commissione
parlamentare d’inchiesta".

Grazie Bruna per avere riportato il passo del programma dell’unione relativo all’impegno di istituire una commissione d’inchiesta al fine di chiarire le responsabilità politiche e istituzionali per gli abusi avvenuti a Genova.
E’ singolare osservare i goffi e untuosi tentativi di Di Pietro per giustificare l’azione di insabbiamento che ha messo in atto col voto di ieri.
Dice Di Pietro:
“siamo favorevoli ad una Commissione d’inchiesta su questo tema ma a condizione che si indaghi su tutti i fatti”.

Ma di cosa va parlando?
Di quali responsabilità politiche e istituzionali si sarebbero macchiati quei poveri disgraziati aggrediti ferocemente alla Diaz mentre dormivano?
Delle molotov portate lì dalle forze “dell’ordine” per giustificare il massacro?
O di non avere aggredito la polizia (come invece dichiarato mendacemente nei rapporti ufficiali)?
O delle vessazioni subite al Bolzaneto?
Che il ministro Di Pietro non faccia lo gnorri! Di questo si tratta.
Chi ha dato gli ordini per quelle azioni?
Di quale copertura politica godevano (ed evidentemente godono tutt’ora) gli autori di quelle deviazioni dal ruolo che competeva loro e che dovevano assolvere?
Cara Bruna, non dobbiamo perdere le speranze di giustizia; è solo una battuta d’arresto che non fermerà l’accertamento della verità. Non subiremo questa ingiustizia.
Un affettuoso saluto

Detesto la violenza, di ogni genere, perché la violenza giova a chi opprime, sfrutta, vilipende, vessa, perché è l’espressione più bestiale della natura umana, perché le vittime sono i più deboli, i meno tutelati, gli indifesi. Ma questa mia idiosincrasia mi diventa insopportabile quando, a praticarla gratuitamente, sono le forze “dell’ordine”, coloro che dovrebbero tutelare, in un Paese democratico, la giustizia e il vivere civile.
I pestaggi selvaggi contro manifestanti inermi - documentati da innumerevoli filmati - i rituali fascisti messi in atto contro i fermati, la sanguinosa azione da “macelleria messicana” (parole di un agente che si trovava a far parte, suo malgrado, a quell’orribile episodio”) hanno offeso e inorridito profondamente la sensibilità di ogni persona civile.
In quei giorni di sospensione della democrazia e dei diritti civili ho visto la “belva umana” esaltarsi ed esprimersi in tutta la ferocia di cui è capace quando libera la sua parte peggiore.
Fu il biglietto da visita del neo-eletto governo Berlusconi. Allora pensai: “Appena questa eclissi della ragione passerà si potrà e si dovrà fare giustizia, i crimini che sono stati commessi verranno stigmatizzati come meritano. L’Italia è ancora una democrazia, un Paese civile; tutto questo non sarà tollererato, i responsabili politici e materiali saranno individuati e adeguatamente sanzionati”.
Sono passati sei anni, abbiamo un governo di centro-sinistra da oltre un anno. Nel programma, sulla base del quale è stato eletto, si fa esplicito riferimento a un’inchiesta per chiarire le ombre dei fatti di Genova e le responsabilità politiche che vi si nascondono. Ieri si sarebbe dovuto decidere in proposito, ma cosa è avvenuto? Un tradimento. Non so come chiamarlo in modo più appropriato. Un tradimento mascherato con pretesti risibili e inadeguati alla gravità dei fatti.
E’ stato un colpo durissimo, un insulto verso la famiglia Giuliani che ha perso il proprio figlio, verso le vittime di quei pestaggi, di quelle vessazioni vergognose, verso lo spirito civile del Paese.
L’eclissi della ragione non è ancora terminata. La nausea si sta impadronendo di me.

Dal blog di Di Pietro una testimoniaza emblematica.

ANTONIO PER LA PRIMA VOLTA NON SONO D'ACCORDO, FORSE TU NON SAI ...

PER CAPIRE COSA E' SUCCESSO A GENOVA BISOGNA ANDARE LA' E FARSI RACCONTARE LA STORIA DAI GENOVESI:

C'ERANO GRUPPI DI BLACK BLOCKS FASCISTI DI MERDA CHE GIRAVANO SFASCIANDO TUTTO E SENZA CHE NESSUN POLIZIOTTO FACESSE NIENTE

I BLACK BLOCKS (300-400) ARRIVAVANO IN UNA PIAZZA DOVE C'ERA GENTE DEL CORTEO E ATTRAVERSAVANO IL CORTEO DI CORSA, DIETRO ARRIVAVANO I POLIZIOTTI E MASSACRAVANO LA GENTE INERME

MANGANELLI E LACRIMOGENI, LA GENTE SCAPPAVA PER I VICOLI CERCANDO SCAMPO VERSO LE COLLINE

CHI ANDAVA A FARSI MEDICARE IN OSPEDALE VENIVA FERMATO DALLA POLIZIA !!

C'E' ANCHE UN VIDEO IN CUI UN POLIZIOTTO PARLA CON UN BLACK BLOCK !!

LA PRIMA SERA ARRIVA LA NOTIZIA DELLA MORTE DEL RAGAZZO, LE CAMIONETTE PASSAVANO E I POLIZIOTTI URLAVANO: VI AMMAZZEREMO TUTTI!!

IL GIORNO DOPO ANCHE PEGGIO, PICCHIANO TUTTI INDISTINTAMENTE, NON IMPORTA SE ERI VECCHIO, DONNA O GIORNALISTA

LA GENTE DEL QUARTIERE ALLE FINESTRE VEDEVA GLI SQUADRONI NAZI-FASCISTI CHE ATTACCAVANO IL CORTEO E POI SCAPPAVANO, QUANDO ARRIVAVA IL CORTEO LI SALUTAVANO URLANDO, TUTTI INSIEME ALLE FINESTRE, NEMMENO STESSE PASSANDO IL PAPA ...

POI GRAN FINALE AL GENOA SOCIAL FORUM, MASSACRO TOTALE E DISTRUZIONE DI VIDEOCAMERE, TELEFONINI COMPUTERS...

C'ERANO DONNE CON BAMBINI, GIOVANI E ANZIANI, TUTTI LA' PER PROTESTARE PER IL MONDO SEMPRE + DI MERDA, ERA IL 2001 E OGGI IL MONDO E' DI MERDA + DI PRIMA

MA IL CORTEO ERA PACIFICO, QUESTA VERGOGNA ERA STATA ORGANIZZATA DALL' ALTO ... COSI' IMPARATE A CONTESTARE IL MIO AMICO BUSH ...

Postato da: Pietro Massimo | 31.10.07 13:38

Qua CI VUOLE UNA PAZIENZA ENORME, TANTA FIDUCIA NELL'UMANITA' E DAVVERO TANTISSIMA CALMA E SANGUE FREDDO.
(Tutti possono sbagliare l'importante e non perseverare)
W le staminali, ora sempre e ovunque!

Un camionista di notte per una strada di campagna. Ad Un tratto si accorge che c'è un omino rosso sul bordo della strada.

Allora il camionista si ferma, scende e si avvicina, e nota che l'omino sta piangendo.
A quel punto gli domanda: «Perché piangi, omino rosso?»
«Sai,» gli risponde l'omino «io vengo da Marte, sono ricchione, e ho tanta fame»
«Guarda, io posso darti il mio panino, ma non posso fare altro per te >> gli dice il camionista. Gli dà il panino e riparte.

Dopo un PO vede un omino verde a bordo strada. Si ferma, scende, si avvicina, e vede che anche l'omino verde piange.
«Perché piangi, omino
verde?» «Sai,» gli risponde l'omino «io vengo da Venere, sono
ricchione, e ho tanta sete»
«Guarda, io posso darti la mia Coca-cola, ma non posso fare altro per te >> gli dice il camionista.
Gli dà la lattina e riparte. Dopo un altro PO, vede a bordo strada un omino blu.
Allora si avvicina e gli chiede: «E tu, piccolo ricchione, da quale pianeta vieni?»
«Favorisca patente e libretto, prego...»

Non so se in questo momento qualcuno si arrabbierà io comunque credo nella risata che rende lucido il pensiero (quando ci vuole ci vuole).

Baci

Io invece faccio un "intervallo"regalandovi 2 piccole performance 'fantasticamente stupefacentissime' di uno dei musicisti più famosi al mondo, in italia conosciuto ovviamente come al solito da una relativa piccola cerchia di persone.

Lui usa la voce come uno strumento, ma per chi non lo conosce bisogna sentirlo/ascoltarlo per capire..

Se esistesse un nobel per la musica, a lui dovrebbero consegnare il primo.

Signori e signore Bobby McFerrin:

- Bobby Mcferrin

- Drive (nel finale del brano riesce a far sentire 2 suoni con la voce!!)

www.maxbazzana.it
www.orchestrazione.it

Da Repubblica - pag. V - Milano

Anche Dario Fo al presidio

Il caso

Rom sfollati occupato il Comune

Dopo aver proclamato lo sciopero della fame in difesa di un gruppo di zingari espulsi dal dormitorio pubblico di viale Ortles, ieri in una decina di persone hanno occupato per ore l´ufficio dell´assessore ai Servizi sociali. Mariolina Moioli, infatti, aveva accettato di incontrare una delegazione di rom, ma non i loro sostenitori italiani. Così Sergio Cusani, ex imputato di Mani Pulite, Sergio Segio, ex di Prima linea, oltre ad alcuni sindacalisti e rappresentanti di Opera nomadi hanno chiesto l´aiuto di Franca Rame, senatrice, moglie del premio Nobel Dario Fo, che in mattinata aveva espresso la sua solidarietà ai manifestanti. La Rame ha chiesto l´intervento del sindaco Moratti, la quale ha chiesto all´assessore Moioli di dare udienza a tutti. Durante l´incontro, l´assessore ha promesso di riportare i rom al dormitorio, fino a quando non sarà trovata una soluzione definitiva per il gruppo senza tetto dopo lo sgombero del campo di via San Dionigi. Lo sciopero della fame a staffetta continuerà fino alla sistemazione definitiva dei rom.

sembra sia morta la donna violentata ieri
nn ho parole solo dolore
mi chiedo dov'è la guerra? e mi rispondo ke è da x tutto, visto ke si muore sempre ed in ogni dove x mano di qualcuno che ha deciso di mettere fine alla tua vita, x cui...la guerra è anche qui!!!

Cara Stefania, si la guerra è ovunque. Molte cose orribili sembrano lontane ed esclusiva di un altro mondo, comunemente chiamato terzo. In realtà l'Italia di primo ha ben poco, al di là dell'episodio in questione quanti omicidi avvengono ogni anno da noi? Quante persone muoiono in auto, non il sabato notte ma di giorno andando a lavorare perfettamente sobrie? Le cifre sono umilianti per una società che si definisce civile... Quante persone perdono il lavoro e conseguentemente dignità e libertà. Sono milioni, si milioni di persone solo nella nostra insignificante nazione. Credere la povertà lontana dall'italia è illudersi è sognare, degrado e mancanza di controllo sono la nostra quotidianità. Il mondo che chiamavamo terzo sarà in breve tempo il nostro, se oggi è povero chi lavora, cosa è chi il lavoro non ce l'ha?

Accattone

... era presente in quanto, rotolando e rotolando, al pugno epilettico di Dario, sarebbe stato utile all'uomo- ruota per due ovvi motivi. Attenzione!

Il primo dovuto all'influenza della chiesa sulle questioni politiche - fosse mai che l'uomo-ruota non si muove con la sua copertura e i suoi copertoni di riserva, nel caso si bucasse qualcosa, sai...

Il secondo dovuto al fatto che un prete serve sempre e comunque, oramai, dovunque lui vadaaaaaa....!
Porta bene e assolve. E assolve. E assolve.

Noi siamo qui a sperare nell'assoluzione, pure.
Quella finale.
Quella definitiva.

Ma di qualsiasi assoluzione si tratti sembra non arrivare mai, PURTROPPO.

E anche dobbiamo fare gli scongiuri, come lui.
Già, perchè fatto un papa, se ne fa un altro.

Dai, su, coraggio, siccome siamo tutti unici ed inimitabili, il prossimo non saprà fare la ruota...

FIIIIIUUUUUUUUUUUUUUU ... che culo abbiamo !

Dulcis in fundo, al termine della giornata, mentre Dario disegna con un mal di testa da record, oltre che da settimo genio, Franca, la senatrice come ormai la chiamano in tanti e come tuttora arrossisce e si nasconde dalla carica istituzionale che ricopre, corre forsennatamente verso un taxi.
Giornata fatale per i 5.000 tassisti di Milano che, manco fosse la settimana della moda, non rispondono a nessun numero e la coda alla fermata di Piazza Duomo è più lunga di quella allo stadio per il derby.
In ogni caso Franca, che fin dalla mattina, con Dario, aveva partecipato al presidio davanti a Palazzo Marino, non si fa pregare - ma attendere sì per non sua volontà - da Sergio Cusani. Alla fine della manifestazione, l’assessore Moioli aveva dato loro appuntamento alle 17 in Largo Treves.
“Siamo all’assessorato pari opportunità e famiglia. Non ce ne andiamo finché non ci ricevono!”
“Che succede?
“L’assessore non ci riceve! Vuole parlare solo con i rom ma loro non si fidano!”
“Stanno occupando il Comune, bisogna che io vada.”
Dario in casa con il mal di testa “Puoi andare tu con lei? Tanto qui io disegno... vedi, è il ritratto di mia nipote, Mattea!”
Quando arriviamo in Comune ci sono due uomini, due donne e tre bambini, rom.
“Queste due donne e i loro rispettivi figli, quattro in totale, qui ne vedi solo tre perché uno è rimasto a casa di un loro amico, stanotte hanno dormito all’addiaccio... li hanno sbattuti fuori da Viale Ortles...”
Non so come faccia, ma soprattutto in queste occasioni, Franca sa sempre agire nel migliore dei modi al momento giusto. È come se fosse illuminata, come se una forza incredibile e sovrumana le venisse fuori dal petto non appena uno dei diritti fondamentali viene violato.
Non solo. “Aspettiamo che l’assessore Moioli ci riceva. Prima è venuta ma voleva parlare solo con i rom, e loro si sono rifiutati perchè non si sentono garantiti e tutelati.”
Fatto sta che dopo pochi minuti dall’arrivo di Franca, l’assessore esce di corsa, defilandosi giù dalle scale.
Cusani la vede, ne riconosce l’ombra perlomeno.
“E’ andata via! È andata via!”
“E allora cosa stiamo a fare qui?”
Ci pensa poco, Franca, le bastano pochi secondi che è già al telefono. “Pronto? La batteria? Salve, sono Franca Rame (credo sia l’unica senatrice che si presenti senza il titolo), ho bisogno di parlare urgentemente con la signora Letizia Moratti, sindaco di Milano... sì, la sindachessa...”
Ancora pochi istanti: il sindaco di Milano, signora Moratti, è in linea, e il suo telefono suona: la batteria del Viminale l’ha rintracciata. “Mi scusi se la disturbo… buongiorno…” cade la linea. Immediatamente Franca Rame viene richiamata.
Oltre a ringraziarla fin da subito per averla ricontattata, Franca espone chiaramente, non senza ironia e con la massima serietà che la contraddistingue, la difficoltà e il disagio per la povera gente che ha di fronte. “Aspettiamo che qualcuno parli con loro. Perchè l’assessore si è defilata? Perchè non ci ha ascoltati? Perchè non risolve la situazione? Cosa vuole che facciano queste donne coi loro bambini, vuole che dormano anche stanotte nei prati? È possibile che il Comune non abbia una struttura per ospitarli? E possibile che non ci sia, non dica il Gallia o l’Excelsior, ma una pensione per farli dormire al caldo e protetti? È ovvio che me ne faccio carico ben volentieri ma il punto non è questo. Noi da qui non ci muoviamo finché qualcuno non verrà ad ascoltarci...”
La telefonata si chiude in maniera cordiale. La sindachessa appella Franca con un “onorevole”, poi si passa a “cara Letizia” e lei al “Franca”.
Pochi minuti dopo l’assessore, come promesso dalla Moratti, contatta Franca.
Ovviamente con le sue ragioni, la Moioli spiega il perchè e il per come se n’è andata senza parlarle “Non l’ho vista, non sapevo che ci fosse”… Franca le lascia sì spazio, ma non troppo. Sembra dire: “Veniamo al sodo.” Pragmatica e realista e idealista allo stesso tempo.
“Siamo qui che ti aspettiamo, non posso lasciarli dormire nei prati anche stanotte. Vedi tu cosa puoi fare... io questo posso fare: restare al loro fianco.”
Passa neanche mezz’ora e l’assessore ritorna.
Unica condizione del suo ritorno e del dialogo che avranno poi, a porte chiuse: “parlo soltanto con loro. E con chi fa e non dice di fare: con loro e con la senatrice della Repubblica.” Detto questo, l’assessore riceve i rom – senzatetto – accompagnati e garantiti da Franca, che la chiama confidenzialmente “Mariolina”.
All’uscita, Franca, i rom e l’assessore Moioli sono sorridenti, e anche noi tutti siamo molto soddisfatti: potranno tornare in Viale Ortles, con l’impegno del Comune di trovar loro una casa affinché le famiglie possano finalmente vivere unite. “E’ una delle poche volte che sono contenta di essere senatrice”, sorride.
I maschi rom baciano la mano a Franca, le mamme si stringono a lei con affetto. Tornando a casa, accompagnata da Cusani, dice di essere stanca: “Non ho più l’età per la rivoluzione.” E lui replica: "Vogliono eleggerti Regina dei rom!" "Sei pazzo...".
Tra Franca e la Moioli, va detto, corrono buoni rapporti, si conoscono da diverso tempo. Ma va anche detto che l’assessore ha precisato di avere molto rispetto, da istituzione a istituzione, del ruolo che Franca ricopre.

Come dire? Nel tuo piccolo, con quel poco che puoi, nel senso …che ti permettono di fare, Franca sei grande e mitica!
Questo ti hanno detto i rom e questo è bello dire far sapere a tutti gli amici del blog che ti stimano e ti amano... ecco perché. Ecco un perché.

Bianca T.

Grazie cara Gessica, ci siamo rallegrati e commossi nel leggere il tuo post.
Sì, come dici, è uno dei perché Franca è amata e stimata in modo indefinito da chi ha la fortuna di conoscerla e da chi sa da quale generoso impeto è animata la sua vita, di quale profonda onestà è testimonianza il suo impegno, di quale dedizione è frutto il suo lavoro.
Ma il suo valore non è riconducibile a una semplice serie di motivi, né spiegabile attraverso dei meri perché. Non è sufficiente la pura razionalità per giustificarne l’eccezionalità.
Verrebbe da dire che Franca è un evento storico, una potenza catartica, una rivoluzione.
Grazie Franca! Ti vogliamo bene!

AMICHE PIù GARGANTUA!!

come sempre mi vedete di più di quanto io sia! Quello che faccio dovrebbe essere impegno comune di ogni cittadino.
È stata una giornata davvero intensa! Non la dimenticherò mai…  una delle pochissime volte che sono stata orgogliosa del mio ruolo istituzionale.
Devo ringraziare a gran voce l’assessore Mariolina Moilo che, alla fine ha collaborato e risolto il problema dell’ospitalità per le  due donne con i loro 4 figli. Ha anche promesso che in novembre troverà per loro una casa dando ai rom la possibilità di riunire le famiglie. Ora i mariti stanno da una parte, donne e bambina in un'altra.
Sono contenta… e di 'sti tempi, sorridere ogni tanto fa bene alla salute.
Un abbraccio a tutti, proprio tutti!
franca

Khorakhanè (A forza di essere vento)
De Andrè-Fossati

Il cuore rallenta la testa cammina in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento a forza di essere vento

Porto il nome di tutti i battesimi ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue per la stessa ragione del viaggio viaggiare

Il cuore rallenta la testa cammina in un buio di giostre in disuso
qualche rom sì è fermato italiano come un rame a imbrunire su un muro

Saper leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano i segreti che fanno paura
finché un uomo ti incontra e non si riconosce e ogni terra si accende e si arrende la pace

I figli cadevano dal calendario Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti e tutti buttavano via

E poi Mirka a San Giorgio di maggio tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi e dagli occhi cadere

Ora alzatevi spose bambine che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi anche oggi si va a caritare

E se questo vuol dire rubare questo filo di pane tra miseria e fortuna
allo specchio di questa kampina ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca il punto di vista di Dio

Cvava sero po tute
I kerava
Jek sano ot mori
I taha jek jak kon kasta
Vasu ti baro nebo
Avi ker.
Kon ovla so mutavla
Kon ovla
Ovla kon ascovi
Me gava palan ladi
Me gava
Palan bura ot croiuti.

(Poserò la testa sulla tua spalla
E farò
Un sogno di mare
E domani un fuoco di legna
Perché l’aria azzurra
Diventi casa.
Chi sarà a raccontare
Chi sarà
Sarà chi rimane
Io seguirò questo migrare
Seguirò
Questa corrente di ali).

Cara Sen. Rame,
so già in partenza che non riceverò risposta a questo mie domande ma non perquesto non glie le rivolgerò.

1) Cosa la spinse a candidarsi nelle liste dell'IDV?
2) Cosa si sente di dire ai suoi elettori difronte al voto con il centrodestra sulla commissione d'inchiesta sul G8 di Genova e quella sulla Società dello Stretto di Messina?
3) Cosa ne pensa lei del Min. Dipietro, e più in particolare nel suo agire sulla vicenda Mastella, sulla sua continua e costante ricerca di visibilità e sulla frase da lui detta "se non fosse per Berlusconi la mia collocazione politica sarebbe nel centrodestra"?

La prego di voler rispondere a queste mie tre piccole domande.
Un grazie di cuore
Dario

visitate il mio blog:

http://dario-lasperanza.blogspot.com

ALLORA VISTO CHE SUL BLOG DI GRILLO SI BOICOTTA QUESTA PETIZIONE A FAVORE DEL GIUDICE CLEMENTINA FORLEO
(QUESTO E IL LINK PER LE FIRME:)
http://www.petitiononline.com/mod_perl/signed.cgi?Forleo
CHIEDO A TUTTI GLI ITALIANI CHE VOGLIONO UNA GIUSTIZIA UGUALE PER TUTTI DI FIRMARE E DIFFONDERE QUESTA PETIZIONE A FAVORE DELLA FORLEOE DE MAGISTRIS.
GRILLO E PRESO CON LA PETIZIONE CONTRO GENTILONI E IL WIMAX SOLO CHE LA FORLEO E DE MAGISTRIS RISCHIANO LA VITA.............GENTILONI AL MASSIMO IL POSTO DA MINISTRO! AIUTIAMO LA FORLEO GRAZIE MIMMO

ALLORA VISTO CHE SUL BLOG DI GRILLO SI BOICOTTA QUESTA PETIZIONE A FAVORE DEL GIUDICE CLEMENTINA FORLEO
(QUESTO E IL LINK PER LE FIRME:)
http://www.petitiononline.com/mod_perl/signed.cgi?Forleo
CHIEDO A TUTTI GLI ITALIANI CHE VOGLIONO UNA GIUSTIZIA UGUALE PER TUTTI DI FIRMARE E DIFFONDERE QUESTA PETIZIONE A FAVORE DELLA FORLEOE DE MAGISTRIS.
GRILLO E PRESO CON LA PETIZIONE CONTRO GENTILONI E IL WIMAX SOLO CHE LA FORLEO E DE MAGISTRIS RISCHIANO LA VITA.............GENTILONI AL MASSIMO IL POSTO DA MINISTRO! AIUTIAMO LA FORLEO GRAZIE MIMMO

ALLORA VISTO CHE SUL BLOG DI GRILLO SI BOICOTTA QUESTA PETIZIONE A FAVORE DEL GIUDICE CLEMENTINA FORLEO
(QUESTO E IL LINK PER LE FIRME:)
http://www.petitiononline.com/mod_perl/signed.cgi?Forleo
CHIEDO A TUTTI GLI ITALIANI CHE VOGLIONO UNA GIUSTIZIA UGUALE PER TUTTI DI FIRMARE E DIFFONDERE QUESTA PETIZIONE A FAVORE DELLA FORLEOE DE MAGISTRIS.
GRILLO E PRESO CON LA PETIZIONE CONTRO GENTILONI E IL WIMAX SOLO CHE LA FORLEO E DE MAGISTRIS RISCHIANO LA VITA.............GENTILONI AL MASSIMO IL POSTO DA MINISTRO! AIUTIAMO LA FORLEO GRAZIE MIMMO

SCUSATE SE MI RIPETO MA SI STA CERANDO DI BOICOTTARE QUESTA PETIZIONE DIFFONDETELA E CHIEDO AIUTO ALLA SENATRICE FRANCA RAME

Da Il Tempo
http://www.iltempo.it/2007/11/06/591910-scena_strana_coppia_dini_padoa.s...

Una giornata particolare

Con Sofia Loren, frustrata casalinga, che incontra Marcello Mastroianni, fragile omosessuale. Una coppia improbabile. Come quelle viste ieri a Palazzo Madama.
La coppia regina, la «più bella del mondo», è sicuramente quella formata da Lamberto Dini e Tommaso Padoa Schioppa. I due vengono normalmente descritti come acerrimi nemici e c'è chi giura che il premier Romano Prodi, per convincere Dini a non «tradirlo», gli abbia addirittura offerto la poltrona di via XX Settembre.
Sarà, ma ieri sembravano vecchi amici. Tutto è accaduto quando il relatore della Finanziaria Giovanni Legnini, in un Aula tutt'altro che attenta, si avviava stancamente verso la conclusione del suo intervento. I banchi del governo praticamente vuoti. Il ministro dell'Economia si volta, quattro sedie lo dividono dal presidente della commissione Esteri. Lo guarda, gli si avvicina e i due cominciano a parlare, ridono, sfogliano dei documenti. Forse Padoa Schioppa vuole convincere Dini della bontà della Manovra, vuole convincerlo a non farsi tentare dalle sirene della Cdl. Chissà se c'è riuscito.
Poco più in là, un'altra «strana coppia». È quella formata dal ministro della Salute Livia Turco e dalla senatrice teodem Paola Binetti. Divise sull'aborto, sulla fecondazione assistita, diverse su tutto. Anche loro chiacchierano amichevolmente, al Senato può succedere anche questo.
Come pure può accadere che Francesco Storace, il «fustigatore» dei senatori a vita, abbandoni il suo banco e si diriga verso quello di Oscar Luigi Scalfaro. Anche qui sorrisi, strette di mano, che sia la giornata della bontà?
E mentre Antonio Boccia, il «controllore» dell'Ulivo, ironizza sul voto dei colleghi dell'Udeur («Cusumano raramente sbaglia, Barbato quasi sempre»), c'è anche chi soffre in silenzio. È Franca Rame ormai ex senatrice dell'Idv e in procinto di abbandonare Palazzo Madama («dopo la Finanziaria mi dimetto»). Dopo aver abbandonato il gruppo di Di Pietro ha cambiato posto. Ora siede più in alto a fianco del verde Mauro Bulgarelli. Chiacchiera con Manuela Palermi, scherza con Gerardo D'Ambrosio, ma alla fine sbotta: «Non pensavo di essere un numero, di essere solo un voto rosso o uno verde. Lo sa che al Senato non ci si saluta. È una sorta di frigorifero dei sentimenti». Anche a Palazzo Madama dura vita per i single.
Nic. Imb.

Da la Repubblica
http://finanza.repubblica.it/scripts/cligipsw.dll?app=KWF&tpl=kwfinanza/...

La pesca fallita del Cavaliere

"Chi gli comprerà un tutore?", domanda sottovoce al collega Francesco Storace, battutista eccellente che nelle situazioni un po' tristi ritrova la migliore forma. Si dice spallata e si pensa alla povera spalla di Silvio Berlusconi feritasi per l'ottava volta.

Distorsione, slogamento, frattura. Del linguaggio ortopedico i senatori della maggioranza hanno acquisito ogni utile cognizione. Massimo Villone, per esempio: "Un giorno mi sono rotto il menisco e sono stato impedito dal correre qui. Preoccupato, ho atteso lontano l'esito della votazione. Spallata andata a vuoto, spalla slogata di quell'altro e mi sono messo tranquillo".

Antonio Boccia, il segretario d'aula, controlla abitualmente toilette e corridoi, annusa come un cane San Bernando ogni anfratto del Palazzo alla ricerca dei corpi dispersi, momentaneamente evasi dalla noia dell'aula e li riconduce alla ragione e al potere del pulsante, rosso e verde. Avanza stasera con passo certo, testa alta e dichiarazione pronta: "Dobbiamo fare un monumento a Berlusconi, ringraziare la sua spalla e sperare che continui a sospingerla contro il nostro portone. Ha parlato di campagna acquisti appiccando il fuoco al malanimo, al sospetto dell'uno verso l'altro, impegnando ciascuno a difendere l'onore liso, a esibire la propria dignità: 'Mi fa passare per venduto, ma ti sembra possibile che io?'. Ha ragione Casini: per resistere non c'è niente di meglio che Berlusconi".

Anche stasera è stato un corri corri al pulsante: votare rosso per dire no, votare verde per dire sì. "Qui è il frigorifero dei sentimenti. Sei solo un voto, e hai due colori a disposizione. Nemmeno ti salutano, ti guardano, ti chiedono come stai, se sei viva o morta, se hai un'idea o un'altra. L'unica cosa che ti indicano è il pulsante: vota verde se c'è da dire sì, vota rosso se c'è da dire noi. Ma io non sono un numero. Voglio tornare a casa mia, quando scendo in strada la gente mi saluta, mi sorride. Dopo la Finanziaria lascio".

Franca Rame, abituata al palcoscenico, l'unica incupita per la sorte che le è toccata. L'opposto della senatrice Rita Levi Montalcini alla quale la battaglia ha fatto rifiorire il gusto della vita, e la corsa all'ultimo voto la inchioda felice alla poltrona, mai doma, mai sazia. L'altro giorno ha chiesto di assentarsi, per evitare di partecipare al voto dell'articolo che finanzia, tra gli altri, anche il suo istituto di ricerca. "Posso andare?" ha detto come una scolaretta. "Vada", le dissero. Si sono accorti però presto che la sua assenza avrebbe provocato la morte collettiva della maggioranza. Di corsa fuori, l'hanno rincorsa nel corrodoio: "Senatrice, ritorni subito per favore, siamo sotto".

Al Senato è purtroppo sempre così. A ondate intermittenti, come i giorni dispari della settimana, i cronisti salgono le scale e fanno ingresso nel salone. Ingresso caotico, grande esibizione di taccuini e telecamere. Le prime volte il turbamento provocato ai senatori della maggioranza era grande. "Siete qui per noi?" chiedevano come fa il malato al medico in corsia, terrorizzato che la sua condizione di salute si sia ulteriormente aggravata. Tra i pochi a galvanizzarsi per l'incredibile affollamento era Willer Bordon, il senatore ora disobbediente che con i taccuini è sempre andato a nozze.

Il passare inutile del tempo, le prove eccitate di spallate annunciate come decisive e alla fine rovinate per un nonnulla, hanno indispettito persino i giornalisti; infatti la loro andatura si è fatta più rilassata e tranquilla, l'attesa più annoiata.

Palazzo Madama sta ritornando lentamente alla sua storia e al torpore dei suoi dibattiti. Ieri Renato Schifani ha cercato di spingere in alto il tono con un discorso grave e ben ritmato, raccogliendo però applausi sparsi e deboli. Persino Roberto Calderoli, che è pur sempre Calderoli, nel suo intervento è parso piuttosto rassegnato. Nessuna accusa grave a Padoa-Schioppa, il ministro che per tutta la giornata ha seguito i lavori, poche le urla, nessuna contestazione di rilievo al presidente d'aula Franco Marini, come invece era prassi.

Tutto più sgonfio, più morbido. L'opposizione meno cruenta ("Non ci ho mai creduto alla spallata", segnala il siciliano Carlo Vizzini), la maggioranza meno impaurita: "Vinci una prova, poi un'altra, poi una terza, una quarta, una quinta. Beh, un po' di coraggio lo ritrovi, un po' di autostima la conquisti. E' la sicurezza dei tuoi passi, il convincimento che puoi andare avanti, che non sei un morto che cammina. Ma con questi numeri è difficile che la tensione si riduca. Ogni volta è un salto nel buio". Giampaolo D'Andrea, il sottosegretario ai rapporti col Parlamento, raccoglie la borsa e saluta. La buvette è di nuovo vuota, i tramezzini finiti, anche le banane e i fichi d'india. Tutti a casa, pure Livia Turco che ai compagni Bettini e La Torre rivolge un caldo buonasera: "Evviva il Politburo!".

06/11/2007 - 07:45

Caro Gargantua, questo articolo è quasi una fotografia del clima di questi giorni. Immagina, immaginate, in quale clima di assedio e lavora questa maggioranza!
L'unica dimensione che non è colta dal giornalista è la confusione: in aula è un continuo chiacchericcio, seguito da urla e strepiti, gente che va e viene...
Quando si esce il rumore rimbomba nelle orecchie  e l'adrenalina scende...anche oggi abbiamo tentuto...!
un abbraccio
franca
 

Cara Sen. Rame,
so già in partenza che non riceverò risposta a questo mie domande ma non per questo non glie le rivolgerò.

1) Cosa la spinse a candidarsi nelle liste dell'IDV?
2) Cosa si sente di dire ai suoi elettori difronte al voto con il centrodestra sulla commissione d'inchiesta sul G8 di Genova e quella sulla Società dello Stretto di Messina?
3) Cosa ne pensa lei del Min. Dipietro, e più in particolare nel suo agire sulla vicenda Mastella, sulla sua continua e costante ricerca di visibilità e sulla frase da lui detta "se non fosse per Berlusconi la mia collocazione politica sarebbe nel centrodestra"?

La prego di voler rispondere a queste mie tre piccole domande.
Un grazie di cuore

Dario

visitate il mio blog:

http://dario-lasperanza.blogspot.com

Vai sull'indice del blog e per ogni tua domanda troverai un post apposito che risponde ai tuoi quesiti..fra l'altro, mi pare proprio tra gli ultimi post di questo mese, ce n'è uno che riassume le tre risposte..buona ricerca!!

www.maxbazzana.it
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