il portale italia.it, l’ennesimo spreco italiano?

Ecco la storia di uno spreco un po’ cialtronesco, che dipinge un quadro sconcertante della politica.
Il Ministro Rutelli, al BIT, borsa internazionale dei turismo, presenta il nuovo portale per il turismo internazionale in Italia.
Forse perchè era annunciato e atteso da quando Stanca era ministro dell'innovazione, il sito www.italia.it aveva già iniziato a destare scalpore, perchè era trapelato, tra un rinvio e un ridimensionamento, il budget astronomico del progetto: 45 milioni di euro. Milioni.
Italia.it che ambisce a essere IL portale internazionale del turismo italiano (e/o, nelle parole di Rutelli, “una grandissima finestra dal mondo sull’Italia”) è stata accolta da scetticismo, critiche, e fischi: non è passato inosservato un Tricolore al contrario, e neppure la stilizzazione dello stivale che non sembra uno stivale…
Ma questo sito è nato sotto una cattiva stella: un opuscolo del governo voluto dall’allora Ministro Lucio Stanca, che magnificava l’innovazione digitale per le famiglie, a pagina trentasei presentava il famoso portale, che "utilizza un programma interattivo per organizzare e programmare il viaggio". Ma nonostante il ministro dal 2003 non facesse che stanziare milioni e milioni di euro, scrivendo www.italia.it nella barra di navigazione si arrivava a una pagina bianca. Giustificazione: le Regioni stanno inserendo nel sito le informazioni turistiche di loro competenza, più specifiche e dettagliate. "Ulteriore evoluzione", dunque. Passano due anni dall'avvio del costoso progetto "Scegli Italia". E sono già stati spesi 21 milioni.
Italia.it avrebbe dovuto rilanciare l'offerta turistica, convogliare le prenotazioni e "ridare competitività alla principale industria del paese" (che rappresenta il 12 per cento del Pil). Obiettivo ambizioso, in un paese in cui solo il 5 per cento delle strutture ricettive è presente su internet, contro il 35 per cento della media europea. Per il governo era necessario "portare l'Italia al livello dei maggiori paesi europei", e bisognava farlo al più presto. Per questo, il portale doveva essere attivo nel giro di due anni.

Tutto pronto, o quasi. Lo scorso dicembre l'amministratore delegato di Innovazione Italia, Roberto Falavolti, annunciava che "entro gennaio 2006 potrebbe essere online la prima versione del sito in due o tre lingue, con contenuti limitati".

Innovazione Italia è una S. p. A. pubblica, una sorta di braccio operativo del Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, guidato dal ministro Stanca. La società ha seguito lo sviluppo del progetto "Scegli Italia" e a luglio '05 ha assegnato l'appalto da otto milioni di euro per la realizzazione di Italia. it a un consorzio di tre aziende (Tiscover, Ibm, Its). La prima versione del sito avrebbe dovuto essere consegnata a ottobre.
Ma siamo arrivati fino a 2007 per avere la presentazione ufficiale dei sito…

Vi ricordate dei portaborse?
Qualche tempo fa ne avevamo parlato su questo blog e oggi il tema è tornato di attualità grazie alla grande inchiesta della Iene.
Stiamo costituendo un gruppo di lavoro per la preparazione di un disegno di legge che tuteli questi lavoratori e presto Franca incontrerà il Presidente Marini per discutere assieme del problema. Prestissimo ne parleremo sul blog… nel frattempo, tornate indietro a leggere tutta la vicenda dei portaborse!

A presto
carlotta


LE SENTINELLE DI RATZINGER di Dario Fo

Se penso a Giulio Andreotti e a Clemente Mastella nelle vesti esilaranti di sentinelle della moralità mi torna in mente la comicità americana di cinquant'anni fa, il curvo e il grasso. E cosa dovrebbero fare questi guardiani del presunto comune senso del pudore? Ma è ovvio, vigilare perché si eviti di concedere spazi e diritti agli omosessuali, o alle coppie di fatto. È un brutto segno questa irruzione oscurantista e clericale nella politica. Sul versante immediato si è avuta la conferma che i due senatori forse un po' sciagurati che si sono rifiutati di votare senza valutare fino in fondo le conseguenze, sono stati poi usati come capro espiatorio della mini-crisi di governo. Invece, è evidente a tutti che il governo è stato fatto cadere per interessi ben diversi e per mano di alcuni senatori a vita. È da quando ho memoria che ho a che fare con gli oscurantismi di Andreotti, Franca Rame e io ce lo ricordiamo bene. Fosse per lui sono certo che sui gay chiederebbe ancora la censura, è colpa della scuola da cui proviene. Sono posizioni clericali, non cattoliche, quelle che esprime.È in atto un arretramento, insieme ai diritti dei gay e delle coppie di fatto, del livello culturale del paese. È come se, impugnando i Dico, i nostri politici avessero aperto il congelatore per infilarci tutti i problemi importanti che questo governo avrebbe dovuto affrontare. Penso ai conflitti internazionali e al ruolo dell'Italia in essi, penso alle spese militari e ai 100 aerei F-35 Lighting (fulmine) che abbiamo acquistato dagli Stati uniti per un miliardo di dollari. A proposito, mi dicono che dietro quegli aerei da guerra c'è la Lockheed. Ve la ricordate la Lockheed e lo scandalo di qualche governo fa? Nel congelatore c'è posto anche per il conflitto d'interessi, e vorrei sapere che ne sarà degli altri temi sociali, la lotta alla precarietà, o un diverso atteggiamento rispetto all'emigrazione.Dietro queste manovre e dietro questa deriva oscurantista vedo ancora la vecchia Dc (siamo sicuri che non moriremo democristiani?) e davanti a questa vecchia Dc vedo l'antico codazzo di vescovi e cardinali. Ho un po' d'invidia per la Spagna, che in fatto di subalternità clericale aveva ben poco da invidiare a noi: la Spagna dimostra che a guidare i processi di rinnovamento è sempre la politica. Certo, paghiamo scelte antiche, come l'aver accettato di sovvenzionare scuole e università cattoliche. E' in questi luoghi, pagati da noi contribuenti, che vengono forgiate le future classi dirigenti.Come possiamo fermare l'aggressione oscurantista e le due sentinelle della buoncostume? Ogni volta che partecipo agli appuntamenti di chi non vuole gettare la spugna mi accorgo che c'è un paese reale, un popolo fatto di donne con i bambini in carrozzella come a Vicenza, su cui dobbiamo investire. A manifestare contro le basi ho visto tante persone non legate ai partiti, molte hanno votato a sinistra. I nostri politici prima hanno tentato di far fallire quell'appuntamento caricando il loro fucile con la polvere nera della paura, come ha fatto il ministro Parisi, con l'intenzione di tener fuori la gente semplice che magari era la prima volta che manifestava in piazza. Poi, quando hanno sfilato 200 mila persone pacifiche e convinte hanno fatto finta di non vederle, fino ribadire in modo assolutistico: non possumus, perché pacta servanda sunt. Che delusione, che impressione questa cecità.Le due sentinelle ci sono perché sentono che uno spazio è stato liberato dallo smottamento politico e culturale del centrosinistra. Continuiamo a spingere, parlando, scrivendo e, con o senza la benedizione del presidente Napolitano, scendendo in piazza.


8 MARZO

Questa è stata una giornata bellissima!
Franca ha partecipato ad un’assemblea organizzata da RdB, sindacato all’interno del MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze, in Via XX Settembre, proprio a casa di Tommaso Padoa Schioppa! 

L’incontro si è tenuto all’interno di una sala di prestigio e stracolma di persone, e Franca è stata accolta con grandi applausi.
Nel  suo intervento, che presto pubblicheremo sul sito, ha parlato di pace e guerra, della sua vita in Senato, dell’uranio impoverito e della ricerca sugli sprechi. Sono intervenuti  a porgere il loro saluto il Ragioniere Generale di Stato (credo sia corretto), e il Sottosegretario Paolo Cento, il quale l’ha pregata di non dimettersi, e di portare avanti le sue battaglie in Parlamento. 
In conclusione, ha recitato una pezzo di Madre Pace, terminato in due minuti di applausi. 
Dopo una giornata così elettrizzante, arrivate in ufficio, siamo state accolte da un meraviglioso mazzo di fiori, accompagnati da un biglietto pieno d’affetto che ha suscitato grande piacere… grazie, grazie, grazie a nome di Franca! Siete davvero gentili e calorosi! 
p.s. Ieri sera Franca è intervenuta durante la trasmissione Caterpillar di Radio 2, per parlare di uranio impoverito. Potete scaricare il suo intervento e ascoltarlo al computer da qui:  http://www.radio.rai.it/radio2/podcast/lista.cfm?id=83
 a presto! 
Carlotta
 

 
 
 
 


PERCHE' RITIRARSI DALL'AFGHANISTAN

di Tariq Ali, il manifesto, 05/03/2007
 

 
È l'Anno Sesto dell'occupazione Nato in Afghanistan sotto l'egida dell'Onu, una missione congiunta Usa-Europa. Il 26 febbraio alcuni attentatori suicidi talebani hanno cercato di assassinare Dick Cheney, in visita alla base aerea di Bagram considerata «sicura» (l'ex base aerea sovietica, considerata altrettanto sicura durante un precedente conflitto). Nell'attacco sono morti due soldati americani e un mercenario («contractor»), nonché altre venti persone che lavoravano nella base. Questo episodio da solo avrebbe dovuto far capire al Vicepresidente Usa le dimensioni della debacle afghana. Nel 2006 le perdite sono aumentate in modo sostanziale: le truppe Nato hanno perso quarantasei soldati in scontri con la resistenza islamica o per l'abbattimento di elicotteri.Ora i ribelli controllano almeno venti distretti nelle province di Kandahar, Helmand e Uruzgan, dove le truppe Nato hanno preso il posto dei soldati americani. E non è certo un segreto che in queste zone molti quadri dirigenti sostengono sottobanco i guerriglieri. La situazione è fuori controllo. All'inizio della guerra la signora Bush e la signora Blair sono apparse in numerosi programmi televisivi e radiofonici, sostenendo che lo scopo della guerra era liberare le donne afghane. Provate a ripeterlo oggi, e le donne vi sputeranno in faccia.Chi è responsabile di questo disastro? Perché il paese è ancora sottomesso? Quali sono gli obiettivi strategici di Washington nella regione? Qual è la funzione della Nato? E per quanto tempo un paese può restare occupato contro la volontà della maggioranza della popolazione?Quando sono caduti i talebani in pochi hanno pianto, in Afghanistan e altrove, ma le speranze alimentate dalla demagogia occidentale non sono durate troppo a lungo.È apparso presto evidente che la nuova élite trapiantata nel paese si sarebbe messa in tasca il grosso degli aiuti stranieri e avrebbe creato le proprie reti criminali di corruzione e clientelismo. La popolazione ha sofferto. Una capanna di fango col tetto di paglia per ospitare una famiglia di profughi senzatetto costa meno di cinquemila dollari. Quante ne sono state costruite? Quasi nessuna. Ogni inverno centinaia di persone muoiono di freddo perché non hanno una casa. Invece, si è preferito che società di pubbliche relazioni occidentali organizzassero in tutta fretta e a caro prezzo il voto elettorale, sostanzialmente a beneficio dell'opinione pubblica occidentale. I risultati non hanno favorito il sostegno alla Nato nel paese. Hamid Karzai, il presidente fantoccio, ha rappresentato simbolicamente il suo isolamento e il suo istinto di auto-conservazione rifiutando le guardie addette alla sua sicurezza, che erano della sua stessa etnia pashtun. Ha preferito i marines americani, con l'aria dura da Terminator, e li ha avuti.L'Afghanistan sarebbe stato reso più sicuro con un intervento limitato, stile Piano Marshall? Naturalmente è possibile che la costruzione di scuole e ospedali gratuiti e di alloggi per i poveri, e la ricostruzione dell'infrastruttura sociale distrutta dopo il ritiro delle truppe sovietiche nel 1989, avrebbero stabilizzato il paese. Sarebbero anche serviti dei contributi statali all'agricoltura e al lavoro a domicilio per ridurre la dipendenza dalla coltivazione di oppio. Il 90% della produzione mondiale di oppio è in Afghanistan. Secondo stime Onu, all'eroina si deve il 52% del prodotto interno lordo del paese, e il settore dell'agricoltura dedicato all'oppio continua a crescere in fretta. Tutto questo avrebbe richiesto uno stato forte e un diverso ordine mondiale. Solo un utopista un po' folle avrebbe potuto aspettarsi che i paesi Nato, occupati a portare avanti le privatizzazioni e la deregulation nei loro paesi, si lanciassero in esperimenti sociali illuminati all'estero.E così la corruzione delle élite è cresciuta, come un tumore non curato. I fondi occidentali che avrebbero dovuto contribuire alla ricostruzione sono stati usati per costruire le residenze lussuose delle élite locali. Nell'Anno Secondo dell'Occupazione le case sono state l'oggetto di uno scandalo gigantesco. I ministri del governo si sono concessi, per sé e per i propri amici fidati, immobili di pregio. A Kabul i prezzi dei terreni hanno raggiunto un picco dopo l'occupazione, perché gli occupanti e i loro tirapiedi dovevano vivere nello stile a cui si erano abituati. I colleghi di Karzai si sono costruiti le loro grandi ville, protette dalle truppe Nato, sotto gli occhi dei poveri.Si aggiunga a questo che il fratello minore di Karzai, Ahmad Wali Karzai, è diventato uno dei più grandi signori della droga nel paese. A un recente incontro con il Presidente del Pakistan, quando Karzai si è messo a frignare sull'incapacità del Pakistan di fermare il traffico di frontiera, il generale Musharraf gli ha suggerito che forse dovrebbe dare il buon esempio richiamando all'ordine suo fratello.Se le condizioni economiche non sono migliorate, gli attacchi militari della Nato hanno preso spesso di mira civili innocenti. Ciò ha portato a violente proteste anti-americane nella capitale, lo scorso anno. Quella che inizialmente era ritenuta da alcuni abitanti un'azione di polizia necessaria contro al-Qaeda a seguito degli attacchi dell'11 settembre, ora è percepita da una maggioranza sempre maggiore di persone nell'intera regione come un'occupazione imperiale vera e propria. I talebani stanno crescendo e costruendo nuove alleanze, non perché le loro pratiche religiose settarie godano di maggiore consenso, ma perché essi sono l'unico ombrello a disposizione per la liberazione nazionale. Come hanno scoperto a proprie spese gli inglesi e i russi negli ultimi due secoli, agli afghani non è mai piaciuto essere occupati.In nessun modo la Nato può vincere questa guerra ora. Inviare più truppe significherebbe più morti, ed eventuali combattimenti su larga scala destabilizzerebbero il vicino Pakistan. Musharraf si è già preso la colpa per un raid aereo su una scuola musulmana in Pakistan. Dozzine di bambini sono stati uccisi e in Pakistan gli islamisti hanno organizzato dimostrazioni di massa per protestare. Secondo alcune fonti, in realtà il raid «preventivo» sarebbe stato effettuato da aerei militari Usa. Questi avrebbero mirato a una presunta base terroristica, ma il governo pakistano ha preferito assumersi la responsabilità dell'accaduto per evitare un'esplosione di rabbia anti-americana.Il fallimento della Nato non può essere attribuito al governo pakistano. Casomai, la guerra in Afghanistan ha creato una situazione critica in due province pakistane. La maggioranza pashtun dell'Afghanistan ha sempre avuto legami stretti con i pashtun del Pakistan. La frontiera fu un'imposizione dell'impero britannico ed è sempre stata porosa. Nel 1973 io stesso, indossando indumenti pashtun, la attraversai senza alcuna difficoltà. È praticamente impossibile costruire uno steccato come in Messico o un muro come in Israele lungo i 2500 chilometri di confini montagnosi e in larga misura non segnati che separano i due paesi. La soluzione è politica, non militare. Gli obiettivi strategici di Washington in Afghanistan appaiono inesistenti, a meno che gli Usa non abbiano bisogno di questo conflitto per mettere in riga gli alleati europei che li hanno traditi sull'Iraq. Certo, i leader di al-Qaeda sono ancora alla macchia, ma la loro cattura sarà il risultato di un efficace lavoro di polizia, non della guerra, né dell'occupazione. Che effetto avrà il ritiro della Nato? Qui l'Iran, il Pakistan e gli stati dell'Asia centrale saranno fondamentali nel garantire una costituzione confederale che rispetti le differenze etniche e religiose. L'occupazione Nato non ha reso questo compito facile. Il suo fallimento ha rafforzato i talebani, e i pashtun si stanno unendo sempre di più sotto il loro ombrello.Qui come in Iraq, la lezione è fondamentale. È molto meglio che i cambiamenti di regime vengano dal basso, anche se ciò comporta una lunga attesa come in Sudafrica, in Indonesia o in Cile. Le occupazioni distruggono le possibilità di un cambiamento organico e creano problemi molto maggiori di prima. L'Afghanistan non ne è che un esempio. Il discorso del ministro degli esteri italiano, secondo il quale questa sarebbe una guerra giusta perché legale, ossia sancita dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, è un argomento debole. Il Consiglio di sicurezza non è eletto, né risponde all'Assemblea generale. È dominato con il pugno di ferro da cinque stati che sono i vincitori della Seconda guerra mondiale. Le sue decisioni non riflettono il punto di vista di quasi nessun continente. Se gli Usa avessero imposto al Consiglio di sicurezza di appoggiare l'avventura imperiale in Iraq, D'Alema sarebbe stato favorevole alla sua occupazione? L'unica domanda da porre è questa: i soldati europei devono essere mandati a uccidere e a farsi uccidere per proteggere gli interessi egemonici dell'Impero americano?Traduzione Marina Impallomeni
 

 


Vi chiedo consiglio: devo dimettermi da senatrice a causa del voto sull’Afghanistan?

Non posso certo rischiare di contribuire a far cadere il governo Prodi e magari far ritornare “L’Uomo che si è assolto da solo" a devastare l’Italia! Quindi dovrò votare sì alla missione in Afghanistan e immediatamente dimettermi in segno di protesta, come avevo già deciso nonostante i numerosissimi messaggi, mail, lettere ricevuti da ogni parte. Non per testardaggine, ma per coscienza. Ma in questi due giorni, è successo qualcosa. Dopo i terribili massacri di civili, la situazione della missione italiana sembra cambiata radicalmente. Solo pochi giorni fa, nella discussione sulla fiducia al Senato, proposi l’istituzione di una commissione di inchiesta internazionale e indipendente, sui crimini contro i civili perpetrati dalle truppe statunitensi. Dicevo che poteva essere questo un terreno di mediazione tra le due anime del governo. Pareva una proposta senza alcuna possibilità di essere realmente presa in considerazione. Oggi è Massimo D’Alema, nella sua veste ufficiale di Ministro degli Esteri, a chiedere una commissione di inchiesta internazionale. E lo fa con parole molto dure e chiare, spiegando che le uccisioni ingiustificate di civili sono un modo per provocare l’odio delle popolazioni contro la Missione di Pace e per esporla a rischi gravissimi. Mi sembra, per la prima, volta un deciso cambiamento di segno nel nostro operato in quel disgraziatissimo Paese. Sono e resto fermamente contraria alla partecipazione a una missione di guerra truccata da azione di pace. Finora gli italiani erano in Afghanistan sordi e ciechi ai crimini contro i diritti umani colà commessi da chi aveva promesso di portare pace, democrazia e rispetto dei diritti umani. Ben diverso sarebbe il mio giudizio se la missione italiana incentrasse le sue attività sul reale sostegno alle popolazioni, facendosi garante della legalità e protettrice dei cittadini afgani. Certamente però simile cambiamento di strategia dovrebbe provocare anche una modifica appropriata nelle voci del bilancio di questa missione. Oggi le spese militari preventivate ammontano a 300 milioni di euro. Quelle per gli aiuti umanitari a 30 milioni di euro. Potremmo armonizzare queste cifre? Intanto chiedo a tutti i visitatori di esprimersi partecipando al sondaggio qui sotto aiutandomi così, a fare la “scelta giusta”. Grazie.


LA BANCA D'ITALIA


 

 

Parliamo un po’ della Banca d’Italia…Con l’aiuto di Elio Lannutti, Presidente dell’ADUSBEF  (www.adusbef.it)

 

Ecco un elenco di alcune OPERE INTRAPRESE NEGLI ULTIMI ANNI DAL VERTICE della Banca D'Italia NELL'AREA ROMANA (Escluse le Filiali in tutta Italia).
Se qualcuno avesse notizia di ulteriori opere in giro per l’Italia, ce lo faccia sapere!
 
 

Il complesso "Donato Menichella "costruito a Vermicino, costato milleduecento miliardi (quanto una manovra economica), per alloggiare 1200 dipendenti, in pratica ogni posto di lavoro costa un miliardo. La struttura, progettata negli anni del terrorismo e dimensionata per elaboratori che ormai appartengono alla preistoria, considerata l'evoluzione soprattutto dimensionale degli stessi. Notevole è lo sperpero di danaro fatto per costruire questo centro con corridoi enormi con conseguenti costi per la climatizzazione degli stessi; statue, anfiteatri, sperpero di tecnologie avanzate e lusso.
 

 
Basti pensare che i soli costi di gestione ammontano a 25 miliardi di lire annui. Come se non bastasse, si stanno costruendo altri edifici in aggiunta, mentre in centro storico sono numerosi gli edifici vuoti e si continua ad acquisirne altri, come ad esempio il complesso di edifici del Credito Fondiario in Via Piacenza 6 per un importo di 120 miliardi di lire ed è prevista la spesa di 2'5 miliardi di lire per restauri. E' inoltre prevista una spesa di 12 miliardi di lire per l'edificio di Via nazionale 187 (vigilanza) per restauri.
 

 
Sono stati effettuati lavori di ristrutturazione nella sede centrale di Via Nazionale 9 1, sul fabbricato che si affaccia su Via dei Serpenti su 1200mq destinati ad uffici per la politica monetaria e nuovi impianti. La spesa prevista è di 8 miliardi di lire. Sono stati  spesi circa 16,900 miliardi di lire per il restauro dell'edificio che ospita la vigilanza in Via Milano 53. Ancora, l’acquisto di Villa Huffer su Via Nazionale, angolo Via Milano al prezzo di 50 miliardi di lire e restaurata con 1,5 miliardi di lire. E' in fase di ristrutturazione un edificio di Via Due Macelli vicino piazza di Spagna (spesa prevista 10 miliardi di lire) per allocarvi il Servizio Personale prima trasferito negli edifici di Via Otricoli.
 

 
Al CASC, centro per l'assistenza sociale e culturale per i dipendenti è stato assegnato un vecchio convento su Via del Mandrione ed il restauro è costato due miliardi di lire. Enormi sono le spese di gestione dell'adiacente Centro sportivo.
 

 
Si continua ad assegnare alloggi a grossi dirigenti interni e politici, ed a personaggi esterni all'istituto senza passare all'esame della commissione alloggi, come accade per i comuni dipendenti, restaurandoli a spese del fondo pensione . E' stata costruita una nuova mensa in Via del Boschetto nell'ex edificio del Secolo D'Italia al costo di 10 miliardi di lire. Costosissimi sono i lavori di rifacimento degli uffici di alti dirigenti del1'A.C.' che vengono rifatti secondo i capricci degli stessi, anche quando non ve ne è la necessità. Per il cinema Quirinale è previsto un costosissimo progetto di trasformazione
 

 
A  Perugia  è in costruzione un costoso centro congressi, quando a Vermicino esistono le idonee strutture per congressi. Sempre qui, c’è una intera collina di diversi ettari di terreno con dei villini attrezzati ad albergo ed un centro congressi con ristorante, piscina e campi da tennis . Mentre dal Serv. Fabbricazione Carte valori si mandano in altri servizi circa 80 operai per ridurre i costi, si progetta un nuovo grande edificio da costruire accanto a Fabbricazione.
 

 
Senza rispettare quanto disposto dalla Legge Merloni è stato affidato al Prof. Vestroni dell'università di Roma un incarico miliardario per la verifica sismica di tutti gli edifici della Banca D'Italia.
 

 
Avendo la Banca D'Italia perso le funzioni, nelle Filiali non ci sono più le file di una volta agli sportelli, le operazioni effettuate si contano sulle dita, gli enormi saloni del pubblico vengono utilizzati prevalentemente per i ricevimenti. Eppure la banca continua a mantenere in essere il mastodontico apparato tecnico del Servizio Attività Immobiliari (200 persone), oltre alle 60 persone addette alla manutenzione del complesso di Vermicino, ai tecnici addetti alla manutenzione del Servizio fabbricazione Carte Valori (20 persone) e del Servizio elaborazione sistemi informativi; inoltre in ogni filiale (99) viene retribuito un tecnico locale per la manutenzione.
 

 
Senza facili demagogie, ci interroghiamo sul valore dei sacrifici che siamo chiamati a sostenere per rattoppare quest’Italia sul lastrico, a fronte di queste opere faraoniche, che pesano, neanche a dirlo, sulle spalle dei contribuenti.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 


SPRECHI E COSTI DELLA BUROCRAZIA

Confederazione Italiana Esercenti Attività Commerciali Turistiche e dei Servizi
Area Metropolitana Milanese
SPRECHI E COSTI DELLA BUROCRAZIA

Confederazione Italiana Esercenti Attività Commerciali Turistiche e dei Servizi
Area Metropolitana Milanese

DOSSIER SUGLI SPRECHI DELLA BUROCRAZIA 2005

Confederazione Italiana Esercenti Attività Commerciali Turistiche e dei Servizi
Area Metropolitana Milanese
vedi anche www.confesercentimilano.it

Premessa
I tempi ed i costi della burocrazia sono una delle patologie endemiche del sistema di Governo nazionale. Un male esteso in larga parte anche al sistema di governo territoriale e di molti enti e pubbliche amministrazioni.
Appare evidente, dalle indagini periodiche condotte dalla Confesercenti dal 1996 in poi, che nessun settore ne sia esente: dalla sanità, all’esercito, dalla gestione delle acque, alla gestione delle risorse umane delle pubbliche amministrazioni, dalle opere pubbliche alla spesa farmaceutica, vi sono sprechi, procedure farraginose, tempi lunghi che mortificano
la parte imprenditoriale più dinamica del Paese, generano sconforto e rassegnazione nei cittadini.

L’impatto delle imprese e dei cittadini con la burocrazia è spesso traumatico:
incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi e adempimenti onerosi, sono spesso i tratti prevalenti di questo rapporto, che genera quel velo di sfiducia con la Pubblica Amministrazione e gli Enti ad essa sottoposta.

La lotta allo spreco è entrata a pieno titolo in questi anni nei programmi degli schieramenti
politici, ma resta ancora una strada tutta da percorrere.

Nonostante alcuni interventi di correzione del disavanzo, la corruzione e la spesa pubblica improduttiva rimangono ancora nodi principali della nostra vita amministrativa e dei programmi di risanamento della finanza pubblica.

Quando parliamo di sprechi, è necessario chiarire di cosa si tratta. Ci viene in soccorso la magistratura contabile. Il procuratore generale della Corte dei conti nella sua relazione all'apertura dell'anno giudiziario ha denunciato che “frequenti sono stati gli eventi di danno al demanio e al patrimonio pubblico nella gestione del personale e, specialmente, in quello della sanità.

Altre istruttorie hanno riguardato i casi di perdite in materia di cooperazione
allo sviluppo". Tutti comportamenti che "producono un'unica, fondamentale figura di danno, quella che comunemente va sotto il nome 'spreco'".

I CASI

1. La moltiplicazione degli enti per la gestione dell’acqua
In Italia ci sono 13.503 acquedotti. A questi corrispondono ben 5.513 enti che gestiscono i servizi idrici. Tranne municipalizzate, consorzi ed enti di diritto pubblico, mediamente questi enti non servono più di 5.000 utenze ciascuno.

2. Valico Bologna - Firenze invalicabile
Dopo 23 anni di attesa per la realizzazione del tratto della A1 tra Bologna e Firenze non si è ancora raggiunta una decisione definitiva sulla variante di valico a causa delle microautorizzazioni locali che ancora frenano quest'opera. Tutto ciò costa caro alle casse dello Stato. Basti pensare che la mancata cantierizzazione della Variante di Valico entro il 2001 ha già prodotto un incremento dei costi per l'intera opera del 20 per cento. Così si dovranno spendere 500 milioni di euro in più.

LE REGIONI
3. I portaborse li pagano gli impiegati La regione Abruzzo, nell’imminenza delle elezioni 2005, ha deciso di assumere 200 portaborse. Il guaio è che i fondi necessari (15 milioni di euro) provenivano da spese già stanziate per gli stipendi dei dipendenti in servizio. Questi per protesta hanno bloccato i lavori del Consiglio regionale.

4. I costosi consiglieri della regione Abruzzo
La regione Abruzzo batte ogni record per gli aumenti alle indennità dei consiglieri: ben 16 in 32 anni di esistenza della regione. Tanto che oggi un consigliere in Abruzzo ha una indennità pari all’80% di quella di un deputato nazionale.
5. L’indennità di reinserimento in Piemonte
Fa ancora meglio il Piemonte, che ha portato l’indennità all’85% di quella di un deputato nazionale, e prevede un “premio di reinserimento” dei consiglieri, pari a due mensilità.
6. La spesa di funzionamento del Trentino-Alto Adige
Il Trentino-Alto Adige, nonostante la sua fama di buona amministrazione, impiega l'85 per cento del proprio bilancio per stipendi e funzionamento, insomma in burocrazia. In tutto, 7 mila dipendenti, uno ogni 64 abitanti. Forse pensando a metterne qualcuno in mobilità la Regione ha ora istituito per i propri dipendenti un corso professionale gratuito per diventare detective. Così trovare un nuovo lavoro sarà più semplice.

7. In Sicilia i dipendenti in pensione dopo 25 anni di servizio Fino al 2000 in Sicilia si poteva andare in pensione con 25 anni di servizio (20 le donne sposate), prendendo il 108,3 per cento dell'ultimo stipendio. Quando la regione decise di adeguarsi alla legge statale, consentì un'ultima coda per i baby pensionati. Risultato, quasi 5 mila richieste, che la regione ha scaglionato in sei tranche fino al 2005 per un totale di 4.020 nuovi pensionamenti, grazie ad una sentenza della Corte costituzionale, che ha annullato lo stop della Corte dei conti.

8. Sicilia: il pieno di dirigenti della Regione
Nel 2003 la regione Sicilia ha portato gli organici degli uffici di gabinetto da 156 a 600 persone. Il costo complessivo è salito da 4,4 milioni di euro l'anno a 41,5. Inoltre i dirigenti siciliani sono al riparo da responsabilità personali: tutti sono assicurati a spese della collettività. Ogni polizza costa 258,23 euro. Se il dipendente regionale è iscritto a un ordine professionale, non paga la quota annuale: grazie a una circolare ci pensa sempre la
regione.
9. L’abnorme impiego pubblico regionale in Sicilia
La regione Sicilia è la patria dell’impiego pubblico: 15 mila dipendenti, più 6 mila negli enti collegati. Il solo Assessorato al Lavoro, 2.500 dipendenti e 3.800 precari, supera l'intero Lazio ed è pari alla Lombardia. I dipendenti della regione autonoma siciliana sono pari a quattro volte i dipendenti della Regione Lombardia, che pur avendo la stessa estensione territoriale della Sicilia, ha il doppio degli abitanti. Otto volte in più è il numero dei dirigenti
della Regione siciliana rispetto alla Lombardia: 2315 contro 285. E tutti guadagnano di più che nel resto d'Italia.

10. Il vitalizio dei Consiglieri regionali liguri
La Regione Liguria ha provato a far passare una leggina costruita ad hoc per assicurare ad un consigliere regionale la possibilità di accedere al vitalizio per gli ex consiglieri pur non avendo raggiunto i 60 anni di età.

11. Patto colabrodo
Il bilancio pubblico italiano è vincolato dall'articolo 81 della Costituzione: ogni spesa deve avere la relativa copertura. Nulla di tutto ciò esiste per le regioni. Si è tentato con il cosiddetto Patto di stabilità interno sulla Sanità. Ma è stato abbondantemente traforato. Il risultato è un disavanzo di 5 miliardi nel 2004.

I COMUNI

2. Il controllo di gestione dei Comuni
Secondo la Ragioneria Generale dello Stato il 25% dei Comuni non ha mai predisposto un programma di controllo e il 20% non ha neppure adottato indicatori specifici per misurare l’efficacia, l’efficienza e l’economicità della gestione. Inoltre il 50% dei Comuni non effettua il controllo strategico né sull’attività, né sui risultati effettivamente conseguiti dai propri dirigenti rispetto alla programmazione decisa a monte.

13. Le mani bucate degli enti locali
Aumento delle entrate riscosse dagli enti locali negli ultimi dieci anni: + 46 per cento. Aumento della spesa locale nello stesso periodo: + 55,2 per cento.

14. La Gerico a Venezia
La società GERICO, incaricata dal comune di Venezia di riscuotere le tasse, ha causato un ammanco di circa 5 milioni di euro.
15. Le Case: Vesuvio allo spasimo Le 59.927 case del Comune di Napoli fruttano in media 29 milioni 454mila euro l’anno, ma costano alle casse di Palazzo San Giacomo 45 milioni 216 mila euro. Ben dodicimila dei trentamila alloggi sono occupati abusivamente.

16. Le cremazioni a Treviso
Il comune di Treviso ha ottenuto dallo Stato 500mila euro per la realizzazione del Tempio della cremazione.

17. Comuni virtuosi e Province e Regioni sprecone
Nonostante le varie strette delle leggi finanziarie sulla spesa per acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione questa aumenta. Affidandosi all'Istat come fonte, si evince che la spesa dei Comuni per consumi intermedi (acquisto di beni e servizi) nel triennio 2001-2003 è aumentata dello 0,44%, quella delle province 34,46%, quella delle regioni del 12,74%.

LA SPESA SANITARIA

18. Controlli nel cassetto
Il progetto sanità elettronica (appena varato) potrà monitorare l'andamento della spesa per farmaci e prestazioni di laboratorio per livelli, per settori e per aggregazione (scala territoriale, tipologie di farmaco, medico prescrittore, tipo di esenzione ecc.). Con questo intervento si possono acquisire risparmi, razionalizzazione ed efficienza dell'ordine di centinaia di milioni di euro. Un esempio, fra i tanti, per delineare i vantaggi: una Asl, che ha già sperimentato questo sistema, effettuando la sola pulizia degli archivi ha conseguito un
risparmio di oltre 200 mila euro in poche settimane. Ci si chiede allora perché il progetto è
rimasto nel cassetto del Ministero per ben quattro anni. Producendo sprechi per milioni di euro?

LE BUROCRAZIE E GLI SPRECHI DELLO STATO
19. Eccesso di dirigenti pubblici
La relazione della Corte dei Conti al Parlamento sul costo del lavoro pubblico per gli anni 2001 e 2003 indica che la spesa complessiva per la dirigenza ha registrato nel triennio 2000-2002 un incremento del 14,3%, "molto al di sopra degli obiettivi fissati dai dpef per gli anni considerati". Gli incrementi più significativi hanno riguardato, con riferimento alla spesa annua pro-capite, la dirigenza di ministeri, aziende autonome, enti pubblici non economici, università, enti di ricerca, oltre alla dirigenza scolastica.

20. Carriere osmotiche
La Corte dei Conti, nella relazione sul costo del lavoro pubblico per gli anni 2001 e 2003 ha avviato una ricognizione sull’inquadramento del personale. Le novità sono molte: in tutti i comparti della PA si verifica un imponente calo del personale appartenente a profili iniziali della categoria di appartenenza ed un corrispondente incremento nell'ambito del profilo economico superiore.

21. Quanto costano i portaborse dei Parlamentari?
La Camera dei deputati spende ogni anno 28 milioni di euro per il funzionamento dei gruppi parlamentari, oltre a 31 milioni per portaborse e segretari dei deputati. In tutto, quasi sessanta milioni di euro per 750 dipendenti, vale a dire circa 80.000 euro a testa.

22. Gli statali crescono
La riduzione del personale pubblico è la vera Cenerentola delle ultime leggi finanziarie. Basti pensare che nel periodo 1998-2002 la programmazione del fabbisogno di personale, l'introduzione di un tetto massimo complessivo delle assunzioni e il blocco delle stesse avrebbero dovuto consentire una riduzione complessiva del personale pubblico in servizio di circa il 4% rispetto al 1997. Invece la Corte dei Conti ha accertato un aumento del 4,2%.

23. Aumenta la spesa degli acquisti di Stato
La spesa per l'acquisto di beni e servizi dei Ministeri è aumentata nel triennio 2001-2003 dell'8,85%, nonostante le leggi finanziarie degli ultimi anni abbiano introdotto l'obbligatorietà del ricorso alla Consip.

24. Personale pubblico: Leggi suicide
Anche nel 2004 è aumentata la spesa per il personale pubblico, e in particolare per i dipendenti statali. Ciò è dovuto per la Corte dei Conti "alle innumerevoli deroghe al blocco delle assunzioni consentite dalle stesse leggi che si sono proposte di ridurre il personale".

25. Il costo delle comunicazioni dei burocrati
Ogni comunicazione burocratica dell’amministrazione, svolta con i metodi tradizionali, comporta alla pubblica amministrazione 49 minuti di lavoro, al costo di 22 euro. Una e-mail costa in tutto 2 euro, undici volte di meno.

26. Statali inamovibili
La riforma del pubblico impiego varata nel 2001 prevedeva di spostare 20 mila persone; è stata utilizzata solo da 9 mila. Motivo? Il 97 per cento della mobilità avviene con il beneplacito del dipendente e, nei rari casi in cui va a buon fine, richiede in media 43 giorni.
Perfino nei trasferimenti volontari, il 10 per cento suscita contenziosi. Il risultato è che nel Nord esistono vuoti di organico del 60 per cento, al Sud eccedenze del 70.

27. Quanti i dipendenti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ?
Nel 1861 la Presidenza del Consiglio non contava nessun dipendente, dal 1876 al 1921 i dipendenti sono in media 9. Nel 1931, sotto il Duce, arrivano a 345. Nel 1988 sono 3.521: nel 2005 comprese le Segreterie e Gabinetti si superano abbondantemente i 4.500 dipendenti.

28. Fiumi di consulenze dello Stato
Nel 2003, secondo la Corte dei Conti, lo Stato ha autorizzato quasi 200.000 incarichi di consulenze esterne, con un costo stimato dal ministero della Funzione pubblica in 680 milioni di euro. Secondo la magistratura contabile “si ha motivo di ritenere che nel 2004 siano ulteriormente aumentate”.

29. Alla Camera: aumentano le spese commessi e le spese
Nel bilancio 2004 della Camera dei deputati, i pagamenti per il personale dipendente sono aumentati del 7,53%, quelli per collaboratori occasionali dell’8,19%. Ancora più elevata la crescita della spese per la pulizia ed igiene, che nel bilancio 2004 sono aumentate del 15,91%, da 6,3 a 7,3 milioni di euro.

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IL COSTO DELLA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE
La lotta all’evasione fiscale non rende
Secondo la Corte dei conti, nel 1998, furono investiti 2.402 miliardi di vecchie lire per contrastare l'evasione fiscale. Il risultato finale di questa lotta fu l'introito di 2.498 miliardi. A fronte dei 96 miliardi di lire di incasso positivo, nota la magistratura contabile, bisogna calcolare le centinaia di miliardi spesi dai cittadini per difendersi dalle migliaia di giudizi sbagliati da parte dei funzionari dello Stato oltre alle spese di gestione per queste controversie ed il costo del personale per recuperare tali somme.

IL COSTO DELLE INTERCETEZZAZIONI TELEFONICHE
. Lo spreco corre sul filo Grido di allarme lanciato dal Procuratore Generale della Cassazione sulle spese effettuate dalle Procure della Repubblica per affittare dai privati le apparecchiature per le intercettazioni telefoniche e ambientali. Si scopre così che per effettuare le indagini si
utilizzano in modo abnorme l'esclusivo strumento delle intercettazioni ambientali e telefoniche tanto da spendere, nei soli primi sei mesi del 2004, oltre 146 milioni di euro, 112 dei quali versati a ditte private per noleggiare le apparecchiature. Inutile dire che con tale somma le apparecchiature di intercettazione potrebbero essere acquistate e messe a disposizione di tutte le Procure d'Italia.

GLI ENTI INUTILI SOPRAVVIVONO
Le soppressioni mancate
170 enti sono stati soppressi con decreto firmato dal Presidente della Repubblica nel 1987, ma continuano a sopravvivere e non si riesce a liquidarli. Tra questi le Casse Mutue di malattia per i coltivatori diretti e per gli artigiani di molte province italiane, le Aziende tranvie autobus e filobus dei comuni di Roma, Salerno e Napoli ed il fantomatico Comitato di coordinamento e compensazione casse mutue aziendali per l'assistenza, oltre a 13 casse di malattia dei dipendenti delle aziende municipalizzate del gas. Su ogni ente defunto veglia un commissario liquidatore, regolarmente stipendiato, con tanto di bilancio, contenziosi, debiti o crediti pregressi. La sopravvivenza di questi enti equivale a 170 stipendi per altrettanti commissari liquidatori, spese per la compilazione dei bilanci, per la custodia dei beni, per cause che proseguono da decenni.

33. Sopravvive l’Ente per la soppressione degli enti inutili del fascio, che ancora non sono stati soppressi Mezzo secolo fa (1956) lo Stato decide di eliminare circa 600 enti, in parte eredità del fascismo, e affida la missione a un nuovo ente, incaricato di gestire le complesse liquidazioni. Nasce così l'Iged - Ispettorato generale per la liquidazione degli enti disciolti – che oggi esiste ancora presso il Ministero dell'economia e delle finanze come dipartimento che fa capo alla Ragioneria generale dello Stato e dotato di 14 uffici, ognuno guidato da un dirigente, per un totale di 100 funzionari ed una spesa di 50 milioni di euro. Nel giugno 2002, il Tesoro decideva di affidare le pratiche di liquidazione ad una società esterna, controllata dallo Stato, la Fintecna. Ma nonostante una legge abbia soppresso l'Ispettorato, questo continua a sopravvivere ed il passaggio delle pratiche dall'Iged alla Fintecna non è ancora avvenuto.

Ingic: un istituto che fatica a morire
L’Istituto nazionale gestione imposte di consumo, l’Ingic fu istituito dal fascismo, poi fu eliminato quindi rinato nel 1951, infine soppresso nel 1974. Da allora è ancora in fase di liquidazione. Salvo ripensamenti.

EFIM: ente delle partecipazioni statali ancora in vita
Una spada di Damocle pende sulla testa del Ministero dell’economia: l’entità della liquidazione dell'Efim, l'ex ente delle partecipazioni statali soppresso dal Governo di Giuliano Amato nel luglio del 1992.
Le opinioni sono discordi e quindi sul previsto rimborso al Tesoro di circa 665,3 milioni di euro che dovrebbe affluire nelle esauste casse statali. La cifra è però condizionata dall'incerto esito del contenzioso legale esistente. Pertanto, scrive la Corte dei Conti nella relazione sulla liquidazione dell'Efim, "si ritiene che vada usata prudenza nella valutazione delle indicazioni sulla stima del costo finale della liquidazione stessa". La Corte, esaminando i costi di gestione dell'Efim, evidenzia come essi "appaiano ancora elevati".

LA SPESA PER GLI IMMIGRATI

36. Flussi e riflussi
Al fine di realizzare un efficiente sistema di flussi migratori per motivi di lavoro verso l’Italia, è stato siglato un affidamento oneroso con Italia Lavoro s p.a. affinché creasse un modello per la gestione dei flussi migratori. Peccato che ad oggi l’unico flusso sia quello della spesa: secondo la denuncia della Corte dei Conti, non è stato prodotto alcun modello. Di più, nelle clausole del contratto si rileva l'assenza di un'analisi dei costi preventivati. In
pratica anche negli anni 2002 e 2003 la gestione dei flussi è stata effettuata "in via provvisoria, con provvedimenti che si sono limitati a confermare, in linea di massima, le quote previste negli anni precedenti in assenza di più approfondite valutazioni sulle effettive necessità del sistema economico e sulle reali possibilità di assicurare agli interessati adeguate misure di sostegno e integrazione". In più a pagamento!

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ANCHE IL MINISTERO DELLE DIFESA SPRECA
I bilanci della Difesa sotto tiro
Per il Ministero della Difesa i rilievi dell’Ispettorato Generale della Finanza riguardano: l'artificioso frazionamento dei contratti; l'omessa richiesta di penali per ritardi nella consegna dei lavori; il mancato ricorso alle Convenzioni Consip per acquisti di beni e servizi; carenza nella programmazione delle attività e conseguente lievitazione dei costi; l'artificioso frazionamento di contratti con conseguente eccessivo ricorso alla procedura in economia; irregolare inventario di beni mobili ed immobili; irregolarità di utilizzazione del fondo scorta; mancato rispetto della normativa sugli appalti ed i contratti pubblici; irregolarità, inadempienze e mancati aggiornamenti nella tenuta delle scritture inventariali degli immobili amministrati.

LO SPRECO PER L’OCCUPAZIONE AI GIOVANI

38. Giovani in bolletta
500.000 euro è la somma destinata dall’ultima legge finanziaria 2005 alla creazione di un non meglio specificato Fondo speciale per le politiche giovanili sul piano culturale. La somma in realtà è destinata al 70 per cento al finanziamento di un Forum nazionale dei giovani.

I COSTI UNIVERSITARI

39. Costosi concorsi universitari
Quanto hanno speso finora le Università per ingaggiare i docenti secondo le nuove modalità concorsuali? Si calcola quasi 63 mln di Euro in 4 anni, cioè più di 15 mln/anno. Cifra cospicua, soprattutto se si tiene conto del fatto che il 95% dei vincitori sono i "candidati locali", che potrebbero a questo punto essere chiamati direttamente dalle facoltà, senza troppi bizantinismi formali. Così secondo gli esperti i concorsi, nella gran parte dei casi, servono a legittimare una "sostanziale ope legis ad attivazione locale".

40. Corsi universitari per due studenti
Il ministero dell’università ha calcolato che centinaia di corsi di insegnamento universitari sono tenuti solo a uno o due studenti. La Commissione Tecnica per la spesa pubblica produsse nel 1995 uno studio, abbastanza complesso, per una valutazione del sistema universitario a cui agganciare i finanziamenti. Per risparmiare, recentemente è stata soppressa la Commissione che doveva produrre economie.

LE MACATE LIBERALIZZAZIONI ED I COSTI

41. Servizi protetti
Quanto costano al cittadino le mancate liberalizzazioni? C’è chi ha parlato di vera e propria tassa occulta che i cittadini nella veste di imprese di consumatori pagano per foraggiare le rendite di posizione che esistono in alcuni mercati. La risposta è: tra i 30 ed i 50 miliardi di euro. Una cifra enorme pari a ben otto riforme fiscali. Tuttavia questo è il solo effetto diretto e non considera le ricadute positive che l’apertura di quei mercati alla concorrenza avrebbe in termini di maggiore competitività per l’Italia. I settori la cui apertura produrrebbe maggiori vantaggi sono la telefonia fissa ed il
credito. Seguono commercio, autostrade, ferrovie, trasporto aereo e quello locale, l’energia elettrica ed il gas. Tutte voci che gravano nel budget delle famiglie italiane.

GLI SPRECHI ITALIANI NEL MONDO
42. Voli infiniti
Chissà, anche Italo Balbo attende da lassù lo scioglimento dell’ente Linee Aeree Transcontinentali (Lati), costola dell’Ala littoria, da lui fondato nel 1938 con lo scopo di collegare Roma oltre Atlantico. Ma l’ente è ancora in fase di liquidazione.

43. I soldi per l’Abissinia
Circa il 70 per cento del costo di un litro di benzina verde è costituito da accise ed imposte per spese quantomeno singolari: della guerra di Abissinia del 1935, per la crisi di Suez del 1956, ed altri disastri ecologici come il Vajont, l'alluvione di Firenze, il terremoto del Belice del 1968, del Friuli, dell’Irpinia. Per chiudere con i due centesimi per il rinnovo del contratto
degli autoferrotranvieri del 2004 e 2005. A parte quest’ultima finalità, dove diavolo andrà a finire il prelievo che gli automobilisti pagano ancora oggi per la Guerra d’Abissinia?

44. Transamazzonica
Tra Italia e Brasile ancora si discute di un terreno acquistato nel 1939 dalle linee aeree littorie per farne un aeroporto. Sequestrato dallo Stato sudamericano come bottino di guerra, l’Italia ne rivendica la proprietà. Spesa stimata del contenzioso di 48 anni: 2 milioni di euro attualizzati; valore del terreno: 50.000 euro.

LA CARTA DELLO STATO
45. Scartoffie
Sono 350mila i metri cubi di carta (1,2 milioni di risme) che lo Stato e gli Enti locali si trovano ogni anno a dover gestire per le pratiche burocratiche. Costo stimato: 3 milioni di euro.


COMUNICATO STAMPA DELL'OSSERVATORIO MILITARE - SOTTOSCRIZIONE A FAVORE DELLE VITTIME DELL'URANIO IMPOVERITO

COMUNICATO STAMPA

UNA SOTTOSCRIZIONE PER I MILITARI VITTIME DELL’URANIO IMPOVERITO!

E’ stata la Senatrice Franca RAME che, con 10.000 euro, ha aperto la sottoscrizione per cercare di intervenire in tempi brevi in aiuto delle famiglie devastate dalla perdita di un congiunto o dalla malattia contratta al rientro di una missione. Dopo 45 morti e 513 malati ma soprattutto, dopo i silenzi e gli imbarazzi dei Ministri della Difesa che si sono succeduti negli ultimi anni e degli Stati Maggiori, una Senatrice consapevole della responsabilità dello Stato che rappresenta, di propria iniziativa prova ad arrivare dove le paure e le ipocrisie non possono. Tutti i fondi che arriveranno dalla sottoscrizione aperta sui siti www.francarame.it e www.osservatoriomilitare.it (conto corrente postale intestato a FRANCA RAME E CARLOTTA NAO N. 78931730 ABI 7601 CAB 3200 CIN U - IBAN IT 64 U 07601 03200 000078931730 specificando la causale: "Per le vittime dell'uranio impoverito") saranno destinati a famiglie di militari deceduti e/o malati che non solo vivono il dramma della perdita del congiunto o delle penose sofferenze, ma che hanno dato fondo a tutte le risorse famigliari per assistere, curare e dare conforto ai propri congiunti. Ci sono famiglie che hanno venduto le case, hanno chiuso le attività, ci sono famiglie in cui i familiari sono impazziti e vivono una vita disperata tra ospedali, banche e strozzini.
Franca Rame ha sentito, visto e capito; Franca Rame si è sentita in dovere d’intervenire e chiamare a raccolta tutti i suoi colleghi che, a prescindere dal colore politico, sentono più che mai il bisogno di rappresentare uno Stato che non vuole più misteri, che non dimentica i suoi figli. Non spetta ad un ragazzo di 20 anni decidere se andare o no in un posto o un altro del pianeta, non spetta a lui decidere se la missione è di pace o di guerra, lui ha solo il dovere di servire lo Stato che lo comanda, lui ha solo il diritto di non sentirsi abbandonato dallo Stato. Non si cercano colpevoli, non spetta a noi farlo, il 13 marzo prossimo, al Tribunale di Roma, l’Avv. Dell’Osservatorio Avv. Angelo fiore Tartaglia, aprirà la serie di processi per il risarcimento dei danni morali, biologici, esistenziali e patrimoniali.
Siamo certi che non finirà come Ustica, siamo certi che gli anni bui della prima Repubblica non potranno resuscitare ed affossare la voglia di rinascere di uno Stato che, con l’esempio di una Sua Senatrice, prova a voltar pagine e farsi amare un po’ di più.
Roma 23 febbraio ’07

Il Responsabile del Comparto Difesa
Dct. Domenico Leggiero

Argomento: 

per sara mezzari da franca rame

RIPORTO QUI LA LETTERA DI SARA MEZZARI

VERGOGNA
non mi capacito di quanto accaduto: sabato lei sale sul palco di vicenza, mercoledì vota a favore della mozione del guerrafondaio d'alema (che x inciso avevo detto chiaramente prima che la base a vicenza si sarebbe fatta). Non le auguro alcun male, ci mancherebbe, e poi credo che la sua coscienza lavori già da sè (o almeno spero)... che delusione, anche da lei...
By sara mezzari at Gio, 2007-02-22 11:30 |

Cara Sara, mi dispiace molto di averti delusa, tanto da regalarmi uni: “VERGOGNA”.
Ti prego, come ho detto ad altri, di rileggerti il mio intervento, LE MIE PROPOSTE PER UNA CAMBIAMENTO DI ROTTA e la mia dichiarazione di voto alla relazione di d'alema. E' stravagante che nessuno punti il dito contro chi votando NO ha fatto cadere il governo, (e non sono i due compagni dissidenti) ma i tre volponi, andreotti in testa con cossiga e pininfarina e se la venga a prendere con me, perché ho votato sì- MA ATTENZIONE, NON FARE CONFUSIONE SARA. NON SI STAVA VOTANDO UNA “MOZIONE” COME DICI, MA LA “RELAZIONE” DI D’ALEMA. “NON IL RIFINANZIAMENTO IN AFGHANISTAN”. CHIARO? MEGLIO INFORMARSI BENE PRIMA DI DIRE “VERGOGNA”.
Veramente BIZZARRO!
Ti sono piaciuti i risultati di quelle manovre? Ti andrebbe bene il ritorno di b. CON LE SUE LEGGI E LEGGINE ad personam?
Leggiti anche "il manifesto" di ieri al proposito, ti potrà chiarire le idee ed aiutare ad arrivare ad un' analisi approfondita e magari corretta.
Ti chiedo: che avresti fatto tu al mio posto? Sono una che ragiona e cerca di fare politica nel più corretto dei modi. E ti assicuro che costa!
E' MOLTO FACILE PARLARE, CRITICARE... (CHE FATICA SI FA?) PIU’ DIFFICILE "ESSERCI" IN MEZZO AI CASINI.
COMUNQUE SPIACENTE DI DARTI UN’ALTRA DELUSIONE: tra poco ci sarà il voto sul rifinanziamento della missione di "PACE" in afghanistan (ah,ah,ahah... - è una risata- L'italia è in guerra!!!).
DOPO AVER ESPOSTO LE MIE RAGIONI DI DISSENSO, DAL MOMENTO CHE NON POSSO PERMETTERMI DI FARE "CADERE" IL GOVERNO PRODI PER LA SECONDA VOLTA (SAREI UNA GRANDE VELLEITARIA PRESUNTUOSA E ANCHE UN PO' IDIOTA) voterò SI' e darò, nella mia dichiarazione di voto, IMMEDIATAMENTE, le dimissioni dal senato.
Che saranno sicuramente accettate visto che rompo le scatole sia a sinistra che a destra.
SARA’ UN GRAN SOLLIEVO PER ME TORNARMENE A CASA, DAI MIEI FAMILIARI, DAI MIEI AMICI, TORNARE AL MIO LAVORO E AI MIEI IMPEGNI SOCIALI e POLITICI - QUELLI DI SEMPRE: immigrati, rifugiati politici (con i quali abbiamo diviso l'occupazione di uno stabile e aiutati in tutti i modi esponendoci in prima persona), fabbriche in difficoltà, disoccupati, precari, assistenza agli ammalati di aids e anche ospitalità a tossici nella speranza di toglierli dalla droga, aiuto e rifugio a donne VIOLENTATE, orfani, avvocati per minorenni violentati, detenuti... DISABILI... CHE BRUTTE FREQUENTAZIONI!
aggiungo, anche se forse non ti interessa, che PRIMA DI ANDARMENE E CHIUDERE IL BLOG, DARO' UN DETTAGLIATO RENDICONTO DI COME HO SPESO I DENARI ricevuti DALLO STATO.
HO SEMPRE VISSUTO DEL MIO LAVORO, fai una piccola riflessione. quanto pensi sia il mio cachet per una serata teatrale? capace che superi quanto prendo in un mese al senato. In più ho pure il VITALIZIO DELLA SIAE, (1000 €.) ho LA MIA PENSIONE,(1250 €.) I DIRITTI D'AUTORE (italia ed estero - senza presunzione, ma giusto per dare una piccola idea delle mie condizioni, sono l'autrice vivente di teatro più rappresentata nel mondo. Ma pensa te! Finisce che mi do delle arie…).
sto benino, no?
Ma che c... devo farmene dei denari dello stato, se non spenderli per chi è in difficoltà? E quanti tra me e Dario ne abbiamo spesi dei nostri? Quanti spettacoli abbiamo fatto per fabbriche in occupazione, licenziati, sfrattati, detenuti – vedi soccorso rosso? Fatti un giro sul sito, potrai toccare con mano. pardon, con gli occhi.
Scusa la divagazione sul "personale" (che forse, come ho già detto, ti può non interessare) ma quando al personale si fanno illazioni di non so quale arricchimento mi stia venendo da sto lavoro, che mi ha portato sì, grande affetto, amicizie che dureranno tutta la vita, rispetto e stima, ma anche disagi, arrabbiature, offese pesanti e minacce di bastonate, più, ripetuti auguri di morte... ma una parola tira l'altra.
Scusa se mi sono sfogata una volta per tutte.
GRAZIE DI ESSERE TANTO GENEROSA DI NON AUGURARMI DEL MALE. MI BASTA QUELLO CHE HO.
un abbraccio, senza rancore
franca rame


SOTTOSCRIZIONE IN SOSTEGNO DELLE VITTIME DELL’URANIO IMPOVERITO

fino ad oggi abbiamo raccolto 2.122 euro... rimbocchiamoci le maniche per trovare molte altre persone disposte ad inviare anche 5 euro!! basta inserirli in una busta (A ME INDITIZZATA: SENATO ROMA) con la banconota avvolta in carta da lettere e un messaggio, nome, ecc. SCUSATE SE INSISTO. 1500 €. SONO STATI SPESI PER IL LOCULO DI UN SOLDATO DECEDUTO. PENSIAMO ALLA TRAGICA SITUAZIONE IN CUI SI TROVANO 515 FAMIGLIE. AIUTIAMOLE, CON GENEROSITà E AMORE.

Qualche giorno fa è deceduto Amedeo d'Inverno, 45esima vittima dell'uranio impoverito. E' mancato nel silenzio delle istituzioni, e senza alcun sostegno da parte dello stato.
Come lui, altri 512 ragazzi italiani sono malati, alcuni gravissimi, a causa della cosiddetta sindrome dei Balcani, dovuta all'esposizione all'uranio impoverito, patologia non indennizzata dalla Difesa, e che costa grandi sacrifici economici alle famiglie dei malati.
In questa finanziaria era stato proposto un fondo per il sostegno alle famiglie dei defunti a causa dell'uranio impoverito, ma nella notte precedente il voto, dal decreto è scomparso il riferimento preciso all' uranio impoverito e i fondi dirottati, tra gli altri, alle famiglie delle vittime di Ustica perchè riconosciute come vittime del terrorismo.
Questo disinteresse dello Stato Italiano verso i soldati che hanno dato tutto per compiere il loro dovere è vergognoso. E non possiamo non ricordare che in questo particolare caso lo Stato Italiano è doppiamente colpevole. L'esistenza dei pericoli legati all'uso di uranio impoverito erano noti da anni quando iniziò la campagna militare contro la Serbia.
Gia migliaia di soldati statunitensi sono morti perché contaminati dall'uranio impoverito durante la prima guerra contro l'Iraq, decine di migliaia sono i reduci malati a causa della Sindrome del Golfo. Quanti di loro sono deceduti?
Insieme a Dario e Jacopo ci trovammo, tristi profeti di sventura, a inviare una lettera ai giornali (pubblicata solo dal Corriere della Sera) nella quale lanciavamo l'allarme chiedendo quali garanzie ci fossero sul non uso da parte degli Stati Uniti di proiettili all'uranio impoverito nella guerra dei Balcani che stava per iniziare. Ricordavamo i pericoli legati a questa sostanza e paventavamo enormi danni alle popolazioni e ai militari, oltre all'inquinamento dei territori per un tempo infinito (centinaia di migliaia di anni).
Nessuno ci ascoltò.
Anzi i comandi militari italiani non presero neppure le precauzioni contro questi proiettili criminali adottate da americani e inglesi sui campi di battaglia.
I nostri soldati, in maniche di camicia, restavano stupiti vedendo le truppe dei Paesi alleati arrivare munite di scafandri e tute protettive integrali.
Quindi è ancora più esecrabile il fatto che, contro ogni evidenza scientifica, i vertici medici dell'Esercito Italiano si rifiutino di accettare il fatto che l'esposizione all'uranio impoverito sia la causa del male che colpisce oggi 512 reduci di guerra.
E riempie di tristezza rendersi conto che, come al solito, molti si riempiono la bocca di amor patrio e retorica dell'eroismo e poi sono ciechi e sordi di fronte alla sofferenza dei nostri soldati una volta che non servono più.
Meglio sarebbe pensarci prima di partecipare a una guerra e avere più rispetto dopo per i combattenti,che oltre ad aver rischiato la vita per la patria questi uomini hanno dato la salute e si trovano rovinati economicamente perché non ricevono nessun aiuto.

Essendo membro della commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, presieduta dalla senatrice Lidia Menapace, farò il possibile affinché il governo metta fine a questa tragedia.
In fiduciosa attesa che ciò avvenga, apro una sottoscrizione a favore delle famiglie che si trovano in difficoltà economiche, nella speranza di poter dar loro un aiuto concreto accompagnato dalla nostra “vicinanza” e amicizia.
Credo sia un atto di civiltà verso vittime ignare e inconsapevoli, e vi invito a sottoscrivere con qualsiasi cifra riteniate opportuna per
non abbandonare questi ragazzi. Non imbarazzatevi se potete inviare anche solo 1 euro, sarà accolto come fosse un milione… di euro!
Chi volesse partecipare al dibattito su questa proposta può utilizzare lo spazio disponibile sul mio blog: www.francarame.it

Per contributi usare il conto corrente postale

INTESTATO A FRANCA RAME E CARLOTTA NAO N. 78931730 ABI 7601 CAB 3200 CIN U
IBAN IT 64 U 07601 03200 000078931730
specificando la causale: "Per le vittime dell'uranio impoverito".

Grazie per il vostro sostegno a questa campagna.
Un bacio grandissimo.
Questo che stiamo facendo, ci rende serene e felici.
franca e carlotta

Argomento: 

PREVITI CONDANNATO AI SERVIZI SOCIALI


Immaginiamo la scena: è lunedì mattina e l’Avvocato Previti, già assistente legale di Priebke e Berlusconi, lascia la sua abitazione per andare al suo ufficio. Questa volta però, niente lussi e sfarzi, nessun cliente miliardario. Unico comfort, la pensione da deputato, che ancora non gli è stata revocata.

Una stanzetta con un vecchio computer, un tavolaccio e niente telefono. E patrocinio gratuito per disagiati, tossicodipendenti, psicotici, alcolizzati, adolescenti in crisi.
Si potrebbe sorridere alla notizia, se non fosse che il nostro, condannato in via definitiva per concorso in corruzione nell'ambito per il caso Imi- Sir, è uscito dal carcere ed è stato condannato alla pena alternativa grazie all’indulto.

Così, Giudice Laura Longo ha accettato la richiesta dei legali difensori di Cesare Previti di affidare il proprio assistito ai lavori sociali. Il parlamentare di Forza Italia - condannato a sei anni , presterà invece servizio presso la Ceis, una struttura di assistenza e solidarietà di Castel Gandolfo, che fa capo a don Picchi.
Farà il consulente legale presso il centro,che si occupa a Roma di giovani emarginati tossicodipendenti ed alcolisti. L'ex legale di Berlusconi che deve scontare ancora circa un anno e sette mesi di reclusione, potrà lasciare la propria abitazione, nel centro di Roma, in piazza Farnese, dalle 7 del mattino alle 23.
La coincidenza vuole che proprio oggi il ministero della Giustizia tira le somme sull'effetto che il provvedimento di clemenza varato dal parlamento il 31 luglio scorso ha avuto sulle carceri italiane. Risultato: su 25.694 ex detenuti usciti dal carcere grazie all'indulto, "soltanto" 2.855 (l'11,11%) sono tornati in cella. Un dato,questo, estremamente più basso se paragonato al tasso di recidiva 'ordinario' (oltre il 60%) tipico di chi sconta la pena per intero. E ancora: dopo l'indulto i reati sono rimasti pressoché stabili (1.308.113 denunce tra luglio-dicembre 2005 contro 1.310.888 nello stesso periodo del 2006), dimostrando l' "infondatezza dell'allarme sulla criminalità degli indultati", mentre a tornare a delinquere sono stati più italiani (1.942 ossia il 12,28% di quelli usciti) che stranieri (1.033 pari al 10,59%).


Escatologia e scatologia. Come dire lo spirito e lo sterco.

Chiedo sinceramente scusa se ho offeso qualcuno con un epiteto grossolano che mi sono lasciata sfuggire davanti alle facce che mi apparivano sul teleschermo nella sera di sabato.
Si trattava di uno sfogo privato, furbescamente carpito da due giornalisti che si sono infilati, fingendosi amici, nella nostra camera d’albergo a Vicenza. BRAVA GENTE!
E questo livello di violazione della privacy mi sembra ben più grave della mia espressione colorita.
Da giorni mi sono indignata sentendo parlare le alte sfere dello Stato, a proposito della base di Vicenza come di un “all’allargamento”. È una menzogna! Non si allarga niente, si raddoppia! Altra favola raccontata dai politici nel tg di sabato sera è il “contratto con gli americani da rispettare”. “Bugiardi!” ho esclamato.
Il governo Prodi ha dovuto dare una risposta agli americani, come si è visto, confermando la disponibilità italiana, quindi vuol dire che non era affatto scontato che il nuovo governo si associasse alle decisioni di quello antecedente.
Essi, alti dirigenti politici della sinistra, non apparivano per niente preoccupati dopo l’inaspettato successo della manifestazione di Vicenza con più di centomila partecipanti (alcuni giornali parlano addirittura di 200 mila). Davanti a una simile, straordinaria partecipazione si sperava che qualcuno sarebbe ritornato sui suoi passi e riveduto le decisioni prese. Ci si contava in tanti!
La manifestazione ha dimostrato che esiste un movimento grande e forte, capace oggi di gestire la situazione escludendo ogni tipo di provocazione.
In molti avevano previsto una seconda Genova e qualcuno in fondo lo auspicava.
Era cresciuto sempre più il clima di paura che scientemente i mass media avevano divulgato, con previsioni di disordini, sommosse, i black block che imperversavano sfondando vetrine, i no global che incendiavano macchine, candelotti, fumo e fiamme, qualche morto qua e là, fosse lo scenario minimo del gran finale. E invece no: tutto calmo, tutto tranquillo! Ma che scarogna! Si è assistito, al contrario, a uno spettacolo di un civismo esemplare: mamme che spingevano ridenti i loro bimbi dentro le carrozzelle, ragazzi che ballavano al ritmo di gioiose canzoni eseguite da band e complessi musicali, striscioni le cui scritte rivolte ai ministri del governo sollecitavano: “Onorevoli compagni, presidente, ripensateci! Toglieteci di mezzo questa insopportabile, nefasta servitù! Noi amiamo gli americani ma non come tutor armati, che occupano le terre dove viviamo e siamo nati. E soprattutto non vogliamo contribuire a pagare la loro onerosa permanenza!”.
Davanti a tanta sacrosanta e così numerosa assemblea, questi nostri rappresentanti che noi abbiamo eletto rispondevano con un certo malcelato disprezzo, quasi piccati dalla nostra evidente insolenza.
“No! – ci hanno risposto. – Il dado è tratto e quel che abbiamo deciso non si tocca. I provvedimenti stabiliti dal governo, gli accordi con i nostri alleati USA non si toccano.”
Gli accordi? Ma quali accordi? Quelli presi dal governo Berlusconi! Ma noi si credeva di aver eletto un governo nuovo, autonomo dal precedente, non dipendente da esso. Così, dopo averci assicurato infinite volte che il popolo è sovrano, che non esiste nessuna delega definitiva a chi ci rappresenta, all’istante ci venite a spernacchiare addosso a insulto che noi non si conta nulla. La democrazia non può dipendere dalla piazza. Ma cos’è ‘sta piazza? Un raduno di ubriachi e di teppisti facinorosi, drogati? Per non parlare delle donnacce…
Allora noi non siamo cittadini, ma semplici votanti: truppa da consenso e supporto!
È stato lì, che a nome di tutti quelle centinaia di migliaia di bidonati, illusi di aver voce in capitolo nel decidere cosa fare della propria vita, mi è sortito quell’epiteto ignominioso, di sapore rozzo, ma essenziale: cazzone, bugiardi.
Sì, avete ragione voi puristi lessicali: sarebbe stato più consono ed accettabile se avessi appellato quei nostri eletti con il termine di fallotropi, ipocritès. In greco è sempre più degno e magniloquente…
Siamo in un Paese dove la forma è posta all’apice di ogni discorso; al contrario, il contenuto è sterco da buttare.

E già che ci siamo: in questi giorni si discute dei Pacs o Dico e ci sono cattolici nell’opposizione e nella maggioranza che si dicono contrari alle coppie di fatto. Affermano con tono risentito ma civile che la famiglia è sacra, che è il centro motore di una società veramente democratica, apostolica… e anche romana, che permettendo queste nuove leggi scellerate che si sostituiscono al sacro rito dell’unione di maschi e femmine davanti a Dio, si distrugge la famiglia. Poi vai a vedere come sono uniti con le donne o gli uomini questi irriducibili onorevoli contrari, che tengono la croce sotto la maglietta della salute e la foto del Cardinal Ruini come salva-schermo del computer, e scopri che in gran numero hanno sfasciato una loro prima famiglia per costruirsene un’altra irregolamentare, in barba ai sacramenti e ai sacri riti. A cominciare dall’onorevole ex presidente Casini, strenuo parrocchiale, e poi Adornato, Bossi, Calderoli, Castelli, Carlucci, Fini, La Russa, Gardini, Guzzanti, Frattini, Micciché, Matteoli, Pecorella, Santanchè, Urbani… fino al maestro falsatore Berlusconi.
E allora gridiamo insieme: fallotropi, ipocrites!
Siamo di carnevale, tenetevi pure la maschera… tanto vi abbiamo già riconosciuti!

E che dire del dispaccio della Finanza uscito qualche giorno fa sulla droga? “I consumatori occulti di stupefacenti annidati nella borghesia media e ricca del nostro Paese hanno raggiunto livelli impressionanti: si parla di centinaia di tonnellate al mese per un valore di milioni di miliardi di sniffo e pere. E vai sicuro che fra quelli che annusano a pompa coca, ce ne trovi una caterva che fan parte degli indignati urlatori del pericolo della droga nei ragazzi… fustigatori dello spinello libero e di chi ne fa uso! E come chiamarli costoro?
Fallotri, ipocrites e drugàt (drogato)!

E per chiudere vi offriamo un’ultima osservazione, la più indignata.
Alla Camera e al Senato, sia fra gli eletti dell’opposizione in gran numero e più scarsi nelle file della maggioranza, vivono e ci rappresentano e godono di stipendi e privilegi una caterva di onorevoli indagati dalla Giustizia, sotto inchiesta per crimini vari, alcuni già condannati in prima e seconda istanza, altri definitivamente (sono ben 82 gli onorevoli dichiarati colpevoli).
Ebbene, noi siamo l’unico Paese in Europa nel quale si tollera tranquillamente che degli individui compromessi con la giustizia siano eletti tra i rappresentanti delle Camere. E quando costoro attraversano l’ingresso che porta alle stanze dell’Assemblea della Repubblica, le guardie in alta uniforme, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia, scattano sull’attenti e sbattono i tacchi in segno di reverente saluto, anche se hanno corrotto giudici, truffato, mentito in tribunale e sono collusi con la mafia.
Denunciamo da anni l’inaccettabile presenza di questi personaggi dentro la struttura del nostro democratico Paese, nato dalla Resistenza, ma nulla si muove, tutto resta affondato, impantanato nell’immonda e inamovibile gora e a noi non resta che gridare a tutta voce: fallotropi, ipocrites, puzzoni!


UN'ALTRA VITTIMA DELL' URANIO IMPOVERITO

MUORE PER IL CASO URANIO LA FAMIGLIA TACE PER EVITARE I MILITARI! comunicato stampa dell'osservatorio militare
www.osservatoriomilitare.it

Amedeo D’Inverno 30 anni di Salerno è la vittima n° 45 a causa dell’uranio impoverito. Era contento Amedeo dopo che aveva saputo del via libera ai lavori della seconda commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito. Tre mesi fa subiva il terzo intervento e nessuno ha avuto il coraggio di dirgli che la commissione ancora non ha iniziato i lavori. I tempi della politica sono ormai troppo lunghi per chi vive e muore per la pace. D’Inverno muore 5 giorni fa ma, su esplicita richiesta della famiglia, la morte viene resa nota solo oggi per evitare l'inopportuno presenza dell’apparato militare che potrebbe offendere la memoria dei ragazzi anche ai funerali. L’Osservatorio, seppur a conoscenza della situazione, ha condiviso e rispettato il volere della famiglia che solo oggi ha voluto rendere noto il lutto. Non avremmo sopportato l’ennesima umiliazione da quel mondo militare in cui Amedeo ha creduto e che gli portato la morte. Nonostante il rumoroso silenzio caduto sulla vicenda, speriamo in una reazione dell’opinione pubblica affinché non cali il silenzio su queste morti bianche nelle Forze Armate Italiane. La breve vita professionale di Amedeo è stata vissuta nel 19° Reggimento “GUIDE DI SALERNO” e la missione nella famigerata “TITO BARRAK” di Sarajevo gli è stata fatale. Sono ben 13 le vittime che hanno prestato servizio nella caserma maledetta. D’Inverno lascia i genitori e la ragazza che non è riuscito a sposare ma che lo ha sempre accudito durante le lunga malattia. I genitori e la famiglia hanno dato fondo a tutte le già poche risorse che avevano per curare e stare vicino al congiunto fino all’ultimo momento. Lo Stato Maggiore della Difesa, dell’Esercito in particolare, è stato ovviamente assente e declina ogni responsabilità del caso. Il prossimo 13 marzo la prima udienza presso il Tribunale di Roma che vede sul banco degli imputati i vertici della Difesa. Il caso Ustica è un brutto precedente, ma i tempi sono cambiati e siamo certi che la Magistratura potrà affrontare alla pari il potere militare. I funerali si sono svolti ad Acerra (NA) dove Amedeo nacque il 16/3 del 1977.

Franca Rame, Dario Fo, e tutti gli amici del blog si stringono attorno alla famiglia D'Inverno per la dolorosa perdita del figlio Amedeo, 45esima vittima dell'uranio impoverito e del silenzio delle istituzioni.

Leggi qui l'articolo sull'Uranio impoverito


Intervento di Dario Fo e Franca Rame alla manifestazione di Vicenza

Vicenza: No Dal Molin. Spettacolo di Dario Fo e Franca Rame

L'atmosfera diventa incandescente e la folla si accende quando salgono sul palco Dario Fo e Franca Rame.
Il premio nobel è scintillante, prima in duetto coi Punkreas canta un rap che parla di Vicenza, poi si esibise in uno spettacolo preparato apposta per l'occasione dal titolo: "cento aerei da passeggio", per concludere con un canto liturgico antico, realizzato in forma jazz.

Franca Rame porta in scena il suo intervento di qualche giorno prima al Senato, in versione teatrale.

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