basta con gli sprechi!

 Cari amici, sto creando un'associazione di sostegno alle vittime dell'uranio impoverito, con lo scopo di provvedere all'assistenza e alla diffusione della conoscenza del problema. Spero aderirete in tanti! Franca

 

 

 

 


Commenti

Come si può vedere una notizia di rilievo come questa, riguardante un dramma dei nostri giorni e l'impegno di Franca verso le vittime di certe aberrazioni, dato il clima creato dal Fusi, viene sommerso dalle sue farneticazioni. Dimostrazione del degrado creato dalla presenza di un elemento portatore di caos.
Riporto sù questo post nella speranza che il blog riprenda il suo andamento normale.

La Repubblica, VENERDÌ, 14 MARZO 2008

Scatta la solidarietà degli operai per la famiglia del collega suicida

ANTONELLO MICALI

Un´ora di assemblea di fabbrica intensa, quella di ieri alla Berco di Busano; drammatica come non poteva essere altrimenti, con momenti di grande tensione, e di sincera commozione. Ieri mattina, i compagni di lavoro di Luigi Roca, il 39enne di Rocca Canavese che si è suicidato martedì per non essere stato confermato sul posto di lavoro, si sono riuniti per discutere, confrontarsi e soprattutto riflettere. «Il peggior consiglio di fabbrica della mia vita: ma era necessario guardarci in faccia dopo le polemiche e la confusione dei giorni scorsi, anche all´interno del mondo sindacale purtroppo. Quello che è certo è che siamo tutti solidali con la sua famiglia e che occorre lottare contro il precariato, senza strumentalizzazioni o forzature però», sbotta Angelo Sesto, Rsu Berco e collega di Roca.
Il delegato dei cobas si riferisce al legame attribuito alla vicenda con l´eventuale ricollocazione degli operai della ThyssenKrupp di Corso Regina nelle aziende del gruppo (la Berco ne fa parte); fatto sostanzialmente chiarito mercoledì da Giorgio Airaudo della Fiom, che ha puntualizzato che si tratta di un processo che non si metterà in moto prima del 2010 e che quindi non ha attinenze con la tragedia dell´altro giorno. Ma alla Berco ieri non tolleravano neppure la voce diffusasi ieri che voleva che i due posti interinali di Luigi Roca e di un altro operaio licenziati alla fine di febbraio fossero già stati coperti con altri due operai interinalizzati. «Smentisco categoricamente anche questa voce - ha aggiunto Sesto e non capisco chi abbia interesse a diffondere notizie come queste: in ogni caso, le due persone cui si riferiscono e che qui hanno effettivamente un contratto a tempo determinato sono in azienda da prima dell´assunzione di Luigi, hanno mansioni diverse e sono stati assunti direttamente dalla Berco senza passare dall´agenzia di lavoro interinale. Quindi basta con queste strumentalizzazioni».
Alla fine della assemblea straordinaria, i lavoratori Berco hanno deciso intanto di iniziare a fare qualcosa subito per aiutare la famiglia di Luigi, la moglie Barbara e i due piccoli Davide e Niccolò, di 7 e 6 anni, aprendo un conto corrente dove far confluire un´ora di stipendio di tutti i lavoratori del polo dello stampaggio canavesano, estendendo l´iniziativa anche ai 2500 dipendenti della casa madre di Copparo, in provincia di Ferrara. A questo si deve aggiungere la proclamazione di un´ora di sciopero, questa mattina, estesa alla maggior parte delle aziende canavesane. «Un´ora di sciopero contro il precariato - precisa Sesto - non contro la Berco». Solidarietà anche da parte della senatrice Franca Rame, che ha chiesto di essere messa in contato con la moglie di Luigi per poterla aiutare. Come è noto, l´attrice devolve quasi tutto lo stipendio da parlamentare in cause benefiche. Le esequie di Luigi Rocca si terranno domani alle 10,30 nella chiesa parrocchiale di Nole, paese dal quale si era trasferito 4 anni fa e dove vive la famiglia d´origine.

Stavo pensando ad una cosa, Claudio... vediamo se è fattibile.

Insieme ai miei collaboratori, stiamo facendo una colletta che coinvolge anche i nostri clienti, e devolvere il ricavato verso la famiglia di Luigi Rocca... perché non fare qualcosa di analogo anche qui?

Lo so, i soldi non le restituiscono il marito, ma cos'altro possiamo fare se non cercare di far fronte alla realtà?

Caro Marco, credo che sia fattibile. Sentiamo cosa ne pensa Franca.
Attraverso la vendita di opere grafiche di Dario Fo stiamo raccogliendo fondi a favore delle vittime dell'uranio impoverito (altro dramma per migliaia di famiglie per le quali Franca si sta impegnando concretamente e con personale coinvolgimento economico da anni) in aggiunta a quelli messi a disposizione da lei prelevandoli dal suo stipendio di senatrice.
Credo che parlandogliene si potrebbe destinare parte di quelle cifre alla famiglia di Luigi Rocca, oppure aprire una sottoscrizione specifica.

... se mi scrivi ti do tutti i riferimenti di ciò che stiamo facendo.

[email protected]

Si potrebbe creare un fondo per tutte le famiglie delle persone morte sul lavoro. In modo da aiutare per quanto è possibile coloro che, oltre ad avere perduto un familiare, devono affrontare problemi economici serissimi.

... credo sia il caso di pensarci seriamente.

Credo che, se sarà possibile, Franca ci farà sapere come fare. Quello che so per certo è che l'impegno a favore delle vittime dell'uranio impoverito la/ci sta coinvolgendo profondamente, anche tenendo conto che è una tragedia tenuta sotto traccia, di cui, praticamente, non si occupa nessun altro. E' anche vero che altre tragedie si consumano fra l'indifferenza e la disattenzione: le morti bianche, il dramma della precarietà, i nuovi poveri.
Difficile, se non impossibile, fare fronte a tutto, e questo ci fa sentire un senso di frustrazione, di inadeguatezza e di sconforto; rimane comunque essenziale che ognuno dia un proprio contributo secondo le proprie possibilità e che garantisca il proprio impegno per alleviare le sofferenze e i disagi di tante vittime delle aberrazioni di una società dove il mercato e il profitto sono diventati i primi valori di riferimento.
Senza illuderci che tutto ciò basti.
Credo che l'esempio che Franca ci offre insegni questo

Porgendo le mie scuse per quanto ho scritto, ma non ne potevo più, vorrei unirmi a quest'impegno che credo sia socialmente importante.

Anch'io desidero aderire a questa iniziativa di solidarietà.
Antonella

Posso dire, per esperienza personale, che la solidarietà affettiva e/o economica quando ci si trova a vivere eventi difficili da sopportare, è fondamentale e non solo per l'adulto che si trova a dover affrontare una situazione mai vissuta prima, ma anche per i bambini o i ragazzi che ne sono coinvolti.
La disperazione che ti attanaglia in certi momenti si scioglie pian piano a contatto con chi sta cercando di non farti sentitre solo e ti dà una mano, dalle cose più semplici e quotidiane, fino al sostegno affettivo fatto di comprensione , stima, offerta di aiuto o all'aiuto economico che permette di far fronte almeno alle necessità più immediate.
Mia figlia e io siamo state aiutate da una rete di solidarietà tre volte nel corso della nostra vita e so cosa significa.
Quindi se si può fare qualche cosa per stare vicino e aiutare le famiglie delle persone che hanno perduto una persona per una tragedia del lavoro,partecipo volentieri, di cuore.
Forse non basterà, ma può essere la spinta per dare un po' di fiducia a queste persone.

Mi potete dire qualcosa sull'iniziativa a favore della famiglia Roca? Pensate di costituire un fondo per le famiglie delle vittime sul lavoro?
Grazie
Antonella
se mi volete contattare la mia a.mail è:
[email protected]

La queite dopo la tempesta oppure il riposo psicologico nel dopo stress?

Quale stress?

Rispondete uno alla volta, altrimenti non riesco a leggere.

Non vedo alcuna folla ...cosa dici gufo?

...era ironica la frase

Col procedere della campagna elettorale, progressivamente emergono in modo sempre più chiaro le prospettive e le intenzioni peggiori dello schieramento di centro destra, oggi detto "popolo delle libertà".
Alla luce di quello che è stato dichiarato in questi ultimi giorni, se vincerà Berlusconi, tre punti paiono fermi e garantiti:
1) l'irrisione dei problemi del precariato (la "battuta" al Tg2)
2) un maggiore coinvolgimento nelle guerre in Afghanistan e in Iraq (la dichiarazione di Antonio Martino, già ministro della difesa del governo 2001 - 2006)
3) una fascistizzazione dello Stato e un ampliamento del controllo dei media (integrazione nel Pdl del "camerata" Ciarrapico perchè proprietario di giornali "che servono" e di Esteban "Cacho" Caselli, funzionario in Argentina durante la dittatura dei generali, oltre che ambasciatore Vaticano durante il governo Menem.

E temo che questo sia solo l'inizio del programma di Berlusconi ed il suo nero seguito di nani bellerine e "servitori".

La notizia ha dell’incredibile. Due mafiosi condannati otto anni fa a 24 anni di reclusione dal Tribunale di Gela sono liberi da 6 anni perché il giudice che emise la sentenza, Edi Pinatto, non ne ha ancora scritto le motivazioni. E’ uno scandalo che lascia senza fiato.
Ho sempre difeso l’indipendenza della magistratura e continuerò a farlo: in uno stato democratico ciò è la più grande garanzia per i cittadini. Ma anche la magistratura è al servizio dello Stato è deve assicurare che il denaro pubblico destinato all’amministrazione della giustizia sia speso secondo criteri di efficienza e di efficacia. Un giudice che non trova il tempo di scrivere una sentenza otto anni dopo averla pronunciata deve essere cacciato. Pinatto nel frattempo trasferitosi dal Tribunale di Gela alla procura di Milano anche qui si è fatto la fama di fannullone tanto da essere stato censurato dal capo del suo ufficio per il suo "basso rendimento" nelle inchieste milanesi di cui è titolare. Il presidente del Tribunale di Gela aveva segnalato da tempo il caso al Csm (Consiglio Superiore della Magistratura, organi di autogoverno dei giudici) ed al ministero della Giustizia. Nel 2004 il Csm lo condannò alla perdita di due anni di anzianità. Poiché non accadde nulla l'accusa chiese alla sezione disciplinare del Csm di erogare la massima sanzione prima della rimozione, ma Pinatto se la cavò con altri due mesi di perdita di anzianità. Ora io mi domando: come è possibile che in otto anni nessuno sia intervenuto? Il Presidente del tribunale di Gela lo ha fatto dopo ben quattro anni (!) E il capo del suo ufficio dov’era? E i Ministri della Giustizia che si sono succeduti dove erano? Come mai capi degli uffici, Ministro della Giustizia, Csm sono stati tutti invece così rapidi quando si è trattato di accusare De Magistris e la Forleo che avevano messo sotto accusa i politici e poteri forti? Anche ai Magistrati vanno applicate regole ferree in termini di produttività del lavoro e meccanismi terzi di valutazione che determinino sanzioni automatiche, compresa la loro rimozione e licenziamento. E il Csm sia veramente organo di autogoverno della Magistratura e non organo di fatto votato alla difesa dei giudici “a prescindere

Domenico sono pienamente d’accordo con quello che hai scritto. L’indipendenza della magistratura e la certezza del diritto sono delle garanzie fondamentali per la democrazia.
E’ scandaloso che per dei giudici “fannulloni” non puniti a dovere e prontamente ( ma sono veloci nell'accusare i magistrati che indagano sui politici...) o per le lungaggini processuali, il reato sia prescritto o scadano i termini della custodia cautelare e così ci ritroviamo con figli di Riina e pedofili (per tacere dei politici…) a piede libero e con persone che, per vedere riconosciuti i loro diritti, debbano aspettare anni e anni.
A mio parere una delle priorità del prossimo governo - parlamento (oltre al lavoro : precari, salari e oltre ad una nuova legge elettorale) dovrebbe essere un’iniziativa legislativa per razionalizzare e accelerare i processi penali e civili. Ma poiché dubito che i prossimi governanti-parlamentari se ne facciano carico ( nei loro programmi non mi pare che se ne parli, fatto eccezione forse in quello di Di Pietro, visto anche il coinvolgimento di molti politici in cause e processi…) sarebbe bello che fosse lo stesso popolo italiano, con l’istituto dell’iniziativa legislativa popolare (prevista dal secondo comma dell'art. 71 Costituzione), a promuoverla.

Stamattina, quanno me so' sveijato, so' annato all'edicola a compramme er giornale e me so' letto sta notizia che ve voijo riportà.


Sorcio Sera - 16/03/08

Intervista con il tappo
Premonizioni del futuro di Silvio Airone
dagli inviati Gioacchino Piccione e Giuseppe Merlo

Quando il capo redattore ci chiese di intervistare il leader dell'emittente televisiva Tele Penna Sparviera, non immaginavamo di trovarci di fronte ad un tappo con due formiche a cavacecio di altezza, pieno zeppo di movimenti inconsulti nervosi.
Ci sedemmo ad un tavolo al bar Petrocchi a Piazza Mazzini, e iniziamo a porgli le nostre domande.

Presidente, come pensa che sarà il futuro di questo paese?
Guardi, il futuro sarà nel segno dei gloriosi padri imperiali, che hanno costruito un grande segno di potere oltre i confini e lungo le rive dei sacri fiumi.

Cosa le fa' pensare che questo è il futuro?
I pennuti non sono stupidi, conoscono bene l'avversario da combattere. Il nostro motto è "Vincere, e vinceremo."

Vincere e vinceremo? Non è un motto inflazionato?
Assurdo. Guardi, noi pennuti del nord abbiamo fatto anche la Repubblica Sociale per dare pane al popolo e spezzare le reni al nemico.

Per Repubblica Sociale intende il tentativo fallito di ristabilire la dittatura nell'ottobre del 43?
Esattamente, ma non fù un fallimento. Al contrario, diede una nuova spinta all'ideologia capitalistica e libertaria. Il nostro movimento intende ristabilire tale ideologia partendo proprio da quella spinta.

Anche se avevamo una gran voglia di dargli anche noi un contributo a quella spinta, ma da Ponte Sublicio, continuammo con le domande.

Presidente, tra i nomi che ha presentato per le prossime elezioni ci sono anche dei nostalgici?
Nostalgici della patria, del popolo e dell'impero, ma nostalgici della stessa ideologia del passato no. Noi non siamo di quell'ideologia e ripudiamo tale concetto politico, ma affermiamo la libertà individuale. Abbiamo pronti disegni di legge specifici proprio per affermare questo ragionamento, garantendo l'impunità a coloro che commettono reati a patto che indossino la camicia nera.

Su questa affermazione, il nostro impulso è stato quello di far indossare un vestitino nero funebre alla moglie di questo decerebrato che stavamo intervistando. Tuttavia il lavoro è lavoro, e continuammo l'intervista.

Presidente, non crede che includere nelle liste Bartolomeo Falco sia deleterio per la vostra immagine elettorale?
Bartolomeo Falco è un grande pennuto. Pensi alla sua gestione della società Acque Termali della Penna. Quando arrivò era un disastro, ma quando l'ha lasciata è stata tutta un altra musica.

Infatti lo hanno arrestato.
Questo è un millantato. Un errore giudiziario. Venne arrestato perché dicevano che aveva svuotato le casse societarie, ma non era vero.

Infatti: erano letteralmente pulite dopo il suo passaggio.
Pulite non vuol dire svuotate. Comunque informatevi: non fu' per quello che venne arrestato.

Certamente. Venne arrestato per bancarotta nella vicenda della squadra di penna a volo.
Esattamente. Ma tutto si chiarì: non è possibile andare in galera solo perché si era preso qualche spicciolo per le sigarette.

Qualche spicciolo per le sigarette? Veramente con quegli spiccioli poteva comprarsi la Manifattura intera.
Tutte dicerie. Non valutiamo le dicerie femminili.

Ma lo stesso venne anche incriminato per la storia del ristorante La Casa del Viandante Pennuto, per la Banca Popolare della Penna.
Se è per questo venne arrestato anche per finanziamento illecito ai partiti, ma anche quella è tutta una diceria femminile.

Non crede che questo basti per offuscare l'immagine del suo partito?
Offuscare? Lo innalza alle più alte vette della moralità. Il nostro avversario è spacciato con i nostri candidati.

Certamente Mimmo Topo, leader del partito Penne Democratiche, starà cercando di capire come sconfiggere i suoi candidati, ma non crediamo che ci pensi molto.
Non può pensarci: è sconfitto in partenza.

"Amò, scanza la provincia, che voijo senti' puro io le stronzate che dice sto gnappetto." - questa esclamazione, proveniente alle nostre spalle, ci fece distrarre. Ci voltammo e vedemmo che era una coppia di merli dove lui chiedeva alla sua compagna di fargli posto sulla sedia per ascoltare con grande interesse la nostra intervista.

"'A Ci, la devi da' fini' de dimme che tengo er culo granne. Mica è corpa mia se so' grossa." - iniziò un battibecco furioso tra i due che fermò inevitabilmente la nostra intervista.

"Aho, sei così basso che se te metti mezzo cocomero sotto li piedi, sembri 'n giocatore der Subbuteo. Sei tarmente brutto, che sembri 'n'arancio de mare." - Un piccione gridò al nostro intervistato Silvio Airone.

Presidente, credo che questo sia un ottimo segnale per comprendere il pensiero del popolo. Non crede?
Esattamente. La stima cresce e i sondaggi confermano questi dati. Siamo invincibili.

"Ma hai pijato a carci er gatto e te ce sei pettinato?" - inutile, le grida dei passanti rivolti al Presidente, erano incessanti.

"Possi campa' cent'anni: novantanove a letto e uno su le stampelle." - gridarono due attempati passeretti.

"A Sirvio, sei tarmente brutto, che se vai a Lockness esce fora er mostro co' la valigia dicenno: meno male, è arivato er cambio." - le urla continuavano e decidemmo di sospendere la nostra intervista.

Salutammo il Presidente e tornammo in redazione, convinti che forse, le uniche verità che abbiamo sentito, erano quelle dei passanti.

Gioacchino Piccione - Giuseppe Merlo

L'ALTRO MODELLO
di Michele Buono, Piero Riccardi
In onda domenica 16 Marzo ore 21.30

ambiente

Petrolio, gas, uranio sono concentrati in poche zone del pianeta mentre i consumatori sono dappertutto. Sole e vento invece sono ovunque e sempre vicini a chi consuma energia.
Intanto i consumi di energia fossile crescono anno dopo anno e insieme gas serra e polveri sottili. I trasporti e i consumi energetici delle abitazioni rappresentano i due terzi del problema. Quali sono allora le conseguenze di una crescita incontrollata su un pianeta dalle risorse non infinite? Ha senso allora un modello di sviluppo basato sulla crescita illimitata, in cui anche traffico, rifiuti e malattie fanno crescere il pil? E’ possibile ri-orientare l’economia e pensare a un nuovo modello di sviluppo che impieghi meno risorse e produca più benessere? E’ possibile far camminare diversamente le merci e le persone, facendo consumare meno energia alle case e facendo viaggiare in maniera differente anche gli elettroni in una rete elettrica pensata come internet: niente grandi centrali in cima alle piramidi e giù in basso tutti i consumatori? Se si rovescia la piramide i consumatori potrebbero diventare anche produttori e l’energia si consuma e si scambia. Come con l’informazione in internet. Risultato? Le fonti di energia rinnovabile diventano protagoniste e marginali le fossili. La chiamano democrazia energetica i Ribelli dell’energia di Schonau un paese nella Foresta nera in Germania ovvero gente comune che dopo Chernobyl per dire no al nucleare si comprò la rete elettrica locale e cominciò a produrre energia sganciandosi dalle centrali atomiche. Un viaggio tra chi sta provando a fare il mondo alla rovescia.

Scusatemi se insisto, ma l'idea fissa che porta tanta gente a comprare milioni di bottiglie di plastica piene d'acqua-conservate nei magazzini non si sa come, scaldate al sole nei piazzali di fabbriche e supermercati- a me sembra l'espressione del successo del mercato a scapito della libertà di scelta delle persone. A forza di pubblicità cretina, milioni di case abitate dagli occidentali 'evoluti' si riempiono di bottiglie di plastica e cosi',in parallelo, le discariche.
Ho ritrovato questo articolo di Sabina Morandi pubblicato su 'carta' l'anno scorso, chissà che la sua lettura non spinga a eliminare una volta per tutte almeno le bottiglie d'acqua.

La follia delle bottiglie di plastica
Sabina Morandi
[8 Gennaio 2007]

I contenitori trasparenti rosicchiano un milione e mezzo di barili di greggio l’anno. Quando i nostri nipoti ci chiederanno cosa facevamo mentre il petrolio si stava esaurendo dovremo ammettere che eravamo impegnati a cercare i modi più fantasiosi per sprecarlo, dalla produzione di neve artificiale per i giochi invernali all’impiego dei camion leggeri–i famigerati Suv–per andare a fare la spesa.
In pool position fra i comportamenti più demenziali spicca, senza dubbio, l’innamoramento planetario per l’acqua imbottigliata il cui consumo è salito del 57 per cento negli ultimi cinque anni. Una moda che piace ai governi perché li dispensa dal bonificare le forniture idriche–che restano appannaggio dei poveracci–operazione per la quale si spende infatti un settimo dei 100 miliardi di dollari buttati in acqua minerale.

Cosa c’entra l’acqua con il petrolio lo spiega molto bene un rapporto dell’Earth Policy Institute di Washington nel quale, fra le altre cose, compaiono le prime stime del costo energetico dell’ubriacatura da minerale. Viene fuori che l’acqua in bottiglia–nel 40 per cento dei casi semplice acqua di rubinetto con l’aggiunta di qualche sale minerale–rosicchia circa un milione e mezzo di barili di greggio ogni anno soltanto per produrre delle bottiglie di plastica che ci metteranno circa 1000 anni a biodegradarsi, quasi tutte utilizzate una sola volta.

Ora, considerando che con un milione e mezzo di barili si mandano avanti 100 mila automobili per un anno, siamo nel campo di quegli inesplicabili comportamenti che spingono alcune specie come i lemming, piccoli roditori simili a criceti, a suicidarsi gettandosi in massa dalle scogliere.
Non si spiega altrimenti una scelta demenziale da ogni punto di vista.

Secondo gli organismi internazionali che si occupano di salute l’acqua in bottiglia prodotta dai grandi marchi dell’imbottigliamento–Nestlè, Danone, Coca Cola e PepsiCo, tanto per non fare nomi–spesso non è affatto più salubre anche se costa la bellezza di diecimila volte di più di quella del rubinetto ed il suo consumo è decisamente inspiegabile in paesi come l’Italia, che dispongono di una riserva idrica di qualità eccellente. Il guaio è che la diffusione dell’acqua in bottiglia ha buon gioco in paesi come l’India e la Cina , dove la potabile è ancora un lusso che i governi non riescono a garantire. Il che, oltre al greggio impiegato per fabbricare le bottiglie, aggiunge un altro po’ di sprechi per il trasporto e infine lo stoccaggio di un’enorme quantità di rifiuti.

La cosa divertente–si fa per dire–è che l’alternativa c’è da parecchio tempo e, almeno nei paesi industrializzati, può contare su di un sistema articolato e capillare–gli acquedotti–che presenta anche il vantaggio di essere facilmente monitorabile. In questo, come in altri numerosi casi, l’idolatrata modernizzazione va all’indietro, mentre un esercito di consumatori rincoglioniti da una valanga di spot buttano via i soldi con la benedizione dei decisori politici che guardano soltanto al Pil–quella dell’imbottigliamento è un’industria che tira–e, da più di trent’anni, confezionano normative che privilegiano le minerali rispetto alla vituperata “acqua del sindaco”.

http://www.carta.org/campagne/decrescita/articoli/9502

Cara 'una donna' da parecchio tempo mi sono organizzata anche per ridurre la 'differenziata' e questa operazione mi ha dato buoni risultati.
" L'aqua del sindaco" me la imbottiglio mediante un'apparecchio fornito di bomboletta gasatore (CO2)con l'aggiunta -a piacere- di aromi.
Dovrò aspettarmi risultati negativi per la salute ?

laura

www.aquatrentino.it/?ssez=contatti

Non credo che la tua salute ne risenta, anzi !
A me piacerebbe che qualcuno facesse un elenco per poter differenziare meglio gli scarti non riutilizzabli.
Penso ai tetrapak che sono di cartone e plastica, a penne e pennarelli finiti, collant rotti in maniera drammatica o, come dicevano ieri sera a chetempochefa, a cose del genere tenda della doccia, ferro da stiro, piccoli elettrodomestici rotti e non aggiustabili.Dove si buttano le lampadine bruciate o una bicicletta inservibile che il negozio di biciclette rifiuta di prendere o le scarpe ridotte a uno stato tale da rendere impossibile a chiunque di usarle ?
Per ora tengo questo genere di cose in cantina, preferirei però non creare laggiù un cumulo di 'immondizia'.
Quando è bruciata la mia casa, nel rogo è finito di tutto, come puoi immaginare. I vigili del fuoco hanno portato via larga parte dei detriti perchè c'era un pericolo di crollo.
Non so dove abbiano scaricato quella montagna nera e indistina che bruciando aveva certamente prodotto gas tossici di cui mi sono sentita, mio malgrado, dolorosamente responsabile.
Scusatemi la digressione, ma quando si parla di raccolta differenziata e della soluzione degli inceneritori, mi vien male.

Sarà che io vivo in zona felice, la raccolta differenziata è attiva.
Tutte le cose che hai menzionato ,le troviamo in un'elenco molto chiaro che dall'utente viene conferita separatamente.
Per esempio :- per la lampadina piuttosto che pennarelli o poliaccoppati, sappiamo se fanno parte del rifiuto residuo o conferito ad altro.
Comunque,a me serpeggia sempre il dubbio se in questa differenziata vi sia realmente una separazione all'accorpamento...ma questo è un'altro discorso.
Rimango sempre dell'idea che dovrebbero anche limitare le confezioni che arrivano dalle industrie.
ciao
laura

Abitiamo in un paese vicino a Pavia e noi beviamo l'acqua del rubinetto perciò niente bottiglie di plastica.
Qui si differenzia solo la carta e il vetro mentre tutto il resto si mette in un unico sacco. Ma ho intenzione d'informarmi per il compostaggio, dato che ho un giardino. Per gli ingombranti c'è un servizio del comune che, su appuntamento e a giorni stabiliti, li viene a ritirare.
In vacanza andiamo a Moena, in Trentino. Lì si differenzia tutto in diversi contenitori: il vetro, la plastica, l'umido, la carta e il resto. I primi giorni pensavo di non capirci niente ma poi ho avuto la sensazione di fare una cosa giusta per l'ambiente e mi sentivo con la coscienza a posto. Quando torno a casa, che riprendo a mettere tutto assieme, mi sembra di fare una cosa superficiale e non giusta...insomma mi sento un pò in colpa.

Anche a Parma la differenziazione è, sulla carta, come hai visto tu a Moena, peccato che sia più teorica che reale. Da un po' di tempo non c'è più la raccolta della carta casa per casa estesa a tutta la città e neppure quella del vetro.
Devi fare dei chilometri per trovare i pochi cassonetti destinati a questo genere di scarti.

Purtroppo a me, come utente (che parola sgradevole! direi che fa rima con consumatore), non è stato dato alcun elenco ed è per questo che chiedo come fare.Pensa che vivo in Emilia Romagna, che passa per essere una regione particolarmente sensibile sia alla raccolta diferenziata che allo smaltimnto dei rifiuti.
Sono d'accordo con te che ci sia un eccesso di 'confezione' da parte di chi vende, industria o supermercato che sia.
Resta poi quello che a mio parere è un abuso di automobili. E' possibile che si debbano vedere nelle città file e file di macchine abitate da una sola o al massimo due persone?
Conosco molte persone che si muovono esclusivamente in macchina senza averne la minima necessità. Esistono i treni, gli autobus, il car sharing, la metropolitana, le biciclette, i taxi e ..i piedi. Costoro si dedicano alla dfferenziazione dei loro rifiuti domestici? Forse sì, a compartimenti stagni.
E le case che sembrano alberi di Natale per quante luci si vedono dalla strada ?
E, per associazione di idee,lasciamo anche perdere quelle assurdità delle luminarie di Natale che dovebbero rendere le strade allegre e i negozi tanto per cambiare, più appetibili.Non è più sufficiente la normale illuminazione stradale, quella che abbiamo per undici mesi ogni anno?

Spero che stasera Report metta in luce le assurdità del nostro modo di vivere e suggerisca alernative più umane e più responsabili.

Avete visto report domenica sera?
Un altro sviluppo che non consideri le risorse infinite e la terra una discarica è possibile…ma allora perché non prendere esempio dai modelli virtuosi ?

Mi ha colpito soprattutto come Parma ha sviluppato una politica della mobilità. Piste ciclabili, biciclette comunali che si possono prendere con carta magnetica, parcheggio gratis e con un euro arrivi dentro Parma, giri per tutto il giorno e ritorni indietro. E la sera il bus a chiamata e il car sharing, automobili in condivisione.A Milano hanno introdotto l’eco pass e così le auto pagano e inquinano lo stesso e hanno costruito parcheggi in città e ogni tanto (a Milano come in altre città )alla domenica chiudono al traffico…E’ questa la politica, il progetto per la mobilità? Perche non prendere esempio da Parma ? e perchè non fare un piano di mobilità generale e nazionale?

da "La Repubblica" Martedì 29 aprile 2008

Arezzo prima città a idrogeno
nelle case sostituirà il metano

di ANTONIO CIANCIULLO

Domani il presidente della Regione Toscana Claudio Martini berrà un caffè all'idrogeno: moka tradizionale ma scaldata con combustibile pulito e made in Italy invece che con gas russo. Si festeggerà così, ad Arezzo, il battesimo del primo idrogenodotto al mondo che corre in mezzo alle case, tra il supermercato e la fermata dell'autobus, il giornalaio e il bar. Un tubo pieno di energia buona per tutti gli usi: servirà a produrre acqua calda ed elettricità, tepore invernale e fresco estivo. Usando una fonte nostrana e inesauribile come il sole.

A ideare il progetto è stata una piccola cooperativa di trentenni, la Fabbrica del Sole, che ha messo sul piatto 800 mila euro più i 400 mila stanziati dalla Regione Toscana. Per il momento l'idrogeno viene ricavato prevalentemente dal metano, ma entro l'anno sarà al cento per cento pulito grazie ai pannelli fotovoltaici che forniranno l'energia necessaria a scindere le molecole dell'acqua separando l'ossigeno (destinato a usi medici) dall'idrogeno.

I primi beneficiari dell'idrogenodotto saranno quattro aziende orafe (tra cui la Unoaerre, leader mondiale nel settore delle catene d'oro) che da sempre usano l'idrogeno come materia prima per le saldature e l'eliminazione degli ossidi. Ma si stanno ultimando gli accordi per portare l'idrogeno anche nelle case: sostituirà il metano in cucina e fornirà, attraverso una fuel cell, sia elettricità che calore e fresco.

"L'idrogeno viaggia a bassa pressione in un tubo di 10 centimetri di diametro a poco più di un metro di profondità, non ci sono problemi di sicurezza", spiega Emiliano Cecchini, presidente della Fabbrica del Sole. "Per ora abbiamo realizzato un chilometro di condotte ma le potenzialità sono enormi perché in questo modo è possibile distribuire in modo facile ed economico elettricità, calore, carburante per le auto. E infatti l'idea piace. All'inaugurazione offriremo un caffè all'idrogeno anche al consigliere scientifico dell'ambasciata cinese che ci ha chiesto di disegnare un progetto simile per Pujan, una città di 600 mila abitanti vicino a Shangai".

Ma non è solo Pechino a guardare con interesse allo sviluppo dell'idrogeno. Il Giappone ha scommesso su questa tecnologia 20 miliardi di euro nel periodo 2006 - 2012. E il Parlamento europeo ha deciso di realizzare, entro il 2025, una capillare rete infrastrutturale dell'idrogeno.

In Italia, oltre alla Toscana che a Pisa sta mettendo a punto il distretto dell'idrogeno da eolico, si muove con decisione anche la Puglia. Entro un anno entreranno in funzione cinque distributori di idrometano, una miscela formata dal 30 per cento di idrogeno e dal 70 per cento di metano, che potrà essere utilizzato dalle macchine a metano (senza alcuna modifica per quelle vendute negli ultimi 2 o 3 anni). "Estenderemo questo progetto, finanziato con 5 milioni di euro dal ministero dell'Ambiente e dalla Regione Puglia, al rifornimento delle barche", spiega Nicola Conenna, presidente dell'Università dell'idrogeno, con sede a Monopoli. "Le barche a vela potranno utilizzare idrogeno puro per i loro motori ausiliari e per le altre imbarcazioni sarà disponibile l'idrometano".

(29 aprile 2008)

La Repubblica, MERCOLEDÌ, 19 MARZO 2008

L´iniziativa

Manifestazione a Pomigliano d´Arco dopo l´intimidazione al senatore Sodano

Una manifestazione per la legalità è stata indetta a Pomigliano D´Arco dalla Sinistra arcobaleno per domani, in risposta alle minacce (una busta con otto proiettili) indirizzate al presidente della commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano. L´appuntamento è in piazza Primavera, a partire dalle 18.30, dove si alterneranno esponenti della politica (tra cui il leader del Prc, Franco Giordano) e artisti come Dario Fo e Franca Rame.

Era uno dei tanti candidati berlusconiani alla Camera, forse uno dei più anonimi. Avevate mai sentito parlare in passato di Andrea Verde, in corsa per la circoscrizione estero, ripartizione Europa, sede Parigi? Probabilmente no. Provate a cercarlo adesso sul web. E vedrete come il suo nome sia legato alla regia di "Sotto il vestito la sorca", film ambientato nell'alta moda, la cui trama toglie ogni residua sorpresa: "Bellissime, elegantissime, puttanissime. Ammirate e in... ate". Andrea Verde viene citato anche come "production manager" di un'altra pellicola di impegno: "Papà, ti scopo tua moglie". Il Sole 24ore gli ha dedicato un trafiletto e lui non ha avuto più pace. Il mondo dei blogger l'ha puntato. Sono andati in cerca delle sue produzioni hard, hanno ironizzato sul suo programma elettorale che parla di "solidarietà e valori cristiani", di cui la società avrebbe tanto bisogno. A nulla è valsa la precisazione sul quotidiano economico: "Io non sono regista di film porno, ho lavorato solo come contabile alla Unimat che, in effetti, produce anche audiovisivi per un pubblico adulto...". Sarà. I blogger, per natura diffidenti, mantengono il loro scetticismo. Perché mai se il candidato Verde è solo un esperto in contabilità (in effetti è stato commentatore economico de La Prealpina di Varese, e ha lavorato in Enichem France, settore controllo gestione) la sua società lo associa a "Sotto il vestito la sorca" e lo manda addirittura a ritirare un premio al festival pornografico "Venus Paris"? Eccolo là, in prima fila, accucciato col trofeo in mano, alle spalle una prorompente dama, seno open air. Lui insiste: "Ho la fedina penale pulita, ho fatto della solidarietà il mio principale significato di vita".
leggete il suo programma su:
http://www.andreaverde.it/

La Nazione, venerdì 2 marzo

Pensano solo a trame e potere.

Senatrice Rame, lei si è dimessa dando un giudizio molto negativo della sua esperienza parlamentare. Cosa l'ha delusa?

Ti senti un ingranaggio impotente di una macchina. Nessuno ti chiede niente e nessuno ti ascolta. Devi solo votare rosso/verde, come ti viene detto, se no il governo cade. In aula a volte è desolante guardarsi attorno, non c'è nessuno che ascolta quelli che intervengono, chi chiacchiera, chi telefona su due, tre cellulari, chi legge il giornale, chi sbriga la corrispondenza.

Allora è vero che si lavora poco....

No, si lavora forse anche troppo. Almeno per me, ma forse non per tutti, sono nstati i mesi più duri e faticosi della mia vita. Il problema è che si conclude poco.

La macchina non funziona.

Tutto va lento. Si perdono ore. Il primo giorno entrai alle 10 del mattino e uscii alle 3,30 del mattino dopo, perchè c'era qualche senatore che sbagliava a scrivere il nome di Marini. Io non capivo, poi mi hanno spiegato che era Mastella che voleva il ministero della Difesa. E' un posto strano, impregnato di potere, di scontri e trame di dominio, lontanissimo dai bisogni della gente.

Lo ha definito il frigorifero dei sentimenti, che significa?

Che i rapporti umani sono inesistenti. In due anni nessuno mi ha mai invitato a pranzo. Ho vissuto in totale solitudine. Quando parli con qualcuno ti accorgi che ha una soglia di attenzione di 7 secondi, poi esce dal proprio corpo e tu continui a parlare da sola.

In compenso, però, lo stipendio è buono.

Buono? Sono pagati assolutamente troppo, una cifra iperbolica.

Offresi azienda ITALIA al miglior offerente.
Ottima predisposizione clientelare.
Predisposta per alta definizione mazzette.
Tutti gli optional.
Particolare dotazione parassiti in giacca e cravatta.
Auto blu compresi nel prezzo.
Strozzini a colletto bianco inclusi.
Sistema bancario inferiore al terzo mondo.
Sistema politico assente.
Omino bianco incluso.
Finti finanzieri pronti a continuare la recita dell'imprenditoria pulita.
Associazioni a delinquere di stampo mafioso e non, disponibili a collaborazioni subordinate e continuative.
Politici, autentici fantocci di pezza, decorati a mano, riproducenti copie di ideologie passate, presenti e future, disponibili al sistema "Magna-Magna" già collaudato e perfettamente funzionante.
Aziende ad elevato indebitamento.
Elevato tasso di usufrizione dei finanziamenti pubblici interni e dell'Unione Europea per scopi personali non riconducibili agli scopi di sviluppo dei finanziamenti stessi.
Popolo con occhi chiusi a livello genetico, già pronto alla posizione 90° per sfoghi politici e/o personali (mai affacciarsi alla finestra avendo il popolo alle spalle: è comunque suscettibile alle influenze posizionali di predisposizione).

Prerequisito essenziale: piano di risanamento basato esclusivamente su licenziamento e tassazione.

Per informazioni e/o presentazione offerte, chiamare il: 06 363636 (Organizzazione Funebre Scifoni)

L'incubo con le ali
Gabriele Polo

Un'Alitalia pubblica e in espansione sarebbe una bella cosa. Ma anni di gestione clientelare e aziendalmente criminale hanno ridotto questa opzione a un sogno. Il gruppo balla peggio di un aviogetto colto dai vuoti d'aria e attorno a esso si muovono logiche speculative, di ogni tipo, fino a quella dell'uso politico di una crisi aziendale. L'ultimo rifiuto dei sindacati del piano proposto da Air France sta tutto dentro questo schema, con l'aggravante del confronto con altre situazioni di crisi. Se è giusto e normale contrattare fino all'ultimo per garantire occupazione e condizioni di lavoro, non si può non rilevare un riflesso corporativo e clientalare in quel rifiuto: in altre occasioni Cgil, Cisl e Uil hanno accettato ristrutturazioni industriali ben più pesanti - con meno garanzie dal punto di vista degli armotizzatori sociali - senza battere ciglio. Ora, spaventati dalla fuga del possibile socio francese i sindacati ci stanno ripensando e la cosa svela una volta di più la drammaticità della crisi di Alitalia. Nel buco nero in cui l'ex compagnia di bandiera è precipitata da anni, prestare il destro a soluzioni «nazionali» significa rimettersi nelle mani della stessa logica «politica» che l'ha affossata.
La storia parla di una privatizzazione ideologica (Berlusconi-2003), di alleanze fallite (Klm-1999, Air France-2004), di gestioni improntate solo all'interesse privato dei manager (Cimoli-2006), di scelte aziendali tutte tese a contrarre i costi e tagliare le rotte (dal 2001 in poi). Di chi è la colpa? Dire male della politica è la cosa più comune al mondo, ma quando il gestore della cosa pubblica non si interessa di un suo bene e degli investimenti (Malpensa) costati pacchi di miliardi di euro, o sollecita la cieca apertura di aeroporti un po' ovunque per soddisfare clientele locali, che altro resta da dire? Sicuramente di schifezze ne ha fatte di più la destra, ma questa non è un'attenuante per il centro-sinistra. Il problema è che Alitalia «scotta»: da sempre le lotte dei dipendenti sono sulle prime pagine. Risultato: meglio non decidere e rinviare al futuro, passando il cerino per non scottarsi. Quanto ai manager, esclusi un paio, un vero disastro. Con un nome su tutti: Cimoli, appunto, quel sign ore che ha lasciato una traccia indelebile anche alle ferrovie.
Poi ci sono i sindacati: di responsabilità ne hanno anche loro. Non perché siano stati troppo conflittuali. Anzi, la loro prima colpa è di aver cogestito nei fatti l'azienda in un continuo scambio di favori, anche con le assunzioni di amici degli amici. Molto poco antagonisti e molto corporativi, come spesso accade nelle aziende che gestiscono i servizi, dai trasporti all'energia. In una cultura cogestiva che, facendo prevalere lo scambio politico, ha finito per privilegiare «i più forti» e penalizzare «i più deboli»: se i 2.100 esuberi fossero stati tessili o metalmeccanici non ci sarebbe stata «l'intransigenza» dimostrata in questo caso. Non a caso con la Uil in prima fila. Non a caso nella stretta elettorale di questi giorni. Con il rischio di dar voce a chi vagheggia cordate di speculatori pronti a stringere quella corda al collo di un gruppo e dei suoi lavoratori. Più che un sogno, un incubo.

Il manifesto 23 marzo

Padroni che sbagliano

Alessandro Robecchi

Ops! Che distratto! Ops! Che pasticcione! Ma che sta succedendo al capitalismo mondiale? Gli editoriali attoniti di tanti accesi liberisti, sono tutti preoccupati che non si scambi la recente e incombente crisi americana per una crisi del Sistema, dell'Idea. E' la sindrome dell'Urss: per anni e anni molti si affannavano a far notare che il socialismo era una cosa, e il plumbeo socialismo reale era un'altra cosa. Ecco: sta avvenendo lo stesso presso le più fulgide menti del liberismo, cercare di convincere tutti che il capitalismo è bello, buono, magico, un vero toccasana - solo che qualche volta è maldestro, esagera, commette alcune stupidaggini.
Non si potrebbe dire meglio di come fa Massimo Gaggi (Corriere): «Attenzione a non confondere la crisi americana (...) con un fallimento del modello economico liberale». Attenzione, eh! Insomma, non è cattivo, è che lo disegnano così. Quanto a caricature, anche qui non si scherza. La periferia dell'impero non può che attendere l'onda lunga, ma intanto affronta l'argomento salari, la più grave emergenza del paese. Non si può legarli all'inflazione è il monito che viene da tutte le parti, e bisogna semmai legarli alla produttività. Belle parole, come se la produttività fosse un'esclusiva del lavoratore e non (e non anche) un investimento del padrone. Già, nessuno ricorda mai di interrogarsi sulla produttività dei padroni. Innovazione? Poca. Ricerca? Niente o quasi. Investimenti? Chissà: se si guarda il comportamento delle prime 50 imprese per fatturato nel biennio 2006-2007, si notano utili eccellenti. E dove sono finiti? Semplice: a pagare dividendi o a comprare loro stesse azioni per non farsi scalare. E quindi, dove starebbe l'apporto del capitale alla famosa produttività che deve farci crescere tutti? Non si vede. E ora, manco a dirlo, ci spiegheranno che non bisogna confondere il modello economico liberale con qualche pasticcione ostaggio della finanza. Padroni che sbagliano. Non sono cattivi, è che li disegnano così.

«Così muore un precario...»
Paolo, 45 anni, ha scelto il suicidio

«Grazie, ma non abbiamo più bisogno di lei». Tre mesi di lavoro, tre mesi da operatore ecologico, la versione edulcorata e moderna del netturbino, dello spazzino, e poi stop, più nulla. A quel punto Paolo, 45 anni, una moglie e un figlio diciottenne, ha presentato una nuova domanda di assunzione. Ma la risposta è stata grosso modo la stessa: «Grazie, ma per ora non abbiamo bisogno del suo contributo».Sono stati giorni di disperazione per Paolo; giorni claustrofobici alla ricerca di una via d'uscita; alla ricerca di un appiglio qualsiasi per non perdere del tutto ogni speranza. Ma le porte, per lui, erano tutte chiuse. Sbarrate da quella risposta, quel "cordiale" rifiuto ripetuto all'infinito.Difficile trovare lavoro a 45 anni, difficile ricominciare ogni volta da capo: anni e anni di precariato ti tolgono le forze. Ogni volta sperava che fosse la volta buona, la volta di un contratto più lungo: un anno, non di più, da vivere dignitosamente. E invece no. Nulla. E alla fine Paolo non ha retto: è sceso giù nel garage della sua casa a Santo Stefano a pochi chilometri da Imperia, ha fissato la corda a una trave di legno, è salito su una seggiola, ha stretto il cappio al collo e via: s'è impiccato. Non ha lasciato nessun messaggio. Il suo gesto, il suo suicidio, la sua biografia parlano troppo chiaro. Non c'è bisogno di un biglietto. Dicono una cosa sola, anzi, la urlano: il precariato ti ammazza.Non è una morte casuale quella di Paolo. Dietro il suo gesto c'è la solita storia degli appalti ballerini assegnati a prezzi stracciati dalle amministrazioni comunali. Un neoliberismo in salsa pubblica che sempre più spesso ignora le condizioni di lavoro che si nascondono dietro quei progetti di fornitura di servizio apparentemente così convenienti.E Paolo è rimasto stritolato proprio da questo meccanismo, un meccanismo ormai molto comune nelle amministrazioni locali del nostro Paese. Insomma, la vicenda è del tutto simile a quella di mille altre: nell'agosto scorso l'azienda di Paolo esaurisce l'appalto di servizi di igiene pubblica con il comune di Riva Ligure; a quel punto un'azienda concorrente vince la nuova gara per una servizio analogo con l'obbligo di assumere i 3 lavoratori dipendenti dell'azienda precedente. Paolo però è uno "stagionale", è un sostituto. Lui non può reclamare nessun diritto: né il comune né l'azienda hanno l'obbligo di reintegrarlo e il sindacato fatica a difendere i diritti di un invisibile.
Articolo di Davide Varì tratto da Liberazione del 23/11/2007
http://rifondazioneferentino.blogspot.com/2007/11/cos-muore-un-precario-...

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La grande truffa del governo Prodi: da precari a licenziati...

Pubblico impiego

EMERGENZA: BLOCCO CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO FINANZIARIA 2008

Qusto governo di "sinistra" invece di affrontare seriamente il problema del precariato ha pensato bene di abolire i precari facendoli diventare disoccupati.
Infatti dal 1/01/08 la P.A. potrà assumere solo più eccezionalmente con contratti a tempo determinato, per non più di tre mesi ed in nessun caso rinnovabili. (Legge 24 Dicembre 2007, n. 244, art. 3, comma 79, punto 1 e 2).
Inoltre la finaziaria 2008 non dice che le pubbliche amministrazioni "devono" stabilizzare i precari con 3 anni di anzianità, ma che esse "possono" stabilizzarli:
- 1) se vogliono farlo,
- 2) se hanno i soldi per farlo,
- 3) se fanno un piano, in accordo con il sindacato, di stabilizzazione,
- 4) eccetra, eccetra.............
Un modo vergognoso per non stabilizzare quasi nessuno, però nella stessa finziaria hanno previsto l'assunzione di centinaia persone senza concorso nè con tre anni di anzianità, forse erano loro amici? (Parco della Maiella ecc.)
La sinistra quando è all'opposizione è brava a raccontarla ed a illudere chi non la conosce, ricordatevi che chi ha inventato le agenzie interinali nel 1998 è stato Dalema.
Quando erano all'opposizione combattevano il caporalato, poi al governo lo hanno legalizzato chiamandoilo non con il suo nome, ma con quello altisonante: "agenzia interinale".
Quando andremo a votare, perchè andremo a votare! - (anche se lor signori sperano che non si voti più per qualche anno) - ricordiamoci di non farsi più prendere in giro dai professionisti della bugia, da quelli che prima aizzano e poi mandano la polizia a reprimere (Valle Susa, Treviso ecc.).
Leggi tutto su:
http://www.comuni.it/servizi/banchedati/forum/read.php?f=1&i=88432&t=88432

Così muore un precario.

Bisogna conoscere la condizione difficilissima del precariato per capire lo sconforto e la disperazione per non avere alcuna garanzia del domani; ma in molti casi anche dell'oggi. E comprendere quanto tale condizione possa essere insopportabile. Quasi sempre non basta raccontarlo; pancia piena non crede all'affamato. Così tante donne e tanti uomini vivono, fra il generale cinismo, incomprensione e dimenticanza, l'angoscioso disagio dell'emarginazione come nuovo fenomeno di una società scivolata nell'annichilimento dei valori umani e del rispetto dei diritti costituzionali (diritto al lavoro in primo luogo).
Fra le vittime di questo moderno malessere sociale, i più fortunati trovano la forza e l'orgoglio per combattere con coraggio e determinazione lo svilimento, il disprezzo e la colpevolizzazione che viene loro rivolta da un quotidiano in cui vediamo premiati ampiamente "successo" e ricchezza come dimostrazione dell'adeguatezza ai canoni vigenti dell'esteriore; quello che più conta è emergere con qualsiasi mezzo, il raggiungimento del benessere economico è considerato come il conseguimento di un agire secondo il valore primario di riferimento: gli zeri del conto in banca. Se questa dinamica comporta l'impoverimento di sempre crescenti strati sociali poco importa: effetto collaterale del mercato e della modernità.
E se la povertà assedierà sempre più da vicino e sempre più pressantemente gli enclave della ricchezza, questa si blinderà sempre di più, costruirà più muri, sempre più alti e più invalicabili. Se non basterà userà la forza bruta: ha i mezzi per farlo, e ritiene di averne il diritto,in nome della difesa dei propri privilegi e della propria presunta superiorità.
La politica del capitale e dell'apparenza dice: "se possiedi è segno che meriti, se non hai nulla significa che non hai capito niente, che non stai al passo, che sei inadeguato".
E sono tanti quelli che, animi troppo delicati, soccombono alla violenza - esercitata in svariate forme - del potere di questo darwinismo del denaro, un potere esercitato attraverso seduzione e violenza in ugual misura, controllo dei media e guerre.
E' questa la logica aberrante, che incombe su donne e uomini, giovani e pensionati, una piaga che sempre più si apre nel corpo sociale del mondo globalizzato - tecnologico - capitalistico all'alba del terzo millennio.
Così muore la democrazia, così muore la giustizia, così muore il senso di appartenenza, la solidarietà, la partecipazione, la condivisione, così muore ogni valore umano.
Così muore un precario.

Passare il confine. Dello stato e dell'io

Ida Dominijanni

Che cosa vuol dire il continuo innalzamento di muri, da quello israeliano nella West Bank a quello fra la California e il Messico a quello di via Anelli a Padova, in un'epoca che aveva visto nel crollo del Muro di Berlino l'annuncio di un mondo senza confini? A quale forma della sovranità e della legge corrispondono questi muri eretti da stati nazionali in conclamata crisi di sovranità e di legalità costituzionale? Perché consideriamo tollerabile la violenza della guerra legittimata dagli stati, e inorridiamo di fronte alla violenza dei kamikaze contro la guerra? Perché proviamo repulsione morale di fronte alla distruzione di certe vite, e di fronte alla distruzione di certe altre troviamo invece forme di giustificazione? In che rapporto stanno la distruttività, l'interdipendenza e la sopravvivenza? Partiranno da queste domande le due conferenze che Wendy Brown e Judith Butler terranno il 27 marzo all'Università Roma Tre (aula magna della Facoltà di Lettere e Filosofa, dalle 9 alle 18). Per la prima volta in Italia, le due filosofe femministe americane parleranno di «sovranità, confini, vulnerabilità» in una prospettiva incrociata sulle trasformazioni del politico e della soggettività politica. La globalizzazione, la guerra, la decomposizione del Politico moderno non sono solo la cornice storica della nostra esistenza, né si limitano solo a condizionarla o a piegarla. Ne va di qualcosa di più: del modo in cui queste trasformazioni riscrivono le condizioni di pensabilità della vita e della morte, la percezione del corpo, la definizione di chi siamo «noi» e chi sono «gli altri», del legame che ci unisce e del confine che ci separa; e ancora, i nostri criteri morali, e perfino la qualità dei nostri sentimenti primari. Riconfigurazione del politico e riconfigurazione dell'umano riverberano una sull'altra.

Tutto l'articolo a questo link:

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/25-Marzo-2008/art3.html

Di fronte a questa morte, che mi lascia basito, non so cosa dire oltre a un senso di vomito che provo ogni qual volta si parla dei cosidetti "governativi".

Vale a dire quel sistema micidiale - istituzionalizzato -che colpisce solo i più forti e privilegia i deboli e i vigliacchi - creando solo confusione e malessere.

Perchè chi si uccide - e crolla - indirittamente manda un messaggio ben chiaro di quanta forza abbia il suo gesto.

Certo non è la soluzione ammazzarsi.

Ma io do - a questa morte - a questa persona - lo stesso valore di chi si immola - come un tibetano che vuole vivere in pace, un commerciante che si rifiuta di pagare il pizzo, un padre che vuole vivere la sua famiglia e la sua vita. Sante persone. E forti. Non deboli.

Magari incapaci di trovare una soluzione, incapaci di trascendere quei limiti che possono portare alla depressione, alla sfiducia completa.

Ma il messaggio - disperato - è chiaro.

Ora basta.

Se qualcuno ha qualche notizia della famiglia mi faccia sapere qui sul web di franca rame.

Se qualcuno può fare qualcosa di concreto è anche questa un'occasione - ce ne sono troppe - oramai.

E per dare un senso a questo, si dovrebbe formulare una o più proposte che aiutino queste persone.

Una di queste è formare un agenzia di ricerca lavoro gestita dai precari, con mezzi forniti dal comune, seguendo dei criteri di emergenza, caso su caso.

Trovo infatti aberrante che le agenzie interinali prendano 5000 euro per fare una telefonata e collocare a tempo determinato una persona, per risolvere solo i problemi relativi all'azienda.

E non ci sia invece un sistema di emergenza per collocare le persone più bisognose di lavoro.

Ecco che creare un agenzia gestita da precari o disoccupati, dove vi siano dei criteri equi di assegnazione dei posti, taglierebbe le gambe a chi colloca le persone secondo la simpatia, il sesso, oppure secondo quanto paga l'azienda.

E soprattutto senza considerazione alcuna dei casi più urgenti.

A treviso, tra le proposte del Forum Trevigiano per l'Ecologia, appena nato e formato da molte associazioni e persone sensibili ai temi sociali, è stata inserita proprio questa iniziativa - tra le altre - da portare come petizione popolare non solo nel nostro comune,
ma in tutta italia.

Per chi volesse saperne di più può contattare direttamente la mail:

[email protected]

Oppure collegarsi al nuovo sito in costruzione:

www.ecologia.treviso.it

Cari precari italiani credo proprio sia ora di unirsi...

Caro Garga,
sabato ho  visto il film di Virzi, "tutta la vita davanti", che racconta proprio del mondo del precariato. Il film è eccezionale, consiglio vivamente.
Tolto questo, all'uscita mi sono resa conto che una grandissima parte degli spettatori aveva la stessa espressione di immedesimazione disperata. Chi per esperienza diretta, chi perchè lo vede sui propri figli/fratelli/amici stretti.
Tutti lì, mentre si guadagnava l'uscita, a raccontare il proprio vissuto. Gli unici che sul tema avrebbero poco da dirci, sono ahinoi, proprio loro.... i nostri eletti!
 

incontro con RITA BORSELLINO a BUCCINASCO

CAPO LISTA AL SENATO IN LOMBARDIA
PER LA SINISTRA ARCOBALENO

4 aprile 2008 ore 20,45
Buccinasco MI
Centro socio culturale Cascina Robbiolo - Via Aldo Moro 7

aldilà di ogni appartenenza politica, chi,
consapevolmente, decide di non partecipare deve considerarsi
"persona incivile".

DIFFONDETE!!!

Associazione Legal-Mente Buccinasco MI
www.buccinasco.net/legal-mente

Elezioni: travaglio, votero' di pietro

29/03/2008 12:14

Roma, 29 mar. - (Adnkronos) - "Due anni fa votai per l'Italia dei Valori, soprattutto perche' nel mio Piemonte candidava Franca Rame, persona straordinaria che sono felice di aver contribuito a mandare al Senato. Credo proprio che anche stavolta tornero' a votare per il partito di Antonio Di Pietro". E' la dichiarazioni di voto del giornalista Marco Travaglio, riportata oggi sul blog di Antonio Di Pietro.

Salve, mi chiamo Luisa Caddeo, mi sono registrata al suo sito per chiedere aiuto, Franca, la prego di venire a leggere il mio blog, ho due figli gravemente handicappati, io e mio marito non abbiamo un lavoro, ho scritto una lettera al Signor Ferrara e vorrei che lei la leggesse, mi piacerebbe avere il suo parere.
Ho sempre avuto gran stima di lei come donna, attrice e politica, perciò sarei onorata se volesse portare alla luce il mio disperato caso.
Un caro saluto.

l'indirizzo del mio blog è

http://lalampadadeidesideri.blog.tiscali.it
Luisa.Caddeo

C'è un attaco distruttivo alle basi della democrazia che si manifesta ormai con un'evidenza tale da non consentire distrazione nè sottovalutazione. Superando lo smarrimento, lo sdegno e il timore davanti a una fase così delicata della nostra storia, sarà utile razionalizzare e porsi le domande adeguate.
E' un attacco veemente, che emerge nella negazione del principio di rappresentanza, sostitiuto da quello di rappresentazione; un attacco che si intuisce dal silenzio sui temi del conflitto di interessi; un attacco che si rende esplicito nella pervasione dei canoni mafiosi in politica, nella finanza e nella società tutta; un attacco che si esalta nell'accettazione della guerra come sistema per rilanciare un'economia che sta scontando tutte le sue contraddizioni interne.
Intanto la battaglia elettorale indugia su tecnicismi e battibecchi da bar dello sport, convogliando le attenzioni sui botta e risposta fra i leader di un' improbabile cambiamento di rotta o sulle dispute da pollaio di due rappresentanti del pensiero di destra (io sono più fascista di te) o di sinistra (io sono più comunista di te). Si sbandierano sondaggi anzichè ideali, come se il marketing potesse candidarsi a governare una società retta da un sistema economico in crisi planetaria. Le risposte ai veri problemi non vengono date perchè non viene lasciato lo spazio alle domande cogenti e si tacciono le contraddizioni più eclatanti.
Il sistema economico vigente impone una crescita continua, ma questa accresce anche il problema della scarsità di risorse. Ne consegue un calo della domanda a causa dell'impoverimento che questo sistema, fondato sul profitto e sulla sfruttamento, genera sia nell'ambiente che in sempre più ampi strati della popolazione. Da qui l'ossimoro per eccellenza: il profitto svantaggioso. Quante volte si sente parlare della (folle) ricetta del rilancio dei consumi per far fronte alla crisi? Non si produce più per soddisfare i bisogni delle popolazioni, ma per ottemperare alle necessità dei produttori.
Chi, o cosa ci salverà da un siffatto sistema così capace di generare contraddizioni, di addormentare e di condizionare le coscienze e, per contro, così inadatto a dare risposta alla dfiffusione della povertà (materiale e morale), della violenza, dell'iniquità e dell'ingiustizia che sta producendo in misura sempre crescente?
Credo che non sia rimandabile affrontare queste domande; le alchimie di potere di governi che omettono questi temi sono solo armi di distrazione di massa, e la storia, quando la misura è colma, è solita presentare il conto.

Un bell'articolo di Massimo L. Salvadori " La crisi della democrazia" su "La Repubblica" del 26 marzo 2008 analizza lo stato di salute della democrazia nel mondo e in Italia.
In Italia scrive Salvadori, “il processo democratico appare profondamente malato. È malato uno Stato in cui: cresce la sfiducia dei cittadini verso i politici,una parte consistente del territorio nazionale vede le organizzazioni criminali competere vittoriosamente con lo Stato,facendo prevalere la propria autorità su quella legittima e avendo la capacità di influenzare e inquinare molti e ampi settori dell'organizzazione sociale, economica e politica dell'intero paese; l’esercizio della giustizia è non solo quanto mai mal funzionante ed inefficente ma anche oggetto di un perpetua contesa tra gli opposti schieramenti politici e l'operato della magistratura è in costante tensione con i partiti; il più importante mezzo di informazione e principale palestra del confronto politico, la televisione, è diviso tra un sistema pubblico privo di autonomia dai partiti e un sistema privato monopolistico nelle mani di un padrone leader di partito più volte capo del governo, proprietario di quotidiani, periodici, case editrici; lo Stato e il governo non riescono a contrastare le roccaforti di potenti corporazioni che avvolgono nella loro rete la società e impongono i loro interessi; esistono forze politiche come la Lega che minacciano secessione facendo leva sulla xenofobia e alimentando l'avversione del paese contro l'altra".
A queste malattie croniche permanenti, va aggiunto il danno irreversibile provocato da una legge elettorale che ha permesso di sottrarre al popolo la scelta dei candidati e dei futuri eletti.
"La funzione del popolo supposto sovrano - continua Salvadori - è sostanzialmente ridotta a una mera legittimazione passiva del processo che porta alla formazione dei governi la cui natura è di essere perciò "governi a legittimazione popolare"

La scelta della data del 13 aprile per il voto in alternativa a quella del 6 di aprile può apparire casuale ma non lo è affatto: votando il 6 aprile, infatti, i parlamentari alla prima legislatura non rieletti non avrebbero maturato la pensione, votando invece come stabilito dal Consiglio dei Ministri il 13 aprile, ovvero una settimana dopo, acquisiranno la pensione.
Poi parlano di voler fare l'election day per ridurre i costi della politica.
Ben altri saranno i costi di queste pensioni, non solo in meri termini quantitativi, ma anche per il messaggio dato al Paese, perché questo è il tipico esempio di come fatta la legge viene subito trovato l'inganno.

Non si diceva che per maturare la pensione il governo sarebbe dovuto rimanere in cariva 2 anni 6 mesi e un giorno?
Qualcuno può fornire chiarimenti?

Ciao a tutti, perdonate la mia assenza, ma un guasto importante al GufoPC non risolvibile in tempi brevi, mi tiene lontano da voi.
Però, anche se con un palmare ed una connessione folle GPRS, vi leggo.

Sto cercando di capire anche io se questa notizia, che va sempre più diffondendosi, sia vera o meno, tuttavia sembra che sia proprio così: vale solo per i parlamentari.

Anche un ex deputato della scorsa legislatura, ha ammesso pubblicamente, nel corso della trasmissione Matrix, di questo scellerato decreto.

Se così è, mi sembra proprio che solo noi, in queste pagina, stiamo parlando di politica: quelli che manteniamo si fanno una padellata di tre etti e mezzo di affari loro alla scottadito.

Direi che è il caso di dire: quando i politici la smettono di fare i buffoni e di prendere soldi a tradimento, noi smetteremo di parlare di politica.

Ben ritrovato Marco e in bocca al lupo per la soluzione dei guasti al Gufo-pc.
E' evidente che questa campagna elettorale rivela la stessa autoreferenzialità estremizzata che già abbiamo riscontrato nell'andamento istituzionale degli ultimi anni.
D'altro canto credo che, al di là della nausea, esprimendo qualsiasi pensiero di relazione, non mi sarebbe possibile estraniarmi dalla dimensione politica. Se politico è tutto quanto concerne la vita di una società umana, credo che sia un'illusione pensare una vita che, attivamente o passivamente non ne tenga conto.
Ritengo sempre valido quel vecchio detto che recita: "Noi possiamo non occuparci della politica, ma la politica si occuperà certamente di noi".
Suerte