basta con gli sprechi!

 Cari amici, sto creando un'associazione di sostegno alle vittime dell'uranio impoverito, con lo scopo di provvedere all'assistenza e alla diffusione della conoscenza del problema. Spero aderirete in tanti! Franca

 

 

 

 


Commenti

caro Garga è vero c'è un tempo buono e uno sbagliato per dire le cose.
nel corso dei secoli autorevoli voci si sono alzate per dire no alla guerra e per denunciare la negazione dei diritti umani.
se oggi ti chiedo sei pro a contro la guerra tu mi risponderai che sei contro, come quasi la totalità del genere umano, ma allora perchè ci sono le guerre e si calpestano impunemente i più elementari diritti dell'Uomo?
sai perchè caro Garga?
perchè quando si sono levate queste voci, compresa quella di Franca, c'èra sempre un governo prodi da salvare.
ora io chiedo a TUTTI, quando è il momento buono per dire no alla guerra?
o non è che percaso state accettando la guerra come un banale effetto collaterale di questa bizzarra umanità?
se un prodi qualsiasi, che me lo concederete, non è uno che passerà alla storia, impedisce di dire no alla guerra, quando ci sarà tempo e modo di dire no alla guerra?

P.S. la senatrice potrà trovare milioni di motivazioni che le hanno impedito di dire no alla guerra, ma ciò non toglie che ha specato un'altra occasione buona per dirlo.

peace&love
filippo

Caro Filippo, non metto in dubbio la tua nobiltà d'animo, ma purtoppo (e ripeto purtroppo) finquando esistono politici (mi riferisco a tutto lo schieramento in campo destra+centro+sinistra) che strumentalizzano giuste battaglie come ad esempio quella contro guerra o quella contro l'amianto o quella contro la violenza alla donna ecc. esisterà anche un tempo per dire NO ed un tempo per dire SI.
Credo che proprio per arrivare a dire NO bisogna scegliere di volta in volta il tempo giusto affinchè non succeda che il proprio NO, detto al tempo e al momento sbagliato, valga ed abbia invece gli effetti del SI detto 2 volte.

caro Luigi, grazie per riconoscermi una nobiltà d'animo, immaritata credimi, non sono propriamente uno stinco di santo e combatto anche io quotidianamente le mie ipocrisie.
io non accetto quel tuo PURTROPPO
perchè grazie ai purtroppo che non si dirà mai NO alla guerra
e credimi fintanto che non si dirà NO alla guerra, tutte le altre battaglie, combattute con passione e vero convincimento resteranno inutilmente fine a se stesse.
NON DEVONO ESISTERE GIUSTIFICAZIONI ALLA GUERRA
in nessun tempo e in nessun luogo
a maggior ragione in un paese che ha messo nero su bianco nella sua costituzione il no alla guerra.

anche oggi la redazione in una risposta parla di missione di pace
quasi come se invece dei soldati l'italia avesse mandato i contadini, al posto dei carrarmati avesse mandato dei trattori, al posto delle bombe intelligenti avesse mandato insegnanti per le scuole e infermieri per gli ospedali e gli elicotteri scaricassero sementi e attrezzi agricoli.

NO caro Luigi ogni tempo ogni luogo ogni occasione DEVE essere buona per dire no alla guerra, altrimenti piangere per i ragazzi morti in pace è ipocrisia allo stato puro

peace&love
filippo

RAGAZZI PAROLE PAROLE BELLE PAROLE INTANTO QUI SI STA PRECIPITANDO NEL BARATRO SI PENSA ALLA LEGGE ELETTORALE ( PERALTRO GIA FATTA DALLA BANDA WALTER/SILVIO) E INTANTO...........LEGGETE QUI SOTTO QUANTO CI COSTANO QUESTE PAROLE PAROLE PAROLE .............

Quando il riso viene lasciato troppo tempo sul fuoco continua a crescere: più rimane a bollire, più la massa bianca si gonfia. Ed è quello che continua ad accadere in modo assurdo anche con i debiti accumulati dall'Ente nazionale risi: un mare di interessi nati in un passato remoto e lievitati di anno in anno. A spese dei contribuenti.

VOLETE ROVINARVI IL FEGATO?
http://riprediamocilitalia.blogspot.com/
O CLICCATE SUL MIO NOME

RICORDO CHE A.S.M.S. CI DEVE E SOTTOLINEO DEVE DARCI 98 MILIARDI DI EURO!!!!!!!!!!!!!!
SENATORE...... CHE FACCIAMO GLI MANDIAMO UNA BELLA CARTELLA ESATTORIALE COME AVVIENE PER NOI POVERI E COMUNI MORTALI?

Quando il riso viene lasciato troppo tempo sul fuoco continua a crescere: più rimane a bollire, più la massa bianca si gonfia. Ed è quello che continua ad accadere in modo assurdo anche con i debiti accumulati dall'Ente nazionale risi: un mare di interessi nati in un passato remoto e lievitati di anno in anno. A spese dei contribuenti. La Corte dei Conti ha appena calcolato quanto questo gioco di disattenzioni incrociate ci costerà nel 2006: 4 milioni e 350 mila euro. Denaro letteralmente buttato via. L'ente di Stato per la coltivazione del riso infatti nel 1948-49, un momento chiave nella storia della Repubblica, sottoscrisse dei mutui per comprare cereali destinati alla popolazione in crisi. Guarda caso, era anche l'anno di "Riso amaro" che lanciò Silvana Mangano. Da allora nessuno ha estinto questi debiti, che hanno interessi esosi. Nel 2002 la "bolletta del riso" era di 48 milioni di euro, tre anni dopo la cifra era salita a 58 milioni e mezzo. Al 31 dicembre 2006 si è arrivati a 62 milioni e 756 mila euro. La soluzione della vicenda spetta al Ministero delle politiche agricole, guidato da Paolo De Castro. Si stima che per il 2007 si potrebbero bruciare altri sei milioni solo di interessi. E pensare che quando tre mesi fa l'Ente risi è finito in una lista di organismi statali da smantellare perchè inutili c'è stata una sollevazione di parlamentari e media per salvarlo. Una mobilitazione forse fondata, che però ha ignorato il problemino della bolletta del riso amaro: la pietanza più costosa che i  contribuenti abbiano mai dovuto digerire.

98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO............. 98 MILIARDI DI EURO.............

A.A.N.M. CI DEVE 98 MILIARDI DI EURO!

OCCHI RAGAZZI CHE QUI VA A FINIRE A TARALLUCCI E VINO!

SE UNO DI NOI NON PAGA UNA TASSA ARRIVA LA CARTELLA ESATTORIALE......QUESTI DELLA AZIENDA AUTONOMA MONOPOLI DI STATO DI DEVONO DARE 98 MILIARDI DI EURO E NESSUNO NE PARLA!!!!!!!!!!!!!!

SENATORE CHE FAMO???????????

Caro Domenico Dorazio,
le notizie che Lei posta nel blog sono sempre di grande interesse, grazie!
Tuttavia, talvolta è difficile trovare risposte a tutte le informazioni (ahinoi!) senza scadere nella banalità o nella retorica. Molte delle risposte che Lei cerca sono già presenti nell'impegno che Franca dimostra quotidianamente al Senato.
redazione

apperò di fronte ad un furto nei confronti degli italiani di ben 98 miliardi di €
a fronte della richiesta quotidiana di sacrifici che questa classe politica ci chiede

la risposta è : si rischia di cadere nella banalità e retorica?

complimenti

peace&love
filippo

Tempo fa uscì una nota informativa sul sito del governo che spiegava l'operato del governo solla questione:
http://www.governo.it/Notizie/Ministeri/dettaglio.asp?d=36199
Cara Franca ti posso chiedere di adoperarti affinchè, a nome dei contribuenti onesti, chieda al nostro Governo, in particolare al ministro Visco, un'aggiornamento sull'operato e cosa intende fare per recuperare quanto dovuto?
Ricordo che verso i contribuenti più deboli l'azione dello Stato è (giustamente) molto rapida, mentre verso i potenti è stranamente (e questo è davvero ingiusto ed inconcepibile, specialmente per un governo di centrosinistra) molto lenta.
Anche se i rapporti con Di Pietro non saranno idilliaci, puoi ricordarglielo anche a Lui, che ci promise di non mollare su questa questione,a nome di tutti i suoi simpatizzanti?
http://www.antoniodipietro.com/2007/09/98_miliardi_di_domande_1.html

Un abbraccio, Luigi

Caro Domenico,
conoscendo il tuo interesse, assieme a quello di molti altri, per i temi di legalità e giustizia, ecco il resoconto stenografico dell'audizione di Pietro Grasso presso la Commissione d'inchiesta sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti.
a presto
redazione
 
GRASSO, procuratore nazionale antimafia. Signor Presidente, spero
di riuscire a rispondere a tutte le domande. In caso contrario, potremmo
convenire di rincontrarci in un’altra occasione, perche´ i quesiti da lei posti
sono molto puntuali e approfonditi e richiedono risposte altrettanto puntali
e approfondite.
Innanzitutto, ringrazio la Commissione per avermi dato la possibilita`
di illustrare l’attivita` della Procura nazionale antimafia. In premessa, vorrei
dire che il fenomeno delle ecomafie rappresenta il modo in cui, pur
nella continuita` degli obiettivi tradizionali e del controllo del territorio,
le strategie della criminalita` organizzata si sono adeguate alle nuove frontiere
delle piu` moderne attivita` imprenditoriali. Gia` da qualche tempo, infatti,
la presenza delle organizzazioni criminali non si manifesta piu` attraverso
il compimento di delitti di sangue. I delitti strutturali di queste organizzazioni,
oggi, sono quelli silenziosi e invisibili della penetrazione
nell’economia e nel mercato.
Cosa nostra e le altre mafie si inseriscono in qualsiasi traffico, lecito
o illecito, purche´ sia redditizio e consenta d’investire flussi di denaro, ricavandone
ingenti profitti e talvolta – come nel caso dei rifiuti – correndo
pochi o scarsi rischi di pagare le proprie responsabilita`.
Ad esempio, i cicli del cemento e dei rifiuti rappresentano oggi due
ambiti di attivita` per le quali, nel nostro Paese, cresce l’allarme sociale,
proprio perche´ costituiscono il campo d’azione privilegiato delle cosiddette
ecomafie.
L’iniziale coinvolgimento di gruppi di criminalita` organizzata di tipo
mafioso, che avevano a disposizione nel territorio locale cave, terreni,
nonche´ manodopera a bassissimo costo, ha favorito il rapido decollo di
un vero e proprio mercato illegale. Osservando, pero`, l’evoluzione di questo
mercato, abbiamo notato che, accanto agli esponenti delle famiglie mafiose,
il mondo dei rifiuti si e` andato popolando sempre piu` di una varieta`
di soggetti che, nella gran parte dei casi, non ha un precedente criminale,
ma si collega con i criminali. In generale, si tratta di imprese legali, rispettabili
uomini di affari, funzionari pubblici, operatori del settore dei rifiuti,
mediatori, faccendieri, tecnici di laboratorio a cui sono demandate le analisi
e imprenditori nel settore dei trasporti. Tutti questi soggetti sono inseriti
nei gangli essenziali del mercato legale, ma iniziano a fare dell’illegalita`,
della simulazione, dell’evasione sistematica di qualsiasi regola e della
corruzione, le regole ispiratrici della propria condotta.
L’impressione generale suggerisce che il grosso affare dell’emergenza
rifiuti non sia semplicemente il frutto di un’attivita` criminale occasionale,
ma sia legato a un preciso orientamento di alcuni settori del
mondo produttivo, sia locale che nazionale, desiderosi – com’e` logico
per qualsiasi impresa – di ridurre i costi attraverso una costante violazione
delle regole del gioco e, di conseguenza, di aumentare i propri profitti.
Tutto cio` potrebbe essere giustificato nell’ottica di un’impresa, ma diventa
poi criminale dal punto di vista della violazione delle leggi e, soprattutto,
riprovevole da un punto di vista etico.
I metodi utilizzati per la gestione del traffico illegale dei rifiuti pericolosi
sono tra i piu` vari. In molti casi i rifiuti vengono abbandonati in
zone poco frequentate o nascoste, scaricati in mare o in corsi d’acqua, utilizzati
come fertilizzanti o mischiati ai rifiuti urbani e, di conseguenza,
trattati come rifiuti normali. Cio` ha comportato, com’e` comprensibile, rischi
enormi per l’ambiente, ma anche per quelle persone che, del tutto inconsapevolmente,
si trovano a vivere in aree altamente inquinate – o comunque
in prossimita` delle stesse – e quindi fortemente nocive per la salute.
Senato della Repubblica – 5 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
Si e` poi notato che molte imprese di movimento terra, fiutato il
grande affare emergenza rifiuti, si trovano tra quelle iscritte all’albo dei
trasportatori di rifiuti. Ricordo, in proposito, un’ormai celebre intercettazione
in cui un mafioso affermo`: «Buttiamoci sui rifiuti: trasi munnizza
e n’iesci oro». Credo che il dialetto sia comprensibilissimo: «Entra immondizia
e ne esce oro». Quest’espressione da` l’esatta misura del precipuo
interesse della criminalita` mafiosa per il settore dei rifiuti.
Mi ha invece piacevolmente impressionato, nel corso della mia esperienza
come procuratore di Palermo, qualche esempio di spontanea collaborazione
dei cittadini proprio per quanto concerne questo settore. Ci sono
state, infatti, specifiche segnalazioni da parte di cittadini che hanno denunciato,
per l’«eternit» ad esempio, un trattamento non conforme alle regole,
consentendo l’intervento della Procura, attraverso i suoi organi di polizia
giudiziaria. In tal modo, si e` dato avvio a Palermo ad una grossa indagine
che ha portato a scoprire tante altre illegalita`.
Le Associazioni temporanee di imprese (ATI), che si aggiudicano in
genere gli appalti, presentano oggi un’impresa di rilevanza nazionale quale
capogruppo, che materialmente realizza l’opera, cui viene affiancata una
piccola impresa locale – vicina ad ambienti mafiosi, in tutti i casi sottoposti
alla nostra attenzione – che si occupa dello smaltimento effettivo
dei rifiuti. Si tratta quasi sempre di imprese che in passato si occupavano
di trasporto terra e che si sono riciclate nel piu` remunerativo settore della
gestione dei rifiuti. Ovviamente, queste imprese trattano i rifiuti come il
prodotto che lavoravano in precedenza, cioe` la terra, senza alcun timore
delle gravi conseguenze per l’ambiente e il territorio.
Un breve accenno va fatto ai termovalorizzatori e, in proposito, faccio
riferimento, ancora una volta, alla mia esperienza quale procuratore di
Palermo. In Sicilia e` risultata affidata ai privati non solo la realizzazione
degli stessi, ma addirittura l’individuazione dei luoghi in cui ubicarli. Ritengo,
invece, che la scelta dei luoghi in cui collocare i termovalorizzatori
sia compito della politica e non di una societa`, indipendentemente dalla
bonta` o meno della soluzione prospettata.
Fra l’altro, la questione dei termovalorizzatori e` molto dibattuta. In
merito, ci sono molte pressioni da parte di Legambiente che non considera
la soluzione scelta la migliore che si potesse adottare, soprattutto – e questo
forse e` il punto – senza prevedere una selezione dei rifiuti a monte e
un riciclaggio degli stessi. In quest’ottica, il termovalorizzatore dovrebbe
essere usato solo per il residuo. Si tratta, comunque, di scelte discrezionali
su cui non possiamo intervenire, dovendo limitarci ad accertare se si verificano
reati nel momento in cui si pongono in essere queste soluzioni.
Credo che, sul piano legislativo, si siano fatti notevoli passi avanti.
Proprio la previsione del reato di gestione illecita dei rifiuti, introdotta
dal decreto Ronchi, consente finalmente di disporre delle armi legali per
poter contrastare il fenomeno dell’inquinamento, anche se occorrono certi
requisiti.
Senato della Repubblica – 6 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
Il reato di gestione illecita dei rifiuti e` punito, com’e` noto, con la
pena della reclusione fino a sei anni; tuttavia, una normativa piu` generalizzata
sul tema dell’ambiente sarebbe ancora piu` utile.
A livello normativo sarebbe particolarmente importante, secondo la
nostra esperienza, un sistema repressivo premiale, che favorisca la deflazione
del procedimento penale in relazione agli interventi di ripristino ambientale
posti in essere dall’indagato. Per noi, infatti, la cosa piu` importante
non e` tanto la diminuzione della pena o la trasformazione della
stessa in pena pecuniaria, quanto che il ripristino ambientale sia a carico
del soggetto indagato. Sovente la politica degli uffici inquirenti e` proprio
quella di promuovere gli interventi di bonifica, mediante il ripristino e la
ripulitura delle aree dei siti inquinati proprio da parte dei soggetti coinvolti
nel procedimento, ovvero ad opera delle amministrazioni pubbliche
sollecitate in tal senso.
Non puo` non sottolinearsi l’inerzia, sovente colpevole, di molte amministrazioni
pubbliche di fronte a situazioni di particolare allarme ambientale.
Cio` sorprende, perche´ la normativa consente l’intervento diretto
da parte della pubblica amministrazione competente, in caso di omissione
del proprietario dell’area interessata da fenomeni di inquinamento, per la
bonifica e la rimessione in pristino, con la successiva azione di risarcimento
delle spese sostenute in danno del proprietario, anche in forma specifica
sull’immobile. Il problema fondamentale e`, infatti, come dicevo
prima, bonificare l’ambiente. E ` pertanto possibile venire incontro agli indagati
sotto il profilo repressivo, purche´ l’ambiente risulti bonificato.
L’attuale fenomenologia della criminalita` ambientale, sempre piu` criminalita`
di impresa e di profitto, consiglia l’introduzione, sotto il profilo
normativo, di una fattispecie di associazione a delinquere, modulata sulla
base di tale specifica finalita` e da porre in raccordo con l’attuale disposizione
di cui all’articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152,
relativa alle attivita` organizzate per il traffico illecito di rifiuti (che riproduce
quella gia` contenuta nell’articolo 53-bis del decreto legislativo 5 febbraio
1997, n. 22, introdotta dall’articolo 22 della legge 23 marzo 2001, n.
93), tipizzando pero` gli specifici ruoli dei compartecipi del gruppo criminale
e prevedendo altresı` un’aggravante per il caso di partecipazione associativa
del pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio al quale
siano demandati compiti in materia ambientale. Inoltre, i collegamenti
tra criminalita` ambientale e sodalizi di tipo mafioso giustificano l’introduzione
di un’aggravante ad effetto speciale.
Sarebbe poi indispensabile attribuire la competenza in ordine a tale
fattispecie alla Direzione distrettuale antimafia, analogamente a quanto
gia` accade per le altre forme di crimine organizzato, quali il traffico di
droga, il contrabbando di tabacchi lavorati esteri e la tratta degli esseri
umani.
Del resto, su tale direttrice si e` gia` mosso il legislatore con la presentazione
di una specifica proposta di legge (Atto Camera n. 49) che prevede,
fra l’altro, l’introduzione nel codice penale del Titolo VI-bis, relativo
ai delitti contro l’ambiente e contenente, tra gli altri, anche la nuova
Senato della Repubblica – 7 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
figura del delitto associativo, con l’articolo 452-ter. C’e` gia` quindi una
formulazione di queste tematiche.
Anche sul fronte della ricordata problematica connessa alla bonifica
ambientale, si e` mossa tale proposta di legge, mediante la previsione
del ravvedimento operoso (articolo 452-sexies), che stabilisce alcuni effetti
premiali per le condotte post delictum poste in essere dall’autore del reato:
una consistente diminuzione di pena per chi si adopera per evitare che il
delitto sia portato a conseguenze ulteriori e collabora anche con l’autorita`
di polizia giudiziaria ai fini di agevolare l’accertamento del reato e di individuare
i responsabili dello stesso.
Un’altra diminuzione di pena di minor consistenza, sempre successiva
alla realizzazione del fatto delittuoso, consiste nelle condotte volontarie
di messa in sicurezza, di bonifica e ove possibile, di ripristino dello
stato dei luoghi, purche´ posti in essere prima dell’apertura del dibattimento.
Questa previsione di carattere premiale assume una consistente rilevanza,
atteso che la bonifica e il ripristino sono comunque obblighi aggiuntivi
per l’autore del reato, ai quali dovra` essere data ottemperanza a
seguito dell’ordine del giudice emesso con la sentenza di condanna o di
patteggiamento. Quindi, il fatto di compiere spontaneamente l’attivita` di
bonifica puo` e deve produrre un beneficio per chi si adopera in questo
senso.
La strada intrapresa mi pare quella giusta – soprattutto per quanto
concerne l’attribuzione della competenza alla Direzione distrettuale antimafia,
su cui si innesta quella di coordinamento della Direzione nazionale
antimafia, quindi del mio ufficio – anche se per raggiungere il succitato
obiettivo della deflazione sul versante del procedimento penale potrebbe
valutarsi l’opportunita` di prevedere l’immediata definizione del reato (ad
esempio, mediante l’irrogazione di sanzioni pecuniarie), ma soltanto nell’ipotesi
che non ricorrano delitti associativi, che il fatto di reato sia di
lieve entita` e che l’autore abbia gia` provveduto alla completa messa in sicurezza,
alla bonifica e alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi.
Il Titolo VI-bis del codice penale prevede anche altri reati che e` inutile
enumerare, perche´ sono gia` compresi nel provvedimento in oggetto: ad
esempio, il delitto di inosservanza colposa delle disposizioni in materia
ambientale, la frode in materia ambientale e altre norme che sono certamente
condivisibili e utili. Si prevede, ad esempio, la confisca «per equivalente
» qualora sia impossibile confiscare i proventi dei reati di tipo ambientale:
si tratta di un altro aspetto assolutamente nuovo e moderno per
quanto riguarda la repressione del fenomeno sotto il profilo economico.
Oltre all’integrazione del codice penale, la proposta in oggetto contiene
altre disposizioni concernenti, ad esempio, l’inserimento dei delitti
previsti dal Titolo VI-bis del codice penale tra quelli richiamati dall’articolo
12-sexies del decreto-legge 8 giugno 1992 n. 306, convertito dalla
legge 7 agosto 1992 n. 356, che prevede la confisca dei patrimoni che risultano
sproporzionati rispetto al reddito, accumulati per effetto delle condotte
criminali, fatta salva la prova dell’origine lecita dei beni posseduti.
Tale norma si applica nei casi riguardanti la criminalita` organizzata.
Senato della Repubblica – 8 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
Inoltre, l’introduzione della responsabilita` amministrativa delle persone
giuridiche per i delitti ambientali e`, ad esempio, un’altra prospettiva,
dal momento che si tratta di reati cosiddetti di impresa, in ottemperanza,
tra l’altro, degli impegni europei e internazionali. Sarebbe prevista la responsabilita`
dell’ente nel caso in cui il crimine ambientale sia commesso
nel suo interesse o a suo vantaggio e sono anche fissate delle sanzioni pecuniarie
graduate secondo gli effetti del reato, nonche´ le relative sanzioni
interdittive.
Infine, e` molto importante la parte afferente all’utilizzo di speciali
tecniche investigative, che sono quelle gia` sperimentate nel campo delle
indagini sul crimine organizzato per le gravi forme di criminalita`, consistenti
nella possibilita` di ritardare, differire od omettere atti di arresto, sequestro
e cattura, attualmente sotto il controllo dell’autorita` giudiziaria, in
modo tale da adeguare le strategie investigative alla dimensione organizzata
dei fenomeni illeciti in materia ambientale.
Con specifico riferimento alle investigazioni, ritengo opportuno aprire
una parentesi in relazione all’ausilio che ad esse puo` essere fornito oggi
dall’impiego di nuove tecnologie. Ci sono delle tecniche geofisiche che
costituiscono validi strumenti per l’esplorazione del sottosuolo, soprattutto
in campo ambientale. Essendo metodi non invasivi, consentono di osservare
dalla superficie alcuni fenomeni di inquinamento sotterraneo e di individuare
stoccaggi illeciti di fusti o di rifiuti in genere, senza dover effettuare
lunghi e costosi scavi per le indagini (che alle volte possono rovinare
l’ambiente stesso senza trovare nulla, creando cosı` un danno maggiore
dei risultati positivi ottenuti). Gli scavi vengono, infatti, eseguiti
solo dopo le indagini geofisiche – quindi solo dopo avere accertato la situazione
di illegalita` – laddove esse abbiano evidenziato disomogeneita` o
anomalie nel sottosuolo stesso.
Negli ultimi tempi l’impiego di queste metodologie (elettriche, magnetiche,
elettromagnetiche) si e` molto diffuso anche grazie ai notevoli
sviluppi dell’elettronica e dei software per l’elaborazione dei dati, che
consentono di realizzare modelli del sottosuolo anche in tre dimensioni.
Le tecniche di indagine impiegate dalla geofisica ambientale sono molto
spesso in grado di delineare un quadro generale sufficientemente preciso
delle caratteristiche di un sito inquinato, a partire dalla misura di alcuni
parametri fisici dei terreni interessati. L’esecuzione di sondaggi ed il prelievo
dei campioni per le analisi di laboratorio possono essere eseguiti
nelle aree di maggior interesse, riducendo cosı` il numero degli stessi ed
ottenendo una maggiore significativita` del dato.
Tornando alle suindicate novelle legislative, puo` conclusivamente osservarsi
come esse sostanzialmente convergano con le risultanze delle attivita`
investigative e, in particolare, con le accertate infiltrazioni della criminalita`
organizzata nel settore ambientale. Fra le varie organizzazioni
criminali, gli interessi della camorra riguardano, peraltro in maniera generalizzata,
l’illegalita` ambientale.
La Campania, come sapete, risulta essere la prima regione in Italia in
relazione alle infrazioni accertate e ai sequestri operati. Confermano tale
Senato della Repubblica – 9 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
dato il numero delle inchieste aperte in base all’articolo 53-bis del decreto
Ronchi: su 42 inchieste ben 14 riguardano la Campania e sono dirette
dalle procure di Napoli, Nola e Santa Maria Capua Vetere.
La provincia di Caserta risulta essere il territorio su cui piu` si e` concentrato
l’interesse della camorra in questo settore. Contemporaneamente
viene confermata la prevista infiltrazione nella realizzazione e nella gestione
delle opere di bonifica dei siti contaminati ad opera dei vari clan,
in special modo quello dei casalesi.
Il Comando carabinieri per la tutela dell’ambiente ha trasmesso i dati
piu` rilevanti riguardanti le indagini da esso operate. Grazie a questa forma
di collaborazione, la Direzione nazionale antimafia ha incrociato i dati con
quelli presenti nella propria banca dati, e da detta operazione sono emersi
molteplici collegamenti, diretti e indiretti, dei soggetti fisici e giuridici interessati
al fenomeno con la criminalita` organizzata.
In ulteriori attivita` svolte, la DNA ha provveduto ad individuare i nominativi
degli amministratori di ditte operanti nel settore, successivamente
incrociandoli con le informazioni contenute nella propria banca dati, e
sono cosı` risultati tre elenchi, riguardanti le ditte operanti nel settore,
per complessive 377 societa`, cosı` suddivise: 45 appartenenti agli «smaltitori
» di rifiuti, 166 ai «riciclatori» di rifiuti e 166 ai «trasportatori». Sono
state, quindi, accertate le ditte operanti nel settore, in numero di 377, e
sono 2.893 i soggetti che sono stati passati in rassegna. Di tali dati si e`
avuto un riscontro positivo circa la loro presenza nella banca dati, perche´
sull’esame di tutte queste societa` e di questi soggetti, si sono ritrovate 28
societa` presenti nella banca dati e 257 soggetti, la maggior parte dei quali
collegati con l’organizzazione criminale dei casalesi e con le indagini a
questa organizzazione relative.
Ai fini di una successiva attivita` di impulso da parte della Procura
nazionale antimafia, l’elaborato e` stato arricchito, nelle posizioni piu` interessanti,
dagli organi di polizia giudiziaria e all’esito delle complessive attivita`
sono emersi diversi nominativi di soggetti in ordine ai quali e` apparso
opportuno effettuare ulteriori approfondimenti.
Particolare attenzione e` stata riservata alle cave e alla necessita` di acquisire
dei relativi dati con specifico riferimento alla presenza delle stesse
su determinati territori. Per esempio, in Campania, su 17 cave censite, ben
8 hanno portato a delle interdittive per infiltrazione della criminalita` mafiosa:
era un fenomeno che non era stato mai controllato sotto questo profilo.
Un’analoga indagine sulle cave, svolta in Sicilia e in Calabria, ha
portato alla verifica del fatto che molte di queste cave sono abusive, e
quelle autorizzate sono a malapena il 50-70 per cento, a seconda delle regioni.
La conferma dell’infiltrazione della criminalita` organizzata campana
nell’illecito ambientale risulta chiaramente anche dai dati statistici prodotti
dalla Procura nazionale antimafia. In base ai nostri dati risulta che la maggior
parte dei procedimenti in materia concerne la Direzione distrettuale
antimafia di Napoli. Rispetto ai dati presenti nella nostra banca dati bisogna
pero` fare una precisazione: essi concernono esclusivamente i procedi-
Senato della Repubblica – 10 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
menti per i quali risulta la competenza della Procura nazionale antimafia e
delle Direzioni distrettuali antimafia, vale a dire i soli delitti previsti dall’articolo
51, comma 3-bis, secondo l’attuale formulazione, nella quale –
come ben si sa – non sono comprese le specifiche ipotesi connesse ai delitti
ambientali. Pertanto, sono rilevabili solo quei procedimenti nell’ambito
dei quali si procede in ordine ad uno o piu` delitti contemplati nel
comma 3-bis dell’articolo 51 del codice di procedura penale, fra i quali,
come sapete, il sequestro di persona, l’associazione di tipo mafioso, il
contrabbando, l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, la riduzione
in schiavitu`, la tratta di esseri umani.
Occorre, quindi, che ci sia una contestualita` tra questo tipo di reati e
il reato ambientale. Questa precisazione e` opportuna, in quanto determina
l’esigua consistenza dei dati rilevati, atteso che molto spesso i procedimenti
connessi a illeciti ambientali rimangono di competenza delle procure
ordinarie, come dimostra anche quanto riportato circa le principali
e piu` recenti indagini. Fra queste, se ne puo` ricordare una, recentissima
– si e` conclusa proprio ieri – su una maxi discarica tossica in Abruzzo,
a Pescara; e questa e` l’attualita`.
Abbiamo pero` indagini della procura della Repubblica di Benevento,
concernenti lo smaltimento nelle campagne di Benevento e Avellino, in
siti non autorizzati, di rifiuti pericolosi e non, anche destinati alla raccolta
differenziata, nell’ordine di circa 50.000 tonnellate, provenienti dalla
Campania e dal foggiano.
Vi sono poi indagini della procura di Santa Maria Capua Vetere, per
l’illecito smaltimento di circa 38.000 tonnellate di rifiuti che ruotavano intorno
a una societa` di compostaggio, conseguentemente posta sotto sequestro.
Si aggiungono poi indagini della procura della Repubblica di Busto
Arsizio, che ha portato all’arresto di numerose persone e al sequestro di
un rilevantissimo numero di mezzi di trasporto.
Alcune indagini della procura della Repubblica di Palermo hanno
portato al sequestro di 12 aziende siciliane, 104 automezzi, facenti capo
a 18 persone dedite al traffico illecito di rifiuti.
Seguono le indagini che provengono dalla procura della Repubblica
di Gorizia, che hanno portato all’arresto di quattro persone responsabili
di un traffico di 4.000 tonnellate di rifiuti destinati ad aziende agricole
del Veneto, del Friuli e austriache, dopo essere transitate attraverso un
complesso meccanismo per imprese di compostaggio.
Piu` note sono le indagini della procura della Repubblica di Napoli,
che si sono concluse nel gennaio 2006, con l’emissione di 14 ordinanze
di custodia cautelare, in materia di traffico di rifiuti nei confronti di quelli
che vengono definiti, nel provvedimento cautelare, i piu` grandi trafficanti
a livello nazionale, per avere gestito negli ultimi tre anni circa 1 milione
di tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti dalla Toscana e dal Veneto: ai
vertici del traffico, i fratelli Pellini di Acerra, con a capo Pellini Salvatore,
maresciallo dei Carabinieri.
Senato della Repubblica – 11 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
Le indagini poi della procura della Repubblica di Palmi hanno consentito
il sequestro, nell’area portuale di Gioia Tauro, di 135 containers
diretti in Cina, in India, in Russia e in alcune nazioni del Nordafrica. In
questo caso siamo nel campo dei reati transnazionali.
Infine, vi sono le indagini della procura della Repubblica di Treviso,
relativamente ad un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale
di rifiuti pericolosi con la Cina. Anche Hong Kong e` spesso sede di
passaggi di rifiuti pericolosi verso quelle zone dell’Asia.
In linea generale, quindi, va osservato che non si puo` supplire alle
attivita` di controllo e prevenzione con le sole indagini delle forze di polizia
su tutto il territorio. Il problema dovrebbe essere posto innanzitutto
all’attenzione degli enti locali.
Per fortuna, abbiamo tante altre istituzioni che si sono assunte questo
compito, come Legambiente, il WWF e altre associazioni similari, che ormai
agiscono in stretta sinergia con il Nucleo ecologico dei Carabinieri e
con la Procura nazionale antimafia che – come ha anticipato il Presidente
– ha una materia d’interesse come l’ecomafia e coordina tutte le procure
d’Italia, mostrando la massima attenzione proprio alla vivibilita` dell’ambiente.
Rimane pero` il problema che tante indagini non vengono a conoscenza
del nostro ufficio, perche´ rimangono di competenza esclusiva delle
procure ordinarie, e quindi non si puo` cogliere il dato globale del fenomeno.
Mi pare importante monitorare il territorio e favorire programmi di
educazione ambientale che pongano anche all’attenzione dei giovani queste
tematiche. Bisogna cercare di influire anche sotto il profilo della prevenzione.
Quando posso, faccio notare che i primi a difendere il proprio
territorio dovrebbero essere i cittadini che lo abitano. In un incontro
con i giovani su questo tema, ho avuto modo di dire che a nessuno piacerebbe
vedersi buttare in casa propria un sacco di immondizia: quantomeno
il malcapitato lo ributterebbe fuori dalla finestra. Bisognerebbe pertanto
osservare tutte le norme, in modo da evitare l’inquinamento, proprio
tramite un’accresciuta forma di educazione alla legalita` ambientale.
Ovviamente, e` necessario – prima di denunciare un problema di educazione
ambientale – che tutte le istituzioni diano un sostegno forte e
chiaro alle attivita`, ai progetti e alle iniziative di sensibilizzazione e informazione
su questi argomenti, in maniera da far crescere sempre piu` nei
cittadini e nei giovani la consapevolezza dei propri diritti, primo fra tutti
quello di vivere in un ambiente sano e in una societa` fondata sul rispetto
della legalita`.
Si tratta di coalizzare tutte le istituzioni che hanno il dovere di farlo e
i cittadini, che sono tenuti ad avvertire questo spirito di collaborazione
contro i mafiosi che imbrattano, deturpano e rendono invivibile la nostra
meravigliosa terra: tutti insieme contro i ladri del nostro futuro sotto il
profilo ambientale.
Rispondendo al quesito sugli appalti, risultano casi di imprese che si
prestano a false fatturazioni per poter gestire il pagamento in nero delle
Senato della Repubblica – 12 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
tangenti o imprese che, pur non essendo mafiose, assumono una posizione
di leader nella cordata di imprenditori, cosı` garantendo il buon esito del
funzionamento del sistema.
In passato – in Sicilia, in particolare – c’era il cosiddetto sistema «del
tavolino», nel senso che vi era un accordo tra politica che finanziava, mafia
che gestiva e imprenditoria che attuava, secondo cui tutto era regolato
a livello organizzato centrale. Oggi il fenomeno non e` piu` tale, ma si assiste
a una cordata di imprenditori che, sostanzialmente, si suddividono gli
appalti, oppure, come ho gia` detto, con l’associazione temporanea di imprese,
fanno in modo che siano attenuati i controlli interni; ancora di piu`
oggi, grazie alla figura del general contractor, che si assume tutte le responsabilita`
sulle imprese che entrano nella partecipazione. Quindi, si elimina
il controllo pubblico per arrivare a un controllo privato che non sempre
da` risultati soddisfacenti.
Talvolta assistiamo ad altre situazioni contro le quali e` difficile combattere:
ad esempio, quando un’impresa si aggiudica l’appalto in maniera
assolutamente legale ed e` obbligata dal mafioso del luogo a cedere l’esecuzione
dei lavori. All’impresa aggiudicataria viene versato il 5 per cento
a titolo di rimborso delle spese per l’aggiudicazione, mentre i lavori vengono
interamente eseguiti dal mafioso locale. Purtroppo, in questi casi,
sotto il profilo preventivo, vi e` ben poco da fare.
Vi sono poi molti settori, sotto il profilo degli appalti, in cui vige il
regime di monopolio: uno di questi, certamente, e` il cemento. Nel corso di
un’indagine (mi riferisco alla mia recente esperienza di procuratore di Palermo),
grazie a un’intercettazione telefonica, emerse il caso di un imprenditore
che, aggiudicatosi un appalto, avrebbe dovuto procedere in un determinato
giorno al getto per le opere in costruzione. Tuttavia, la ditta fornitrice
del cemento, proprio in quel giorno, aveva avuto un guasto all’impianto
e, di conseguenza, non poteva effettuare la fornitura. L’imprenditore,
che aveva gia` previsto la presenza dei lavoratori e delle attrezzature
in loco, tramite le pagine gialle si mise in contatto con un’altra ditta, la
piu` vicina sul territorio. Richiesta la fornitura, il titolare del cementificio
si e` informato sulla zona in cui occorreva consegnare il cemento e, appreso
che si trovava in una certa provincia, si e` rifiutato di effettuarla, sostenendo
di essere impossibilitato a operare in quella zona. Nonostante le
insistenze dell’imprenditore e l’offerta di un compenso maggiore, questi si
e` visto opporre un rifiuto categorico. Non penso che questo possa essere
definito un libero mercato, in cui ciascuno opera in regime di libera concorrenza.
Ancora, con particolare riguardo alla mia recente esperienza siciliana,
posso dire che assistiamo al fenomeno delle imprese del Nord Italia che si
aggiudicano gli appalti in Sicilia; in realta`, si aggiudicano l’appalto o solo
la sua etichetta, perche´ i lavori vengono materialmente eseguiti da altre
imprese. Questa pratica e` consentita dall’associazione temporanea di imprese.
Siamo in presenza di aziende di livello nazionale che, certamente,
hanno un nome rispettabile sotto il profilo imprenditoriale e che, attraverso
vari subappalti, coinvolgono altre imprese. Alla fine, e` logico che
Senato della Repubblica – 13 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
il movimento terra sara` eseguito da imprese locali, le stesse che imporranno
anche le forniture e i lavoratori. Vi sara` qualche tecnico proveniente
da altre zone, specializzato nella gestione e manutenzione di impianti ad
alta tecnologia, ma tutto il resto continuera` a essere coordinato localmente.
Per quanto attiene alla certificazione antimafia e alle interdittive antimafia,
devo rilevare – per rispondere a una domanda specifica – come
solo un costante collegamento tra le prefetture e gli uffici giudiziari
(primo tra questi, naturalmente, la Direzione nazionale antimafia) puo` produrre
effetti positivi, consentendo alle prefetture di intervenire, negando
autorizzazioni o certificazioni, anche in relazione a quelle situazioni che
possono non sfociare in specifiche indagini. Quindi, e` necessaria la circolazione
delle informazioni in tutte le province, in considerazione del fatto
che molte imprese operano fuori dal territorio di origine. Vi sono, ad
esempio, imprese siciliane che lavorano in Toscana: se dovessero scattare
delle indagini, va stabilito un collegamento con la polizia giudiziaria e i
magistrati che operano in quel territorio, procedendo a uno scambio di informazioni
anche tramite la Procura nazionale antimafia.
Per quanto riguarda le interdittive antimafia, stanno per crearsi collegamenti
a livello informatico tra le prefetture, sia pure ancora a livello regionale.
L’obiettivo dovrebbe essere quello di istituire un collegamento tra
tutte le prefetture a livello nazionale, in maniera tale che le ditte non aggirino
il problema della certificazione antimafia aggiudicandosi i lavori in
altre zone d’Italia, dove non sono conosciute sotto certi profili.
Vorrei ora approfondire altri dati in relazione alle domande che mi
sono state rivolte.
I risultati delle rilevazioni effettuate dalla banca dati del nostro ufficio,
come ho detto, hanno il limite di riferirsi solo ai reati previsti dall’articolo
51, comma 3-bis del codice di procedura penale. Come risulta da
alcuni grafici a nostra disposizione, si puo` desumere che a Napoli c’e`
uno sbalzo notevole, in termini di numero dei procedimenti, degli indagati
e dei procedimenti iscritti per i delitti di cui all’articolo 53-bis del decreto
legislativo n. 22 del 1997 (reato ambientale) e all’articolo 260 del decreto
legislativo n. 152 del 2006. Queste sono le realta` che emergono dalla nostra
banca dati e dai grafici, che allego alla mia relazione e che chiedo di
depositare agli atti della Commissione ad integrazione della mia esposizione.
Le modalita` operative della criminalita` ambientale sono svariate. Si
va dai rifiuti buttati a mare, a quelli sotterrati nelle cave, ai rifiuti ospedalieri
che saltano le certificazioni e sono trattati come ordinari. Queste
sono le varie modalita` di traffico illecito emerse dalle indagini che abbiamo
condotto. Naturalmente, molti dei suddetti reati non si possono
compiere senza il coinvolgimento del personale della pubblica amministrazione
chiamato a certificare tali attivita`. Ne derivano, quindi, anche
reati di falso in atto pubblico, allorche´ si aiutano queste imprese a far circolare
rifiuti che dovrebbero invece essere trattati in altro modo.
Ho gia` accennato alle modalita` operative degli appalti.
Senato della Repubblica – 14 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
Per quanto riguarda invece le societa` miste, si tratta in genere di societa`
di servizi, spesso create in ambito comunale, provinciale o regionale.
In questi casi diventa difficile intervenire quando ci sono infiltrazioni della
criminalita` organizzata, se pensiamo, ad esempio, che oggi e` assolutamente
inefficace la legge per lo scioglimento dei consigli comunali, dal
momento che sciogliere il consiglio comunale, quando l’infiltrazione e`
nella societa` mista che ha in appalto il servizio dei rifiuti, non risolve certamente
il problema.
Sono gia` intervenuto ampiamente su questo tema in Commissione antimafia,
e mi richiamo a quanto ho detto in quella sede anche sul problema
dello scioglimento dei consigli comunali. In altri termini, ritengo
necessario rivedere la legge relativa, prendendo atto che ormai il consiglio
comunale non ha piu` i compiti di quando la legge fu ideata. Oggi, infatti,
con l’elezione diretta del sindaco e del presidente della provincia, al consiglio
comunale e provinciale spettano compiti di indirizzo e consultivi,
piu` che di vera e propria amministrazione. Ci sono stati, infatti, casi di
consigli comunali sciolti piu` volte negli anni (anche due o tre volte), senza
che si sia riusciti pero` a fronteggiare in qualche modo l’infiltrazione. Dunque,
penso sia tempo di porre mano alla riforma della legge sullo scioglimento
dei consigli comunali, per cercare di assicurare effettivamente gli
strumenti necessari per bloccare le infiltrazioni negli enti locali.
Non c’e` dubbio che per ora il reato ambientale continua ad essere un
reato ad alto rendimento e con basso rischio, anche se non credo che sia
allo stesso livello, ad esempio, del traffico di stupefacenti. Disponiamo al
riguardo di tutti gli strumenti possibili, ma non riusciamo ancora, pur provandoci,
a realizzare una cooperazione tra le istituzioni e gli organi amministrativi.
Io stesso ho fatto in tal senso tutto cio` che ho potuto, passando,
ad esempio, informazioni alla prefettura o agli organi di polizia per consentire
loro di intervenire.
In tal modo, a Palermo in particolare, si era avviata una forma di
cooperazione anche fra organi amministrativi, per cui il comune aveva
una sua squadra, composta da Vigili urbani, con specifiche competenze
in materia ambientale, che collaborava proficuamente con le forze di Polizia
e con i Carabinieri. Lo stesso Corpo forestale, del resto, potrebbe assumere
compiti specifici in questo settore. In altri termini, bisognerebbe
chiamare a raccolta tutte le forze in campo per cooperare sotto questo profilo.
Ho riferito alcune delle informazioni contenute nella nostra banca
dati, che credo, pero`, debba essere implementata. Non disponiamo, infatti,
di una sorta di black list delle imprese che si occupano del settore ambientale,
ne´ delle societa` di stoccaggio dei rifiuti, ma forse questi dati si potrebbero
acquisire, cercando di avere informazioni dalle procure ordinarie.
Spesso riusciamo a predisporre protocolli d’intesa con le procure generali
affinche´ ci forniscano, raccogliendoli dalle procure ordinarie, dati che ci
permettano di individuare i fenomeni e la loro localizzazione sul territorio,
per poter successivamente intervenire: e` un’altra prospettiva che si apre e
che dobbiamo cercare di percorrere.
Senato della Repubblica – 15 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
Sotto il profilo internazionale, il traffico dei rifiuti e` uno di quei reati
che la legge di ratifica della Convenzione ONU di Palermo del 2000 definisce
«transnazionali»: e` un reato, cioe`, che viene commesso in piu`
paesi, che inizia in un paese e si completa e finisce in un altro. Proprio
per questi reati e` necessaria, allora, una forte cooperazione giudiziaria a
livello internazionale.
Nei memorandum d’intesa o nei protocolli che, come Procura nazionale,
stiliamo con le omologhe autorita` giudiziarie straniere, non c’e` pero`
un capitolo specifico, perche´ abbiamo sempre il target dei reati di criminalita`
organizzata, per cui l’elemento specifico dei rifiuti interviene in maniera
accessoria rispetto a quello della criminalita` organizzata. Tuttavia,
potremmo pensare anche di muoverci in una visione internazionale, viste
le direttive comunitarie ed ONU, orientate al rispetto dell’ambiente in una
dimensione piu` globale. Un’idea potrebbe essere, ad esempio, quella di inserire
un capitolo specifico in questi protocolli, proprio con riferimento
alla criminalita` organizzata specializzata nel traffico dei rifiuti.
Abbiamo constatato che esiste un grosso mercato internazionale dei
rifiuti: navi e container partono sempre piu` spesso verso la Cina (Hong
Kong, ad esempio) o verso l’Austria e l’Europa. Dobbiamo pero` cercare
di scoprire, ed eventualmente prevenire, anche il traffico nazionale da
una zona ad un’altra del paese, nonche´ il traffico passivo dall’estero verso
il nostro territorio. Si tratta di un ulteriore aspetto sul quale ritengo sia necessario
concentrare l’attenzione, proprio per evitare il degrado ambientale.
Penso di aver risposto, in linea di massima, alle domande che mi
sono state poste. In ogni caso, come ho gia` detto al Presidente, il mio ufficio
rimane a completa disposizione per qualsiasi altro chiarimento e per
qualsiasi tipo di collaborazione, sia perche´ ci rendiamo conto che la criminalita`
organizzata e` veramente impegnata al massimo nel settore del
traffico dei rifiuti, sia perche´ deve essere un obiettivo comune la salvaguardia
dell’ambiente in cui viviamo e in cui dovranno vivere i nostri figli
e i nostri nipoti.
PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Grasso per la sua relazione, ampia,
articolata e ricca di informazioni, nonche´ per la sua disponibilita`
nel rispondere ai quesiti che avevo formulato ad inizio seduta.
Prima di cedere la parola ai colleghi che intendono intervenire, vorrei
segnalare che dall’esposizione che abbiamo ascoltato emergono molti
aspetti interessanti, alcuni dei quali ci spingono ad avviare immediatamente
una collaborazione tra la Commissione e gli uffici del dottor
Grasso. Penso, ad esempio, alla necessita` che e` stata evidenziata di un arricchimento
delle banche dati. Con la nostra struttura operativa possiamo
certamente dare un aiuto per ampliare la banca dati relativa alle aziende
che operano nel settore ambientale e agli stessi reati ambientali.
L’altro tema interessante che e` emerso, e sul quale sarebbe utile un
approfondimento, e` quello relativo ai rifiuti speciali. Il dottor Grasso ha
richiamato l’esempio della Toscana e, in effetti, e` lı` che abbiamo ritrovato
Senato della Repubblica – 16 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
uno dei 14 milioni di euro, derivanti dalla produzione di 107 milioni di
tonnellate annue di rifiuti, che secondo i dati APAT spariscono ogni
anno. Un caso di efficienza dello Stato, in cui si e` bloccato un quantitativo
di rifiuti destinato a traffici internazionali.
Infine, e` necessario individuare lo strumento da utilizzare per contrastare
il fenomeno della criminalita` in materia ambientale. In tal senso, saranno
preziose le indicazioni della Procura nazionale antimafia. Si tratta,
cioe`, di decidere se ricorrere ad un protocollo di legalita` o costruire una
nuova normativa, in modo che qualsiasi stazione appaltante pubblica possa
prevedere l’esclusione dall’appalto o la revoca dello stesso in caso di reati
ambientali. Sara` sicuramente interessante capire se sia opportuno limitarci
ad un’espressione formale di volonta`, attraverso un protocollo, oppure intervenire
con uno strumento piu` cogente di tipo normativo.
Ringrazio ancora il dottor Grasso e cedo la parola ai colleghi.
PIGLIONICA. Intendo chiedere al dottor Grasso solo alcuni brevi approfondimenti.
Innanzitutto voglio fare un accenno alle notizie che questa
mattina sono arrivate dalla Campania: per la terza volta in due mesi, dei
camion appartenenti a consorzi per la raccolta dei rifiuti sono stati bruciati.
Probabilmente, si dovra` ascoltare in proposito la Procura distrettuale,
ma di certo si tratta di un fatto importante che mostra l’attenzione della
criminalita`, anche se non sappiamo attraverso quali canali essa si esplichi
(ricatti, richiesta del pizzo o altro). Certo, pero`, e` che nella zona di Caserta,
per la terza volta in un mese, alcuni camion dei consorzi sono stati
incendiati.
Colpisce chi segue questa materia che i nomi degli intermediari
(spesso decisivi, trattandosi di coloro che contattano le aziende che hanno
necessita` di smaltire i rifiuti speciali, vale a dire i soggetti mediatori) sono
sostanzialmente sempre gli stessi. Cio` dimostra evidentemente l’incapacita`
da parte dello Stato di impedire tali accadimenti. Se si tratta della prima
volta vi puo` anche essere comprensione, ma il fatto che nel tempo i soggetti
continuino ad essere costantemente gli stessi testimonia l’inefficacia
dell’azione di contrasto. Occorre interrogarsi su cosa si puo` fare in questo
senso. Da tempo invochiamo una norma che vieti a questi soggetti di continuare
a lavorare nel settore ambientale. Ha suscitato una certa impressione
il caso di un capannone incendiato nel territorio da cui provengo,
appartenente ad un soggetto che era anche proprietario di un altro capannone
bruciato poco tempo prima.
PRESIDENTE. Ricordo che si tratta del territorio di Altamura.
PIGLIONICA. Parlo del mio territorio, ma casi del genere possono
verificarsi ovunque. Spesso si tratta degli stessi soggetti che adottano procedure
semplificate, nel senso che riempiono, ad esempio, un capannone
di rifiuti speciali, e poi si verificano questi incendi «spontanei».
Un terzo tema che lei ha sottolineato, e che meriterebbe attenzione da
parte degli organi dello Stato, e` relativo al traffico di rifiuti speciali verso
Senato della Repubblica – 17 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
la Cina. Spesso il terminale di tale traffico e` Hong Kong, citta` attraverso
la quale il materiale puo` tranquillamente raggiungere la Cina. Mentre il
commercio diretto tra Italia e Cina prevede in questo paese una serie di
controlli, lo stesso non avviene per cio` che transita attraverso Hong
Kong, che spesso e` un terminale fittizio, tant’e` vero che agli indirizzi indicati
non corrisponde nessun soggetto reale. Si tratta, dunque, di un
campo di azione dalla portata assolutamente straordinaria.
Il fenomeno esiste, come dimostra il fatto che nei porti di Gioia
Tauro, Salerno, Taranto sono accumulati container di materiale plastico
contaminato di ogni tipo, definito «trattato», anche se non e` vero, e che
viene poi spedito verso inesistenti terminali di Hong Kong. Le chiedo,
quindi, cosa si puo` fare a questo proposito.
MISITI. Ritengo la relazione ascoltata esaustiva e piena di risposte
molto precise, anche se l’ampiezza delle questioni trattate non puo` che
provocare un certo spavento. Si registra, effettivamente, un’attivita` illecita
di dimensioni inimmaginabili, specialmente in riferimento ai rifiuti speciali.
Nel campo dei rifiuti urbani gli illeciti si possono perseguire meglio,
mentre cio` e` piu` difficile nel settore dei rifiuti speciali che, peraltro, spariscono
e non si sa come cio` accada. Nel campo dei rifiuti urbani le
aziende, che hanno sostituito in tale competenza i comuni, si occupano
esclusivamente di rifiuti e si puo` individuare piu` facilmente chi deve essere
indagato o punito. Non accade lo stesso nel campo dei rifiuti speciali
dove operano miriadi di aziende di cui non si conosce bene l’attivita` ne´ il
tipo di scarti e di residui prodotti.
E`
evidente come sia sempre piu` necessaria l’unificazione delle attivita`
investigative e di indagine sui reati commessi nel campo dei rifiuti
speciali. Se la Direzione nazionale antimafia e i distretti intervengono
«a macchia di leopardo» e se di tali reati si occupano anche le procure,
tanto da rendere necessaria la stipula di protocolli d’intesa, e` chiaro che
le aziende di cui sopra, non avendo limiti territoriali, in quanto possono
comodamente lavorare su tutto il territorio nazionale, riescono a sfuggire
alle indagini.
Vorrei sapere dal procuratore Grasso se in proposito ha qualche suggerimento
da dare alla Commissione, con riferimento anche ad atti legislativi
da proporre per arrivare ad un’unificazione delle attivita` di indagine,
al fine di contrastare meglio questa forma di illegalita` e queste attivita` criminali,
che attentano alla salute dei cittadini. Le chiedo, dunque, se sia
possibile, oltre a quanto detto a proposito delle pur importanti banche
dati, intervenire per favorire l’attivita` investigativa, che deve avere unicita`
di intenti e di direzione.
A proposito delle modalita` di appalto, queste sono di carattere generale
e, probabilmente, non corrispondono a quelle regolate nel codice e
prima ancora contenute nelle circa 50 leggi che lo stesso codice ha sostituito.
Credo emerga una certa carenza anche a proposito delle modalita` di
appalto nei settori riguardanti lo smaltimento o le attivita` che hanno al
loro interno processi di smaltimento dei rifiuti speciali o tossici. Sarebbe
Senato della Repubblica – 18 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
necessario un miglior raccordo tra il codice degli appalti e quello ambientale,
che appaiono «staccati», anzi per alcuni aspetti addirittura antitetici.
Alla luce della sulla sua grande esperienza e di quella dei suoi uffici, le
chiedo di darci, ove possibile, dei suggerimenti sulle proposte da avanzare,
visto che stiamo predisponendo le modifiche da apportare al decreto-legislativo
n. 152 del 2006, al codice degli appalti e al codice ambientale.
Vorrei sapere se, sotto questo aspetto, le due normative possono essere
unificate e se si puo` individuare una specifica norma sugli appalti che
sia utile a combattere questo fenomeno presente in campo ambientale.
GRASSO, procuratore nazionale antimafia. Sugli ultimi eventi relativi
all’incendio dei camion dei consorzi che trasportano rifiuti sono in
corso le relative indagini. E`
facile comprendere come tale attivita` contrasti
con gli interessi di alcune cosche locali che cercano di riappropriarsi di
qualcosa che, faticosamente, e` stata loro tolta. Quindi, ancora di piu`,
penso che lo Stato in tali situazioni debba essere presente e fare da scudo,
in maniera da rasserenare e rassicurare circa la continuita` della linea di
condotta. Cerchiamo sempre di dare un impulso sotto il profilo investigativo,
innanzitutto per capire, ma soprattutto per reprimere e far sentire in
queste situazioni la presenza dello Stato sul territorio.
Ad esempio, sarebbe molto interessante creare una sorta di albo degli
intermediari, oppure, attraverso le indagini, costringere le imprese a rappresentare
coloro che sono i mediatori in questa parte della trattativa
per procacciare l’affare rifiuti. Ormai il rifiuto e` diventato un costo per
l’azienda, peraltro onerosissimo. Pertanto, per qualunque imprenditore e`
appetibile una proposta che gli consente di risparmiare il 50 o il 90 per
cento. In questo modo si creano situazioni di intermediazione interessata,
che le indagini hanno accertato. Cio` consente di risalire agli intermediari
in modo da impedire che – una volta conclusi il processo o l’indagine o
dopo aver scontato le pene che si possono infliggere – questi ultimi tornino
ad operare nello stesso campo in cui hanno precedentemente operato.
A tal fine, predisponendo una lista degli intermediari, oppure prevedendo
un’interdittiva dall’operare ancora una volta in quel campo e creando un
albo delle societa` intermediarie, forse si potrebbero costringere le imprese
a servirsi solo dei soggetti iscritti a tale albo.
E`
vero che Hong Kong e` il porto libero di destinazione dei container
da distribuire poi in vari territori della Cina. Conosciamo questa situazione
e in parecchi casi, come in quello di Gioia Tauro, siamo riusciti a bloccare
l’operazione in partenza. Sarebbe necessaria pero` una collaborazione anche
dall’altro lato, in modo tale da segnalare eventuali attivita` e poterle
bloccare. Peraltro, non escludo un movimento di ritorno e, di conseguenza,
bisognerebbe cercare di bloccare anche il traffico passivo che subiamo
nel territorio italiano.
Onorevole Misiti, e` vero che i rifiuti speciali sono i piu` pericolosi,
quelli che piu` creano allarme, ma anche i rifiuti solidi urbani danno grossi
problemi.
Senato della Repubblica – 19 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
Ricordo che un passante ci segnalo`, vicino Bellolampo (la discarica
abusiva di Palermo), che c’era del liquido nero maleodorante sulla strada,
che non si sapeva cosa fosse. Da quella segnalazione nacque un’indagine
che fece scoprire che si trattava di percolato, che fuoriusciva dalle vasche
della vicina discarica. Questo liquido, anziche´ essere trasportato e smaltito,
veniva riversato con una pompa sulla discarica, forse aspettando
che evaporasse. Si era quindi creata una situazione assolutamente abnorme.
Il liquido fuoriuscito dalle vasche aveva invaso la sede stradale
e i campi ed aveva anche inquinato le falde acquifere. Ebbene, tutto questo
perche´ era stata installata una pompa che riversava il percolato in superficie.
Ho citato questo episodio per rilevare quanto siano poche le difese
rispetto a queste situazioni soprattutto quando chi dovrebbe controllare e
gestire questi realta` non lo fa. Non possono intervenire sempre la magistratura
e la polizia, che dovrebbero occuparsi della patologia e non della
normalita`.
Cio` detto, non c’e` dubbio che, per quanto riguarda l’unificazione
delle attivita` investigative, facciamo tutto quello che e` nelle nostre possibilita`,
tenendo conto delle norme esistenti e del problema della competenza
territoriale delle procure ordinarie, di cui mi sono occupato. Devo
anche dire che riusciamo con difficolta` a mettere insieme tutti i dati.
Ad ogni modo, se il progetto di legge che ho citato (Atto Camera n.
49) andasse in porto e si creasse (come e` avvenuto con il reato di tratta
degli esseri umani) il reato di associazione a delinquere finalizzata al crimine
ambientale, quest’ultimo potrebbe diventare di competenza delle Direzioni
distrettuali antimafia, lasciando alle procure ordinarie solo il reato
di associazione. Laddove esiste una struttura organizzata del crimine ambientale,
le indagini vengono condotte da un organismo che ha a disposizione
mezzi e strumenti investigativi, personale specializzato che puo` condurre
meglio le indagini; non solo, ma puo` anche attrarre sotto la sua
competenza i dati, che poi saranno elaborati dalla Procura nazionale antimafia.
Questo potrebbe essere il modo per centralizzare quantomeno gli
elementi e le informazioni a disposizione, laddove si riscontrino i casi
piu` gravi e organizzati. Dove pero` si e` in presenza del singolo caso locale,
continuerebbe a procedere la procura ordinaria, salvo l’obbligo, magari, di
trasmettere i dati alla Procura nazionale o alla Direzione distrettuale antimafia.
E cio` perche´ il dato da` compiutezza all’analisi del fenomeno sul
territorio, mentre se manca se ne ha una visione sempre parziale.
Di fatto, dalla documentazione che ho consegnato vedrete che i dati
disponibili sono assolutamente miseri, perche´ disponiamo solo di quelli
collegati ai reati mafiosi di cui all’articolo 51, comma 3-bis del codice penale,
che non danno l’esatta dimensione ne´ del fenomeno ne´ della repressione
che si fa in questo campo. Questa potrebbe essere una delle soluzioni
da adottare.
Per quanto riguarda gli appalti, alcuni miei sostituti partecipano alla
Commissione di alta vigilanza sugli appalti. Il problema e` generale, e non
e` solo quello dei rifiuti. Si sta cercando di risolvere alcuni dei problemi
Senato della Repubblica – 20 – Camera dei deputati
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piu` gravi, uno dei quali sono le SOA, le Societa` organismi di attestazione,
che sono state finora considerate come societa` private. Finalmente c’e` una
proposta legislativa del Governo nella quale si fa un passo avanti nel considerare
le SOA come attivita` pubbliche o equiparate a quelle pubbliche.
Quindi, la relativa certificazione e` un falso in atto pubblico nel momento
in cui non corrisponde alla realta`. In passato, piu` la certificazione riguardava
livelli alti di partecipazione, piu` la SOA guadagnava dalle imprese,
per cui c’era una cointeressenza, una convergenza di interessi nel dare le
certificazioni per livelli di lavori piu` alti e incassare piu` soldi dalle imprese.
Si spera ora che la natura pubblicistica delle SOA possa quantomeno
calmierare questa situazione. Prima esistevano gli albi nazionali degli appaltatori,
che sono stati cancellati, che davano la possibilita` di esercitare
un certo controllo in relazione ai lavori effettuati. C’era stata pero` una polemica
in merito, perche´ l’impresa che non effettuava mai dei lavori non
poteva entrare in quegli albi e aumentare cosı` il budget dei lavori effettuati
e ottenere le certificazioni che facessero loro «fare carriera» nell’ambito
imprenditoriale. Certamente questa situazione – a quanto ne so – costituisce
uno dei problemi al nostro esame.
Un’altra ipotesi di soluzione avanzata e` quella, ad esempio, di inserire
clausole di rescissione nei contratti di appalto, nel caso in cui l’impresa
appaltante paghi il racket, in linea con la proposta dal Presidente
in materia di reati ambientali commessi nella realizzazione di un’opera
pubblica: l’appalto viene rescisso e i danni devono essere risarciti. Mi
sembra che questo potrebbe rappresentare un deterrente.
Un’altra soluzione, soprattutto per quanto concerne i grossi appalti
(quali sono generalmente quelli riguardanti i rifiuti, perche´ gli ATO talvolta
si consorziano e danno luogo a grossi appalti), potrebbe essere il
controllo dei flussi economici delle imprese nella gestione dell’appalto.
Cio` significa che l’impresa deve indicare e far transitare da alcuni conti
economici tutta la gestione (entrate e uscite), in maniera tale da ottenere
la canalizzazione e la trasparenza dei flussi e renderne possibile il controllo
da parte degli organismi preposti.
Alcune ditte hanno aderito a questo che per ora e` solo un suggerimento,
perche´ consentire il controllo delle entrate e delle uscite dei capitali
e` certamente un modo per garantire linearita` e trasparenza nella gestione
degli appalti. Altre imprese si sono rifiutate, sostenendo che era
troppo oneroso. Non si capisce dove abbia origine quest’onerosita`; evidentemente,
c’e` qualcosa nei conti di quelle imprese che non deve essere visto
all’esterno. Si cerca sempre di trovare delle soluzioni.
Analogamente, per quanto riguarda i sistemi di aggiudicazione degli
appalti, spesso alle regole ordinatrici e` stata opposta, ad opera delle imprese
delle cordate, un’efficace contromisura. Ricordo che in Sicilia c’era
una legge che consentiva ribassi dell’ordine dell’1 per cento, perche´ l’offerta
non era piu` al minor ribasso, ma vi era una procedura che, «tagliando
le ali» delle offerte, riduceva moltissimo la percentuale dell’aggiudicazione.
Le imprese si sono messe d’accordo, fino a raggiungere nelle
Senato della Repubblica – 21 – Camera dei deputati
Commissione Rifiuti 8º Res. Sten. (13 marzo 2007)
loro offerte percentuali con dieci numeri decimali. Pertanto, l’appalto veniva
aggiudicato tra lo 0,1 e l’1 per cento, con un ribasso assolutamente
minimo. Questa legge e` stata abrogata e si sono cercate altre soluzioni.
Tuttavia, ricordo che nel corso di un’indagine, per motivi assolutamente
fortuiti, intervenendo in un incidente stradale in cui un uomo aveva
trovato la morte, fu scoperta una valigetta con all’interno il kit del perfetto
«turbatore d’asta», che comprendeva tutti i bolli necessari, lo stiletto per
aprire le buste, la ceralacca e persino un programma informatico, per stabilire
quali dovessero essere le offerte per aggiudicare l’appalto a una ditta
ben individuata.
Quando poi accade che l’impresa che si aggiudica lecitamente l’appalto
deve cederlo (mi riferisco all’esempio che prima ho citato) alla ditta
che accorre sul posto e pretende di eseguire il lavoro, in cambio del 5 per
cento a titolo di rimborso, tutte queste belle teorie sugli appalti crollano e
ci lasciano delusi.
Cosa si puo` fare? Penso si possa fare molto in tutti i campi, anche
attraverso una sorta di «guardiania» dello Stato sulle imprese e sui cantieri
che faccia sentire il piu` possibile la sua presenza e infondere coraggio a
quegli imprenditori che operano in tale situazione. Diversamente, sara` difficile
uscirne.
 

SENATORE ATTENDO RISPOSTE GRAZIE............AI MIEI COMMENTI PRECEDENTI ANCHE VIA E MAIL GRAZIE

Scusami, so che non c'entra niente con le risposte che chiedi, ti posso chiedere la gentilezza di usare le lettere minuscole? Sai, le lettere maiuscole rappresentano le urla. Che motivo c'è di urlare? Basta semplicemente porre le domande e vedrai che, prima o poi, qualcuno ti darà risposta.

perdonami non volevo urlare non mi sono accorto dell'impostazione maiuscola.... chiedo scusa a te e a tutti i lettori del blog

85.000 membri in tutto il mondo. Una penetrazione sempre più forte negli ambienti della finanza e della politica. Un'influenza decisiva sulle posizioni del Vaticano. Una pratica di vita fatta di rinunce, penitenza, autoflagellazione. È l'Opus Dei, misteriosa come una setta e al centro dei più clamorosi scandali finanziari internazionali: il caso Calvi-Ambrosiano, il caso Ruiz Mateos in Spagna, il crac Parmalat, la recente vicenda di Bancopoli e in particolare i legami dell'Opus con il cattolicissimo Antonio Fazio.

continua su:
http://riprediamocilitalia.blogspot.com/

Dopo l'azione displinare del Pg della Cassazione, seconda tegola sul capo del gip milanese
Il magistrato aveva denunciato intimidazioni e pressioni legate all'inchiesta sulle scalate bancarie

E ATTIVA UNA PETIZIONE A FAVORE DEL GIUDICE CLEMENTINA FORLEO SU:

http://riprediamocilitalia.blogspot.com/

Non abbandoniamo il giudice Clementina Forleo..........

NON SO SE GRILLO LEGGERA' MAI QUESTO COMMENTO MA SE DOVESSE LEGGERLO VOLEVO DIRGLI CHE SE AVESSE RACCOLTO LE 150 .000 FIRME CON LA GUERRA PERSONALE CON MASTELLA E GENTILONI FORSE LA FORLEO,CHE RISCHIA LA VITA PER UNA GIUSTIZIA UGUALE PER TUTTI,OGGI NON SAREBBE STATA TRASFERITA E AVREBBE FORSE POTUTO CONTINUARE LE INCHIESTE GIUDIZIARIE CON IL SOSTEGNO DI 150 .000
GRILLO VERGOGNATI LE GUERRE PERSONALI SI FANNO VISO A VISO .........

( SCUSATE LE MAIUSCOLE NON E PER URLARE E CHE VEDO MEGLIO CHIEDO SCUSA)

Il divieto inserito dalla maggioranza di centrosinistra in una norma regionale
L'assessore all'Ambiente fa mea culpa: "Errore imbarazzante, rimedieremo"
Abruzzo, niente pannelli solari sui tetti pubblici
Roma impugna la legge davanti alla Consulta
di VALERIO GUALERZI

Pannelli fotovoltaici su un tetto
ROMA - Abruzzo contro il resto del mondo. Il consiglio regionale dell'Aquila ha approvato nelle scorse settimane una legge che di fatto impedisce l'installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici. Una scelta in assoluta controtendenza con quanto accade nel resto d'Italia e nel resto del mondo, dove si cerca invece di spingere il più possibile sulla crescita delle rinnovabili. Una legge talmente contraria a quelle che sono ormai le priorità della politica nazionale in tema di ambiente ed energia, da aver fatto immediatamente scattare da parte del governo l'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale.

Ma probabilmente la Consulta non dovrà mai occuparsi del contenzioso, perché l'articolo 74 della legge regionale 34 del primo ottobre 2007 va contro anche la stessa Regione Abruzzo, che recentemente si è data un piano energetico che fissa per il 2015 l'ambizioso obiettivo di ottenere il 51% della sua energia da fonti verdi. "E' stato un imbarazzante errore nato da una svista conseguente a un emendamento senza concertazione presentato da un singolo consigliere ad una legge omnibus", ammette l'assessore regionale all'Ambiente Franco Caramanico. "Come giunta - assicura - ci siamo già attivati per porvi rimedio in tempi rapidi e credo che entro la fine dell'anno di quella norma non ci sarà più traccia".

L'articolo 74 stabilisce in particolare il divieto di collocare pannelli fotovoltaici su terreni e tetti di edifici pubblici distanti meno di 500 metri da abitazioni private (quindi praticamente tutti), motivando il provvedimento con la necessità di "garantire una migliore qualità della vita quale corretto rapporto tra ambiente interno inteso quale abitazione, ed ambiente esterno, inteso quale luogo circostante l'abitazione".

Un vincolo che ha già fatto sentire le sue conseguenze. "In regione - spiega Dante Caserta del Wwf Abruzzo - molte istituzioni pubbliche, scuole e uffici vari, si stanno attivando per creare dei piccoli impianti fotovoltaici, anche per il ritorno di immagine che questo garantisce. Questa norma assurda ha gettato tutti nello sconcerto e anche noi del Wwf, che avevamo in programma l'installazione di pannelli solari sulla sede dell'Oasi di Calanchi di Atri con il finanziamento della provincia di Teramo, ci siamo dovuti fermare".

L'assessore promette ora di far sparire la legge contestata, ma resta lo sconcerto per una maggioranza (in questo caso di centrosinistra) che in consiglio regionale vota compatta un provvedimento senza capire quali possano essere le sue conseguenze e probabilmente senza neppure averlo letto.
http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/ambiente/solare/legge-abruzzo/l...

FONDAMENTALE IL COMMENTO FINALE
UNITI E COMPATTI PERCHE' PRODI VAL BENE UNA MESSA

peace&love
filippo

VI SEGNALO QUESTO INTERESSANTE VIDEO SULLA MODERNIZZAZIONE DELLA CHIESA ALLA FACCIA DEL 8 PER MILLE SUL BLOG:

http://riprediamocilitalia.blogspot.com/ O CLICCATE SUL MIO NOME.

FATE GIRARE SULLA RETE IL LINK DELLA PETIZIONE A FAVORE DELLA FORLEO:
http://www.petitiononline.com/Forleo/petition.html

NON ABBANDONIAMO CLEMENTINA!!!!!!!!!!

 
Caro Domenico,
di seguito, un articolo già pubblicato sul questo blog, sull'otto per mille e la procedura d'infrazione UE.
Sconti alla Chiesa sull'Ici la Ue ora processa l'Italia
di CURZIO MALTESE
Sarà aperta una pratica d'infrazione per violazione delle norme sulla concorrenza
Sotto tiro negozi e alberghi "collegati" a luoghi sacri

C'è chi in Italia è abituato a ottenere privilegi da qualsiasi governo e autorizzato a non pagare il fisco, ma sul quale nessuno osa moraleggiare. Pena l'accusa di anticlericalismo. L'anomalo rapporto fra Stato italiano e clero è invece finito da tempo sul tavolo dell'Unione europea, che si prepara a mettere sotto processo il nostro Paese per i vantaggi fiscali concessi alla Chiesa cattolica, contrari alle norme comunitarie sulla concorrenza. Oltre che alla Costituzione, meno di moda. Al centro del caso è l'esenzione del pagamento dell'Ici per le attività commerciali della Chiesa. La storia è vecchia ed è tipicamente italiana.

Varato nel '92, bocciato da una sentenza della Consulta nel 2004, resuscitato da un miracolo di Berlusconi con decreto del 2005, quindi decaduto e ancora recuperato dalla Finanziaria 2006 come omaggio elettorale, il regalo dell'Ici alla Chiesa è stato in teoria abolito dai decreti Bersani dell'anno scorso.
Molto in teoria, però. Di fatto gli enti ecclesiastici (e le onlus) continuano a non pagare l'Ici sugli immobili commerciali, grazie a un gesuitico cavillo introdotto nel decreto governativo e votato da una larghissima maggioranza, contro la resistenza laica di un drappello di mazziniani radicali guidati dall'onorevole Maurizio Turco.

I resistenti laici avevano proposto di limitare l'esenzione dell'Ici ai soli luoghi senza fini commerciali come chiese, santuari, sedi di diocesi e parrocchie, biblioteche e centri di accoglienza. Il cavillo bipartisan ha invece esteso il privilegio a tutte le attività "non esclusivamente commerciali".

Basta insomma trovare una cappella votiva nei paraggi di un cinema, un centro vacanze, un negozio, un ristorante, un albergo, e l'Ici non si paga più. In questo modo la Chiesa cattolica versa soltanto il 5 o 10 per cento del dovuto allo Stato italiano con una perdita per l'erario di almeno 400 milioni di euro ogni anno, senza contare gli arretrati.

Il trucco o se vogliamo la furbata degli italiani non è piaciuta a Bruxelles, da dove è partita una nuova richiesta di spiegazioni al governo. Il ministero dell'Economia ha rassicurato l'Ue circa l'inequivocabilità delle norme approvate, ma subito dopo ha varato una commissione interna di studio per chiarirsi le idee.

L'affannosa contraddizione è stata segnalata all'autorità europea dall'avvocato Alessandro Nucara, esperto in diritto comunitario, e dal commercialista Carlo Pontesilli, due professionisti di simpatie radicali che affiancano e assistono il drappello dell'orgoglio laico.

A questo punto la commissione per la concorrenza europea avrebbe deciso di riesumare la pratica d'infrazione già aperta ai tempi del governo Berlusconi e poi archiviata dopo l'approvazione dei decreti Bersani. In più, la commissione ha chiesto al governo Prodi di fornire un quadro generale dei favori fiscali che l'Italia concede alla Chiesa cattolica, oltre all'esenzione Ici.

Che cosa potrà succedere ora? Un'infrazione in più o in meno probabilmente non cambia molto. L'Italia dei monopoli, dei privilegi e delle caste è già buona ultima in Europa per l'applicazione delle norme sulla concorrenza e naviga in un gruppo di nazioni africane per quanto riguarda la trasparenza fiscale. Quale che sia la decisione dell'Ue, i governi italiani, di destra e di sinistra, troveranno sempre modi di garantire un paradiso fiscale assai poco mistico alla Chiesa cattolica all'interno dei nostri confini. Magari tagliando ancora sulla ricerca e sulla scuola pubblica.

E' triste constatare però che senza le pressioni di Bruxelles e la lotta di una minoranza laicista indigena, l'opinione pubblica non avrebbe neppure saputo che gli enti religiosi continuano a non pagare l'Ici almeno al 90 per cento. Nonostante l'Europa, la Costituzione, le mille promesse di un ceto politico senza neppure il coraggio di difendere le proprie scelte.

Nonostante le solenni dichiarazioni di Benedetto XVI e dei vescovi all'epoca dei decreti Bersani: "Non ci interessano i privilegi fiscali".
Nonostante infine siano passati duecento anni da Thomas Jefferson ("nessuno può essere costretto a partecipare o a contribuire pecuniariamente a qualsivoglia culto, edificio o ministero religioso") e duemila dalla definitiva sentenza del Vangelo: "Date a Cesare quel che è di Cesare".

(25 giugno 2007)
 

ASPETTANDO QUELLI DI CAPODANNO LE BOMBE DELLE " CREDIT CARDS AMERICANE STANNO PER SCOPPIARE

L’ennesima bomba ad orologeria è innescata nei bilanci delle banche americane. L’hanno scoperta analisti e investigative reporter finanziari e hanno lanciato l’allarme: i debiti accumulati dai consumatori sulle carte di credito non saldate, hanno superato i livelli di guardia. Oggi sono pari a 915 miliardi di dollari, una somma stratosferica, più del doppio dei famigerati mutui subprime, e identico è l’effettodomino che possono attivare: le banche, si è scoperto adesso, usano rivendere interi blocchi anche di questi crediti a finanziarie specializzate, che li impacchettano e li trasformano in titoli che mettono sul mercato. Il rischio si disperde, si moltiplica, diventa irrintracciabile.
SE INTERSSSA ANCORA CLICCA SUL MIO NOME
RICORDA DI FIRMARE LA PETIZIONE A FAVORE DEL GIUDICE CLEMENTINA FORLEO SU:

http://www.petitiononline.com/Forleo/petition.html

Metto a disposizione il link ad un interessante articolo di Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 3/12/07

http://archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_gl...

Carissimi,
la finanziaria prevede nuovi finanziamenti per le associazioni storiche e anche qualcosa di più, intervente mi mirano ad allargare le distanze tra le diverse associazioni. Stanchi delle mancate risposte alle nostre sollecitazioni di non sperperare fondi per creare disparità tra le associazioni ed intare i nostri governi ad utilizzare i fondi per i servizi alla persona, proposte sempre cadute nel vento, abbiamo, come direttivo nazionale, provato a cambiare strategia chiedendo anche noi soldi, una grossa somma, certi che la cosa avrebbe attirato l'attenzione. Non ce li daranno, ma nel caso dovrebbero darceli, peniamo comunque di spenderli per qualche buona causa. Ora é importante fare pressione, vi invio l'e-mail di Pietro con tutte le indicazioni, perfavore partecipate.
Per eventuali chiarimenti sapete dove trovarmi.
Cari saluti
Nunzia
----- Original Message -----
From: Presidenza Fish
To: [email protected]
Sent: Wednesday, December 05, 2007 12:20 PM
Subject: URGENTISSIMO! emendamenti di parità associativa Legge Finanziaria

Alle associazioni aderenti
Alle Federazioni Regionali
Al Consiglio Direttivo
All'Agenzia Empowernet

OGGETTO: Aggiornamenti sugli emendamenti di parità associativa Legge Finanziaria

Carissimi,
con un pò di amarezza e un pò di soddisfazione possiamo affermare di aver posto un problema politico particolarmente significativo per il Parlamento e per il Governo del Paese.
La richiesta economica ne è fulcro. Infatti i nostri emendamenti sono stati presentati da Katia Zanotti (SD) e sottoscritti da Smeriglio (PRC), Poretti (RNP). Inoltre abbiamo ricevuto l'adesione formale e politica dal Vicepremier Rutelli, dal Ministro della Solidarietà Sociale Ferrero, dal Ministro per le Pari Opportunità Pollastrini e dal Sottosegretario alle Politiche Giovanili Lolli. Siamo in attesa di ulteriori interventi di sostegno alla nostra iniziativa.
Tutti costoro hanno posto il problema al Presidente del Consiglio Prodi ed al relatore della Finanziaria in Commissione Bilancio Ventura (Pd). Contiamo nella Commissione Bilancio sull'appoggio dell'On Crisci (Pd).
Per rendere visibile la nostra protesta e dare sostanza alla nostra iniziativa è necessario esercitare pressione sui deputati membri della Commissione Bilancio, a partire dai loro territori inviando email o fax di sostegno esplicito agli emendamenti di parità associativa presentati da Katia Zanotti. Vi invito ad una mobilitazione nazionale e territoriale di ogni vostra sezione: è il momento di far comprendere che vi è un corpo associativo ancora più imponente di quello delle storiche che continuano a subissare di pressioni i membri della Commissione Bilancio.
Il testo lo potete desumere dalla comunicazione allegata che è stata inviata da FISH a parlamentari ed al Governo e dagli emendamenti. I deputati ed i loro indirizzi li trovate nel terzo allegato.
Qualora abbiate diretti contatti nel collegio elettorale del singolo parlamentare e quindi altri recapiti vi prego di contattarli direttamente: la pressione nel loro collegio elettorale è molto sentita.
Un caro saluto

Il Presidente FISH -Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap
Pietro Vittorio Barbieri
------------------------------------------------------
Cara Franca, per favore puoi metterlo tra gli argomenti principali del tuo blog? Ritengo sia importantissimo darne la massima diffusione.Conoscendo la tua grande sensibilità rispetto ai problemi dei disabili, confido nella tua disponibilità a seguire personalmente l'evoluzione della (legittima) richiesta da parte della FISH che racchiude tutte le Associazioni dei disabili e che, per la sua parte, li rappresenta e li tutela.
Grazie. Un abbraccio . Bruna.
P.S. Ti invio una mail completa del pdf sugli emendamenti presentati.
-------------------------------------------------------
Per favore fate girare
Alla Cortese attenzione:

On. ………….

Oggetto: FINAZIARIA URGENTISSIMO

Egregio On. ……………..,
nella lettura del’art. 31 DDL 1819 - B abbiamo notato con estrema sorpresa che vi è un finanziamento straordinario, oltre quindi a quanto già percepiscono, di tre milioni di euro complessivi alle cosiddette associazioni storiche in barba ad ogni criterio di uguaglianza tra associazioni.
Siamo convinti che l’intento del legislatore non sia quello di compiere un atto così forte in termini discriminatori ed onde evitare una protesta che salga dal paese (che si sta già mobilitando) in maniera forte e che alimenti il clima di antipolitica proponiamo che venga introdotto un emendamento che finanzi con altrettanti 3 milioni di Euro in finanziaria le associazioni aderenti alla FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap da distribuirsi come contributo straordinario su base territoriale.
La disparità associativa deve essere eliminata alla radice affrontando il disegno di legge del Sen Palomba n.2570 presentato il 3 maggio 2007 abrogando quindi le norme che riconoscono ad alcune associazioni particolari diritti non riconosciute ad alcun altro ente profit e non profit di diritto privatistico.
In tal senso proponiamo un emendamento che abroghi la partecipazione dei medici delle associazioni storiche nelle commissioni mediche legali di accertamento dell’invalidità (che produrrebbe un enorme risparmio del gettone di presenza a loro versato) e di abrogare conseguentemente il trasferimento degli elenchi delle persone certificate a quelle organizzazioni.
Chiediamo parità di trattamento!
Inoltre sosteniamo con estrema forza la riserva del servizio civile destinata a persone con disabilità in quanto il servizio di aiuto personale previsti dall’art. 8 della L. 104/92 sono scarsi o inesistenti, e comunque è prevista dallo stesso art. 8 che vi sia l’intervento anche del servizio civile.
Infine alleghiamo gli emendamenti a promozione dei diritti delle persone con disabilità elaborati dalla Federazione.
Certi della Sua attenzione.
Cordiali saluti

Roma 28 novembre 2007

Il presidente
Pietro Vittorio Barbieri

------------------------------------------------------
COMMISSIONE BILANCIO

DUILIO LINO PD Lombardia [email protected]
06/67604857
CASERO LUIGI FORZA ITALIA Lombardia [email protected]
06/67604602
OSSORIO GIUSEPPE PD Campania [email protected] 06/67608029
PEGOLO GIAN LUIGI RIFONDAZIONE COMUNISTA Campania [email protected] 06/67606353
ZINZI DOMENICO UDC Campania [email protected] 06/67608248
ALEMANNO GIOVANNI ALLEANZA NAZIONALE Lazio [email protected] 06/67604709
ALFANO ANGELINO FORZA ITALIA Sicilia [email protected] 06/67605040
ARMANI PIETRO ALLEANZA NAZIONALE Lombardia [email protected] 06/67606370
ARMOSINO MARIA TERESA FORZA ITALIA Piemonte2 [email protected] 06/67604341
AURISICCHIO RAFFAELE SINISTRA DEMOCRATICA Campania 2 [email protected] 06/67608921
BEZZI GIACOMO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE Trentino-alto adige [email protected] 06/67606358
BORDO MICHELE PD Puglia [email protected] 06/67608920
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI Veneto 1 [email protected] 06/67608561
CIRINO POMICINO PAOLO DCA Campania 1 [email protected]
CRISAFULLI VLADIMIRO PD Sicilia 2 [email protected] 06/67605108
CRISCI NICOLA PD Abruzzo [email protected] 06/67608525
CROSETTO GUIDO FORZA ITALIA Piemonte 1 [email protected]
D'ELPIDIO DANTE UDEUR Abruzzo [email protected] 06/67608563
DI GIOIA LELLO LA ROSA NEL PUGNO Puglia [email protected]
FILIPPI ALBERTO LEGA NORD PADANIA Veneto 1 [email protected] 06/67606347
GARAVAGLIA MASSIMO LEGA NORD PADANIA Lombardia 1 [email protected] 06/67605110
GARNERO SANTANCHE' DANIELA MISTO-LA DESTRA Lombardia 3 santanche_garnero@camera.i 06/67608950
GIORGETTI ALBERTO ALLEANZA NAZIONALE Veneto 2 [email protected] 06/67608884
GIUDICE GASPARE FORZA ITALIA Sicilia 1 [email protected] 06/67608544
IACOMINO SALVATORE RIFONDAZIONE COMUNISTA Campania 1 [email protected] 06/67608076
LA MALFA GIORGIO MISTO Marche [email protected] 06/67608389
LEDDI MAIOLA MARIA PD Piemonte 2 [email protected] 06/67608104
LEONE ANTONIO FORZA ITALIA Puglia
[email protected] 06/67603477
MARCHI MAINO PD Emilia-romagna [email protected]
MARRAS GIOVANNI FORZA ITALIA Sardegna [email protected] 06/67608352
MILANA RICCARDO PD Lazio 1
[email protected] 06/67605505
MISIANI ANTONIO PD Lombardia 2 [email protected]
NAPOLETANO FRANCESCO COMUNISTI ITALIANI Puglia
[email protected] 06/67605451
PERETTI ETTORE UDC Veneto 1 [email protected] 06/67604631
PIRO FRANCESCO PD Sicilia 1
[email protected] 06/67605024
RAITI SALVATORE PD Sicilia 2 [email protected] 06/67605440
RAVETTO LAURA FORZA ITALIA Lombardia 2 [email protected] 06/67606972
RICCI ANDREA RIFONDAZIONE COMUNISTA Marche [email protected] 06/67604876
ROSSI NICOLA PD Puglia [email protected] 06/67605292
TABACCI BRUNO UDC Lombardia 1 [email protected]
TAGLIALATELA MARCELLO ALLEANZA NAZIONALE Campania 1 [email protected] 06/67608968
VANNUCCI MASSIMO PD Marche [email protected] 06/67608912
VENTURA MICHELE PD Toscana [email protected]
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VERRO ANTONIO GIUSEPPE MARIA FORZA ITALIA Lombardia 3
[email protected] 06/67608347
VILLETTI ROBERTO LA ROSA NEL PUGNO Sardegna [email protected]
ZANELLA LUANA VERDI Veneto 1 [email protected] 06/67604244
ZORZATO MARINO FORZA ITALIA Veneto 1 [email protected] 06/67605029

Cara Franca, dopo le ultime vicende accadute all'interno del governo mi sono trovato a fare delle considerazioni. La disillusione che proviamo è grande. Ci siamo illusi e ora ne paghiamo le amare conseguenze. Eravamo degli illusi quando votammo sinistra e quando gioimmo per la caduta del cavaliere. Questo governo non è meno peggio di quello del cavaliere. Riforme impossibili, capricci di ministri come bambini viziati, aumento dei ministeri per poi ridurli dal prossimo esecutivo, coinvolgimenti in inchieste giudiziarie... ecc. ecc. ecc.
Ho difeso alcune posizioni di questo esecutivo, costatemi liti violente in famiglia e con amici.
Io di mio ci ho voluto credere, e sono stato deriso ed umiliato grazie al comportamento dell'esecutivo. A novembre io artigiano con contabilità trimestrale ho pagato I.V.A ed I.R.P.E.F....
Pagare le tasse è un dovere, io non ho ne avrò mai visti i prezzi una casa mia. Con moltissimi sacrifici tengo in piedi un attività che ogni anno rende meno. Una cosa vorrei chiederti, quasi tutti i giorni sento dire che il governo cadrà un giorno dopo il raggiungimento della durata necessaria a fare percepire la pensione ai parlamentari. Io non so che dire ne che pensare. Dimmi che non è così, anche dovessi mentire, a te crederei lo stesso.

Accattone

Spero che Visco recuperi i 98 miliardi di euro che l'azienda autonoma dei monopoli di stato dovrebbe all'erario in modo tale che, come promesso dal governo, con tali soldi, recuperati dalla lotta all'evasione fiscale, vengano abbassate le tasse ai cittadini onesti.
http://www.ilsecoloxix.it/italia_e_mondo/view.php?DIR=/italia_e_mondo/do...

D'altronde ho votato l'Unione anche per questo motivo alle ultime elezioni politiche, non per salvare la moglie di qualcuno dalle conseguenze penali della bancarotta grazie alla legge sul'indulto, votata anche dalla sinistra ideologica.
http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_2724011...

Poi Di Pietro ci aveva promesso che sarebbe andato fino in fondo sulla questione:
http://www.ilsecoloxix.it/italia_e_mondo/view.php?DIR=/italia_e_mondo/do...

Su questa questione, Franca, per cortesia non mollare, sai quante cose si possono fare con 98 miliardi per la povera gente che ti ha scritto in questo blog?
Io credo davvero che si possano recuperare, se tutti i cittadini chiedono a gran voce di affrontare questa questione come priorità numero uno!

caro Luigi la cosa si potrebbe fare a patto che questo non crei problemi al governo prodi

il pappamentare dipietro si farà tagliare na mano ma il governo non si tocca

la senatrice, bhè lei ha venduto la sua anima votando si alla guerra non ci farei troppo affidamento
sulla richiesta da parte di tutti i cittadini, bhe sorrido ricordando le parole a suo tempo dette, "fatta l'italia ora tocca fare gli italiani" e ci vuole tempo per fare ste cose caro luigi, mooolto tempo

peace&love
filippo

Ciao FRANCA, mi chiamo Jessica da Mascalucia (CT) e sono la mamma di MATTIA un bimbo di 3anni nato senza battito cardiaco quindi, nato asfittico(mancanza d'ossigeno) cioe' nato MORTO!!! Vi racconto in breve...a 5 mesi gli diagnosticarono la Sindrome di West, una forma epilettica che porta ritardo mentale e psicomotorio, ma dopo massaggio cardiaco il piccolo ha ripreso a vivere ma, data l'asfissia, ha avuto danni al cervello, in quanto subisce paralisi celebrale. Fù immediatamente trasferito presso un'altro ospedale distante dall' ospedale di Milazzo, al Policlinico di Messina. Vidi mio figlio dopo 1 giorni, pieno di oggetti esterni che cercavano di tenere in vita il suo corpicino pieno di tremori(clonie) ed inanime, imbottito di farmaci, con aghi infilzati dovunque, ebbe 5 trasfusioni, lo stesso giorno che lo vide il primario ci disse che era gravissimo e che secondo loro non avrebbe vissuto molto, per ben 4 volte ci dissero che stava per andarsene e con lui credo, anche noi... attorno al piccolo Mattia i miei occhi vedevano cose che prima immaginavo solamente, vedevo morire bimbi che dopo pochi giorni di ricovero(terapia intensiva) lasciavano l'ospedale per essere portati non tra le braccia dei genitori ma.. al cimitero. Non vi lascio immaginare... Io rimasi ricoverata in ospedale per 7 lunghissimi mesi, senza andare a casa. Non vi dico il dolore, fino ad oggi il piccolo MATTIA ha vinto tante battaglie non per le proprie forze, ma perche' Dio e' stato misericordioso con noi Egli ci sta' sostenendo con il suo Spirito che, dice continuamente al mio cuore..
"Non temere, poichè io sono con te; non ti smarrire poichè io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro... Non temere, io ti aiuto!(Isaia 41:10-13)
Ora speriamo solo che, chi legge questo blog ci possa aiutare ..........adesso grazie al consiglio di una mamma forte, abbiamo trovato un ottimo centro riabilitativo dove viene trattata l'ossigeno terapia oltre la fisioterapia e la pediatria, con una tecnica che qui in Italia non tratta nessuno, questo Centro, purtroppo si trova negli Stati Uniti, in Florida, altri bambini sono riusciti a camminare e a parlare. Ogni anno (3 anni in tutto) verrebbe a costare circa 300.000,00 euro !! che vergogna...siamo costretti ad emigrare all'estero...Per questo chiedo il tuo prezioso aiuto!!
spero in una tua risposta..
il mio blog http://donaamattiaunsorriso.blogspot.com/

ciao dalla famiglia Salamone

per la mamma di mattia
ho sentito che l'ossigeno terapia si può fare anche in Italia, addirittura un gruppo di genitori hanno comprato una camera iperbarica e dietro assistenza medica praticano l'ossigeno terapia senza dover andare oltre oceano, se volete saperne di più potete chiamarmi al numero 338 3686730, non voglio togliervi le speranze ,ma prima di intraprendere una simile avventura negli Stati Uniti forse sapere quacosa di più di quello che abbiamo in Italia potrebbe essere d'aiuto. capisco la disperazione ma sono sempre molto dubbiosa quando si tratta di cure miracolose e costosissime per patologie così complesse .

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

Cara Gessica,
un abbraccio forte forte a te e al tuo bimbo!
Prova a fare come dice Mammamarina, e prova anche a rivolgerti alla tua USL, dove potrebbero esserci fondi a disposizione per la cura e i viaggi. Tentar non nuoce... Fammi sapere!
bacioni
Franca

CARA FRANCA, GRAZIE PER AVERMI RISPOSTO ED INCORAGGIATO COME HA FATTO MAMMAMARINA, SAI UNA COSA QUI IN ITALIA IL TRATTAMENTO DI CUI NOI ABBIAMO DI BISOGNO NON C'E' DETTO APPUNTO DAL ASL E DAI MEDICI CHE HO POTUTO RINTRACCIARE....NON E' SOLO PROBLEMA DI OSSIGENO TERAPIA, MA UNA SERIE TI TERAPIE COMPRESO LA CAMERA IPERBARICA.
NEGLI U.S.A. C'E' UN CENTRO A LIVELLO MONDIALE PER IL RECUPERO DEI CEREBROLESI RISPETTO AL NOSTRO PAESE PIU' AVANTI DI 30 ANNI, IO NON POSSO ASPETTARE DATO CHE MIO FIGLIO HA APPENA 3 ANNI, QUINDI HA L'OPPORTUNITA' DI RECUPERO.
QUI IN ITALIA NON ABBIAMO AVUTO MOLTA FORTUNA E NON STO QUI AD ELENCARTI CIO' CHE E' MALASANITA' E TERAPISTI INCOMPETENTI, MA TI ASSICURO CHE SE STIAMO FERMI A MENARCI DI LEGGI E TEORIE CI SARA' POCO DA FARE PER MIO FIGLIO...INTANTO PROVEREMO LI' DATO CHE QUI DA TRE ANNI AD OGGI NON E' CAMBIATO NULLA E, TI ASSICURO, ABBIAMO GIRATO L'ITALIA, SIAMO STATI NEI "MIGLIORI CENTRI", MA ADESSO PRIMA TENTEREMO L'ESTERO E POI LOTTEREMO QUI NEL NOSTRO PAESE....NON SO' SE SONO STATA CHIARA MA CIO' CHE VOLEVO DIRTI E "CHI SI FERMA E' PERDUTO"
GRAZIE PER LE TUE PAROLE E QUELLE DI MAMMAMARINA, MA HO GIA' PROVATO QUELLA TRADA MA NON E' POSSIBILE..
FIGURATI CHE LA SUA REGIONE GLI PASSA L'AQUA GEL ESSENSIALE PER CHI NON DEGLUTISCE, MA NELLA NOSTRA REGIONE NO...COSA DOVREI FARE???
NON SIAMO RIUSCITI A FARE BERE NOSTRO FIGLIO, LO DOBBIAMO FARE CON SUCCHI DI FRUTTA ED ALTRO...ALLORA CAPITO COSA VOGLIO DIRE?
PROVERO' ALL'ESTERO MA HO BISOGNO D'AIUTO NON SOLO CONSIGLI!!
CI SAREBBE TANTO DA DIRE MA NON HO PIU' TEMPO, DEVO PORTARE IL PICCOLO A FARE TERAPIA.
CIAO FRANCA E CHE DIO TI BENEDICA NEL TUO LAVORO E NELLA TUA FAMIGLIA!!!

PS. HO SCRITTO PURE A BEPPE GRILLO E DARIO FO' MA NON MI HANNO ANCORA RISPOSTO(.PER CASO TU NON POTRESTI...)

mi dispiace cara mamma di mattia che tu debba passare e vivere la disabilità di tuo figlio, lo faccio io , lo fanno molti altri genitori e altri lo farannbo ancora, certo in Italia abbiamo ancora molta strada da fare per arrivare ai livelli americani per la cura di molte disabilità neurologiche , motorie e cognitive, anzi spesso manca pure l'essenziale , come l'acqua gel che ti posso assicurare passa l'asl , certo bisogna impegnarsi molto per cambiare le cose e pretendere ciò che spetta di diritto ai nostri figli, ma se non lo facciamo noi non cambierà mai nulla,
Tu dici , (e so che per noi genitori è difficile accettare la realtà ,) che in America guariranno tuo figlio con l'ossigeno terapia e riabilitazione intensiva, io te lo auguro con tutto il cuore ,ma non lo credo possibile , certo la speranza è l'ultima a morire e forse raccogliere 300mila euro sarà più facile che rompere rompere rompere in ogni luogo possibile quì in Italia affinchè questa cura miracolosa sia offerta a tutti, ma ti prego di rendere pubblici al tuo ritorno tutti i miglioramenti del tuo bimbo , solo così questa terapia acquisterà credibilità e se veramente è afficace e può rendere migliore la vita di tanti bambini mi impegnerà personalmente per cercare nel mio piccolo di renderla possibile anche in Italia.

attualmente conosco altri 4 bimbiitaliani che sono stati in America per questa terapia
Riccardo, Luca, il tuo Matteo , e una bimba di cui non ricordo il nome , e tutti chiedono la partecipazione dei cittadini italiani.

300mila x 4= 1 milione 200 mila euro una bella cifra.

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

scusami jessica se ho sbagliato nello scrivere il nome del tuo bimbo , confondendolo con Matteo, un lapsus , conosco un bimbo di nome Matteo e mi è venuto in mente mentre ti scrivevo.

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

Cara Amica,
purtroppo Dario non può rispondere ai commenti postati, è davvero molto impegnato,  ti manda un caro saluto.
Mi sono informata: le Asl hanno una serie di convenzioni, per cui se non possono procurare una terapia dovrebbero garantire un sussidio perchè possa essere realizzata altrove.
Non ho ben capito se hai verificato questa opportunità o meno.
Ti prego anche di rivolgerti alla persona più competente in materia che io conosca, il Sen. Ignazio Marino, presidente della commissione Sanità qui al Senato. Proverò a farlo anch'io.
Un abbraccio forte a te e Mattia.
 

cara Franca, riguardo le Usl ogni Regione ha la sua "legge"(?), la mia e' la Regione Sicilia, non so se mi spiego e, l'unica soluzione e' cercare cure altrove, purtroppo! ho girato l'Italia senza nessuna conclusione, e non sono l'unica, nel frattempo mio figlio sta crescendo con sempre le stesse condizioni.
Qui i terapisti fanno le carezze ai nostri figli in difficolta' invece di provare a svegliare le cellule morte e a svegliare pure le loro cellule(quelle dei terapisti).
per mio figlio io cerco il massimo non mi accontento di poco.
adesso io cerco solo solidarieta', ed ogni scusa e' buona per non donare, purtroppo...ma rimango sempre fiduciosa.
Non credo che il Sen. Ignazio Marino possa fare qualcosa in riguardo, a noi servono money ed appelli alla TV non consigli o promesse, ma fatti concreti.....poi ci sarebbe altro da dire riguardo le discriminazioni ecc....
adesso rimango in attesa ma.... fino a quando?
posso davvero contare su di te?
posso davvero contare sulle strutture italiane?
posso davvero contare sulla Sanita'?
posso davvero contare sulle istituzioni?
posso davvero contare sulla politica italiana?
spero solo almeno di potere contare su di te, che sei l'unica ad avermi risposto.
E, come dice una bellissima canzone "...ma lassu' mi e' rimasto Dio.."
Spero di non essere una voce che grida nel deserto!!
Ciao Franca
Jessica Salamone
http://donaamattiaunsorriso.blogspot.com/

In questi ultimi mesi sembra che molti bimbi celebrolesi italiani siano pronti a partire per l'America.
Adesso mi chiedo inquanto mamma della piccola Franci, bimba di 4 anni disabile neuromotoria, ma in america fanno tutti questi miracoli e noi in Italia con tanti illustri medici non riconosciamo la validità di tale terapia (ossigenoterapia)?
Sarebbe utile per noi genitori poco informati come me ma con tanta voglia di capire le motivazioni di queste reticenze dei nostri dottori perchè è tanto facile entusiasmarsi per un facile miracolo.
Desiderei informazioni su questo gruppo di genitori che hanno acquistato in Italia la camera iperbarica per poterli contattare.
Grazie Carmen

In questi ultimi mesi sembra che molti bimbi celebrolesi italiani siano pronti a partire per l'America.
Adesso mi chiedo inquanto mamma della piccola Franci, bimba di 4 anni disabile neuromotoria, ma in america fanno tutti questi miracoli e noi in Italia con tanti illustri medici non riconosciamo la validità di tale terapia (ossigenoterapia)?
Sarebbe utile per noi genitori poco informati come me ma con tanta voglia di capire le motivazioni di queste reticenze dei nostri dottori perchè è tanto facile entusiasmarsi per un facile miracolo.
Desiderei informazioni su questo gruppo di genitori che hanno acquistato in Italia la camera iperbarica per poterli contattare.
Grazie Carmen

http://ferdinandoimposimato.blogspot.com/
http://www.olivierobeha.it/

da quanto si evince dai blog di questi signori la Forleo non si è inventata nulla e probabilmente non ha ritrattato nulla davanti al CSM
ma prodi val bene una messa

peace&love
filippo

ho sentito che l'ossigeno terapia si può fare anche in Italia, addirittura un gruppo di genitori hanno comprato una camera iperbarica e dietro assistenza medica praticano l'ossigeno terapia senza dover andare oltre oceano, se volete saperne di più potete chiamarmi al numero 338 3686730, non voglio togliervi le speranze ,ma prima di intraprendere una simile avventura negli Stati Uniti forse sapere quacosa di più di quello che abbiamo in Italia potrebbe essere d'aiuto. capisco la disperazione ma sono sempre molto dubbiosa quando si tratta di cure miracolose e costosissime per patologie così complesse .

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

GRAZIE DEL TUO CONSIGLIO MARINA, IO HO PARLATO CON UN'ALTRA MAMMA CHE GIA' SI TROVA IN FLORIDA, LA MAMMA DI RICCARDO PIO http://riccardopio.blog.tiscali.it// ED E' CONSAPEVOLE DI CIO' CHE MI HAI CONSIGLIATO TU STESSO.....
PROVA A CONTATTARLA E A SCRIVERGLI SE PUOI...MA SONO SICURO CHE SE RESTIAMO QUI IN ITALIA, CON QUESTI TERAPISTI E CON QUESTA SANITA' NON SI VA' DA NESSUNA PARTE.
VORREI SAPERE SE L'OSSIGENO TERAPIA CON LA CAMERA IPERBARICA CHE ABBIAMO NOI E' UGUALE A QUELLA AMERICANA, CHE POI LORO L'ASSOCIANO CON TERAPIE CHE QUI DA NOI NON SI USANO...
QUI ABBIAMO CENTRI COME QUESTI? http://www.oceanhbo.com/ www.therapies4kids.com

GRAZIE E CIAO....

JESSICA

La piaga degli incidenti sul lavoro in Italia ha causato più morti della seconda Guerra del Golfo. Lo studio dell'Eurispes «Infortuni sul lavoro: peggio di una guerra», presentato nella mattinata alla Camera dei deputati, ha calcolato come dall'aprile 2003 all'aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita sono stati 3.520, mentre, dal 2003 al 2006, nel nostro Paese i morti sul lavoro sono stati ben 5.252. Un incidente ogni 15 lavoratori, un morto ogni 8.100 addetti: queste le cifre del fenomeno secondo l'Eurispes.
Il bolletino di guerra continua su:
http://riprediamocilitalia.blogspot.com/

In Italia la normativa in materia di sicurezza nei posti di lavoro è molto folta (http://www.provveditoratocagliari.it/normativa.htm) , è nata soprattutto perché il nostro paese e stato costretto a recepire delle direttive europee in quanto membro della comunità europea e non certo per una coscienza in materia di sicurezza dei lavoratori questo sia ben chiaro.

Anche perchè come sapete la sicurezza ha un costo e gli industriali ,compagni di merenda di Montezemolo, spesso se ne fregano di far lavorare i propri dipendenti in sicurezza.

E pure vero che ci sono tanto industriali che forniscono adeguata formazione e informazione ai propri dipendenti e che quindi anche il lavoratore spesso e complice del proprio infortunio.

Ma siamo in Italia e come sempre ci sono le leggi ma non ci sono chi controlla la loro applicazione.

A Torino da in intervista di oggi ce un ispettore del lavoro ogni 10.000 aziende ditemi voi come fa a fare dei controlli preventivi su queste attività lavorative.

Questo e il vero problema e che basterebbe applicare le norme che gia esistono, farle rispettare, aumentare di 1000 volte gli ispettori del lavoro e quando si becca un azienda in difetto per l’applicazione delle normative sulla sicurezza si fa chiudere per 1 anno- 6 mesi in funzione del rapporto ispettivo….basterebbe proprio poco ………..ma siamo in italia e 700 morti all’anno e migliaia di invalidità permanenti che volete che siano per il paese ottavo tra i paesi piu industrializzati del mondo……………..ah il 9 e il brasile……….fate voi

Ancora una morte assurda...Eva, a un anno di distanza da Federica! Ancora una giovane vita tragicamente stroncata da un intreccio di irresponsabilità umana e inefficienza strutturale di un sistema sanitario alla deriva: ospedali allo sfascio, monumenti della malasanità che è frutto della malapolitica, della malagestione dei soldi pubblici; ospedali cattedrali nel deserto, costruiti e mai operativi, che cadono a pezzi (e Loiero, presidente della regione firma con il governo un’accordo per la costruzione di 4 nuovi ospedali!?). Quante volte sono state denunciate queste cose? Quante volte abbiamo sentito promesse mai mantenute, impegni disattesi? Ed ecco che, mista al dolore e alla rabbia, riaffiora la paura, paura di aver bisogno di cure anche banali e di rischiare di lasciarci la vita! O, come nel mio caso, (la mia seconda figlia vive con uno shunt ventricolo – peritoneale, operata più volte dalla nascita nel reparto di neurochirurgia infantile del Policlinico “Gemelli” di Roma) paura di dover ricorrere d’urgenza al ricovero fuori regione e di come farlo nel più breve tempo possibile…già, perché allora sarebbe davvero soltanto una corsa contro il tempo!
Ricorderò sempre quando, con la mia bimba di pochi mesi, dopo essere passata per almeno 5 ospedali calabresi nel tentativo di avere un quadro diagnostico completo delle varie patologie, ho dovuto affrontare il mio “viaggio della speranza”…prima per un intervento di cardiochirurgia al “Bambin Gesù” e poi per tutto il resto al “Gemelli” di Roma: ebbene, la maggior parte dei bimbi ricoverati in quei reparti erano del sud. Alcuni di loro erano lì addirittura per interventi sbagliati subiti in precedenza negli ospedali del meridione!
E dopo aver passato i primi tre anni più in ospedale che fuori, lasciando a casa una bimba di tre anni, ho “salvato” la mia piccola ma stavo per perderci la testa e la salute: chi come me ha dovuto sopportare lo stesso calvario capirà!

Dicevo della malapolitica, della malagestione dei soldi pubblici: in Calabria viviamo in perenne stato di emergenza, emergenza disoccupazione, emergenza criminalità, emergenza malasanità, emergenza ambientale (la nostra bellissima terra è ormai contenitore di rifiuti di ogni genere, il nostro mare inquinato dai liquami che vecchi depuratori non riescono a smaltire a fronte di costosissimi nuovi depuratori pronti ma non funzionanti, terra attraversata da un’antica ferita mai chiusa, la Salerno- Reggio Calabria) e l’elenco potrebbe continuare… E se qualcuno si “permette” di indagare su questo nefasto intreccio tra politica, massoneria, mafia, e chi più ne ha più ne metta, come minimo fa la fine di De Magistris!
In Calabria abbiamo un consiglio regionale con il 60% di inquisiti, con assessori dimissionari ( es. la Sanità(PD) e le Politiche Sociali, Lavoro, Formazione (PRC)) con la conseguenza di interi settori lasciati allo sbando, alla mercè di funzionari scriteriati che, con decreti “mancia”, frammentano risorse trasferite dalla Stato, penalizzando interi territori (vedi il ritardo di 8 anni sull'attuazione della. 328/00-Legge quadro di riforma del Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali).
Calabria “Obiettivo 1” per l’Europa, con miliardi di finanziamenti che arrivano e non si sa che fine facciano, o meglio si volatilizzano ( a volte nelle tasche di qualcuno) senza aver prodotto alcunchè!
Stato assente, Comuni sull’orlo del dissesto finanziario, costretti per sopravvivere ad aumentare vertiginosamente i tributi locali per sopperire ai tagli del governo, andando così a gravare sulle spalle dei cittadini che già non ce la fanno ad arrivare alla seconda settimana, o agli “incapienti” (che devono pagare comunque la tassa sui rifiuti, sull’acqua, l’energia elettrica, etc).
Adesso li chiamano così…perchè non si capisca bene chi siano dato che forse è a questo che si mira: a confondere essere umani, con diritti, aspettative, bisogni, in una massa indistinta più facile da controllare. Gli “incapienti” sono un “errore” terminologico inesistente sul dizionario della lingua italiana, l' che permette "etichettamento" di una grande massa fumosa di persone; "orrore" di nuovo conio, perché forse, agli ipocriti, la parola poveri e nuovi poveri fa spavento, fa paura a chi a loro dovrebbe pensare; perchè dire poveri e nuovi poveri è un richiamo, chiaro e forte, alle responsabilità di una classe (casta) politica e di un governo incapaci di progetti, azioni, ( e non di bonus o "mance" unatantum )misure di aiuto reali e continuate nel tempo che toccano la vita di milioni di cittadini!
E allora si capisce come il concetto di sicurezza dei cittadini non sia riduttivamente un concetto di "pubblica sicurezza" ma sia strettamente legato a quello di sicurezza in termini di attuazione dei diritti umani e civili: sicurezza di un lavoro dignitoso e di un’assistenza dignitosa per i disabili, sicurezza che per chi si macchia di un reato ci sarà la certezza della pena, sicurezza della reale tutela da parte dello Stato nei casi in cui, con coraggio (e credetemi, al sud vuol dire segnarsi la vita!) si denuncia il malaffare, la corruzione, gli atti criminali…e altro!
Mi fermo qui e mi scuso con te, carissima Franca, e con gli amici del blog per il post troppo lungo, a tratti contorto perchè scritto di getto, con la emotività che è sempre presente quando parlo o scrivo della Calabria e dei Calabresi (quelli amaramente rassegnati ma anche quelli che, come dice Piero50, ancora sperano!).
Un grande, affettuoso abbraccio. Bruna

VISTA LA TRAGEDIA DI TORINO, E LE CAZZATE DI MONTEZEMOLO VEDIAMO QUANTO CI METTE IL PARLAMENTO AD EMANARE I DECRETI DI ATTUAZIONE DEL TESTO UNICO SULLA SICUREZZA ED A ASSUMERE QUALCHE MIGLIAIO DI ISPETTORI DEL LAVORO......VOGLIO PROPRIO VEDERE QUANTO E QUANTI ALTRI PADRI DI FAMIGLIA DEVONO PAGARE CON LA VITA IL COSTO DELLA SICUREZZA CHE GLI INDUSTRIALI NON VOGLIONO PAGARE.

RICORDATE LE PETIZIONI A FAVORE DELLA FORLEO E PER IL CONTENIMENTO DEL PREZZO DEL PANE E DEL LATTE PER FIRMARE CLICCATE SUL MIO NOME O CLICCATE I LINK:

http://www.petitiononline.com/Forleo/petition.html

http://www.petitiononline.com/prezzi/petition.html

poi visto che ci siete leggete sul mio blog quello che e successo ad un collaboratore di Beppe Grillo tanto per capire come funziona.

Questa è e-mail che ho spedito oggi a tutti i deputati della repubblica,vediamo se qualcuno ha il coraggio di devolvere un mese di stipendio alle famiglie colpite dalla tragedia di Torino.

Onorevole deputato,

come le sa, la tragedia di Torino ha colpito quattro famiglie con altrettanti caduti sul lavoro lasciando i rispettivi nuclei famigliari nella più grande disperazione sia mentale che economica.

Fermo restando che le responsabilità della tragedia saranno appurate dalla magistratura competente, che ha aperto una inchiesta, credo che il paese nei suoi massimi rappresentanti debbano dare un segnale di solidarietà, le chiedo pertanto di voler devolvere alle famiglie colpite dalla tragedia di Torino un intero emolumento mensile ( stipendio più le indennità) per far fronte alle prime necessità delle famiglie colpite da questa tragedia..

Certo di una sua sensibilità al problema le porgo Distinti saluti.

Si resta in attesa di gentile riscontro alla presente.

Mittente:
Domenico D’Orazio
E mail : [email protected]

È incredibile come la cosa sia così platealmente disattesa ed ignorata.
Siamo resi quotidianamente schiavi con l'avallo di chi ci governa.
Che il signoraggio bancario esista è evidente.
Che chi ci governa lo conosca è palese.
Che venga tutelato a livello normativo e giudiziario è un fatto (sentenza di Cassazione a Sezioni Unite del 21 luglio 2006, n. 16751).
Che il signoraggio venga definito uno scandalo ed una estorsione legalizzata è cosa quotidiana (vedi l'intervista a Di Pietro su collegamento http://it.youtube.com/watch?v=zIG3BpdJSwU).
Ma perchè chi ci governa non provvede a tutelarci, distraendoci invece con problemi e scaramucce secondarie rispetto a quello che è l'"unica questione", la cui soluzione risolverebbe non il buon vivere italiano, ma mondiale.
Informarsi adesso è facile, ci sono fior fiore di pubblicazioni (naturalmente non case editrici prestigiose) ma anche di siti internet che trattano il problema.
Su youtube basta digitare la parola signoraggio che escono veri e propri documentari (http://it.youtube.com/watch?v=pp80RVWT3sI&feature=related, http://it.youtube.com/watch?v=nHf0ErP-zjk&feature=related, http://it.youtube.com/watch?v=VGUqfYxYsuc&feature=related), nonché interviste a uomini di diritto, di economia, di cultura che mostrano la loro indignazione nei confronti di un sistema bancario e monetario che affama i cittadini.
La questione viene trattata dalle istituzioni?
Per vedere come, basta vedere l'intervento dell'On. Buontempo alla Camera e di come sia stato, di fatto, zittito (http://it.youtube.com/watch?v=6e2TFVKyvrQ).
Non voglio convincermi che chi ci dovrebbe amministrare sia o un inetto o in malafede, non voglio credere che ci ci governa, in cambio di privilegi e poche briciole, consenta di affamare e mandare sul lastrico una intera nazione.
Senatrice, solo le idee si identificano in una corrente politica, la buona amministrazione di un paese e la gestione del potere che ne deriva prescinde dalla idea politica, è una questione di coscienza.
Senatrice, le segnalo una ulteriore volta la pressante voce dei cittadini che, caduto il velo dell'ignoranza, sempre in misura maggiore stanno prendendo coscienza.
Ciò al fine di invitarla a prendere coraggio e a discutere del problema del signoraggio nelle camere del potere, in forza del potere e della possibilità che i suoi elettori Le hanno delegato.
Cordialità
Stefano

QUESTA E' E MAIL CHE HO SPEDITO IERI A TUTTI I DEPUTATI DELLA REPUBBLICA:

Onorevole deputato,
come le sa, la tragedia di Torino ha colpito quattro famiglie con altrettanti caduti sul lavoro lasciando i rispettivi nuclei famigliari nella più grande disperazione sia mentale che economica.
Fermo restando che le responsabilità della tragedia saranno appurate dalla magistratura competente, che ha aperto una inchiesta, credo che il paese nei suoi massimi rappresentanti debbano dare un segnale di solidarietà, le chiedo pertanto di voler devolvere alle famiglie colpite dalla tragedia di Torino un intero emolumento mensile ( stipendio più le indennità) per far fronte alle prime necessità delle famiglie colpite da questa tragedia..
Certo di una sua sensibilità al problema le porgo Distinti saluti.
Si resta in attesa di gentile riscontro alla presente.

Mittente:
Domenico D’Orazio
E mail : [email protected]

SPERO CHE SIANO SENSIBILI AL PROBLEMA E CHE SAPPIANO DARE UNA VOLTA TANTO, ALMENO IN TRAGEDIE COME QUESTE,UN ESEMPIO DI VERA SOLIDARIETA'.
VI TERRO' INFORMATI
ONOREVOLI CHE HANNO ADERITO ALLA SOTTOSCRIZIONE:
10.12.2007
ha risposto l'onorevole Marco Zacchera di A.N.con la seguente e mail:
"una iniziativa condivisibile, provvederò marco zacchera"

PER VEDERE CHI HA ADERITO LEGGI:
http://riprediamocilitalia.blogspot.com/

Caro Domenico,
oltre ai deputati, Le consiglio di rivogersi anche ai Senatori! Oggi a Palazzo Madama ci sarà un'informativa del ministro sul caso specifico.
Per quanto riguarda Franca, credo che interverrà in aula sull'argomento.
Lei in qualche modo coordina le operazioni di distribuzione dei fondi raccolti?
grazie
redazione

AGGIORNAMENTO:

A PROPOSITO DELLA E MAIL SPEDITA A TUTTI I DEPUTATI PER DEVOLVERE UN MESE DELLA LORO RETRIBUZIONE ALLE VITTIME DI TORINO A OGGI ORE 15.14 HA RISPOSTO UN SOLO ONOREVOLE:
MARCO ZACCHERA DI A.N.

CHE BEL ESEMPIO DI SOLIEDARIETA' DEI NOSTRI POLITICI.CERTO LORO IN FABBRICA NON CI HANNO MAI LAVORATO E MAI CI LAVORERANNO QUINDI..........NON SANNO COSA VUOL DIRE SUDARE......LAVORARE 12 ORE........RESPIRARE ARIA MALSANA.......... AL MASSIMO RISCHIANO DI FARE BRUTTE FIGURE COME QUESTA CHE STANNO FACENDO................... SOLLECITIAMO FRANCA RAME A SOLLECITARE QUESTO APPELLO:

UN MESE DI RETRIBUZIONE A FAVORE DELLE FAMIGLIE DI TORINO................VERGOGNATEVI UNA SOLA ADESIONE!

PER ESSERE AGGIORNNATI SULLE "EVENTUALI" ALTRE ADESIONI VISITATE IL MIO BLOG:
http://riprediamocilitalia.blogspot.com/

SENZA TRATTINI CHIARAMENTE

ti ha risposto solo uno , ma ti ha detto che è d'accordo a devolvere un mese di stipendio da Deputato a favore delle famiglie delle vittime? come lo dimostrerà?

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

SIGNORAGGIO?

VOGLIAMO IL REFERENDUM PER CHIEDERE CHE LO STATO ITALIANO CHE RAPPRESENTA IL POPOLO SOVRANO COSì COME CITA LA COSTITUZIONE STAMPI LE BANCONOTE IN PROPRIO COSì DA NON ACQUISTARLE DALLE BANCHE A (ES. 100€ PAGATE 100 € + 3 CENTE COSTO EMISSIONE + INTERESSI) TOTALE GRAVANTE SUL DEBITO PUBBLICO 103 € + INTERESSI. QUINDI L'OPERAIO CHE LAVORA I 100 € LI PAGA 103 € + INTERESSI CHE PAGHERà CON LE TASSE E QUINDI I 100 € è COME SE LI AVESSE IN PRESTITO SU CUI PAGA DI NUOVO LE TASSE... E QUANDO METTE BENZINA PAGA DI NUOVO LE TASSE... E QUANDO FA LA SPESA PAGA L'IVA, E QUANDO HA UN'INCIDENTE SUL LAVORO PAGA CON LA VITA!!!!! ITALIANIIIIIIII MA QUANDO CAZZZZZOOOOO VI SVEGLIATE?????? MI SONO ROTTO I MARRONIIIIIIIII!!!!! E VOIIIIIII?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

http://riprediamocilitalia.blogs-pot.com/