Iniziative

<a href="http://www.francarame.it/it/taxonomy/term/46">un Nobel per i Disabili</a>

Jacopo Fo nel saluto alla madre ha ricordato la battaglia per la chiusura del Manicomio di Aversa

 

ospedale psichiatrico santa maria maddalena aversa
Nel corso dell'ultimo saluto a Franca Rame, l'attrice moglie del premio Nobel Dario Fo, scomparsa mercoledì scorso a 84 anni, si è parlato anche di Aversa. Un saluto al quale hanno partecipato moltissime persone intervenute con indosso 'qualcosa di rosso', esaudendo così il desiderio che l'attrice aveva espresso nella sua ultima 'Lettera d'amore a Dario'.
 
L'arrivo del feretro, accompagnato dalle note di 'Bella Ciao', poco prima delle 11 davanti al teatro Strehler, dove sabato si è svolta la cerimonia laica. Dopo il saluto del Sindaco di Milano Giuliano Piasapia, ha preso la parola Jacopo Fo, figlio dell'attrice: "Tutti mi hanno detto che mia madre ha fatto qualcosa per gli altri - ha detto Jacopo -. A 16 anni mi disse che dovevo fare un fumetto sul manicomio criminale di Aversa, un luogo dove venivano fatte cose orribili. Lei da parlamentare riuscì a far chiudere quell'orrore. Ora quando sento i compagni delusi che dicono che non abbiamo combinato nulla in questi 40 anni io dico: 'Non è vero'. Oggi - ha aggiunto tra gli applausi - abbiamo dei problemi enormi, ma 40 anni fa era peggio e noi abbiamo lottato per questo". Poi ha concluso: "Vorrei che andaste a casa con un po' di fiducia perché, come diceva mia madre, Dio c'è ed è comunista. E vorrei dire che è anche femmina".
 

 

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Don Gallo e Franca Rame: due facce, una stessa moneta

logo fatto quotidiano

 

Testa o croce? La testa è laica, quindi Franca, la croce è simbolo di religione, quindi Don Gallo. Ma mai come in questo caso, se tiri la moneta, che venga testa o croce non ti accorgi della differenza. Franca Rame e Don Gallo lottavano e raccontavano le stesse cose.
Sempre dalla parte degli ultimi, ma anche da quello dei primi, perché per loro le persone erano tutte uguali, tutte con le contraddizioni proprie dell’essere umano. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerli ed entrambi ci hanno insegnato e lasciato qualcosa. E il bello è che che ci hanno insegnato senza insegnare, perché bastava vedere come guardavano e parlavano con le persone.
 
leggi l'articolo dei Modena City Ramblers su ilfattoquotidiano.it
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Dario Fo per "Desideri all'Asta" di Amnesty International

Clicca qui per partecipare all'asta di beneficenza e fare un offerta per l'opera "Gli innamorati volano alto" di Dario Fo

desideri all'asta

Desideri all’asta, asta benefica a favore di Amnesty International,
si presenta per la dodicesima edizione dal 27 novembre al 18 dicembre.

È facile aggiudicarsi oggetti e situazioni sorprendenti e uniche che molti personaggi dello spettacolo, dello sport e della cultura hanno generosamente deciso di donare.

Quest’anno Desideri all’asta sostiene la campagna per i diritti delle donne 
in Medio Oriente e Africa del Nord
.

Negli ultimi due anni, milioni di persone sono scese nelle piazze dei paesi 
del Medio Oriente e dell’Africa del Nord per chiedere 
il rispetto della propria dignità e dei propri diritti.

Tra queste persone, migliaia di donne hanno messo a repentaglio la propria vita
per chiedere un futuro diverso.

Migliaia di donne hanno manifestato, protestato, lottato in nome di un futuro migliore.

Amnesty International Italia ha scelto di lavorare al fianco di queste donne coraggiose, 
perché cessino le violazioni dei diritti umani nei loro confronti e siano adottate leggi che pongano fine alla discriminazione di genere
.

Scarica il Comunicato Stampa

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Dario Fo per "Desideri all'Asta" di Amnesty International

Clicca qui per partecipare all'asta di beneficenza e fare un offerta per l'opera "Gli innamorati volano alto" di Dario Fo

 

Desideri all’asta, asta benefica a favore di Amnesty International,
si presenta per la dodicesima edizione dal 27 novembre al 18 dicembre.

È facile aggiudicarsi oggetti e situazioni sorprendenti e uniche che molti personaggi dello spettacolo, dello sport e della cultura hanno generosamente deciso di donare.

Quest’anno Desideri all’asta sostiene la campagna per i diritti delle donne 
in Medio Oriente e Africa del Nord
.

Negli ultimi due anni, milioni di persone sono scese nelle piazze dei paesi 
del Medio Oriente e dell’Africa del Nord per chiedere 
il rispetto della propria dignità e dei propri diritti.

Tra queste persone, migliaia di donne hanno messo a repentaglio la propria vita
per chiedere un futuro diverso.

Migliaia di donne hanno manifestato, protestato, lottato in nome di un futuro migliore.

Amnesty International Italia ha scelto di lavorare al fianco di queste donne coraggiose, 
perché cessino le violazioni dei diritti umani nei loro confronti e siano adottate leggi che pongano fine alla discriminazione di genere
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«Riaprite quel carcere»: anche Dario Fo lancia un appello per la struttura modello di Laureana

Il premio Nobel Dario Fo e la moglie Franca Rame sono i primi firmatari di una lettera indirizzata al Ministro della Giustizia per chiedere di revocare la chiusura dell'istituto del Reggino nel quale si stava portando avanti una percorso sperimentale di rieducazione per i detenuti.

leggi l'erticolo di DOMENICO MOBILIO su ilquotidianocalabria.it

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[STAMPA] Macao Milano, dopo lo sgombero Pisapia promette l’ex Ansaldo

macao
 
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha deciso di intervenire sulla questione dello sgombero della Torre Galfa. Gli attivisti di Macao hanno protestato a lungo e alla loro voce si sono unite quelle degli utenti della rete, che si chiedevano perché Pisapia non intervenisse sulla questione. La rabbia è stata tanta da parte di coloro che si chiedevano per quale motivo il sindaco ha potuto permettere tutto questo. E in serata è arrivata la risposta del primo cittadino di Milano. Il sindaco ha deciso di intervenire nel corso dell’assemblea pubblica tra via Galvani e via Fara.

macao

Pisapia ha rivolto un saluto ai manifestanti e ha affermato: “Abbiamo delle difficoltà, dei ritardi. E capisco che non sia solo un problema di spazio. Macao è un progetto innovativo, Macao è la risposta della cultura all’incultura. Un progetto che possiamo costruire insieme“.
 
Poi ha promesso di mettere a disposizione del movimento culturale un altro luogo: “Ho parlato con gli assessori e abbiamo trovato una soluzione, un luogo che molto ricorda la storia di Milano. Metteremo a disposizione l’ex Ansaldo, in zona Tortona, un bellissimo spazio, nel giro delle prossime settimane, a chiunque voglia arricchire la città con progetti culturali“.
 
 

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[STAMPA] Ormai Milano è solo Macao. Fra minacce di sgombero e progetti di espansione

dario fo
 
Ci sono voluti 45 anni per vedere un’altra Palazzina Liberty, ma finalmente qualcosa di straordinario è accaduto. Vorrei avere duecento mani per applaudirvi!!! Noi eravamo 18mila. Continuate così… Il Comune deve aiutarvi!”. È arrivato addirittura il premio nobel Dario Fo, a portare il suo saluto compiaciuto agli “occupanti” della torre Galfa, che stanno monopolizzando le attenzioni dell’artworld “alternativo” con il progetto Macao. Che prosegue la sua attività con crescente fervore di artisti, creativi, associazioni culturali, ogni giorno impegnate in una variegata fase programmatica, tanto che si profila la possibilità di espandere l’occupazione ad un ulteriore piano del grattacielo.
 
Ad appena una settimana dal giorno dell’occupazione (5 maggio), a Macao – fantasma di cemento a due passi dal Pirellone, tra via Galvani e via Fara – crescono le attività di studenti e performer, fra assemblee, laboratori, concerti. nonostante il plauso stesso di molti esponenti del Comune di Milano, resta incombente però la “minaccia dello sgombero”. In tal senso, ricordando l’esperienza degli anni Settanta, Dario Fo ha ribadito ai giovani: “Anche a noi dicevano che dovevamo andarcene per evitare incidenti. Si tratta della solita scusa! E ce lo dicevano anche quelli della sinistra… perché davamo fastidio, portavamo via degli spazi a qualcuno. Ma voi non mollate, il Comune deve aiutarvi, deve capire che è possibile fare qualcosa di diverso in questo palazzo, che altrimenti è solo un catorcio morto, inabitabile e inutile”.
 
- Caterina Misuraca
 
dario fo a macaomacaomacaodario fo assemblea a macao
macaomacaomacaodario fo e macao
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[STAMPA] De Caro, direttore zero titoli

 
Chi è il dirigente della biblioteca di Vico scelto da Galan.
di Enzo Ciaccio

biblioteca conventuale de girolamo a napoli

La presenza più strana è quella di Vico, il pastore tedesco che si aggira indisturbato nelle magiche sale dove hanno studiato Benedetto Croce e Giambattista Vico e poi hanno fatto perfino da ricovero per gli sfollati del terremoto del 1980.
 
DE CARO PRIVO DI COMPETENZE. Incuria, sporcizia, disordine. Da Dario Fo a Franca Rame, da Mirella Barracco a Gerardo Marotta, da Cesare de Seta a Carlo Ginzburg: per i 2 mila intellettuali, che hanno firmato una petizione al ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi, Marino Massimo De Caro, 39 anni, barese, amico di Marcello Dell’Utri e di Massimo D’Alema nonché consulente (per l’energia e per l’editoria) dell’ex ministro Giancarlo Galan, è privo «dei benché minimi titoli scientifici» e della «minima competenza professionale» per ricoprire (senza aver superato un concorso) il delicato incarico di direttore della Biblioteca conventuale dei Girolamini a Napoli. Quella del 1586 dove sono conservati testi importanti di filosofia, teologia cristiana, musica sacra e storia dell'Europa. Ma anche quella da dove sono scomparsi 1.500 libri antichi di inestimabile valore.
 
DIRETTORE SENZA LAUREA. La splendida biblioteca risulta di proprietà pubblica, ma è affidata tramite una convenzione alle cure dei padri della congregazione dell’Oratorio, ispirata a san Filippo Neri.
Dopo i furti, sul direttore De Caro che non risulterebbe laureato (si è iscritto all'Università di Siena, ma non ha concluso gli studi in Giurisprudenza) e si è ritrovato smentito perfino sulle sue sbandierate origini nobiliari, si stanno concentrando gli strali della critica più feroce e indignata: «È stato come mettere Nerone a capo dei vigili del fuoco. Anzi, un piromane a capo della guardia forestale», hanno ironizzato i più sarcastici.
 
INDAGATO PER RICETTAZIONE. Lui, con le parole e le gesta, non sembra abbia fatto molto per attenuare tanta ostile attenzione: in un’intercettazione del 27 dicembre 2007, riportata nel libro Il sottobosco firmato da Ferruccio Sansa e Claudio Gatti, si legge per esempio del suo esplicito disappunto verso un capitano dei carabinieri del nucleo patrimonio artistico di Monza che lo stava indagando per ricettazione a proposito di un'opera acquistata in un’asta pubblica in Svizzera. L’indagine è stata in seguito archiviata dai magistrati.
 
Carriera pirotecnica: da Orvieto all'energia dei russi

de caroDe Caro vanta una carriera da molti definita «pirotecnica»: prima assessore dell'Ulivo al Comune di Orvieto, poi responsabile per le relazioni istituzionali dell'Inpdap per il Nord Est, quindi vicepresidente della società di gestione del porto di Rimini, poi altri incarichi in campo energetico e tanto altro ancora. Come il ruolo di console onorario del Congo e la presidenza dal 2007 al 2010 di Avelar energia del gruppo Renova dell'oligarca russo Victor Vekselberg.

 
NEL GIRO DEL MINISTRO GALAN. Tutto legittimo, ma i critici insistono: non sembra che si sia mai interessato molto alle biblioteche. Eppure De Caro è finito nel 'giro' di Galan che la nominato direttore della biblioteca e poi è stato confermato da Ornaghi, «il 15 dicembre 2011, come accaduto per altri consiglieri dell'ex ministro», da quanto si legge in una nota del ministero.
 
SCOMPARSI 6 MILA VOLUMI ANTICHI. Dal 1960 al 2007 - secondo stime accreditate - dal convento dei Girolamini sarebbero scomparsi circa 6 mila volumi antichi. Una razzia, anzi una inaudita strage culturale che comprende - ma va ben oltre - la contestatissima gestione di De Caro: sacrosanta è la raccolta di firme, ma c’è chi si sta chiedendo perché - a fronte a simili cifre - nessuno abbia mai protestato prima, né denunciato né promosso petizioni. Tutti zitti o distratti, compresi gli abitanti della zona vicino alla biblioteca che però sottovoce raccontano di strane visite notturne e di misteriose automobili che nel buio sgommano allontanandosi stracariche di chissà quale merce.
 
NELLA BIBLIOTECA 159 MILA OPERE. I volumi superstiti della Biblioteca dei Girolamini sono 159.700, almeno fino al prossimo furto, ma per Diana De Feo, parlamentare del Popolo della libertà e moglie dell'ex direttore del Tg4 Emilio Fede, De Caro chinato sui volumi sparsi alla rinfusa ricorda l’immagine suadente «di un medico amorevolmente dedito ai suoi pazienti da curare».
 
I primi furti risalgono agli Anni 60

Lorenzo OrnaghiNella biblioteca di Vico i malanni sono antichi: si narra che già nel 1962 due padri oratoriani vennero condannati per il saccheggio degli arredi della chiesa e del convento, nonché di oggetti d’oro e paramenti per il valore di 1 miliardo di lire, oltre a centinaia di libri rari.
Gerardo Marotta, anima del prestigioso Istituto italiano per gli studi filosofici, negli Anni 70 ottenne dal governo l’autorizzazione a conservare nel convento i suoi preziosi libri. Ma non se ne è mai fatto nulla.

 
FIRPO: CACCIARE I CATTIVI CUSTODI. Lo storico Luigi Firpo, nel lontano 1981, scrisse profetico: «Cacciate via i cattivi custodi, restituite i Girolamini alla Napoli seria e civile».
«Nel 1994», ricorda a Lettera43.it Mirella Barracco, leader della Fondazione Napoli 99, «grazie a uno sponsor abbiamo collaborato con i padri filippini al recupero della Quadreria. Ricordo che accompagnai il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in una bellissima visita. La verità è che nessuno ha mai affrontato di petto le condizioni in cui versano la chiesa e tutto il complesso, compresa la biblioteca».
 
NOMINA NON MERITOCRATICA. Per Stefano Parise, presidente dell’Associazione italiana biblioteche, il vero problema è di «rivedere drasticamente i criteri di nomina dei vertici degli istituti culturali, almeno di quelli più prestigiosi».
Ma il direttore De Caro possiede i requisiti per ricoprire il ruolo di direttore della biblioteca? «La sua nomina è un calcio negli stinchi al concetto di meritocrazia», spiega Parise, perché «non possiede i titoli: non è un bibliotecario, né un paleografo, né un filologo e né uno storico del libro. Forse è un libraio, una sorta di bibliofilo: è come se il ministro nominasse un melomane al vertice del teatro San Carlo».
 
DENUNCE SOLO DOPO LA PETIZIONE. E durante la sua gestione sono scomparsi altri 1.500 libri: «È sconcertante che la denuncia del furto da parte del direttore sia stata presentata a petizione già partita» ed è «sconcertante e inaccettabile la storia dei libri ritrovati alle aste internazionali».
Chissà, però, se possa bastare una petizione per salvare la biblioteca. «Sto sollecitando molte interrogazioni parlamentari», prosegue Parise, «a quelle, Ornaghi non può evitare di rispondere».
 
DIRETTORE DOPO UN CONCORSO. Poi servirà anche chiarire i criteri di nomina del direttore della Biblioteca dei Girolamini, assegnando il ruolo «per concorso», così come avviene per le strutture pubbliche.
Tuttavia ci sono pure da risolvere i furti dei libri e la «carenza di personale che non aiuta le biblioteche»: «Il furto resta un’eccezione, ma non può riguardare di certo i preziosi libri dei padri filippini: quelli dovrebbero essere conservati come i lingotti d’oro. Sotto chiave nei depositi, a una determinata temperatura e grado di umidità».
 
fonte: lettera43.it
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[STAMPA] Dopo il Valle di Roma, il Garibaldi di Palermo Lavoratori dello spettacolo occupano il teatro

Un centinaio di lavoratori dello spettacolo hanno marciato in corteo prendendo possesso del luogo di cultura, inattivo da un decennio. A sostegno dell'iniziativa, oltre ai ragazzi del Valle e del Marinoni di Venezia, anche Franca Rame, Paolo Rossi, Daniele Silvestri e Mario Venuti
 
teatro garibaldi palernoDopo il teatro Valle di Roma, anche a Palermo i giovani artisti provano a restituire uno spazio culturale alla comunità. Lo hanno fatto occupando lo storico Teatro Garibaldi, uno dei più antichi della città, nel cuore del quartiere della Kalsa. Stamattina un centinaio di lavoratori dello spettacolo hanno infatti marciato in corteo prendendo possesso del teatro, che è inattivo da un decennio. “Uno spazio destinato alla cultura non può chiudere per ragione alcuna” hanno scritto gli occupanti, riuniti in comitato, nel manifesto redatto per l’occasione. Ai cancelli è stato affisso uno striscione con scritto “Teatro Garibaldi Aperto“.
 
La zona si è immediatamente popolata da agenti della Digos in tenuta antisommossa, che si sono schierati all’entrata dello stabile sbarrando l’accesso alla folla di giornalisti e curiosi che nel frattempo si è raggruppata nelle zona. “E’ un occupazione simbolica – hanno spiegato gli occupanti – il Garibaldi è l’ennesimo spazio negato alla città, un luogo che ci appartiene come cittadini e come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte. Vogliamo che il Comune renda noto un regolamento che disciplini l’assegnazione degli spazi teatrali e il costante monitoraggio di tutte le attività finanziate”.
 
Il comitato ha in programma di occupare il teatro fino a domenica, mettendo in scena spettacoli teatrali e musicali durante il week end. Il commissario straordinario del Comune di Palermo, Luisa Latella, ha subito incontrato una delegazione di occupanti proponendo la concessione del teatro per il fine settimana e l’invito a un tavolo tecnico per l’assegnazione dello stabile, che però da domenica sera dovrà essere sgomberato. “Non è una questione di assegnazione specifica del Teatro Garibaldi, è un problema generale e diffuso a Palermo – racconta Giacomo, uno degli occupanti – con questo gesto simbolico vogliamo chiedere un modello lontano dalle nomine di direttori artistici ispirate da logiche partitiche, un modello che fondi le sue basi sull’alternanza delle cariche e che dia spazio alle nuove energie artistiche espresse nella e dalla città”.
 
 
A Palermo i beni culturali chiusi da tempo e dimenticati sono innumerevoli. Una lista lunghissima in cui spiccano i cantieri culturali della Zisa, mai totalmente utilizzati da quando sono stati realizzati. La stessa storia del Teatro Garibaldi è emblematica. Inaugurato per la prima volta nel 1861 dall’eroe dei due mondi in persona, il teatro ha ospitato negli anni artisti come Carlo Cecchi, Emma Dante, Peter Brook,  e Wim Wenders. Adesso è inattivo da un decennio. Nel 2010, dopo un lungo lavoro di restauro, era stato ufficialmente inaugurato e restituito alla città. Da allora però è inspiegabilmente chiuso e inutilizzato. In attesa che l’amministrazione comunale decida cosa farne, è prevista per il prossimo 24 maggio una seconda inaugurazione a cui dovrebbe presenziare addirittura il capo dello Stato Giorgio Napolitano. “Vogliono inaugurare per la seconda volta in due anni lo stesso teatro – tuonano i manifestanti – senza che nel frattempo sia mai stato aperto. Vogliamo sapere che destino avrà questo posto il giorno dopo che verrà il presidente della Repubblica. Vogliamo che in questa città si rimettano in circolo le realtà produttive e culturali della nostra città, prescindendo dall’ingerenza dei partiti, dai ricatti delle clientele, dall’aridità dei finanziamenti a pioggia”.
 
A sostegno dell’iniziativa palermitana, oltre ai ragazzi del Valle di Roma e del Marinoni di Venezia, sono intervenute alcune tra le voci principali della cultura italiana come Franca Rame, Paolo Rossi, Daniele Silvestri e Mario Venuti. Dopo aver sbarrato l’entrata le forze dell’ordine hanno “concesso”, su input del commissario Latella, l’occupazione fino a domenica. “Abbiamo ceduto a questa sorta di ricatto – spiega uno degli occupanti – ma così possiamo far entrare la gente, la cittadinanza deve riappropriarsi dei luoghi che in questa città le sono stati negati perché pochi politici senza scrupoli non riescono trarre un personale guadagno dalla cultura“.
 
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[STAMPA] Teatro Derby, cultura e occupazione

Scritto da Francesco Menichella
 
Lo sfratto del Teatro Derby a Milano rischia di fare chiudere per sempre la sede dello storico club del cabaret. Alla compagnia del Derby verrebbe sottratto uno spazio culturale vitale. L’ex sindaco Letizia Moratti aveva promesso un appoggio ma se n’è andata senza mantenere l’impegno. Ora c’è Giuliano Pisapia e la beffa della chiusura sarebbe più grande.
 
Se il Comune non mantenesse al più presto le promesse si potrebbe arrivare a una acquisizione dello spazio sulla falsariga di quanto è già accaduto a Roma con l’occupazione del Teatro Valle.
 
A Palazzo Reale, durante la presentazione della mostra dedicata alla pittura di Dario Fo, Lazzi Sberleffi Dipinti, una delegazione della compagnia del Derby ha chiesto l’appoggio al premio Nobel.
Dario Fo non si è fatto pregare e a nome proprio, della sua compagnia e di Franca Rame ha dato pieno appoggio.
 
Una tv senza antenna era presente e ritrasmette questa richiesta di libertà e partecipazione...
 

fonte: ilpeccatore.gqitalia.it

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Donazione PC al Tribunale dei Minori di Milano

Io sottoscritta Franca Rame offro a titolo di donazione al Tribunale per i Minorenni di Milano:
 
nr. 15 personal computer HP Compaq mod. 6200, (S/N: CZC125BZ0M-CZC125BZ0Y-CZC125BZOW-CZC125BZ0C-CZC125BZ0T-CZC125BZ15-CZC25BYYV-CZC125BYY0-CZC125BZ02-CZC125BZ0F-CZC125BYZT-CZC125BYZW-CZC125BZ0R-CZC125BYYW-CZC125BBYYX),
 
nr. 15 monitor LCD 19” HP mod. LE1901W (S/N: CNC102PVW9-3CQ115BXP0-CNC102PVX1-CNC102PWF4-3CQ115BT2W-3CQ115C1F7-3CQ115BTGR-3Q115C1FM-CNC102PW23-3CQ115BT2N-3CQ115C1FK-CNC102PWFF-3CQ115BXP2-3CQ115BT2X-CNC102PWF9),
 
nr. 5 notebook HP mod. 620 core 2 duo T6670, (S/N: SCNU043051N-SCNU04304TR-SCNU04304TV-SCNU04304SB-SCNU043053S).
 
Franca Rame
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[STAMPA] Franca Rame e Ken Loach firmano l'appello di "Liberazione"

(ANSA) ROMA, 31 GEN- C'e' anche il regista inglese Ken Loach tra i firmatari dell'appello per salvare Liberazione, diffuso alla vigilia del tavolo di confronto che potrebbe decidere le sorti del quotidiano di Rifondazione Comunista. Nel documento si chiede al governo un intervento immediato.
 
Hanno aderito, tra gli altri, Dario Fo, Franca Rame, Paolo Rossi, Gianni Mina', Susanna Camusso, Antonello Venditti, Francesco Carofiglio, Franco Piperno, Bruna Bellonzi-Curzi, Candida Curzi, Luciana Castellina, Rossana Rossanda.
 
fonte: ansa.it
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[VIDEO] "Se non ora quando" - gli interventi di Franca Rame e Dario Fo

Gli interventi della ex Senatrice Franca Rame e del premio Nobel per la Letteratura Dario Fo alla manifestazione "Se non ora, quando?" svoltasi a Milano.
Migliaia le donne che agitando le sciarpe bianche, simbolo della lotta contro la mercificazione femminile, hanno rivendicato il ruolo della donna nella società.

Milano 13 febbraio 2011

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