INTERVENTO DI FRANCA RAME IN AULA SUL RIFINANZIAMENTO DELLA MISSIONE IN AFGHANISTAN

Libri Poetici - Salmi Sal 4,3
Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore? Perché amate cose vane e cercate la menzogna?
fatico ad arrivare alla fine del mese, ma per dimostrare coerenza e buona fede, versero' un euro.

"...Percio' dai loro FRUTTI li riconoscerete" Mt (7/20)

Cara signora Rame,volevo chiederle esattamente perchè i tempi per la discussione delle leggi sono così lunghi, ad esempio la legge contro gli sprechi, che lei giustamente propone e che sottoscrivo in pieno,quando si discuterà?. Capisco che ci siano delle priorità su delle scadenze, tipo ora la questione del rifinanziamento della missione in Afganistan,che andava fatto(andar via ora da lì non avrebbe aiutato il processo di pacificazione), ma penso sia arrivato il momento di dare risposta ai bisogni dei cittadini. Per questo le chiedo notizie anche sui Dico, di cui si fà un gran parlare in vaticano e all'interno della CEI( che si dà un gran da fare per farli abortire prima ancora che nascano!)ma non si sà nel loro cammino parlamentare a che punto siano!Se può darmi notizie le sarei grata.

Prima di entrare nel tema "dico" vi chiedo di riflettere su questo termine:

Bigotto: di persona o pensiero che mostra una grande religiosità unita ad altrettanta intolleranza e mancanza di flessibilità...

Vi prego riflettete qualche minuto...

Cara Franca, l'ho sempre apprezzata come attrice e come persona, per il suo prendersi a cuore le questioni sociali e sono stata veramente felice di vederla eletta al senato. Le scrivo però per comunicarle il mio disaccordo sul suo voto riguardo al rifinanziamento della missione afghana, capisco le sue motivazioni, fare cadere il governo vorrebbe dire finire dritti dritti nelle braccia di Berlusconi, ma io le chiedo, se questo governo, per non far tornare Berlusconi, fa tutto quello che avrebbe fatto lui se fosse ancora là, cosa cambia per noi? Sì all'indulto, sì al rifinanziamento della missione di "guerra" (per favore non chiamiamola pace), sì all'allargamento delle basi di Vicenza: che cos'ha di diverso questo governo dal precedente?
La saluto cordialmente.

Mi hai risposto:

"dimenticavo
Losco figuro te lo tieni per te,
mai andato in galera
...
buon padre di famiglia (chiedere a mia moglie)
...
By andreafederica "

Strano, tua moglie l'altra notte non mi confermava la tua versione.
Te lo dice uno che contrariamente a te si è fatto anche la GALERA per non fare il servizio militare. 12 mesi.
Io POSSO scrivere e parlare di queste cose. L'ho pagato sulla mia pelle. TU NO.

Controcorrentesatirica.com

La Chiesa deve fare apostolato: cioè spiegare la parola di Dio e accompagnare i propri fedeli verso la salvezza dell’anima. Non può ricattare uno Stato per orientare le leggi a suo favore.

Una condotta di vita fedele alla parola di Dio non puoi imporla con le leggi di uno Stato: se come Chiesa non hai l’autorità di far rispettare i comandamento non puoi delegare il Parlamento a farlo al posto tuo!

Ti faccio un esempio: tradire il partner è un peccato ma non un reato! Non santificare la domenica è un peccato ma non un reato. I credenti che si sforzano di rispettare i comandamenti devono farlo con la loro volontà non di fronte a un tribunale.

Uno Stato deve pensare a fare leggi per la felice convivenza di TUTTI i suoi cittadini e non immedesimarsi solo un una parte.

E poi di omossessuali è pieno il mondo, esistono da sempre: il problema non è accettare la loro esistenza ma riconoscere loro i diritti di tutti!

Come c'era da aspettarsi la vecchia Senatora malandata non si è dimessa. Lo spiega con argomentazioni penose in un intervista al sito centomovimenti. La realtà è che ciò che dice non vale una benemerita mazza. Lo sapevamo già, purtroppo. Ma ciò che realmente disgusta nell'operato di questa politicante è l'apparente consapevolezza con la quale comunica, nel blog e non solo, i disastri delle missioni militari e le relative contaminazioni da uranio ad esse associate. E, nonostante queste considerazioni, va in aula e vota i rifinanziamenti missioni militari all'estero. Che schifo! Che vergogna! Quante sporche responsabilità nella vecchia groppa. E, soprattutto, quanta immonda ipocrisia. Si predica bene ma si razzola male. Lo esige il Tutor dell'IDV. Pazienza: "sinistri o destri la realtà non cambia; l'importante è mangiare e garantirlo a tutta la casta dei privilegiati". Vero Senatora, o non è così?
Comunque, anche senza una maggioranza certa, dobbiamo fino ad ottobre 2008 (tempo necessario alla maturazione dei privilegi) sopportare questo schifo di politicanti. Dopo tornerà il Berlusca o chi per lui e, naturalmente, non cambierà niente. Sono tutti d'una stessa rapace pasta, anche la Senatora.
Speriamo, come spesso disse Nessuno, che a lei e non solo gli venga un colpo fatale. Solo la dea morte ci può levare dalle balle questa genia guerrafondaia nei fatti (voto). Altre risorse non se ne vedono all'orizzonte.

Postato per cervelli non adoranti.

Opinioni libere di Una Voce.

P.S. Senatora, fondi, visto il voto pro guerra, il famoso e agognato "Nobel per Disabili Afgani e non Solo". E SI VERGOGNI!

back home

invia questo articolo stampa questo articolo aggiungi ai preferiti

In aula spunta il computer con gli scacchi
Passatempi ed escamotage per ammazzare la tensione. La Serafini legge l’oroscopo

di KATIA PERRINI NON serviva guardarlo negli occhi o indugiare sulle gote gonfie d’aria per dedurre che quel refolo costante gettato fuori dalle labbra scaricava tensione. Bastava osservare le mani del ministro degli Esteri Massimo D’Alema, per capire quanto su quella sedia al centro dei banchi del governo, attorniato dai colleghi, in attesa del Giudizio sull’Afghanistan, Baffino avrebbe preferito farci sedere qualcun altro. Novello esperto in origami giapponesi, tormentava un foglietto di carta fin quasi alla polverizzazione. Nello stesso momento pare che il premier Prodi, nei palazzi di Lula, abbia avvertito un fastidioso fischio all’orecchio destro. E pare fosse proprio colpa di Massimo che da Palazzo Madama sognava le spiagge brasiliane... Tra vallettopoli e oroscopi — Quando la seduta si fa lunga, il tempo tocca farlo passare, perchè mica puoi stare ad ascoltare per otto ore di fila! Il passatempo preferito, per molti, è la classica lettura del giornale. Tra una votazione e l’altra, l’argomento più ghiotto, sul quale in molti ieri sostavano, era Vallettopoli. Con questi chiari di luna, vai a vedere se qualcuno ti ha coinvolto in qualche festino-orgia e neanche lo sapevi. E ora che Mastella ha pubblicamente smentito di essere lui il famigerato politico sullo yacht al largo di Capri, tra cocaina e trans, è meglio stare sempre sull’allerta. Anna Serafini, invece, preferisce consultare l’oroscopo di Branko con la vicina di scranno. Le stelle del marito, dovevano essere assai buie, ieri, vista la sonora «bocciatura» dei senatori (Piero Fassino voleva far partecipare alla Conferenza di pace in Afghanistan anche i talebani). Come a scuola — Fa tenerezza, Franca Rame. La guardi e ti sembra di essere tornata ai tempi della scuola, quando arrivavi sui banchi con il tuo bell’astuccio, da fare invidia a tutti gli altri. E, uno ad uno, con gli occhi dei più invidiosi puntati addosso, tiravi fuori il pennarello nero con la punta grossa, l’evidenziatore giallo, quello verde, l’azzurro, il fuxia. Bingo! All’appello non ne manca neppure uno. La moglie del Nobel Dario Fo, esorcizzava, forse, quel «sì» espresso a «forza» per sostenere il Governo, scrivendo a caratteri cubitali su una risma intera di fogli, il proprio «no» più profondo: «Aspetto il giorno in cui tutte le donne del Parlamento, donne e madri, si ribellino alla guerra votando un bel no», oppure «Centinaia di migliaia di vittime civili e militari». Tutto quel mettere nero su bianco evidenziato a colori, non le è servito a rendersi la coscienza più leggera. «Con non pochi problemi di coscienza voterò sì», dirà in fase di dichiarazione di voto. Computer a bordo — Vien da chiedersi a cosa serva portarsi il computer sui banchi del Senato. Per viaggiare su internet? Per impiegare il tempo? Per chattare? Per scriversi direttamente i comunicati stampa da inviare a giornali e tv? Vallo a sapere. Ciò che è certo, è che qualcuno ieri, giocava a scacchi. Oltre l’auricolare — Se ne sta lì in silenzio, con il suo bel auricolare all’orecchio (e nessuno si permetta di malignare che sia come quello usato da Ambra Angiolini per farsi suggerire da Gianni Boncompagni quel che voleva dire e fare) la senatrice a vita Rita Levi Montalcini, ligia al suo dovere, non si muove dalla sedia. Massima espressione di ciò che qualcuno definisce «senso civico». È tutto oro quel che luccica — A parte la cravatta del leghista Roberto Calderoli (verde squillante, of course) che farebbe morire di vergogna qualsiasi donna si accompagnasse a lui, nel grigiore generale (ma, si sa, in Senato le Ciccioline e le vallettine non sono state ancora sdoganate), svettava la mise alla gran moda di Maria Burani Procaccini. Eh sì, perché quest’anno si usa l’oro (ma la giacca stampata pitone luccicante, no, per favore!). Per non esser da meno, due posti più in là, Ombretta Colli esibiva, in bella mostra sul suo tavolino, un’abbagliante borsa argentata. Gran ciambellano — Deve esser rimasto seduto al suo posto solo per una manciata di minuti. Per il resto del tempo, Calderoli ha fatto la spola tra i banchi: da Castelli a D’Alema, dalla Montalcini a Parisi. Così si fan le pierre. [email protected]

intanto publico questo che mi ha inviato il diligentissimo Luca Faccio....sei un spider su quee do rodee luca....ti xè sempre na rodada avanti a tutti....nella melma delle offese tu vai alla sostanza e ci consegni l'essenza delle Ragioni per cui Franca deve RESTARE!

Il peso è di tutti noi che ti abbiamo chiesto di restare, non sentirti di portarlo da sola. Difficile augurarci la morte a tutti....di qualcuno la iettatura gli tornerà anche in dietro!

L'altra sera era un po' emozionata, Franca Rame. Girava e rigirava tra le mani quei foglietti su cui aveva scritto gli appunti per l'intervento sull'Afghanistan e che, poco dopo, avrebbe pronunciato davanti a mezzo governo e tutto il Senato al completo. Avrebbero notato il lifting? Si trattasse di un esponente del centro destra, meriterebbe forse un articolo nelle pagine interne. Casini, Fini, Calderoli sarebbero poco più di una curiosità, un contorno ai pezzi di cronaca su Vallettopoli. Fosse Silvio Berlusconi, se la caverebbe con cinque righe senza commento. Mara Carfagna non la noterebbe nessuno. Ma qui è diverso. La notizia è di quelle succulente. Perchè si dà il caso che l'operazione più politicamente scorretta che possa immaginare un qualunque elettore di sinistra (non diciamo di estrema sinistra) l'abbia fatta Franca Rame in Fo. Senatrice dell'Italia dei Valori, autorevolissimo interprete al femminile dell'antiberlusconismo d'origine controllata, fuori e dentro i teatri di mezz'Italia, il 3 e 4 gennaio scorsi ha preso il coraggio a due mani, ed è entrata nella clinica Villa Letizia, Milano. Lì, la senatrice che l'altra sera disquisiva sui costi delle missioni in Afghanistan, 3 miliardi e trecento milioni, «mentre gli aiuti alle popolazioni ammontano solo a 280 milioni», ha staccato un assegno di ventimila euro circa e si è sottoposta ad un intervento di lifting «completo», un'operazione che nel linguaggio dei chirurghi plastici vuol dire: collo-zigomi-occhi. Chissà il marito-Nobel come avrà valutato, alla fine, l'operato del medico che l'ha avuta sotto i ferri, Angelo Valli. È, costui, personaggio assai noto alle cronache politico-mondane. Esattamente nel gennaio di tre anni fa (che vi sia un periodo dell'anno dedicato ai lifting, come ve ne sono per le settimane bianche?) il Cavaliere si era attirato gli sbertucciamenti della stampa di mezzo mondo per quello che alla fine era stato un intervento di blefaroplastica: «Un ritocco alle palpebre», come disse lui. Interviste, articoli di commento, reazioni indignate, precisazioni, retroscena, editoriali seriosi aveva- no condotto alla conclusione che proprio Valli fosse stato il mago del new look cavalieresco. «Lusingato, ma non sono io», era stato costretto a dire il luminare che di sicuro non immaginava per chi avrebbe lavorato tre anni più tardi. Forse, chissà, non lo immaginava nemmeno Franca Rame medesima. Va bene la nuova vita pubblica da parlamentare, va bene la notorietà da tutelare anche sul piano dell'immagine e quella promessa così allettante che Villa Letizia spa- ra anche sul sito, alla voce "vantaggi del lifting": «eliminazione delle rughe e aspetto giovanile del volto». Per una signora settantottenne che vuole tenersi su va bene tutto. Ma come conciliarlo, questo tutto, quando finisce per comprendere quel gesto così poco (per non dir nulla) di sinistra? Come conciliare un lifting in piena regola con la vita quotidiana di casa Fo, tutta casa, teatro e antiberlusconismo? Si dà il caso che proprio al febbraio 2004 risalga il debutto di uno dei lavori di maggiore successo della coppia. Si chiama "L'anomalo bicefalo" e, tanto per cambiare, descrive le peripezie di un certo Silvio Berlusconi, costretto ad un trapianto di cervello, metà del quale ereditato da Putin. Il testo è tutto un ironico rife- rimento al trapianto di capelli del Cavaliere e a quel lifting che quando "l'anomalo" ha debuttato era avvenuto solo un mese prima. La parte della Rame è quella di una certa Anastasia, un'attrice alla quale viene chiesto di interpretare la parte di Veronica e che accetta solo a condizione di «un bel lifting generale: faccia, seno, ventre, cosce e glutei». Come dire che, va bene tutto, ma quando ci si rende conto di chi bisogna imitare, almeno i piedi tornano per terra. Se Berlusconi non può proprio dirsi un giovanotto, imitare Veronica Lario, anche per un'attrice consumata come Franca Rame, ai suoi tempi forse pure attraente, un "aiutino" lo richiederebbe. Ma non importa. Non è certamente questo che è venuto in mente alla senatrice fresca di Parlamento. Forse avrà ripensato ad un sondaggio che il settimanale Anna fece dopo il ritocco dell'allora premier: risultò che più di metà degli italiani lo avrebbe fatto fare volentieri a Bossi, seguito da Buttiglione e Giuliano Ferrara. Piero Fassino avrebbe dovuto farlo secondo il 16 per cento degli intervistati e Romano Prodi per il 20. Nella classifica lei non figurava, non aveva ancora messo piede nel tempio delle istituzioni. Ora sì. Ecco perché ha deciso di superare tutti e mettersi a pari con Berlusconi, accettando di adeguarsi alle sue regole estetiche e di immagine. In fondo che male c'è? Vero che, dopo quel gennaio di tre anni fa, Antonio Di Pietro fece la battuta: «C'è gente che pensa al lifting invece di pensare ai soldati a Nassiriya che rischiano la vita». Vero che Antonio Di Pietro è il leader del partito nelle cui file è stata candidata ed eletta la signora Fo. Vero che proprio di soldati «completamente abbandonati dal nostro governo» ha parlato l'altra sera, accalorandosi, la senatrice mentre ricordava anche che «pace e guerrra hanno ormai lo stesso significato». Tutto vero. Ma il lifting, quando ci vuole ci vuole. Anche per lei.
FACCIA DI RAME La senatrice dell'Italia dei Valori Franca Rame, fresca reduce di lifting a collo, zigomi e occhi

Quando trovi materiale posta posta posta! persone con la tua attenzione sono preziosissime...puoi trovare qualcosa sui temi proposti da Franca, così da far convergere nel nostro spazio ogni informazione utile? avrebbe anche il merito di mettere un pò di cotone negli orifici di certi scarichi fognari i cui sprouting sinaptici sono evidentemente connessi all'ampolla rettale.

omettono opportunisticamente di dire che mentre i soldi per il suo legittimissimo eventuale lifting Franca Rame li aveva già di suo, guadagnati in 65 anni di teatro, e chiunque col suo denaro fa quel che gli pare...il il "nano tirato"( che De Andrè abilmente connota), i soldi dei suoi ritocchi, e dei regalini di 70 milioni di euri per garantirsi la fedeltà di Bossi,o i miliardi per ristrutturarsi la villa in Sardegna( ponendola come ristrutturazione di bene dello stato in quanto seconda dimora del premier, e quindi facendocela pagare a noi) li ha guadagnati in 20 anni di intrallazzi politico-mafiosi ( qualcuno mi spiegherà un giorno come si fa a voler ancora credere che qualcuno figlio di un normalissimo direttorucolo di banca, in soli 20 anni senza aver scoperto alcun giacimento di diamanti in Amazzonia, possa diventare così ricco). I cafoni altresì omettono di dire che col suo stipendio di Senatrice, unica nella storia della Repubblica, Franca Rame ha istituito un Fondo per le famiglie dei militari colpiti dalla sindrome dell'uranio impoverito, con una quota iniziale di 20 mila euro, che a tutt'oggi praticamente solo con i suoi versamenti è arrivata a 30 mila euro. Omettono altresì il trascurabile dettaglio che sempre col suo stipendio di senatrice Franca sostiene situazioni disperate di molte altre famiglie senza che nulla trapeli dalla stampa.L'omissis ovviamente non include che se la liftatissima Franca non fosse al Senato, la missione in afganistan ci sarebbe stata comunque ma non ci sarebbe stato ne il fondo per l'uranio nè null'altro.
Oggi invierò 15 euro perchè questo me lo autotasso col valore di 5 euro.