Kosovo indipendente, e poi?

 articolo tratto da http://www.osservatoriobalcani.org/

 
In mancanza d'opzioni migliori e senza aver trovato una soluzione originale alla lancinante questione dello statuto del Kosovo la comunità internazionale si è decisa a sostenere la nascita di un nuovo Stato. Un commento

Di Christophe Solioz*

Il 2 luglio 1990 i deputati albanesi del Kosovo proclamarono l'indipendenza e poi, nel settembre 1991, promossero un referendum clandestino. Infine, il 24 maggio del 1992, Ibrahim Rugova venne eletto alla testa della “Repubblica del Kosovo”. A parte l'Albania, nessun altro Stato riconobbe il Kosovo. La comunità internazionale finse d'ignorare la gravità della situazione, s'accontentò di mezze misure e, soprattutto, marginalizzò le tavole rotonde attorno alle quali si riunivano i protagonisti del difficile dialogo serbo-albanese.
Come si ricorda in modo appropriato in un libro di Pierre Dufour, con il quale allora eravamo impegnati nella promozione di un'opzione pacifica: in Kosovo “si è marciato sulla pace”. Una ventina d'anni dopo, dopo un doloroso cammino, con la Jugoslavia che non esiste più, è in una situazione geopolitica del tutto differente che il parlamento del Kosovo, il 17 febbraio 2008, proclama l'indipendenza del Kosovo amministrato dal 10 giugno 1999 dall'Onu, secondo quanto previsto dalla Risoluzione 1244.

Tanto il fallimento delle negoziazioni sul futuro del Kosovo - condotte inizialmente da Martti Ahtisaari e poi dalla troika Ue, Usa e Russia - da un parte, quanto l'assenza di una nuova risoluzione dell'Onu, illustrano non solo le sempre presenti divisioni tra serbi e albanesi in merito al Kosovo ma anche le molteplici divergenze in seno alla comunità internazionale. Malgrado gli sforzi della Slovenia che presiede questo semestre dell'Unione europea e il bisogno di Bruxelles di affermarsi quale attore rilevante sulla scena internazionale, l'Ue non è riuscita a parlare con una sola voce.

Per mancanza di opzioni migliori e per non essere riusciti a trovare una soluzione originale alla lancinante questione dello statuto del Kosovo la comunità internazionale, stanca di guerre, si è decisa a sostenere – chi a denti stretti, chi con un pò più di coinvolgimento – la nascita di questo nuovo Stato.

Il Kosovo indipendente dimostra forse il successo della comunità internazionale, la fine del protettorato, la realizzazione di una democratizzazione consolidata, di un'economia sostenibile e di uno stato sovrano? Niente di tutto ciò.

Dietro ai discorsi degli internazionali presenti in Kosovo, ripresi in parte con servilismo dalla nuova classe politica kosovara, vi è un Kosovo che non è multietnico non essendolo mai stato, ma piuttosto profondamente diviso. In effetti, come prima del 1999, la società kosovara rimane strutturata attorno alla divisione tra serbi e albanesi ed è caratterizzata dall'apartheid. E questo significa il fallimento della comunità internazionale. Mitrovica ne è il simbolo: i serbi vivono in Kosovo in ghetti e le altre comunità minoritarie non-albanesi non sono più privilegiate.

Sovranità? Proprio no: al protettorato Onu seguirà un'indipendenza fortemente supervisionata dall'Unione europea e il territorio rimane fortemente controllato dalle forze della Nato; dopo gli standard della missione delle Nazioni Unite (UNMIK) spetterà al “potere normativo” dell'Unione europea di imporre le sue logiche economiche, istituzionali e di sicurezza.

Domanda: la condizionalità europea sarà più efficace che i dispositivi messi in campo dall'UNMIK? Quest'ultima ha messo in campo una struttura imponente i cui risultati sono discutibili; come potrà fare meglio l'Unione europea con meno mezzi? Nel quadro della missione Onu l'Ue è già in carico del processo di privatizzazione; con risultati altalenanti. Bruxelles si impegna quindi in una missione ad alto rischio con una credibilità fortemente limitata.

E allora, quale la buona notizia? Davanti ad una crisi rilevante, la Serbia ha reagito in modo contenuto; è la fine degli anni di Milosevic e si è avviata una transizione (purtroppo a malo modo) per superare la logica del protettorato che ha mostrato i suoi limiti. Rimane che una volta divenuto realtà il sogno dell'indipendenza il risveglio rischia d'essere brusco per chi vuol fare del Kosovo un vero stato, e , per di più, che possa un giorno divenire membro dell'Unione europea. Ma dopotutto, perché no ... il Kosovo rimane uno stato virtuale del quale l'unica prospettiva di futuro è l'integrazione europea.

*Christophe Solioz è segretario generale del CEIS. Sta per pubblicare la prossima estate assieme a Wolfgang Petritsch, Dimitrij Rupel e Andrej Vrcon :"The Western Balkans in Europe: A Regional Membership Manifesto" (Nomos, 2008).
 


Commenti

Inizialmente e istintivamente il fatto che un popolo come quello kosovaro, che ha tanto sofferto, che ha tanto subito in nome della polizia etnica, abbia raggiunto finalmente l’indipendenza mi ha fatto sentire sollevata. E’ poi sempre “romantico” pensare all’indipendenza e alla libertà di un popolo.
Ma poi,riflettendoci, il modo con il quale si è proclamata l’indipendenza e il modo con il quale sia stata riconosciuta mi crea perplessità e preoccupazione.
L’indipendenza del Kosovo contrasta con le norme del diritto internazionale . E’ un atto unilaterale, un attacco alla sovranità territoriale di uno stato, della Serbia. E’ l’espressione della politica del fatto compiuto non quella dei trattati e della diplomazia. E non penso che la rivendicazione di una identità etnica possa essere il fondamento per il riconoscimento di uno stato.
Di fronte a questo evento l’UE si è dimostrata debole perché non è riuscita ad adottare una politica comune. 17 paesi stanno per riconoscerne l’indipendenza, 10 non la riconosceranno (perché alcuni al loro interno hanno analoghi problemi) .
I cinque membri del Consiglio delle Nazioni Unite che hanno potere di veto si sono spaccati: Cina e Russia da una parte e Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna dall’altra.
Inoltre il riconoscimento dell’indipendenza kosovara è in contrasto con la risoluzione 1244 del Consiglio delle Nazioni Unite che riconosce la sovranità della Serbia sul Kosovo.
Gli esponenti dell’Unione Europea che hanno riconosciuto l’indipendenza considerano il Kosovo un “caso speciale”, particolare, come a dire che è un’eccezione. Ma mi chiedo se il riconoscimento di uno stato si possa basare su un’eccezione, su un caso particolare e se invece non debba avere un fondamento più certo e consistente, vista anche la delicata situazione balcanica, se non debba cioè nascere da accordi e trattative. Non potrebbero, se d'interesse occidentale, diventare “casi particolari” anche altre dichiarazioni unilaterali d’indipendenza ?
Temo che la proclamazione dell’indipendenza e il suo riconoscimento proprio per il modo con i quali si sono manifestati possano originare tensioni e conflitti in questa regione particolarmente dilaniata.
Oltre alla frustrazione della Serbia per avere perso il Kosovo, altre minoranze etniche come i croati della Bosnia Erzegovina, gli albanesi della Macedonia e altre potrebbero rivendicare le loro aspirazioni sull’onda di quella kosovara.
E per finire una domanda mi sorge spontanea: ma il Kosovo, paese povero economicamente,"protettorato internazionale" e da domenica ancora più bisognoso di "protezione", come peraltro anche le altre etnie al suo interno, davvero sarà uno stato indipendente e sovrano? Oppure, come sembra purtroppo più logico, non sarà invece “succube” e governato da altri come gli Stati Uniti, l’Unione Europea e l’ONU?

Cara Antonella,
Don Asnaghi diceva che una delle cause della IIa guerra mondiale e' stato il nazionalismo.

Purtroppo ne vedo troppi.
La gente non sa più stare insieme.

La libertà ti manca non quando sei governato dagli stranieri, ma quando sei governato dai PREPOTENTI!!!

In JUGUSLAVIA e' successo di tutto dopo il collasso economico. Poi è finita come tra i "Polli di Renzo". Appesi a testa in giù, si beccavano tra di loro.

Chi ha lasciato CHE SI VERIFICASSE IL FALLIMENTO ECONOMICO DELLA JUGOSLAVIA ?

E' vero, c'è stata la morte di Tito. Ma forse che non si sapeva che morendo Tito si sarebbe corso il rischio di uno scollamento ?. Non si poteva prevenire che si verificasse ?

Mi viene in mente un altro nome che faceva da collante ARAFAT, e quello che sta succedendo dopo la Sua morte...perlomeno strana...

Un abbraccio.
Luigi Fusi

PS: hai mai sentito parlare di KONRAD LORENZ e dei suoi studi sull'aggressività.

Aveva capito/scoperto che l'aggressività e' un istinto primordiale, come quello dell'alimentazione. Garantisce la sopravvivenza. Ha garantito la sopravvivenza.
Poi aveva verificato che l'aggressività e' sublimata dall'amicizia, ovvero l'energia di aggressività, che ti fa difendere in modo aggressivo da una aggressione, diventa amicizia che viene contraccambiata da amicizia: il medesimo istinto. E' questo secondo aspetto che è carente nella società odierna. Tutto e' competizione, esasperata. Se non addirittura scorretta. Fuori dalle regole. E allora l'uomo rischia ancora di far venir fuori il LUPO che è dentro lui "OMO OMINI LUPUS" (non preso come b, da un libriccino). Oppure "SEI ANCORA QUELLO DELLA PIETRA E DELLA FIONDA, UOMO DEL MIO TEMPO" (S.Quasimodo).

E' su questo che bisogna ragionare...sulle cause. Non correre dietro a tappare le falde che continuamente si aprono.

Per questo: VIVA "GINO STRADA", ABBASSO D'ALEMA (mi spiace dirlo, ma ignorante nel senso vero della parola). Basta vedere come Lui per primo e' aggressivo, con quel suo essere "sopra gli altri". Una persona, con più e' colta, con più e' umile. Hai presente Renzo Piano. Favoloso...

PS2: Ho fatto l'esempio di Renzo Piano perché l'ho visto a "Che tempo che fa" e veramente ne ho un bellissimo ricordo. Tra l'altro aveva parlato dei termini inglesi che camuffano la realtà, trasformandola come culturalmente valida anche quando non lo e'. Aveva fatto proprio l'esempio del trash - brutto (l'anno scorso). Diceva che si vorrebbe far passare il trash nelle città. E ha tradotto: il BRUTTO nelle città. Trash significa anche pattumiera.

Ho avuto problemi di connessione e solo ora riesco a rispondere. Si ho sentito parlare dell'etologo Konrad Lorentz e ho letto dei libri suoi, io ho due cani e un gatto e leggerli mi permette di conoscere meglio questi nostri amici a quattro zampe. Si, l'aggressività è un istinto che è essenziale alla sopravvivenza, alla difesa di sè, della prole, del branco, del territorio. E' quindi fondamentale e positivo. Ma c'è differenza tra l'uomo e l'animale. A questo proposito mi permetto di segnalarti, se t'interessa, un articolo di Danilo Mainardi dal titolo "Lotta tra le formiche" (11/08/2002) sul sito web italiano di filosofia:
www.swif.uniba.it/lei/rassegna/sole.htm
Parla dell'aggressività umana ed animale.
L'animale quando lotta con un soggetto della propria specie (aggressività intraspecifica) è difficile che lo uccida, in genere questi scontri non sono mai mortali perchè riconosce alcuni segnali calmanti, di cessazione della lotta : l'animale fugge o si sottomette. Insomma all'animale interessa salvaguardare se e la propria prole, non uccidere l'avversario. Questo purtroppo non avviene nell'uomo che è l'unico animale che stermina in modo consapevole (e talvolta provandone piacere e costruendovi su delle dottrine...) il suo simile, insomma si auto stermina, si auto distrugge !!! E non riconosce alcun segnale di cessazione della lotta: la fuga, la resa sono assolutamente mal viste. Anzi tutti inneggiano alla forza, al coraggio, si autoesaltano...E allora che dobbiamo fare? E' un discorso ampio e astratto e ideale.
Si, come dici tu,ripensare ad un nuovo modo di vivere i rapporti umani, amicizia, solidarietà, umanità, empatia, come fanno Gino Strada ed Emergency, che davvero stanno accanto alle persone sofferenti, alla popolazione, ma c'è anche la politica, la logica delle grande potenze. Forse occorrerebbe che anche loro non pensassero al loro tornaconto ma fossero mosse da una sincera passione umanitaria (non come le guerre umanitarie che fanno) cioè aiutare sì le popolazioni che vogliono conquistare i loro diritti, la loro indipendenza, ma aiutarle con aiuti umanitari,con appoggi al dissenso, con lo sviluppo di una cultura di emancipazione sociale, aiutarle combattendo a fianco a loro, anche con le armi, ma non sostituendosi a loro nella guerra, e poi una volta raggiunto l'obiettivo...aiutarle a progredire, a camminare con le loro gambe, a costruire una società a loro misura e non come dice la frase non ricordo detta da chi (senz'altro da un americano): "The mission of the promotion of every aspect of the American way of life in every part of the world" (scusate l'inglese ma penso che si capisca)che sa molto di assolutismo, di colonialismo, di strage dell'indios e degli indiani...che parte dalla presunzione che il proprio modo di di vita è quello giusto, che si possa esportarlo (ed importarlo) in qualsiasi società...invece ogni società, ogni popolo ha il proprio cammino verso la conquista dei propri diritti, verso l'autodeterminazione, verso la crezione di uno stato che sia specchio della società dalla quale è nato, che non può essere imposto da nessuno.
Scusate la lunghezza e l'astrazione. Ciao a tutti!!!

I Balcani sono una fucina di contraddizioni...
Il kosovo è sempre stato abitato sia da albanesi che da serbi, in proporzioni oscillanti in funzione della violenza e delle epurazioni degli uni contro gli altri. Attenzione, perchè poi queste due "maggioranze etniche" hanno, a tratti alterni colpito anche le altre minoranze presenti sul territorio: Rom, Sinti, Ashkali...
Insomma, una terra minuscola ed eterogenea, vittima degli appetiti della "Grande Serbia" e della "Grande Albania".
Ma OGGI, cosa possiamo fare? Perchè così pochè obiezioni contro lo "stato etnico" (quello che piaceva a Hitler, per intenderci..) ?
Rimango convinta del fatto che è necessario garantire una coabitazione da "separati in casa" ... Bisogna dare una consistenza al fatto che in quella terra abitano storicamente entrambi i gruppi, che non possono gestire in maniera centralizzata la Cosa Pubblica, ma che è necessario emanciparsi dalle rivalse etniche, e quindi le decisioni di maggiore importanza (politica estera, interna, economica) vanno prese congiuntamente. Ed infine (vi prego di non pensare ad un'argomentazione "leghista") Il diritto di secessione era discusso già ai tempi della costituzione americana.. ci sarà un motivo!
Certo se poi gli attori internazionali iniziassero una decisa campagna di repressione contro le mafie che in kosovo transitano (italiana, russa, albanese..) con i traffici di armi, droga, prostituzione, organi e corruzione super diffusa ad ogni livello.... sarebbe più facile fare chiarezza in un clima di legalità!
buona giornata!
redazione
 

KOSOVO: D'ALEMA: DA ITALIA RAFFORZAMENTO PRESENZA NEI BALCANI

(DIRE) Roma, 21 feb. - "Anche l'Italia riconosce il Kosovo e si
appresta in questo modo a dare il suo contributo alla costruzione
di uno stato di diritto". Lo dice il ministro degli Esteri
Massimo D'Alema in conferenza stampa a palazzo Chigi.
   L'Italia, aggiunge D'Alema, contribuira' a "rafforzare la
sicurezza nei Balcani" anche "con un'ulteriore presenza di
funzionari e militari italiani inquadrati in una missione civile".

Na chitarra, sotto le mani der musico, sona note piene de gioia e follia, salenno sur p'er cielo e scennenno fino a tocca' er core dell'omo.
Gianni è tornato a casa, diceva quarched'uno ner palazzo.
Tu sei entrato a casa e te guardi 'ntorno avvicinnannote a la finestra che da sur cortile.
T'affacci e te scorre er tempo passato, quer tempo dove giocavi co' li regazzini a nasconnino cercanno de 'n fatte prenne.
Sposti lo sguardo verso sinistra, li dove ce sta' er platano che fa ombra a la' panchina de quer fazzoletto de tera che l'artri chiameno parco.
Quann'eri regazzino te sembrava tarmente granne che pensavi ch'era grosso come er monno, e te viè 'n mente quanno vedevi la regazzina der terzo piano che te faceva arrossi' le guance: te nasconnevi dietro er tronco e la rimiravi de nascosto.
Sposti lo sguardo verso destra e scorgi er baretto dove te 'ncontravi co' l'amichetti: eravate cresciutelli, ma ancora co' la voija de vive dentro.
Li 'ncontrasti Francesca.
Giorni passati a scambiavve sguardi pieni de core e de carezze nascoste, ma su le mani c'era scritto amore cor sangue.
Organizzavate le gite cor motorino, te lo ricordi?
La matina presto ve preparavate le pagnottelle da mette dentro er sacco, 'nforcavate er motorino e ve 'n'annavate su li prati fori porta.
Na' coperta stesa pe' tera, 'n pacchetto de sigarette e le pagnottelle su 'n lato, tutti l'amichi dall'artro e passavate la domenica co' la gioia e l'amicizia dentro er core.
Te scosti dar vetro de la finestra, e scorgi er viso tuo sorcato da na lacrima che scenne lentamente: manco te 'n'eri accorto.
Francesca è diventata tu' moije e c'hai fatto du' fiji che crescheno belli e gaijardi.
De' tu' madre e de' tu' padre t'è rimasto solo er ricordo de quei sorisi, ma puro de le litigate, che c'ereno tra de voi.
Er tempo trascorso se l'è portati via come er vento, lassannote solo co' li ricordi tua.
La casa de 'n do' sei cresciuto, vecchia e porverosa, ancora te fa' vede tutto quer ch'è stato li giorni passati: sur muro de la cucina, quello de fronte a li' fornelli, c'è ancora la scritta "TI AMO MAMMA" c'hai fatto er giorno der compleanno de tu' madre, co' la matita rossa.
Li muri, 'ngrigiti dar tempo, porteno li segni de quer ch'è successo quanno sei dovuto scappa' via.
L'amichi 'n'ereno più amichi, ma nemici.
'N giorno quarched'uno disse che chi era de colore rosa 'n'era più bbono pe' sta' co chi era de colore rosso.
Tu sei rosa e tu moije è rossa, e pe' sarva' tutto quer che de bbono avevi costruito sei scappato via da' qua' follia 'nfame.
Mo che li fiji tua se so' fatti na' vita più carma e tu moije penza a li nipotini, sei tornato a casa tua de niscosto.
Nun hai detto gnente a nissuno de sto viaggio c'hai fatto, e manco quanno torni.
D'un tratto na' musica dorce de na' chitarra lontana, te fa' torna ar presente.
T'affacci a la finestra de la cucina: la' su quer fazzoletto de tera, seduto su la panchina sotto er platano, vedi 'n vecchietto come te che sta a sona'.
Scenni de corsa le scale, cori de fretta verso er parco, t'avvicini e guardi meijo quer vecchietto.
E' Paolo, er compagno de scorribbande de li giorni passati.
Eravate poco più che ventenni quanno ve sete separati: li pianti che ve sete fatti giurannove amicizia eterna.
La guera der li giorni passati v'ha separato pe' tutti st'anni.
Lui ferma la mano su la chitarra, te guarda a fonno dentro l'occhi, te riconosce.
Senza ditte gnente lassa anna' la mano su le corde de lo strumento, abbassa lo sguardo e continua a sona' qua' musica che cantavate tutt'insieme quanno ve vedevate.
Te metti seduto vicino a lui, abbassi puro tu lo sguardo e ascorti le note.
Er tempo passa, s'è fatta notte su la città e 'n te ne sei accorto, ma pure Paolo è rimasto li accanto a te.
Quanto tempo perduto 'n nome de na' follia de uno.
Quanto amore non dato 'n nome de na' distinzione ingiusta.
Solo mo' te renni conto che li confini so' solo delle righe fatte da quarched'uno che tiene la mania der recinto.
L'amicizia, l'amore, la vita... 'n tengheno ne confini e ne righe.
Er mattino doppo te ne sei tornato da tu' moije.
'N novo sole sorgera' 'n giorno su sto monno.
Quanno accadra', forse nissuno guardera' co' desiderio er volo de' n'uccello penzanno che solo quello è er simbolo de' liberta'.

Forse nissuno penzera' che 'n gufo piccolo piccolo e tarmente inutile come me possa ave' penzieri de amicizia e de amore, ma tu che leggi ste righe mie fermete n'attimo e penza: sei sicuro de nun ave' visto Gianni, Paolo e Francesca?

Sì, caro Gufo, conosco Gianni, Paolo e Francesca; hanno altri nomi e la storia si svolge in altri luoghi, ma l'essenza dello scorrere del tempo, delle relazioni, degli affetti che questo scorrere porta con sè sono gli stessi.
Esiste l'individualità che determina l'unicità di ognuno di noi, ma esiste anche un principio, troppo spesso rimosso, di appartenenza al vivente, che accomuna tutti gli esseri.
Grazie di averlo ricordato

Ieri matina, mentre me stavo a preparà pe' famme 'n pisolo, m'è venuto a trova' Ginetto, er passero der Tufello.
"A gufe'" - me fece -"te devo domanna' na cosa: ma pe' te, ch'è l'amore?"
"L'Amore è come na rosa: bello, dorce e profuma d'infinito." - je risposi - "Ma come na rosa se spegne troppo 'n fretta, tuttavia, in arcuni casi, esso è puro paragonabile a 'n diamante: continuerà a splenne pe' sempre, 'ncorruttibile, ner core de du' amanti. 'N quer caso l'amore sarà dei più puri: se rivelerà come 'Er vero Amore', gnente lo turberà mai e, nonostante la lontananza, er trascore 'ncessante der tempo e de le vite, i cambiamenti e l'esperienze vissute, esso sarà sempre presente, farà sussurtare er core ar solo ricordo de 'n momento, facenno risplenne l'occhi nonostante la voia de soffocallo. Gnente o nissuno lo potrà mai oscura': esso durerà n'eterno illuminanno er core co' l'istessa luce, firtrata 'n quarche caso, da n'alone de nostargia."

Scusate se vado sul personale. Ho vissuto 20 anni a Roma ed è da 23 che vivo in Lombardia e leggere i tuoi scritti mi sembra di udire ancora il romanesco. Sull'onda della tua poesia, la lieve onda dei miei ricordi e un pò di nostalgia. Grazie, Gufo Triste
"Noi siamo fatti della sostanza dei sogni" (Shakespeare)
Antonella57(devo avere combinato un macello e non riesco più ad entrare con i miei vecchi dati così adesso uso i miei soliti (altri) e sono Clara61...Ciao a tutti

Ciò che er Gufo da' cor core 'n se deve da' ringrazia': er core da' senza chiede gnente 'n cambio.
Avevo letto bene tra le parole tue allora, me fa piacere penza' che forse 'n giorno vicino, tu possa torna' da sta' Vecchia Signora, 'n po' ruffiana e 'n po' mignotta, ma che te fa' parpita' er core ogni vorta che la vedi.
Se vieni, passa puro sotto er ramo mio. 'N te poi sbaija': è er terzo ramo de sinistra der seconno arbero davanti all'Anfiteatro Flavio.

Me struscio er becco sulle guance tue e t'abbraccio co' 'n'ala 'n segno de' rispetto.

Non so scrivere in romanesco ma cè provo.

Quanno stavo a Roma me potevi trovà sur terzo ramo der quarto arbero de la Pineta der Appio Claudio nè pressi de Cinecittà. E' er core de Roma che me ricordo e che me fà parpità.
E anche se tu nun voi te ringrazio lo stesso e t'abbraccio.

La vita passa, le cose cambiano,
ma dentro di noi rimangono
per sempre i nostri affetti, i nostri ricordi
al di là di tutto e di tutti.
Siamo fatti di memoria,
di emozioni,
di cuore e soprattutto non siamo soli.

Bellissimo
Grazie Gufo
"piccolo piccolo"
ma no assolutamente
"tarmente inutile"
nessuno è inutile
se ama, se sente battere il proprio cuore.

Se il mio cuore potesse parlare
ti direbbe che questo pomeriggio
gli hai donato un battito in più
Grazie Gufo Triste

E sono note che mi toccano,
solo note che mi vibrano,
che mi placano,
che mi lasciano.
L'onda d'orgoglio che a mare aperto esce,
così,
di strada,
navigante mi trova,
su rotte fatte tra cielo e stelle,
mai provate,
se non nelle vie della mente e nei cassetti dei sogni.
Lascio che resti un ombra,
lungo la notte mi troverà.

Gufo Triste

Poesia simmetrica.

AMICIZIA

UN AMICO:
UN NEMICO

SINCERO.

Un’amicizia può trasformarsi in una inimicizia,
se un amico vero è disposto a perderti per essere sincero.

Ma dopo un periodo di riflessione, di angoscia, e anche di lotta,
scopri che il tuo nemico è stato sincero. Cresci.
E ritorna l’amicizia.

E la poesia può tornare ad essere rivissuta dall’inizio.

L’amicizia no !.

E’ diventata più profonda.

Note: la simmetria e' una delle regole fondamentali della fisica . Quando capisci bene questa regola, dici a te stesso: "Ah BELLA questa materia". Questa è una esclamazione che mi veniva spontanea quando ero studente e riuscivo ad arrivare a capire il cuore della materia dopo aver tolto l'esterno. Ed anche altri ex studenti mi hanno confermato che anche a loro accadeva di fare la medesima esclamazione (per esempio uno dei titolari della ditta dove ho lavorato a Milano fino al '96).

Il titolo della la poesia deriva dalla simmetria delle parole, del numero dei caratteri, nella spaziatura delle righe - con la penultima che evidenzia il tempo che intercorre prima del superamento - e dalla simmetria dei ruoli: si è amici in due.

La poesia e' per Gufo Triste, per TUTTI e anche per Tubal in considerazione di quanto successo ieri, il quale - ne sono sicuro - capirà tutta la mia buona fede.

Ed è dedicata anche a FRANCA e TURIGLIATTO. Al loro scontro su posizioni diverse (rovino il clima poetico, ma, basta che TURIGLIATTO NON SIA COME BERTINOTTI, se no ...di righe vuote prima dell'ultima ce ne sarebbero - a mio parere - INFINITE: PURTROPPO.).

Un abbraccio a TUTTI.
Luigi

PS: Vorrei aggiungere che b e da molto tempo che non cresce più, infatti NON è circondato da amici sinceri, ma da YesMan (in italiano, lecchini) che MAI gli diranno che STA SBAGLIANDO. E se capita (o meglio se ne è capitato) che ogni tanto qualcuno gli dice la verità - mi ricordo l'avvocato di Monza Raffaele Della Valle - LO MANDA VIA!!!.

E' anche per questo che b è battibile se stiamo UNITI !

Sono certo della tua buona fede.
ieri dopo il nostro scambio di post, mi sono preso un po' di tempo per leggere i tuoi pensieri.
Per capire con chi stavo parlando e per capire cosa iopossa aver scritto da averti urtato.
Ammetto con colpa di non averlo mai fatto.
Purtroppo il tempo non mi è amico.
Leggendoli mi sono accorto che sei una persona di cuore e quindi
ho concluso che è stato tutto un enorme equivoco.
Stanotte mentre lavoravo davanti ai miei forni mi ero ripromesso di scrivertelo, ma mi hai anticipato e ne sono contento.

Un caro saluto
Maurizio (Tubal)

Caro Tubal,
posso ripetere le Tue stesse parole, anch'io ti devo chiedere scusa ed anch'io ho poco tempo.

Non so se vai a Napoli, mi sarebbe piaciuto esserci.

Mi ricorderò sempre quando sono rimasto senza fiato, non esagero, vedendo il golfo dall'alto di Posillipo.

Ho fatto ingegneria elettrotecnica, sbagliando come mi ha detto Gianni degli Antoni (papà dell'informatica italiana) perché in Elettrotecnica "non c'era più nulla da inventare"), ma ho conosciuto

il miglior professore che ho avuto
Renato Manigrasso: napoletano.

E' lui che mi ha fatto imparare il metodo per affrontare un argomento: diceva che bisogna saper togliere il contorno, arrivare alla sintesi, al cuore, per poi essere in grado - da soli, sulla base del ragionamento - di ricavare il contorno.

E' la cosa che mi è servita di più di tutto sul lavoro, dove ho dovuto imparare la contabilità, la gestione del magazzino, controllo di gestione, trasporto merci, ecc.

Il libro che ho scritto l'ho dedicato "A quei professori che trattano la mente umana non come un secchio da riempire ma come un'officina da attrezzare".

Se non avessi avuto il coraggio di mettermi da solo, a 45 anni, ora sarei su una strada. La ditta e' fallita. Era piena di YesMan.

Prima di licenziarmi avevo detto ad un titolare: "Se fossi io in te durante una riunione direi qualcosa di manifestamente errato, e tutti quelli che mi dicono di si li sbatterei fuori a calci in culo". Non l'ha mai fatto, era troppo vanitoso e sensibile al lecchinaggio per farlo.

Vorrei scrivere un altro libro, però non più tecnico, ma su tutta la mia vita.

Un abbraccio a Te, e a Napoli.

entrambi siamo rimasti affascinati dallo stesso quadro.
Anch'io all'età di 18 anni mi sono trovato in cima a Posillipo e ne sono rimasto profondamente colpito .

Il contrasto tra l'opera dell'uomo e quella della natura è stato fulminante.
Da una parte vedevi il mare e il meraviglioso golfo, dall'altra vedevi l'immenso complesso industriale dell'Italsider di Bagnoli.

Mio padre ci lavorava dentro come trasfertista (io e la mia famiglia siamo di Venezia e adesso vivo a Brescia).

Detesto anch'io gli YESMAN e non sono molto amato in azienda anche per questo (oltre che per le mie idee politiche).
Sono un tecnico siderurgico e seguendo il lavoro del personale, sono chiamato a seguire dei corsi di formazione per imparare a "gestire le risorse umane" (definizione che detesto dal più profondo dell'anima).

Mi detestano anche gli istruttori :-) perchè ribatto sempre che stanno insegnando "ipocrisia applicata".
Insegnano metodi per convincere gli uomini a produrre di più.
Ti insegnano a recitare pappagallescamente frasi ipocrite per strappare più sudore dalla fronte di chi già suda.

La mia obiezione è sempre la stessa:
anziché insegnare frasi e sistemi ipocriti, perchè non insegnate che dietro ad ogni uomo c'è una storia, una famiglia, dei sentimenti e dei motivi ... poi le frasi verrebbero dal cuore e non dal cervello.

Molto spesso ho prelevato di peso chi imponeva ordini assurdi e l'ho portato al fianco di chi doveva tradurli in realtà.
Ho visto ingegneri diventar paonazzi e cadere per terra senza fiato esposti a fumo, fiamme e calore.
Quando li ho risollevati la domanda era sempre la stessa:
"Adesso hai capito che cosa stai chiedendo?".

Ricambio di cuore l'abbraccio
Maurizio

Oggi ho parlato con Simona Giovannazzi,
lavorava all'Olivetti di Adriano Olivetti. E' la moderatrice nel filmato che ho consigliato di vedere un paio di giorni fa.

Quando c'e' stato il primo convegno su Adriano Olivetti sono andato giù a Milano. Ero in crisi. Avevo bisogno anche di uno stimolo di un forte (hai presente Foscolo, I SEPOLCRI "A grandi cose le dei forti...o Pindemonte.. ")

Poi non ho resistito sono intervenuto. Ho detto...

Io, 4 anni fa ho proposto ad un FINANZIERE DELLA SINISTRA DI MILANO DI AIUTARMI A PORTARE AVANTI UNA SOLUZIONE INFORMATICA PER DIMUNUIRE IL LAVORO, LAVORARE MEGLIO... MI SON SENTITO DIRE CHE PERCHE' DIMINUIVA LA "MANOVALANZA" NON ERA REDDITIZIA!!!!
SAI IN INFORMATICA LA MANOVALANZA E' IL LAVORO FATTO IN MODO BRUTO, LA MIA SOLUZIONE PERMETTEVA - E PERMETTE, NON L'HO ABBANDONA, MA LA STO PORTANDO AVANTI DA SOLO - DI FARE IN MODO CHE IL PROGRAMMATORE NON PARLI CON LO STUPIDO VELOCE MA CON UNA INTERFACCIA CHE TOGLIE IL LAVORO BRUTALE...

LA MANOVALANZA - OVVERO LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO DURO - FRUTTA TANTISSIMI SOLDI A CHI L'AFFITTA IN INFORMATICA...

E POI E' LOGICO CHE DA QUESTA FILOSOFIA ESCANO I ...FURBETTI DEL QUARTIERE (vedi indagine Forleo.., D'ALEMA)

Certo che anche Tu non scherzi...

Complimenti.
Vorrei dirTi altro, ma comunque credo che prima o poi ci incontriamo...non abitiamo lontanissimi

Certo che sei vicino all'INCENERITORE - PARDON TERMOVALORIZZATORE - PIU' PREMIATO DEL MONDO !!!

GUARDA CHE QUELLO CHE HO DETTO DEL "MODO ECC. " E' VERO.
Mi piacerebbe farti sentire la registrazione che NON POSSO DIFFONDERE PUBBLICAMENTE PERCHE' E' STATA CONFIDENZIALE, PERSONALE. Te la potrei inviare, so CHE NON LA DIFFONDERESTI.

Ciao.

Ma nun lo di' a nissuno però, artrimenti te spenno fino all'urtima penna.
Vedi dorce Amico, puro io me 'nteresso der ramo tuo: io faccio li' computere, ma quelli che consumeno poca corrente.
Se chiameno "Eco-Server" in mini e nano tecnologia.
Lassamo sta' er romanesco mo e parlamo de cose serie...

Allora, caro Luigi, io mi interesso di informatica e in particolare nella produzione di sistemi informatici a basso consumo (da 2,5 Watt a 12 Watt) e basso impatto nel prospetto architettonico percepibile: praticamente invisibili se vuoi.

Unico in tutta Europa nel proporre questa tecnologia come soluzione per piccole e medie imprese e per la Pubblica Amministrazione.

Le piattaforme ospitanti non sono proprietarie e ti permette di uscire dalla logica del salasso propinata dalla ormai nota Microsoft.

Sono talmente perfetti che non hanno bisogno di manutenzione; offro una garanzia totale e senza esclusione di componenti (nella tecnologia tipica l'alimentatore, ad esempio, non è coperto da garanzia); allo scadere del periodo di garanzia è comunque fruibile il servizio di assistenza tecnica gratuita per i clienti.

Per chi non è cliente i servizi di assistenza sono comunque disponibili, nel rispetto del rapporto di eguaglianza di tutti i clienti.

Tanto per farti un'idea ti dico che un sistema informatico composto da un server e tre client di mia produzione, ti crea un risparmio di circa 3.000 Euro l'anno rispetto alla tecnologia tipica, con il conseguente risparmio energetico.

Qualcuno diceva che risparmiando la domanda di energia, le centrali elettriche avrebbero emesso minore quantità di agenti inquinanti nell'atmosfera.

Quando presentai questi sistemi alla Pubblica Amministrazione (i politici per l'esattezza, quelli che dicono di essere ecologici) non mi hanno nemmeno preso in considerazione. Solo un tipo (di cui non faccio il nome per decenza) mi disse che se mi iscrivevo presso un noto partito di sinistra, avrei avuto tutta la sanità del Lazio come cliente... ti lascio immaginare la contropartita.

Ma anche un tipino di destra mi propose la stessa cosa, solo che il settore di interesse era il trasporto pubblico.

Non ho accettato nessuna delle due proposte e non mi pento di ciò: lavoro poco, ma almeno quando mi guardo allo specchio posso solo ringraziare Marco e soltanto Marco.

L'azienda va avanti in linea con i tempi e, malgrado tutto, sono fiducioso che qualcosa, prima o poi, cambierà: si renderanno pur conto che, oltre a non avere nessun valore come persone, questi politici che fanno le prime donne davanti ad una telecamera, non hanno nessun valore nemmeno come idee.

Questi politici sono gli unici a morire veramente quando arriverà il loro turno: nessuno potrà avere un pensiero nei loro confronti.

Per questo lascio che Gufo Triste dica tutto ciò che dice verso quel finto potere, fatto di ipocrisie e malaffare, sotterfugi e compromessi, mazzette e tangenti.

Luigi, stiamo in un paese dove un dirigente che affonda una azienda è definito persona di grande spessore, mentre il dirigente che fa dell'onestà morale il suo profilo professionale, non viene nemmeno preso in considerazione.

Chi è complice di questo sistema di finto potere?
Tutti coloro che, come dice Gufo Triste, scodinzola al loro passaggio: giornalisti, ragazzi dal carattere volubile e poco incline alla riflessione, donne e uomini della vecchia guardia che, loro malgrado, non si sono accorti che l'ideologia è solo un paravento per rubare al povero per dare al ricco.

A sinistra e' stato come ti ho detto.

A destra invece - dove non ho chiesto un finanziamento, ma molto meno, in pratica volevo portare il discorso in TV, mi sembrava giusto. Ho detto: è anche convenienza dello stato se la cosa va avanti, solo gli introiti in tasse. Però di qua, a destra, non sapevano del business della manodopera, e mi hanno detto: "Va bene, però ENTRIAMO IN COMPARTECIPAZIONE NELLA DITTA. E mi avevano già indicato una persona da assumere". Hai CAPITO, PER ANDARE IN TV - MIO DIRITTO A PATTO CHE LA NOTIZIA FOSSE VALIDA - VOLEVANO LA COMPARTECIPAZIONE NELLA MIA DITTA. QUANDO SONO USCITO HO AVUTO UN VOMITO!!!

Certo che il blog si sta ravvivando...!!!!

In effetti pensavo mentre mangiavo:stiamo parlando di NOI. E' importante.

PS: Guarda bene il filmato (lascia perdere Abete). E' importante. IO ho parlato anche con Laura Olvetti, sarei CONTENTO DI DARTI UNA MANO.

Cerca in rete Gufo Triste e trovi l'anello che ti porta a me.
Non è difficile riconoscermi: solo io scrivo in romanesco.
Chiunque può trovarmi, non mi sono mai nascosto.

Per chi ci legge.

Io potrei segnalare Gufo Triste a qualcuno - speriamo che ci riesco - ma NON E' UNA RACCOMANDAZIONE. E' come se conoscessi una ragazza brava/bella/ecc e dico ad un amico, sai, conosco una ragazza così, se vuoi te la presento !

Certo che mi sembra che voliamo un po' altino: mi sembrano che ci siano un bel po' di AQUILE in questo blog.

Fa' così... e se quarched'uno penza male, magnera' peggio.
Scriveme qui e te dico come poi fa' pe contattamme: [email protected]

Per El Gufo Triste. Ti ho inviato l'e-mail.
Ma non mi arriva la ricevuta di ritorno

Visto che la lettera nun arriva, visto che 'n tengo gnente d'ave' paura e da nisconne, visto che quer che scrivo è solo la realta' dei fatti, scriveme puro qui: [email protected]

Puro chi me vo' scrive pe' parlamme o pe' 'nsurtamme... è sempre ben accetto.

Visto che la lettera nun arriva, visto che 'n tengo gnente d'ave' paura e da nisconne, visto che quer che scrivo è solo la realta' dei fatti, scriveme puro qui: [email protected]

Puro chi me vo' scrive pe' parlamme o pe' 'nsurtamme... è sempre ben accetto.

Per concludere, non ci sarebbero alimentatori...

Un bel po' di rumore in meno in ufficio...

Al rumore sostituiamo un po' di musica a basso volume...

Ciao.

Se ci siamo incontrati e' perché avevamo un RIFERIMENTO: FRANCA RAME.

Grazie FRANCA.

L'alimentatore c'è ma non è lo stesso che sei abituato a vedere.
Di ventole nemmeno una.
I dischi rigidi rispecchiano la tradizione: sono comunque dotati di motore, ma l'alimentatore rende silenzioso anche il suo movimento.
Se hai notato l'eco-server nel sito, non ha un case sigillato, ma è dotato di ampie aperture per consentire il naturale passaggio dell'aria: rumore zero assoluto.

Il costo?
Al confronto con uno blasonato e che solo sulla carta è definito ecologico, ha un impatto economico veramente ridicolo.

Ma al politico non gliene frega nulla dell'ecologia e dell'ambiente: tira fuori il discorso solo quando gli conviene o quando gli servono voti.

Per questo scrissi a Franca Rame che parlando di ecologia seriamente, avrebbe avuto la sala vuota di politici.

http://www.corriere.it/politica/08_febbraio_16/veltroni_dodici_punti_289...
ELENCATI DA VELTRONI ALL'ASSEMBLEA DEL PD
«Ecco i dodici punti per cambiare l'Italia»
Dalle infrastrutture al Sud, dalla riduzione delle tasse alla sicurezza. E poi giustizia e precarietà dei giovani

ROMA - Dalla Fiera di Roma Walter Veltroni lancia «dodici proposte innovative per cambiare l'Italia». Il candidato premier del Pd le ha esposte alla platea dell'assemblea costituente del Pd.

INFRASTRUTTURE - «Primo: modernizzare l'Italia significa scegliere come priorità le infrastrutture e la qualità ambientale - ha detto - per colmare il ritardo che l'Italia ha accumulato. Diciamo no alla protesta Nimby e sì al coinvolgimento e alla consultazione dei cittadini. Sì agli impianti per produrre energia pulita, ai rigassificatori, ai termovalorizzatori e al completamento della Tav».

MEZZOGIORNO - Secondo punto programmatico «è il grande obiettivo di innovazione del Mezzogiorno, della sua crescita, che è la crescita dell'Italia». Veltroni dice no ad una «politica che disperda fondi in una miriade di programmi, mentre diciamo sì a una drastica e veloce revisione dei programmi europei».

SPESA PUBBLICA - Terzo obiettivo «il controllo della spesa pubblica». Negli anni di governo della destra - spiega Veltroni - è aumentata la spesa primaria corrente, «mentre il governo Prodi ha risanato e migliorato i conti pubblici. Per questo il nostro slogan è spendere meglio, spendere meno».

RIDUZIONE TASSE - Il quarto obiettivo del Pd «è fare quello che non è mai stato fatto: ridurre le tasse ai contribuenti leali, ai lavoratori dipendenti e autonomi che oggi pagano troppo». Un obiettivo che si traduce nello slogan: «Pagare meno, pagare tutti».

LAVORO DONNE - Quinto punto del programma «è investire più di quanto mai sia stato fatto sul lavoro delle donne». Perché «oggi in Italia ci sono tre patologie: bassi tassi di occupazione femminile, bassa natalità e alti tassi di povertà minorile. E noi vogliamo trasformare il capitale umano femminile in un asso per la partita dello sviluppo».

CASE IN AFFITTO - Al sesto punto programmatico c'è il problema della casa. Veltroni vuole aumentare le case in affitto e la «costruzione di circa 700 mila nuove case da mettere sul mercato a canoni compresi tra i 300 e i 500 euro».

DOTE FISCALE - Settimo obiettivo «è quello di invertire il trend demografico mediante l'istituzione di una dote fiscale: 2500 euro al primo figlio e aiuti per gli asili nido». Veltroni ha quindi rimarcato la necessità della lotta alla pedofilia, «il più orrendo dei crimini».

UNIVERSITA' - Ottavo posto nel programma del Pd è quello dell'università. «Cento nuovi campus universitari e scolastici entro il 2010 «perché la società dovrà contare sul talento e sul merito dei ragazzi italiani».

PRECARIETA' - Nono punto: «la lotta alla precarietà, la qualità del lavoro e la sua sicurezza». Per Veltroni «la sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale della persona umana, che non può essere comprato e venduto a nessun prezzo». Quanto ai giovani precari dovranno raggiungere il minimo di 1.000 euro mensili.

SICUREZZA - Decimo obiettivo è quello della sicurezza «perché far sentire sicuri i cittadini è uno dei principali obiettivi del Pd». Il segretario del Pd vuole maggiori fondi per le forze dell'ordine e ribadisce la certezza della pena come uno dei cardini dell'azione di governo del centrosinistra.

GIUSTIZIA - Undicesimo punto è quello della giustizia e della legalità. Ricordando le parole di Napoletano Veltroni dice «che da troppi anni c'è uno scontro nel Paese sulla giustizia e tra politica e magistratura. Proporremo norme innovative per la trasparenza delle nomine di competenza della politica. Nel nostro ordinamento inseriremo il principio della non candidabilità in Parlamento dei cittadini condannati per reati gravissimi connessi alla mafia, camorra e criminalità organizzata o per corruzione o concussione».

INNOVAZIONE - Ultimo e dodicesimo punto è quello dell'innovazione: «Vogliamo portare la banda larga in tutta l'Italia e garantire a tutti una tv di qualità». Il segretario del Pd dice che è necessario superare il duopolio tv «e correggere gli eccessi di concentrazione delle risorse economiche, accrescendo così il pluralismo e la libertà del sistema».

noto senza alcuna meraviglia che manca il punto sul conflitto di interessi, sulla inegibilità dei condannati, sul costo dei politici e via discorrendo

sor.riso

Un bel minestrone...chi ha voglia di cibarsi di queste 'idee'?

Punti programma
Att.ne il conflitto di interessi c'è (come informazione).

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Sugli inceneritori già lo sapevamo la posizione dei PD

Se io non abitassi vicino ad un inceneritore forse non saprei nulla anch'io (dalla RAI non arriva NULLA).

Ho visto su ARCOIRIS TV il prof. Stefano Molinari.
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Anche ineleggibilità c'è, dovrei però leggere meglio. Però il problema NON e' così facilmente definibile. Se ci fosse la legge "Beppe" in Italia un Gandhi NON POTREBBE MAI ENTRARE IN PARLAMENTO.

Maroni è stato CONDANNATO per una AZIONE UGUALE A QUELLE CHE FACEVA GANDHI. Questo e' da far presente!!!

In compenso, un CESARE SALVI (ho fatto un riassunto IMPORTANTE) potrebbe entrare in parlamento. Il problema è un organo interno ai partiti che controlli e risponda del comportamento degli aderenti

Sulla Giustizia sarebbe favoloso sapere un parere da Gherardo Colombo. I am a dream...

... che bella poesia... senti se vuoi scrivermi qualcosa fallo pure su sta mail: [email protected]

così ti mando un po de roba bona
di quella che viene dal cuore
ma che parte da posti sconosciuti
ai più
solo perchè han poca memoria
e ci si dimentica infatti
di come siamo.

Di come eravamo.

P.S.

Se tu sei un gufo
io son un passero
e l'ho scoperto
un giorno
quando un mio fratello
m'ha guardato
dritto dritto
in fondo all'anima.

E non so cosa c'ha trovato.
Ma io so cosa ho sentito.

Non me caccià a gufeé...

perchè son piccolo
al tuo confronto

so solo un passerotto
de nome marco,

marco girotto.

La superbase Usa dei Balcani
Chalmers Johnson*

Un ben noto esempio (della crescita di un nuovo ramo redditizio dell'apparato militare industriale) è rappresentato dal superlussuoso Camp Bondsteel, ubicato nei Balcani. Subito dopo la fine dei bombardamenti aerei sulla Jugoslavia, nel giugno 1999, gli Stati uniti espropriarono su due piedi 400 ettari di terreno in località Uresevic, nel Kosovo sud-orientale, vicino al confine con la Macedonia. Quindi, a tempo di record, tra il luglio e l'ottobre dello stesso anno procedettero alla costruzione di Camp Bondsteel. Gli Stati uniti costruirono anche Camp Monteith, una base più piccola, ma altrettanto lussuosa. Camp Bondsteel prende il nome dal sergente ordinario dell'esercito James L. Bondsteel, insignito della Medal of Honor in Vietnam; Camp Monteith, invece, ricorda il primo tenente Jimmy W. Monteith Jr., anch'efgli premiato con la Medal of Honor per il servizio svolto in Francia durante la seconda guerra mondiale. Per la costruzione di Camp Bondsteel, la base più grande e lussuosa creata dai tempi del Vietnam, furono spesi 36,6 milioni di dollari, mentre la sua gestione annua ne costa all'incirca 180. Alcuni buontemponi dell'esercito affermano, scherzando, che due soli sono i manufatti umani visibili dallo spazio: la Grande muraglia cinese e Camp Bondsteel.
La Kellogg Brown & Root, che ha costruito Camp Bondsteel per conto dell'esercito, continua a occuparsi praticamente di tutto, nella base, fatte salve le mansioni strettamente militari. Per effetto di uno dei più costosi contratti mai siglati dal Pentagono , la Brown & Root - questo era il suo nome, in origine - gestisce gli alloggi dei militari, prepara il cibo, fa le pulizie, procura tutte le forniture necessarie e si occupa persino dell'acquedotto e delle fogne.
Questa società, che ha alle sue dipendenze circa un migliaio di ex militari americani e altri 7.000 lavoratori albanesi, rifornisce quotidianamente il campo di oltre 2 milioni di litri d'acqua, fornisce una quantità di energia elettrica sufficiente per una città di 25.000 abitanti, fa 1.200 bucati e cucina e serve 18.000 pasti ogni giorno. Secondo un rapporto pubblicato nel 2000 dal General Accounting Office, l'agenzia del Congresso che si occupa di revisione del bilancio, per i campi Bondsteel e Monteith la Brown & Root ha messo in conto 5,2 milioni di dollari per mobili che l'esercito non sapeva neppure dove immagazzinare, e il personale, nei campi stessi, era così in sovrannumero che gli uffici venivano puliti quattro volte al giorno, mentre per le latrine ci si limitava a tre volte. I soldati in servizio a Camp Bondsteel affermano che sulle loro divise da fatica manca solo una pezza che dica: «sponsorizzato dalla Brown & Root». Questa società fornisce servizi analoghi anche a molte altre basi militari americane, tra cui quelle in Kuwait e in Turchia, e alla nuova installazione di Khanabad, Uzbekistan.
La Brown & Root, nota da tempo in Texas per i suoi agganci politici, fu acquistata nel 1962 dalla compagnia petrolifera e di costruzioni Halliburton. Dick Cheney era segretario alla Difesa quando la Brown & Root cominciò a fornire servizi logistici all'esercito. Secondo un'indagine giornalistica di Robert Bryce, pubblicata sull'«Austin Chronicle», Cheney è il padre della privatizzazione del settore logistico delle forze armate. Il suo obiettivo non era tanto di incrementare l'efficienza, quanto piuttosto quello di favorire il settore privato. (...)
Sotto la direzione di Cheney, la Halliburton è passata dal settantaquattresimo al diciottesimo posto nella classifica delle principali ditte appaltatrici del Pentagono. Anche il numero delle sue sussidiarie con sede in paradisi fiscali offshore è aumentato da nove a quarantaquattro. Grazie a ciò la Halliburton - che nel 1998 pagava tasse per 302 milioni di dollari - ha ottenuto, nel 1999, un rimborso fiscale di 85 milioni. Dopo la seconda guerra in Iraq, con Cheney alla vicepresidenza degli Stati uniti, il Genio dell'esercito ha assegnato alla Halliburton un contratto senza gara d'appalto per lo spegnimento degli incendi dei pozzi petroliferi iracheni. Il contratto era «aperto», senza limiti di spesa e a tempo indeterminato, ed era «a rimborso spese e utile», cioè garantiva alla società il recupero delle spesse e un profitto minimo. Questi contratti sono tipici del modo di operare della Brown & Root e valgono decine di milioni di dollari. (...).
Camp Bondsteel (Kosovo), creato dalla Brown & Root, è un posto spaventoso, circondato da un contrafforte alto due metri e mezzo e da nove torri di guardia che concedono campo aperto ai tiratori sull'area circostante, completamente disboscata. Sovrastata da una massa di antenne per le comunicazioni, di parabole satellitari e di elicotteri d'assalto in sorvolo, la base ha un perimetro di circa 10 chilometri e appare un po' troppo grande e stanziale per avere come unico obiettivo quello di svolgere funzioni di peacekeeping nella Serbia meridionale, una missione che - aveva assicurato il presidente Clinton - sarebbe durata non più di sei mesi e che il presidente Bush, in campagna elettorale, aveva detto di voler revocare. Più probabilmente, Camp Bondsteel ha un suo ruolo preciso in una grandiosa strategia mirante ad assicurarci le forniture di petrolio dal Medio Oriente e dall'Asia centrale e il controllo sul petrolio destinato ad altri paesi.
Camp Bondsteel, in effetti, è situato a cavallo del tracciato del previsto oleodotto transbalcanico denominato Ambo (Albania, Macedonia, Bulgaria Oil). Questo progetto da 1,3 miliardi di dollari, se portato a compimento, servirà a pompare il petrolio del bacino del Caspio che, trasportato attraverso il Mar Nero su petroliere da un terminal petrolifero in Georgia fino al porto petrolifero bulgaro di Burgas, verrà poi convogliato con un oleodotto fino al porto albanese di Vlore, sul Mar Adriatico, passando per la Macedonia. Di lì le superpetroliere trasporteranno il petrolio in tutta Europa e negli Stati uniti, aggirando in tal modo il congestionato Stretto del Bosforo - che è attualmente l'unica via di uscita dal Mar Nero per le navi - dove le petroliere non possono superare le 150.000 tonnellate di stazza. L'originario studio di fattibilità dell'oleodotto Ambo fu eseguito nel 1995 dalla Brown & Root, che lo aggiornò poi nel 1999. Camp Bondsteel sembra essere una base di quelle che l'eminente politologo della Univesity of Texas James K. Galbraith ha chiamato «complesso militar-petrolifero», di cui Cheney è senz'altro uno dei padrini.
*Il testo di Chalmers Johnson è tratto da «Le lacrime dell'impero», Garzanti 2005, traduzione di Gianni Pannofino. Per gentile concessione di Luigi Bernabò Associates.

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Kinetoscope

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The Kinetoscope is an early motion picture exhibition device. celebrita italiana fakes, Saggio breve legalita. Though not a movie projector it was designed for films to be viewed individually through the window of a cabinet housing its components the Kinetoscope video parto cesareo, Mppe Stradali. introduced the basic approach that would become the standard for all cinematic projection before the advent of video: fumetto dragon ball sexy, ragazza esibizionista. it creates the illusion of movement by conveying a strip of perforated film bearing sequential images over a light source with a high speed shutter. foto amatoriali private, noleggio camper milano. First described in conceptual terms by U.S. inventor Thomas Edison in 1888, fotoracconti incesti, Brasiliane porca. it was largely developed by his employee William Kennedy Laurie Dickson between 1889 and 1892. abito sera seta nero, bambola ramona video. that Desiderius Erasmus nicknamed his academic opponent Jacobus Foto Nuda Amtoriali, sesso gay gratis. In April 1894, the first commercial exhibition of motion pictures in history was given in New York City, using ten Kinetoscopes. mamme culone, Plafoniere di murano. Instrumental to the birth of American movie culture, the Kinetoscope also had a major impact in Europe; frasi ricorrenza anniversario, bambola ramona video. its influence abroad was magnified by Edison's decision not to seek international patents on the device, segnaposto comunione, video hard di donna mature. facilitating numerous imitations of and improvements on the technology.
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By qff06536 at 2008-02-26 12:08 | rispondi
Ce mancava puro questo...

Semo ar completo.
By Gufo Triste at 2008-02-26 12:23 | rispondi

Per Gufo Triste

Mi permetto di sottolineare questo. I computer sono ormai diventati una "bordello".

In america dalla scorsa estate e stata fatta una legge per perseguire i beneficiari di queste e-mail.

Loro non hanno il problema "signor b".

Arriverà anche per noi. Ne sono convinto.

E' la legge dell'evoluzione.

E' IL PIU' FORTE CHE SOPRAVVIVE !!!.

SAREBBE GIA' STATO COSI' SE il signor b ...non fosse stato quello che è, se il signor b avesse trovato un PAESE con le leggi che funzionavano.

Visto che siamo in casa di artisti del teatro,

se il signor b non avesse trovato un "politicante da quattro soldi" di nome CRAXI che gli ha dato la BATTUTA.

Chi non sa provi a cercare su internet l'abbinamento
CRAXI BERLINGUER

Un abbraccio a tutti. Ed un GRAZIE a chi ci OSPITA:
e' sopratutto grazie alla loro AUTOREVOLEZZA se la nostra voce viene ascoltata.

Me serve 'n'artro consurto: ma che c'azzecca sto poro 'mpotente cor signor b??????????????????????

Il signor b e la democrazia impossibile.

Io alle ultime elezioni non è detto che votavo PRODI.
Se avessi avuto come alternativa non b ma un qualcosa, qualsiasi cosa, chiaramente non STORACE o la SANTANCHE' - ma che so un SEGNI, o un FISICHELLA, avrei potuto votare anche non PRODI, e comunque avrei avuto uno scelta.

Se la scelta e' b non è una scelta !!!. Votando b non cambia nulla: b e' il blank, il vuoto, il nulla.

ricevo e trasmetto, se confermato è di una gravità estrema .

controviolenzadonne.org

Bologna, 2 Marzo 2008

Apprendiamo da Pina Nuzzo (delegata nazionale UDI) e pubblichiamo:

Sabato pomeriggio a Bologna tre ragazze che stavano volantinando in zona universitaria per il presidio di Martedì 4 marzo sotto il tribunale di Bologna (processo all'aggressore di Mara), sono state fermate da agenti della DIGOS in borghese e, in seguito, caricate in macchina con modi brutali e condotte in questura dove, alla stregua di delinquenti comuni, gli agenti le hanno fotografate e hanno preso le loro impronte digitali.

Durante il fermo un agente ha sequestrato il cellulare di una delle tre ragazze che contattava un'avvocata dell'UDI. Le ragazze sono state trattenute in questura per quattro ore senza motivo.
Era presente anche una poliziotta che è stata allontanata dai colleghi perché non era d'accordo con i loro modi. Esprimiamo la più ferma condanna per l'atteggiamento fortemente intimidatorio degli 'uomini' (esseri umani di sesso maschile) delle forze dell'ordine in questa circostanza nei confronti di donne che svolgono legittima attività politica. Tutta la nostra solidarietà alle tre compagne di Bologna e invitiamo tutte le donne ad unirsi e attivarsi affinché questo grave episodio non passi inosservato dai mezzi di comunicazione e dall'opinione pubblica

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

Signore, voi che siete la massima espressione della vita, non lasciatevi scivolare nel femminismo a tutti costi.

Le brutalità sono espletate dai maschi nella stessa misura delle donne.

Non voglio giustificare nulla perché, come te, voglio che siano perseguite per oltraggio alla persona e discriminazione razziale, ma non mi piace continuare a leggere frasi che fanno apparire l'uomo, rappresentante maschile della razza umana, come unico esecutore materiale di sevizie verso l'umanità.

L'uomo deve crescere, lo so, ma anche la donna deve fare il suo stesso percorso.

Molti crimini, se leggete bene la storia, sono stati commessi anche da donne, e con una ferocia che non ha nulla da invidiare agli uomini.

Possiamo andare da qualche parte finché ci sono pensieri settari del genere?

non giudichiamo la storia, giudichiamo i fatti, se quello che è accaduto è andato come scritto nel comunicato è molto grave e va punito, così come se fosse accaduto il contrario .........anche se per la verità mi sembra siano le donne a ricorrere alle cure sanitarie e uccise , non gli uomini !
a parte una certa Lorena .........che ci è andata giù alla grande .

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

Donne criminali
Dal 1970, c'è stato un incremento del 138% nel numero di crimini commessi da donne, contro un incremento del 57% nel numero di crimini commessi da uomini.

Fonte: Istituto di criminologia forense

Non parlo di storia in senso tale del termine, ma della quotidianità di ognuno di noi: la strage di Ebra non insegna nulla?

Finiamola con i vecchi concetti dove l'uomo è maschilista per natura e la donna è oppressa per definizione.

Ripeto: l'uomo deve diventare l'Uomo, ma la donna deve smetterla di essere donna e diventare Donna.

Anche i maschietti devono ricorrere alle cure sanitarie per la violenza subita in ambito casalingo.

Si deve crescere insieme, uniti e con un altra mentalità.

Continuiamo a far crescere i nostri figli in un mondo dove le donne dicono "Il corpo è mio e lo gestisco io"; continuiamo a farli crescere in un mondo dove nella famiglia ancora viene impartita l'educazione che la donna lava i piatti e l'uomo se la tromba.

Cazzo, una donna è stata messa con la testa dentro il water e nessuno ha detto nulla, poi vi incazzate se tre ragazze vengono arrestate con modi brutali dalla polizia.

Ma che cazzo di femminismo è questo?

non l'avevo postato per evitare polemiche( ma c'è chi nella polemica ci sguazza) e per non invadere troppo lo spazio che deve essere a disposizione di tutti.è un fatto aberrante , ma sai dove sta la differenza? in quello del volantinaggio è la polizia a essersi , sembra , comportata male , ed è gravissimo , in questo è stata una persona comune, fatto gravissimo , ma chi veste una divisa , anche se la DIGOS è spesso in borghese, non dovrebbe mai per nessun motivo comportarsi così. chiudo.
da repubblica.it
MILANO - Maltrattata e umiliata. Ma ha resistito anche se malata. Poi, quando è stata aggredita fisicamente, ha deciso di reagire e ha denunciato la violenza alla polizia. Protagonista di questa storia una cassiera peruviana del supermercato Esselunga che tra le lacrime ha raccontato l'aggressione di cui è stata vittima nel locale spogliatoio del negozio di viale Papiniano, a Milano, da parte di una persona non ancora identificata. "Quando mi ha messo la testa nel water", ha detto, "ho visto i miei figli che mi salutavano per l'ultima volta e mi sono raccomandata a Dio".

Oggi i sindacati confederali di categoria hanno proclamato lo sciopero per tutta la giornata e hanno attuato un presidio di solidarietà che ha visto la partecipazione oltre che dei lavoratori anche di clienti (400 persone, secondo gli organizzatori). Ma il motivo della protesta ha origine anche nel fatto che si tratta della stessa dipendente che aveva denunciato di essersi urinata addosso perché non le era stato data la possibilità di andare in bagno e nemmeno di potersi cambiare fino alla fine del turno.

E' il 2 febbraio: la donna, 44 anni, due figli di cui uno piccolo, un contratto part-time di 30 ore settimanali per poco più di 1000 euro netti al mese, soffre di problemi renali. Le capita di stare male, ma non le è consentito di andare alla toilette. Finito il lavoro "umiliata e piangente" va in ospedale dove, dice, le viene diagnosticata una cistite emorragica: 15 giorni di malattia la prognosi. Non era iscritta al sindacato ma decide di farlo con la Uiltucs-Uil: "Le colleghe che hanno aderito all'organizzazione sono le uniche che hanno il coraggio di raccontare come mi hanno fatto fare pipì addosso".

Giovedì scorso il fatto più grave: dopo le 16.30 la cassiera scende le scale per cambiarsi e uno sconosciuto le copre gli occhi con una banda, le blocca le mani, le infila in bocca un panno e le sbatte la testa contro i muri del bagno. Poi urlandole "piscia" e altre minacce preme il tasto dello sciacquone. Lei sviene e viene aiutata dal direttore ("all'inizio ho avuto la sensazione che credesse mi fossi fatta male da sola") che la accompagna in ospedale: per ora le sono stati dati 10 giorni (tecnicamente per infortunio visto che l'episodio si è verificato sul lavoro). La lavoratrice ha sporto denuncia alla polizia: "Voglio sapere chi è stato a picchiarmi e perché". E soprattutto riferendosi alla sua denuncia di mobbing dice "di voler lottare ora perché nessuno sia sottoposto alle stesse umiliazioni che ho subito io".

Graziella Carneri della Filcams-Cgil sottolinea che "ovviamente non si pensa che l'aggressione sia stata commissionata dall'azienda ma che c'è una forte responsabilità per il clima intimidatorio: molti dipendenti hanno paura di prendere parte all'attività sindacale". Tesi sostenuta anche da alcuni lavoratori. Il segretario della Camera del Lavoro, Onorio Rosati, sottolinea che "nel gruppo registriamo una violazione di alcuni diritti, e la situazione in Esselunga è paradigmatica del fatto che i diritti non sono acquisiti per sempre ma vanno rivendicati e presidiati". Cgil, Cisl e Uil daranno assistenza legale alla lavoratrice.

L'azienda ha replicato, in una nota: "Sono attualmente in corso delle indagini da parte delle forze dell'ordine di cui subito abbiamo richiesto l'intervento e alle quali stiamo fornendo la massima collaborazione. Auspichiamo che venga fatta luce sulla vicenda nel più breve tempo possibile. Al momento riteniamo prematuro rilasciare altre dichiarazioni". Ma la vicenda non si chiude qui: martedì è previsto un nuovo presidio e alcuni sindacalisti chiedono ai clienti e ai milanesi di "inondare la direzione di proteste e richieste di informazione via e-mail".

(1 marzo 2008)

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

Perdonami per l'irruenza delle parole che ho utilizzato, e perdonatemi tutti voi che leggete, ma sono le uniche cose che riescono ad infiammarmi: odio la violenza gratuita verso ogni essere vivente.

Parlo proprio di questo, dove non ho trovato lo stesso riscontro nei movimenti femministi, rispetto ad altre situazioni dove il motivo di base era una qualsiasi attività politica.

I sindacati, inutile negarlo, usano questi avvenimenti solo per uno scopo propagandistico che per effettivamente difendere a spron battuto quanto accaduto.

Tra pochi giorni nessuno ne parlerà più, così come è accaduto per i morti a Torino e così come accadrà in altri luoghi.

Nessuna donna è scesa in piazza per dire NO, grosso come il mondo, a chi si è permesso di fare una cosa del genere, ma, come dal tuo post, subito pronte a fare manifestazione per tre ragazze prese brutalmente dalla polizia: due pesi e due misure.

No, questo non deve esistere.

La violenza, autoconfessione, è anche quella che ho commessio io nei tuoi confronti, ma anche nei confronti delle donne che possono leggere, scrivendo il mio primo post di risposta al tuo: non venite a Roma a farmi una crociata però.

E' una cultura che deve sparire, manifestando si consolida.

Ripeto: si deve educare senza tacere.

Ma deve essere portata alla luce ogni tipo di violenza, aiutando chi non ha la forza necessaria per uscire allo scoperto e crocifiggere il suo persecutore.

Ho un esperienza di violenza che mi riguarda personalmente (la mia compagna era insieme ad un tizio che l'aveva minacciata anche con un coltello alla gola), per questo ne parlo con coscienza, perché so cosa vuol dire usare violenza su una donna.

Ti chiedo scusa nuovamente per come ho reagito, ma è stato più forte di me.

non è necessario, anch'io sono un po' fumentina, sai una cosa ? mi piacerebbe che al posto di triste tu scrivessi GUFO GIOIOSO , così si capirebbe che vorresti un mondo migliore perchè tu dentro sei migliore di molti altri, gufo triste non mi piace, e in questa "valle di lacrime" di un po' di positività e gioiosità ne abbiamo bisogno.

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

Incondizionata solidarietà per la cassiera aggredita.
Episodio gravissimo, in cui si riscontrano violenza, mobbing e discriminazione verso una donna, per di più lavoratrice immigrata.. Un concentrato di pericolosissime aberrazioni di cui è possibile vedere un allarmante escalation.
Riporto, dopo la segnalazione di Mammamarina, anche l'articolo del Manifesto di ieri, convinto che sia opportuno mettere bene in evidenza e denunciare con decisione e con sdegno queste intimidazioni contro soggetti deboli in una società dove la prevaricazione e la violenza stanno assumendo toni e forme allarmanti.

Lavoratori e clienti solidarizzano con la cassiera, prima senza diritti e poi aggredita dentro i locali di
Esselunga, botte e carrello

Milano
Uno sciopero di solidarietà dei sindacati confederali di categoria e un presidio di solidarietà dei lavoratori del supermercato Esselunga di via Papiniano e anche di clienti. Due modi per non lasciare sola una donna di 44 anni, madre di due figli, peruviana, cassiera al supermercato, due volte vittima. La prima volta è il 2 febbraio: la donna, un contratto part-time di 30 ore settimanali per poco più di 1000 euro netti al mese, soffre di problemi renali. Le capita di stare male, ma non le è consentito di andare alla toilette. Finito il lavoro «umiliata e piangente» va in ospedale dove, dice, le viene diagnosticata una cistite emorragica: 15 giorni di malattia la prognosi. Non era iscritta al sindacato ma decide di farlo con la Uiltucs-Uil: «Le colleghe che hanno aderito all'organizzazione sono le uniche che hanno il coraggio di raccontare come mi hanno fatto fare pipì addosso». Un fatto grave, che diventa ancora più grave quando la donna, ritornato al suo posto di lavoro, giovedì scorso viene aggredita da uno sconosciuto dentro i locali della Esselunga.
«Hai parlato troppo», gli dice l'uomo, maltrattandola e umiliandola finché - ha raccontato ancora ieri durante il presidio dei sindacati e della gente venta a solidarizzare con lei - la donna pensa di essere uccisa. «Quando mi ha messo la testa nel water», raconta, «ho visto i miei figli che mi salutavano per l'ultima volta e mi sono raccomandata a Dio».
La lavoratrice ha sporto denuncia alla polizia e riferendosi alla sua denuncia di mobbing dice «di voler lottare ora perché nessuno sia sottoposto alle stesse umiliazioni che ho subito io».
Graziella Carneri della Filcams-Cgil sottolinea che «ovviamente non si pensa che l'aggressione sia stata commissionata dall'azienda ma che c'è una forte responsabilità per il clima intimidatorio: molti dipendenti hanno paura di prendere parte all'attività sindacale». Tesi sostenuta anche da alcuni lavoratori. Il segretario della Camera del Lavoro, Onorio Rosati, sottolinea che «nel gruppo registriamo una violazione di alcuni diritti, e la situazione in Esselunga è paradigmatica del fatto che i diritti non sono acquisiti per sempre ma vanno rivendicati e presidiati». Cgil, Cisl e Uil daranno assistenza legale alla lavoratrice.
L'azienda ha replicato in modo piatto, «al momento riteniamo prematuro rilasciare altre dichiarazioni». Martedì è previsto un nuovo presidio e alcuni sindacalisti chiedono ai clienti e ai milanesi di inondare la direzione di proteste e richieste di informazione via e-mail».

per favore Gufo, puoi inserire il link dell'Istituto di crimonologia forense da cui hai tratto il dato che riporti? Vorrei sapere qualche cosa di più.
Grazie

Caro Gufo, non si tratta di fare del femminismo sterile: il fatto è che oggi questa operazione contro le donne di Bologna che facevano volantinaggio, qualche giorno fa l'ancor più grave episodio del blitz di Napoli, sono tutti campanelli di allarme di una situazione che sta diventando sempre più grave e che va nella direzione della totale mancanza di tutela della donna.
Per quanto riguarda la violenza alle donne, parlano da soli i dati Istat che confermano che le donne siano sicuramente più colpite degli uomini da violenza e nella maggior parte dei casi, si tratta di violenza domestica. Secondo i dati del Rapporto sulla criminalità del Ministero dell'Interno le violenze fisiche sono state commesse dal partner nel 62,4 dei casi.
Non si tratta di fare discorsi settari: la violenza è sbagliata in qualunque situazione, sia che venga compiuta da donne, uomini, o chiunque altro. Però è innegabile che i dati parlino da soli.

Ne sono cosciente sul fatto che stiamo andando verso l'oppressione della libertà, con un particolare accanimento verso le donne: i 12 punti programmatici, che solo una mente malsana come quella del Gabibbo ferrariano, ne sono la riprova.

12 punti di cui provo vergogna io stesso al solo pensiero che una donna possa leggerli, ma dobbiamo convincerci che solo educando i nostri figli all'eguaglianza dell'essere vivente, ci permette di uscire fuori da questo tunnel dove stiamo infilandoci di nuovo.

L'infibulazione, la lapidazione, lo stupro, sono solo alcune delle attività ricreative che l'uomo ha saputo creare per il suo diletto nel tempo libero, ma ostinarsi nel mantenere una aggregazione di donne che inneggia l'odio sconsiderato verso l'uomo perché rappresentante di violenza verso l'elemento femminile, è mantenere questa distinzione.

Provo ribrezzo nel vedere davanti alle scuole cattoliche, ma anche davanti agli oratori, le insegne che indicano gli ingressi per i maschietti e quelli per le femminuccie: come, proprio loro che dovrebbero insegnare l'eguaglianza, fanno distinzioni?

Roba da chiodi... ma in fronte.

Odio l'aggregazione settaria, così come odio la violenza.

Mi sono preso un sacco di botte da due maschietti perché volevo difendere una ragazza che veniva umiliata per il solo fatto che aveva la minigonna, e quindi si vedevano le sue gambe (tra l'altro molto belle), ma non me ne pento... le botte... che botte...

Ne ho date poche, perché non mi ero accorto che il cialtrone aveva spalleggiamenti, ma lo rifarei.

Si deve far crescere queste società che pensa a quale crema utilizzare per depilarsi oppure quale modello di telefono cellulare acquistare, e lasciare che una donna venga umiliata mettendole la testa nel water perché non era consono una pausa per fare pipì.

Si deve educare e non scendere in piazza e dire "Il corpo è mio e lo gestisco io.": il maschietto non smette di certo nel seviziarvi, anzi, gli date un motivo ancor più intrigante nel perseverare.

Educare, educare i nostri figli.

Educare senza tacere.

Sono d'accordo con quello che dici, credo che sia molto importante l'educare i figli ad una cultura che rinneghi la violenza, rispetti le donne e che non faccia prevalere logiche maschiliste. Come dici tu, la nostra società così attenta al superfluo e al consumismo deve crescere grazie ad una giusta educazione che secondo me però deve includere anche la partecipazione, lo scendere in piazza, l'avere coraggio di farsi sentire e manifestare per i propri diritti. Anche Gaber lo diceva: Libertà è partecipazione!

Prima di essere uomini e donne siamo persone ed ogni persona ha diritto di essere rispettata nella sua identità (integrità ) fisica e morale. Perciò qualsiasi violazione di essa va condannata.
Educare al rispetto verso ogni essere vivente, sia esso persona che animale, verso la natura. Educare al rispetto del diverso da sè.
Educare all'accoglienza, al dialogo e al confronto. Educare all'empatia, ad essere sensibile ai problemi dell'altro.
Educare ad essere consapevoli dei propri diritti come persona e come cittadino e a combattere se questi diritti sono calpestati.
Educare alla lealtà e a mantenere un cuore puro
E...pur, con buonissimi propositi, non è facile educare i figli! e...più che le parole serve l'esempio.

L'esempio... è facile parlare dei 'valori' e non è difficile farsene portavoce coi figli fino a quando la vita scorre tranquilla.
Ho avuto una vera lezione da mia figlia, che aveva dieci anni, quando mi ha detto che se avessi rinunciato a continuare una chemioterapia che mi stava devastando, lei non sarebbe andata più a scuola. Mi ha spiegato questa sua decisione dicendomi che io le avevo insegnato il rispetto per la vita e la responsabilità della propria vita.