L'aborto - da Sesso tanto per gradire di Franca Rame

L'aborto Dicevo, sono rimasta incinta... Vi chiederete come mai vi parli di un fatto così intimo. Dico subito che mi è molto difficile farlo... tutte le sere affronto questo argomento col cuore che mi batte, ma i tempi, come tutti ben sapete, sono brutti. In Italia, stanno per rimettere in discussione la legge che ha legalizzato l'aborto e credo che un esempio di vita vissuta sia più importante di mille discorsi ideologici. Quando ho scoperto di essere un'ignorantona incinta, sono andata via di testa. Non me l'aspettavo proprio. Ero spaventata. Non voglio dilungarmi qui, a raccontare le difficoltà in cui ci siamo trovati io e Dario... ma più io... perché ero io ad essere incinta. Immaturi, impreparati in tutti i sensi. Insomma, non certamente in grado di mettere al mondo un figlio. Se avessi avuto un bel rapporto di confidenza con mia madre - e qui dico: mamme, attenzione! - cosa avrei fatto? Sarei andata da lei: "Mamma, ho questo problema.". E sicuramente mia madre lo avrebbe risolto nel modo migliore. Invece ho avuto paura! È tremendo, lo so… ho avuto paura di parlare con mia madre! Perché in tante abbiamo, non più bambine, paura della mamma, del papà? E sì che lei mi amava... Ho avuto paura. Paura della reazione... del dolore troppo grande che le avrei dato... La vergogna, il disonore... lo scandalo... Incredibile, no? E non era, cento anni fa. Il tragico è che ancora oggi è così, per fortuna non per tutte, ma per molte. Inutile spendere parole. Ho abortito. Trauma e paura di quel giorno mi sono rimasti addosso per mesi. A quei tempi per l'aborto si finiva in carcere. E la fatica per mettere insieme le trentamila lire... Una cifra! Ricordo tutto come fosse oggi. È sera: ambulatorio squallido, al quinto piano di un caseggiato in periferia... senza ascensore... Un'infermiera e il medico. Le 30 mila lire le hanno volute prima. "Si spogli... si stenda... metta una gamba qui e l'altra qui... non gridi e non pianga se no la mando via!" "Non gridi." Perché "non gridi" pensavo col cuore che mi usciva. Poi ho capito: eravamo d'accordo che me lo avrebbe fatto con l'anestesia totale, era compresa nel prezzo... invece niente. Non ho osato aprire bocca. Troppo spesso noi donne non osiamo. Mentre mi operava, pensavo a mia madre. Mi sentivo così colpevole d'essere certa che non avrei più osato guardarla negli occhi. Quanto è durato? Un'eternità. Il dolore che provavo sentivo di meritarmelo tutto. Anche questo "accettare" senza fiatare faceva parte della mia ignoranza... il peccato mortale da espiare. "Ho finito. Può andare. Buonanotte." Scendendo i cinque piani ero certa che sarei caduta a terra e che sarei morta lì, sulle scale. Non sapevo cosa mi avesse fatto più male, se l'intervento o l'umiliazione per come ero stata trattata... come fossi una prostituta. Questo è il ricordo più brutto della mia vita. È chiaro che in una situazione simile è difficile vivere la sessualità con gioia. Gli uomini, e lo dico senza arroganza, devono smetterla di discutere, dissertare, sentenziare sugli aborti. L'aborto è un'esperienza tragica, dolorosa per chiunque. Uomini, amate le vostre donne. Non ingravidatele per distrazione, inesperienza, ubriachezza ecc... E soprattutto non pensate, come tante volte si sente dire, che per noi donne abortire sia come farsi una "messimpiega..." Nossignori! È un momento terribile. Se invece di litigare sul vietarlo o meno, ci si preoccupasse di una vera, profonda educazione sessuale, prevenzione, contraccettivi, forse l'aborto cesserebbe di esistere... e non ci sarebbero più i neonati abbandonati o sbattuti nei cassonetti dell’immondizia a morire. Noi donne tutte, siamo contro l'aborto. Vogliamo avere i nostri bambini quando è il giusto momento. L'aborto è un'esperienza tragica, dolorosa... per tutte. Il Papa non lo sa, ma noi donne sì.


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L'attacco alla libertà delle donne dalle parole ai fatti: ORA BASTA
di: Anubi D'Avossa Lussurgiu - Liberazione 13/02/2008

Adesso basta. Ci sono dei fatti che rappresentano plasticamente l’oltrepassamento d’un limite: quel che è accaduto ieri al Policlinico di Napoli è uno di questi.
Ci sono degli interrogativi molto gravi, intanto, che richiedono immediate risposte: le richiedono allo Stato, alla Repubblica, ai suoi obblighi nei confronti delle cittadine e dei cittadini, obblighi dettati dalla Costituzione e dalle leggi. Queste risposte sono dovute, vanno anzi pretese, come va pretesa l’individuazione rapida di precise responsabilità.

Ecco gli interrogativi: come può permettersi un’autorità di polizia di intervenire con un’irruzione per «feticidio» in un reparto di Interruzione volontaria di gravidanza, interrogando sul posto una donna reduce da venti minuti da un aborto effettuato nei limiti della 194, gettando scompliglio fra pazienti e personale medico e paramedico, interrogando per giunta anche la vicina di letto della «incriminata» e - se non è smentito il racconto raccolto dall’Unione delle donne italiane - intimidendola per indurla a «deporre» con la minaccia d’un interrogatorio del magistrato, tutto ciò senza autorizzazione preventiva del magistrato stesso e sulla sola base di una denuncia anomina? Si chiama Stato di diritto?

E com’è possibile che, successivamente, un pubblico ministero d’una Procura della Repubblica conceda via telefono, senza trasmissione d’atti scritti, l’autorizzazione agli agenti - ex post rispetto all’irruzione effettuata - a sequestrare la cartella clinica della paziente e perfino il «materiale abortivo», cioè fisicamente il feto?

Tutto questo è di una violenza inaudita. E dovrebbe sorprenderci: se non fosse che c’era da aspettarselo. Perché la scena all’Ivg della Federico II di Napoli, ieri, sembra la materializzazione del Grand Guignol messo in scena da settimane su tanti mass media da una campagna invereconda contro la libertà delle donne: perseguita in nome della «vita» sbattendo sotto il naso del pubblico con disinvoltura inaudita fin il più crudo particolare delle pratiche abortive senza riguardo alcuno per le concrete vite interessate, con un intento colpevolizzatore sempre formalmente smentito ma fattivamente curato nei minimi dettagli. E, per di più, nel quadro d’una vera e propria intromissione religiosa nelle prerogative d’uno Stato laico.

Così, dell’episodio di ieri si può dire senza tema di errore: dalle parole si è cominciato a passare ai fatti. Ora, la questione è molto chiara: come si vede questi fatti violano i confini di prerogative costituzionalmente e legalmente definite, quelle dell’autorità pubblica e quelle delle persone. La chiarezza sta in questo: che nel tradursi praticamente, la campagna in questione obbliga davvero a schierarsi, con essa o con i diritti. Perché non c’è un diritto che confligge con un altro: c’è un attacco ai diritti di tutte e di tutti.

Per quanto si dovrà ripetere il pro memoria che in questo Paese il diritto a condurre sino in fondo la gravidanza in ogni caso non è negato ad alcuna; mentre c’è da tutelare casomai l’applicazione delle garanzie ancora fragili della legge 194? Che in questo Paese ad alcun medico è ostruita la possibilità dell’obiezione di coscienza; mentre c’è casomai da garantire che essa non ostacoli l’applicazione di quelle garanzie, negli ospedali dove l’aborto solo può essere praticato secondo la stessa legge che così ha salvato tante vite di donne dall’inferno dei «cucchiai d’oro» e dalle mammane?

Ma poi: davvero si può accettare che si metta in cattedra per insegnare alle donne il valore e il peso e i rischi della vita, nel campo etereo dell’«etica» ma rivendicando rappresentanza politica, un maschio qual è Giuliano Ferrara? Ma il direttore Ferrara davvero non sa che noi maschi non concepiamo nel nostro corpo proprio alcuna vita e che non siamo noi a condurre la gravidanza e che non siamo noi a rischiare di morire di parto, come accade enne volte in più rispetto agli aborti? Cosa pensa di poter insegnare in materia di vita, lui «laico cattolico» o qualsiasi cardinale o papa, a quella donna di trentanove anni che alla fine della ventesima settimana ha abortito il feto portato in grembo, affetto da una sindrome cromosomica che comporta quasi la metà di possibilità di minorità mentale del partorito, avendo scelto l’aborto secondo legge perché in questa situazione lei era a rischio psichico, come accertato dalla struttura sanitaria?

Ora a Ferrara, al suo annuncio d’una «lista pro-life » che pur «autonomamente» si presenterà al Senato e «solo in alcune circoscrizioni», si risponde da sinistra e anche da destra e dal centro (per quanto concerne la «rosa bianca» di Pezzotta e Tabacci: in verità non per quel che riguarda Buttiglione, in cerca di «vie di fuga» per la sua Udc) con la «libertà di coscienza». E meno male, certo. Va salutata così la dichiarazione di ieri sera di Silvio Berlusconi, che ha opposto alla decisione dell’«amico» il giudizio che «in politica», «nella materia elettorale» anzi, «non» c’è «il palcoscenico giusto» per la «missione che Ferrara si è dato». Ma perché affrettarsi subito ad aggiungere che piuttosto quel «palcoscenico» sarebbero «le Nazioni Unite», come il Cavaliere aveva detto già il giorno prima proponendo di sostenervi la «moratoria» ferrariana?

Non dovrebbe forse essere il governo italiano, in quanto tale, a sostenere una simile iniziativa? E non sarebbe questo un atto politico? D’altronde, appena prima dell’indirizzo di «libertà di coscienza» pronunciato da Berlusconi, la senatrice Maria Burani Procaccini, responsabile per «famiglie e minori» del suo partito, aveva informato che nella prossima legislatura sarà presentato da Forza Italia - cioè, supponiamo, dal nuovo Pdl in cui Forza Italia sarà fusa con An e quant’altri - «un progetto di legge di modifica della 194, la legge sull’aborto, prevedendo una serie di misure di prevenzione obbligatorie e l’interruzione volontaria di gravidanza solo a determinate e ristrettissime condizioni».

Si vorrebbe che le stesse ambiguità - si fa per dire - non ricorressero anche sul lato del Partito democratico, che con il Popolo delle Libertà si contende le magnifiche sorti e progressive dell’auspicato bipartitismo futuro. Ma nel Pd si assiste ad uno strano spettacolo: interprete principale la senatrice Binetti, che almeno ha il pregio di esporre limpidamente le sue intenzioni. Accade che la senatrice del Partito democratico ieri al mattino ha salutato entusiasticamente, sul Corriere della Sera , l’adesione di Silvio Berlusconi alla campagna della «moratoria per la vita» lanciata da Ferrara, naturalmente «in sede Onu»: terminando l’intervista con la frase storica «io, lui (il Cavaliere, ndr ) e Ferrara la pensiamo in modo identico».

E poi alla sera Binetti stessa ha bollato l’iniziativa di Ferrara sulla lista elettorale come «un partito per la vita» di cui «non si sente il bisogno», addirittura invitando ad evitare «strumentalizzazioni» sul «valore della vita» e a non «farlo diventare elemento di conflittualità». Ed è qui che Binetti, che ha cittadinanza nello stesso Pd che avrebbe voluto assorbire (sciogliendoli) i socialisti e i radicali anzi solo Emma Bonino, rivendica: la «concreta assunzione di responsabilità» di cui invece si ha «bisogno», è quanto il Pd «ha affermato senza ombra di dubbi» sin dentro «la sua carta dei valori».

Qui a Liberazione , dove capita come ha scritto il Foglio ieri che l’inserto Queer venga dedicato «all’esplosione nervosa d’un nucleo duro della cultura femminista» (sintesi ferrariana della difesa dell’autoderminazione delle donne) e dove dunque siamo evidentemente prevenute e prevenuti, viene da pensare che l’ultima dichiarazione di Binetti si differenzi dalla penultima solo per l’uscita di Ferrara dalla triade: e che dunque, in fin dei conti, rimangano a pensarla «in modo identico» lei e il Cavaliere. Fuor di scherzo, pare proprio di poter dire che abiti nel Pd un modo di concepire il futuro della campagna « pro-life » in definitiva identico a quello che Berlusconi, nel suo gioco di equivoci, ha lasciato intendere ieri sera: ossia disporre la «libertà di coscienza» come prateria in cui far crescere quella stessa campagna, portandola a produrre interventi sulle politiche pubbliche senza l’incomodo di una conta elettorale.

Sì, siamo prevenuti e pensiamo questo: che d’ogni dove i più «politici» - e forse, in fondo, Ferrara ha almeno il pregio di non dimostrarsi così politico: vedremo per quanto - capiscono bene che quest’aggressione alla libertà delle donne, che tanto facilmente si traduce in aggressione ai loro stessi corpi, non trova affatto un largo consenso. E, soprattutto, è tremendamente ideologica: ossia proprio il contrario della «moderna» de-ideologizzazione che entrambi i rivendicati«pilastri» partitici, Pd e Pdl, richiamano ad ogni pie’ sospinto. Tanto ideologica da impugnare come bandiera di battaglia una fattispecie, quale quella delle interruzioni volontarie di gravidanza alla ventiduesima settimana, che interessa lo zero virgola della casistica degli interventi abortivi.

Tanto ideologica da porre in primo piano un tema quale quello dell’aborto che, proprio in grazie della presenza e dell’azione della 194, non è minimamente in cima ai pensieri: anzitutto delle prime interessate, le donne. Tanto ideologica, infine, da apparire evidentemente per quel che è, la maschera d’una crisi d’autorità di poteri esterni alla laicità dello Stato. Poteri che giungono non a caso a disperarsi, come mostra il quotidiano dei vescovi, per il rischio di scomparsa d’un «partito d’ispirazione cristiana» che «conti»; ma al contempo cercano di condizionarli tutt’e due, i partiti «che contano». Anche per ciò occorre che ve ne siano degli altri e che, almeno, viva una sinistra.

Creato da mariaricciardig
Ultima modifica 2008-02-13 21:42

venerdì 15 febbraio 2008

Questione di potere, non etica: chi è davvero
contro l'aborto, deve difendere la legge
Donne-oggetto: questa è cultura della vita?
di Dacia Maraini (da corriere.it)

Ogni giorno sento alla radio o leggo sui giornali la domanda fatidica: ma come mai le donne non reagiscono? Perché non dicono qualcosa di fronte alla invadenza della Chiesa che pretende di decidere sui loro corpi? Eppure le donne parlano, e scrivono anche, ma le loro voci faticano a farsi sentire. Io stessa ho ragionato varie volte a proposito dell`aborto, ma è come se non l`avessi mai fatto. Dispiace ripetermi ma, per non passare da reticente, ribadirò: l`aborto certo non è una soluzione, si tratta di una scelta brutale che porta ferite sul corpo della donna e danni a un progetto di vita. Ma proibirlo vuol dire mandarlo in clandestinità. Per questo è nata la legge. Che ha immediatamente fatto calare la percentuale del 40%.

Chi è veramente contro l`aborto dovrebbe essere contento: lo scopo è o non è abolire la pratica abortiva? Se una legge riesce a ridurla di tanto, non sarà una buona legge? Invece no, l`aborto viene preso a pretesto per una crociata politica e ideologica sul diritto alla vita. Le donne, ancora troppo spesso lasciate sole di fronte alla responsabilità riproduttiva, vengono criminalizzate, si cerca di togliere loro ogni libertà di decisione. Da lì si capisce che si tratta di una questione di potere. Il potere di controllo sulla procreazione.

Anch`io sono per arrivare a eliminare l`aborto e con me milioni di donne, ma non credo che la soluzione stia in una legge proibitiva. L`interruzione della gravidanza si può eliminare solo con una cultura della maternità responsabile. Dare alle donne la possibilità di scegliere prima, non dopo. Quindi puntare sulla consapevolezza, sul sesso sicuro, sulle pratiche anticoncezionali. Che invece sono proibite dalla Chiesa. È come se si intraprendesse una campagna contro le morti sul lavoro e nello stesso tempo si proibisse l`uso dei caschi, delle cinture di sicurezza, degli estintori e delle sirene di allarme.

La domanda «perché le donne non alzano la voce» ha in sé qualcosa di misogino. Chi la fa non ha orecchie per le proteste femminili e nello stesso tempo si chiede il perché di tanto silenzio. Un paradosso tipico di questa epoca di grida e di mutismi umilianti. Solo le grandi folle: centomila, duecentomila donne in piazza, solo quelle risultano, per costoro, visibili. Tutto ciò che non appare nei salotti televisivi o sulle prime pagine dei giornali, semplicemente non esiste.

Le televisioni d`altronde, salvo casi rarissimi, mettono in mostra un'Italia del tutto virtuale. Una Italia sognata da menti grossolane e ingenue, priva di consistenza e di verità. Una Italia di donne sempre svestite e di uomini vestitissimi, che passano il tempo a insultarsi, perdendo completamente di vista il paese. Una Italia in cui è premiato chi fa il prepotente, chi è ricco e chi grida di più.

Una Italia in cui il corpo femminile è usato per vendere qualsiasi merce, trasformandolo, nella immaginazione collettiva, in merce esso stesso: sono la tua arancia, sono la tua birra, sono la tua automobile, sono il tuo computer.

Assaggiami, prendimi, comprami! Sarebbe questa una cultura che rispetta la vita?

Grazie mille per aver reso pubblico questo articolo di Dacia Maraini. E' molto sintetico e riassume la situazione attuale in tema di aborto o non aborto.

Aggiungo anche l'esperienza di mia nonna, friulana, che fece 17 figli, causa ignoranza del marito e mezzi dei tempi che furono. Si hai capito bene. Dicasi Diciasette.
Uno partorito in un campanile mentre bombardavano il paese e si sa, i campanili erano pieni di gente che andavano per ripararsi e anche partorire, a quanto pare.

Dei 17 figli alcuni morirono quasi subito, o dopo qualche anno. Ne rimasero 14. Dei 17 ne ha visti poi morire 10, finchè ne rimasero quattro.

Due di loro emigrati dal Friuli in Australia, ebbero il coraggio di ritornare in Italia, per toglierla ai nipoti e metterla in ospizio, malgrado si potesse farne a meno.
Era infatti sana e si ricordava le date di compleanno di tutti i suoi nipoti, bis nipoti e tris.

Morì di un'infleunza dopo sei mesi, in posti come quelli che tuttoggi mettono gli anziani a pregare, in quegli istituti cattolici che ti fanno pagare pure meno, ma mai poco, per darti QUASI il nulla.

Ragazza del "99 ha visto due guerre, alcuni aborti spontanei perchè all'epoca non si poteva neppure parlarne, e intanto il marito, bontà all'anima sua, beveva e si comportava in modo che lei stessa non avesse il coraggio di parlarne.

Se invece di parlare tanto per motivi politici
- e quindi cercando di colpire la parte avversaria nei punti di carattere etico facendone una questione distorta e virtuale, nonchè anche ideologica -
- invece di preoccuparsi di fare la propria carriera politica come sindaco, parlamentare, o opinionista,

- se invece di pensare a distruggere quello che già esiste e funziona...

se invece di essere tanto finti altruisti e falsamente interessati alle motivazioni della vita...

ci si preoccupasse seriamente delle persone e dei loro reali problemi di tutti i giorni...

A quest'ora si parlerebbe di maternità responsabile - di prevenzione - di sovvenzioni per chi decide di mantenere dei figli - di aiuto reciproco senza frontiere di reddito o di documenti.

Ed invece siamo qua che dobbiamo scrivere sul blog per cercare di diffondere pensieri e valori che altrimenti andrebbero in pasto ai media e a chi li governa.

La realtà è che in alcuni paesi del mondo ammazzano moltissime bambine quando sono già nate, in quanto femmine.
Altro che aborto o non aborto.

E che l'infibulazione è una pratica ancora diffusa.
E che questa legge sarebbe una panacea per molti paesi che nessuno vuole attaccare con le loro cazzo di guerre preventive per spudorati interessi economici.

Mentre ammazzavano e torturavano le donne argentine alla maniera nazista noi guardavamo maradona fare goal.
Nessuna notizia? Nessun morto.

Mentre per anni e anni le donne abortivano alla boia di un giuda gli idioti gridavano allo scandalo per una minigonna.

GRAZIE DACIA MARAINI

GRAZIA ANCHE A "UNA DONNA" per la pronta diffusione: tieni presente che Il Gruppo della Libera Espressione di Treviso ti ringrazia - se vuoi prender contatto con noi ti lascio la mia mail ; [email protected]

Sarà bello conoscerti.

per la storia della tua nonna e perchè hai apprezzato l'articolo di Dacia Maraini, una scrittrice che amo molto.
La mia nonna era del '90, per fortuna non ha avuto tanti figli, ma solo due e diceva che non avrebbe tollerato l'esperienza di sua madre che aveva avuto sei figli. I primi due erano morti a meno di due anni di età e lei li considerava, in modo serafico, due 'angiolini'. La mia nonna era scandalizzata da queso modo di vedere le nascite e le morti e aveva giurato a se stessa che mai e poi mai avrebbe dedicato la sua vita mettere al mondo dei figli e così ha fatto.
Mi chiedo come sia possibile che a oltre cent'anni di distanza dal pensiero della mia bisnonna ritroviamo ancora persone che vivono più o meno nella sua stessa situazione mentale. Un'altra cosa che li accomuna alla mia bisnonna Luisa è circa quello che dicevi tu; quando veniva a sapere di cose terribili, chiedeva 'dove è successo?' Se il fatto era a più di qualche centinaio di chilometri da Bologna, dove lei viveva, commentava con un bel sorriso 'Ah lontano! Non riguarda noi'
C'è un sito del tuo gruppo? Intanto mi segno il tuo indirizzo, grazie
Cristiana

Grazie per gli articoli postati...
MOLTO BELLI!!!
 
 

Desidero dire a Franca che quello spettacolo che ho visto solo in cassetta, lo ha visto anche mia figlia quando era appena adolescente e le è piaciuto moltissimo. Persa la cassetta nell'incendio della nostra casa, mi ha chiesto di comprare il dvd perchè voleva che alcuni suoi amici lo vedessero.
Certo che l'accento è da mettere sulla prevenzione di una gravidanza e quindi sull'educazione, aggiungo che credo sia fondamentale insistere coi bambini e coi ragazzi sul rispetto di sè e dell'altro, sulla responsabilità di ciascuno verso la vita, quella della terra in cui viviamo , la nostra vita o quella di qualsiasi altro essere.

Cara Cristiana, ho sempre vivo nella mia mente il ricordo di quello sciagurato disastro.
L'angoscia, la paura e la desolazione di quei momenti tragici mi rimbombano ancora nella testa e mi fanno sanguinare il cuore.
E tanto più dolore e amarezza vengono dal non aver potuto, o saputo, fare qualcosa contro quella distruzione materiale e psichica. Tutto ciò mi ha colpito profondamente, tanto che mi è difficile parlarne.
Sono certo che hai saputo elaborare e superare quel funesto evento, grazie all'intelligenza e alla forza d'animo che ti contraddistunguono e spero che la sorte abbia avuto modo di compensare con accadimenti felici l'accanimento furioso di quella notte.
Ricordo bene quella cassetta, che mi facesti vedere un pomeriggio, pescandola da una delle tante librerie della vostra casa.
Sperando di rivederti presto, ti abbraccio con affetto

Claudio caro e il tempo è anche un bravo medico. Pian piano e con l'aiuto di tante persone abbiamo continuato la nostra vita.Da un mese e una settimana viviamo di nuovo qui, la casa è un po' diversa da come l'hai conosciuta.Rifacendola dai pavimenti al tetto ho voluto cambiare quel tanto che bastava per non avvertire il vuoto dei libri, dei quadri, dei mobili.Abbiamo fatto fatica a decidere di non abbandonarla e venderla, ma ho preferito tornarci; Sofia poteva scoprire che anche un disastro di quella portata non significa la fine di anni e anni di vita , che è possibile ricostruire, riprendere il filo spezzato della propria storia.
Ma tutto questo non l'ho fatto da sola, non ne sarei stata in grado; sono stata sostenuta e confortata, aiutata in mille modi, anche tu col tuo mettere in ordine le cose nere e bagnate, mi hai aiutato.
Ho perso il tuo numero di telefono, me lo puoi mandare con messaggio, per favore?
Un abbraccio

Grazie per aver postato questo pezzo tratto dallo spettacolo, sono sicura che possa essere istruttivo per tutti! Anche io ho guardato lo spettacolo più volte e l'ho fatto vedere ad alcuni amici che lo hanno apprezzato moltissimo.
Oggi in tutta Italia ci sono manifestazioni in difesa della legge 194 e per denunciare ciò che è accaduto ieri a Napoli. Spero che la partecipazione sia molto elevata. Sui giornali hanno segnalato le manifestazioni di Napoli, Milano, Bologna e Roma, ma ci sono eventi anche in molte altre città d'Italia. Io ho cercato il numero telefonico dell'UDI di Torino e ho chiesto informazioni. A torino, per chi fosse interessato, ci sarà un presidio oggi pomeriggio alle 5 davanti al palazzo della regione (in Piazza Castello). Partecipiamo in tante e tanti, a Torino e in tutte le città!

we shall overcome

Questo spettacolo dovrebbe essere fatto vedere nelle scuole, perché insegna e fa riflettere! L'ho visto più volte e tutte le volte lo trovo sempre più splendido.
Oggi ci sono state manifestazioni in molte città d'Italia: nel pomeriggio, uscendo dall'università a Firenze, chiacchieravo al telefono con Lara che si trovava in quel momento ad una manifestazione in difesa della 194 a Torino. Mentre lei mi raccontava, svoltato l'angolo in via Cavour, ho trovato molte donne che si stavano organizzando per cominciare la manifestazione: mi sono unita a loro. Abbiamo sfilato per la via con un grande striscione giallo con la scritta: "Contro ogni forma di fondamentalismo, contro ogni forma di violenza sulle donne. Autodeterminazione, laicità dello stato!
E poi tanti cartelli appesi al collo: "194: le donne sanno scegliere", "Tutte/i libere/i", "194: papa padrone", "Giù le mani dalla 194!!"
Erano presenti anche l'On. Mercedes Frias di Rifondazione, l'associazione "Il Giardino dei Ciliegi", il gruppo "Libere tutte" e molte donne e anche qualche uomo che difendeva la 194.
Molte delle donne presenti erano le stesse che trent'anni fa avevano lottato per ottenere la legalizzazione dell'aborto e che adesso si ritrovano a dover combattere perché questo nostro diritto non ci venga tolto.
Credo che in un momento come questo tutte noi dobbiamo fare di tutto per difendere la legge e il nostro diritto di scelta: nessun altro, tanto meno il papa, può decidere per il nostro corpo.

Mi ha commosso il tuo racconto. L'aborto è una drammatica scelta per la donna. Quello che mi meraviglia è che ad avocarsi il diritto di giudicare questa lacerante scelta della donna, e quindi di intromettersi nella sua sfera più intima e personale, sono soprattutto gli uomini. E poi chiamano le donne assassine e peccatrici !!! Ma non si preoccupano di comprendere le ragioni della loro scelta e soprattutto nessuno parla dei padri che scompaiono…spesso le donne sono lasciate sole, la responsabilità di vita spesso è solo delle donne.

Se continua questo clima intimidatorio,con il blitz all'ospedale di Napoli, non solo i pochi medici che praticano l’interruzione della gravidanza saranno incentivati a non farla più, ma le donne, pur in presenza della legge, saranno costrette a ritornare alla clandestinità e a farne le spese saranno soprattutto le extracomunitarie, più sole e deboli, che già ora praticano l’aborto con mezzi di fortuna pericolosi per la loro salute…

La legge 194 è una legge dello Stato che ha fatto drasticamente ridurre la piaga dell’aborto clandestino ( che molti danni ha fatto alle donne ) e il numero degli aborti è diminuito sensibilmente (dal 1982 del 44%) E’ una legge che può essere migliorata, magari anticipando il termine per l’aborto terapeutico, (cosa che già si sta facendo in molti ospedali) e gli esami diagnostici sul feto e si dovrà insistere sulla contraccezione, sull’educazione sessuale nelle scuole, insomma sulla prevenzione (unico modo per evitare il ricorso all’aborto) e sull’istituzione di un maggior numero di consultori pubblici ( che sono in misura molto minore di quelli previsti dalla legge). E’ una legge alla quale ogni donna credente o no può non ricorrervi non per questo impedendo alle altre donne di usarla se lo ritengono necessario. E’ il diritto di scelta della donna che deve essere rispettato.

Faccio una considerazione forse un po’ provocatoria ma mi sembra inevitabile. Perché quei cattolici e quel movimento che si dicono pro vita non si mobilitano così tanto per la popolazione del Darfur, per tutte le popolazioni perseguitate, per i bambini sfruttati, costretti a prostituirsi, per la tratta degli organi, per le donne che subiscono continue vessazioni e pratiche disumane come l’infibulazione o che vengono deturpate orrendamente sul volto per essersi ribellate al maschio, per la pedofilia (problema che riguarda anche il mondo ecclesiastico) , per il rispetto dei diritti umani, perché non si sono mobilitati per la moratoria della pena di morte, insomma perché quei cattolici e quel movimento che si dicono pro vita non sono così attivi con i veri problemi che affliggono l’umanità, che affliggono la vita vera, nata e maturata di uomini, donne, bambini ed anziani?
Ciao, e speriamo che insieme a tutte riusciamo a salvaguardare il diritto di scelta (anche se drammatica) della donna.

Da Il Manifesto di oggi 16 febbraio

di Ida Dominijanni

Lorenza Carlassare, costituzionalista: col blitz di Napoli violati i principi fondamentali della Costituzione italiana e della Carta europea dei diritti. "Adesso è necessaria un0inchiesta rigorosa"

Contro l'aborto e non solo: il blitz al policlinico di Napoli, malgrado i goffi tentativi di giustificarlo a posteriori come un intervento su un sospetto caso di malasanità, si configura come un episodio gravissimo di sospensione delle garanzie costituzionali. Stefano Rodotà l'ha interpretato, su Repubblica, come un colpo al principio fondamentale della dignità della persona, e come un triste sintomo della situazione di pericolo in cui versano in Italia i diritti civili e di libertà.
Ne parliamo con Lorenza Carlassare.
Dal punto di vista dello Stato di diritto, che cosa è accaduto a Napoli?
Un fatto di gravità eccezionale, che minaccia un cardine fondamentale del nostro ordinamento. L'intera struttura della nostra democrazia, e di tutte le democrazie occidentali, si basa sul concetto di persona, sul rispetto della persona , sulla dignità della persona. E' precisamente su questa base che la Costituzione segnò il passaggio da uno Stato totalitario a uno Stato democratico: stabilendo che la persona e i diritti della persona vengono prima dello Stato, e capovolgendo così la concezione fascista, che anteponeva lo Stato alla persona. Ed è su questa base che sulla Costituzione si creò il consenso di tutte le forze politiche, il concetto di persona essendo patrimonio sia della tradizione cattolica che di quella laica. La formulazione di Togliatti "il fine di un regime democratico è quello di garantire un più ampio sviluppo della persona umana", mise tutti d'accordo. E a distanza di sessant'anni, ritroviamo lo stesso principio alla base della Carta Europea dei diritti, che all'art. 1, intitolato "Dignità umana", recita: "La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata. "E' questo principio fondamentale che è stato violato dal blitz di Napoli.
E la privacy? Il Garante oggi ha avviato un'indagine sui fatti di Napoli.
Giustamente. Pare che a quella donna abbiano addirittura chiesto il nome del padre del concepito! Con quale diritto? Qui c'è chiaramente una colpevole mancanza di consapevolezza sui limiti di un intervento di polizia. La tutela della riservatezza è una soglia sulla quale qualunque intervento si deve fermare. Lo dicono con chiarezza, di nuovo, sia la nostra Costituzione sia la Carta dei diritti europea. Non finisce qui. Col blitz di Napoli è stato violato un latro articolo fondamentale della Costituzione, l'articolo 32, che stabilisce il diritto di ciascuno all'integrità della propria persona "fisica e psichica": se io mi trovassi di fronte la polizia che mi interroga, mi ci vorrebberoanni per ritrovare la mia integrità psichica. E ancora: nel caso di Napoli,a me pare che si possa parlare di vero e proprio trattamento inumano e degradante. Credo proprio che sia necessaria un'inchiesta rigorosa. E una riflessione seria: corriamo il rischio di una regressione a dir poco inquietante della civiltà giuridica e non solo giuridica: se pensiamo che la dichiarazione di Roosvelt annoverava tra le quattro libertà fondamentali la libertà dalla paura...
La 194 è ormai, e non da oggi, esplicitamente sotto attacco, con l'argomento che anche il feto è una persona.
Della 194 nessuno osa negare che sia una buona legge, che ha fatto diminuire gli aborti e ha fatto scomparire quei luoghi sinistri in cui prima si risolveva il problema clandestinamente. Ce n'era uno nella mia città, quand'ero piccola, che pudicamente chiamavano "la fabbrica degli angeli". Quanto alla personificazione del feto, dico solo che mi poacerebbe che qualcuno si occupasse dei nati con lo stesso zelo con cui ci si occupa dei non- nati. Giusto Napoli è piena di bambini lasciati alla strada e alla delinquenza, ma su quelli nessuno invoca moratorie.

Il blitz è una violazione della dignità,della privacy e del diritto alla salute della persona in questo caso della signora che era appena uscita dalla sala operatoria. Veronesi, intervistato da La Repubblica, ha affermato che il momento in cui la donna si sveglia dall'intervento è il più delicato. La donna prende coscienza di non avere più il figlio,del dramma che sta vivendo, e quindi ha proprio bisogno di calma, silenzio, di recuperare le forze e di sostegno psicologico: è in questo momento che la polizia è intervenuta interrogando duramente la signora. Altre volte, in altri ospedali di altre città, ci sono stati controlli per verificare la legittimità dell’aborto, ma questi sono stati eseguiti dopo giorni e settimane dall’intervento. Era proprio necessario allora intervenire in questo modo? Con ben sette poliziotti? Dando un ulteriore shock alla donna che aveva subito l’intervento e che già era scossa per il drammatico esito della sua gravidanza?
E questa irruzione sulla base di una telefonata anonima. Ma quante telefonate anonime riceve il giudice durante la giornata? e a quante ne da retta? Non sarà che anche il giudice, che dovrebbe seguire ed applicare il diritto laico, è un obiettore di coscienza? Ma a me risulta che l'obiezione di coscienza può farla solo il personale medico...(ma di questi tempi...non si sa mai!!!).

Certamente questa azione poliziesca è il frutto del clima da crociata anti 194 che si è venuto a creare in questo periodo. Clima alimentato da Ferrara e dalla destra che si dichiarano pro vita ma che,a mio parere,di pro vita hanno poco,non si curano infatti della vita e della scelta della donna, ma strumentalizzano a fini elettorali un dramma privato solo femminile (o al massimo della coppia quando il papà non si è defilato…) puntando all’appoggio elettorale del clero.

dal blog tuttifuorionline:

"Ho sottoscritto - e vi chiedo di fare lo stesso - la petizione “Liberadonna” che Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Alda Merini, Valeria Parrella, Lidia Ravera ed Elisabetta Visalberghi hanno scritto e lanciato contro l’incredibile attacco cui stiamo assistendo in questi giorni nei confronti delle donne, della loro dignità, del loro diritto di esistere e di decidere della propria vita."

QUESTO E’ IL LINK, FIRMATE IN TANTE/I: http://www.firmiamo.it/liberadonna

il testo:
"Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti,
ora basta!
L’offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza.
Con l’oscena proposta di moratoria dell’aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere “cose”, terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere.
Lo scorso 24 novembre centomila donne – completamente autorganizzate – hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l’arroganza ipocrita di “difendere la vita”. Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione. Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito provengano – di mettere a rischio l’autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze.
Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l’obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l’accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l’insegnamento dell’educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro).
Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi."

www.firmiamo.it/liberadonna

Ho firmato anch'io. Su di un punto però non sono d'accordo quello di abolire l'obiezione di coscienza, non si può costringere chi non se la sente a fare questo intervento...rispettiamo i principi diversi dai nostri...altrimenti facciamo come loro che vogliono negarci il diritto di scegliere e di vivere in modo diverso dal loro. Rispettiamo i diritti di tutti. Ci sono stati medici che per anni hanno praticato l'interruzione di gravidanza e poi non se la sono più sentita e adesso si dedicano alla contraccezione, alla prevenzione. Insistiamo soprattutto su questo punto : educazione nelle scuole, contraccezione, prevenzione soprattutto rivolta alle extracomunitarie e maggior numero di consultori pubblici.Su tutti gli altri punti sono d'accordo e per questo ho firmato. E' giusto trovarci e tutte assieme dare voce al nostro diritto di scelta. Grazie alle promotrici.

Ho firmato anch'io.

Io non l'ho intesa così la critica all'obiezione di coscienza.

Quando vedo - purtroppo - che questa diventa una grossa limitazione all'applicazione della legge, allora mi pongo anche il problema se effettivamente - considerato CHE NON SI TRATTA DI UN OMICIDIO - se l'obiezione di coscienza può essere messa in discussione.

Non lo so.

Luigi Fusi

Il fatto è che gli obiettori di coscienza considerano l'aborto un omicidio. E quindi, a mio parere,anche se si può non essere d'accordo, non si può costringerli a farlo. E anche per gli stessi medici che praticano l'interruzione volontaria di gravidanza non è facile trovare giustificazione alla loro scelta. Appunto su La Repubblica c'era un'intervista ad una ginecologa del San Camillo di Roma e lei ha dichiarato di avere praticato per anni l'ivg per combattere la piaga dell'aborto clandestino ( che provocava danni gravi alla donna) ma che ora non ce la fa più e si dedica alla prevenzione, alla contraccezione (unico modo per evitare l'aborto).
Penso che forse la tristezza di espantiare un feto dal corpo di una donna e forse vedere e vivere da vicino il dramma di una donna che è svuotata di una parte di sè,di una parte del proprio corpo,e direi di una parte della propria anima, non sia facile nemmeno per chi razionalmente crede che praticare l'ivg sia un modo per combattere l'aborto clandestino e quindi di evitare sofferenze fisiche e psicologiche ancor più gravi alla donna.

Trovo l'osservazione di Luigi Fusi molto sensata.
Ma un medico, prima di dichiararsi obiettore, non dovrebbe rispettare la legge?

Caro LAPACE,
stavo pensando e ripensando.

Se un MEDICO testimone di GEOVA si rifiutasse di fare una TRASFUSIONE di sangue per obiezione di coscienza ?

Gli diremmo: va bene, basta che non lo fai in una struttura PUBBLICA...

Lo so, l'affermazione è un po' forte. Ma attenzione: E' un OMICIDIO O NON LO E' ?

Non è che ci sono mezze misure: hanno sollevato il caso, allora traiamo le conseguenze.

Non facciamo lo scontro muro contro muro, ma facciamoci sentire che forse stanno esagerando !!!

Premessa del 8/3/8: non ho modificato il post. E' della data 2008-02-18 10:11. Ho voluto attirare l'attenzione su questo post (ed anche sulla discussione "aborto" visto l'argomento trattato precedentemente e la festa della donna).

Carissimo/a JesDay,
stavo aggiornando il post per rifinire il discorso riprendendo quanto ha detto Veltroni "non e' un argomento che si possa trattare in campagna elettorale".

Poi nell'aggiornamento mi ha dato il messaggio "non autorizzato", ovvero qualcuno mi aveva dato già una risposta.

Non me la sono sentita di continuare il discorso ignorando la richiesta che Tu hai fatto a tutti, a LAPACE e a me personalmente. Da tempo vedevo la Tua richiesta e mi dicevo "non posso fare tutto". Ho visto giorni fa la risposta di Franca.

Mattia e’ stato sfortunato, ma ha dei genitori tenaci, che non si arrendono facilmente.

Ho letto alcune frasi del Suo portale. Sono persone semplici, che trovano conforto e sostegno alla loro DETERMINAZIONE, alla loro TENACIA anche nelle parole dell’Antico Testamento. Io non sono credente, penso però che alcuni libri sono importanti perché contengono istruzioni di vita . Nella mia formazione ha avuto molta importanza la lettura de “I promessi Sposi” che ho avuto la fortuna di leggere in V liceo con un professore molto bravo, Carlo Trabattoni, lettura che un candidato alla presidenza del consiglio, anzi il probabile – per ora – futuro Presidente del Consiglio dei Ministri del nostro paese – ha definito con una sola parola: inutile. La mia non è retorica. Non è un aggancio inventato. E’ voluto. Questo è il signore “più ricco d’Europa” . E più povero culturalmente. Altro che citazioni in latino imparate a memoria da un libriccino tascabile tipo “IL FIORE DELLE SENTENZE LATINE E GRECHE” (5000 lire, ed. "mini BUR Rizzoli" !), probabilmente trovato mentre cercava i “100 TEMI GIA’ SVOLTI” nei RETROSCAFFALI delle librerie scolastiche !!!.

Scusa Jesday. Ma la lingua batte dove… il dente duole.

Speriamo che si arrivi al più presto a esportarLo questo dente.

Vorrei dirti JesDay che siamo con Te. Anzi, stiamo imparando da Te. Dalla Tua TENACIA, dal Tuo NON ARRENDERTI . Dalla Tua costanza nel ricercare e nel TENTARE “TUTTE LE STRADE POSSIBILI”.

La bella meta che ci hai posto davanti è che finalmente arrivi – per Mattia ma anche "per Noi che NON vogliamo arrenderci" – quel giorno che Tu hai indicato senza enfasi con quel bellissimo, delicato nome "jesday", come se fosse il Tuo motto, che io, scusa se mi sono permesso di modificare - evidenziandone la composizione - in JesDay e di tradurre nella nostra bella lingua, con il “Giorno del Si”.

JesDay non YesDay. Va bene così "jes", "Jes", "JES" !!!: SI. "Si", va bene così. SI. Lo voglio dire forte SI, ripere con Te: "si", "Si, "SI"!!!. Si!!!, TU non hai avuto la fortuna di imparare l'inglese, ma non preoccuparTi, e' anche per questo che Ti ammiriamo. Si!!!, noi Ti AMMIRIAMO per la TUA DIGNITA’: non vergognarTi. Dovrebbero vergognarsi quei Ministri che - oltre ad inventarsi l'inglese - come se non avessero TEMPO LIBERO E ANCHE MAESTRI "A TEMPO PIENO" PER IMPARARLO - usavano le parole - ed il POTERE - non per CHIEDERE come fai Tu, ma PER MINACCIARE!!!.

Lo sai cosa ha scritto Gothe dell'Italia: "Il bel paese dove il dolce si suona".

Ecco vorremmo che Tuo figlio lo possa vedere bene questo nostro Paese, e sentire questo dolce suono "si".

Con profonda stima ed un caldo abbraccio da LAPACE, tutti ed io.

PS del 8/3/8: E' da un po' di giorni che mi sto chiedendo - come ricorda clara61/Antonella, occorre sempre farsi delle domande - perché jesday non ci manda più i suoi appelli. Non ha risolto il problema di Suo Figlio Mattia, ho visto sul sito che sempre accompagnava i suoi appelli. Però non bussa più da noi. Perché ?. Domandiamocelo: Noi. Sappiamo rispondere ?. Non so se tutti sanno rispondere. La maggioranza si: tutti, purtroppo, no.

Visto che ho parlato nel post di BERLUSCONI, aggiungo, quello che ho capito in questi giorni, e scritto in uno dei post della serata "A MONOTEMA D'ALEMA":
NOI NON SCONFIGGEREMO MAI BERLUSCONI SE PRIMA NON SCONFIGGIAMO D'ALEMA. E IL MODO VECCHIO DI INTENDERE LA POLITICA CHE LUI RAPPRESENTA.
Riporto da "Domande di oggi", un'inchiesta in una pagina di Enzo Biagi.
"E BETTINO INDICO' IL MACCHIAVELLICO ERRORE"
"Dov'è l'errore? Quest'errore oggi lo possiamo leggere benissimo: è la teoria della doppia morale, una del principe e l'altra dei sudditi; una per lo Stato e l'altra per i cittadini; una per il partito e l'altra per la popolazione. La stessa logica, l'idea che si possa fare a meno della morale comune, che ha alimentato gli anni di piombo, il terrorismo. L'errore è in quel macchiavellismo di comodo che ha preteso di costruire un diritto personale e privato per i potenti e uno diverso per la gente (Bettino Craxi, introduzione al Principe di Macchiavelli)."

Purtroppo ho la netta impressione che Franca questi miei post non li legge da un bel po' di tempo. Come può affermare che TUTTO deve rientrare in 20 righe. Andare al cuore del problema ?
Si può andare al cuore del problema. Ma non sempre, E specialmente se ci sono dei problemi da far capire a chi non capisce, come premessa, come contorno, che creano la condizione perché si verifichi il problema. Mi verrebbe da dire: problemi di situazione "ambientale", come aveva denunciato Craxi. E non vado avanti. Lascio capire solo a chi e' in grado di capire.

' A jesday da LA PACE, tutti e Luigi Fusi'
Non ti è stato detto a sufficienza di limitare le tue dichiarazioni a te stesso?

'Ahi Pisa, vituperio de le genti
del bel paese là dove 'l sì suona,
poi che i vicini a te punir son lenti'
Canto XXXIII Inferno Divina Commedia Dante Alighieri

Il post che gargantua ti aveva indirizzato era calzante allora e continua ad esserlo.

Per "una donna": il titolo "A jesday da " è quello originario.

Come ti avevo detto: stai attenta perché Tu prendi un po' di cantonate.

Non volermene.

Poesia simmetrica.

AMICIZIA

UN AMICO:
UN NEMICO.

SINCERO.

Se non ci credi, cerca su google "Poesia simmetrica"

Luigi Fusi

PS: Per quanto riguarda il "Si suona" ho SEMPRE pensato che fosse di GOTHE. Hai mai sentito parlare del Suo "Viaggio in Italia" ?. Io ho fatto letteratura tedesca. L'ho portato all'esame di maturità il tedesco. Forse non l'aveva detta Gothe "per primo" la frase "Dove il dolce si suona", ma l'ha espressa come visione che abbraccia molto della sua vita. Eccome. Dante - putroppo - non mi piaceva, forse perché il professore non era Carlo Trabattoni (vedi post) e nemmeno Roberto Benigni, ma un certo prof. T..i (vedi, i nomi di persone brutte non le scrivo, non meritano), uno che "se la tirava", come si dice oggi.

Dopo tutto quello che ti è stato detto sul tuo uso del plurale riferendoti a tuoi pensieri , riporti ancora un plurale nel titolo di un messaggio?

Hai studiato la letteratura tedesca e portato 'Il viaggio in Italia' di GOETHE alla maturità e non ricordi neppure come si scrive il suo nome?

Ci sono 2 tipi di confusione: quella MEMONICA e quella LOGICA
Poi ci puo' essere una confusione dettata dall'emozione (vedi i post di tanti che scrivono).
Poi la confusione creata ad "hoc" in una società.
La confusione creata con dei attentati dinamitardi di cui non si sa il colpevole.
Sulla confusione di solito fa luce la magistratura. E ci riesce.
Se non si mettono in mezzo depistaggi, occultamenti.

Te l'ho già detto prima "una donna" (spero che tutte non siano proprio come TE (?)): IL TITOLO NON L'HO MODIFICATO. E' QUELLO DI QUASI UN MESE FA' !!!

E poi ci sono gli errori di battitura...
Goethe sicuramente non si sarà rivoltato nella tomba per il mio errore. Riesce a star fermo per ben molto di più. Ormai.

Aufviedersen.

Mnemonica...non memonica

Auf wiedersehen...non aufviedersen

... e basta, su.

Gufo Triste,
ieri sera avevo postato una zona che serviva a capire la situazione.
Essendoci pochi indici sto facendo fatica a rintracciarla.

Anche questo è un modo per creare confusione nella discussione di un blog.

Voluto ? Bo. Occorre però sistemarlo al più presto !!!

Il problema che sotto google non li trovi i post attuali perché le informazioni per i motori normalmente vengono estratte la notte.

Con profonda stima.
C'è sempre l'auditorium e il jazz che ci aspetta.

Ieri per farti capire la mia voglia di scuotere ho raccontato che ...sono stato preso a botte dalla mia ragazza quando avevo 20 anni (non proprio a botte, non so se il post è sotto google).

....non te ne ha date abbastanza...!?

ti auguro una b.domenica
laura

Era (e', anche se non è mia moglie) figlia di un grosso mobiliere della zona. Uno che ha detta di tutti, era "un grintoos". Uno che aveva grinta. Andava a lavorare in bicicletta a milano. Poi è riuscito a creare - non da solo, ma con gente valida - una ditta famosa in tutto il mondo che aveva più di 300 operai. Li conosceva uno per uno. Una persona di una grande correttezza.

La grinta la figlia l'ha presa dal padre !!!. E ...una volta che ero li indeciso (voleva che andassimo a trovare una sua compagna di classe, un ambiente straricco, ed io mi sentivo a disagio).
Andiamo. E sai... Andiamo dai. E ma io ...Dai andiamo le ho detto che andavamo. E ma io...
Spaam...!!!. Non so se mi ha fatto più male il colpo fisico o la figura che ho fatto davanti alla mia ...morosa (!):W le "Donne". Sono andato e sono stato contento.

Poi ho capito la bellezza della natura umana,del vivere in coppia, della maturazione che deriva da un confronto a volte forte ma sincero.

Che bello.
L'ho consiglio a tutti.

W le Donne. Ed è meglio se hanno anche i coglioni !!!

NB: questo è un caso in cui è meglio scrivere la parola completa piuttosto che c...i come faccio in pratica sempre.

Però mentre la postavo volevo toglierla, mi sembrava eccessiva. Era meglio il blog di Beppe dove una volta postato NON POTEVI PIU' MODIFICARE. Insomma...prendere decisioni definitive ogni tanto serve.

Per quello ho firmato la sottoscrizione. Forse andava aggiunta la clausola che l'impregno vale solo se efficace, ovvero solo se almeno 400000 firme ?

Comunque la richiesta che ho inviato al tecnico di sospendere non so se riesce a farla. Non mi risposto ancora alla mia e-mail (sono le 11:12). Sul sito non c'erano nr di telefono o altro. Non vorrei che oggi non è al lavoro. Purtroppo.

Sull'aborto sono d'accordo con quanto dice Veltroni

"NON E' UN ARGOMENTO CHE SI POSSA TRATTARE IN CAMPAGNA ELETTORALE !".

Questa è l'unica risposta che possiamo dare, in questo momento.

Io ho in giro un foglio che faceva girare CL in Lombardia nelle precedenti elezioni, che faceva leva su aborto, eutanasia, se non sbaglio anche divorzio.

Non dobbiamo cascarci.

E' un po' come quando si è votato per il Nucleare. Io stavo facendo l'università. Avevo un bravissimo professore di termodinamica - PEDROTTI - che diceva che stavamo sbagliando (era in collaborazione con il Prof. SILVESTRI che lavorava sulla problematica nucleare, non so se qualcuno di Voi ha sentito parlarne...).

Avevo compagni di università che studiavano Ingegneria Nucleare e che dicevano che sarebbero andati all'estero...

Le emozioni non devono essere motivo di decisioni importanti.

Luigi Fusi

Nonostante la rabbia e l'ansia che mi viene a vedere mettere in discussione la 194, mi interessa vedere fino a che punto tenterà di arrivare la manipolazione di questa legge da parte dei politici. Mi interessa capire fino a che punto il Vaticano sia in grado di operare sullo Stato italiano, fino a dove cercherà di arrivare l'operazione di lavaggio dei cervelli di una popolazione e da quali fonti nascerà un'opposizione radicale a questo genere di massacro della libertà di pensiero e di scelta.
Un tema come questo può mettere in maggior luce aspetti che altrimenti potrebbero sfuggirci. Ferrara colla sua bandierina pro life ha dato in questo senso un'ulteriore prova della sua 'coerenza'.
A proposito, tre giorni fa è andato a Genova all'inaugurazione dell'anno accademico della residenza universitaria delle Peschiere della Fondazione Rui (Opus Dei).Dubito fortemente che sia solo in questa sua iniziativa di, chiamiamola così come desidera, difesa della vita.
Quanto a Veltroni, non mi fido molto di quello che dice, è così 'buonista'!

Sono in molti che avanzano sospetti sul ruolo del Vaticano nel logoramento e nella caduta del governo Prodi. Non credo che sia fantapolitica pensare che un ritorno della destra sarebbe gradito a Opus Dei e vertici della Chiesa. Non si parlerebbe più di pacs o dico, di levare l'esenzione dell'ici per
le proprietà immobiliari del Vaticano e di laicità dello Stato,
Comunque sia il "paracadute" Veltroni, tagliata l'ala della sinistra, non metterebbe in grosso pericolo i privilegi e gli abusi della Chiesa romana.
Il nuovo oscurantismo è pronto a manifestarsi.

E' quello che temo anch'io ; tra l'indifferenza e il qualunquismo, l'avidità personale e il disprezzo per gli altri , fenomeni che stanno dilagano in maniera ora subdola ora manifesta, c'è tutto lo spazio perchè avanzino ancora di più i concetti liberisti in economia e venga affossata la politica.Era quello che si auguravano i padri fondatori della Mont Pelerin Society nel '47 e che si sta realizzando decennio dopo decennio. Il Vaticano in tutto questo sta giocando la sua parte , basta pensare a Michael Novak, tanto per fare un nome.
A meno che l'economia occidentale orientata in quel senso non dimostri la vanità delle sue basi. Ci costerebbe carissimo, ma significherebbe esperienza per tutti e un impegno a cambiare dalla radice.

Scusate,
io - purtroppo - ho studiato in un collegio di preti.

2 messe alla settimana. La confessione almeno una volta al mese. Cosa hai fatto ? Quante volte ? La confessione era diventata UN INCUBO. UNA TORTURA. C'era quelli che NON dicevano la verità, ma la maggioranza soffriva come me, perché IO CI CREDEVO e non volevo essere un BUGIARDO!

Cose del passato, per fortuna.

All'università ho anche frequentato CL.

Che ne dite voi del concetto della "Castità nel matrimonio" ?

E' un concetto che circola all'interno di CL. L'ho sentito IO.

E ne dico un'altra. Mi sono sentito dire che se io ero davvero cristiano dovevo votare PER TUTTA LA VITA uno dei PARTITI che erano STATI CONTRO L'ABORTO. In modo acritico, senza guardare cosa facevano, ma SOLO PERCHE' ERA STATI CONTRO L'ABORTO.

Gli unici partiti che erano stati CONTRO L'ABORTO ERANO LA DC e ALLEANZA NAZIONALE.

Ne sono uscito prima di votare.

Luigi Fusi

Però, ripeto, non credo sia il caso che l'aborto diventi argomento di campagna elettorale. Gli italiani non sono ancora in grado di capire. Mi piacerebbe se mi sbagliassi. Ma NON e' così.

Caro Prodi io ho fatto la mia parte, ho detto addirittura cose che mi riguardano profondamente, che fanno arte della mia sfera personale, intima. Spero che quanto ho detto non debba più ritornare. Ma credo che in certi ambienti continua ancora, non si spiegherebbero altrimenti comportamenti assurdi: gente che vota Berlusconi e non capisce chi e' Berlusconi, cosa fa Berlusconi. Chiesa compresa. Il SESSO è una "bella ARMA" in mano alla Chiesa, a quella che non vuole cambiare. Anzi, vorrebe ritornare al potere che aveva in modo "fideistico" reintroducendo il latino.

Come Italiano che convivo con la Chiesa cattolica che forma i miei concittadini, ho il DIRITTO DI DIRLO, ANCHE SE NON SONO CRISTIANO.

Don Asnaghi l'ha detto in chiesa a Cantù - come ho scritto in un altro post - quasi 15 anni fa !!!. Ma le cose NON cambiano. Anzi, peggiorano.

Aspetto caro PRODI che anche TU faccia la TUA parte, come Ti ha chiesto FRANCA. Non far finta di non sapere della SUA richiesta di fare i nomi. Non puoi non aver visto le domande di FRANCA, Tu che compri TUTTI i giornali, TUTTI i giorni...

Aspettiamo le TUE risposte e se non ce le dai continueremo a chiedertele. Senza "sbracarci" come ha fatto Beppe. Ma non ci arrenderemo.

Io invece MI FIDO di Veltroni.

Non mi fido dei NOMI che DEVE fare PRODI a FRANCA e A TUTTI GLI ITALIANI.

Di Veltroni ho letto "La Bella Politica".

Per me Lui e' davvero un bravo politico. Sa ribattere i colpi in modo imperturbabile, senza essere aggressivo anche se ne avrebbe TUTTI i motivi. E' quello che un politico VERO deve sapere fare.

Sto cercando di imparare da Lui per il MIO lavoro. Oggi ormai il livello delle scorrettezze è alto. E tu devi sapere immagazzinare l'aggressività (Vittorino Andreoli) per reagire in modo NON SCOMPOSTO, senza però tollerare e lasciare passare comportamenti scorretti nei tuoi riguardi...(sto aspettando una risposta per un comportamento un po' da "furbetto", da una persona che scrive nel blog proprio al riguardo).

Un abbraccio.
Luigi Fusi

Cari amici,
sull'obiezione di coscienza, ci sarebbe molto da discutere...
1) può l'obiezione di un singolo far decadere un diritto sancito da una legge di questo stato?
2) E' possibile derogare completamente ad una legge dello stato in un ospedale pubblico, se il primario è obiettore? (Forse in uno privato si, ma in uno pubblico...)
3) Ci sono regioni, come il Lazio, dove è quasi impossibile abortire, il tasso di obiezione è circa l'80%. E' necessario andare nella vicina Umbria per poter interrompere la gravidanza. Forse che i diritti sono garantiti a macchia di leopardo?
4) Laddove il tasso di obiezione è alto, vengono praticati a tutt'oggi aborti clandestini, con tassi di mortalità elevati. Quale diritto alla vita si garantisce con l'obiezione?
 

Il secondo articolo del giuramento di Ippocrate, che i medici prestano quando sostengono l'esame di stato dice :

'giuro di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell' uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale'

Da qui nasce a mio parere la possibilità dell'obiezione di coscienza a cui si appellano sia i medici antiabortisti che coloro che insistono sull'accanimento terapeutico nonostante questo stesso giuramento impegni il medico ad astenersene.

a una donna.
anche questi passi del giuramento di Ippocrate posso dare adito all'obiezione diu coscenza:
di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente;

di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona non utilizzerò mai le mie conoscenze;

se poi vogliamo dare un'occhiata al vecchio giuramento potrai notare che il divieto all'aborto è charissimo e l'obiezione di coscienza legittima.

Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dei tutti e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest'arte, se essi desiderano apprenderla; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro.

Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa.

Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.

Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte. Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività.

In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.

Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.

E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

Sono passati molti secoli dai tempi di Ippocrate e del suo giuramento, solo nel 1900 è stata riconosciuta al malato la libertà di scelta quanto alle terapie a cui sottoporsi e questo implica che si possa discutere il principio ippocratico secondo cui il medico fa il bene del malato e il malato deve accettare passivamente le decisioni terapeutiche del medico.
Ho citato quel passo dell'attuale giuramento solo per evidenziare il fatto che anche oggi si giura di difendere la vita ed è a questo, a mio parere, che possono appellarsi i medici che decidono per l'obiezione di coscienza. Subito dopo però si giura sulla tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e sul sollievo dalla sua sofferenza. Questo ultimo passo è presente anche nella 194 e c'è da chiedersi se l'obiezione di coscienza dei medici antiabortisti possa prescindere dalla tutela della salute della donna incinta, quando decida di abortire.
A mio parere no.

Scusate se intervengo ancora e se sarò lunga…è che è un argomento che mi sta a cuore. Dopo per un po’ me ne starò zitta…(fino alla prossima volta)
Mi sono riletta l’art 9 della legge 194,quello che parla dell’obiezione di coscienza. Prevede che, in caso di obiezione, gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate assicurino l’espletamento della procedura dell’ivg. Però a quanto sembra un conto è la legge e un conto è la pratica…L’eliminazione dell’obiezione, com’è richiesta nella petizione, è in ogni caso una proposta e, sperando che sia valutata, sarà oggetto di discussione. Ho pensato su questo argomento e mi è sorta una domanda: poiché (sempre sull’argomento aborto e gravidanza) ci può essere l’obiezione su diversi atti che il medico deve fare perché non regolamentarla, specificarla meglio (se non si vuole eliminarla) nell’ambito dell’ art 9? Infatti, con la scusa dell’obiezione di coscienza, si omettono atti che, a mio parere, sono doverosi per il medico.
Ad esempio ci sono medici (io ne ho conosciuti) che esercitano l’obiezione di coscienza non prescrivendo l’anticoncezionale alla donna. Ma con quale giustificazione? E questo, proprio nell’ambito di un’ottica tesa a diminuire il ricorso all’aborto, a mio parere, non può essere tollerato.
Ad esempio ci potrebbero essere dei medici che, essendo obiettori, non prescrivono alla donna gli esami di routine(amniocentesi o altro) per controllare se il feto è malato e quindi impedendole di sapere se può nascere con malformazioni. E’ anche questo non può essere tollerato.
Ad esempio si potrebbe prevedere in modo più chiaro e definito la presenza costante di un equipe di medici non obiettori in tutte le strutture ospedaliere o case di cura( ma forse non è facile attuarlo).
Sono solo idee che mi sono venute…
Ho visto il sito di Mattia. Anch’io non sono credente e la cosa che mi ha colpito, oltre Mattia, è il filmato dove la mamma di Mattia esprime con grande ardore la generosità di Dio. Hanno molta fede e senz’altro li aiuta ad andare avanti, a sperare. Con tutto il cuore auguro a loro che riescano a raggiungere l’obiettivo prefissato. Vedendo il sito mi sono nate due riflessioni :
1.Sono solo i genitori che hanno la responsabilità di allevare un bambino malato e quindi quei medici che propongono di rianimare il feto (già malato),anche senza il consenso dei genitori, sono assurdi.
Non si possono permettere di decidere per i genitori ( che, peraltro, ricorrendo all’aborto, hanno già scelto).
2.La società attuale, a mio parere, non ha molto sviluppato una cultura di accoglienza del “diverso” sia esso malato, handicappato, extracomunitario o altro.
Perché tutti (soprattutto quelli che parlano tanto della vita) non combattiamo proprio per una società più civile, più umana, più accogliente? Il che significa porsi prima di tutto in modo benevolo verso il diverso ma anche combattere perché vi siano strutture, personale e finanziamenti per assicurare un’adeguata assistenza a coloro che ne hanno bisogno e alle famiglie . Perché, sempre nell’ottica dell’accoglienza, non si possono facilitare le adozioni e non si pubblicizza maggiormente l’istituto dell’affido familiare? Sono solo esempi…
Ci sono tante problematiche che interessano la vita vera, matura, che interessano la società tutta.
L’aborto come altre questioni : l'uso dell'anticoncezionale, l’eutanasia, il testamento biologico, la convivenza con chi si vuole, sono scelte che riguardano la sfera privata dell’individuo che devono essere rispettate e tutelate. E qui vengo ad una questione che ritengo fondamentale : la laicità dello stato.
Lo stato non può permettere alla Chiesa di ingerirsi sulla sua attività politica cioè di governo e cura della polis, della cosa pubblica, dei cittadini. Lo stato laico deve tenere conto, nel suo legiferare, della situazione del paese, dell’esigenze della popolazione ed intervenire in tal senso. Così come nel 1978 si rese necessaria la 194 per l’alto numero di aborti clandestini. Lo stato laico deve salvaguardare i diritti di tutti per permettere a tutti di vivere secondo le proprie convinzioni e di non sentirsi emarginato, limitato o oppresso perché le sue scelte non corrispondono alla maggioranza (almeno quella “ufficiale” per così dire…). Ma capisco (e temo) che ora con il degrado della vita pubblica c’è il pericolo che la Chiesa possa sostituirsi allo Stato. “L’ ondata neoguelfa “ prospettata da Aldo Schiavone in un articolo de La Repubblica sta davvero arrivando?

Antonella , se non sei mamma di un bambino disabile non puoi capire cosa significhi e quanto grande possa essere l'accoglienza l'accettazione e l'amore che i nostri figli ci insegnano, le persone disabili sia per malattie genetiche, per traumi da parto, per malattie metaboliche ( faccio presente che anche il diabete è una malattia metabolica)per incidenti nell'infanzia o nell'adolescenza riescono nella maggior parte dei casi a trovare e far trovare a chi li ama una forza e determinazione sconosciuta a chi non vive questa realtà.
Che poi SIA LA SOCIETà TUTTA CHE DOVREBBE FARSI CARICO ANCHE DI QUESTO CITTADINI E NON LO FA , almeno non in maniera ottimale e sperabile, è fuori di dubbio .

io credo che nella discussione sulla legge 194 non si possano colpevolizzare i medici che rianimano un bimbo in molti casi con un Apgar di 0 alla nascita , perchè se non lo facessero, con le leggi attuali, potrebbero essere perseguiti, è un argomento molto delicato che non si può liquidare con poche parole e parlarne genericamente riduce l'importanza dell'argomento, ne conosco molti di bambini rianimati a cui la mancanza di ossigeno ha offerto una vita breve e sofferta , ma non me la posso prendere con il medico, lui non ha la sfera di cristallo per sapere quanto e come avrà conseguenza quel parto difficile sulla sua vita, così come un medico che offre le cure a un bambino nato di 23 settimane non può sapere se quelle cure serviranno a offrirgli una vita completa e libera da sofferenza , ma ci sono anche dei bambini che nonostante la prematurità sono sanissimi, che fare allora? non rianimarne nessuno o lasciarli andare via tutti?
Al di là del mio personale disappunto di considerare un vita indegna di vivere quella di un disabile, chi è che può e si deve prendere questa responsabilità? il medico? il genitore? il legislatore? vorrei avere le idee più chiare , ma sono solo una mamma che non rinnega neppure un giorno della vita con sua figlia, e sono già 35 gli anni , quando i medici pensavano che non avrebbe superato l'adolescenza .
ps. obiezione di coscienza non è accettabile per la prescrizione dell'anticoncezionale,o per gli esami diagnostici ne per la prescrizione della pillola del giorno dopo , se ciò succede chiamate i carabinieri perchè quel medico commette un'illecito .

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

La 194 è una legge sull'interruzione di gravidanza, non sui parti prematuri. Il neonato prematuro, ovviamente nato vivo, viene curato nel miglior modo possibile e dimesso dall'ospedale quando le sue condizioni cliniche sono tali da permetterne le dimissioni.
Non credo davvero che la vita di una persona disabile sia indegna di essere vissuta, le malattie, gli incidenti, possono modificare profondamente la vita di una persona nata 'abile'.
Per quanto riguarda me come persona, posso dire che quando ho saputo di essere incinta ho voluto fare l'amniocentesi alla clinica Mangiagalli di Milano ; volevo sapere se il patrimonio cromosomico del bambino era normale. La persona, una mia cugina, che mi ha comunicato l'esito dell'esame genetico mi ha gelato il cuore quando mi ha detto per telefono 'siediti e poi ti dico'. Respiravo a stento quando le ho detto 'dimmi' , sono scoppiata in una risata alle sue parole 'è tutto normale , ma è una femmina e non sapevo se l'avresti presa bene ' Cose da matti!
L' angoscia che ho vissuto in quegli istanti era pari alla consapevolezza che se ci fossero state aberrazioni cromosomiche avrei abortito. E questo non per qualche principio di eugenetica, ma perchè non volevo mettere al mondo una persona che avrebbe dovuto dipendere da me o da altri per tutta la sua vita.

Cara mammamarina, innanzi tutto un abbraccio, siamo donne (e magari anche mamme) e uomini (pochi per la verità e...fate i bravi eh?)che riflettiamo, pur con delle opinioni a volte diverse, su argomenti che ci riguardano da vicino, che ci stanno a cuore, nevvero? Detto questo …effettivamente il mio intervento è stato troppo lungo con il rischio di essere fraintesa, ed effettivamente ho sfiorato argomenti delicati che meritano maggiori approfondimenti. Ma era per dire, anche se non l’ho scritto espressamente, che certe situazioni e problematiche umane e civili,(la convivenza, l’eutanasia, il testamento biologico ecc) non sono state ancora riconosciute dallo Stato,che lo Stato insomma non le ha fatte diventare legge e,a mio parere, se ne sente invece l’esigenza.Era per dire le sopradette problematiche (compreso l'aborto) riguardano diversi aspetti, comportamenti, scelte della vita privata e della vita politica, dello Stato.
Volevo specificare che non sono mamma di un disabile ma sono una mamma di tre figlie (due mie e una, anche se per me è come se fosse mia figlia, che abbiamo preso in affido quando aveva tre anni, ora ne ha 16) perciò so cosa significa amare un figlio e immagino, se è possibile amare di più un figlio rispetto all’altro, che si ami molto di più il figlio che ha più bisogno di essere seguito, protetto, il figlio che è più fragile (dal punto di vista psicologico e fisico). Ho fatto la volontaria di una ragazza down e so come queste persone possano dare dal punto di vista umano e so quanto siano dotate in sensibilità… Lungi quindi da me di considerare “una vita indegna di vivere quella di un disabile” mi sembra che il mio intervento fosse chiaro in questo senso parlando di accoglienza personale e sociale del “diverso” (se vogliamo usare questo termine).
Parlando di medici che vogliono rianimare il feto senza il consenso dei genitori, mi riferivo all’aborto terapeutico non ai bimbi prematuri o a quelli nati con gravi malformazioni che logicamente vanno aiutati. E’ una cosa diversa l’aborto terapeutico e il parto prematuro.
Nel primo caso,aborto terapeutico, la donna o i genitori hanno già scelto di non portare avanti la gravidanza per patologie del feto o per grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna mentre il bimbo prematuro è desiderato ed aspettato.
Insomma mi riferivo al feto che sopravvive all’aborto terapeutico ( dalla 22 esima alla 25 esima settimana, grosso modo, perché prima non dovrebbe sussistere la possibilità di vita autonoma, come prevede l’art. 7 della 194, anche se non indica un termine preciso ) e ai quei medici romani che hanno affermato che per rianimare ed assistere il feto (estremamente prematuro e che nasce vitale anche dopo una interruzione volontaria di gravidanza) non c'è bisogno del consenso dei genitori anche se la percentuale che riporti deficit cerebrali e di altro tipo resta significativo. A mio parere invece, se proprio si decide di rianimarlo e di assisterlo, il consenso dei genitori o della madre (che possono essere considerati dei tutori del nascituro) è fondamentale. Perchè, a mio parere, un bimbo deve nascere dal desiderio,dalla gioia di averlo, dalla riflessione, dalla responsabilità e non può mai essere una scelta obbligata da altri, soprattutto se si prevedono patologie gravi.
Ho letto che in Olanda, come in altri paesi d'Europa, l'atteggiamento è molto pragmatico, non hanno come obiettivo la sopravvivenza ma la qualità della vita futura e per questo si astengono di rianimare al di sotto delle 25 settimane salvo casi eccezionali (altri atteggiamenti...altre visioni...condivisibili o meno)
Un bacio da una mamma,Antonella

Lasciando salva la possibilità di obiezione di coscienza, il problema sarebbe facilmente risolvibile garantendo la presenza di un non obiettore in tutte le strutture ove si pratichi l'interruzione terapeutica di gravidanza.
Credo che nella petizione si intendesse questo.

Sono d'accordo con gargantua. Garantire almeno la presenza di un non obiettore.Il fatto se poi sia o non sia omicidio...a me personalmente non piace parlarne, è comunque l'interruzione di una vita in fieri,che si sta sviluppando e certamente è diverso che togliere la vita ad un individuo già nato e maturato...però, a mio parere,discuterne sarebbe piuttosto filosofico e anche un pò cinico. A mio parere la questione non è questa ma è garantire alla donna, che non ha alternativa, il diritto di ricorrere all'interruzione di gravidanza; è non vanificare le lotte passate che le donne hanno fatto per eliminare l'aborto clandestino ed avere quindi una legge che lo permettesse. La questione è che non si può più anzi non si deve più tornare indietro.
Il discorso del medico testimone di Geova? penso che una persona che si crea problemi per fare una cosa minima ma essenziale come la trasfusione di sangue non debba fare nemmeno il medico, perchè al medico deve innanzi tutto interessare la vita del malato e non i suoi scrupoli religiosi: insomma il medico ha un codice deontologico dal quale non può prescindere.Forse, ma dico forse, la questione della ivg è diversa...ci penserò. Ciao, Antonella

Era l'aprile del 1992 quando ho commesso il mio delitto, e non credevo, non supponevo neanche lontanamente il dolore.
Quel dolore.

Le preparavo io, le donne, quando operavamo in clandestinità.
Fino ad allora avevano abortito fra ferri da calza e spremute di prezzemolo, oppure (se potevano permetterselo) erano salite, quasi sempre da sole, su un aereo per Londra.

Poi era arrivato il metodo Karman per aspirazione ed aveva squarciato il velo di dolore, vergogna e speculazione che copriva gli aborti clandestini.
Quelli dei medici "cucchiai d'oro" che attentavano, in cambio di milioni, alla vita delle donne.

Il Karman poteva essere praticato da chiunque avesse avuto un'istruzione in proposito.
In molte facevamo così la nostra quotidiana disobbedienza nei confronti delle leggi che massacravano le donne, soprattutto le giovanissime, le povere, le malate, le vittime di violenze...

Venivano a grappoli alla riunione del mercoledì. Erano tante, disperate, angosciate, forti.
Si parlava, si spiegava, si consolava, si giustificava, si aiutava la vergogna, la paura, l'imbarazzo. Si cercava di lenire il senso di colpa che le divorava.

Tutte.
Anche le più spavalde.

E, nel giorno fissato, partivamo alla volta di qualche casa di San Basilio, del Tiburtino Terzo o di Torrevecchia dove si radunava un gruppo selezionato a seconda dell'urgenza.
Spesso quelle drammatiche riunioni venivano fatte all'insaputa dei mariti, in ritagli di pomeriggio, mettendosi a turno qualcuna a far da palo sulla porta mentre all'interno si maneggiavano cannule e aspiratori, mentre grumi di dolore salivano su per i tubi di plastica e troppo spesso non si avevano abbastanza ricette per poter assicurare a tutte l'antiemorragico.
Non tutte urlavano.

Noi sì.
Noi tutte in quell'ospedale abbiamo urlato.
Ho urlato come un maiale sgozzato in quell'aprile del 1992, quattordici anni dopo la fine della clandestinità.

Ho urlato vergognandomi di non saper essere forte, di non saper far fronte ad una situazione che pure tante e tante volte avevo vissuto da spettatrice.

L'infermiera mi teneva la pancia e la ginecologa parlava.
Ed io perdevo la testa e non riuscivo nemmeno a ricordare come respirare.

Prima la lancia fredda dello speculum che dilatandosi separa i muscoli con forza, poi uno strumento che entra dentro come mordendo, quindi l'iniezione e subito dopo qualcosa di orribile, di imprevisto, di assurdo che mi ha preso l'anima.

Non potevo vedere, ma sapevo che era il momento in cui si mettono le cannule per allargare il collo dell'utero.

Dal di qua è come se ti strappassero non solo la carne, ma la vita.
L'anima.

In quel momento mi sono morsa le mani ed ho gridato.
Mi hanno chiesto di rilassarmi per lasciarle lavorare bene.
Ho giurato: "mai più!"
Ho pensato di essere vigliacca.

Poi piano piano è passato.
Hanno tolto la pinza.
Sono iniziate le contrazioni.

Dopo un'ora ero fuori, pronta per tornare a casa: qualche perdita, un lieve dolore costante. Lo choc.

Abbiamo interrotto le funzioni per cui il nostro corpo si stava preparando.
Le abbiamo interrotte con la forza.
E' l'ultima cosa che una donna vorrebbe scegliere.
Fantasmi di punizione s'aggirano violentemente nell'anima.
Non si riesce neanche a concedersi il pensiero: "ora tutto è finito".
Il corpo ha memoria ed un passaggio come questo non potrà lasciarti mai uguale a prima.

Ed ora ci mandano a dire che è tutto sbagliato e che, come allora, in fondo siamo solo delle maledette assassine.

Che ci siano riusciti? Appena le donne hanno abbassato per un attimo la guardia, si sono schierati: pronti a ricacciarle indietro nella storia, nei diritti e nella civiltà.

Allucinante il tuo racconto, la tua esperienza...mi sono venuti i brividi e ho pianto. Io non ho mai ricorso all'aborto ma sento che c'è tanta sofferenza dietro a questa scelta!!! gli uomini non lo sapranno mai...perchè è il nostro corpo che è lacerato, svuotato allo stesso modo della nostra anima. L'aborto è sempre una brutta esperienza ma a volte non si hanno alternative. E la donna spesso è lasciata sola con la sua scelta disperata. Ah se gli uomini avessero più empatia nei nostri confronti!!!Se comprendessero la sofferenza che c'è dietro non chiamerebbero le donne assassine!!!
Occorre combattere per mantenere la legge e soprattutto perchè sia diffusa a tutti i livelli la prevenzione e la contraccezione per arrivare all'aborto solo nei casi estremi, per evitare alla donna questa terribile esperienza!!! grazie della tua testimonianza!! Antonella

Cara Isabella,
scusa se mi permetto. Leggendo il Tuo racconto viene spontaneo un rispettoso silenzio.

Però vorrei sottolineare a Te la Tua frase "Fantasmi di punizione s'aggirano violentemente nell'anima".

Penso che avrai sentito parlare di autostima, stima di se stessi, coscienza della propria persona.

L'Autostima è un fattore DETERMINANTE del comportamento di ciascuna persona. Se Tu stimi Te stessa allora ti senti degna, ti senti in DIRITTO di proteggere te stessa dai torti che subisci di volta in volta. Reagisci di fronte ad un torto. Dici: No, un momento, QUESTO NON LO MERITO, perché DEVO SUBIRE QUESTO ?
Perché devo lasciare che MI TRATTINO MALE.

E' un meccanismo che ti scatta in automatico.

Però se TU non hai autostima, allora sei la prima a dirti "IO SONO COLPEVOLE, e merito QUESTO CASTIGO". E questo Te lo dici dentro TE STESSA. Nel TUO PROFONDO (o INCONSCIO come direbbe FREUD).

Ed è questo il vero gioco del POTERE che non si REGGE SULLA VERA FORZA ma sull'inganno.

Un potere che prima di priva di un Tuo diritto e poi ti fa sentire ANCHE IN COLPA.

Io alle volte faccio il paragone con gli animali (non so se conosci KONRAD LORENZ).

Potrei portarti come esempio di cosa significa davvero POTERE un caso che ho vissuto personalmente, capitato a me, con il mio cane, una femmina di rottwailer - una razza che ha molto sviluppato il senso della gerarchia nel gruppo - che ho adottato da un canile. Però sarei un po' lungo e dovrei spiegare cose che non tutti capirebbero.

Anche i gorilla hanno nel loro gruppo una struttura molto gerarchica. Ma un gorilla diventa CAPO solo se dimostra di essere il PIU' CORAGGIOSO. E lo rimane fintantoché lo dimostra di esserlo.

Quando si presenta un pericolo il CAPO deve andare davanti a TUTTI a difendere il GRUPPO.

Il potere, quello vero, non è quello di quei CAPI che distruggono l'autostima delle persone per dominarle, ma quello delle persone che sanno dimostrare il loro coraggio.

Mi viene in mente - adesso, in questo momento, non pensavo di arrivare a dirti questo - un legame con il gesto di coraggio che ha fatto Veltroni. Forse e' per questo che sta avendo consenso.

Ha dimostrato di avere CORAGGIO.

E' una domanda che mi sto facendo, alla quale voglio rispondere con calma.

Un abbraccio.
Luigi Fusi

PS: Conosco di persona, anche molto bene, persone che hanno vissuto sulla loro pelle, subendolo, il problema della mancanza di autostima.

Dubito che una donna che sceglie di abortire riesca a tradurre questa libertà di scelta in autostima.Se mai si tratta di avere il coraggio di sopportare un senso di colpa per la propria ignoranza o per la mancanza di attenzione , il dolore fisico e psichico, un senso di profonda solitudine e di abbandono e, quando la 194 non esisteva, la paura di essere scoperta e di poter subire anche una condanna penale.