LA MIA LETTERA DI DIMISSIONI

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In verità basterebbero poche parole, prendendole a prestito da Leonardo Sciascia: «Non ho, lo riconosco, il dono dell’opportunità e della prudenza, ma si è come si è».
Il grande scrittore siciliano è, in effetti, persona che sento molto vicina, (eravamo cari amici) sia per il suo impegno culturale e sociale di tutta la vita, sia perché a sua volta, nel 1983, a fine legislatura decise di lasciare la Camera dei Deputati per tornare al suo lavoro di scrittore.
 
                 Le mie motivazioni, forse, non sono dissimili dalle sue. Del resto, io mi sono sentita “prestata” temporaneamente alla politica istituzionale, mentre l’intera mia vita ho inteso spenderla nella battaglia culturale e in quella sociale, nella politica fatta dai movimenti, da cittadina e da donna impegnata. E questo era ed è il mandato di cui mi sono sentita investita dagli elettori: portare un contributo, una voce, un’esperienza, che provenendo dalla società venisse ascoltata e magari a tratti recepita dalle istituzioni parlamentari.
Dopo 19 mesi debbo constatare, con rispetto, ma anche con qualche amarezza, che quelle istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato.
 
                 Nel marzo del 2006, l’Italia dei Valori mi propose di candidarmi come senatrice alle elezioni. Ho riflettuto per un mese prima di sciogliere la mia riserva, mossa da opposti sentimenti, ma alla fine ho maturato la convinzione che per contribuire a ridurre i danni prodotti al Paese dal governo retto da Silvio Berlusconi e dall’accentramento di poteri da lui rappresentato, ogni democratico dovesse impegnarsi in prima persona nell’attività politica.
Ho infine accettato, ringraziando l’On. Di Pietro per l’opportunità che mi aveva offerto, pensando, senza presunzione, che forse avrei potuto ricondurre alle urne, qualcuna o qualcuno dei molti sfiduciati dalla politica.
Ecco così che il 12 aprile 2006 mi sono ritrovata a far parte, alla mia giovane età (!!), del Senato della Repubblica carica d’entusiasmo, decisa a impegnarmi in un programma di rinnovamento e progresso civile, seguendo le proposte portate avanti durante la campagna elettorale dell’Unione, soprattutto quella di riuscire a porre fine all'enorme e assurdo spreco di denaro pubblico.
Ho così impegnato la mia indennità parlamentare per lavorare in questa direzione, anche organizzando (giugno 2006) un convegno con un gruppo di professionisti tra i più valenti, al fine di tracciare le linee di un progetto in grado di tagliare miliardi di euro di spese dello Stato nel settore dei consumi energetici, delle disfunzioni della macchina giudiziaria e dell'organizzazione dei servizi.
A questo convegno ho invitato Senatori della commissione ambiente e altri che ritenevo sensibili ai temi in discussione.
Non ne è venuto uno.
Ho inoltre presentato un disegno di legge (4 luglio 2006) con cui chiedevo che i funzionari pubblici, condannati penalmente, venissero immediatamente licenziati, trovando su questo terreno l’adesione di parlamentari impegnati nella stessa direzione, quali i Senatori Formisano, Giambrone, Caforio, D’Ambrosio, Casson, Bulgarelli, Villecco Calipari, Russo Spena e molti altri, compresi numerosi deputati.
E' nato così il progetto delle “10 leggi per cambiare l'Italia”.
Ho anche acquistato spazi su alcuni quotidiani e sul web, per comunicare i punti essenziali di questo progetto. Ma anche questa iniziativa non ha suscitato interesse nei dirigenti dei partiti del centro sinistra.
Nei quasi due anni trascorsi in Senato, ho presentato diverse interrogazioni.
Tutte rimaste senza risposta.
Ho presentato numerosi emendamenti, ma non sono stati quasi mai accolti.
Questa, per la verità, è la sorte che capita a quasi tutti i Senatori.
In seguito a una inchiesta da me condotta sul precariato in Parlamento, sei mesi fa mi sono impegnata nella stesura di un disegno di legge (presentato 18 luglio) in difesa dei diritti dei collaboratori dei parlamentari: illegalità, evasione contributiva e sfruttamento proprio all’interno della istituzione parlamentare!
Mi sono contemporaneamente impegnata su questioni drammatiche e impellenti, quali la necessità che il ministero della Difesa riconoscesse lo status di “vittime di guerra” ai reduci dei conflitti nei Balcani, Iraq e Afghanistan, avvelenati dai residui dell'esplosione dei proiettili all’uranio impoverito.
Quanti sono i militari deceduti? Mistero.
Quanti gli ammalati ignorati senza assistenza medica né sostegno economico? Mistero. Le cifre che si conoscono sono molto contraddittorie .
Quello che si sa con certezza è che ci sono famiglie che per curare il figlio si sono dissanguate e alla morte del congiunto non avevano nemmeno i mezzi per pagare la tomba. 
 
Anche per questa tragica campagna d’informazione ho acquistato spazi su quotidiani e web. Grazie ad alcuni media e a “Striscia la notizia” di Antonio Ricci, il problema è stato portato per quattro volte al grande pubblico: giovani reduci dei Balcani gravemente colpiti, raccontavano la tragedia che stavano vivendo. Dopo tanto insistere, finalmente il Ministro Parisi, se ne sta occupando: speriamo con qualche risultato concreto.
 
                 Posso dire serenamente di essermi, dall’inizio del mio mandato ad oggi, impegnata con serietà e certamente senza risparmiarmi.
Ma non posso fare a meno di dichiarare che questi 19 mesi passati in Senato sono stati i più duri e faticosi della mia vita.
 
                 A volte mi capita di pensare che una vena di follia serpeggi in quest’ambiente ovattato e impregnato di potere, di scontri e trame di dominio.
L'agenda dei leader politici è dettata dalla sete spasmodica di visibilità, conquistata gareggiando in polemiche esasperate e strumentali, risse furibonde, sia in Parlamento che in televisione e su i media. E spesso lo spettacolo a cui si assiste non “onora” gli “Onorevoli”.
In Senato, che ho soprannominato “il frigorifero dei sentimenti” non ho trovato senso d’amicizia. Si parla... sì, è vero... ma in superficie. Se non sei all’interno di un partito è assai difficile guadagnarsi la “confidenza”. A volte ho la sensazione che nessuno sappia niente di nessuno... O meglio, diciamo che io so pochissimo di tutti.
In Aula, quotidianamente, in entrambi gli schieramenti (meno a sinistra per via dei numeri risicati), vedi seggi vuoti con il duplicato della tessera da Senatore inserita nell’apposita fessura, con l’intestatario non presente: così risulti sul posto, anche se non voti e non ti vengono trattenuti 258 euro e 35 centesimi per la tua assenza, dando inoltre la possibilità ai “pianisti” di votare anche per te, falsando i risultati.
Questo comportamento in un Paese civile, dove le leggi vengono applicate e rispettate, si chiama “truffa”.
La vita del Senatore non è per niente comoda e facile per chi voglia partecipare seriamente ed attivamente ai lavori d’Aula.
Oltre l’Aula ci sono le commissioni. Ne ho seguite quattro: Infanzia, Uranio impoverito, Lavori pubblici e comunicazione, Vigilanza Rai.
A volte te ne capitano tre contemporaneamente e devi essere presente ad ognuna o perché è necessario il numero legale o perché si deve votare.
E’ la pazzia organizzata!
Se queste riunioni si facessero via web si ridurrebbero i tempi e si potrebbe arrivare velocemente alle conclusioni, ma l'era del computer non ha ancora toccato i vertici dello Stato!
E tutto questo attivismo produce un effetto paradossale: la lentezza.
Si va lenti… “lenti” in tutti i sensi.
Nel nostro Parlamento l'idea del tempo è quella che probabilmente hanno gli immortali: si ragiona in termini di ere geologiche, non certo sulla base della durata della vita umana e degli impellenti bisogni della gente.
 
                 Oltretutto mi sento complice di una indegnità democratica. Stiamo aspettando da 19 mesi, che vengano mantenute le promesse fatte in campagna elettorale. Non è stata ancora varata, ad esempio, la legge sul conflitto d'interessi, e ritengo questo ritardo gravissimo. Non è stata liberata la Rai dai partiti, non è stato fissato un antitrust sulle televisioni, mentre in compenso tutte le leggi del governo Berlusconi, assai criticate anche all’estero, sono in vigore, il falso in bilancio continua a essere depenalizzato, la ex Cirielli continua a falcidiare migliaia di processi. Contemporaneamente il governo ha bloccato il processo sul sequestro di Abu Omar sollevando due conflitti d’attribuzione davanti alla Corte costituzionale. E ha creato i presupposti perché al Pubblico Ministero Luigi De Magistris vengano tolte le indagini su politici di destra e di sinistra e il Giudice Clementina Forleo venga fatta passare per esaltata e bizzarra.
Nonostante gli impegni programmatici sulla legge Bossi-Fini e sui Centri di permanenza temporanea, che sarebbe più appropriato definire centri di detenzione, dove sono negati i diritti più elementari, non ci sono novità.
Ora stiamo aspettando anche in Senato il disegno di legge che vieta ai giornali di pubblicare le intercettazioni e gli atti d‘indagini giudiziarie, già votato alla Camera da 447 deputati, con soli 7 astenuti e nessun contrario.
Come andrà in Senato?
In tante occasioni ho fatto prevalere, sui miei orientamenti personali la lealtà al governo e allo schieramento in cui sono stata eletta, ma questa volta non potrei che votare contro.
 
                 Il Paese si trova in gran difficoltà economica: disoccupazione, precarietà, caro vita, caro affitti, caro tutto... pane compreso.
Che diredella lontananza sconvolgente che c’è tra il governo e i reali problemi della popolazione?
E che dire dei 1030 morti sul lavoro nel solo 2007 (cifra peraltro destinata a crescere con la stabilizzazione dei dati Inail) Ben venga il disegno di legge del ministro Damiano e il nuovo Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro.
Non è mai troppo tardi.
Solo un po’...
Che dire dell’indulto di “tre anni” approvato con una maggioranza di 2/3 del Senato, con l’appoggio di UDC, Forza Italia e AN?
Era certamente indispensabile alleggerire il disumano e incivile affollamento delle carceri, ma con un criterio che rispondesse davvero al problema nella sua essenza, con un progetto di riforma strutturale del sistema penitenziario, con il coinvolgimento delle innumerevoli associazioni del volontariato privato-sociale, che storicamente operano sul territorio nazionale e locale.
A migliaia si sono trovati per strada e molti senza un soldo né una casa, né tanto meno un lavoro. Dodici donne italiane e straniere furono dimesse dal carcere di Vigevano a notte fonda in piena e desolata campagna! 
La notte stessa e nei mesi a seguire, circa il 20% degli scarcerati è ritornata in cella. Sono anni che le carceri scoppiano... nessuno ha mai mosso un dito. Di colpo arriva l’indulto!
E’ difficile non sospettare che il vero obiettivo di questa legge proposta dal governo, fosse soprattutto quello di salvare, in fretta e furia, dalla galera importanti e noti personaggi incriminati, industriali e grandi finanzieri, e soprattutto politici di destra e qualcuno anche di sinistra...
Che dire dei deputati e senatori condannati e inquisiti che ogni giorno legiferano e votano come niente fosse? 
Che dire di una finanziaria insoddisfacente alla quale siamo stati obbligati a dare la fiducia, altrimenti non avrebbe avuto i voti per passare?
Che diredel consenso dato dal governo Prodi nel 2006 e riconfermato, “di persona” dal Presidente Napolitano a Bush nel 2007, per la costruzione della più grande base americana d’Europa a Vicenza?
Gli impegni presi da Berlusconi sono stati mantenuti.
I vicentini hanno diritto di manifestare in centinaia di migliaia, con la solidarietà di molti italiani, ma non di ottenere attenzione e rispetto delle proprie ragioni.
Che dire del costante ricatto, realizzato da questo o quel onorevole, di far cadere il governo per cercare di ottenere privilegi o cariche?
Quante volte, per non farlo cadere, ‘sto benedetto governo, ho dovuto subire il ricatto e votare contro la mia coscienza?
Troppe. Tanto da chiedermi spesso: “Cosa sono diventata? La vota rosso-vota verde?”
 
La prima volta che ho sentito forte la necessità di allontanarmi da questa politica svuotata di socialità, è stato proprio con il rifinanziamento delle missioni italiane “di pace” all’estero. Ero decisa a votare contro, ma per senso di responsabilità, e non mi è stato facile, mi sono dovuta ancora una volta piegare.
E non mi è piaciuto proprio. Credo che il mio malessere verso queste scelte sia ampiamente condiviso dai molti cittadini che hanno voluto questo governo, e giorno dopo giorno hanno sentito la delusione crescere, a seguito di decisioni sempre più distanti da loro, decisioniche li hanno alla fine, allontanati dalla politica.
 
                 In queste condizioni non mi sento di continuare a restare in Senato dando, con la mia presenza un sostegno a un governo che non ha soddisfatto le speranze mie e soprattutto quelle di tutti coloro che mi hanno voluta in Parlamento e votata.
La prego quindi signor Presidente di mettere all’ordine del giorno dell’Assemblea le mie irrevocabili dimissioni.
 
                 Non intendo abbandonare la politica, voglio tornare a farla per dire ciò che penso, senza ingessature e vincoli, senza dovermi preoccupare di maggioranze, governo e alchimie di potere in cui non mi riconosco.                               
Non ho mai pensato al mio contributo come fondamentale, pure ritengo che stare in Parlamento debba corrispondere non solo a un onore e a un privilegio ma soprattutto a un dovere di servizio, in base al quale ha senso esserci, se si contribuisce davvero a legiferare, a incidere e trasformare in meglio la realtà. Ciò, nel mio caso, non è successo, e non per mia volontà, né credo per mia insufficienza.
 
                 E’ stato un grande onore, per il rispetto che porto alle Istituzioni fondanti della nostra Repubblica, l’elezione a Senatrice, fatto per il quale ringrazio prima di tutto le donne e gli uomini che mi hanno votata, ma, proprio per non deludere le loro aspettative e tradire il mandato ricevuto, vorrei tornare a dire ciò che penso, essere irriverente col potere come lo sono sempre stata, senza dovermi mordere in continuazione la lingua, come mi è capitato troppo spesso in Senato.
 
                 Mi scuso per la lunga lettera, signor Presidente, ma sono stata “in silenzio” per ben 19 mesi! Roba da ammalarmi!
 
                 Prima di accomiatarmi non posso non ricordare quelle colleghe e colleghi di gran valore intellettuale e politico che ho avuto l’onore di conoscere. Tra questi una particolare gratitudine va ad Antonio Boccia, che fin dall’inizio mi ha tenuta sotto la sua ala protettrice con amichevole affetto, consigliandomi e rincuorandomi nei momenti difficili.
Un pensiero particolare al Ministro Di Pietro e i Senatori di Italia dei Valori e a chi ha dimostrato simpatia nei miei riguardi.
Rimane il rammarico di non aver potuto frequentare, se non rarissime volte, i colleghi oltre le mura del Senato. 
 
                 Infine un ringraziamento sentito alla Senatrice Binetti e al Senatore Tomassini che con grande umanità hanno superato le ideologie che ci dividono, per soccorrere uniti, un bimbo di 6 anni in grande difficoltà.
Augurandomi che Lei possa comprendere le mie motivazioni, desidero ringraziarLa per la gentilezza e disponibile accoglienza che mi ha accordato.
 
                 La saluto con stima sincera
  
                                                                                                                         Franca Rame
 

Gentile Presidente Marini,

con questa lettera Le presento le mie dimissioni irrevocabili dal Senato della Repubblica, che Lei autorevolmente rappresenta e presiede.

Una scelta sofferta, ma convinta, che mi ha provocato molta ansia e anche malessere fisico, rispetto la quale mi pare doveroso da parte mia riepilogare qui le ragioni.


Commenti

Vittorio Foa: parole e politica senza più chiacchiere

Riporto dall’unità di oggi (sezione “orizzonti”, pag. 24), parte delle riflessioni di Vittorio Foa sul senso delle parole collegate alla politica, tratte dall’ultimo libro del grande maestro. Come si legge nell’articolo: “una sofferta riflessione autobiografica sul senso dell’agire collettivo. Al centro, il nesso tra il linguaggio della politica e la vita reale”.
Vi ho trovato una forte continuità con i valori che Franca Rame ha espresso nella lettera di dimissioni, oltre che con le recenti polemiche.

Penso molto alle parole della politica, alla loro capacità o incapacità di comunicare, e penso al carattere plurale di queste parole, alla molteplicità di significati, e anche di contraddizioni, che esse possono raccogliere: solo leggendo la loro interna contraddizione, la loro polarità, riusciamo a capirle.
La parola “lavoro”, ad esempio, mi ha accompagnato per una parte della mia vita: mi sono occupato del lavoro umano e della sua organizzazione. Quando facevo l’organizzatore sindacale mi era chiaro che lo sviluppo, la crescita dell’economia d’insieme era una necessità per andare avanti e, al tempo stesso, una radice di difficoltà e d’infelicità. Le due cose, camminare e soffrire, vanno avanti insieme. Ogni giorno si può ascoltare, su Rai Radio 1, la trasmissione “Pianeta dimenticato”” che tratta proprio le umane sofferenze e l’umana volontà di crescere. Consiglio di ascoltarla. Ho un’amica, Mariella Gramaglia, che è andata in India per aiutare un sindacato di donne non ancora riconosciuto, lasciando per questo incarichi politici molto importanti in Italia.(…….)

(….)penso alla parola polare, per esempio a “radicale”. Io sono radicale perché credo e spero che il mondo cambi e cancelli violenze e ingiustizie. Ma sono anche un radicale diverso perché vorrei partecipare all’eliminazione delle violenze e delle ingiustizie, non vorrei agire senza partecipazione: per questo penso di essere autonomo.(…..)

(…..) Il degrado del linguaggio non è un problema di parole, ma deriva da un comportamento pratico, cioè dall’esempio. Mi colpisce il fatto che dell’esempio non si parla mai, anzi, non esiste come categoria di giudizio del proprio e dell’altrui comportamento: eppure sappiamo che tutto viene da lì. L’esempio non nasce dalle prediche, ma dalla vita(……)

(…..)Dicono che il collettivismo è finito, che c’è un ritorno dell’individuo. Io ho sempre parlato di un individuo che non è solo: devo pensare l’individuo perché lo penso sociale, altrimenti non lo potrei pensare nemmeno come individuo, perché chiuso in se stesso egli è un’immagine vuota.(……)

(…….)La memoria aiuta a pensare e io credo che si debba pensare. Si deve pensare ai propri passi e chiedersi: perché li faccio? come mi muovo? Come si muovono i miei simili, i miei amici, e anche i miei avversari? La memoria stimola a pensare e aiuta a porre domande, e le domande sono la cosa più importante. La domanda sul futuro che mi faccio continuamente è provocata anche dalla memoria: quando avevo vent’anni se mi avessero chiesto come immaginavo gli esseri umani mille anni dopo, mi sarei divertito con la fantasia scientifica e con la fantasia storica a proiettare sul futuro i cambiamenti che mi stavano alle spalle, che stavano nei miei ricordi personali e nalla memoria storica.
Per un giovane di oggi quella domanda è impossibile: chiedere oggi come sarà l’essere umano fra mille anni non ha più alcun senso.

Roma, 16 gen (Velino) - Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha deciso di dimettersi dal suo incarico dopo la decisione del gip di Santa Maria Capua Vetere, di mettere agli arresti domiciliari la moglia Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale campano. L’annuncio è contenuto nel discorso che il ministro sta facendo alla Camera dove era in calendario da tempo un suo intervento sullo stato della Giustizia in Italia. Il Gip avrebbe ravvisato nei confronti della signora Mastella gli estremi di una tentata concussione in contrasti che ci sarebbero stati in passato con il direttore generale dell'ospedale di Caserta. Un conflitto, quello fra la signora Mastella e il dirigente ospedaliero, che politicamente – scrive l’Apcom - ha radici profonde: l'uomo era molto vicino ai Popolari-Udeur al momento della designazione mentre si è poi avvicinato al presidente della Provincia Sandro De Franciscis. Il ministro Mastella ha annullato tutti gli impegni, salvo l'intervento alla Camera dove potrebbe però consegnare il testo scritto dell'intervento che ha preparato sullo Stato della Giustizia e parlare a braccio.

“Il nome di Mastella sicuramente mi è servito. Ma quando nel nostro gruppo si trattò di indicare il presidente del Consiglio, io fui una scelta obbligata poiché Bassolino aveva detto che voleva una figura femminile, e io ero l’unica donna dell’Udeur”. Così Sandra Lonardo rispondeva a Barbara Romano che l’11 gennaio scorso su Libero le chiedeva: “Crede che sarebbe presidente del Consiglio campano se non fosse la signora Mastella?”. Il presidente Lonardo poi rincarava la dose: “Se mi hanno riconfermata nel mio incarico senza alcun veto né dalla maggioranza né dall’opposizione, vuol dire che ho dimostrato di essere un presidente super partes e di averci saputo fare. E poi se mi dicono ‘tu sei la moglie di Mastella’ io mica mi dispaccio ci mancherebbe. Ma che a me piacesse fare politica l’ho dimostrato da subito”. Sandra Lonardo raccontava poi i suoi sogni di bambina (“All’inizio volevo fare la suora missionaria. Quando andavamo a fare i ritiri spirituali nel convento di Positano con il nostro sacerdote, il luogo e il momento particolare mi ispirarono questo tipo di vocazione”), i ricordi dell’infanzia (“La vita di paese, a San Giovanni di Ceppaloni, dove si viveva uno per tutti e tutti per uno”), qualche parente speciale (“R Zia Maria, la sorella di mio padre. Ci insegnava a camminare con il libro in testa, come si serve in tavola, come si cucina. Ci teneva tutte in riga”) e poi quell’incontro destinato a cambiarle la vita. “Io e Clemente ci conosciamo da bambini – spiegava Sandra Lonardo nell’intervista sul quotidiano diretto da Vittorio Feltri - . Lui aveva servito messa come chierichetto alla mia prima comunione”. E ancora: “Lui partì in America a trovare sua zia. Poi con una scusa venne a trovare me e ci fidanzammo. Ci scrivevamo in continuazione e ci rivedevamo tutte le estati in Italia”. Poi, al rientro della fidanzata in Italia dall’America – dove era emigrata all’età di dodici anni – Clemente Mastella le disse: “Sandra dai, sposiamoci, vediamo come va”.

Er sor Mastella se ne va' a casetta sua... mo chi prenne er posto suo?

http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/moglie-mastella/mastell...

CRONACA

Dopo l'arresto della moglie per tentata concussione mossa a sorpresa
del ministro: "Fra l'amore della mia famiglia e il potere scelgo il primo"
Mastella: 'Caccia all'uomo, mi dimetto'
Prodi lo invita a restare al suo posto
"Colpito da frange estremiste dei giudici che mi vedono come un nemico da abbattere"

Clemente Mastella con la moglie Sandra
ROMA - "Mi dimetto, getto la spugna", così con tono commosso e attaccando il giudice che ha arrestato la moglie, definita "un ostaggio", il ministro Mastella ha concluso il discorso alla Camera dove parlava dopo l'arresto di Sandra Lonardo per tentata concussione. Dimissioni che però il presidente del Consiglio Romano Prodi sembra orientato a respingere. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento infatti dice: "Il Parlamento gli ha chiesto di restare, spero che questo convinca il ministro. Questo lo ha chiesto il Parlamento ed è anche il pensiero di Prodi".

L'ormai ex ministro si è presentato alla Camera alle 10,45 dove era previsto il tradizionale discorso sullo stato della Giustizia. Ma il normale corso degli impegni istituzionali è stato deviato dalla notizia giunta dalla Campania. "Avrei fatto un discorso diverso, avrei parlato di riforma della giustizia - ha detto - notizie annunciate dalla stampa, e perfino da un editoriale. Un discorso certamente diverso da quello che avrei fatto. Vi parlo con il dolore nel cuore di chi sa e di chi è stato colpito negli affetti più profondi".

E' provato il Guardasigilli mentre parla di fronte ad una Camera muta e pronta all'applauso nei passaggi in cui il politico Mastella attacca la magistratura, "frange estremiste" dice lui. Le "mie illusioni oggi sono frantumate di fronte a un muro di brutalità. Ho sperato che la frattura tra magistratura e politica potesse essere ricomposta, ma devo prendere atto - dice il guardasigilli - che nonostante abbia lavorato giorno e notte per essere un interlocutore affidabile sono stato percepito da frange estremiste come un avversario da contrastare, se non un nemico da abbattere".

Dunque la frattura fra giustizia e politica Mastella mette all'origine della vicenda. "Ho avuto l'illusione che tutto ciò che ho fatto in questi mesi potesse essere la prova della mia onestà intellettuale e dell'assenza di secondi fini". E invece, subito il "tiro al bersaglio nei miei confronti, quasi una caccia all'uomo, una autentica persecuzione".

"Tutta la mia famiglia - ha continuato - è stata intercettata, tutto il mio partito è stato seguito dalla procura di Potenza, un tiro al bersaglio, mia moglie è in ostaggio". "Mi dimetto - ha puntato il dito il leader dell'Udeur - sapendo che un'ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l'ordinamento giudiziario manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa". "Colpa che invece - aggiunge Mastella - non ravvisa nell'esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm e altri si occupino".

Mastella apre anche un altro fronte politico quando dice "mi dimetto riaprendo la questione delle intercettazioni a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte assai spesso divulgate senza alcun riguardo per la riservatezza dei cittadini". "Mi dimetto - ha concluso con la voce rotta dall'emozione - per essere più libero politicamente e umanamente, perché tra l'amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo".

(16 gennaio 2008)

Me so' letto quer c'hai scritto e subbito er penziero m'è annato su na' cosetta: mo tutto er parentame suo c'ha messo dentro er potere (che tra consulenti e artri, so' veramente tanti) vanno tutti a casa?
CAZZO!!!!!!!
S'è così so artri sordi che se ne vanno: tra bonescite e cazzetti vari, artro che debbito pubblico.
Forse era meijo tenello li ar posto suo, no?

...non ci avevo pensato...ah, ah!!!
ma hai visto il mondo politico? come si stringe al povero "compagno" mastella?...vittima - a loro dire - di macchinazioni della giustizia e di un fato avverso...che colpisce solo i poverelli...
lo stesso berlusconi si dice rattristato e partecipe della sua sventura...
...ma non è che hanno un pò paura...che si tratti dei filistei di sansone-mastella?
...che crolli il tempio allora!
noi voliamo tutti sul tuo rametto...
ti abbraccio gufetto
luisa

A Lui', su sto' rametto mio c'è posto: vié tranquilla.
Sti politici: se senteno granno, ma come li tocchi se metteno a piagne come regazzini.
Paura dici?
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.
Tene' paura significa che dentro er cranio quarcosa ce sta': questi manco 'n parcheggio tengheno dentro ar cranio.
L'omo de strada, quello de tutti li giorni, ce lo sa come deve da' fa' pe' manna' a casa sti parassiti: vedemo se tiene er coraggio de fallo.
Tanto a destra, come a sinistra, stanno li solo perché 'n je va' de lavora.

Strucio er becco su le guance tue 'n segno de rispetto.

giro, giro tondo...
calpesteranno i diritti a tutto il mondo...
calpesteranno i diritti e farann' la guerra:
e tutti sotto terra...

...pensiero triste, me ne rendo conto

Tutti che se chiedeno perché so' triste, 'n gufo 'n po' esse triste perché se no' porta sfiga... io porto sfiga o è l'omo che se la porta da solo?

La filastrocca tua dice proprio questo: Gufo; perché 'n pennuto che se svejia de notte p'anna' a caccia de sorci e dormi' er giorno, pe' li vicoli de sta Vecchia Signora se chiama Gufo; triste perché dall'arto de sto ramo, davanti all'Anfiteatro Flavio, vede la fine dell'omo.

Stasera vengheno a trovamme Arvaro er gabbiano der Tufello, Ginetto er merlo de Testaccio, Mariolino er passero de Campo de Fiori e Giulio er beccaccio dell'Esquilino. Se famo na' passatella co' 'n bicchiere de Frascati bello fresco, se ce vòi veni' a trova', semo lieti d'ospitatte. Portete 'n giacchetto però, sur ramo la sera fa freschetto.

...grazie saggio amico.
:-)

Che bello vedè er politico che se' 'ncazza quanno je tocca puro a lui quer che fa' passa' ar popolo.

http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_2831890...

Roma, 14:29
SENATO: DI PIETRO,RAME HA PRESENTATO DIMISSIONI MA RESTI
"Motivazioni condivisibili, quelle di Franca Rame, ma l'invito e' di restare", dichiara il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in merito alle dimissioni da senatrice presentate, informa la nota Idv, questa mattina da Franca Rame. "Non e' solo l'IdV ad aver bisogno di personalita' nobili qual e' Franca Rame - prosegue Di Pietro - ma anche le istituzioni e la politica italiana. E' per questo che la invito, con affetto e profonda stima, a ripensare alla sua decisione che so bene essere stata particolarmente sofferta. E' solo grazie a persone di rara sensibilita' e di alto spessore etico e morale che possiamo sperare, come dice giustamente Franca, di cambiare un sistema politico che - conclude - troppo spesso si avvolge su se stesso, senza dare le risposte che i cittadini si aspettano".

SENATO: DI PIETRO A FRANCA RAME, TI INVITO A NON LASCIARE

Roma, 15 gen. (Adnkronos) - "Motivazioni condivisibili quelle di Franca Rame ma l'invito e' di restare". E' quanto dichiara il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro in merito alle dimissioni da senatrice presentate questa mattina da Franca Rame, dopo quelle dal gruppo Idv rassegnate nell'ottobre scorso.

Questa lettera è l'attenta, precisa e profonda analisi della situazione politica del nostro Paese: mette in evidenza tutti i lati oscuri, i problemi irrisolti, che di solito i politici nascondono e che i media censurano facendo in modo che non ci sia libertà di informazione. Possiamo solo ringraziare Franca per il suo coraggio nel denunciare le nefandezze della politica italiana, per la sua onestà, per il suo grandissimo impegno (che dimostra da tutta la vita) affinché le cose possano cambiare, per l'enorme contributo che con la sua elezione ha portato in Senato, per la sensibilità e profondità d'animo che dimostra in tutte le occasioni, che mi hanno insegnato qualcosa di veramente fondamentale: quanto sia importante il sentire una coscienza sociale, l'essere attivi, il partecipare, il non rimanere a guardare, l'andare oltre l'individualità, il saper vedere oltre il proprio naso. Questa lettera è il chiaro segno dell'enorme onestà intellettuale di Franca e della sua umanità, così unica all'interno del panorama politico e non solo.
Grazie Franca per questi 19 mesi, in cui sei stata l'unica a rappresentare veramente i cittadini in Senato e a portare un raggio di sole nelle stanze buie del potere. Grazie!
Con enorme stima e affetto all'infinito
un bacione

“Tanto gentile e tanto onesta pare
Franca quand'ella il Senato saluta, 

ch'ogne lingua deven tremando muta, 

ed i colleghi no l'ardiscon di guardare…”

Cara Franca,
con la forza di un fiume in piena, la tua lettera travolge l’ipocrisia di tanti atteggiamenti “politici” e l’ipocrisia di tutta quella parte di popolo che preferisce guardare e non vedere, sapere e (fingere di) non capire…
Le tue parole hanno tanto da dire e da insegnare: a noi, agli italiani, soprattutto ai tuoi “colleghi”! …ma credo che in pochi (solo coloro che ti hanno mostrato amicizia sincera e sostegno disinteressato) riusciranno veramente a comprendere; i più si limiteranno a giustificare il proprio comportamento (quello stesso comportamento denunciato nel tuo elegante sfogo cartaceo) e, con la stessa prontezza, si impegneranno ad elargire parole di partecipazione e comprensione verso i tuoi sentimenti di senatrice, di donna, di “combattente in prima linea” ...spero non si scateni un simile carosello di ipocrisia…a seguito del quale una domanda sorgerebbe spontanea: voi, che ora mostrate tanta affinità di intenti e di valori, dove eravate nel concreto delle lotte politiche quotidiane? Ed il vostro calore, in quel frigorifero dei sentimenti, dov’era?
In quanti avranno il coraggio e l’onestà di rivolgere su di sé un sincero esame di coscienza?... non so, non voglio neppure pensare ad una risposta…
…tanta è la delusione e lo sconforto…per la realtà con la quale anche tu, che tanto brilli, hai dovuto scontrarti; e dalla quale hai dovuto incassare anche tanta amarezza…
…il mio augurio è che tu possa sempre essere felice ed orgogliosa (io lo sono) della persona che sei! Questa esperienza la devi vivere come una “loro sconfitta”…perché, nonostante tutto, tu ne esci vincente…hai perseverato nel regalarci il tuo pensiero, le tue riflessioni, le tue speranze, il tuo impegno quotidiano: in un ambiente che ha fatto di tutto per tarparti le ali; un ambiente che, quando non ti ha palesemente ostacolata, non ha neppure mostrato sincero interesse nei tuoi confronti (escluse, lo ripeto, le poche personalità valide con le quali hai collaborato in maniera umana ed autentica)!
…ma tu hai continuato ad andare avanti! Sei nata come CALORE, hai sciolto i ghiacciai di tanti cuori, di tante coscienze…la tua forza si è accresciuta ed ha, a sua volta, nutrito quel rivolo di affetto e di speranza…hai accettato di farti portavoce delle nostre idee, e sei scesa in quella bolgia…quante critiche ti hanno rivolto!...parlo degli stessi “colleghi” senatori; e quante volte, nella loro scarsa educazione (priva di argomentazioni valide), pur di aprir bocca lo hanno fatto nella peggiore delle forme civiche: nel fastidioso protrarsi del “chiacchiericcio” di sottofondo, durante la lettura dei tuoi discorsi…
…ma tu sempre avanti! Brava!
…hai sempre portato a termine i tuoi interventi con grande professionalità e con la superiorità di una persona colta che sa quanto “meschini” possano essere i piccoli spiriti…
Se ti può confortare, sai cosa credo? Nei momenti di apparente sconfitta, quando sembrava che tutti ti stessero calpestando…beh, forse la sensazione in sé non era sbagliata; errata era invece la prima interpretazione possibile…voglio dire: in tanti – con arroganza e con modi molto discutibili – ti hanno messo i “piedi” in testa…ma solo perché tu sei sempre stata calore e forza, ed hai sempre continuato a scorrere come falda sotterranea e nascosta (e quindi posta proprio sotto i piedi di questi piccoli spiriti…) ma, allo stesso tempo, irruente ed incontenibile: perché vera!
Ora questa stessa falda di acqua limpida ed incontaminata ha trovato una fonte da cui emergere…ed ecco la piena del fiume di parole delle tue dimissioni…ed “ariecco” la mia (la nostra) Franca: forte, viva, provata da questi 19 mesi in senato…ma pura e non inquinata dalla “politica” di quelle quattro mura (fatta di intenti ed interessi personali e/o di partito).

Grazie, grazie, grazie

…Franca, tu hai un grande vantaggio sui tuoi “colleghi”: puoi specchiarti ogni giorno e riconoscerti in quel riflesso…loro non possono più farlo: sono troppe le maschere indossate, troppe le situazioni ambigue vissute, troppa l’incoerenza umana e politica!

“Il firmamento,
il teatro che vuoi.
All'infinito, il tuo slancio replicherai
Ed il tuo stile ardito,
lassù verrà applaudito!
Dopo di te
come un vuoto cadrà
su “questa politca”, che grandi pagliacci non ha
su queste poche lacrime
di questa bolgia esanime…”.(RZ)

Ti voglio bene
Abbraccio te e Dario
Luisa

in questa lettera io vedo solo i motivi per cui Franca non doveva dimettersi
ammenochè non pensasse ad una gita fuori porta e visto che fuori c'è maltempo ha deciso di rientrare a casa.

peace&love
filippo

Decisione che condivido, non è più possibile sostenere questo governo miserabile e traditore. La cosa che più manca è il senso di comunità, ci sono milioni di vite una accanto all'altra e l'una contro l'altra. Il tuo percorso politico è stato stroncato da un gruppo di persone infami dedite all'accumulo, che sia di potere o di denaro. Mi risulta sempre impossibile capire cosa se ne fa una persona del denaro se questo non serve a migliorare la condizione dell'umanità. Nel mio caso non ho mai avuto ne potere ne denaro, mi chiedo sempre cosa sarei stato se ne avessi avuto. sarei diventato quello che sono o mi sarei fatto corrompere come tutti... Odio la mentalità borghese dei benestanti, odio i prof. univr. e i loro finti concorsi, odio il pregare un'istituzione dedita al denaro, odio chi nega di essere raccomandato, detesto chi fa promesse che poi non mantiene... Il tempo passa continuo a non cambiare, chi mi diceva un tempo cambierai, non sai niente della vita ancora, vorrei dire ora ,appena passati gli anni di Cristo, una cosa. Andate affanculo voi e le vostre prediche del cazzo. Vago nei cunicoli scuri della fogna, immerso nei liquami degli scarichi dell'umanità c'è il buio più tetro e gli animali più schifosi. L'odore che si sente qui mozza il fiato e da conati di vomito. Guardando attraverso un tombino intravedo il cielo e nel cielo le stelle, allora mi appare il più lurido dei topi. L'essere per cui nessuno prova compassione... Eppure è pur sempre figlio di dio anche lui, e nella fogna ce l'abbiamo messo noi. “Si è come si è” , io non so se sono o se qualcosa mi costringe ad essere quello che sono... Ciao senatrice, a presto.

Accattone

condivido tutto ciò che hai scritto ! sono rammaricata perchè il Senato, e non solo, perde l'unica referente credibile, tu hai fatto del tuo meglio , ma il sistema è stato più forte. Sono orgogliosa di essere italiana , ma mi vergogno DI chi ci rappresenta.

mammamarina
www.claudiabottigelli.it

Sul sito di Libera Cittadinanza è stato pubblicato questa mattina un post con le righe iniziali della lettera di dimissioni di Franca e il link a questo blog per proseguire nella lettura.

http://www.liberacittadinanza.it/menunew/lettere/francarame80115

Era davvero ora!
Come dice Moretti con questa sinistra rosso-verde-rosa non si va da nessuna parte!
Come dice Paolo Rossi rappresentare non vuol dire fare rappresentazioni,cosa più adatta al tuo ruolo e sicuramente più appaganti per te di quelle alle quali hai assistito in questa esperienza politica.
Resta l'amaro in bocca che a lasciare sia una brava persona e lo sostengo senza alcuna parte presa perchè,a questo punto le brave persone risultano essere trasversali ai partiti.
Gli stessi che sono riusciti a ridicolizzare gli ideali per i loro interessi personali, coop-corporativi e altro.
Resta la saggezza di una signora che si è battuta in battaglie non sue e che spero abbia ancora la voglia di rappresentare quei cittadini che non hanno parola e che da questi "inciucisti" mai avranno,nel nome di un vero bene comune che una vera società civile deve saper esprimere.
Un mio grazie di cuore per chi hai potuto aiutare e per quelli come me che antepongono l'etica e l'onestà davanti a tutto
Valfredo
del coordinamento LCN Lombardia

Cara Amica de viaggio,
me so' letto er poema c'hai mannato ar Presidente der Senato e me so' reso conto de quanto è fregnone l'omo.
Tieni raggione quanno dici che pe' continua' a fa' politica, aritorni dar popolo, quello che t'ha eletto: ma er popolo lo capisce sto gesto?
Mo lo vedemo.
Quello che te posso di io, ma prennelo cor dovuto distacco perché so' 'n pennuto, è c'hai fatto bene: na' goccia 'n mezzo ar mare 'n fa la differenza.
Un politico vero 'n ce sta' 'n mezzo a li farsi e li fregnacciari.
Certo, ce so' tanti politici bboni li dentro, ma so' tarmente pochi che quello che vonno fa' de bbono 'n se vede: e puro questo t'è toccato de vive.
Vede' li politici che entrano ed escheno da le stanze, che vanno spettegolanno a destra e sinistra cercanno solo de fa' l'interessi de se stessi, se fanno rode er culetto quanno senteno che c'è quarched'uno che vo' fa' quelli der popolo.
Storia vecchia questa.
Da' sopra sto ramo n'ho viste de cotte e de crude, de dritte e de storte, ma come ar solito a rimettece sete sempre voi: li politici veri e sinceri, quelli che veramente vonno da' na' mano pe 'n vergognasse quanno vanno fora.
Dorce Amica, hai organizzato 'n convegno e 'n te c'è venuto nissuno, e che t'aspettavi?
Che 'n ce lo sapevi che questa è la politica dell'omo?
'Nun me di che ancora credi che sto governo sta a lavora' pe' l'interessi der paese vostro, 'n ce posso crede che ancora credi a sta novella puro se a dillo è uno che tiene 'n soriso da regazzino e li modi da prete.
St'omini qui so' tarmente lontani da quello ch'è la vita vera che manco loro ce lo sanno più: er ridicolo è vede che c'è ancora quarched'uno che je da' retta.
Quann'ero regazzino mi padre, ch'era 'n gufo rispettato p'er Palatino, me diceva sempre "Regazzi', aricordete sempre che dell'omo 'n te devi da fida' mai, specie quanno te dice che sta a fa' quarcosa pe' te: de sicuro sta a pija' sordi sottobanco pe' rovinatte."... quanto c'aveva raggione sto vecchietto quanno me lo diceva.
Ce lo capisci er perché noi pennuti cercamo sempre de sta' distanti dall'omo?
'N'è paura, ma voija de vive: l'omo ce la leva.
La monnezza, li' sordi, li' poveracci... tutta robba che sta' scoppianno piano piano, ma che sta' ariva' ar dunque.
Se accenni quer coso che chiamate televisione (puro se a me, me sembra sortanto monnezza), se sente parla' solo de fregnacce: de come se deve vota' la prossima vorta, de quello che se 'ngroppa quella, der politico che pe' via che se sentiva solo s'era organizzato 'n festino co du' regazzette che la danno facile.
Questo sentite e forse, visto che state zitti, ve piace puro.
Quanno svolazzo pe' li vicoli de Trastevere, vedo le vecchiette che fanno li miracoli pe' magna' perché co' li sordi che c'hanno 'n ce la fanno ariva' a fine mese, ma c'è sempre er furbo che dice che n'è vero, ch'è solo 'n'impressione e che tutto è come prima.
Poi ve fate scenne na' lacrimuccia (solo se fa' comodo pero') quanno venite a sape' che na' vecchietta è stata trovata seduta su na' sedia de' la' cucina de' casa sua co' le spalle piene de porvere: era morta de fame da mesi e nissuno se' n'è accorto.
De storielle come queste ce se ponno scrive libbri, ma 'n frega 'n cazzo a nissuno.
Te sei meravijiata che 'n'hanno rispettato er programma?
Che te credevi?
Er programma è solo 'n pezzo de carta pieno de fregnacce bbono solo pe' facce na' cosa 'n caso d'emergenza: forse manco pe quello è bbono.
Forse chi legge ste righe penza che so' fregnacce le mie... chissenefrega (come se dice a Roma).
Rimane er fatto che noi pennuto potemo anna' dove ce pare senza che nissuno ce' pija p'er culo, ma voi 'n ve lo potete permette: primo perché 'n c'avete li sordi pe' fallo; seconno perché pe' via de quello che stanno a fa' quelli c'avete mannato ar potere, tutto er monno ve ride dietro; terzo perché puro er popolo ancora 'n s'è reso conto che la deve smette de fregasse da solo.
Er popolo fa' presto a di ch'è corpa der politico senza guarda' che puro lui ce mette der suo.
Annannotene via da li, damme retta, n'hai fallito, ma vinto: nissuno po' di' che puro tu sei stata ar gioco.
'N politico bbono 'n po' fa' gnente quanno sta' 'n mezzo a mille che 'n fanno 'n cazzo.
De politici bboni ce stanno, peccato che 'n se vedeno.
Torno sur ramo mio e se quarched'uno me vò di quarcosa, basta che viè sotto e terzo ramo de sinistra d'er seconno arbero de sinistra davanti all'Anfiteatro Flavio e strilla "Affaccete Nunzia": se ce sto' risponno.
Ciao dorce Amica de viaggio.

Franca, pensaci bene, ti chiedo di riflettere sul fatto che le tue buone motivazioni per dimetterti sono altrettanto valide per non farlo. Abbiamo bisogno di te!!!!!!!!!!!

Carissima Franca,

ho letto con attenzione e - devo dirlo - rammarico la tua lettera di dimissioni da senatrice. Tuttavia, fino a pochi minuti fa', ho sempre pensato che fosse tuo dovere rimanere, per non disattendere le aspettative di chi ha sempre creduto in te e ti ha appoggiata, e per dare un po' di speranza alla politica italiana, nonchè a questo governo, per me che, da sempre di sinistra, l'ho obtorto collo votato mossa quasi da disperazione, di fronte all'alternativa che si presentava sotto le spoglie di Silvio Berlusconi con la sua compagnia...
Mentre leggevo, ho dovuto riconoscere che le motivazioni che hai addotto parlano da sole, sono palesi, incontrovertibili. Il quadro che hai descritto riflette fin troppo bene questa nostra triste realtà. Due frasi in particolare mi hanno scossa e, in un certo modo, indotta a cambiare parere, convinta che tu non avessi effettivamente altra scelta. Quando dici "mi sento complice di un'indengità democratica..." e di tutte le volte - troppe - in cui hai dovuto mettere a tecere la tua coscienza per appoggiare ad ogni costo questo governo, in cui hai creduto e cui hai offerto il tuo appoggio, la tua collaborazione... No, è davvero troppo per quello che ho potuto conoscere di te attraverso la tua opera, il tuo pensiero, la tua attività culturale e sociale; solo così ho potuto immaginare che sofferenza siano stati per te questi 19 mesi e quanto non meno sofferta sia stata la decisione finale di lasciare il Senato. Queste righe che ti scrivo vogliono quindi essere di appoggio, anche ora, e di ringraziamento per il tuo impegno, per averci provato spendendo tutte le tue forze, come sei solita fare, a rendere il nostro Paese un luogo migliore. Ho la speranza che continuerai a farlo da posizioni per te meno scomode, e vorrei anche che non considerassi questa "sconfitta" un fallimento, quantomeno non un tuo fallimento personale. C'è sempre chi continuerà ad appoggiarti e a credere in te! Ancora un grazie di cuore, per tutto.

Un abbraccio.

Irene Silvestri
[email protected]

cara Franca, non sono un tuo fan né un ammiratore acritico, ma il fatto che in quel luogo istituzionale ci fosse una persona con un cervello ed un cuore attivi nello stesso momento rendeva la mia quotidianità un poco più felice. che la tua scelta sia questa o un'altra non importa, l'affetto mio e di molti che leggono o scrivono nel tuo blog spero ti arrivi lo stesso.
ci sarebbe una cosa, per me molto importante, da chiedere a te o chi potrebbe rispondere:
non è possibile fare in modo che le persone emarginate, in luoghi così importanti, siano gli stupidi ed i venduti invece che gli intelligenti sinceri ed equilibrati?
bisogna proprio, per evidenza delle cose, lasciare le nostre vite in balia di menti irrazionali o che dalla razionalità sanno solo trarre profitto personale a discapito degli altri?

la tua lettera è bellissima, in un mondo meno ottuso diverrebbe un manifesto per un nuovo rinascimento. in questo sarà tacciato d'idealismo, come se il volere il bello fosse futile.

un abbraccio, ciao.

Me so' letto quer c'hai scritto e te dico de' core che c'è 'n'errore: sto monno 'n'è mica ottuso, solo stupido (l'accento sta' sulla u).
Tutti li partiti c'hanno quarche personaggio illustre tra le file, ma ricordete ch'è solo pe' fa' vetrina.
Su questo la dorce Amica de viaggio è testimone denigrata.
Nissuno che j'abbia dato ascorto, nissuno che se sia fatto vede.
Tutti li giorni che er bon Dio ha fatto, la matina quanno ritorno da na' nottata a caccia de sorci, me fermo all'edicola a compra' er giornale "Sorcio Sera": l'unico c'ha dato er risarto dovuto a sta' faccenna.
Li giornali dell'omo solo articoletti, p'er resto ereno pieni de come dovete anna' a vota' a prossima vorta e de quer francese mollato da' la moije e che mo' se 'ngroppa n'artra.
A li politici rimasti cor culo su' la portrona je va bene così.
Te chiedi se sto monno bisogna lassallo a ste menti eccerze che 'n capischeno 'n cazzo e che chiacchierano da mattina a sera: certo.
Lo strumento pe' mannalli a casetta loro ce l'avete, ma 'n volete usallo.
C'è 'n partito che 'n se fai mai senti', 'n chiede gnente a nissuno e manco sordi vole: c'aspettate a segnavvece?
Quer partito se chiama PdA: Partito dell'Astensione.
Quanno alle prossime votazioni nissuno se presenta, vedete come se metteno sotto a fa' quarcosa, e li so' solo due le cose che ponno fa: annassene a casa oppure fa' l'onesti.
Che se ne vanno a casa puro io pennuto 'n ce credo.
A fa' quarcosa de bbono... boh... tutto po' esse.
Certo, è criminale 'n'esprime er penziero, ma se questo vor di' fasse pija' p'er culo come stanno a fa', è meijo 'n continua'.
Forse c'hanno bisogno de 'n corpo der genere.
Tristi, rassegnati, ma co' tanta dignita': questo solo c'è rimasto su le facce der popolo de sta Vecchia Signora che se chiama ancora Italia.
Li politici stanno a carpesta' puro questo.

Carissima Franca,
ti ho sempre adorato, sin da quando insieme al grande Dario sui palcoscenici di tutta l’Italia rappresentavate tutti noi giovani dei movimenti ed interpretavate gli ideali, le aspirazioni ed il comune sentire di un’intera generazione, che aveva riscoperto l’impegno politico, la solidarietà sociale e l’amore ed il rispetto degli altri come espressione e valore della propria vita.
Ma dopo aver letto la tua lettera di dimissioni da Senatrice ti adoro cento volte di più.
Scrivo al tuo blog perché voglio pubblicamente partecipanti che, dall’alto o dal basso della mia lunga frequentazione ultra ventennale come consulente in quel palazzo, condivido tutto di quello che ai scritto al Presidente Marini.
Inoltre, come sicuramente già sai, anche noi dell’Unione Democratica per i Consumatori, viviamo lo stesso travaglio ed il Senatore Willer Bordon ha anch’egli rassegnato le proprie dimissioni.
Quindi, ti esprimo molto di più che la solidarietà mia e di tutta l’Unione Democratica per i Consumatori.
Lasciami però fare una considerazione amara ed esprimere un augurio.
Ma se vanno via proprio quelli che hanno valori e sensibilità, forse andrà sempre peggio?
Capisco che, ad un certo punto uno non gliela faccia più e si sente impotente, ma andar via non è un po’ dargliela vinta?
La linea del dentro e fuori, della politica di lotta e di governo proprio non può funzionare?
Io mi auguro che il Senato tutto, in una botta di rinsavimento o di vergogna, rifiuti le dimissioni di tutti coloro che si dimettono con le motivazioni da te espresse, proprio perché vere e puntuali.
Infine una nota personale. Spero vivamente di continuare ad incontrarti ed abbracciarti ancora per molto tempo nelle sale del senato.

Bruno De Vita
Unione Democratica per i Consumatori

accidenti, tutti a dire brava Franca, condivido Franca, non potevi fare altrimenti Franca

ma possibile che nessuno veda nella lettera i motivi per i quali Franca NON doveva dimettersi?

peace&love
filippo

Ma seconno te doveva sta' ancora a fasse carpesta la dignita' d'esse Donna rappresentante der popolo?

a gufè e allora che c'è annata a fa?
se pensava che era na scampagnata?
eppoi scusa la prima è stata proprio lei che se l'è calestata la dignità votando contro coscenza
eppoi con le dimmissioni non se la calpesta la dignità?
ha promesso e non mantenuto, ha votato contro coscenza, contro la costituzione e contro il programma
e mo che fa tradisce tutti quella che l'hanno votata e pure quelli che non l'hanno votata ma che credevano ancor più che in lei nella sua coscenza.
a gufè ad entrar dentro la fogna la puzza se sente, non puoi mica aspettarti che la fogna montecitorio puzzi chanelle n. 5

peace&love
filippo

Proprio perché s'è trovata 'n mezzo a li farchi, come li chiamamo noi pennuti, proprio perché s'è carpestata da sola s'è decisa a annassene via.
Credeme, lei è già stata carpestata a dovere, eppure co' dignita' e rispetto è risalita da' na' scarpata che pochi riescheno.
Ha mollato, come se dice a Roma, gettanno na' spugna piena de compromessi e de sotterfugi de palazzo denuncianno pubblicamente er fattaccio: questa se chiama ONESTA'!
Ce lo sapeva che n'era na' passeggiata fori porta, ma armeno c'ha provato a fa' quarcosa: sapessi quanti dicheno che se staveno li' avrebbero fatto chissa' che, ma poi messi de fronte ar fatto se la so' fatta sotto.
Fii', damme retta, sta Donna è meijo che s'è levata da li' mezzo: forse è l'unica che s'è fatta 'n'idea de quello che sta accadenno.

a gufè puoi avere ragione, ma come te lo spieghi il fatto che Franca, avendo in mano, con quella dichiarazione di voto, la possibilità di denunciare davanti all'aula parlamentare na buona parte di quelle cose che ha avanzato come motivazione delle sue dimissioni, si è tirata indietro e non lo ha fatto?

peace&love
filippo

Su questo che dichi Fili', 'n penziero me lo so' fatto.
Però spero che la dorce Amica, leggenno quer che stamo a disse, ce dia na' risposta co le mani sue.

a gufè e beato te che sei riuscito a farti una idea su sto fatto, io brancolo nel buio.
magari ce risponnesse con le sue mani, però gufè vojo er diritto di dì echeccazzo, se me rifila unaltra volta la storia dela fedeltà al governo.

peace&love
filippo

Come na' madre fa' cor fijio suo, puro lei deve da' fa' cor governo ch'è stato puro er suo: lo deve protegge.
Quanno s'è trovata davanti all'omo che voi omini chiamate er Presidente de' la' Repubblica, s'è 'nchinata e puro giurato federta': su questo 'n se po' sfugge.
Puro l'omo quanno va' davanti all'artare giura federta' a la moije, ma questo 'n vo' mica di che se s'accorge che quella donna 'n vale 'n cazzo se la deve da' tene' finché campa.
Fili', 'n te devi 'ncazza se Franca te dice ch'è na' questione de federta', anzi te deve fa' capi' che er gesto suo te sarva da artri anatemi.
Te devi 'ncazza se 'n te risponne proprio.

a gufè
Franca ha scoperto che la moje alla quale ha giurato fedeltà non vale na cippa, e se ne è annata, ma prima de andarsene le ha giurato eterno amore.
questo a me mi confonde
fosse l'halzaimer si potrebbe capire :-) ma fatto scentemente mi fa sobbalzare il cuore

peace&love
filippo

Essere o non essere, questo è il problema.

La coerenza, o il sacrificio?
E' questione di carattere.
Io non resisterei, come te Franca.
Abbiamo un caratteraccio e basta. E i compromessi non sono nel nostro DNA.
Li facciamo certo, ma "fino a un certo punto".

Ben fatto Franca, soprattutto se alla fine è la tua coscenza che te lo dice.
Non si può "predicare bene e razzolare male".
Per due motivi.
Perchè è incoerente farlo.
Perchè si offre un'arma potentissima ai detrattori.

Nessun rimpianto quindi e nessun rimorso.
Quando hai una vita come la tua che è un libro aperto di impegni sociali, nessuno può tirarti la giacchetta e rimproverarti.

Li facciano gli altri i compromessi.
Tu, non sei donna da molti compromessi.
Grazie del tuo lavoro.

Fabio Greggio

Movimento RadicalSocialista

Sedere in Parlamento è fondamentale in una democrazia rappresentativa, tuttavia si può essere incisivi anche in altro modo, con altri mezzi. Soprattutto se ne va di mezzo la libetà di coscienza.
Questo Parlamento non permette di rispettare la propria formazione culturale, sempre che se ne abbia una. Pertanto, cara FRANCA, non c'è da rimpiangere nulla.
C'è da impegnarsi, come hai sempre fatto, in altri modi, con l'aggiunta di fare in modo che i media ne parlino.
E c'è, pure, da pensare sin da ora a una tua nuova candidatura nel prossimo parlamento, magari con una nuova legge elettorale. pensaci seriamente. ti aspettiamo con ardore.
un bacio, Francesco

Condivido Francesco Tronci anche se nessuno ha ricordato che Franca stessa ha sottolineato, a tutti, che le dimissioni, seppur irrevocabili, vanno accettate.
Non sia mai che in questo parlamento, di "furbetti", qualcuno avesse inteso che l'ingenuità abbia cittadinanza nella personalità di Franca Rame, semmai la buona fede.

Prendere le distanze dal frigorifero dell'umanità certo, ma per rilanciare la trasparenza e tutti i temi che si vedono scritti in home page e non solo:
"Iniziamo da qui: riduciamo gli sprechi delle Stato Italiano, facciamo funzionare la burocrazia e puniamo veramente tutti i reati finanziari, le truffe, la corruzione, l'evasione fiscale e il falso in bilancio"

Gufè&Filippo non siate tristi non è nella natura dell'Umanità: quella che le persone come Franca ci trasmettono ogni secondo e chi è ben sintonizzato riceve e convoglia verso chiunque abbia i ricevitori aperti: ENERGIA STAMINALE PURA.

Abbracci e musica per tutti.

Lapace, io 'n so' mica triste perché Franca se n'è annata via dar Senato, su questo so' contento: armeno s'è levata da quer nucleo de decerebrati che parleno de' giustizia quanno je fa commodo.

So triste perché vedo l'omo che s'ammazza da solo.

Appunto Gufo l'ho capito.
Però leggo che almeno una cosa hai preso dall'Umanità "staminale umanità": l'ironia e il sarcasmo: il modo più positivo per trasformare la tristezza in ottimismo e in musica: già ti vedo in un sorriso che sboccia sopra il ramo.

ciao gufetto te manno l'affetto :-)

In questo caso la parola Onorevole associata alla sua persona i sembra alquanto indicata. Leggendo la sua lettera di dimissioni, di una verità disarmate e quadro che tuti pensavano ma che adesso viene messo alla luce del sole da modo di poter associare la paola DIS-ONOREVLE a molti di quanti sono sugli scranni del parlamento. Nel suo passaggio di aver dovuto votare per la rifinanziazione del forza in afghanistan, dove poi dice "Che cosa sono diventata" In questa frase c'è un umanità di una forza prorompente. in una prima lettera le avevo detto che non doveva cedere non doveva mollare, ma quando si deve barattare la propria coscienza allora ha fatto bene ... le sue dimissioni vere dirette sono uno schiaffo morale a quello che sta accadendo, non come alcune dimissioni trasformate n eventi mediatici.
La sua lettera di dimissioni fa capire quanto sia vera quando è sul palco a recitare, ome quando crediate nella vostra arte, per questo la gente vi ama.
nel mio spettacolo Stria di un uomo qualunque ci sono alcune frasi:
L’uomo qualunque, sopprime l’individualità,
lasciando libero l’istinto, solo, quando è nella massa.
Costantemente influenzato dalla società costretto a pensare come gli impongono di fare, a vivere, seguendo standard creati apposta.
L’uomo qualunque viene obbligato a vivere nella vulnerabilità della solitudine
prosciugato della sua essenza vitale, della sua anima, perché la società gli trasforma la realtà, mostrandogli icone da seguire, e azzerandogli una delle qualità migliori…la volontà.
Quella volontà che si scatena, confusa tra mille altre volontà convincendolo che quella è la sua scelta…la sua felicità. Ma l’uomo è solo anche nella massa
Queste frasi mi sono diventate più care, proprio grazie a questa lettera.
La vita non va barattata con niente.
Scusa se ti do del tu Franca ma tu sei un ESEMPIO.
Un caldo Abbraccio
Sergio Silvestri

Vorrei ringraziarti a nome della mia famiglia per l'impegno che hai dato da Senatrice. La tua lettera di dimissioni e' molto bella e condividiamo le tue valutazioni.

Ti siamo moralmente vicini.

ciao
nicola.

Che abbia pubblicato la lettera delle sue dimissioni a pagamento su repubblica, non so se anche su altri quotiani, e che lo steso quotidiano "filogovernativo", "di sinistra o centro-sinistra o sinistra centro" "progressista" "di area" insomma di parte, non pubblichi oggi neppure una riga sulle sue dimissioni e sulle reazioni di coloro a cui essa è rivolta, fa riflettere sul "sistema"
che credo all'inizio della lettera Lei denunci quando scrive ...............................
Dopo 19 mesi debbo constatare, con rispetto, ma anche con qualche amarezza, che quelle istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato.......................
potrei dire se permette, "sistema = istituzioni" o meglio ancora "istituzioni che fanno sistema" di cui i midia sono parte oggi sempre più integrante e sostenziale.
Certo l'attualità incalza Mastella c/o le toghe e viceversa, l'università c/o Benedetto XVI e viceversa, Ferrara c/o l'aborto ..... qui nn si può dire viceversa perkè l'aborto ha perso la possibilità di far valere le proprie ragioni quando ferrara è nato ...... ma tant'è, la legge elettorale insomma, l'attualità dei grandi temi dell'agenda politica nazionale.
Perkè pacifico, la sua lettera e quelli che in essa elenca, per i suoi colleghi DIS_ONOREVOLI e (neologismo in prestito da Herry Potter)DIS_SENATORI rappresentanti del popolo proprio nn sono temi d'attualità.
Accetto il rischio di sembrarle qualunquista, ma la sua bella e, se permette, commovente lettera chiarisce che le persone perbene hanno e pongono un limite al loro agire ed ai compromessi necessari, anche se e quando giustificatati dalla ragion di stato (caduta del governo)specie se questa ragion di stato è l'alibi per non cambiare le cose, anzi continuare e perseverare nell'esercizio del mantenimento delle proprie prerogative.
Il limite è la coscienza, etica e civica che questo paese sta perdendo e smarrendo ogni giorno di più, ma fin qui nulla di nuovo mi dirà.
Giusto, solo che stanotte ho visto il film con Robin Williams' ed ho pensato che ci siamo dentro, si, ci siamo dentro fino al collo e ci vorrebbe una bella rivoluzione democratica dal basso per cambiare il "sistema".
Un saluto affettuoso. Rino_byicaro

PS ovvio che le sue dimissioni nn saranno accettate e che la inonderanno di attenzioni e diranno che le sue parole sono condivisibili, accettabili, giuste, vere ........... ma che .............
E TUTTO RIMARRA' COM'E'?

17/1/2008 (8:41) - IL CICLONE GIUDIZIARIO - DECAPITATO L'UDEUR
Interim per la Giustizia a Prodi
Mastella conferma le dimissioni
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200801articoli/2933...

UN ESTRATTO INTERESSANTE DALL'ARTICOLO
Mastella si difende anche dalle accuse di concussione verso il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, affermando che le sue sono state solo indicazioni politiche. E fa un esempio: «Se ora, noi che adesso non abbiamo più alcuna presenza nel governo, chiedessimo a Prodi la nomina in un grande ente per un nostro amico bravo e preparato, magari anche alla presidenza della Rai (sarebbe bene che quello che c’è andasse a casa..) ditemi voi, italiani, sarebbe questo un caso di concussione o di logica politica?».

POLITICA LOGICA
dimissioni di tutti gli esponenti del UDEUR, fino a chiarimento dell'intera faccenda e se questi non lo fanno la politica logica vedrebbe il mortadella afferrarli uno per uno dal collo e dal fondo dei pantaloni e sbatterli fuori dal parlamento, logicamente fino a che non si chiarisca l'accaduto, dopo sarebbero i carcerieri che se ne dovranno occupare :-)

ma io so qualunquista e populista, la logica politica vedrà la nomina del bravo e valente amico.

FRANCA E TU PAZZA HAI VENDUTO LA TUA COSCENZA PER TENERE IN PIEDI STO GOVERNO FATTO DI TALI FIGURI

peace&love
filippo

Gentile Franca,
desidero esprimerle la mia ammirazione per il gesto compiuto.E' nobile da parte sua dimettersi , anche se secondo me dovrebbero essere tutti o quasi i suoi ex colleghi di Camera e Senato( di destra e sinistra) a dover andare a casa. Invece loro non hanno rimorsi di coscienza ! L'importante è rimanere attaccati alla poltrona e a tutti i privilegi connessi, poi che la Repubblica Italiana affondi pure!!

grazie franca,
per averci offerto ancora una volta l'esempio di come dovrebbe essere un politico, grazie per averci ribadito l'importanza dell'onestà verso le propie idee, grazie per non averci deluso( mi sono chiesto, a suo tempo, se la "politika" ti avrebbe cambiato, se avresti ceduto alla logica della real-pilitik). mi aspettavo, lo confesso queste tue dimissioni già da tempo ma non volevo crederle vicine, forse speravo che la tua intelligenza avrebbe fatto uscire dal cilindro una formula , una idea che avrebbe aggregato quella società CIVILE E LAICA che sempre si è riconosciuta in te e tuo marito, sono stato ingiusto a caricarti di tutte queste aspettative. ingenuo a sperare che una persona, anche se forte e intelligente e colta come te avrebbe sconfitto LA CASTA. Che oggi si è tutta compattata per difendere i privilegi e le soverchierie di quei soliti che da anni spadroneggiano. E' amaro da bere questo calice e quel sapore che mi torna su mi fa piangere per questa italia e gioire della tua onestà intelletuale
grazie franca, anche se è una sconfitta

gigi e anto

Chantal Pedote

Sono orgogliosa di lei gentile Franca. Si, gentile perchè con gentilezza ha fatto capire a quella banda di furbacchioni (il che implica: profittatori, menefreghisti, ladri, bugiardi ecc. ecc.) al governo che una persona che come lei tanto si è data da fare, non è stata capita, è stata ignorata, calpestata nella sua onorabilità. Sono mille volte con lei e mi auguro che il buon Prodi abbia il buon gusto di respingere le sue dimissioni...ogni commento è superfluo.
E complimenti perchè ha saputo anche ringraziare chi le è stato vicino e l'ha appoggiata.
Un abbraccio con affetto

prima quando noi (pochi) scrivevamo qui che la Senatrice doveva dimettersi tutti ci davano dei fascisti ..che la battaglia si combatte da dentro... blah blah blah blah
ho dovutio cambiare nickname 7 volte per poter scrivere e non essere continuamente censurato..e adesso ?
BRAVA .. HAI FATTO BENE .... FALSI E FARISEI
siete solamente dei leccaculi ignobili seguite la bandiera al vento... che schifosi ...
dovreste essere incazzati con Lei..ignobili lecchini..
FAI BENE A RIMANERE ..FAI PIU' BENE PERO' A DAR LE DIMISSIONI

lecchini di m...

E SENATRICE ASCOLTI ME PER UNA VOLTA ..RITIRI LE DIMISSIONI ..ORA SI C' E' BISOGNO DI GENTE COME LEI
OGGI LA DEMOCRAZIA E' IN PERICOLO, E PERSONE COME LEI,
ONESTE E VERE CE NE SON POCHE !!... anche se per il 99% delle volte le sue idee non combaciano con le mie..ma sulla sua ONESTA' ED ETICA ..non si discute..
LE DIMISSIONI DI MASTELLA NON SON ISTITUZIONALMENTE GRAVI COME LE SUE...

Ci ripensi ..

andrea f.

ho letto adesso la lettera delle dimissioni di Franca Rame sulla Repubblica ... sono colpita, da una parte amareggiata ma anche contenta di trovare una donna che vive con onestà le proprie esperienze. Lavorare onestamente, fare politica onestamente, cioè con sincerità , al di là di interessi personalistici sembra essere cosa difficilissima ,rara, ma ormai sempre più necessaria e impellente.
grazie comunque Franca per quello che hai fatto e che continuerai a fare
Rossella

La saluto anche io con stima sincera e, anche se non sono stato tra i suoi elettori, la ringrazio per quanto ha fatto come senatrice e la ringrazio per tutto ciò di chiaro che si evince nella sua lettera rivoluzionaria pubblicata su repubblica. Peccato il suo silenzio nei 19 mesi passati, se avesse detto quello che aveva da dire "senza modestia" avrebbe forse reso un servizio ancor maggiore al paese. Capisco però perchè ha dovuto mordere la lingua per tacere e ne condivido il dolore. Mi sento veramente molto grato nei suoi confronti, le auguro di vivere al meglio e di recuperare la forza proprio dai malanni causati dall'indifferenza e dalle indegne azioni dei suoi ormai ex colleghi.
Giuseppe