Cari amici, sto creando un'associazione di sostegno alle vittime dell'uranio impoverito, con lo scopo di provvedere all'assistenza e alla diffusione della conoscenza del problema. Spero aderirete in tanti! Franca
Non pretendo di modificare i suoi propositi di dimissioni, anche se non nascondo un certo disappunto avendoLa votata...
Vorrei però proporle un pensiero che a mio modo di vedere trova applicazione quotidiana nella vita di ciascuno.
Ognuno di noi possiede, più o meno chiaramente, la visione dell'ideale che dovrebbe guidare la propria vita, indirizzare le proprie azioni, ispirare le nostre relazioni con gli altri.
La tensione continua verso questo ideale si scontra sistematicamente con una realtà che non gli corrisponde, (le nostre azioni misere e inadeguate, la nostra vita frammentata e contraddittoria, le nostre relazioni conflittuali e cariche di'incomprensioni) e se la nostra reazione a queste difficoltà fosse: "poichè il mondo reale non è come il mio ideale, allora lo rifiuto, non voglio averci a che fare, prendo le distanze, non gli appartengo", forse non avremmo rinunciato a vivere ??
Sono certo che una persona della sua cultura ed esperienza conosce, anche sulla propria pelle, gli effetti della tentazione demoniaca della perfezione, che ci separa dalle altre persone, non degne dei nostri alti ideali, e ci impedisce di incidere in modo positivo nella storia solo perchè vogliamo "tutto e subito, altrimenti meglio niente".
Penso che l'ideale debba sempre essere ben presente, e che debba ispirare le nostre azioni e decisioni, ma non ci deve tenere separati dalla storia in cui siamo immersi, dalle altre persone con cui stiamo vivendo, dalla società che regola il nostro modo di vivere insieme.
...dopo tanta teoria: in pratica è più probabile che i nostri soldati tornino prima dall'Afghanistan con Romano Prodi al governo e Franca Rame senatrice, oppure....?
Strano Paese il nostro, dove l'inseguimento del profitto spicciolo e particolare di pochi allontana la possibilità di un vero e duraturo arricchimento di tutti. Intendo l'arricchimento delle coscienze, che può essere promosso solo dalla cultura e dalla conoscenza.
Sprechiamo le migliori risorse artistiche e conoscitive ogni volta che queste non siano compatibili con il profitto immediato di qualche potente lobby.
Visione corta, decadenza, nichilismo strisciante serpeggiano nella nostra società.
La fuga dei cervelli ne dà la misura. Le difficoltà che incontrano artisti e intellettuali non allineati con il potere economico di sistema lo rendono evidente.
Vendiamo la nostra dignità per un piatto di lenticchie (che mangeranno in pochi) a discapito dei migliori impulsi di umanità e di intelligenza di cui abbiamo abbondanza e che porterebbero benefici per tutti.
Questo è, a mio avviso, lo spreco più grande da cui derivano tutti gli altri.
Salve Senatrice,
mi sono appena iscritto sul suo sito internet, ma la seguo da molto tempo, lei e l'Italia dei valori in generale e devo dire che è il partito all'apparenza piu "onesto"!
So che lei, Di Pietro e tutta l'Italia dei valori lottate per un argomento molto serio, ovvero mandare "a casa" i condannati in via definitiva al parlamento... questo è uno spreco grandissimo! Lei assumerebbe nell'amministrazione della sua azienda pregiudicati e condannati? Io no di certo...
Noi cittadini non solo non siamo abbastanza informati dai media, ma paghiamo gente che non vogliamo! Penso che chiunque, destra o sinistra che sia, non voglia questa gente in Parlamento, e se prima delle elezioni ci sarebbe stata un'adeguata informazione, non avrebbero molti dei voti che hanno avuto (i partiti s'intende... perchè ormai noi cittadini non possiamo piu votare le persone).
Allora penso che un'urgenza dell'Italia sia propria questa... finchè i parlamentari non capiscono che sono messi li dei cittadini per lavorare per il bene del Paese, e non per il loro! Non dico che non ci sarebbero piu "inciuci", ma non avendo piu l'immunità, molti parlamentari ci penserebbero due volte prima di rubare soldi!
Tra l'altro (scusi la franchezza) ormai penso che alcuni parlamentari siano li per non stare in carcere! A lei sembra normale che un parlamento approvi ad esempio la legge Fini-Giovannardi, e dopo pochi mesi le iene "scoprono" che 30 parlamentari su 50 fanno uso abituale di droghe?!? Mi scusi, ma come cittadino, e come elettore mi sento molto preso in giro, sembra essere un giochetto del tipo:"Io lo posso fare perche sto al parlamento, tu no perche sei un cittadino comune"!.
Ma la giurisprudenza non ha sempre detto LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI? I parlamentari vanno contro questa "legge"! Scusi lo sfogo, ma vorrei innanzitutto votare un nome, e non un partito con dei nomi gia decisi; inoltre vorre un parlamento pulito... spero che il suo, il vostro ed il nostro impegno abbia un epilogo positivo...
P.S. Non si dimetta... mi unisco al commento di janmar76.
Lanciamo la campagna “Ripensaci Franca!”
Le chiediamo di riconsiderare il suo editto da Roma sulle sue dimissioni; una decisione espressa senza tener conto delle diverse opinioni dei suoi elettori.
La preghiamo quindi di tornare sulle sue decisioni.
Apra un vasto dibattito.
Pronunci, a reti unificate le inedite parole: “HO SBAGLIATO! PARLIAMONE!"
Sarebbe un gesto di grande civiltà MAI DIMOSTRATO da nessun governante al mondo.
PER GOVERNARE NELL'INTERESSE DEI CITTADINI UN PAESE, SONO INDISPENSABILI UMILTA' E CORAGGIO.
CI RIPENSI Senatrice, INDICA UN REFERENDUM, NE HA LA POSSIBILITA', qui sul blog. CI SONO MOLTI DELUSI NEL NOSTRO PAESE DALLA SUA decisione... TORNEREBBERO A GUARDARLA CON SIMPATIA.
Con affetto
Cara Franca, sento che Lei dopo il voto di "sfiducia" sull'Afghanistan ha intenzione di dimettersi. NO NO, troppo facile, lei ha combattuto con le armi della democrazia per farsi eleggere per portare le sue idee in Senato, e adesso che sembra tutto più difficile getta la spugna, complimenti ! Ma non lo sapeva che in politica esistono i voltagabbana, i baciapile e di tutto e di più e invece di affrontare i problemi, scappa.
Ho ancora ben presente in memoria il periodo berlusconiano e Le posso garantire che se potessi rompere la faccia a Berluskoni lo farei.
Nella mia esperienza di politica non ho mai voltato le spalle al nemico.
Ho fatto un piccolo sondaggio nel mio paese,per capire se i temi della guerra e della pace in Afghanistan era così sentita fra i compagni, e persone varie prese per strada, al supermercato, al Bar.
Per molte di queste persone era più importante il salario e le pensioni, la sanità con i ticket, e in generale il carovita, ma di quel martoriato paese quasi a tutti non fregava niente.
Ma ne valeva la pena mettere il governo di centrosinistra nella situazione attaule ?
Perchè se cade Prodi vi saranno almeno dieci anni di Berluska.
D’Alema a Prodi…
“Ti ho detto di non mettere il 13° punto !”.
“Ma è la legge sul conflitto di interessi ! Poi sai che io non sono Mastella. Non sono superstizioso.”
“Ti dico che porta male il 13° punto: se dall’altra parte non c’è più BERLUSCONI poi chi ci da ancora il voto ?”
Caspita, che putiferio per cinque righe di commento fatte male e buttate lì, dettate soprattutta da incredulità e rabbia del momento!!! Chissà se lasciavo un post più articolato e documentato (come dice Lei...). Mi fa piacere cmq che abbia scelto la mia mail per sfogarsi, per parlare di compenso ai parlamentari, per palrlare del Suo impegno privato, per parlare delle Sue finanze: tutti argomenti che io mai mi sono sognata di commentare e criticare. ma va bene così, ognuno è libero di esprimersi liberamente. Io cmq parlavo solo di coerenza, e proprio a Lei, perchè proprio Lei era sul palco di Vicenza sabato scorso, tutto qui. E se è vero quel che i lungimiranti dicono, cioè che il governo è caduto a destra, grazie ai senatori a vita e non certo x colpa dei due "dissidenti rossi", a maggior ragione, anche Lei avrebbe potuto votare NO senza arrecare ulteriori danni, ma salvandosi la faccia. Mi dispiace che Lei abbia preso il mio post come un attacco personale alla Sua persona in toto: la mia delusione, come già detto, si riferisce al Suo ruolo di Senatrice, niente altro; se si scalda tanto per un post come il mio, Le consiglio davvero di dimettersi, perchè le critiche dovrebbero aiutarci a crescere, non a seppellirci... anch'io la abbraccio, mi creda, e mai mi ha sfiorato l'idea di augurarLe alcunchè di brutto. Io credo però davvero che se Lei fosse al mio posto, oggi, non eletta ma elettrice, proverebbe la stessa amarezza e la stessa vergogna che provo io (e non solo io). Le auguro ogni bene, di cuore
A Srebrenica ci fu un genocidio Sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aja. Le azioni compiute dai serbi causarono la morte di circa 8 mila persone
L'AJA (Paesi Bassi) - La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha definito «genocidio» il massacro di Srebrenica, legato ai nomi di Ratko Mladic e di Radovan Karadzic ma ha stabilito che la Serbia non ha responsabilità legali. L'enclave musulmana della Bosnia Erzegovina fu teatro, nel luglio del 1995 di uno degli episodi più raccapriccianti degli ultimi 50 anni di storia, l'uccisione di migliaia di civili musulmani, ragazzi e uomini di etá compresa tra i 12 ed i 77 anni, massacrati in pochi giorni. La definizione della Corte è stata pronunciata durante la lettura di una sentenza in un procedimento per genocidio presentato dalla Bosnia-Herzegovina contro la ex Jugoslavia.
SERBIA RESPOSABILE SOLO DI OMISSIONE - Il Tribunale internazionale ha stabilito che Belgrado non fu responsabile del «genocidio»: «Il tribunale non crede che il genocidio compiuto a Srebrenica possa essere attribuito alle autorità serbe» ha detto il presidente della Corte, Rosalyn Higgins, secondo la quale non può neppure essere stabilito se Belgrado sia da considerare complice per aver fornito aiuti alle milizie serbo-bosniache di Ratko Mladic. Tuttavia, ha aggiunto, è da considerare responsabile di omissione per non aver impedito il genocidio.
UCCISIONI E VIOLENZE - I giudici si sono pronunciati su una denuncia presentata da Sarajevo che ha accusato il regime di Belgrado di «uccisioni, saccheggi, violenze, torture, sequestri, detenzione illegale e sterminio» di cittadini non serbi della Bosnia, la maggior parte dei quali civili. All'epoca della presentazione della denuncia, non era ancora avvenuto l'eccidio di Srebrenica del luglio 1995, quando più di ottomila tra uomini e ragazzi musulmani furono massacrati dall'esercito serbo-bosniaco, ma il paese era sotto assedio e le immagini delle condizioni dei detenuti nei campi di concentramento serbi erano già tristemente note all'opinione pubblica internazionale.
IL MASSACRO - I giudici dell'Aja hanno, evidentemente, ampliato il periodo preso in esame per emettere il loro verdetto e non escludere quello che è considerato il più grave massacro dopo la seconda guerra mondiale. Per evitare una sentenza di condanna la Serbia, nel maggio scorso, aveva chiesto alla Corte di respingere la causa intentata dalla Bosnia, dopo che in più occasioni politici serbo bosniaci avevano contestato anche la legalità e la legittimità della denuncia, poi invece confermata dalla stessa Corte dell'Aja.
26 febbraio 2007
Sottoscrivo quanto hai appena scritto, ma vorrei aggiungere una piccola "appendice storica" d'Alema "utilizzò" gli F16 Americani di stanza ad Aviano e coordinati dal centro Comando V Ataf di Vicenza...senza i quali avremmo bombardato Milosevic con gli aeroplanini di carta...ma tanto qualcuno dirà comunque che abbiamo violato la sovranità nazionale di uno stato... proprio un bel pacifismo...
Noi di sinistra, siamo sempre i soliti! per massimalismo contituiamo a darci, scusate, martellate sui coglioni.
Che abbia ragione quello là? B-ZERO?
Hai ragione, se ci fosse stato D'ALEMINO anche ai tempi della Bosnia-Herzegovina, avrebbe salvato 20.000 morti in meno, come ha fatto in Kossovo, chè dopo 3 mesi di ''pulizia etnica'' lì, d'accordo con la Nato, e forzando l'Europa ci è proprio riuscito a salvarne qualche decina di MIGLIAIA.
(((e intanto quell'omino di Nando Rossi dice che era andato in Serbia coll'ombrello a solidarizzare coi bombardati .... quelli cui andavano bene gli assassinii e gli stupri etnici di Milosevic e Karadzic ... e BRAVO 'sto Rossi, lui sì che è un vero PACIFISTA...!)))
Oggi il LIBANO, con PRODI e la sua credibilità in Europa, ha stoppato ancora PRIMA (lamentiamoci, noi, pacifisti ciechi, aumentando le spese militari...!!!) ma togliendo da lì le lunghe mani degli USA !!! LAMENTIAMOCI, bocciamolo !!! e bravi a fare i pacifisti SOPRA LO STERMINIO DEGLI ALTRI.
Ma cosa ca..o vogliamo? me lo dite? o sono io così pirla, cieco, coglione?
SCUSATE LO SFOGO!, RAGIONIAMO, PER PIACERE.
VI VOGLIO SEMPRE UN GRAN BENE.
E sai perchè? Perchè vivi sulla luna.
Prodi che stoppa gli Usa, minchiata della serie: "ai confini della realtà".
Non ha ancora capito il Fiocchi che l'Italia è solamente un protettorato degli Stati Uniti? Non ha capito il Fiocchi che l'Italia se non si allinea alla politica Usa non conta più un benemerito Ca..o?
Sveglia Fiocchi!
Anche la cara Senatora, causa forza maggiore, rivoterà il rifinanziamento missioni militari Italiane all'estero. Perchè? Primo per debolezza, secondo per obblighi verso il Tutor, terzo perchè se non vota si, arriva il Berlusca (il filoamericano).
La nostra politica estera è legata a filo diretto col Pentagono. Quello che chiede Washington, Roma dà. Punto e basta!
Finchè occorrerà protezione militare, approvigionamenti di materie prime e tutto ciò che è strategico per la nostra economia, conviene stare sotto il loro ombrello politico e militare.
Anche la Senatora lo sà, si dimena e fa discorsi insulsi, ma lo sà.
Grande! Sei un glande!
Di tutto ti occupi! Sicuro che non dovresti lavorare in diplomazia?
Sai tra una minaccia di "morte preventiva" e un insulto, credo che l'italia diverrebe una colonia polinesiana in poco tempo. Mica male???
Comunque, scusami, io sono un cervello adorante. Adoro i cereali, e c'ho un altarino dove prego il dio mais, adesso ci aggiungo anche te.
Opinioni libere di uno schiavo che si mette le dita nel naso.
Caro Giuseppe,
purtroppo non ho molto tempo in qs giorni. Spero di poter approfondire la discussione. Intanto ti passo un link molto importante dove è riportato cosa si intende per conflitto di interesse (si parla dell'abnorme influenza determinata dai titolari di concessioni televisive sul comportamento degli elettori, riferita a Berlusconi, e quindi - se ne deriva per analogia - anche ai partiti): http://www.associazionedeicostituzionalisti.it/dibattiti/conflitto/pace....
Un sincero saluto, Luigi Fusi.
PS:
Mi sono accorto che ho scritto Governo ma dovevo scrivere Parlamento. O non è il caso ?
Esiste ancora la separazione tra potere Esecutivo e Potere Legislativo o no ? In Italia non direi, considerato che i Senatori devono "sempre" fare quello che impone il Governo.
"La Sicilia.it" ha chiuso le Registrazioni all'unico Forum (sul Calcio) al termine degli innumerevoli tentativi di "Ricostruire" di postare un pezzo su quel Forum: sistematicamente cancellati e bannati, ora sin nella HomePage.
Sembra sotto assedio nella strenua difesa del bottino cumulato negli
anni.Tutto denaro sottratto alla Città: non sa più dove investire: dopo avere comprato una parte consistente di Telecom, tra l'altro, sta realizzando i parcheggi sotterranei di Piazza Europa, un bel bottino da diversi miliardi. Oltre la gestione trentennale dei parcheggi, infatti, è spuntata una inopinata area commerciale in riva al mare, vanificando quello che con tanta pomposità chiamano ancora "Water front"uno scempio,che grida vendetta e altri miliardi sottratti alla Città. Delle due l'una: o i parcheggi sotterranei o l'area commerciale. Dove sono i "Diversi & Superiori morali", che ci hanno scippato il Ponte? - Non si contano più quante volte è stato cancellato da "La Sicilia.it" il post "Signori non ce la facciamo più" ancora meno si contano i post cancellati, nei quali si chiedeva di aprire un Forum.Con la vicenda Piazza Europa" stavolta sa di averla fatta grossa e con la caparbietà del ladro che sa di essere ladro, ha chiuso persino il forum sulla "Finanziaria". Perchè? "Non più di interesse" è la motivazione ufficiale, ma quel forum, che registrava decine di interventi al giorno, rischiava di esplodergli tra le mani: Scassagnini, il socio nell' affaire Piazza Europa, alle lunghe avrebbe rischiarato anche il linciaggio reale in aggiunta a quello virtuale.E così con la caparbietà dell'estortore, che non
si ferma neanche davanti ad una denuncia, resiste a tutti gli "attacchi", chiuso nel bunker a difesa del bottino accumulato negli anni.Urgono iniziative legislative, ma chi dovrebbe prenderle queste iniziative,FRANCA RAME, Di Pietro ? Toglietevi dai piedi per favore!
www.ricostruire.it
Clicca sull'Url se vuoi sapere chi è Mario Ciancio- Comprando quel giornale ogni mattina, ti rendi responsabile di una Estorsione. Ce la dobbiamo sbrigare da soli.
Ho postato cento mila pezzi nei newsgroup e altrettanti ne avrò postato in tutti i Forum e Blog disponibili. Ho fatto un sito di 200 pagine. Centinaia di pezzi non sono più online. Con quale risultato? Prima dell’avvento di Internet ho pubblicato a mie spese quattro libri e cinque numeri di “ricostruire”. Con quale risultato? Non si contano le petizioni fatte a Catania, setacciando la Città in lungo ed in largo. Con quale risultato?Ho rimediato: una diffida, una minaccia di querela ,un avviso di garanzia e tre cause perse (Telecom) , l’ultima con condanna alla spese. Per ultimo la SenatorA mi ha linciato dai giornali Amici. Non ho concluso un caxxo: ho solo fatto male a me stesso. E’ quanto basta perché il morale sia sotto i tacchi. Vale la pena continuare? Quello che deprime vieppiù è il constatare che le questioni poste negli anni non sembrano interessare alcuno.
- www.ricostruire.it
-
Dove avrebbe sbagliato, nel credere che scrivere servisse a qualcosa?
Forse in certi periodi, a differenza di altri, il morale scende proprio sotto i tacchi.
Comunque lei non ha postato inutilmente i suoi commenti.
Se la Senatora ha osato prenderla di mira c'è un perchè molto interessante, mi creda. Simili reazioni sono sintomatiche delle contraddizioni perenni della vecchiarda che lei, implacabilmente, mette a nudo.
E pazienza se il piccolo popolo Adorante e Prono della vegliarda non riconosce questo merito.
Potenzialmente molta gente legge sul web le sue cose e credo inoltre che i più le comprendano in pieno.
Su questo blog è diverso; quì c'è l'odore edificante della piccola gente, gente che preferisce bendarsi gli occhi che vedere l'operato parlamentare della Senatora.
Quanto alle denunce e alle persecuzioni giudiziarie che dire? Chi non adora paga, ne so qualcosa anch'io.
Qualcuno deve pur scoperchiare il letamaio che si cela sotto le belle frasi e i bei discorsi di questi politicanti del Ca..o.
Cordiali saluti.
Chi scrive ha dilapidato tutti i suoi risparmi, perché convinto di contribuire a qualcosa. Per dirne solo una, a Catania si sta consumando una Estorsione plateale tra l'indifferenza generale: non solo per 30 lunghi anni, grazie ai soldi che ha RUBATO alla Collettività, quell'editore riscuoterà il pedaggio del parcheggio di piazza Europa, ma è spuntata nella stessa area, IN RIVA AL MARE, un'area commerciale, anche questa sarà a tutto beneficio dello stesso, che per decenni ha succhiato il sangue della città come una zecca piantata sulle sue viscera. TUTTO SECONDO LEGGE, quella dei partiti. NON HA CREATO UN SOLO POSTO DI LAVORO, anzi ha mandato a casa dieci professionisti mdell'informazione,,, e questo accade mentre Pecoraro Scagno si accanisce contro il Ponte e contro la TAV, che pure sono utili alla Collettività e nessuno fa niente per lo scempio che si sta consumando a Catania. Mi scoppia il fegato di nera bile. Per non essere disturbato, ha chiuso anche il Forum sul calcio... Ah, se questa tastiera fosse stata un mitra... chi mi avrebbe condannato? Quante teste avrei spappolato! Che dire della senatorA, che richiesta di uno spazio nella HomePage, per porre la questione, ha fatto finta di incazzarsi, lasciando quello spazio ai suoi svenimenti... ma se non si dimetterà, maledirà di essere ... vedrete!
Carissima Senatrice Franca Rame,
Cari Senatori tutti,
io sono un ‘dipietrista’ per i Valori dell’etica e dell’onesta’ in tutti i campi, a partire da quello economico; come tale sapevo fortunatamente di votare FRANCA RAME, e ci sono riuscito…
Faccio l’imprenditore, e da quando un piduista collegato alla mafia, e’ in politica per sfuggire al carcere e sostenere i suoi soli interessi, e si vede, ho partecipato attivamente a quel fantasma che e’ ed e’ sempre stato l’ULIVO.
Io non mi vergogno di essere imprenditore, perche’ rispondo SEMPRE a chi porta il capitale, a chi porta il lavoro, a chi usufruisce del nostro prodotto, sia come cliente, che come utente (non consumatore).
Mio nonno era socialista di Milano, amico di Pajetta, faceva strumenti di precisione, bilance, bussole, sestanti, anche per lo Stato (fascista) e spesso si ritrovava in gattabuia, per aver detto al bar ‘quel porco la’, stavolta ne ha fatta un’altra, ecc.’ , poi lo liberavano perche’ nella sua officinetta lavoravano 15 ‘martinitt’ a cui aveva insegnato un lavoro.
Io sarei uno dei tanto deprecati LIB-LAB (cioe’ liberale e sociale), per cui non da pochi anni, volendo far contare il mio voto, mi turo il naso e scelgo il meno peggio, sia come gruppo, sia come persone, ma …
Questa volta le persone sono state scelte dal RE, e non dal POPOLO, ed il popolo ha scelto il re che puzzava di meno, a partire da quello apparentemente piu’ onesto, o MENO DISONESTO (vedasi Sviluppo Italia, societa’ di Stato che vi coinvolge tutti; e la povera Gabanelli che e’ stata mandata a casa, peggio di Santoro).
NON E’ DIMETTENDOVI CHE DATE SOLUZIONE A QUESTI PROBLEMI, MA E’ LOTTANDO COI VOSTRI PARTITI, E DENTRO I VOSTRI PARTITI, CHE CONTRIBUIRETE A DARE AI VOSTRI/NOSTRI FIGLI UN DOMANI MIGLIORE.
I FIGLI DI ‘’BI-ZERO’’ (serve la traduzione? B.= l’uomo della crescita ZERO, per tutti tranne che per se stesso) ESSI NON HANNO PROBLEMI, MA I NOSTRI FIGLI SI’ ECCOME SE NE HANNO.
(((a proposito, avete notato che B-ZERO porta 'sfiga'?)))
IO PENSO CHE QUESTO SIA IL SOLO CASO DI COSCIENZA CHE AVREI STANDO NELLA VOSTRA POSIZIONE, CERTO CHE LA CARICA DI IDEALITA’ CHE CI DEVE SPINGERE, NON PUO’ ESIMERCI DA TURARCI SPESSO IL NASO E COMUNQUE ESSERCI E VOTARE.
Lo sapete bene, VOI, che né Andreotti, né Pininfarina, né la Binetti hanno uno spirito tanto libero e sensibile ai bisogni generali del POPOLO, per cui:
VI PREGO, STATE CON IL POPOLO, quel popolo che ai Palalido-MILANO 12/2004, dei PalaVobis del 2001, guardando le 9 famigerate sedie dei vostri Principi, vi urlava UNITA’ UNITA’ UNITA’, anche se il ‘gigione’ Bertinotti era arrivato per ultimo, ed il litigioso pseudo-cattolico Mastella era arrivato anche mezz’ora e dico mezz’ora, dopo l’ultimo gigione, certamente facendosi telefonare e pregare, per esserci…!
Se non l’avete ancora capito, la mia e’ una lettera DISPERATA di un cittadino qualsiasi dell’UNIONE, qualsiasi ma onesto, che si tura il naso e vota (a volte, localmente) anche per un ex-democristiano (che ritengo di solito la peggior specie) purche’ vinca questo centro sinistra, che e’ fatto anche di vergognosi bassolini, ma che e’ sempre meno peggio degli schifosi berluschini.
Spero di avere fatto in tempo a farmi leggere per chiedervi per mercoledi’ e per tutti i prossimi giorni dei prossimi 4-9 anni UN VOTO GIUSTO, per conto di uno dei vostri elettori, ma soprattutto per un elettore del vostro CAPO = PRODI ROMANO.
Tradire me e tanti che come me si aspettano la vittoria sempre, per questo NOSTRO PAESE, l’ITALIA, questo si’ sarebbe il vostro piu’ vero e profondo caso di coscienza.
Si’ perche’ voi non potete permettervi di avere una coscienza unilaterale, ma anzi AVETE L’OBBLIGO di avere una multi-coscienza plurilaterale, che rappresenti le nostre, tutte le nostre coscienze.
Dimettervi ci mette ugualmente nei guai, anzi, ci getta nel baratro della disperazione, sappiatelo, vi vogliamo li’, col NASO TURATO E CON LA LINGUA FRENATA, vi vogliamo piu’ adulti di noi, vi prego, vi preghiamo.
Perche’ siamo i grandi coglioni del Sinistra-Centro, ognuno bisognoso del puzzolente apporto di ognuno degli altri.
Resto fiducioso, ma non per un giorno, ma per tutta la legislatura, ed anche la prossima.
Giuseppe Fiocchi
Email: ‘’[email protected]’’
PS: Oggi si parlava del tribunale dell’Aja circa la ‘pulizia etnica in Bosnia’, mi sembra che anche in Kossovo stesse succedendo altrettanto (contro la popolazione musulmana), mi sembra che in Libano una terrorizzata Israele stesse iniziando a ‘sterminare’ anche gli innocenti, mi sembra che per la Palestina Fini NON abbia fatto nulla, mi sembra che lo spocchioso D’Alema stia facendo molto di piu’.
Sono certo che in tutte queste occasioni la nostra italietta abbia saputo donarsi e lottare, affinche’ questi assassinii si interrompessero.
Ho sempre marciato per la PACE, il cui vessillo svetta fuori casa mia.
Sono certo che la guerra porta solo dolore e morte e odio decennale, in questo mi sento un poco al vostro fianco, senza ma, ma con qualche se. Cordialita’ amici e coscritti miei (giuseppe-classe 1947)
Condivido ciò che hai scritto! E' propio ciò che penso anch' io. D' altronde quando si è all' interno di uno schieramento sorgono problemi di coesione, anche delle idee ma ciò non deve distogliere la coalizione stessa dal compito primo che è la continuazione dell' esistenza dell' esecutivo. Altrimenti diventa impossibile fare anche quelle piccole opere buone che apportano comunque beneficio. Per questo ritengo anch' io che Franca Rame debba rimanere senatrice.
Non capisco cosa intendi per "e la povera Gabanelli che e’ stata mandata a casa". Non sono riuscito a rintracciare alcuna notizia al riguardo. Ti sarei grato se avessi la gentilezza di dirmi qualcosa di più.
(ASCA) - Roma, 27 feb - Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, durante la presentazione della riforma del diritto societario spiega che a suo avviso ''una maggioranza politica gia' c'e' ed e' doppia, e' quella dell'investitura popolare per la quale Marini non vota ma potrebbe anche votare'': ''Non esiste una maggioranza politica o una numerica - ha spiegato il ministro - esiste una maggioranza al Senato secondo il regolamento del Senato. Peraltro voglio ricordare che una maggioranza politica gia' c'e' ed e' doppia, e' quella dell'investitura popolare per la quale Marini non vota ma potrebbe anche votare. E' soltanto una prassi, che secondo me andrebbe cambiata fino a quando rimane questo maledetto bipolarismo all'italiana''.
===========================================
Sappiamo quanto la destra si opponga al voto dei senatori a vita (non però l' altro giorno, quando Cossiga, Andreotti e Pininfarina votarono contro Prodi). Ma sappiamo anche che la Costituzione non distingue tra senatori a vita e senatori eletti. Tutti hanno eguale diritto di voto. Però la prassi che il presidente del Senato non partecipi al voto è, appunto, solamente tale. Non cè alcuna legge, men che meno costituzionale, che vieti al presidente del Senato di votare. Solo la "prassi". Quindi Mastella ha ragione da vendere, nessuno impedisce all' Unione di cambiarla.
E' dal lontano 1994, quando il primo governo Berlusconi impose suoi uomini alla seconda e terza carica dello Stato, prima era invalso l' uso di affidarne una all' opposizione, che i presidenti delle camere, specialmente quello del Senato, non son più di garanzia ma parte integrante di quello spoils system inaugurato proprio dal Polo.
E allora cosa aspettiamo? Mandiamo la prassi in soffitta e facciamo votare Marini. Strilleranno che le regole non si cambiano unilateralmente ma vanno fatte assieme? Forse che l' ultima legge elettorale la fecero assieme al Csx?
Guarda che la lettera di Sara non è affatto scomparsa dal blog. E' al solito posto, prima (cronologicamente parlando) dell'articolo "SPRECHI E COSTI DELLA BUROCRAZIA".
Perché bisogna sempre pensare male? Se Franca non accettasse le critiche non l'avrebbe neppure pubblicata, non credi?
Compagni!
La lotta per ottenere la fiducia che, sotto l' alta guida di S.E. Romano Prodi, duce supremo, le schiere dell' Unione, inizialmente inferiori per numero e mezzi, iniziarono il 27 febbraio 2007 e con fede incrollabile e tenace valore condussero ininterrotta ed asprissima, è vinta.
La gigantesca battaglia ingaggiata oggi in Senato, alla quale han preso parte 62 senatori dei Ds, 39 della Margherita, 27 di RC, 11 di Insieme con l' Unione, 4 dell' Idv, più altri di formazioni minori coadiuvati dal valoroso drappello di senatori a vita capitanati dal barone Oscar Luigi Scalfaro, è finita.
Lo schieramento cidiellino è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell' accanita resistenza delle prime ore, finendo per lasciare nelle nostre mani un paio senatori, ciuffi del riporto di Schifani e la dentiera di Gustavo Selva.
I galoppini internettiani di quella che fu una delle più potenti coalizioni politiche del mondo, stanno abbandonando in disordine e senza speranza quei forum e blog lungo i quali erano discesi con orgogliosa sicurezza.
ti prego, per la stima che ho nei tuoi confronti, per tutte le cose buone e belle che tu e Dario Fò avete fatto per il nostro Paese, continua a rimanere in Parlamento, fai sentire la tua voce,e, quando è necessario, la tua protesta, ma NON TI DIMETTERE!
Non lasciare spazio a persone sicuramente non migliori di te. Resta Senatrice e rappresenta tutte le persone che ti hanno votato e che credono che gli artisti e i poeti salveranno questo nostro amato Paese
buongiorno signora Rame,
sono uno dei suoi elettori (per quanto resomi possibile dalla legge elettorale del Cavalier Banana),
insomma, ho votato la sua lista e sono contento sia stata eletta.
Vorrei intervenire sulla crisi di governo e le prospettive future.
Io NON l'ho votata per dire sì a iniziative arbitrarie di Prodi, non presenti o addirittura
contro i punti sottoscritti prima delle elezioni. Mi riferisco alla base di Vicenza.
Non parlo dell'Afghanistan, non in quanto io sia un sanguinario di natura, ma in quanto privo di idee
chiare in proposito. Non mi piace mandare lì gente armata, ma non credo che gli afgani stessero meglio
o avessero maggiori possibilità di decidere il loro governo prima (certo, trovo comunque ipocrita dire di
non essere in guerra, idiota che si cerchi di eliminare le colture di papavero se non le si sostituisce con
qualcosa di altrettanto redditizio, e non faccio commenti sul fatto che la missione italiana si metta a costruire lì
una chiesa!!!! Proprio ciò di cui avevano bisogno).
Lei dirà che sulla politica estera il suo voto era dato a malincuore ma necessario a fare sopravvivere il governo.
Le rispondo che:
a)ritengo che COMUNQUE il numero di elettori di centrosinistra (suoi o meno, non è un sondaggio sui partecipanti al blog)
che avrebbero voluto un voto contrario dai loro rappresentanti ANCHE a costo di fare cadere il governo fosse in
proporzione più alto rispetto agli unici 2 che ne hanno avuto il coraggio. Per quello che mi riguarda se Prodi, sapendo
di essere al momento l'unica persona accettata
dai capi dei partiti di centrosinistra, esige che venga votata qualsiasi cosa gli venga in mente, può tornare
tranquillamente a Bologna, e che torni pure il Cavalier Banana. Soprattutto in quanto una decisione come
quella sulla base ci impegnerà per almeno vent'anni, non è come fare una finanziaria
sbagliata i cui effetti possono essere corretti da quella dell'anno dopo. Se la base si farà DEVE essere senza
il mio voto.
b)è stato D'Alema che ha legato arbitrariamente e in modo ricattatorio il destino del governo
ad un voto su un discorso in cui aveva messo di tutto e di più, e come non bastasse,
con strafottente sorriso ha esplicitamente chiesto che chi non era d'accordo
votasse contro, sicuro che la paura di perdere la poltrona fosse determinante per tutti.
E' sul governo che ricade la responsabilità della sua caduta.
c)definirei 'ciurlare nel manico' il tentativo di fare passare la limitazione dei disagi della
popolazione di Vicenza come una concessione alla sinistra. L'arrecare il minimo disturbo
alla gente è scontato, non è nè di destra, nè di sinistra; il punto è BEN ALTRO. Cioè SE la base si fa e
a quali condizioni!
d)il notevole numero di parlamentari contrari all'apertura della base avrebbe dovuto COSTRINGERE il governo
a discuterne in parlamento (e fare capire bene quale sarebbe stato il suo voto in caso contrario)
e soprattutto a esigere dagli USA delle condizioni NON VERBALI applicabili e verificabili,
senza le quali la base non si sarebbe fatta. Alcuni Esempi:
1-la base è in uso agli USA solo per operazioni NATO.
2-si promuove un SERIO dibattito nella NATO su come applicare la clausola di intervento in aiuto di un membro
attaccato, in anni in cui quasi mai ci sarà un attacco convenzionale e dichiarato, ma solo attacchi terroristici
che non è facile ricondurre a responsabilità di un governo.
3-il governo italiano verrà informato (e ha diritto di veto: vedi mine antiuomo) sul tipo di armi presenti
4-i militari ospiti saranno responsabili di fronte all'Italia delle azioni compiute su territorio italiano fuori
dalla base, quindi nel caso, saranno processati da giudici italiani.
5-in caso di non rispetto delle clausole di cui sopra AUTOMATICA chiusura della base (senza bisogno di voti parlamentari).
Mi rendo conto che difficilmente gli americani le avrebbero accettate, ma sono le clausole minime che un paese
con un minimo di dignità esigerebbe, per lo meno se non fosse nella situazione di essere attaccato
da preponderanti forze nemiche (e noi non lo siamo).
Sarebbe evidente che un diniego da parte americana rovescerebbe sugli USA la responsabilità del no,
e quindi questa sarebbe stata non solo rara manifestazione di dignità da parte del nostro governo, ma anche intelligenza politica.
Come invito agli elettori di sinistra ad avere pazienza si dice che si sapeva che questo è un governo moderato.
Cosa c'è di 'moderato' nel permettere la costruzione di una base straniera sul proprio territorio
alle attuali condizioni, come forse avverrà?
E cosa c'è di antiamericano nel chiedere (anzi esigere), che le azioni dei militari ospiti siano soggette
all'autorità italiana?
Ma qualcuno si ricorda cosa è successo al Cermis, il fatto che i militari in questione cancellarono
addirittura i dati di volo per alleggerire la loro posizione, e la severissima pena cui sono stati condannati?
E il fatto che più di metà dei morti erano austriaci? Turisti in vacanza a casa nostra, che noi avevamo
il dovere di difendere? Trovo che aprire la base alle condizioni attuali sia ANTIITALIANO!
Io, modestia a parte, SONO di sinistra, ma le cose da me affermate vi paiono SOLO di sinistra?
Sono di sinistra solo in quanto questo elettorato è l'unico che abbia un minimo di senso morale e lo metta
davanti agli schei, ma proprio per questo non lo si può disgustare oltre un certo punto. Mica siamo di Forza Italia!
E vengo al punto più grave: si discute su come limitare ulteriormente i casi come quello di Turigliatto&Rossi!
Invece io mi preoccupo del fatto che MOLTI (se non la maggioranza) dei parlamentari del centrosinistra abbiano votato
contro la loro stessa opinione e contro quella dei loro elettori. Praticamente si cerca di eliminare quei
pochi che hanno rappresentato chi li ha votati!! Ma tolti quei due, chi rappresenterà più qualche milione
di elettori (NON solo di centrosinistra, si veda alcune lettere di Francesco Romano sul Corriere)?
Ci mancava pure che Prodi scaricasse i DICO, cui la maggioranza degli italiani è favorevole.
E' triste da dirsi, ma anche nel centrosinistra gran parte dei politici rappresenta solo se stesso;
non è qualunquismo, è constatazione della realtà.
Voto sì e poi mi dimetto? Forse sarebbe giusto, poichè andrebbe contro al volere di molti che l'hanno votata.
Purchè il suo posto rimanga vacante e non possa essere occupato da qualcuno ancora più pronto a dire sì, sia chiaro!
Distinti saluti e buon lavoro (per quanto possibile).
Ti confesso che il tuo messaggio mi ha destato qualche perplessità e mi ha suscitato alcune domande.
Tu scrivi;
"Per quello che mi riguarda se Prodi, sapendo
di essere al momento l'unica persona accettata
dai capi dei partiti di centrosinistra, esige che venga votata qualsiasi cosa gli venga in mente, può tornare
tranquillamente a Bologna, e che torni pure il Cavalier Banana"
Poi più sotto dici:
"Io, modestia a parte, SONO di sinistra, ma le cose da me affermate vi paiono SOLO di sinistra"?
Alla luce di queste affermazioni, ti domando se credi che "essere di sinistra" significhi riaprire la strada a Belusconi?
Non credi piuttosto che sia necessario tenere presente il reale peso
politico che ogni formazione di sinistra può esercitare e che ogni posizione velleitaria finisca per essere, di fatto, un regalo alla destra?
Ricorda che con Berlusconi al governo la base di Vicenza verrebbe fatta senza se e senza ma, i DICO verrebbero cancellati, la possibilità di un rientro dall'Afghanistan si allontanerebbe sempre di più mentre la sudditanza agli Usa si rafforzerebbe e ogni possibilità di rimediare ai danni del precedente governo sarebbe da dimenticare. Non credo che siano cose di poco conto.
A quale vantaggio?
Di chi?
Di una coerenza vuota (perché distaccata dai fatti reali) e autoreferente?
Se la politica è corrotta, non pensi che un risanamento dall'interno sarebbe la soluzione più efficace?
Quando si è nel pantano e agitarsi porta a sprofondare sempre di più (come è accaduto nel caso della caduta del governo) non credi che si debbano adottare altri modi di pensare?
ciao franca
ti mando un piccolo contributo scritto prima della finta crisi voluta da d'alema e prodi: non ti dimettere ma segui i miei modesti consigli!
con affetto ernesto
VICENZA: L’ECONOMISTA E LA LOBBY PACIFISTA
Dopo aver partecipato alla manifestazione di Vicenza di sabato 17 febbraio, contro la costruzione della nuova base USA, mi sono sentito spinto a provare a fissare con le parole tutte o quasi le immagini che ho visto durante la giornata. Penso che sia importante per chi vuole saperne di più rispetto a cosa sta succedendo nella città veneta.
La prima immagine proviene dal viaggio di andata, mentre sull’autostrada il nostro pullman veniva superato da flotte di bus provenienti dalla Valle di Susa. L’apporto del movimento No Tav alla manifestazione è stato massiccio: la solita accozzaglia di casalinghe, pensionati, studenti, sindaci, contadini e insegnanti, accompagnati dalla Madonna del Rocciamelone, che rappresentano ormai un modello della volontà di partecipazione della popolazione alle scelte che riguardano il proprio territorio.
Ma giunti a Vicenza e raggiunta la testa del corteo la sorpresa è grande: anche nell’operoso nord-est la gente non ci sta a farsi comandare a testa bassa e allora davanti a tutti i bambini delle scuole e le mamme (e nonne) dei vari comitati cittadini, pericolosamente armate di padelle per un fragoroso e gioioso “cacerolazo”, come ci hanno insegnato gli argentini.
Nel percorso personaggi svariati hanno colorato il corteo: dall’alpino pacifista che suonava lo djembe, all’omaccione vestito da sposa che non voleva sposare la guerra; gli striscioni in veneto non necessitavano di traduzioni: “non magnemo gati ma gnanca bombe”, “basi si, ma co la lengua”, “yankee go in mona”.
A proposito di americani, c’è n’erano molti, radunati sotto il cartello “Statunitensi contro la guerra” e sono stati bersagliati dagli altri manifestanti. Bersagliati di applausi, abbracci, baci, lancio di fiori, insomma una vera manifestazione antiamericana.
Alla fine del percorso, in larga parte su di una circonvallazione vuota (ma i vicentini erano in corteo) ma in alcune parti scorrendo lungo le vie dove la gente metteva fuori le bandiere della pace, ci siamo ritrovati in un grande spiazzo a sentire il “comizio” finale, con Dario Fo che improvvisava un rap accompagnato dai Punkreas (!) e la senatrice Franca Rame (arrabbiatissima!) che invitava Prodi a ripensarci, non solo su Vicenza ma sulla missione in Afghanistan e sull’acquisto di 130 nuovi caccia che costano qualcosa come 100 milioni di euro l’uno (avete letto bene!). Praticamente un terzo della finanziaria!
Bene, poche ore dopo, senza quasi che nessuno glielo chiedesse, il nostro presidente del consiglio, ci ha tenuto a precisare che il governo non cambierà idea.
Questo mi ha fatto ricordare che Prodi è un economista e come tale comprende soltanto la forza dei numeri: mi permetto quindi di fare qualche considerazione “matematica” a vantaggio della comprensione del nostro premier.
In corteo c’erano 200.000 persone più o meno; immaginando che fossero tutti elettori dell’Unione (anche se sono certo che non tutti lo fossero, c’era persino uno sparuto gruppo della Liga Veneta) la cifra rappresenta circa l’1% di chi ha votato per Prodi lo scorso aprile. Cioè il doppio dei voti presi dai Socialisti del sottosegretario agli esteri Bobo Craxi e quasi la metà dei voti presi dall’Udeur del Ministro per la Giustizia Mastella.
Se pensiamo che in media per una persona che va in manifestazione ce ne sono altre quattro che condividono l’oggetto della manifestazione stessa, raggiungiamo dei numeri che il ministro Di Pietro (pro-Tav) e la ministra Bonino (pro-Nato) nemmeno si sognano per i loro partiti.
E allora? Perché non trasformare in numeri parlamentari questa incredibile forza tranquilla vista a Vicenza? Senatrice Rame, perché non raccoglie i dissidenti sull’Afghanistan (che hanno detto che non avrebbero più rivotato la missione) e incomincia a fare lobby? Lo fanno tutti, la Confindustria, le multinazionali, la Chiesa Cattolica, i grandi costruttori; perché non lo possono fare i pacifisti?
Bastano 10 senatori pronti a tutto, anche a non dare più fiducia a chi si è presentato per cambiare l’Italia, e poi si attacca alle promesse del Caimano Berlusconi per continuare la sua stessa politica estera.
Franca rimettiti presto se no per confluenza ci ammaliamo anche noi!!!! L'oscillococcinum è un prodotto omeopatico efficacissimo per aumentare le difese immunitarie....PRENDILO E APPENA GUARISCI VENIAMO AD ASSISTERE AD UNA SEDUTA DEL SENATO A ROMA...SORRISI PER TE NEL TEMPIO DELLE MUMMIE.
...sto con la congiuntivite anch'io...sigh...che sofferenza!
Si rimetta presto e...resti in Parlamento...per favore. Un caro saluto ed un abbraccio
draculia www.draculia.ilcannocchiale.it
NOOOOOOOOOOOOOO!!! Ma allora lo fai apposta!! Lo fai per non vedermi!! Ma è una maledizione?! La prossima volta che vengo a Roma sono certo che ti telefono e mi dici che stai passando a Venezia dalle parti mie!
Domani telefono a Carlotta e prendo appuntamento facendomi passare come ambasciatore della repubblica di vanuatu..
Apparte gli scherzi, ti aspettiamo pimpante! Riprendi forze mangiando gli spinaci che hanno ferro, perchè noi abbiam bisogno di ..Rame.
Maledetta salute! Che peccato per gli adoratori, miseriaccia!
Cari fedeli non perdete la speranza perchè l'Idolo guarirà e voi potrete bearvi e godere della sua presenza ad un prossimo pellegrinaggio. Per ora pazienza.
E lei Senatora guarisca presto e si dimetta come promesso.
Pare che al Senato, tra infermeria ed aula, ha trovato la forza di dare la fiducia a questo governo che si appresta a modificare le pensioni (età e coefficienti), la Tav, l'ampliamento base Vicenza (sono già iniziati i lavori), i rifinanziamenti militari per le guerre estere, e tante altre belle porcate utili per i potentati e deleterie per la povera gente.
I Dico son passati in cavalleria, e non solo loro a quanto pare. Complimenti per la sua personale sagacia politica. Sappiamo che deve obbedire al Tutor che l'ha messa in parlamento, non certo al popolo.
Si dimetta perchè è vomitevole ciò che fino ad oggi ha approvato in aula; le chiacchiere nelle piazze e nel blog è merce stantia commestibile solo ai palati adoranti.
Buona guariggione e....si attendono le promesse!?
Benedetta salute! Che bello per gli adoratori, favoloso!
Cari amici non perdete la speranza perchè l'Idolo guarirà e voi potrete bearvi e godere della sua presenza ad un prossimo pellegrinaggio. Per ora pazienza.
E lei Senatrice guarisca presto e non si dimetta.
Pare che al Senato, tra infermeria ed aula, ha trovato la forza di dare la fiducia a questo governo che si appresta a modificare le pensioni (età e coefficienti) in meglio, la Tav, l'ampliamento base Vicenza (sono già iniziati i lavori), i rifinanziamenti militari per le guerre estere, e tante altre belle cose deleterie per i potentati e utili per la povera gente.
I Dico stanno passando, e non solo loro a quanto pare. Complimenti per la sua personale sagacia politica. Sappiamo che non deve obbedire al Tutor che l'ha messa in parlamento, ma al popolo.
Non si dimetta perchè è favoloso ciò che sta facendo in aula; le minacce nel blog sono merce stantia commestibile solo al palato di unavoce (che sono io)
Buona guarigione!
Con affetto, unavoce
Questo Parlamento e il precedente hanno superato tutti i limiti di tollerabilità. In tredici mesi di tempo e cioè da ottobre 2000 a novembre 2001 si sono fatti quattro aumenti di stipendio e cioè:
OTTOBRE 2000
15 mila milioni complessivi di aumento per stipendi a deputati.
14 mila milioni di aumento per stipendi ad ex-deputati.
Sperperano altri 34 mila milioni per aumentarsi i privilegi.
DICEMBRE 2000
Si aumentano lo stipendio di tre milioni al mese. Ma non si limitano al solo aumento, pretendono milioni e milioni di arretrati.
APRILE 2001
Altro aumento di stipendio di 446 mila lire al mese.
13 NOVEMBRE 2001
I deputati si aumentano la diaria di 2.200.000 al mese. Ogni deputato costa l'impressionante e faraonica cifra di 250 milioni al mese.
Sono i parlamentari più pagati al mondo.
STIPENDIO 37.086.079 AL MESE
STIPENDIO BASE 19.325.396 al mese
PORTABORSE 7.804.232 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO 5.621.690 al mese
RIMBORSO SPESE(che non si possono dire) 1.001.320 al mese
RIMBORSO SPESE VIAGGIO 2.052.910 al mese
TELEFONO CELLULARE gratis
TRIBUNA D'ONORE NEGLI STADI gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
VIAGGI TRENO CARROZZA LETTO gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
CORSO LINGUA STRANIERA gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
VAGONE RAPPRESENTANZA DELLE FS gratis
AEREO DI STATO gratis
USO DI PREFETTURE ED AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
RIMBORSO SPESE MEDICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE IN CASO DI MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
GIORNALI gratis
RISTORANTE gratis
LIQUIDAZIONE per ogni anno di mandato si intascano uno stipendio
PENSIONE 4.762.669 (possono acquisire il diritto alla pensione dopo 35
mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni)
INDENNITA' DI CARICA (da 650.000 circa a 12.500.000) 200.000.000
circa li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), 50.000.000 ogni anno ciascuno se fondano un giornaletto. (Es: la sig.ra Pivetti, ex-Presidente Camera deiDeputati, per tutta la vita avrà l'auto blu ed una scorta sempre a suo servizio)
Questa classe politica ha causato un danno al paese di 2 MILIONI E 446
MILA MILIARDI.La sola camera dei deputati costa al cittadino 4.289.968 AL MINUTO
-
Firma la Petizione su Cominciaitalianet
Ciao! Capisco che tu stia cercando di ricoprire una voce e nessuno con dei pof...ma una pagina intera forse è un po' troppo...potresti torgliene qalcuno? Magari scrivi un intervento...a me per esempio farebbe piacere sapere la tua opinione sui temi del blog.
:) pof
Commenti
La tentazione dell'ideologia
Non pretendo di modificare i suoi propositi di dimissioni, anche se non nascondo un certo disappunto avendoLa votata...
Vorrei però proporle un pensiero che a mio modo di vedere trova applicazione quotidiana nella vita di ciascuno.
Ognuno di noi possiede, più o meno chiaramente, la visione dell'ideale che dovrebbe guidare la propria vita, indirizzare le proprie azioni, ispirare le nostre relazioni con gli altri.
La tensione continua verso questo ideale si scontra sistematicamente con una realtà che non gli corrisponde, (le nostre azioni misere e inadeguate, la nostra vita frammentata e contraddittoria, le nostre relazioni conflittuali e cariche di'incomprensioni) e se la nostra reazione a queste difficoltà fosse: "poichè il mondo reale non è come il mio ideale, allora lo rifiuto, non voglio averci a che fare, prendo le distanze, non gli appartengo", forse non avremmo rinunciato a vivere ??
Sono certo che una persona della sua cultura ed esperienza conosce, anche sulla propria pelle, gli effetti della tentazione demoniaca della perfezione, che ci separa dalle altre persone, non degne dei nostri alti ideali, e ci impedisce di incidere in modo positivo nella storia solo perchè vogliamo "tutto e subito, altrimenti meglio niente".
Penso che l'ideale debba sempre essere ben presente, e che debba ispirare le nostre azioni e decisioni, ma non ci deve tenere separati dalla storia in cui siamo immersi, dalle altre persone con cui stiamo vivendo, dalla società che regola il nostro modo di vivere insieme.
...dopo tanta teoria: in pratica è più probabile che i nostri soldati tornino prima dall'Afghanistan con Romano Prodi al governo e Franca Rame senatrice, oppure....?
con stima ed affetto
Giovanni Serra
LO SPRECO PIU' GRANDE
Strano Paese il nostro, dove l'inseguimento del profitto spicciolo e particolare di pochi allontana la possibilità di un vero e duraturo arricchimento di tutti. Intendo l'arricchimento delle coscienze, che può essere promosso solo dalla cultura e dalla conoscenza.
Sprechiamo le migliori risorse artistiche e conoscitive ogni volta che queste non siano compatibili con il profitto immediato di qualche potente lobby.
Visione corta, decadenza, nichilismo strisciante serpeggiano nella nostra società.
La fuga dei cervelli ne dà la misura. Le difficoltà che incontrano artisti e intellettuali non allineati con il potere economico di sistema lo rendono evidente.
Vendiamo la nostra dignità per un piatto di lenticchie (che mangeranno in pochi) a discapito dei migliori impulsi di umanità e di intelligenza di cui abbiamo abbondanza e che porterebbero benefici per tutti.
Questo è, a mio avviso, lo spreco più grande da cui derivano tutti gli altri.
Posti al Parlamento... sprecati!
Salve Senatrice,
mi sono appena iscritto sul suo sito internet, ma la seguo da molto tempo, lei e l'Italia dei valori in generale e devo dire che è il partito all'apparenza piu "onesto"!
So che lei, Di Pietro e tutta l'Italia dei valori lottate per un argomento molto serio, ovvero mandare "a casa" i condannati in via definitiva al parlamento... questo è uno spreco grandissimo! Lei assumerebbe nell'amministrazione della sua azienda pregiudicati e condannati? Io no di certo...
Noi cittadini non solo non siamo abbastanza informati dai media, ma paghiamo gente che non vogliamo! Penso che chiunque, destra o sinistra che sia, non voglia questa gente in Parlamento, e se prima delle elezioni ci sarebbe stata un'adeguata informazione, non avrebbero molti dei voti che hanno avuto (i partiti s'intende... perchè ormai noi cittadini non possiamo piu votare le persone).
Allora penso che un'urgenza dell'Italia sia propria questa... finchè i parlamentari non capiscono che sono messi li dei cittadini per lavorare per il bene del Paese, e non per il loro! Non dico che non ci sarebbero piu "inciuci", ma non avendo piu l'immunità, molti parlamentari ci penserebbero due volte prima di rubare soldi!
Tra l'altro (scusi la franchezza) ormai penso che alcuni parlamentari siano li per non stare in carcere! A lei sembra normale che un parlamento approvi ad esempio la legge Fini-Giovannardi, e dopo pochi mesi le iene "scoprono" che 30 parlamentari su 50 fanno uso abituale di droghe?!? Mi scusi, ma come cittadino, e come elettore mi sento molto preso in giro, sembra essere un giochetto del tipo:"Io lo posso fare perche sto al parlamento, tu no perche sei un cittadino comune"!.
Ma la giurisprudenza non ha sempre detto LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI? I parlamentari vanno contro questa "legge"! Scusi lo sfogo, ma vorrei innanzitutto votare un nome, e non un partito con dei nomi gia decisi; inoltre vorre un parlamento pulito... spero che il suo, il vostro ed il nostro impegno abbia un epilogo positivo...
P.S. Non si dimetta... mi unisco al commento di janmar76.
Parole già sentite?
Lanciamo la campagna “Ripensaci Franca!”
Le chiediamo di riconsiderare il suo editto da Roma sulle sue dimissioni; una decisione espressa senza tener conto delle diverse opinioni dei suoi elettori.
La preghiamo quindi di tornare sulle sue decisioni.
Apra un vasto dibattito.
Pronunci, a reti unificate le inedite parole: “HO SBAGLIATO! PARLIAMONE!"
Sarebbe un gesto di grande civiltà MAI DIMOSTRATO da nessun governante al mondo.
PER GOVERNARE NELL'INTERESSE DEI CITTADINI UN PAESE, SONO INDISPENSABILI UMILTA' E CORAGGIO.
CI RIPENSI Senatrice, INDICA UN REFERENDUM, NE HA LA POSSIBILITA', qui sul blog. CI SONO MOLTI DELUSI NEL NOSTRO PAESE DALLA SUA decisione... TORNEREBBERO A GUARDARLA CON SIMPATIA.
Con affetto
Dimissioni ???????????''
Cara Franca, sento che Lei dopo il voto di "sfiducia" sull'Afghanistan ha intenzione di dimettersi. NO NO, troppo facile, lei ha combattuto con le armi della democrazia per farsi eleggere per portare le sue idee in Senato, e adesso che sembra tutto più difficile getta la spugna, complimenti ! Ma non lo sapeva che in politica esistono i voltagabbana, i baciapile e di tutto e di più e invece di affrontare i problemi, scappa.
Ho ancora ben presente in memoria il periodo berlusconiano e Le posso garantire che se potessi rompere la faccia a Berluskoni lo farei.
Nella mia esperienza di politica non ho mai voltato le spalle al nemico.
Ho fatto un piccolo sondaggio nel mio paese,per capire se i temi della guerra e della pace in Afghanistan era così sentita fra i compagni, e persone varie prese per strada, al supermercato, al Bar.
Per molte di queste persone era più importante il salario e le pensioni, la sanità con i ticket, e in generale il carovita, ma di quel martoriato paese quasi a tutti non fregava niente.
Ma ne valeva la pena mettere il governo di centrosinistra nella situazione attaule ?
Perchè se cade Prodi vi saranno almeno dieci anni di Berluska.
Saluti
Lanfranco
Il conflitto di interesse di chi ci governa
D’Alema a Prodi…
“Ti ho detto di non mettere il 13° punto !”.
“Ma è la legge sul conflitto di interessi ! Poi sai che io non sono Mastella. Non sono superstizioso.”
“Ti dico che porta male il 13° punto: se dall’altra parte non c’è più BERLUSCONI poi chi ci da ancora il voto ?”
Saluti.
da sara mezzari
Caspita, che putiferio per cinque righe di commento fatte male e buttate lì, dettate soprattutta da incredulità e rabbia del momento!!! Chissà se lasciavo un post più articolato e documentato (come dice Lei...). Mi fa piacere cmq che abbia scelto la mia mail per sfogarsi, per parlare di compenso ai parlamentari, per palrlare del Suo impegno privato, per parlare delle Sue finanze: tutti argomenti che io mai mi sono sognata di commentare e criticare. ma va bene così, ognuno è libero di esprimersi liberamente. Io cmq parlavo solo di coerenza, e proprio a Lei, perchè proprio Lei era sul palco di Vicenza sabato scorso, tutto qui. E se è vero quel che i lungimiranti dicono, cioè che il governo è caduto a destra, grazie ai senatori a vita e non certo x colpa dei due "dissidenti rossi", a maggior ragione, anche Lei avrebbe potuto votare NO senza arrecare ulteriori danni, ma salvandosi la faccia. Mi dispiace che Lei abbia preso il mio post come un attacco personale alla Sua persona in toto: la mia delusione, come già detto, si riferisce al Suo ruolo di Senatrice, niente altro; se si scalda tanto per un post come il mio, Le consiglio davvero di dimettersi, perchè le critiche dovrebbero aiutarci a crescere, non a seppellirci... anch'io la abbraccio, mi creda, e mai mi ha sfiorato l'idea di augurarLe alcunchè di brutto. Io credo però davvero che se Lei fosse al mio posto, oggi, non eletta ma elettrice, proverebbe la stessa amarezza e la stessa vergogna che provo io (e non solo io). Le auguro ogni bene, di cuore
E c' è ancora chi dice che D' Alema fece male ad intervenire...
...nella ex Jugoslavia:
A Srebrenica ci fu un genocidio Sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aja. Le azioni compiute dai serbi causarono la morte di circa 8 mila persone
L'AJA (Paesi Bassi) - La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha definito «genocidio» il massacro di Srebrenica, legato ai nomi di Ratko Mladic e di Radovan Karadzic ma ha stabilito che la Serbia non ha responsabilità legali. L'enclave musulmana della Bosnia Erzegovina fu teatro, nel luglio del 1995 di uno degli episodi più raccapriccianti degli ultimi 50 anni di storia, l'uccisione di migliaia di civili musulmani, ragazzi e uomini di etá compresa tra i 12 ed i 77 anni, massacrati in pochi giorni. La definizione della Corte è stata pronunciata durante la lettura di una sentenza in un procedimento per genocidio presentato dalla Bosnia-Herzegovina contro la ex Jugoslavia.
SERBIA RESPOSABILE SOLO DI OMISSIONE - Il Tribunale internazionale ha stabilito che Belgrado non fu responsabile del «genocidio»: «Il tribunale non crede che il genocidio compiuto a Srebrenica possa essere attribuito alle autorità serbe» ha detto il presidente della Corte, Rosalyn Higgins, secondo la quale non può neppure essere stabilito se Belgrado sia da considerare complice per aver fornito aiuti alle milizie serbo-bosniache di Ratko Mladic. Tuttavia, ha aggiunto, è da considerare responsabile di omissione per non aver impedito il genocidio.
UCCISIONI E VIOLENZE - I giudici si sono pronunciati su una denuncia presentata da Sarajevo che ha accusato il regime di Belgrado di «uccisioni, saccheggi, violenze, torture, sequestri, detenzione illegale e sterminio» di cittadini non serbi della Bosnia, la maggior parte dei quali civili. All'epoca della presentazione della denuncia, non era ancora avvenuto l'eccidio di Srebrenica del luglio 1995, quando più di ottomila tra uomini e ragazzi musulmani furono massacrati dall'esercito serbo-bosniaco, ma il paese era sotto assedio e le immagini delle condizioni dei detenuti nei campi di concentramento serbi erano già tristemente note all'opinione pubblica internazionale.
IL MASSACRO - I giudici dell'Aja hanno, evidentemente, ampliato il periodo preso in esame per emettere il loro verdetto e non escludere quello che è considerato il più grave massacro dopo la seconda guerra mondiale. Per evitare una sentenza di condanna la Serbia, nel maggio scorso, aveva chiesto alla Corte di respingere la causa intentata dalla Bosnia, dopo che in più occasioni politici serbo bosniaci avevano contestato anche la legalità e la legittimità della denuncia, poi invece confermata dalla stessa Corte dell'Aja.
26 febbraio 2007
fonte http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/02_Febbraio/26/srebrenica...
F 16 AMERICANI
Sottoscrivo quanto hai appena scritto, ma vorrei aggiungere una piccola "appendice storica" d'Alema "utilizzò" gli F16 Americani di stanza ad Aviano e coordinati dal centro Comando V Ataf di Vicenza...senza i quali avremmo bombardato Milosevic con gli aeroplanini di carta...ma tanto qualcuno dirà comunque che abbiamo violato la sovranità nazionale di uno stato... proprio un bel pacifismo...
Intervento di D'Alema in guerra
Susa,
ma D'Alema è intervenuto in Kosovo e non in Bosnia.
Puoi consultare anche: http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Kosovo.
Saluti
SINISTRI SOTTILIZZATORI, o conta la SOSTANZA?
Noi di sinistra, siamo sempre i soliti! per massimalismo contituiamo a darci, scusate, martellate sui coglioni.
Che abbia ragione quello là? B-ZERO?
Hai ragione, se ci fosse stato D'ALEMINO anche ai tempi della Bosnia-Herzegovina, avrebbe salvato 20.000 morti in meno, come ha fatto in Kossovo, chè dopo 3 mesi di ''pulizia etnica'' lì, d'accordo con la Nato, e forzando l'Europa ci è proprio riuscito a salvarne qualche decina di MIGLIAIA.
(((e intanto quell'omino di Nando Rossi dice che era andato in Serbia coll'ombrello a solidarizzare coi bombardati .... quelli cui andavano bene gli assassinii e gli stupri etnici di Milosevic e Karadzic ... e BRAVO 'sto Rossi, lui sì che è un vero PACIFISTA...!)))
Oggi il LIBANO, con PRODI e la sua credibilità in Europa, ha stoppato ancora PRIMA (lamentiamoci, noi, pacifisti ciechi, aumentando le spese militari...!!!) ma togliendo da lì le lunghe mani degli USA !!! LAMENTIAMOCI, bocciamolo !!! e bravi a fare i pacifisti SOPRA LO STERMINIO DEGLI ALTRI.
Ma cosa ca..o vogliamo? me lo dite? o sono io così pirla, cieco, coglione?
SCUSATE LO SFOGO!, RAGIONIAMO, PER PIACERE.
VI VOGLIO SEMPRE UN GRAN BENE.
Giuseppe Fiocchi ([email protected])
Si, sei un pirla, un cieco e un minchione.
E sai perchè? Perchè vivi sulla luna.
Prodi che stoppa gli Usa, minchiata della serie: "ai confini della realtà".
Non ha ancora capito il Fiocchi che l'Italia è solamente un protettorato degli Stati Uniti? Non ha capito il Fiocchi che l'Italia se non si allinea alla politica Usa non conta più un benemerito Ca..o?
Sveglia Fiocchi!
Anche la cara Senatora, causa forza maggiore, rivoterà il rifinanziamento missioni militari Italiane all'estero. Perchè? Primo per debolezza, secondo per obblighi verso il Tutor, terzo perchè se non vota si, arriva il Berlusca (il filoamericano).
La nostra politica estera è legata a filo diretto col Pentagono. Quello che chiede Washington, Roma dà. Punto e basta!
Finchè occorrerà protezione militare, approvigionamenti di materie prime e tutto ciò che è strategico per la nostra economia, conviene stare sotto il loro ombrello politico e militare.
Anche la Senatora lo sà, si dimena e fa discorsi insulsi, ma lo sà.
Postato per cervelli non adoranti.
Opinioni libere di Una Voce.
P.S. Franca Rame: "ricorda la promessa e parti".
Anche la politica estera!
Grande! Sei un glande!
Di tutto ti occupi! Sicuro che non dovresti lavorare in diplomazia?
Sai tra una minaccia di "morte preventiva" e un insulto, credo che l'italia diverrebe una colonia polinesiana in poco tempo. Mica male???
Comunque, scusami, io sono un cervello adorante. Adoro i cereali, e c'ho un altarino dove prego il dio mais, adesso ci aggiungo anche te.
Opinioni libere di uno schiavo che si mette le dita nel naso.
Malcontento verso governo
Caro Giuseppe,
purtroppo non ho molto tempo in qs giorni. Spero di poter approfondire la discussione. Intanto ti passo un link molto importante dove è riportato cosa si intende per conflitto di interesse (si parla dell'abnorme influenza determinata dai titolari di concessioni televisive sul comportamento degli elettori, riferita a Berlusconi, e quindi - se ne deriva per analogia - anche ai partiti):
http://www.associazionedeicostituzionalisti.it/dibattiti/conflitto/pace....
Un sincero saluto, Luigi Fusi.
PS:
Mi sono accorto che ho scritto Governo ma dovevo scrivere Parlamento. O non è il caso ?
Esiste ancora la separazione tra potere Esecutivo e Potere Legislativo o no ? In Italia non direi, considerato che i Senatori devono "sempre" fare quello che impone il Governo.
E' GRAVE QUELLO CHE STA ACCADENDO A CATANIA
"La Sicilia.it" ha chiuso le Registrazioni all'unico Forum (sul Calcio) al termine degli innumerevoli tentativi di "Ricostruire" di postare un pezzo su quel Forum: sistematicamente cancellati e bannati, ora sin nella HomePage.
Sembra sotto assedio nella strenua difesa del bottino cumulato negli
anni.Tutto denaro sottratto alla Città: non sa più dove investire: dopo avere comprato una parte consistente di Telecom, tra l'altro, sta realizzando i parcheggi sotterranei di Piazza Europa, un bel bottino da diversi miliardi. Oltre la gestione trentennale dei parcheggi, infatti, è spuntata una inopinata area commerciale in riva al mare, vanificando quello che con tanta pomposità chiamano ancora "Water front"uno scempio,che grida vendetta e altri miliardi sottratti alla Città. Delle due l'una: o i parcheggi sotterranei o l'area commerciale. Dove sono i "Diversi & Superiori morali", che ci hanno scippato il Ponte? - Non si contano più quante volte è stato cancellato da "La Sicilia.it" il post "Signori non ce la facciamo più" ancora meno si contano i post cancellati, nei quali si chiedeva di aprire un Forum.Con la vicenda Piazza Europa" stavolta sa di averla fatta grossa e con la caparbietà del ladro che sa di essere ladro, ha chiuso persino il forum sulla "Finanziaria". Perchè? "Non più di interesse" è la motivazione ufficiale, ma quel forum, che registrava decine di interventi al giorno, rischiava di esplodergli tra le mani: Scassagnini, il socio nell' affaire Piazza Europa, alle lunghe avrebbe rischiarato anche il linciaggio reale in aggiunta a quello virtuale.E così con la caparbietà dell'estortore, che non
si ferma neanche davanti ad una denuncia, resiste a tutti gli "attacchi", chiuso nel bunker a difesa del bottino accumulato negli anni.Urgono iniziative legislative, ma chi dovrebbe prenderle queste iniziative,FRANCA RAME, Di Pietro ? Toglietevi dai piedi per favore!
www.ricostruire.it
Clicca sull'Url se vuoi sapere chi è Mario Ciancio- Comprando quel giornale ogni mattina, ti rendi responsabile di una Estorsione. Ce la dobbiamo sbrigare da soli.
Il Morale Sotto i TACCHI
Ho postato cento mila pezzi nei newsgroup e altrettanti ne avrò postato in tutti i Forum e Blog disponibili. Ho fatto un sito di 200 pagine. Centinaia di pezzi non sono più online. Con quale risultato? Prima dell’avvento di Internet ho pubblicato a mie spese quattro libri e cinque numeri di “ricostruire”. Con quale risultato? Non si contano le petizioni fatte a Catania, setacciando la Città in lungo ed in largo. Con quale risultato?Ho rimediato: una diffida, una minaccia di querela ,un avviso di garanzia e tre cause perse (Telecom) , l’ultima con condanna alla spese. Per ultimo la SenatorA mi ha linciato dai giornali Amici. Non ho concluso un caxxo: ho solo fatto male a me stesso. E’ quanto basta perché il morale sia sotto i tacchi. Vale la pena continuare? Quello che deprime vieppiù è il constatare che le questioni poste negli anni non sembrano interessare alcuno.
-
www.ricostruire.it
-
Dove avrebbe sbagliato, nel credere che scrivere servisse a qualcosa?
Capisco ma......fieri di non compiacere ai leccaculo.
Forse in certi periodi, a differenza di altri, il morale scende proprio sotto i tacchi.
Comunque lei non ha postato inutilmente i suoi commenti.
Se la Senatora ha osato prenderla di mira c'è un perchè molto interessante, mi creda. Simili reazioni sono sintomatiche delle contraddizioni perenni della vecchiarda che lei, implacabilmente, mette a nudo.
E pazienza se il piccolo popolo Adorante e Prono della vegliarda non riconosce questo merito.
Potenzialmente molta gente legge sul web le sue cose e credo inoltre che i più le comprendano in pieno.
Su questo blog è diverso; quì c'è l'odore edificante della piccola gente, gente che preferisce bendarsi gli occhi che vedere l'operato parlamentare della Senatora.
Quanto alle denunce e alle persecuzioni giudiziarie che dire? Chi non adora paga, ne so qualcosa anch'io.
Qualcuno deve pur scoperchiare il letamaio che si cela sotto le belle frasi e i bei discorsi di questi politicanti del Ca..o.
Cordiali saluti.
Postato per cervelli non adoranti.
Opinioni libere di Una Voce.
Per la serie....
....fatti una domanda e datti una risposta!
Bello!!!
:-))
NON SI CERCANO RICONOSCIMENTI
Chi scrive ha dilapidato tutti i suoi risparmi, perché convinto di contribuire a qualcosa. Per dirne solo una, a Catania si sta consumando una Estorsione plateale tra l'indifferenza generale: non solo per 30 lunghi anni, grazie ai soldi che ha RUBATO alla Collettività, quell'editore riscuoterà il pedaggio del parcheggio di piazza Europa, ma è spuntata nella stessa area, IN RIVA AL MARE, un'area commerciale, anche questa sarà a tutto beneficio dello stesso, che per decenni ha succhiato il sangue della città come una zecca piantata sulle sue viscera. TUTTO SECONDO LEGGE, quella dei partiti. NON HA CREATO UN SOLO POSTO DI LAVORO, anzi ha mandato a casa dieci professionisti mdell'informazione,,, e questo accade mentre Pecoraro Scagno si accanisce contro il Ponte e contro la TAV, che pure sono utili alla Collettività e nessuno fa niente per lo scempio che si sta consumando a Catania. Mi scoppia il fegato di nera bile. Per non essere disturbato, ha chiuso anche il Forum sul calcio... Ah, se questa tastiera fosse stata un mitra... chi mi avrebbe condannato? Quante teste avrei spappolato! Che dire della senatorA, che richiesta di uno spazio nella HomePage, per porre la questione, ha fatto finta di incazzarsi, lasciando quello spazio ai suoi svenimenti... ma se non si dimetterà, maledirà di essere ... vedrete!
UNIONE VUOL DIRE... UNITA' x LA VITTORIA, SEMPRE
Carissima Senatrice Franca Rame,
Cari Senatori tutti,
io sono un ‘dipietrista’ per i Valori dell’etica e dell’onesta’ in tutti i campi, a partire da quello economico; come tale sapevo fortunatamente di votare FRANCA RAME, e ci sono riuscito…
Faccio l’imprenditore, e da quando un piduista collegato alla mafia, e’ in politica per sfuggire al carcere e sostenere i suoi soli interessi, e si vede, ho partecipato attivamente a quel fantasma che e’ ed e’ sempre stato l’ULIVO.
Io non mi vergogno di essere imprenditore, perche’ rispondo SEMPRE a chi porta il capitale, a chi porta il lavoro, a chi usufruisce del nostro prodotto, sia come cliente, che come utente (non consumatore).
Mio nonno era socialista di Milano, amico di Pajetta, faceva strumenti di precisione, bilance, bussole, sestanti, anche per lo Stato (fascista) e spesso si ritrovava in gattabuia, per aver detto al bar ‘quel porco la’, stavolta ne ha fatta un’altra, ecc.’ , poi lo liberavano perche’ nella sua officinetta lavoravano 15 ‘martinitt’ a cui aveva insegnato un lavoro.
Io sarei uno dei tanto deprecati LIB-LAB (cioe’ liberale e sociale), per cui non da pochi anni, volendo far contare il mio voto, mi turo il naso e scelgo il meno peggio, sia come gruppo, sia come persone, ma …
Questa volta le persone sono state scelte dal RE, e non dal POPOLO, ed il popolo ha scelto il re che puzzava di meno, a partire da quello apparentemente piu’ onesto, o MENO DISONESTO (vedasi Sviluppo Italia, societa’ di Stato che vi coinvolge tutti; e la povera Gabanelli che e’ stata mandata a casa, peggio di Santoro).
NON E’ DIMETTENDOVI CHE DATE SOLUZIONE A QUESTI PROBLEMI, MA E’ LOTTANDO COI VOSTRI PARTITI, E DENTRO I VOSTRI PARTITI, CHE CONTRIBUIRETE A DARE AI VOSTRI/NOSTRI FIGLI UN DOMANI MIGLIORE.
I FIGLI DI ‘’BI-ZERO’’ (serve la traduzione? B.= l’uomo della crescita ZERO, per tutti tranne che per se stesso) ESSI NON HANNO PROBLEMI, MA I NOSTRI FIGLI SI’ ECCOME SE NE HANNO.
(((a proposito, avete notato che B-ZERO porta 'sfiga'?)))
IO PENSO CHE QUESTO SIA IL SOLO CASO DI COSCIENZA CHE AVREI STANDO NELLA VOSTRA POSIZIONE, CERTO CHE LA CARICA DI IDEALITA’ CHE CI DEVE SPINGERE, NON PUO’ ESIMERCI DA TURARCI SPESSO IL NASO E COMUNQUE ESSERCI E VOTARE.
Lo sapete bene, VOI, che né Andreotti, né Pininfarina, né la Binetti hanno uno spirito tanto libero e sensibile ai bisogni generali del POPOLO, per cui:
VI PREGO, STATE CON IL POPOLO, quel popolo che ai Palalido-MILANO 12/2004, dei PalaVobis del 2001, guardando le 9 famigerate sedie dei vostri Principi, vi urlava UNITA’ UNITA’ UNITA’, anche se il ‘gigione’ Bertinotti era arrivato per ultimo, ed il litigioso pseudo-cattolico Mastella era arrivato anche mezz’ora e dico mezz’ora, dopo l’ultimo gigione, certamente facendosi telefonare e pregare, per esserci…!
Se non l’avete ancora capito, la mia e’ una lettera DISPERATA di un cittadino qualsiasi dell’UNIONE, qualsiasi ma onesto, che si tura il naso e vota (a volte, localmente) anche per un ex-democristiano (che ritengo di solito la peggior specie) purche’ vinca questo centro sinistra, che e’ fatto anche di vergognosi bassolini, ma che e’ sempre meno peggio degli schifosi berluschini.
Spero di avere fatto in tempo a farmi leggere per chiedervi per mercoledi’ e per tutti i prossimi giorni dei prossimi 4-9 anni UN VOTO GIUSTO, per conto di uno dei vostri elettori, ma soprattutto per un elettore del vostro CAPO = PRODI ROMANO.
Tradire me e tanti che come me si aspettano la vittoria sempre, per questo NOSTRO PAESE, l’ITALIA, questo si’ sarebbe il vostro piu’ vero e profondo caso di coscienza.
Si’ perche’ voi non potete permettervi di avere una coscienza unilaterale, ma anzi AVETE L’OBBLIGO di avere una multi-coscienza plurilaterale, che rappresenti le nostre, tutte le nostre coscienze.
Dimettervi ci mette ugualmente nei guai, anzi, ci getta nel baratro della disperazione, sappiatelo, vi vogliamo li’, col NASO TURATO E CON LA LINGUA FRENATA, vi vogliamo piu’ adulti di noi, vi prego, vi preghiamo.
Perche’ siamo i grandi coglioni del Sinistra-Centro, ognuno bisognoso del puzzolente apporto di ognuno degli altri.
Resto fiducioso, ma non per un giorno, ma per tutta la legislatura, ed anche la prossima.
Giuseppe Fiocchi
Email: ‘’[email protected]’’
PS: Oggi si parlava del tribunale dell’Aja circa la ‘pulizia etnica in Bosnia’, mi sembra che anche in Kossovo stesse succedendo altrettanto (contro la popolazione musulmana), mi sembra che in Libano una terrorizzata Israele stesse iniziando a ‘sterminare’ anche gli innocenti, mi sembra che per la Palestina Fini NON abbia fatto nulla, mi sembra che lo spocchioso D’Alema stia facendo molto di piu’.
Sono certo che in tutte queste occasioni la nostra italietta abbia saputo donarsi e lottare, affinche’ questi assassinii si interrompessero.
Ho sempre marciato per la PACE, il cui vessillo svetta fuori casa mia.
Sono certo che la guerra porta solo dolore e morte e odio decennale, in questo mi sento un poco al vostro fianco, senza ma, ma con qualche se. Cordialita’ amici e coscritti miei (giuseppe-classe 1947)
Giuseppe Fiocchi ([email protected])
RE: Unione vuol dire...
Bellissimo post. Grazie Giuseppe, lo sottoscrivo in toto.
Gianni Guelfi, un tuo coetaneo. Vienmi a trovare quando hai tempo.
Qui:
http://gianniguelfi.ilcannocchiale.it
condivido con giuseppe
Condivido ciò che hai scritto! E' propio ciò che penso anch' io. D' altronde quando si è all' interno di uno schieramento sorgono problemi di coesione, anche delle idee ma ciò non deve distogliere la coalizione stessa dal compito primo che è la continuazione dell' esistenza dell' esecutivo. Altrimenti diventa impossibile fare anche quelle piccole opere buone che apportano comunque beneficio. Per questo ritengo anch' io che Franca Rame debba rimanere senatrice.
Cordiali Saluti
Notizie allarmanti su Report/Gabanelli ?
Non capisco cosa intendi per "e la povera Gabanelli che e’ stata mandata a casa". Non sono riuscito a rintracciare alcuna notizia al riguardo. Ti sarei grato se avessi la gentilezza di dirmi qualcosa di più.
Ti ringrazio.
Conta più la prassi o la Costituzione?
Sentiamo Mastella:
GOVERNO: MASTELLA, CON MARINI LA MAGGIORANZA C'E'
27-02-2007 11:40
(ASCA) - Roma, 27 feb - Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, durante la presentazione della riforma del diritto societario spiega che a suo avviso ''una maggioranza politica gia' c'e' ed e' doppia, e' quella dell'investitura popolare per la quale Marini non vota ma potrebbe anche votare'': ''Non esiste una maggioranza politica o una numerica - ha spiegato il ministro - esiste una maggioranza al Senato secondo il regolamento del Senato. Peraltro voglio ricordare che una maggioranza politica gia' c'e' ed e' doppia, e' quella dell'investitura popolare per la quale Marini non vota ma potrebbe anche votare. E' soltanto una prassi, che secondo me andrebbe cambiata fino a quando rimane questo maledetto bipolarismo all'italiana''.
===========================================
Sappiamo quanto la destra si opponga al voto dei senatori a vita (non però l' altro giorno, quando Cossiga, Andreotti e Pininfarina votarono contro Prodi). Ma sappiamo anche che la Costituzione non distingue tra senatori a vita e senatori eletti. Tutti hanno eguale diritto di voto. Però la prassi che il presidente del Senato non partecipi al voto è, appunto, solamente tale. Non cè alcuna legge, men che meno costituzionale, che vieti al presidente del Senato di votare. Solo la "prassi". Quindi Mastella ha ragione da vendere, nessuno impedisce all' Unione di cambiarla.
E' dal lontano 1994, quando il primo governo Berlusconi impose suoi uomini alla seconda e terza carica dello Stato, prima era invalso l' uso di affidarne una all' opposizione, che i presidenti delle camere, specialmente quello del Senato, non son più di garanzia ma parte integrante di quello spoils system inaugurato proprio dal Polo.
E allora cosa aspettiamo? Mandiamo la prassi in soffitta e facciamo votare Marini. Strilleranno che le regole non si cambiano unilateralmente ma vanno fatte assieme? Forse che l' ultima legge elettorale la fecero assieme al Csx?
g
dove si e' cacciata????
ma la lettera di sara mezzani che fine ha fatto????
non sono accette le critiche????
perche????
Per doroman
Guarda che la lettera di Sara non è affatto scomparsa dal blog. E' al solito posto, prima (cronologicamente parlando) dell'articolo "SPRECHI E COSTI DELLA BUROCRAZIA".
Perché bisogna sempre pensare male? Se Franca non accettasse le critiche non l'avrebbe neppure pubblicata, non credi?
Ciao.
Bollettino della vittoria
COMANDO SUPREMO DELL' UNIONE, ADDI 28 FEBBRAIO, ORE 21
Compagni!
La lotta per ottenere la fiducia che, sotto l' alta guida di S.E. Romano Prodi, duce supremo, le schiere dell' Unione, inizialmente inferiori per numero e mezzi, iniziarono il 27 febbraio 2007 e con fede incrollabile e tenace valore condussero ininterrotta ed asprissima, è vinta.
La gigantesca battaglia ingaggiata oggi in Senato, alla quale han preso parte 62 senatori dei Ds, 39 della Margherita, 27 di RC, 11 di Insieme con l' Unione, 4 dell' Idv, più altri di formazioni minori coadiuvati dal valoroso drappello di senatori a vita capitanati dal barone Oscar Luigi Scalfaro, è finita.
Lo schieramento cidiellino è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell' accanita resistenza delle prime ore, finendo per lasciare nelle nostre mani un paio senatori, ciuffi del riporto di Schifani e la dentiera di Gustavo Selva.
I galoppini internettiani di quella che fu una delle più potenti coalizioni politiche del mondo, stanno abbandonando in disordine e senza speranza quei forum e blog lungo i quali erano discesi con orgogliosa sicurezza.
Firmato Guelfi
brindiam
prosit!
Un saluto al guelfi che leggo volentieri nei blog.
re: brindiam
Massi, libiam nei lieti calici Luciana.
g;-)
non ti dimettere!!!!!!
Cara senatrice Franca Rame,
ti prego, per la stima che ho nei tuoi confronti, per tutte le cose buone e belle che tu e Dario Fò avete fatto per il nostro Paese, continua a rimanere in Parlamento, fai sentire la tua voce,e, quando è necessario, la tua protesta, ma NON TI DIMETTERE!
Non lasciare spazio a persone sicuramente non migliori di te. Resta Senatrice e rappresenta tutte le persone che ti hanno votato e che credono che gli artisti e i poeti salveranno questo nostro amato Paese
voto, dimissioni e rappresentanza
buongiorno signora Rame,
sono uno dei suoi elettori (per quanto resomi possibile dalla legge elettorale del Cavalier Banana),
insomma, ho votato la sua lista e sono contento sia stata eletta.
Vorrei intervenire sulla crisi di governo e le prospettive future.
Io NON l'ho votata per dire sì a iniziative arbitrarie di Prodi, non presenti o addirittura
contro i punti sottoscritti prima delle elezioni. Mi riferisco alla base di Vicenza.
Non parlo dell'Afghanistan, non in quanto io sia un sanguinario di natura, ma in quanto privo di idee
chiare in proposito. Non mi piace mandare lì gente armata, ma non credo che gli afgani stessero meglio
o avessero maggiori possibilità di decidere il loro governo prima (certo, trovo comunque ipocrita dire di
non essere in guerra, idiota che si cerchi di eliminare le colture di papavero se non le si sostituisce con
qualcosa di altrettanto redditizio, e non faccio commenti sul fatto che la missione italiana si metta a costruire lì
una chiesa!!!! Proprio ciò di cui avevano bisogno).
Lei dirà che sulla politica estera il suo voto era dato a malincuore ma necessario a fare sopravvivere il governo.
Le rispondo che:
a)ritengo che COMUNQUE il numero di elettori di centrosinistra (suoi o meno, non è un sondaggio sui partecipanti al blog)
che avrebbero voluto un voto contrario dai loro rappresentanti ANCHE a costo di fare cadere il governo fosse in
proporzione più alto rispetto agli unici 2 che ne hanno avuto il coraggio. Per quello che mi riguarda se Prodi, sapendo
di essere al momento l'unica persona accettata
dai capi dei partiti di centrosinistra, esige che venga votata qualsiasi cosa gli venga in mente, può tornare
tranquillamente a Bologna, e che torni pure il Cavalier Banana. Soprattutto in quanto una decisione come
quella sulla base ci impegnerà per almeno vent'anni, non è come fare una finanziaria
sbagliata i cui effetti possono essere corretti da quella dell'anno dopo. Se la base si farà DEVE essere senza
il mio voto.
b)è stato D'Alema che ha legato arbitrariamente e in modo ricattatorio il destino del governo
ad un voto su un discorso in cui aveva messo di tutto e di più, e come non bastasse,
con strafottente sorriso ha esplicitamente chiesto che chi non era d'accordo
votasse contro, sicuro che la paura di perdere la poltrona fosse determinante per tutti.
E' sul governo che ricade la responsabilità della sua caduta.
c)definirei 'ciurlare nel manico' il tentativo di fare passare la limitazione dei disagi della
popolazione di Vicenza come una concessione alla sinistra. L'arrecare il minimo disturbo
alla gente è scontato, non è nè di destra, nè di sinistra; il punto è BEN ALTRO. Cioè SE la base si fa e
a quali condizioni!
d)il notevole numero di parlamentari contrari all'apertura della base avrebbe dovuto COSTRINGERE il governo
a discuterne in parlamento (e fare capire bene quale sarebbe stato il suo voto in caso contrario)
e soprattutto a esigere dagli USA delle condizioni NON VERBALI applicabili e verificabili,
senza le quali la base non si sarebbe fatta. Alcuni Esempi:
1-la base è in uso agli USA solo per operazioni NATO.
2-si promuove un SERIO dibattito nella NATO su come applicare la clausola di intervento in aiuto di un membro
attaccato, in anni in cui quasi mai ci sarà un attacco convenzionale e dichiarato, ma solo attacchi terroristici
che non è facile ricondurre a responsabilità di un governo.
3-il governo italiano verrà informato (e ha diritto di veto: vedi mine antiuomo) sul tipo di armi presenti
4-i militari ospiti saranno responsabili di fronte all'Italia delle azioni compiute su territorio italiano fuori
dalla base, quindi nel caso, saranno processati da giudici italiani.
5-in caso di non rispetto delle clausole di cui sopra AUTOMATICA chiusura della base (senza bisogno di voti parlamentari).
Mi rendo conto che difficilmente gli americani le avrebbero accettate, ma sono le clausole minime che un paese
con un minimo di dignità esigerebbe, per lo meno se non fosse nella situazione di essere attaccato
da preponderanti forze nemiche (e noi non lo siamo).
Sarebbe evidente che un diniego da parte americana rovescerebbe sugli USA la responsabilità del no,
e quindi questa sarebbe stata non solo rara manifestazione di dignità da parte del nostro governo, ma anche intelligenza politica.
Come invito agli elettori di sinistra ad avere pazienza si dice che si sapeva che questo è un governo moderato.
Cosa c'è di 'moderato' nel permettere la costruzione di una base straniera sul proprio territorio
alle attuali condizioni, come forse avverrà?
E cosa c'è di antiamericano nel chiedere (anzi esigere), che le azioni dei militari ospiti siano soggette
all'autorità italiana?
Ma qualcuno si ricorda cosa è successo al Cermis, il fatto che i militari in questione cancellarono
addirittura i dati di volo per alleggerire la loro posizione, e la severissima pena cui sono stati condannati?
E il fatto che più di metà dei morti erano austriaci? Turisti in vacanza a casa nostra, che noi avevamo
il dovere di difendere? Trovo che aprire la base alle condizioni attuali sia ANTIITALIANO!
Io, modestia a parte, SONO di sinistra, ma le cose da me affermate vi paiono SOLO di sinistra?
Sono di sinistra solo in quanto questo elettorato è l'unico che abbia un minimo di senso morale e lo metta
davanti agli schei, ma proprio per questo non lo si può disgustare oltre un certo punto. Mica siamo di Forza Italia!
E vengo al punto più grave: si discute su come limitare ulteriormente i casi come quello di Turigliatto&Rossi!
Invece io mi preoccupo del fatto che MOLTI (se non la maggioranza) dei parlamentari del centrosinistra abbiano votato
contro la loro stessa opinione e contro quella dei loro elettori. Praticamente si cerca di eliminare quei
pochi che hanno rappresentato chi li ha votati!! Ma tolti quei due, chi rappresenterà più qualche milione
di elettori (NON solo di centrosinistra, si veda alcune lettere di Francesco Romano sul Corriere)?
Ci mancava pure che Prodi scaricasse i DICO, cui la maggioranza degli italiani è favorevole.
E' triste da dirsi, ma anche nel centrosinistra gran parte dei politici rappresenta solo se stesso;
non è qualunquismo, è constatazione della realtà.
Voto sì e poi mi dimetto? Forse sarebbe giusto, poichè andrebbe contro al volere di molti che l'hanno votata.
Purchè il suo posto rimanga vacante e non possa essere occupato da qualcuno ancora più pronto a dire sì, sia chiaro!
Distinti saluti e buon lavoro (per quanto possibile).
P.S. la sua dichiarazione di voto io l'ho letta
P.P.S. ma esiste un webmaster di questo sito?
Domande a andre
Ti confesso che il tuo messaggio mi ha destato qualche perplessità e mi ha suscitato alcune domande.
Tu scrivi;
"Per quello che mi riguarda se Prodi, sapendo
di essere al momento l'unica persona accettata
dai capi dei partiti di centrosinistra, esige che venga votata qualsiasi cosa gli venga in mente, può tornare
tranquillamente a Bologna, e che torni pure il Cavalier Banana"
Poi più sotto dici:
"Io, modestia a parte, SONO di sinistra, ma le cose da me affermate vi paiono SOLO di sinistra"?
Alla luce di queste affermazioni, ti domando se credi che "essere di sinistra" significhi riaprire la strada a Belusconi?
Non credi piuttosto che sia necessario tenere presente il reale peso
politico che ogni formazione di sinistra può esercitare e che ogni posizione velleitaria finisca per essere, di fatto, un regalo alla destra?
Ricorda che con Berlusconi al governo la base di Vicenza verrebbe fatta senza se e senza ma, i DICO verrebbero cancellati, la possibilità di un rientro dall'Afghanistan si allontanerebbe sempre di più mentre la sudditanza agli Usa si rafforzerebbe e ogni possibilità di rimediare ai danni del precedente governo sarebbe da dimenticare. Non credo che siano cose di poco conto.
A quale vantaggio?
Di chi?
Di una coerenza vuota (perché distaccata dai fatti reali) e autoreferente?
Se la politica è corrotta, non pensi che un risanamento dall'interno sarebbe la soluzione più efficace?
Quando si è nel pantano e agitarsi porta a sprofondare sempre di più (come è accaduto nel caso della caduta del governo) non credi che si debbano adottare altri modi di pensare?
un piccolo contributo
ciao franca
ti mando un piccolo contributo scritto prima della finta crisi voluta da d'alema e prodi: non ti dimettere ma segui i miei modesti consigli!
con affetto ernesto
VICENZA: L’ECONOMISTA E LA LOBBY PACIFISTA
Dopo aver partecipato alla manifestazione di Vicenza di sabato 17 febbraio, contro la costruzione della nuova base USA, mi sono sentito spinto a provare a fissare con le parole tutte o quasi le immagini che ho visto durante la giornata. Penso che sia importante per chi vuole saperne di più rispetto a cosa sta succedendo nella città veneta.
La prima immagine proviene dal viaggio di andata, mentre sull’autostrada il nostro pullman veniva superato da flotte di bus provenienti dalla Valle di Susa. L’apporto del movimento No Tav alla manifestazione è stato massiccio: la solita accozzaglia di casalinghe, pensionati, studenti, sindaci, contadini e insegnanti, accompagnati dalla Madonna del Rocciamelone, che rappresentano ormai un modello della volontà di partecipazione della popolazione alle scelte che riguardano il proprio territorio.
Ma giunti a Vicenza e raggiunta la testa del corteo la sorpresa è grande: anche nell’operoso nord-est la gente non ci sta a farsi comandare a testa bassa e allora davanti a tutti i bambini delle scuole e le mamme (e nonne) dei vari comitati cittadini, pericolosamente armate di padelle per un fragoroso e gioioso “cacerolazo”, come ci hanno insegnato gli argentini.
Nel percorso personaggi svariati hanno colorato il corteo: dall’alpino pacifista che suonava lo djembe, all’omaccione vestito da sposa che non voleva sposare la guerra; gli striscioni in veneto non necessitavano di traduzioni: “non magnemo gati ma gnanca bombe”, “basi si, ma co la lengua”, “yankee go in mona”.
A proposito di americani, c’è n’erano molti, radunati sotto il cartello “Statunitensi contro la guerra” e sono stati bersagliati dagli altri manifestanti. Bersagliati di applausi, abbracci, baci, lancio di fiori, insomma una vera manifestazione antiamericana.
Alla fine del percorso, in larga parte su di una circonvallazione vuota (ma i vicentini erano in corteo) ma in alcune parti scorrendo lungo le vie dove la gente metteva fuori le bandiere della pace, ci siamo ritrovati in un grande spiazzo a sentire il “comizio” finale, con Dario Fo che improvvisava un rap accompagnato dai Punkreas (!) e la senatrice Franca Rame (arrabbiatissima!) che invitava Prodi a ripensarci, non solo su Vicenza ma sulla missione in Afghanistan e sull’acquisto di 130 nuovi caccia che costano qualcosa come 100 milioni di euro l’uno (avete letto bene!). Praticamente un terzo della finanziaria!
Bene, poche ore dopo, senza quasi che nessuno glielo chiedesse, il nostro presidente del consiglio, ci ha tenuto a precisare che il governo non cambierà idea.
Questo mi ha fatto ricordare che Prodi è un economista e come tale comprende soltanto la forza dei numeri: mi permetto quindi di fare qualche considerazione “matematica” a vantaggio della comprensione del nostro premier.
In corteo c’erano 200.000 persone più o meno; immaginando che fossero tutti elettori dell’Unione (anche se sono certo che non tutti lo fossero, c’era persino uno sparuto gruppo della Liga Veneta) la cifra rappresenta circa l’1% di chi ha votato per Prodi lo scorso aprile. Cioè il doppio dei voti presi dai Socialisti del sottosegretario agli esteri Bobo Craxi e quasi la metà dei voti presi dall’Udeur del Ministro per la Giustizia Mastella.
Se pensiamo che in media per una persona che va in manifestazione ce ne sono altre quattro che condividono l’oggetto della manifestazione stessa, raggiungiamo dei numeri che il ministro Di Pietro (pro-Tav) e la ministra Bonino (pro-Nato) nemmeno si sognano per i loro partiti.
E allora? Perché non trasformare in numeri parlamentari questa incredibile forza tranquilla vista a Vicenza? Senatrice Rame, perché non raccoglie i dissidenti sull’Afghanistan (che hanno detto che non avrebbero più rivotato la missione) e incomincia a fare lobby? Lo fanno tutti, la Confindustria, le multinazionali, la Chiesa Cattolica, i grandi costruttori; perché non lo possono fare i pacifisti?
Bastano 10 senatori pronti a tutto, anche a non dare più fiducia a chi si è presentato per cambiare l’Italia, e poi si attacca alle promesse del Caimano Berlusconi per continuare la sua stessa politica estera.
Ernesto Pedrini
Guarisci presto Franca!
Vogliamo che tu guarisca presto per continuare insieme "le combat".
Fino ad allora abbi cura di te.
Un abbraccio
Rimettiti Franca!
Ti aspettiamo... Tu vedi di stare bene.
Guarisci presto!
Spero che tu stia bene il più presto possibile. Un abbraccio e un bacio
If you want to sing out sing out
UNA IN MENO
/
oscillococcinum come se pivesse.
Franca rimettiti presto se no per confluenza ci ammaliamo anche noi!!!! L'oscillococcinum è un prodotto omeopatico efficacissimo per aumentare le difese immunitarie....PRENDILO E APPENA GUARISCI VENIAMO AD ASSISTERE AD UNA SEDUTA DEL SENATO A ROMA...SORRISI PER TE NEL TEMPIO DELLE MUMMIE.
Per franca rame
Spero che tu ti rimetta prestissimo! Ti siamo vicini. Un abbraccio fortissimo!
francesca
Per Franca Rame: buona guarigione...
...sto con la congiuntivite anch'io...sigh...che sofferenza!
Si rimetta presto e...resti in Parlamento...per favore. Un caro saluto ed un abbraccio
draculia
www.draculia.ilcannocchiale.it
DI PIETRO E' SOLO UNA ZECCA piantata nelle viscere del Paese
Di Pietro ci succhera' il sangue per altri anni... con tanta gente che muore per un ictus... anche il padreterno si fa li cazzi sua.
Giulietta e (alfa) Romeo
NOOOOOOOOOOOOOO!!! Ma allora lo fai apposta!! Lo fai per non vedermi!! Ma è una maledizione?! La prossima volta che vengo a Roma sono certo che ti telefono e mi dici che stai passando a Venezia dalle parti mie!
Domani telefono a Carlotta e prendo appuntamento facendomi passare come ambasciatore della repubblica di vanuatu..
Apparte gli scherzi, ti aspettiamo pimpante! Riprendi forze mangiando gli spinaci che hanno ferro, perchè noi abbiam bisogno di ..Rame.
www.maxbazzana.it
www.orchestrazione.it
Prove di travestimento..
..come ambasciatore della rep. Vanuatu:
http://www.galenfrysinger.com/Photos/vanuatu.jpg
www.maxbazzana.it
www.orchestrazione.it
PER FRANCA RAME DA BRUNA
Guarisci presto.Un abbraccio affettuoso (nell'attesa di poterti abbracciare, un giorno, di persona!). Bruna
Che Peccato! Sarà per il prossimo Pellegrinaggio.
Maledetta salute! Che peccato per gli adoratori, miseriaccia!
Cari fedeli non perdete la speranza perchè l'Idolo guarirà e voi potrete bearvi e godere della sua presenza ad un prossimo pellegrinaggio. Per ora pazienza.
E lei Senatora guarisca presto e si dimetta come promesso.
Pare che al Senato, tra infermeria ed aula, ha trovato la forza di dare la fiducia a questo governo che si appresta a modificare le pensioni (età e coefficienti), la Tav, l'ampliamento base Vicenza (sono già iniziati i lavori), i rifinanziamenti militari per le guerre estere, e tante altre belle porcate utili per i potentati e deleterie per la povera gente.
I Dico son passati in cavalleria, e non solo loro a quanto pare. Complimenti per la sua personale sagacia politica. Sappiamo che deve obbedire al Tutor che l'ha messa in parlamento, non certo al popolo.
Si dimetta perchè è vomitevole ciò che fino ad oggi ha approvato in aula; le chiacchiere nelle piazze e nel blog è merce stantia commestibile solo ai palati adoranti.
Buona guariggione e....si attendono le promesse!?
Postato per cervelli non adoranti.
Opinioni libere di Una Voce.
STENDBAY... BAY... BAY... BABY
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Bzzz... Bzzz... Bzz... connessione... collegamento...
Isolarsi in meditazione nel silenzio più assoluto.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Pensare ad una posizione che in quel momento riteniamo più comoda.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Assumerla.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Chiudere gli occhi.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Rilassarsi completamente.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Svuotare la mente.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Estraneare il corpo dalla mente.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
In questo momento non deve esistere niente, nessuno, gioia, dolore, rancori, pensieri, eliminare tutti i pensieri dalla mente.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Il corpo deve diventare una entità astratta in uno spazio senza forma e senza tempo.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Deve perdersi nel niente e nell'assoluto.
Attendere prego... attendere prego... attendere prego...
Bzzz... bzz... bz...
In genere funziona, se questa volta non ha funzionato è perché sono state sbagliate le dosi.
By Gian Franco Dominijanni
Che Peccato! Sarà per il prossimo Pellegrinaggio.
Benedetta salute! Che bello per gli adoratori, favoloso!
Cari amici non perdete la speranza perchè l'Idolo guarirà e voi potrete bearvi e godere della sua presenza ad un prossimo pellegrinaggio. Per ora pazienza.
E lei Senatrice guarisca presto e non si dimetta.
Pare che al Senato, tra infermeria ed aula, ha trovato la forza di dare la fiducia a questo governo che si appresta a modificare le pensioni (età e coefficienti) in meglio, la Tav, l'ampliamento base Vicenza (sono già iniziati i lavori), i rifinanziamenti militari per le guerre estere, e tante altre belle cose deleterie per i potentati e utili per la povera gente.
I Dico stanno passando, e non solo loro a quanto pare. Complimenti per la sua personale sagacia politica. Sappiamo che non deve obbedire al Tutor che l'ha messa in parlamento, ma al popolo.
Non si dimetta perchè è favoloso ciò che sta facendo in aula; le minacce nel blog sono merce stantia commestibile solo al palato di unavoce (che sono io)
Buona guarigione!
Con affetto, unavoce
Postato per cervelli adoranti.
Opinioni libere di Una Voce.
A MORTE GLI AFFAMATORI
Questo Parlamento e il precedente hanno superato tutti i limiti di tollerabilità. In tredici mesi di tempo e cioè da ottobre 2000 a novembre 2001 si sono fatti quattro aumenti di stipendio e cioè:
OTTOBRE 2000
15 mila milioni complessivi di aumento per stipendi a deputati.
14 mila milioni di aumento per stipendi ad ex-deputati.
Sperperano altri 34 mila milioni per aumentarsi i privilegi.
DICEMBRE 2000
Si aumentano lo stipendio di tre milioni al mese. Ma non si limitano al solo aumento, pretendono milioni e milioni di arretrati.
APRILE 2001
Altro aumento di stipendio di 446 mila lire al mese.
13 NOVEMBRE 2001
I deputati si aumentano la diaria di 2.200.000 al mese. Ogni deputato costa l'impressionante e faraonica cifra di 250 milioni al mese.
Sono i parlamentari più pagati al mondo.
STIPENDIO 37.086.079 AL MESE
STIPENDIO BASE 19.325.396 al mese
PORTABORSE 7.804.232 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO 5.621.690 al mese
RIMBORSO SPESE(che non si possono dire) 1.001.320 al mese
RIMBORSO SPESE VIAGGIO 2.052.910 al mese
TELEFONO CELLULARE gratis
TRIBUNA D'ONORE NEGLI STADI gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
VIAGGI TRENO CARROZZA LETTO gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
CORSO LINGUA STRANIERA gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
VAGONE RAPPRESENTANZA DELLE FS gratis
AEREO DI STATO gratis
USO DI PREFETTURE ED AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
RIMBORSO SPESE MEDICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE IN CASO DI MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
GIORNALI gratis
RISTORANTE gratis
LIQUIDAZIONE per ogni anno di mandato si intascano uno stipendio
PENSIONE 4.762.669 (possono acquisire il diritto alla pensione dopo 35
mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni)
INDENNITA' DI CARICA (da 650.000 circa a 12.500.000) 200.000.000
circa li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), 50.000.000 ogni anno ciascuno se fondano un giornaletto. (Es: la sig.ra Pivetti, ex-Presidente Camera deiDeputati, per tutta la vita avrà l'auto blu ed una scorta sempre a suo servizio)
Questa classe politica ha causato un danno al paese di 2 MILIONI E 446
MILA MILIARDI.La sola camera dei deputati costa al cittadino 4.289.968 AL MINUTO
-
Firma la Petizione su Cominciaitalianet
PER ILMIONOMENESSUNO
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOF
POFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOF
POFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOF
POFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOF
POFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOF
POFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOF
POFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOF
POFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOF
POFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
POFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFOPOFPOFPOFPOFPOPOFPOFPOFPOFPOPOF
per patch87
Ciao! Capisco che tu stia cercando di ricoprire una voce e nessuno con dei pof...ma una pagina intera forse è un po' troppo...potresti torgliene qalcuno? Magari scrivi un intervento...a me per esempio farebbe piacere sapere la tua opinione sui temi del blog.
:) pof
If you want to sing out sing out