Toccata e fuga - di Marco Travaglio

Annunciato con squilli di trombette e rulli di tamburi, la prima della quattordicesima edizione di “Porta a Porta” con Al Tappone trionfante è stato vista da una media di un milione 355 mila telespettatori, appena il 16,62% di quelli davanti al video. Quattro gatti. Strano: a sentire i sondaggi del Cainano, il 70% degli italiani stravedono per lui. Ora, essendo gli italiani 56 milioni, i suoi fans dovrebbero essere grosso modo 35 milioni. Tutti, fra l’altro, in spasmodica crisi di astinenza, se è vero quel che ha detto lui, e cioè che da mesi e mesi rifugge le telecamere. Eppure meno di uno su 30 ha voluto assistere al suo esordio chez Vespa. Gli altri han preferito evitare. Lo adorano, ma preferiscono non vederlo. Lontan dagli occhi, vicino al cuore. Colpa sua o colpa dell’insetto? Diciamo di entrambi.

Nonostante la presenza della campionessa di fioretto Valentina Vezzali e della nuova Miss Italia fresca fresca di flop televisivo, nel tentativo disperato di ravvivare il consueto, torrenziale soliloquio del Cainano intervallato di tanto in tanto dagli spot e dalle rarissime domande di De Bortoli e Orfeo, la trasmissione era di una noia mortale. Al Tappone ha fatto di tutto, nel suo piccolo, per ravvivare il mortorio. Un’occhiata furtiva al lato B della Miss. Un siparietto con la Vezzali, versione moderna dell’atleta di regime, una sorta di Primo Carnera in gonnella, anzi in tuta bianca, l’olimpionica gli ha donato il suo fioretto, l’ha ringraziato perché “l’Italia ha tanti problemi, ma con Lei quei problemi possono essere risolti” e gli ha confidato, lei “mamma di famiglia”, il suo desiderio di “farmi toccare da Lei, ma veramente, Presidente” (lui però, per il momento, ha preferito evitare). Un annuncio patriottico a proposito dell’acquisto della nuova villa sul lago Maggiore che “apparteneva al patriota Cesare Correnti e rischiava di finire in mani straniere, dunque mi sono sentito in dovere…” (un po’ come l’Alitalia: si attende apposita cordata, in nome dell’italianità delle ville). Il resto è una rassegna di miracoli, da Napoli all’Alitalia, dall’Ici agli straordinari, dall’accordo con quel sincero democratico di Gheddafi.

Ogni tanto Al Tappone chiama freudianamente Vespa “dottor Fede”. L’insetto mellifluamente protesta (“se continua a chiamarmi Fede, la fiducia in questo studio crolla”), ma il premier spiega che “non sono rincretinito, altrimenti Confalonieri mi avrebbe avvertito, a meno che non sia rincretinito anche lui… Il lapsus dipende dalla mia eccessiva velocità di ragionamento”. Ecco: quando vede un servo, pensa subito a Fede. Qui però a protestare dovrebbe essere non Bruno, ma Emilio. Forse persino lui avrebbe esitato qualche istante prima di mandare in onda il servizio sulle ferie della Sacra Famiglia di Arcore amorevolmente riunita in Sardegna, a dispetto delle tante “voci cattive”, intorno a “nonno Silvio”, anzi a “nonno Superman” come l’ha ribattezzato l’inviato vespiano da riporto. “Come lo vede come nonno?”, ha domandato Vespa, ficcante, alla Miss. Lei ha pigolato che magari: averne di nonni così, “è una fortuna averlo come nonno”.

A quel punto, non potendone più nemmeno lui, il Cainano imbarazzato ha preso le distanze da quel lungo scampolo di piaggeria: “Eh eh, dottor Vespa, lei lo sa che cosa scriverà l’Unità domani di questo suo servizio? Le daranno addosso…”. Previsione azzeccata. Intanto l’insetto affonda un altro colpo accendendo sul megaschermo un sole sfavillante: sono “le previsioni del tempo per il governo”, meravigliose. E domanda al Cainano “Lei che voto si dà?” (è tornato il voto in condotta, ma qui se lo dà direttamente l’interessato). Lui, ormai alle corde, replica: “Un buon voto. Con lode. So di avere conquistato molti crediti per l’Aldilà”. Ma forse voleva dire “con Lodo”. Si può fare di meglio, però: infatti è allo studio una guerra senza quartiere contro i graffitari da strada, categoria pericolosa quant’altre mai. I razzisti che uccidono neri al grido di “muori, negro di merda”, invece, non preoccupano: “Il razzismo non c’entra”. E i fascistelli di ritorno che elogiano Italo Balbo, il mandante del delitto don Minzoni, non preoccupano: anche perché, a riabilitare Italo Balbo, è stato lui, sempre in nome dell’italianità. Non sia mai che i gerarchi e i quadrumviri finiscano in mani straniere. Dopo quasi due ore di sbadigli, a notte fonda,la musichetta di Via col vento pone fine allo strazio. “Più che Porta a Porta, questa ormai è Bocca a Bocca”, ha detto Antonello Piroso qualche giorno fa. Una volta tanto, ne ha detta una giusta. Infatti si è subito scusato

Ora d'aria
l'Unità, 17 settembre 2008


Commenti

Da http://www.canisciolti.info/

Mi rannicchio annichilito nel mio angolo e osservo un Paese che non capisco
Il governo Berlusconi aumenta il consenso e io perdo il mio consenso verso l'opinione pubblica. Mi rannicchio annichilito nel mio angolo e osservo un Paese che non capisco, che approva ciò che io ritengo obiettivamente dannoso. Mi nascondo raggomitolato nel mio antro oscuro e guardo una Nazione che applaude l'arbitrio. Consenso in crescita, vasta maggioranza. Chiaramente mi adeguo, vorrei sinceramente capire ma non ci riesco. La follia è mia o è collettiva?

Un'eventuale risposta non mi aiuta, non sposta i termini del discorso. Sono isolato, un visionario probabilmente. Vedo il paese affondare mentre la maggior parte degli altri cittadini lo vede prosperare. Qual'è la realtà? Non voglio neanche sfiorare le singole questioni che tutti conosciamo e sono state infinitamente discusse. Parlarne ulteriormente non serve. La verità non esiste. Esiste solo la percezione. Io percepisco desolazione.

Pensare che i numeri democratici continuano a sostenere l'operato di questo Governo mi fa provare una solitudine raggelante. Uno sconforto lieve ma insistente mi torce le viscere. Basta veramente solo la propaganda a creare la percezione positiva? Davvero abbiamo coscienze così deboli e malleabili? Oppure sono solo io che sono ottenebrato?

di Progvolution -
progvolution.blogspot.com

Per favore gargantua, alzati in piedi e su la testa! Almeno tu leggi gli interrogativi e le riflessioni sul destino della sinistra che ho posto a Fabio (e spero di discuterne presto non solo con lui che si diverte con Al Tappone).
Il problema della sinistra è che ancora una volta rischia di farsi anticipare dal capitalismo, questo mostro che come un "Camaleonte Gigante" si adatta sempre a tutto e la sinistra fin dalla sua nascità non fa che andargli dietro come un medico che cerca di operare un corpo con una malattia già in atto. Oggi il mondo sta cambiando e il capitalismo se ne sta accorgendo ed ha già cominciato la sua ennesima trasformazione. La sinistra rischia ancora una volta di arrivare troppo tardi all'appuntamento con la storia, invece è ora di anticiparlo ed impugnare la causa ambientalista per primi. Se il capitalismo sposerà prima della sinistra la causa ecologica (processo che ha già iniziato, ecco perchè non c'è tempo da perdere) per la sinistra sarà ancora una volta un rincorrere affannoso e frustrante, forse non sarà la fine della sinistra ma è ora che questa non sia più solo una possibile alternativa, uscire dall'ombra in cui tutti sono tentati di rannicchiarsi. Non è un rinnegare nulla anzi, portare avanti i valori di cui parla Fabio in questa trasformazione che sta avvenendo proprio intorno a tutti voi, tocca a voi insomma.
Dare la caccia al Cainano di un singolo paese è una causa che potrebbe dare alcuni frutti ma da sola non risolve il problema della sinistra che è molto più grande, la sinistra in tutto il mondo farebbe bene ad occuparsi anche e soprattutto delle mutazioni del "Camaleonte Gigante". Per favore, ascoltatemi, e diffondete tra tutti gli esponenti di sinistra, Franca, Dario, Jacopo, Beppe, Sabina, Capanna, tutti, anche all'estero, è un momento storico favorevole infatti chi mi sposerà per primo deciderà il modello di vita futuro, e chi sa quando si ripeterà più questa occasione enorme, diversamente non posso trovare che un solo appellativo per la sinistra del prossimo futuro: masochista, senza più base e purtroppo con sempre meno elettorato.
Volete che la sinistra si riduca soltanto ad una teoria filosofica?
"Questo matrimonio con mamma Natura s'ha da fare o no?!"

la Natura

Mia cara Natura, perché pensi che mi voglia “rannicchiare”?
Quel commento che ho riportato e a cui ti riferisci non è mio, ho indicato in calce la fonte. Mi è sembrato significativo perché, a mio parere, esprime bene uno stato d’animo che travaglia la sinistra e ne inibisce gli impulsi migliori.
Per quanto riguarda “il matrimonio con mamma natura” di cui parli, è un lapsus o una tua filosofia dai forti contenuti edipici?

Lo so che non è tuo ma temevo che tu ti riconoscessi in quella condizione! Comunque mi interessa sapere che ne pensi anche tu dell'analisi che ho cercato di fare del futuro della sinistra sollecitata anche dal post di Fabio.
Edipo non centra molto.
Il matrimonio è fra la sinistra e la causa ecologista, sostenibile, della difesa della Natura. Un matrimonio che se fatto prima dal capitalismo a mio modesto avviso tarperebbe le ali alla futura sinistra.
Credo che si debba dibattere anche di questi argomenti, per carità non voglio dire che ciò che sta succedendo in Italia non sia degno di dibattimenti, ma credo che bisogna occuparsi anche di una nuova etica perchè ciò ha una valenza tale da sostituire il vuoto ideologico che si è creato a sinistra. Più si vola alto maggiori saranno i risultati ed anche questa classe politica sarà spazzata via dalla nuova etica naturalista che si sta diffondendo nel mondo se la sinistra ne afferrerà l'importanza e non si farà precedere dal capitalismo ancora una volta. La sinistra aveva alle spalle un colosso come il capitale di Marx, si occupava di nuove visioni del mondo, del possibile futuro migliore ed oggi si è ridotta a rincorrere uno dalle gambe corte con niente più alle spalle dello stesso valore del colosso che aveva. Contenti voi.
Come ho gia detto a Fabio gli uomini vogliono un "sogno" che li faccia sperare in un futuro migliore come appunto quello che dava la sinistra con il socialismo, oggi qual'è questo sogno "abbattere Al Tappone"?!

Natura

Dal momento che Fabio e Gargantua non sanno cosa dire sul futuro della sinistra o magari è soltanto che non hanno avuto il tempo o la voglia, stranamente perchè a Fabio sembrava stare a cuore questo problema, avendolo sollevato in un post dove ci anticipava di una intervista a Mario Capanna, Gargantua dal canto suo si preoccupava del dato sui consensi in calo per la sinistra ma nessuno mi ha fornito una risposta.
Rinnovo la domanda, allora, a tutti quindi anche a Franca.
C'è qualche "internettuale" frequentatore del bolg, anche occasionale (e non solo sarebbe interessante sapere che ne pensano i vari segretari dei partiti di sinistra), che mi sappia illustrare quale sia il sogno attuale della sinistra, cioè qualcosa che possa sostituire degnamente il defunto sogno socialista, avendone la stessa valenza, ed essendo in grado quindi di riconquistare gli elettori?
Personalmente ritengo che l'uomo o in questo caso l'elettore anche se si trova in una condizione di estrema indigenza vota sempre chi è in grado di farlo sperare in un futuro migliore, chi è in grado di vendergli un sogno realizzabile (e tutti siamo purtroppo consapevoli della scaltrezza o della "esperienza" in questo settore della controparte politica che c'è in Italia e nel mondo oggi).
Quale migliore sogno ha oggi la sinistra di quello di un mondo finalmente guarito dall'inquinamento, dai catastrofici mutamenti climatici, dai cibi geneticamente modificati, dal cancro da inquinamento, dove non si muoia per un inceneritore o per le scorie radioattive del nucleare, soprattutto un mondo liberato da una industria distruttrice e debitrice nei miei confronti? In somma non sto qui a ripetervi per l'ennesima volta gli innumerevoli contenuti della causa ecologista ma è l'unico sogno che oggi la sinistra farebbe bene a fare presto suo, prima che lo faccia il capitalismo perchè è su questi temi che si sta trasformando il mondo ma sta cominciando a trasformarsi anche il capitalismo.
I politici di sinistra devono smetterla di iziare sempre i loro discorsi parlando dell'avversario contingente di quel momento limitandosi a criticarlo ma non proponendo un sogno, devono ricominciare a dare un sogno alle persone, come faceva Martin Luther King, iniziare sempre dicendo:
SOGNO UN PAESE, UN MONDO, COSI'...COSI'...COSI'.
Soprattutto la sinistra non dovrà occuparsi dell'ambiente "en passant" come ha fatto fino ad oggi (cioè lasciando le questioni ambientaliste ai verdi come se la Natura depredata fosse solo un problema di costoro) ma deve mettermi sempre al primo posto nella lista della priorità in ogni questione e in ogni battaglia che vorrà affrontare.
Forse così facendo riconquisterà l'elettorato (che brutta parola quest'ultima ma purtroppo bisogna usarla)io preferirei gli uomini.

P.S. Non pretendo che abbiate necessariamente un sogno, una soluzione pronta, ma almeno capire se la mia "proposta di matrimonio" può essere utile ed accettata dalla sinistra Italiana. (da qualche paese si dovrà pur cominciare).
Intanto ringrazio Jacopo Fo, con lui tutti gli uomini e donne di sinistra e non, per tutto quello che già fanno per me, e quindi già fanno per il futuro degli uomini.

Natura

.

...Avanti un'altro!...

...in pratica, come dicevo, il capitalismo ha già cominciato a comprendere che deve sposare la causa ecologista per poter sopravvivere, un' esempio è in questo piccolo ma significativo articolo di Sylvie Coyaud, in cui si intravedono già tentativi di "approccio forzato" da parte di alcune imprese, l'articolo è questo:

"A febbraio Richard Branson faceva volare un Boeing 747 da Heathrow a Schipol con biodiesel estratto da noci di cocco nella raffineria dell'Imperium Renewables, a Seattle - dove di palme se ne vedono solo all'orto botanico, ma glissons - e dichiarava che quella era la soluzione del futuro. Nel caso ci aveste creduto, segnalo che New Scientist ha intervistato il direttore commerciale dell'Imperium. Così s'è scoperto che il Boeing usava una miscela verde al 5%, e che per fare quei 360 chilometri scarsi con biodiesel puro, in realtà servirebbero tre milioni di noci."

Cos'è questa notizia, si inventano anche il finto ambientalismo ora?

Meditate a sinistra, meditate!

Natura

nel tentativo di arginare questa attività ossessivo-compulsiva...

Devo registrare per l'ennesima volta (per due volte di fila) il tuo occuparti con modalità arroganti dell'attività intellettuale altrui.

Ora mi hai davvero annoiata!

Ossessivo-compulsiva è questa tua innegabile inclinazione a "distruggere", non riesco ancora a scorgervi un grammo di rispetto intellettuale per il lavoro altrui.
Dici che agisco in maniera ossessivo-compulsiva, che ho toni deliranti, mi verrebbe quasi da risponderti: "ma come ti permetti!"
Questo tuo continuare a non entrare nel merito delle questioni ma dispensarmi appellativi poco gratificanti non esiterei a definirla quasi mala educazione!

Ti chiedo quindi, per cortesia, di lasciarmi in pace, torna a giocare al "tiro al nano" che io preferisco dibattere di altri argomenti e se non ti interessano ne ti interessa lasciare il tuo punto di vista, cerca almeno di restarne fuori, grazie.

Natura

Cara Natura, visto che mi chiami insistentemente in causa, credo di dovere chiarire alcuni punti su cui, mi sembra di capire, si stanno generando degli equivoci.

Non è nella mia indole, né nelle mie aspirazioni vendere sogni. Ma neppure comprarli.

I grandi sogni, quelli che entrano nella storia e ne determinano gli sviluppi, non credo debbano essere trattati come oggetti di commercio. Sono fenomeni meravigliosi e misteriosi, eventi che, quando si presentano, portano impulsi formidabili al cammino della civiltà.
Quei “sogni” si condividono, perché non appartengono al sognatore più di quanto appartengano a tutta l’umanità.

Quindi, visto e considerato che ciò che chiedi è “il sogno” da proporre alla sinistra come “oggetto del suo nuovo corso”, credo che ben difficilmente una mia risposta potrà soddisfarti.

Con tutta franchezza ti devo dire che l’impostazione dialettica che proponi mi appare come una riduzione e una semplificazione e - questo ho già avuto modo di scrivertelo, ma talvolta “repetita iuvant” - che trovo sgradevole interagire con qualcuno che finge di essere nientepopodimenoche Madre Natura. Può essere un gioco, una metafora, un espediente dialettico, ma costringe chiunque vi partecipi ad una posizione di subalternità, escludendo qualsiasi piano parificato di confronto.
Dal mio canto ritengo di essere un semplice individuo che vive e condivide con altri semplici individui una dimensione, sia psichica che fisica, di ambiente comune, e che ama confrontarsi e interagire con gli altri in questi termini di base.

Tornando alla tua domanda, credo che la mancanza di autocoscienza, la diffusa incapacità di leggere dentro di sé, sia una delle cause principali della crisi che viviamo e che si caratterizza negli aspetti politici, sociali ed economici che riscontriamo nei ricorsi storici del nostro tempo. In questi vedo manifestarsi tutti i sintomi di una cultura che, da una parte incoraggia l’ipertrofia e l’esibizione dell’IO e l’inibizione del sé, mentre dall’altra deve affrontare le conseguenze disastrose provocate da questo squilibrio . Questi fenomeni sono riscontrabili nel crescente disagio che coinvolge la sfera dei rapporti sociali nel villaggio globale del capitalismo, e trovano espressione nelle difficoltà a rapportarsi col prossimo e con l’ambiente, nell’incapacità di ascoltare e di ascoltarsi, nella paura e nella demonizzazione dell’alterità, nell’aggressività, nella disinvoltura con cui si mettono in moto processi distruttivi e sciagurati, nello stordimento e nella perdita della capacità critica e analitica.

Come vedi non considero il problema che poni di lieve entità, ma gli riconosco una complessità che non mi permette alcuna presunzione salvifica o messianica.

In sintesi: credo che la soluzione sia possibile e passi per un processo di acquisizione di coscienza individuale e collettiva, ma se il primo aspetto è determinato dalla volontà e dall’arbitrio di singole entità, il secondo, per definizione, sfugge a tale peculiarità.
E questo non permette semplificazioni e riduzioni.

Spero che questi tratti essenziali del mio pensiero ti possano essere di chiarimento e che servano ad evitare fraintendimenti e equivoci di varia natura o errori di interpretazione.

Innanzitutto devo ringraziarti per aver risposto al mio quesito. Ho apprezzato che concordi con me quando parli di coscienza individuale:

credo che la soluzione sia possibile e passi per un processo di acquisizione di coscienza individuale e collettiva, ma se il primo aspetto è determinato dalla volontà e dall’arbitrio di singole entità, il secondo, per definizione, sfugge a tale peculiarità.

non mi è ben chiaro però cosa può proporre la sinistra proprio riguardo alla dimensione collettiva, inoltre non intendevo dire che la sinistra debba vendere un sogno ma proporre un sogno certamente condiviso e condivisibile come era quello del socialismo.

Inoltre io non chiedevo quale è “il sogno” da proporre alla sinistra come “oggetto del suo nuovo corso” ma quale è il sogno del nuovo corso che la sinistra propone oggi al suo potenziale elettorato, quindi la domanda è esattamente posta al contrario!

In sostanza le mie due domande si possono sintetizzare così:
1 Credi che oggi la sinistra abbia un sogno di pari rango del socialismo?
(Personalmente credo di no, sarà per questo che calano i consensi, o no?)
2 Può essere il nuovo sogno della sinistra, più ampio quindi non più solo per una classe sociale, un mondo guarito dalle ferite del capitalismo e dell'industria?

Natura

Scusa per la ripetizione Franca ma vedo che non sei ancora on-line. Spero che tu mi dia una risposta. Natura

Propendo per i 'forti contenuti edipici' che di solito si articolano in spunti ossessivi e toni deliranti. Aspettiamo la fase di remissione, prima del nuovo acting out o ci poniamo un freno?

Ancora l'ennesimo tentativo di coinvolgere altri blogger nella "tua" personale e patetica presa di posizione.
Poni, fortissimamente poni, ma tristemente.

Fatti e non parole come uomini,cittadini, prima che come sinistra!
che poi la sinistra debba, tra le altre problematiche, farsi portatrice ,in modo serio e concreto di alternative di sviluppo, della difesa dell'ambiente, sono assolutamente d'accordo.Basta iniziare dai comuni.

www.liberacittadinanza.it

APPELLO "RIFIUTI ZERO"
di: Alessio Ciacci-Comune di Capannori

Appello a tutti i comuni italiani per l'adesione alla strategia "rifiuti zero"
Il nostro modello di sviluppo, improntato sullo spreco di materie prime, di energia e sulla produzione di una enorme quantità di rifiuti, non può essere definito “sostenibile”. Occorre ripensare in termini di “futuro possibile” il modo di vivere il rapporto uomoambiente, vincolando le attività umane al massimo risparmio energetico, al minimo consumo di materie prime e al completo riciclo dei rifiuti prodotti. La questione rifiuti ha dimostrato in questi anni la centralità del nostro stile di vita ed ha fatto emergere la problematica dello smaltimento di enormi montagne di scarti che la nostra società produce.

Secondo la legislazione dell’Unione Europea le priorità di intervento sul tema rifiuti dovrebbero essere in ordine di importanza: prevenzione; riciclaggio; recupero energetico e discarica. In Italia si producono ogni anno circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani. La politica della gestioni rifiuti è ancora fortemente orientata alle discariche dove viene ancora stoccato circa il 65% del totale, mentre circa il 10% viene incenerito con le enormi e pesanti conseguenze ambientali che queste soluzioni comportano. Solo il 25% circa dei rifiuti viene avviato a riciclaggio o compostato.

Moltissime esperienze dimostrano che in tutti i contesti (urbani, rurali, montani….) è possibile avviare sistemi di raccolta “Porta a porta” che permettono di raggiungere elevate percentuali di differenziazione del rifiuto, anche superiori all’80%. Le esperienze che hanno avuto una buona progettazione ed un buon coinvolgimento della cittadinanza, dimostrano anche che riciclare i rifiuti è un sistema che permette di diminuire i costi di gestione e creare maggiori posti di lavoro, spesso riuscendo anche a diminuire le tariffe alla cittadinanza.

In questi anni anche l’esperienza del Comune di Capannori ha dimostrato che l’aumento dei rifiuti non è più un dato immodificabile, ma solo un fattore che può essere governato con il coraggio di una politica orientata alla sostenibilità e alla necessità di scelte coraggiose e concrete per un comune futuro possibile. Grazie alla grande e partecipazione della cittadinanza, alla professionalità dell’azienda pubblica Ascit (che gestisce il servizio), all’impegno politico in tante assemblee e riunioni in tutte le frazioni, con la raccolta domiciliare abbiamo superato la quota di raccolta differenziata dell’80%, con una riduzione complessiva dei costi, la creazione di posti di lavoro, la riduzione delle tariffe alla cittadinanza ed una riduzione annua della produzione complessiva dei rifiuti. Per la riduzione dei rifiuti sono stati avviati, così come in molte altre esperienze, progetti mirati all’abbattimento della loro produzione. Alcuni esempi importanti: compostaggio domestico della frazione organica, acquisti verdi negli enti pubblici, eliminazione delle acque minerali dalle mense comunali e scolastiche, eliminazione dell’usa e getta dalle sagre e feste popolari, diffusione dei distributori alla spina di latte, detersivi e altri prodotti, diffusione dei pannolini lavabili etc.. Questo duplice percorso di riciclaggio e riduzione dei rifiuti ci ha permesso di definire un obiettivo importante ma urgente: rifiuti zero.

Rifiuti zero non è dunque un’utopia ma un obiettivo essenziale per cercare di costruire una maggiore sostenibilità, cambiando anche le abitudini e i nostri stili di vita. Attraverso la delibera di adesione alla strategia “Rifiuti Zero”, il comune di Capannori, primo in Italia, si è posto l’obiettivo “di intraprendere il percorso verso il traguardo dei “Rifiuti Zero” entro il 2020 stabilendo per il 2008 il raggiungimento del 60% di raccolta differenziata e per il 2011 il 75%” combinando questi obiettivi con un impegno costante mirato alla riduzione della produzione dei rifiuti. Nel solo comune di Capannori, nell’arco del 2007, raccolta differenziata e riduzione dei rifiuti, hanno portato ad aver risparmiato l’abbattimento di 100.000 alberi, il consumo di 2.85 milioni di litri di acqua e la mancata emissione di 1.904.800 tonnellate di CO2 in atmosfera, dato che coincide con il mancato consumo di 676.204 barili di petrolio. Ampliando e moltiplicando queste esperienze.

La politica è tale se riesce a maturare consapevolezza, se alimenta la partecipazione, se fa crescere la democrazia ed il protagonismo delle comunità, Unire queste urgenze di partecipazione, all’urgenza di preservare il nostro ambiente, la nostra casa comune dal degrado e dall’insostenibilità è la prima missione di un buona amministrazione. Per far crescere la strategia “Rifiuti zero” è URGENTE ED IMPORTANTE che tante amministrazioni, oltre a quelle che hanno già adottato questo impegno, aderiscano e costruiscano, tutte assieme, un’azione territoriale dimostrandone la possibilità ed i vantaggi ambientali, sociali ed economici che ne derivano. Per aderire alla Strategia “Rifiuti zero”, assumendo impegno formale di un percorso a tappe per il riciclaggio e la riduzione dei rifiuti, occorre approvare la delibera di adesione. La delibera adottata dal comune di Capannori che può essere presa a riferimento ed è disponibile sul nostro sito. Maggiore sarà il numero di comuni ad aderire maggiore sarà la nostra forza propositiva, la forza della nostra rete e delle nostre proposte!

Rifiuti zero è una politica che può e deve essere declinata in scelte quotidiane e di responsabilità che coinvolgono ed aggregano le comunità locali nella costruzione di un migliore futuro possibile per tutti noi. Sta a tutti noi declinare le nostre responsabilità in azione politica, nella società e nelle istituzioni, per costruire percorsi di partecipazione e cambiamento!

Assessore all’Ambiente del Comune di Capannori
Alessio Ciacci

Bibite alla spina. Tutte!!!!!

Natura

La Repubblica - 22 settembre 2008

L'allarme degli scienziati. Dal legno all'acqua, cominciamo a consumare le riserve
Le proiezioni delle Nazioni Unite: senza misure, nel 2050 le finiremo il primo luglio
Da domani la Terra è in rosso
"Le risorse dell'anno esaurite"
di ANTONIO CIANCIULLO

ROMA - Da domani viaggeremo con i conti in rosso, consumeremo più risorse di quelle che la natura fornisce in modo rinnovabile. Ci stiamo mangiando il capitale biologico accumulato in oltre tre miliardi di anni di evoluzione della vita: nemmeno un super intervento come quello del governo degli Stati Uniti per tappare i buchi delle banche americane basterebbe a riequilibrare il nostro rapporto con il pianeta. Il 23 settembre è l'Earth Overshoot Day: l'ora della bancarotta ecologica.

Il giorno in cui il reddito annuale a nostra disposizione finisce e gli esseri umani viventi continuano a sopravvivere chiedendo un prestito al futuro, cioè togliendo ricchezza ai figli e ai nipoti. La data è stata calcolata dal Global Footprint Network, l'associazione che misura l'impronta ecologica, cioè il segno che ognuno di noi lascia sul pianeta prelevando ciò di cui ha bisogno per vivere ed eliminando ciò che non gli serve più, i rifiuti.

Il 23 settembre non è una scadenza fissa. Per millenni l'impatto dell'umanità, a livello globale, è stato trascurabile: un numero irrilevante rispetto all'azione prodotta dagli eventi naturali che hanno modellato il pianeta. Con la crescita della popolazione (il Novecento è cominciato con 1,6 miliardi di esseri umani e si è concluso con 6 miliardi di esseri umani) e con la crescita dei consumi (quelli energetici sono aumentati di 16 volte durante il secolo scorso) il quadro è cambiato in tempi che, dal punto di vista della storia geologica, rappresentano una frazione di secondo.

Nel 1961 metà della Terra era sufficiente per soddisfare le nostre necessità. Il primo anno in cui l'umanità ha utilizzato più risorse di quelle offerte dalla biocapacità del pianeta è stato il 1986, ma quella volta il cartellino rosso si alzò il 31 dicembre: il danno era ancora moderato.

Nel 1995 la fase del sovraconsumo aveva già mangiato più di un mese di calendario: a partire dal 21 novembre la quantità di legname, fibre, animali, verdure divorati andava oltre la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi; il prelievo cominciava a divorare il capitale a disposizione, in un circuito vizioso che riduce gli utili a disposizione e costringe ad anticipare sempre più il momento del debito.

Nel 2005 l'Earth Overshoot Day è caduto il 2 ottobre. Quest'anno siamo già al 23 settembre: consumiamo quasi il 40 per cento in più di quello che la natura può offrirci senza impoverirsi. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, l'anno in cui - se non si prenderanno provvedimenti - il rosso scatterà il primo luglio sarà il 2050. Alla metà del secolo avremo bisogno di un secondo pianeta a disposizione.

E, visto che è difficile ipotizzare per quell'epoca un trasferimento planetario, bisognerà arginare il sovraconsumo agendo su un doppio fronte: tecnologie e stili di vita. Lo sforzo innovativo dell'industria di punta ha prodotto un primo salto tecnologico rilevante: nel campo degli elettrodomestici, dell'illuminazione, del riscaldamento delle case, della fabbricazione di alcune merci i consumi si sono notevolmente ridotti.

Ma anche gli stili di vita giocano un ruolo rilevante. Per convincersene basta confrontare il debito ecologico di paesi in cui i livelli di benessere sono simili. Se il modello degli Stati Uniti venisse esteso a tutto il pianeta ci vorrebbero 5,4 Terre. Con lo stile Regno Unito si scende a 3,1 Terre. Con la Germania a 2,5. Con l'Italia a 2,2.

"Abbiamo un debito ecologico pari a meno della metà di quello degli States anche per il nostro attaccamento alle radici della produzione tradizionale e per la leadership nel campo dell'agricoltura biologica, quella a minor impatto ambientale", spiega Roberto Brambilla, della rete Lilliput che, assieme al Wwf, cura la diffusione dei calcoli dell'impronta ecologica. "Ma anche per noi la strada verso l'obiettivo della sostenibilità è lunga: servono meno opere dannose come il Ponte sullo Stretto e più riforestazione per ridurre le emissioni serra e le frane".

Un grido dal Forum «È ora di svegliarsi »
Una grande manifestazione ha chiuso ieri a Malmo, ignorato dai media, il Forum sociale europeo. Specchio del difficile momento ha posto come «priorità delle priorità» la difesa dei diritti dei lavoratori sotto attacco
Giovanna Ferrara
Carlo M. Miele
MALMO

Un corteo «sentimental». A definire così la manifestazione che ieri ha chiuso il Forum sociale europeo di Malmo è una donna che si gode la sfilata da un assolato marciapiede assieme al figlio di cinque anni. Ad aprire il corteo («Potere al popolo - contro il capitalismo e la devastazione ambientale») è la delegazione dei sindacati svedesi, veri protagonisti di questi incontri. Dei loro temi si è detto molto in questi giorni. Moltissimi i seminari dedicati alle varie questioni, dalla precarietà al diritto ai problemi dell'istruzione, dalla necessità di unire est e ovest contro la delocalizzazione a come sostenere i migranti nella loro lotta alla dignità del lavoro. Tutti d'accordo nel sostenere che l'aggressione delle destre contro i diritti dei lavoratori si è fatta veramente violenta, che ora più che mai c'è bisogno di unirsi. Sul come, qualche dissenso si è registrato, c'è chi ha sentito come un po' troppo monopolizzante la presenza dei sindacati scandinavi soprattutto rispetto alle strategie da adottare in vista del World Social Forum di Belem e su come reagire alle direttive europee sull'orario di lavoro. Ma sull'asse del discorso, sulla «priorità delle priorità» enunciata dalla presidente del Ces Wanja Lundby-Wedin, «garantire parità di diritti a tutti i lavoratori», il consenso è stato unanime. Un risultato importante secondo la Fiom è stato soprattutto quello di decidere per la creazione di una Carta europea dei diritti dei lavoratori, base programmatica cui dedicare i lavori nazionali. Attac con un grande striscione arancione ricorda a tutti che «Un altro mondo è possibile», e lo fa ballando al suono di un intramontabile Manu Chao. Meno festosa la delegazione colombiana che ha deciso di puntare tutto sulla condizione femminile, portando in processione quattro grandissime sculture raffiguranti croci con tanto di donne incinte crocifisse. Il tutto in bronzo, per acuirne l'intensità. A sdrammatizzare ci pensano i giovanissimi ragazzi di un centro sociale svedese che ballano e suonavano a ritmo delle percussioni. Un uomo in accappatoio li segue stringendo in mano un eloquente cartello con su scritto «Bisogna svegliarsi». Incredibilmente disciplinato il foltissimo gruppo di anarchici. Tutti in nero, tutti con bavaglio sulla bocca e cappello, tutti con bandierina rossa e «A» cerchiata. Forse una provocazione per liquidare gli incidenti del giorno prima, che hanno coinvolto una quarantina di persone all'interno di una manifestazione spontanea sotto lo slogan «Riprendiamoci le strade», e che per la prima volta hanno attirato un po' dell'interesse dei grandi media sul Forum. «I giornali hanno trattato pochissimo il Forum di Malmo - ci dice Jude, svedese tra i volontari con maglietta arancione - Si sono ricordati di noi solo quando c'è stato da riportare questo episodio che è molto più che marginale». Una piccola sassaiola e qualche vetrina rotta è il bilancio finale della giornata di venerdì. Tutto il contrario di ieri, quando una manifestazione ben più imponente ha sfilato pacificamente tagliando da nord a sud tutta la città, e attraversando per un breve tratto anche il centro storico. Come annunciato, la polizia non si fa vedere o quasi, per non accendere inutilmente gli animi. I negozi sono regolarmente aperti e la gente sta alle finestre ad applaudire. «È una cosa impressionante - ci dice Petter che ha sulle spalle la sua bambina di pochi anni e guarda il corteo dal portone di casa - A Malmo non si è mai visto niente del genere». A benedire le sue parole spunta una gigantografia di Karl Marx. Sorprende un po' tutti per grandezza e un anziano signore della delegazione francese si lascia sfuggire un malinconico «da quanto tempo non lo si vedeva a un corteo». Segue ritratto di Ocalan perché «anche la sua liberazione è possibile». Sono tanti i kurdi, molti di loro immigrati qui grazie alla favorevole politica scandinava in tema di asilo politico. Solidissimi i comunisti svedesi, omaccioni di cinquant'anni con in mano bandiera dal simbolo forte: una ruota fordista con dentro spighe di grano. Giallo su rosso. Sono contenti di essere qua e si augurano che «il movimento scandinavo diventi ancora più forte». La manifestazione è importante, il corteo lungo e cammina veloce. Dalle finestre sono in tanti ad affacciarsi, salutano e guardano ricambiati. «E' un appuntamento riuscito questo del corteo - ci spiega Paolo Beni, presidente dell'Arci, che non è nemmeno tanto d'accordo sul giudizio prevalente su questo Forum dal basso profilo, avvertito un po' da tutti come lo specchio di un momento di difficoltà nei movimenti: «Il Forum ha solo cambiato pelle. Non è più un raduno di massa. ma un incontro. uno scambio tra reti tematiche. Piuttosto questo è lo specchio di un momento di grande difficoltà delle società, della gente, fortemente oppressa dal disagio sociale, dalla progressiva erosione di uno spazio pubblico. La crisi è individuale e a questo bisogna reagire collegando le lotte sociali a quelle politiche, perché c'è un drammatico vuoto di rappresentanza. D'altronde il Forum non può avere l'obiettivo di fare sintesi. Non è un congresso». Marco Allots, sindacalista della Cgt, è arrivato da Parigi. «Sono qui per condividere le mie esperienze con quelle di altre organizzazioni di altri paesi e capire cosa possiamo fare con gli altri sindacati per migliorare le condizioni di vita delle persone, compresi i lavoratori in Europa e in tutto il mondo». A Malmo di sindacati ce ne sono tanti, costituiscono la categoria più rappresentata anche all'interno del corteo di sabato. «La cosa da sottolineare - dice Allots - è che oggi viene deciso tutto a livello europeo. Dunque, se vogliamo essere efficaci nelle nostre azioni dobbiamo essere uniti, non ci sono altre opzioni. Le persone hanno problemi comuni per quanto riguarda i settori dell'istruzione, della salute, che sono sotto attacco un po' dovunque. E noi dobbiamo dimostrare che siamo in grado di agire uniti, anche se veniamo da diverse culture e da diverse storie sindacali». Iadec ha 22 anni e viene dalla Polonia, ma vive da qualche mese a Malmo dove frequenta un master post laurea in sociologia. Nei mesi passati ha avuto modo anche di seguire la fase preparatoria del Forum, lavorando come traduttore, e si è fatto l'idea che «l'Esf rappresenti una piattaforma di comunicazione, capace di consentire a persone che hanno diversi punti di vista, storie diverse e programmi diversi di parlarsi l'un l'altro e trovare nuove soluzioni». Stessa età ha Iuel Ericsson, che sfila dietro lo striscione di un'associazione studentesca socialista. Sono qui «per combattere il sistema capitalistico», dice, in piena sintonia con lo slogan del corteo. Critica l'organizzazione del Forum che «ha disperso le attività e i seminari per l'intera città», ma si dice entusiasta per una manifestazione «impressionante», che ha pochi precedenti nella storia svedese e che «dimostra quante sono le persone che lottano contro il capitalismo».

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Settembre-2008/art70.html

Al Tappone è da urlo! :-))
Adottare subito!

Travaglio sei un mito.
Anche Cainano non è male.

fabio

Caro Fabio, potrei concludere, con stupore, che del futuro della sinistra non ti interessa nulla (dal momento che non ti sei ricordato di rispondere agli interrogativi che ti ho posto), vedo che ti bei nel trastullarti con questi giochini internettual-idiomatici tipo Al Pappone, ma non credo che sia voluto.Inoltre credo che insistere con questi giochini lessicali non faccia altro che accrescere il consenso dell'ogetto dei giochini stessi.
Spero che sia stata solo una semplice distrazione, anche io in fondo li trovo discretamente divertenti, ma devo richiamare la tua attenzione sugli argomenti più importanti proprio da te sollevati sul futuro della sinistra(diversamente non vedo l'utilità del tuo post sull'intervista a Capanna da me commentato). Richiamo la tua attenzione, c'è Gargantua che vuole rannicchiarsi annichilito! Ma come?! proprio lui che non molla mai!
Natura

Caro Marco Travaglio ti ammiro sempre di più, perchè ci vuole davvero un senso stoico del dovere per affrontare la visione di simili fiction senza che ne risenta lo stomaco, ma come fai!?
A me non riuscirebbe mai, non ricordo neanche che faccia abbia fed... pardon l'insetto.
Non saranno mai abbastanza i ringraziamenti per vedere certe cose "in vece nostra"... ma mi sorge un dubbio, non c'era Dario che raccontava Michelangelo sull'altro canale? Vuoi vedere che i videoitaliani abbiano preferito finalmente a maggioranza la cultura?

Natura

ALITALIA: CAI RITIRA OFFERTA

ROMA - Cai ha ritirato l'offerta per Alitalia. Si apprende da fonti al termine dell'assemblea della Compagnia aerea italiana. Presto sarà diffuso un comunicato.

BERLUSCONI, CONF.STAMPA SOLO A CONCLUSIONE VICENDA - ''Ho sentito al telefono palazzo Chigi e devo precisare che stasera non ci sara' nessuna conferenza stampa. Ho solo detto che parlero' quando la vicenda sara' conclusa. A quel punto faremo una conferenza stampa''. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al termine di una breve visita in un negozietto di bigiotteria a due passi da via del Plebiscito.

NON SONO PREOCCUPATO - "Non sono preoccupato, auspico una soluzione positiva". Lo ha detto Silvio Berlusconi, interpellato dai giornalisti sulla situazione della trattativa su Alitalia, appena tornato a Roma da San Giuliano di Puglia, passeggiando per il centro di Roma.

PRESIDIO PILOTI AD ASSEMBLEA CAI, 'MEGLIO FALLITI' - "Meglio falliti che in mano ai banditi". E' questo lo slogan scandito da un presidio di piloti e assistenti di volo di Alitalia e di Air One che si è radunato davanti al palazzo in centro a Milano in cui è convocata l'assemblea della Cai, Compagnia aerea italiana, chiamata a decidere dell'offerta su Alitalia. Il presidio composto ora da una trentina di persone, con cartelli che scandiscono cori all'indirizzo dei soci Cai, scandendo le frasi con fischietti

continua :http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_760676909.html

LA DONNA DELLA BANDIERA

Penso al tricolore là fuori e mi sento sola

di Ugo Dinello
"La prima cosa che vorrei dire ai giornalisti è: quando parlano di questi raduni leghisti a Venezia dicono che si svolgono in Riva degli Schiavoni. Errore: questa è Riva dei Sette Martiri, il luogo dove sette ragazzi furono fucilati dai nazifascisti. Sono le vittime di un odio seminato da cattivi maestri e diventato allucinante realtà. Ecco, il primo pensiero va a loro, a quelle vittime che sentono di nuovo i discorsi che poi hanno portato al loro martirio". Lucia Massarotto anche domenica, si è alzata alle 4 e tre quarti della mattina ed è andata al lavoro. Prima di uscire, però, come fa ogni volta dal 1997, mette fuori dal balcone del suo appartamento, di fronte al palco della Lega Nord, il tricolore. Ogni volta, da 11 anni, quando torna a casa, alle 13, si sente chiamare con il megafono dalle camicie verdi: "Lucia, hai lasciato la carta igienica attaccata alla finestra, vai a lavorareeeee". Lei, stanca per il lavoro, si mette i tappi alle orecchie e prova a pensare.

"Penso a questo clima di violenza gratuita. A quel ragazzo di Milano ammazzato a sprangate con le urla di "Sporco negro" nelle orecchie. Ma non solo a questo. E' il clima generale che è cambiato. Questo clima di violenza gratuita. Questi pensieri che ormai ci hanno invaso, che hanno cambiato in peggio questo mio Paese per colpa di questi cattivissimi maestri"

"E al governo è uguale. Basta guardarsi intorno. La mancanza di valori e il livello morale di questi governanti noti alle cronache giudiziarie, che con questi cattivi maestri fanno patti per stravolgere il Paese. Ecco: penso al Tricolore che ho messo alla finestra e al fatto che io non sono il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio e nemmeno un ministro, eppure io il mio tricolore lo difendo, con i denti. E continuerò a difenderlo. Io, che sono semplicemente cresciuta in una famiglia con forti valori morali e che questi valori ho interiorizzato e cercato di trasmettere. Intanto con il megafono continuano a insultare la bandiera".

"Certe volte urlano anche dei ragazzini: "Hai la carta igienica alla finestra", ripetono cioè quello che ha detto il loro cattivo maestro, perché sanno che lui non è stato punito e che lo possono fare anche loro. Io li vedo questi ragazzi: essere di destra per loro è una tendenza, un corso e ricorso storico. Ma in realtà è la politica che li ha tenuti apposta lontani. Io avevo input molto, molto minori di quelli che hanno loro. Penso alla musica, alla mia voglia di stare insieme quando avevo la loro età. Loro fuori dal branco non hanno più una personalità. Sono il frutto di un bombardamento selvaggio, con un modello che tenta di privarli di ogni capacità critica".

"Posso dire? Per questi ragazzi mi aspettavo una risposta diversa da parte della televisione pubblica. ecco, mi aspettavo che desse loro un'alternativa, che qualcuno potesse dire a loro: Non esiste solo quel modello da bamboloni. Ecco: mi aspettavo che si facesse di più per dare dei valori a questi ragazzi. perché in fondo non sono tanto più grandi di quegli altri, quei sette che hanno saputo dire di no alla barbarie, che per questo hanno dato la vita. E che ora devono subire pure l'affronto dei discorsi pieni di odio fatti proprio sul luogo in cui sono morti".

"Ecco, faccio questi discorsi, ripenso a quel Tricolore la fuori. E mi sento sempre più sola".

16/09/2008
http://www.articolo21.info/notizia.php?id=7402

In queste poche righe da "El Pais", un caso esemplare di come si costruisce il consenso all'epoca della transpolitica. Il dramma è che quello che leggiamo con una punta di commiserazione sulla stampa estera, per le nostre televisioni fa parte di un flusso incessante d'intrattenimento che ha già cambiato il Paese in profondità.

di Laura Lucchini - da El Pais

Silvio Berlusconi aveva annunciato la sua presenza al celebre programma di Rai1 Porta a porta, condotto dall'amico Bruno Vespa, per parlare delle trattative per salvare Alitalia, una crisi che può costare il posto di lavoro a 20.000 impiegati. Al suo fianco, al posto di un sindacalista o di un rappresentante del settore, era seduta la nuova miss Italia, Miriam Leone.

Per la sorpresa di chi aspettava di sentire il Presidente del Consiglio parlare di attualità, è stata miss Italia a prendere la parola in difesa della riforma scolastica del Governo Berlusconi, che prevede il maestro unico alle elementari, come 20 anni fa. “Io, mio padre e noi tutti siamo cresciuti con il maestro unico”, ha detto Miriam Leone. “Ci imponeva più disciplina, era un po' brutto, ma gli volevamo bene”.

E c'è dell'altro. Con un colpo di scena è comparsa nello studio del programma la campionessa di scherma Valentina Vezzali, fresca vincitrice di una medaglia alle Olimpiadi. La Vezzali ha offerto un fioretto a Berlusconi sfidandolo. Ma il Cavaliere ha rifiutato: “Non la potrei toccare neanche con un fiore”, si è scusato. “Presidente, io da lei mi lascerei toccare”. Ed è sceso il silenzio nello studio, rotto solamente dall'annuncio di Berlusconi che si comprerà un'altra casa sul Lago Maggiore: “Per evitare che caschi in mani straniere”. Il circo di Berlusconi gli ha regalato il 60% di popolarità, cinque punti in più di luglio.

Fonte:
http://www.megachip.info/

Gargantua purtroppo, purtroppo, purtroppo, lo so è tristissimo.
Ma io trovo davvero deprimente e dequalificante continuare a parlare di "questi quì" invece di concentrare le energie di tutta la sinistra per far nascere il nuovo "sogno condiviso", ti confesso sinceramente che è questo il mio problema.
Mi mette sottosopra lo stomaco... non sto scherzando.

Natura

Se “questi qui” (come li chiami tu) non fossero i padroni incontrastati di aspetti pregnanti della vita quotidiana, se non occupassero illegittimamente la dimensione mediatica del Paese mentendo, manipolando, disinformando e censurando, se non svuotassero ogni giorno un po’ di quella Costituzione scritta a garanzia dei diritti civili conquistati con la Resistenza per restaurare un autoritarismo neo-feudale di stampo fascista e razzista, se non distruggessero il parlamento, la scuola, la giustizia, i servizi, l’ambiente e, non ultima, la fantasia, se non si accanissero con ogni minoranza incolpabile del degrado sociale ed economico, ebbene, se non facessero tutto questo, ben volentieri rivolgerei le mie attenzioni a qualcosa di più gradevole ed edificante.
Ma se, allo stato delle cose, voltassi la faccia dall’altra parte nell’illusione che il non vederli, il non parlarne e il non saperne ne annulli l’influsso nefasto, allora avrei la sensazione di essere sulla strada dell’alienazione, del rifugio nell’irreale, del distacco dalla contingenza. E in qualche misura mi sentirei complice.
Io credo che un’idea condivisa possa nascere e crescere in parallelo alla nascita e alla crescita di una solida presa di coscienza dei problemi, della loro origine e della loro natura. E questo non può avvenire voltandosi dall’altra parte. E neanche, a mio parere, aspettando il Veltro..

Hai evitato abilmente le mie domande, ma i nodi vengono al pettine. "Questi" sono stati preferiti alla sinistra dagli elettori e quindi interrogarsi sui profondi perchè della sconfitta e cercare di maturare insieme un sogno a sinistra non mi sembra affatto assimilabile ad un voltarsi dall'altra parte; se la sinistra volesse ribaltare veramente il risultato elettorale dovrebbe anche lavorare su se stessa e riprendere a sognare non soltanto effettuare questa sfiancante ed inutile (data la vergognosa legge elettorale, accettata da tutti, con la quale si è andati alle urne che avrebbe regalato a questo paese, chiunque avesse vinto, una sorta di dittatura) azione di "marcamento ad uomo".
Un politico con la "P" maiuscola non è un guardiano, non è un commercialista ne un giudice o un agente della guardia di finanza ma deve sempre aspirare ad avvicinarsi il più possibile al filosofo, un Massimo Cacciari per intenderci. La sconfitta preme tanto alla sinistra ma non riflette sui perchè di questa sconfitta ed ha rinunciato a sognare e a far sognare. Le due cose possono convivere ma a mio avviso il vero voltarsi dall'altra parte è proprio la rinuncia al "grande sogno".
Se non si capisce questo temo purtroppo che ci si debba abituare ad una lunga e sofferta "opposizione".

a tal proposito non solo per la sinistra ma come fenomeno culturale che riguarda la maggioranza dei cittadini e che è purtroppo abbastanza diffuso oggi, riporto un articolo di Marc-Vincent Howlett

"Ci piacerebbe che la volgarità fosse appannaggio dei ceti popolari, e considerarla quindi il tratto distintivo di una discriminazione di classe.
Ci piacerebbe poterla ridurre a una questione di comportamenti o di atteggiamenti, così da renderla una caratteristica di coloro che non traggono vantaggio dai "dividendi" del potere. Ma la volgarità è ben altra cosa. È la rinuncia al pensiero, e in quanto tale può essere attribuita in parti uguali a tutti coloro che acconsentono a tale barbarie. La dimostrazione di questa rinuncia al pensiero ci è data da ciò che sta accadendo in Europa e altrove, e al ritmo stesso della mondializzazione dei mercati e del fluire dei capitali. Là dove si è smesso di pensare, l'ostentazione prende il posto delle idee e il risentimento si sostituisce al sentimento. La volgarità rinuncia a ogni volontà di pensare in maniera diversa, di distinguersi attraverso procedimenti mentali ambiziosi. Oggi i portatori di volgarità sono le élite e tutti coloro che sottoscrivono ai loro discorsi, e che pur compiacendosi della propria cosiddetta volontà di dinamicizzare l'arena sociale danno in realtà dimostrazione di una grande incapacità di pensare. Non possiedono alcuna ambizione se non quella di attenersi ai fatti, al presente dei potenti e a un'unica politica: quella della gestione di tale presente -laddove invece sarebbe bello puntare sulla novità, sull'originalità e su grandi progetti di emancipazione. Le élite non pensano, ma gestiscono - con grande gioia delle multinazionali, delle Borse e dei mercati della mondializzazione. Il politico è asservito all'economia, e la totale mancanza di una politica che possa dirsi autentica fa il gioco di chi dovrebbe "sapere", di quegli esperti che non sanno altro che ciò che è stato loro insegnato di sapere e che adattano la politica ai bisogni dettati dai protagonisti del potere economico. E nel caso non si fosse ancora capito, i mezzi di comunicazione - dei quali Sarkozy e Berlusconi hanno compreso l'importanza e sognano di assoggettare - diffondono questo messaggio affinché tutti accettino le condizioni della nuova fede, fonte di speranza estranea al liberalismo.
Non esiste possibilità di fuga, ma solo un ripetersi sempre uguale a se stesso, costruito in base a una logica che si finge naturale così da scoraggiare gli uomini a prendervi parte. Questo ripetersi nega la storia, la libertà e l'uguaglianza; in breve, nega la democrazia e genera dei "senza parte", come scrive Jacques Rancière, caratterizzati dal torto che è stato fatto loro. È in questa rassegnazione, che chiamiamo anche consenso, che risiede la volgarità. Nella liberazione di quel senso di risentimento che denuncia l'infamia di chi a tale consenso non può o non vuole cedere. In breve, nel trionfo del non-pensiero e dell'idiozia."

Ovviamente ciò è importante non per accusare nessuno, nello specifico nessuno a sinistra, ma solo per ricordarsi di non rinunciare tutti ai "grandi sogni", gli unici in grado di vincere davvero e di far vincere le elezioni alla sinistra.
Cercare di costruire il pilastro del nuovo corso a sinistra è altrettanto nobile come occuparsi dell'ultima puntata di "porta a porta", personalmente non ci vedo affatto nessuna rinuncia.
Questo è tutto ciò che ho da dire sul futuro della sinistra come piccolo aiuto a chi, come te (Gargantua) e Fabio, si interroga su di esso.
Quindi essendo solo la Natura e non una esperta stratega di partito, ritorno ad occuparmi innanzitutto di me e di voi uomini come totalità.

Natura

Sarà questa la riforma della giustizia? i giudici sempre meno indipendenti dall'esecutivo...da paura!!!

Altrochè sicurezza!!!

www.italiadeivalori.it

Postato da Pancho Pardi il 21 settembre 2008

Assalto bipartisan alla giustizia

Fin dall’inizio della sua avventura Berlusconi si è fatto scortare in Parlamento da una nutrita compagnia di suoi avvocati. Nei primi tempi passavano la maggior parte del loro tempo a difenderlo dai processi e dedicavano all’attività legislativa solo i ritagli di tempo.

Ora che il Lodo Alfano li ha sollevati da qualsiasi peso processuale hanno molto più tempo a disposizione. E gli effetti si vedono.
Gaetano Pecorella ha sfornato una proposta di legge costituzionale che sfigura l’intero assetto della giustizia e perfeziona la resa dei conti di Berlusconi con la magistratura.
Giudici e pubblici ministeri vengono separati all’origine con due diversi concorsi di ingresso. E ci saranno per loro due diversi consigli superiori della magistratura. Non senza ironia si immagina che quello dei pubblici ministeri venga presieduto dal ministro della giustizia: se il pm possa o non possa essere sottomesso all’esecutivo diventerà discussione di sapore archeologico.
Viene istituita una Corte di giustizia disciplinare in cui i magistrati e non togati saranno di pari numero: solo grazie alla clemenza di Pecorella non saranno in minoranza.

Ci sarà una Cassazione centrale per i reati gravi e Cassazioni regionali per i reati minori: si accettano scommesse su dove finiranno i reati di natura finanziaria e corruttiva.
Unica reale misura garantista è la custodia cautelare sul modello francese: si va in carcere solo dopo il contraddittorio davanti al giudice. Ma c’è da vedere in quali condizioni diverse vi arriveranno imputati di diverso peso.
L’obbligatorietà dell’azione penale sarà regolata per legge. Anche qui sarà interessante controllare il diverso destino tra i reati comuni e reati dei colletti bianchi.

In pratica la proposta Pecorella sovverte integralmente tutte le disposizioni fondamentali della Costituzione vigente.
E poiché le modifiche costituzionali sono laboriose e l’esperienza insegna che possono essere bocciate dal popolo nel referendum consultivo, il centrodestra mette all’opera i suoi tecnici anche su un piano più pratico e meno visibile. Su Repubblica D’Avanzo ha sostenuto che c’è un disegno per sottrarre la polizia giudiziaria al controllo del pubblico ministero. E’ cosa assai meno vistosa di una riforma costituzionale ma può essere altrettanto insidiosa.
Se la polizia giudiziaria non risponde al magistrato è normale che risponda all’autorità da cui dipende: il ministero dell’Interno. E potrebbe far sapere al giudice solo le cose filtrate dal controllo di quel ministero. L’autonomia del pubblico ministero non sarebbe nemmeno sfiorata ma la sua azione ne risulterebbe devitalizzata all’origine. D’Avanzo scrive che su questo progetto ci sarebbe un’intesa tra Ghedini e Violante.

Sempre su Repubblica Violante smentisce ma in una forma che conferma la sua intenzione di dare alla politica un ruolo di indirizzo sull’azione giudiziaria: precisamente ciò che “la politica” vuole e che la Costituzione impedisce.
Negli ultimi tempi è circolata assai la voce secondo cui Violante sarebbe candidato autorevole per la Corte Costituzionale. La sua smentita odierna è preoccupante almeno per due motivi: il suo tono potrebbe confermare che la candidatura è reale; le sue dichiarate intenzioni fanno temere sul serio che possa raggiungere quel ruolo ed esercitarlo.

Non sarebbe confortante scoprire tra qualche anno qualcosa di simile a quando si è dovuto ascoltare quel suo intervento in Parlamento rivolto al centrodestra: …ve l’avevamo detto che non toccavamo le reti televisive di Berlusconi…era ineleggibile ma nella giunta per le elezioni l’abbiamo votato

Un politico non può essere nè dovrebbe mai essere solo e semplicemente un "amministratore delegato" (dagli elettori) ma il portatore di un pensiero condiviso, qualcosa che comunque somigli a quella che una volta si chiamava ideologia.
Detto questo, occuparsi dei problemi contingenti è un diritto intoccabile che non metterei mai in discussione ma preferire "orizzonti diversi" non deve essere visto con sufficienza o superiorità da chi è totalmente "preso" dal presente e non preferisce adoperarsi per immaginare una possibile visione del mondo futuro.
Si può fare opposizione occupandosi del governo ma si può fare opposizione occupandosi dello stato di salute dell'opposizione stessa e di quale "ideologia" possa maturare ed offrire a chi ha perso per sempre il sogno del socialismo, scusate se è poco!

Natura

Forse non ti sei accorta che chi segue con attenzione quanto succede giorno dopo giorno e critica, si scandalizza, porta qui il pensiero, il giudizio e le iniziative di altre persone lo fa proprio perchè ha un ideale di società civile che vede calpestato giorno dopo giorno.
Evita di immaginare, per favore, che se tu hai perso un sogno e ti sei data all'ambientalismo, tutti qui siano privi di sogni e di ideali e, non sapendo più a che santo girarsi, possano abbracciare l'"ideologia" ambientalista.
L'ambiente sta a cuore a tutti in questo blog, ma nessuno, credo, pensa che la questione ambientale non sia strettamente intercorrelata con la questione sociale.

Allora non hai capito la domanda.
Io il socialismo lo capivo ora non ho ben capito qual'è l'ideale della sinistra e visto che tu sei così fortunata da non averlo perso ti chiedo gentilmente di raccontarmelo il tuo grande ideale cosi come io mi sono messa "a nudo" con voi (intellettualmente parlando).
Allora qual'è la grande ideologia che anima la sinistra oggi?
E se come credo che sia è soltanto un labile ricordo di quel colosso che animava i cuori dei nostri avi e che gli ha permesso di liberare l'Italia dal fascismo credi che questo labile ricordo oggi basti?
In un mondo in cui il capitalismo si sta già trasformando per l'ennesima volta ad una velocità che tu amante dell'ozio non immagini neanche?
Brava continua a pensare che darsi all'ambientalismo è come darsi all'ippica!! Come se la questione ambientale fosse cosa da poco!
Magari penserai anche "ma che vuole questa rompiscatole?! non lo vede che qua stiamo combattendo una sacrosanta battaglia contro il potere, ma che vuole con queste ridicole questioni sull'ambiente, perchè non va a rompere l'atmosfera magari in un blog di nicchia come quello dei verdi o di greenpeace?!
E invece no, siccome a me sta a cuore il futuro della sinistra mi adopero perchè anch'essa parli seriamente di certe cose, secondo te perchè non scrivo nel blog di Jacopo? Perchè sarebbe superfluo dato che lui ne parla già egregiamente da solo e non ha certo bisogno di me.
Complimenti, non hai ancora capito che tutta l'umanità tra poco dovrà "darsi all'ambientalismo" come dici tu, e occuparsi di ambiente te compresa! Non sarà più solo appannaggio dei verdi o del wwf ma interesserà tutti anche chi come te lo ritiene una semplice questione intercorrelata con quella sociale.

Natura

'In un mondo in cui il capitalismo si sta già trasformando per l'ennesima volta ad una velocità che tu amante dell'ozio non immagini neanche?'
Mai detto che ami l'ozio, ti ho solo suggerito di leggere un libro di Bertrand Russell che, con tutta probabilità, non è alla tua portata, visto che non brilli per senso dell'umorismo e ti manca il concetto di 'otium'.
Sai che Jacopo Fo è figlio di Franca Rame? Ti sei presa il tempo per leggere questo blog? Se lo hai fatto ti è sfuggito che qui si parli molto seriamente dei temi che sembrano appassionarti e che, guarda caso, sono tremendamente intrecciati con la politica. O forse non ci hai fatto caso?

Vorrai scherzare? Mi chiedi se so che jacopo è il figlio di Franca e di Dario?
Ma cosa vuoi da me, devo invitarti nella mia domus per farti vedere i libri di Jacopo in libreria?
Continua ad offendermi pure e a paragonarmi a qualche blogger ignorante che prima di me sarà venuto a scrivere in questo blog e ti ha "traumatizzata".
Questa volta hai preso un "abbaglio"
Secondo te non lo so che l'ambiente dipende dalla politica? Veramente mi credi così stupida? Ma se è il fondamento di tutta la mia formazione culturale. Ma se sono settimane che ripeto che l'azione umana (economica e politica) influisce fino ad oggi negativamente sull'ambiente. Ma ti rendi conto di quali domande contraddittorie mi poni?
Davvero, lasciami perdere!

Natura

Per chi desideri sapere qualcosa di più del pensiero di Howlett che ha pubblicato in aprile il saggio 'Triomphe de la vulgarité', c'è una bella intervista a questo indirizzo :
http://dailymotion.alice.it/video/x4k1vn_interview-integrale-de-marcvinc...
Nel corso dell'intervista passa dall'analisi di quella che definisce 'democrazia empatica' - la falsa democrazia in cui un capo di stato illude una popolazione dichiarando di interpretarne bisogni e desideri come fanno Sarkozy e Berlusconi- alla democrazia partecipativa che riconosce a ciascuno la capacità di assumersi la responsabilità del proprio pensiero e delle proprie scelte e vede nei grandi temi affiorati nel maggio del '68 i semi per una nuova coscienza politica e sociale.
L'idiota è chi, incapace di un pensiero critico e di visione prospettica della storia, immagina che il presente possa essere ignorato o sia privo di spunti di analisi.E' esattamente questo che la 'democrazia empatica' cerca di ottenere attraverso la manipolazione delle coscienze.

Spero che i fuochi divampati tra di noi si siano sopiti con questi ultimi miei due commenti, utili a capire la "mia" posizione ed il "mio" modo di fare politica ed opposizione che è soltanto diverso dal tuo ma comunque non da meno e pertanto apprezzabile; ti ringrazio per aver contribuito "costruttivamente" con questo intervento (è questo secondo me l'approccio giusto) e per le cose che mi hai insegnato in passato e spero anche io di averti più che insegnato direi "ricordato qualcosa". Ovviamente ciò vale anche per Gargantua, per Fabio per Lapace e per tutte le persone che "a modo loro" si impegnano per gli altri, persone speciali, la mia critica è più per la parte della sinistra che si occupa dell'aspetto ideologico, filosofico, etico.
In ogni caso io, la Natura, farò qualcosa che il socialismo non è riuscito a protrarre per molto, riuscirò la dove è fallito il proletariato, metterò paletti e limiti assolutamente invalicabili al capitalismo ed al suo principale difetto, l' accrescimento tendente all'infinito, un'accrescimento possibile solo teoricamente ma praticamente no, che non troverà una corrispondenza nelle mie risorse.
Gli uomini devono stare attenti solo a non farsi trascinare nel baratro dell'estinzione da un capitalismo testardo ed oltranzista, è su questo punto che tutti farebbero bene a dedicare la propria azione di vigilanza più che sul singolo uomo politico (un'azione da questo punto di vista insignificante che non salverebbe nessuno), come ho già detto altre volte è una questione di priorità.
L'idiota è chi approva, chi vota e chi crede in questo finto soddisfacimento di bisogni ma anche chi rincorre, chi accusa, chi denuncia, senza uno straccio di ideologia, di programma, di alternativa, di visione futura del mondo ma solo battendosi il petto ed urlando come se fosse appunto un primate capace solo di guardarsi la punta dei piedi.
E solo per questo tipo di azione l'elettorato si dovrebbe spostare a sinistra e abbandonare la illusoria democrazia empatica?
Mi contengo limitandomi al sorriso.
Occorre un mutamento culturale etico di ognuno a sinistra, di tutti, il "nuovo corso" ideologico di cui parlava anche Gargantua. Bisogna che la sinistra alzi lo sguardo e veda oltre l'orizzonte degli eventi, come faceva brillantemente in passato.
Marx aveva regalato agli uomini un paio di occhiali magici attraverso i quali il mondo si poteva vedere diversamente, oggi a sinistra sono come ciechi, hanno perso gli occhiali magici.
Ricordate: da oggi, (incredibilmente proprio quando in Italia i verdi sono stati estromessi dal parlamento) lo schieramento politico che sposerà per primo la causa ecologista, sopravviverà.

Natura

Tu, in quanto essere umano, cosa fai per rendere possibile tutto quanto dici? Penso che potrebbe essere utile esaminare quanto in realtà possiamo fare per evitare un ulteriore aggravamento delle condizioni dell'ambiente in cui viviamo.

Quale uomo?
Come Natura non lo vedi? Cerco di svegliare chi è preso totalmente dai meccanismi e dagli eventi e di ricordargli che esisto anche io, Natura.
In quanto ai consigli per salvare il pianeta esistono centinaia di pubblicazioni fatte da voi uomini a tal riguardo (HO GIA'FORNITO NEL BLOG UN ELENCO DI AUTOREVOLI AUTORI) e poi credo che anche io qualche consiglio ve l'ho gia dato.
Hai già dimenticato le mie "tre" lettere all'umanità che proprio da te erano state paragonate a gustosi piatti di origine contadina?
Non vorrei ripetermi per poi essere accusata di spamming, chi vuole leggerle o rileggerle le troverà in questo blog, almeno le due che sono sopravvissute ai "mutamenti climatici" (consapevole che la colpa fu mia per non aver citato le fonti ma forse un giorno lo farò se necessario).

Natura

Vedo che non sei in grado di dire cosa fai tu, come essere umano, per arginare i danni all'ambiente.
Pazienza, non offenderti poi se parlo dei tuoi messaggi all'umanità come di minestroni o parlo di 'spunti deliranti'.
Sai , penso che sia importante stare coi piedi per terra, non alimentare con ideologie e fanatismi il disastro culturale in cui viviamo.

Quando non sai più come argomentare cerchi sempre di tirami fuori la donna che scrive per me, lo hai sempre fatto fin dall'inizio e continui a farlo.
Questa tua insistenza non ti porterà a nulla purtroppo.

Stai pure con i piedi per terra, il tuo problema è che devi capire se su questa terra vorrai continuare a starci in piedi con tutto il resto dell'umanità o tornare ad esserne parte con tutto il resto dell'umanità.
Riguardo alle accuse di fanatismo non meriti neanche una risposta.

Natura

I tuoi dubbi sono anche i miei...

Dunque per la proprietà transitiva, allora posso anche rispondere a te.
Cristiana parla di disastro culturale, ma è proprio quello di cui parlo anche io dalla mia prima lettera all'umanità se non ve ne foste accorte! la differenza è che lei si limita a parlare del disastro culturale indotto dal potere politico, economico e mediatico e fin quì siamo daccordo e combattiamo tutte per un unica causa.
In più io muovo una critica (se volete anche autocritica)
alla sinistra che non ha più una visione futura del mondo basata su una qualsiasi ideologia o idea e in più si lamenta della perdita di consensi.
E' questo il disastro culturale che personalmente maggiormante mi interessa!
La Natura, la causa ambientalista possono venire in aiuto e non poco, sta a voi teste pensanti sviluppare e maturare il nuovo corso, se lo riterrete utile oltre che a salvare il pianeta a salvare la sinistra stessa.
Diversamente non saprei cosa consigliare a chi vede sempre di più diminuire i propri consensi elettorali.
A questo punto la domanda è:

Non credete che il capitalismo si stia già muovendo per sposarmi?

Non accorgersi delle emergenze del mondo naturale è una specie di malattia abbastanza diffusa tra gli uomini che vivono solo di tecnosfera, una sorta di "Negligenza Spaziale Unilaterale" che non gli consente addirittura di individuare e riconoscere quella porzione dello spazio, che pur gli è vitale, universalmente riconosciuta come biosfera, figuriamoci difenderla.

Natura

Come mai scrivi: “…sta a voi teste pensanti sviluppare e maturare il nuovo corso…”?

Tu non sei una testa pensante? Oppure non sei parte in causa?

Non capisco a che titolo tu ritenga di collocarti “altrove”, mentre in realtà sei parte di quel processo di cui vuoi delegare altri. Se non vedi un sogno condiviso è perché anche tu non sei capace di concepirlo (o di recepirlo?), al pari di quelli che tu accusi.

Credo che il cambiamento più rivoluzionario passi dall’acquisizione (e può risultare essere la cosa più difficile) di responsabilità e di coscienza, il che presuppone la comprensione dei fenomeni delle società umane e dell’interconnessione con l’ambiente.
Impegno, partecipazione, democrazia partecipativa, coinvolgimento dei cittadini nei processi politici, difesa dei diritti umani, solidarietà, sono solo alcune delle forme che può assumere il rimedio contro l’idolo del profitto, contro l’appiattimento delle coscienze, contro l’aggressione alle conquiste di civiltà della nostra storia.

A volte ho l’impressione che il “gioco a interpretare la natura” ti stia un po’ risucchiando fuori dalla tua realtà umana, tanto da indurti a pensare che in questo blog ci siano persone sprovvedute e distratte, da svegliare e istruire con la causa ambientalista. Tanto da indurti ad ammonirle quando “divagano” parlando delle manovre di potere della destra al governo. Forse ci sottovaluti.

Vorrei che tu riflettessi in modo critico su questo tuo atteggiamento, magari tenendo conto che siamo tutti teste pensanti.

Daccordo testa pensante, ciò che ho detto a "LaPace" ed a "una donna" lo ripeto anche a te.
Io il mio grande sogno te l'ho esposto.
Ora tocca a te.
Non potete accusarmi di non vedere la decadenza dell'Italia di oggi quando io vi accuso di non vedere la decadenza dell'umanità di oggi e vi esorto (per il vostro bene)a fare autocritica.
Non pretendo che mi illustri il grande sogno della sinistra dei partiti ma me lo spieghi al fin qual'è almeno il tuo grande sogno?
E di seguito ritieni che possa essere il tuo grande sogno proponibile, assimilabile, condivisibile dalla sinistra per cercare di ridarle slancio e vitalità aumentandone i consensi?

Natura

Come vedi delirio, pressapochismo,confusione continuano a manifestarsi senza apparente soluzione di continuità.
Non ultimo l'avere il nick Natura portato nel blog un articolo di Howlett letto con gli occhiali del pregiudizio che la anima e di cui , ovviamente, non conosceva nulla e di cui continua a non capire nulla, stando a quanto ha scritto.
Il degrado culturale è anche questo, il non sapere neppure cosa scegliere da condividere con altri, il non avere strumenti critici, l'agire in modo impulsivo seguendo un pregiudizio ideologico.

Se persiste dovremo chiedere nuovamente un intervento.
Purtroppo non c'è altra via.
Mi pare tu stia facendo e abbia fatto tutto il possibile così come gargantua, dafne e tanti altri...

A questo punto credo che la sola strada possibile sia quella dell'ignorare sistematicamente quanto il nick Natura scarica in questo blog.
Ho provato a rispondere ma, come hai visto, tutto cade in un vuoto abissale.
Per quanto sta a me, lascerò cadere le sue provocazioni tese a coinvolgere me come altri partecipanti del blog nel suo delirio.
Abbiamo risposto, ma questo non fa altro che alimentare un suo bisogno spasmodico di visibilità.
Meglio lasciar perdere, è ancora peggio che col Fusi...strana analogia dal punto di vista etimologico.

Strana analogia col Fusi davvero. Ricordo che in quell'occasione fu utile l'invito di gargantua a decidere insieme il da farsi..

E' più semplice di quanto tu immagini LaPace. Non conosco questo tuo amico Fusi e ne mi interessa la notorietà, mi preme solo che anche la sinistra cominci ad attivarsi sulle emergenze ambientali. Ma perchè vi sembra cosi strano questo proposito, davvero non capisco?!

Natura

Quello che mi viene in mente, da dedicare a Natura, anche in relazione alle ultime dissertazione sullo studio, sono le frasi di Brecht che riporto qua sotto.
Credo che ci voglia un buon senso critico e una notevole volontà di introspezione per assumerne tutto il significato.

Ho sentito che non volete imparare niente.
Deduco: siete milionari.
Il vostro futuro è assicurato – esso è
Davanti a voi in piena luce. I vostri genitori
Hanno fatto sì che i vostri piedi
Non urtino nessuna pietra. Allora non devi
Imparare niente. Così come sei
Puoi rimanere.
E se, nonostante ciò, ci sono delle difficoltà, dato che i tempi,
Come ho sentito, sono insicuri
Hai i tuoi capi che ti dicono esattamente
Ciò che devi fare affinché stiate bene.
Essi hanno letto i libri di quelli
Che sanno le verità
Che hanno validità in tutti i tempi
E le ricette che aiutano sempre.
Dato che ci sono così tanti che pensano per te
Non devi muovere un dito.
Però, se non fosse così
Allora dovresti studiare.

Non dirlo a me che sono nata in una famiglia povera e ho dovuto passare tutta la mia vita piegata sui libri. Perchè all'epoca in questo credevano i miei genitori e li ringrazio di non avermi mai insegnato a sognare di fare la velina.

Natura