2012

[AUDIO] Dario Fo a "Io, Chiara e lo scuro"

E’ pericolosissimo staccare il Corpo dalla Testa! Come nelle favole,  il corpo non si può distinguere … (Però revedi che litighino tra loro le nostre parti?) Guai Guai se non ci fosse una contrapposizione! È permesso anche l’insulto.
 
Presenta la tua mostra dal punto di vista psicoanalitico…
Beh, diciamo che rappresenta la mia vita da quando avevo 14 anni quando mi sono presentato all’Accademia di pittura di Brera e ci sono rimasto per 8 anni. lì ho ricevuto viatici incredibili, crisi, situazioni di gioia e anche una specie di confusione che mi ha messo in crisi…
 
il tuo primo ricordo
Prima di tutto ho avuto una grande fortuna che all’inizio si era manifestata in forma d’angoscia. Sono arrivato sul lago Maggiore e lì c’era una fonderia importante e anche una struttura, quella della vetreria. A lavorare c’era gente che proveniva da tutta Europa, sto parlando di quasi 70 anni fa. Questi maestri che soffiavano il vetro erano capi tribù: venivano da tutto il mondo… io sono andato fuori di Testa! Parlavano tutti lingue diverse… ma La cosa divertente è che la lingua comune non era l’italiano ma il dialetto del lago Maggiore che io non conoscevo… Conoscevo altri dialetti ma non quello…  ho avuto un doppio trauma! poi però ho capito che era una gioia incredibile! Tutto questa buriana di termini, di linguaggi ti costringevano a inventare… Io ho inventato allora una forma di linguaggio onomatopeico che mi è stata utilissima per quando ho cominciato a fare teatro! Quelli lì facevano teatro ma non lo sapevano…
 
I maestri  per me sono stati le persone, la nuova popolazione che  incontravo. E loro sono stati un regalo della fortuna. Del resto I conflitti sono quelli che insegnano a svolgere in modo nuovo la nostra vita.
 
Quand’è che hai scoperto “io sono dario fo”?
… non lo so ancora! E’ importante non darsi mai dell’importanza oltre quella che ti danno le persone intelligenti.
 
Nemmeno il giorno del Nobel ti sei reso conto che..forse?
Beh, in quel momento ho vissuto una strana sensazione. Pensavo fosse una beffa. E poi ad un certo punto mi sono resa conto che era tutto vero. Me ne sono accorto dal commento successivo degli intellettuali veri, raffinati che dicevano “Com’è possibile che a un giullare… che a un comico… non si può!” C’è gente che si è ammalata, ha avuto delle crisi per colpa del mio successo. Lo so che me l’hanno raccontato degli amici, facendomi delle risate.
 
Oggi se diciamo Potere, che ti viene in mente?
Il Potere è sgomento, è pieno di paure. Sono saltate tantissime regole. La parte dominante del sistema sta avendo delle frane, una dopo l’altra. L’energia vera la vedo come sempre nei ragazzi, anche quando sbagliano, anche quando esagerano: c’è sempre un moto vivo, attivo.
 
Ma quando c’era Berlusconi non eri un po’ invidioso era quasi un giullare meglio di te?
E’ sempre stato di terza categoria!! E’ sempre stato banale, triviale. Si può anche essere provocatori: la sessualità, la violenza sessuale fanno parte della natura umana, del linguaggio, ma quando diventano banali, divenano l’offesa dei più deboli, allora veramente bisogna dire “No! stai andando fuori Chiave, fuori tempo”.
 
Dario ,Come sta tua moglie Franca Rame?
molto meglio.
Lei mi porta via tutto quello che è banale ,inutile… è lei che mi ha insegnato l’ironia, il grottesco. Bisogna fare in modo che le nostre diversità si competrino, che le nostre differenze non siano un fastidio ma un arricchimento. E’ importante andare avanti e rigenerarsi. E Se ci si scontra bene.
 
Ti accorgi che è la donna della tua vita quando non puoi stare senza. Se l’amore è dipendenza in questo modo… ben venga.
 
La sessualità è la forma più alta di tutto l’ingegno. Liberarsi dentro la sessualità e reinventarla è una chiave di volta straordinaria.
 
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[STAMPA] Dario Fo: "Si fermi questo scempio"

Giovedì 07 Giugno 2012 - 08:28
 
ROMA - Tutti contro la discarica, la protesta si allarga a macchia d’olio. E accoglie nel coro dei no pure le voci dei vip. Come accaduto per il fronte del no ai rifiuti per Villa Adriana, anche in difesa di Pian dell’Olmo stanno arrivando adesioni eccellenti. Primo fra tutti il premio Nobel Dario Fo che si è espresso contrario alla realizzazione della discarica nelle cave lungo la Tiberina: «Si fermi questo scempio». Al suo fianco anche la scienziata Margherita Hack, solidale con la protesta dei comitati.
 
Ma non solo. Al coro dei contrari si unisce anche un’ugola d’eccezione: «Antonello Venditti ci è vicino – ha annunciato ieri pomeriggio il vicesindaco Arcuri – l’ho sentito al telefono e mi ha assicurato che non appena torna a Roma verrà qui da noi al presidio per darci coraggio. Non siamo soli». Il cantautore romano, infatti, ha lo studio di registrazione, da anni, proprio all’interno di quel polmone di verde che ora rischia di sparire.
 
La lista delle adesioni si allunga di ora in ora. Anche l’attore Ulderico Pesce ha fatto sapere che sta pensando di portare in scena a Riano, per i cittadini in agitazione, il suo spettacolo teatrale «Asso di monnezza». Solidale con i rianesi le attrici Giovanna Ralli, Lidia Ravera e Minnie Minoprio. E ancora il regista Pasquale Squittieri, il musicista Paolo Benelli e la presentatrice Susy Blady. (L.Loi.)
 
fonte: leggo.it
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[STAMPA] A Udine, il ritorno di Dario Fo e Franca Rame con il Mistero Buffo

dario fo e franca rameGrande evento a Udine con il ritorno a teatro di Dario Fo e Franca Rame di nuovo in scena con Mistero Buffo il capolavoro del teatro popolare del “giullare” Premio Nobel, a quarantadue anni dalla prima rappresentazione, per un’unica e imperdibile data regionale in programma domenica 17 giugno (inizio ore 21) al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
L’evento, inserito all’interno della programmazione di UdinEstate 2012, è organizzato da Comune di Udine, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine con il sostegno di Fondazione Crup, AMGA e Unipol Assicurazioni.
Ad anticipare lo spettacolo sabato 16 giugno alle ore 18.00 nella Corte Palazzo Morpurgo, alla presenza dell’artista si terrà l’inaugurazione della mostra Dario Fo – La pittura di un narratore a cura di Marco Biscione e Nicoletta Osanna Cavadini. Il Premio Nobel per la letteratura racconterà i suoi dipinti accompagnando i visitatori alla mostra in Casa Cavazzini (posti limitati).
A Udine Dario Fo e Franca Rame sono di casa, già ospiti nel 1994 proprio con Mistero Buffo e con Settimo: ruba un po' meno! N. 2  e nuovamente nel 2003 con L'anomalo bicefalo sempre per la stagione Teatro Contatto. Nel 1995, per la quarta edizione de l’Ecole des Maîtres, corso di alta formazione teatrale a carattere itinerante, ideato da Franco Quadri e promosso in Italia dal CSS, Dario Fo è stato Maestro del prestigioso stage per attori europei elaborando improvvisazioni dal suo formidabile "Manuale minimo dell`attore".
Dal 1969, anno in cui Dario Fo e Franca Rame lo misero in scena per la prima volta a Milano, in un capannone di Porta Romana, Mistero Buffo è stato replicato centinaia di volte in tutto il mondo. Lo spettacolo nacque con l’intento di dimostrare l’esistenza di un teatro popolare di grande valore, che nulla aveva da invidiare ai testi di tradizione erudita, che erano espressione della cultura della classe sociale dominante. Mistero Buffo mescola assieme, con inventiva inesauribile, monologhi della tradizione popolare tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, canovacci rappresentati secoli fa nelle strade e contrade dai comici dell’arte di tutta Europa, brani recitati da Arlecchino e dalle maschere della commedia italiana.
«Debuttando anche fuori dall’Italia, dall’Inghilterra alla Spagna, per poi arrivare in Grecia e in Russia – ricordano i due attori – rintracciavamo brani del tutto sconosciuti raccolti da ricercatori di Paesi e culture diverse. Noi li si metteva in scena quasi a soggetto. Il testo definitivo lo si stendeva solo dopo averlo recitato per mesi interi. Ritrovammo canovacci rappresentati secoli fa dai comici dell’arte, soprattutto in Francia, brani recitati da Arlecchino e da altre maschere, e in seguito a un nostro viaggio in Cina riuscimmo ad arricchire il nostro repertorio anche della “Storia della tigre”. Così, ad un certo punto, ci accorgemmo recitando a Roma nello chapiteau di un circo viaggiante che raccoglieva più di 2000 persone, che la mole del testo di Mistero Buffo si era ormai decuplicata. Per riuscire a misurarne la dimensione decidemmo di recitare ogni sera uno spettacolo con testi completamente differenti. Così si giunse a mettere in scena la bellezza di sei “Misteri Buffi”.»
Dopo quasi mezzo secolo, Dario Fo e Franca Rame tornano in scena con una selezione di testi dal loro spettacolo storico, condita da un’immancabile dose di improvvisazione, da sempre cifra distintiva del teatro di Fo.
“Dovete capire – continua la coppia – che per noi recitare non è solo un mestiere, ma è anche e soprattutto un divertimento. Che raggiunge il massimo del piacere quando riusciamo a inventarci nuove situazioni e buttare all’aria convenzioni e regole. Speriamo di comunicarvi questo nostro spasso e di riuscire a sorprendervi, farvi ridere e magari pensare”.
Per prevendite Biglietteria Teatro Nuovo Giovanni da Udine da mercoledì 6 giugno: via Trento 4, 33100 Udine, tel 0432 248418 da lunedì a sabato dalle ore 16 alle ore 19 www.teatroudine.it e sul circuito Vivaticket www.vivaticket.it e nei punti vendita Vivaticket di tutta la Regione.
Per informazioni è possibile anche contattare il: CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, tel. 0432.504765 [email protected] e Puntoinforma, Palazzo Morpurgo - via Savorgnana 12, tel. 0432 414 717 – 8, [email protected], www.udinecultura.it
fonte: teatro.org
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[VIDEO] A Palazzo Reale con Dario Fo l'Orchestra Giovanile della Scuola Don Milani - Reggio Emilia

Domenica 20 maggio, nell'ambito della mostra "Lazzi sberleffi dipinti" di Dario Fo, nella sala delle Otto Colonne a Palazzo Reale a Milano, l'Orchestra Giovanile della Scuola Don Milani condotta dal M° Tatiana Caselli si è esibita insieme ad allievi dell'Istituto Superiore di Studi Musicali "Achille Peri" di Reggio Emilia. Inoltre nella stessa mattina si è esibita l'Orchestra Giovanile dell'Istituto Peri diretta dal M° Gabrielangela Spaggiari.
Le due orchestre fanno parte del sistema di orchestre e cori giovanili e infantili in Italia, che prende spunto dalla celebre esperienza venezuelana del Maestro Abreu.
Nell'ambito di un'unica mattina in questo modo si è sintetizzato l'inizio e la fine di un percorso.
Dario Fo, essendo venuto a conoscenza dell'esperienza reggiana, ha creato tre giornate di musica fatta da giovani, per onorare la cultura e la creatività che partono dall'infanzia...

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DARIO FO IN VISITA ALLA MOSTRA DI PALAZZO REALE NEL GIORNO DELLA CHIUSURA - DOMENICA 3 GIUGNO

Con un notevole successo di pubblico, oltre 20.000 presenze in due mesi e mezzo, domenica 3 giugno si chiude la Mostra di Dario Fo Lazzi Sberleffi Dipinti a Palazzo Reale di Milano.

Durante questo tempo sono state realizzate ben venti visite guidate all’esposizione con Dario Fo e i suoi collaboratori che di fatto hanno messo in scena veri e propri spettacoli itineranti nei quali si commentavano dipinti, fondali scenici, maschere teatrali, pupazzi e burattini per mezzo dei quali si narravano commedie antiche e satire moderne.

Ogni settimana sono stati organizzati incontri con il pubblico nei quali Dario Fo incontrava professori universitari, autori di testi storici e di narrativa come Chiara Frugoni, Salvatore Settis e Stefano Benni. Inoltre sono stati messi in scena concerti che vedevano come protagonisti centinaia di bimbi musici che eseguivano brani classici e moderni.

Domenica 3 giugno alle 17 Dario Fo e Franca Rame saranno presenti in mostra per salutare i visitatori che riusciranno a superare le transenne approntate per la visita del Santo Padre.

 

 

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[STAMPA] Family 2012: Dario Fo, non era il caso visita del Papa a Milano

(Adnkronos) - Sul momento travagliato per il Vaticano, in seguito agli arresti dei 'corvi' e alle fughe di notizie, Fo commenta: "Provo commozione umana per il Papa. Come Pontefice in questa situazione si sta trovando ad affrontare delle grane terribili".
 
Alla domanda se, visto che il Papa si trova a Milano, lo inviterebbe a un suo spettacolo Fo risponde ridendo. "Un Papa - racconta - ha gia' visto un mio spettacolo. Avevo recitato una commedia, 'Il Papa e la strega', e sono venuto a sapere che in Vaticano avevano registrato lo spettacolo, tramite la Rai. Io facevo la parte del Papa polacco. E deve essere arrivata a lui, Wojtyla che penso sia stato spiritoso. Si sara' fatto due risate e l'avra' fatto vedere ai cardinali".
 
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APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO

 

Appello al Presidente della Repubblica

di Franca Rame, Jacopo e Dario Fo

Dopo la catastrofe del terremoto in Emilia Romagna, Antonio Di Pietro e molti altri hanno chiesto al presidente della Repubblica di annullare il ricevimento del 1° giugno nei giardini del Quirinale e la parata militare del 2 giugno perché – ha detto Di Pietro - “è una follia sperperare tanti soldi: in un momento così difficile per il nostro Paese, colpito da una gravissima crisi economica e flagellato in queste ore dal terremoto, è opportuno utilizzare quei fondi per fini sociali e di solidarietà. Sarebbe il modo migliore per onorare la nostra Repubblica”. Ma il presidente Giorgio Napolitano ha risposto che non intende annullare nulla, e anzi  “non è il momento dei piagnistei”. Ne deduciamo che una popolazione terremotata con sedici morti si salva solo con i ricevimenti e con le sfilate, o abbiamo capito male? Signor, Presidente, per favore, ci illumini. E poi chieda scusa e cambi idea.

Argomento: 
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Non c'è più lealtà. Nessuno è al suo posto. Dario Fo su "L'Unità" di martedì 29 maggio 2012

Specchio d'Italia in frantumi, così stanno le cose. E ogni frammento riflette ciò che può, nei tempi veloci di un presente che non smette di sorprendere sfiatando vergogne tra le smagliature della cronaca. Ora tocca al calcio mostrare di che pasta sia fatto non tanto lo sport più amato dagli italiani, quanto il quadro di riferimento etico al quale il Paese sembra appeso. Calcio, in Italia, è potere; negli squarci aperti sul mondo del calcio gli italiani possono ora con impietosa chiarezza trovare conferma delle dinamiche di un potere che più in generale amministra bisogni e pulsioni di milioni di cittadini. Non c'è traccia di lealtà nei fatti contestati al calcio e a suoi interpreti, non c'è traccia di generosità, tutto si compra, o quasi, a dispetto di quanti invece non sarebbero disposti a far mercato nero di una prestazione o di un goal. Il Vaticano è potere, più del calcio: decide governi e legislazione civile più di una maggioranza parlamentare. Ma ecco che l'impianto morale evangelico appare azzerato dall'intreccio dei veleni che regolano i piani altissimi della Chiesa, così come mostrano tristemente i carteggi nei cassetti di San Pietro. Slealtà  e  ingenerosità,  anche qui.  Calcio  e Chiesa.  Come  se  i  vescovi  si  fossero  vestiti  da calciatori, come se i calciatori si fossero vestiti da vescovi e tutti, appassionatamente, avessero truccato e avvelenato risultati, relazioni, obblighi morali. Nessuno è al suo posto. Certo, la cronaca non rende giustizia al buono che pure c'è, vive, resiste qui e lì, ma i fatti sono devastanti. È un disastro per l'Italia, un doloroso momento di autocoscienza  di  massa.  Ne  usciremo i migliori oppure lo choc seppellirà la voglia di partecipazione e di consapevolezza in un deserto di autismo esistenziale? Intanto ripensiamo a quel che è accaduto ad un'altra colonna portante della nostra società, la politica. Conviene chiedersi perché  gli  italiani  abbiano  tanta  poca  stima  della politica e dei politici. Qualcosa di positivo è stato fatto in questo mondo: a qualche cosa i suoi interpreti hanno rinunciato sotto la spinta di una critica sempre più accesa, ma perché resta nelle coscienze degli italiani l'amarezza di una "prova" che non ha dato i risultati sperati? Perché, l'immagine che i politici hanno offerto è quella di un insetto che, attaccato dall'alto, tende ad arrotolarsi, a rinchiudersi nella sua difficile, odiosa ingenerosità?  Chi sono  gli sponsor più  "pesanti" del fenomeno Cinque Stelle, se non i rappresentanti di questa ingenerosità? Chi se non questa ingenerosità militante ha messo i destini del Paese nelle mani di Grillo, l'uomo più pericoloso, a detta  dei  critici  più  severi? E  non  sto  facendo d'ogni erba un fascio: nulla divide il marcio del calcio, o del Vaticano, dal marcio della politica. Vorrei avere speranza, vorrei poter sperare che la politica sia in grado di rivoltarsi come un calzi no e scusate se credo che la partita più importante si giochi qui. Vorrei, altrimenti questa Italia è finita, non sarà più in grado di salvare se stessa.

Dario Fo

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[STAMPA] Grecia: intellettuali contro neo nazi, siamo tutti ebrei greci

 

Grecia: intellettuali contro neo nazi, siamo tutti ebrei greci
Roma, 28 mag. (Adnkronos) - "Siamo tutti ebrei greci". Si intitola cosi' la lettera aperta pubblicata da diversi quotidiani europei, e online, da un gruppo di intellettuali, tra i quali Dario Fo, AB Yehoshua, Oliviero Toscani, Bernard-Henri Le'vy, Amos Gitai e Bernard Kouchner in cui si lancia l'allarme su l'ingresso nel Parlamento greco della formazione neonazista Alba Dorata.
 
"Con il suo emblema ispirato alla svastica, il saluto hitleriano, i riferimenti al Mein Kampf, l'ideologia antisemita e razzista, la negazione dell'Olocausto, la violenza contro i migranti, le minacce contro i giornalisti ed altre personalita', il partito e' l'erede del partito nazional socialista tedesco che ha guidato l'Europa e il mondo nel caos e nel bagno di sangue", si legge sulla lettera aperta che ha come primo firmatario Benjamin Abtan, presidente del Movimento di base europeo anti-razzista.
"Sfortunatamente la Grecia non e' il solo paese minacciato da questo revival dell'ideologia nazista", continua citando esempi di altri preoccupanti gruppi neonazisti in altri paesi europei. E sottolinea come "questa crisi economica e sociale in corso, favorisce una frenetica ricerca di capri espiatrori e rafforza la paura del declino del vecchio continente".
 
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Prefazione di Franca Rame al libro"La regina di Medò" scritto da Pia Rame e edito da Mondadori nel 1979

La regina di Medò: un racconto della nostra vita, uno squarcio pieno di fantasia sulla nostra storia di gente di teatro, una realtà mai completamente finita che continua nei nostri destini che hanno preso strade e significai diversi, ma che restano sempre uniti da radici indistruttibili. Pia... ride e riesce a piangere insieme, poi si ferma ed è triste con un bel sorriso. S’innamora perdutamente di uno, ma lo lascia lì, per giocare a carte con le amiche. Va in cucina e prepara u  pranzo solenne come per un battesimo, ma poi si mangia un panino in piedi. Si veste come una regina per mettersi a lavare i piatti. Lavora giorni e giorni senza dormire, poi dorme due giorni con il telefono vicino. Le piace sentire il telefono che squilla nel sonno senza rispondere; è pazza, concreta, casta, passionale,  infedelissima, fedele, asessuata e carica d’amore, generosa fino a dar via la  camicia che del resto non porta mai, urla espressioni irripetibili, ma s’indigna alle scurrilità dette fuori tempo, è un’attrice brava, consumata, ma non sa recitare quando occorre l’ipocrisia. Si inventa bellezze morali e fantastiche in uomini che valgono meno d’un soldo, ma li pianta disperata quando s’accorge che ha inventato tutto lei. Un’immorale moralista; un’atea religiosa; una ragazza madre, orfana come madre a carico, divorziata prima ancora di sposarsi: questa è mia sorella. E La regina di Medò la rispecchia con assoluta fedeltà.

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[STAMPA] Dario Fo, un giullare contemporaneo

Un percorso di fresca spettacolarità per raccontare la figura poliedrica di Dario Fo. Scrittore, autore teatrale, attore e anche pittore. Una mostra che comincia dal presente per accompagnare il visitatore in un percorso a ritroso fino alle origini. A Milano, nelle sale di Palazzo Reale, fino al 3 giugno.
 
lo sbarco di lampedusa
 
Un bell’allestimento, con un alto grado di varia, fresca teatralità. Davvero bravo il curatore Felice Cappa, che ha inserito in ogni sala uno o più elementi di scena: pedane, pupazzi volanti, asticelle di legno denudate dai teli delle quinte. È poi possibile seguire, lungo tutto il tragitto espositivo, nei molti schermi televisivi, frammenti di spettacoli teatrali e opere liriche, lezioni di storia dell’arte all’aperto di fronte a chiese e cattedrali o frizzanti affabulazioni colme di arguzie e ammiccamenti.
Dario Fo (Sangiano, 1926; vive a Milano) svela ovunque e sempre, nel dipingere e nel fare teatro, nei suoi testi come nelle regie, quale personaggio o divertito narratore, un’intima, profonda coerenza espressiva, una corrispondenza creativa dove la varietà, anche cromatica, è insieme reale e metaforica.
Sulla copertina del consistente e ben documentato catalogo campeggia uno dei primi quadri esposti, il vasto Quarto Stato con Dario e Franca (2011), con in primo piano il viso aperto di Fo e sullo sfondo alcuni volti mossi, ritoccati, rielaborati, ma ben riconoscibili, del popolo che avanza di Pellizza da Volpedo. La mostra inizia dalle opere più recenti, con molti lavori datati 2011 e 2012, insieme a video che mostrano la bottega di lavoro – in tanti che contribuiscono a dipingere – e Fo che interviene, magari con il pennarello, i colori particolarmente vivaci, spesso gialli e verdi acidi da evidenziatore. Ci sono spesso delle scritte sulle tele: denunce, accuse o amare riflessioni. “Ma noi italici abbiamo altro a cui pensare”, si può leggere all’interno di una delle barche dello Sbarco di Lampedusa, ma parole paiono scorrere sovrimpresse anche in Africa. Vi lasceremo un gran bidone e in Incidenti mortali sul lavoro” (2011).
 
saviano con leone e statua
 
In questo percorso a ritroso – incontrando anche i burattini della Famiglia Rame, un pubblico composto di “teste di legno” – ci si accorge a un certo punto che il tempo sembra condensarsi troppo in fretta. Si vorrebbero vedere, degli anni antecedenti e di poco successivi l’indimenticabile capolavoro di Fo, Mistero Buffo, più locandine e bozzetti del periodo d’oro, delle sue opere più spregiudicate, anticonformiste, piene di canzoni, di ritmi allegri, colme di proteste e smorfie, prese in giro e accuse ai potenti. È possibile tuttavia soffermarsi su alcune ricerche dei primi anni, dopo gli studi a Brera, dove si coglie l’ansia di cimentarsi in più stili cercando il proprio. Molti gli echi da Chagall, con quelle creature sospese, i colori che vanno oltre i contorni, dove la realtà pare sempre immersa in un’atmosfera onirica. Eppure sembra ancora che sia troppo poco, specie rispetto alle prime sale, dedicate alla sua attività attuale.
Dario Fo a Palazzo Reale: un’ulteriore conferma del valore di questo personaggio anche in campo artistico. Così recitava la motivazione del Premio Nobel a Fo, assegnato nel 1997: “Figura preminente del teatro politico che, nella tradizione dei giullari medievali, ha fustigato il potere e restaurato la dignità degli umili”.
 
Valeria Ottolenghi
Milano // fino al 3 giugno 2012
Dario Fo – Lazzi, sberleffi, dipinti
a cura di Felice Cappa
Catalogo Mazzotta
PALAZZO REALE
Piazza del Duomo
02 54913
www.mostradariofo.it

 

Dario Fo AutoritrattoIl quarto Stato con Dario e Francatristano e isotta sorpresi nel bosco

Saviano con leone e statuatorre di babele e ponte di messinanatale al carcere di san vittore

adorazione dei magimaggio alla tempesta di giorgionelo sbarco di lampedusa

rapporto sessuale in sezionemaschere che riproducono storie realiil terremoto dell'aquila

omaggio a bosch e brueghelrecitare l'osceno è permesso. la satira è proibita

fonte: airtribune.com

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DARIO FO RACCONTA LA SATIRA CON STEFANO BENNI - MILANO, PALAZZO REALE, LUNEDI' 28 MAGGIO ORE 18.30

Lunedì 28 maggio 2012 ore 18.30
Palazzo Reale, Sala delle Otto Colonne
Ingresso libero (fino ad esaurimento posti)

Dario Fo incontra Stefano Benni, scrittore, poeta e giornalista.  Nel 1976, con l’uscita del suo primo libro Bar Sport, Benni si è imposto come uno degli scrittori più importanti e prolifici del panorama letterario italiano; egli riesce a muoversi dai romanzi ai racconti, dalle raccolte di poesie al teatro e perfino al cinema.

Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura nel 1997, ha inaugurato il 23 marzo a Palazzo Reale la sua mostra di dipinti prodotti in più di cinquant’anni.  La mostra continuerà fino al 3 giugno 2012.

Durante la conferenza i due amici di lunga data tratteranno della difficile situazione in cui si trova a vivere il nostro Paese. Naturalmente si dovrà prendere in considerazione anche il cataclisma politico nato in seguito alle ultime elezioni. Si cercherà di analizzare l’argomento con ironia e serietà.

Con questo appuntamento si chiude il ciclo di incontri con i letterati e gli studiosi dell’arte e della satira. E’ prevista la presenza di numerosi allievi dell’Accademia di Brera e della scuola di teatro Paolo Grassi.
Tutti potranno partecipare al dialogo.

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[AUDIO] Dario Fo contro Macao (incontro Ansaldo a Mi 18/05/2012)

REGISTRAZIONE DELLO SFOGO DI DARIO FO CONTRO IL "COLLETTIVO" MACAO ANSALDO (MI)
 
ORE 19:30 Dopo l'apertura dell'assessore Boeri a MACAO, e la dichiarazione del collettivo di MACAO di non volersi presentare all' adunata pubblica organizzata dal comune di Milano, quindi di non accettare l'offerta, lasciando l'Ansaldo.
 
Di seguito lo sfogo di Dario Fo imperniato su:
1. carenza di idee del collettivo, dichiarerà che bisogna avere delle idee per occupare uno spazio, a che serve un'occupazione senza idee? Citerà il caso della loro occupazione della palazzina liberty a Milano e del teatro piccolo di Strelher
2. arroganza per non voler discutere in assemblea e poca umiltà "non ci siamo mai alzati andando via con un vaffanculo in questa maniera."
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[STAMPA] B. secondo il comico "Psiconano truffolo e testa d'asfalto"

di Valentina Gasparro su ilFattoquotidiano di martedì 22/05/12
 
Oggi Silvio Berlusconi studia il "modello Grillo" e le sue parole d'ordine per recuperare un po' di consenso. Ma per anni il comico genovese ha strappato applausi proprio a spese dell'ex premier, dal "nano Truffolo" al celebre "psiconano, quello che straparla di sicurezza nelle piazze con la badante rossa" (27 settembre 2006). Già nel 1989 Grillo spiegava nei suoi spettacoli: "Ha comperato tutto, il Milan, la Standa per metterci la Carrà e anche l'Aids da quando ha saputo che si trasmette facilmente" (6 agosto 1989). Poco più tardi ironizzava sulle promesse del neo presidente del COnsiglio: "Berlusconi offre un milione di posti di lavoro e ci crede pure, cu crede sul serio, lui. Ma avete mai visto un uomo di Stato che giura sulla testa dei suoi figli? Non lo faceva neanche Bokassa, che di figli ne aveva 75". (7 gennaio 1996)
 
Impietoso sui capelli ("Testa d'asfalto") e sul fisico: "Ma lo avete visto al G7? Era il più piccolo di tutti. Un nanetto così in una società civile lo avrebbero messo a decorare il giardino". (7 gennaio 1996). "Lo psiconano è Berlusconi , truffolo è uno spot vivente, non c'è, non esiste, è un ologramma, un venditore di bava", commenta il comico durante un'intervista a Euronews (20 settembre 2007). Il politico-oleogramma alla ricerca di Bersani: Il PDmenoelle è l'assicurazione sulla vita di Berlusconi, è arrivato il momento di non rinnovare più la polizza". (12 luglio 2009)

 

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