LIBERAZIONE: PIERO SANSONETTI SUL PONTE DI MESSINA | Franca Rame: Teatro, Politica. | Senatrice dall'aprile 2006 al gennaio 2008

Liberazione 26-10
Piero Sansonetti
Il governo va sei volte sotto al Senato dove dipietristi e altri centristi votano con il centrodestra per tenere in piedi una società inutile (ponte di Messina)
Il premier li accusa di occuparsi solo di loro interessi particolari e chiede la verifica. Vittoria sull'acqua pubblica: no alla privatizzazione. Si vota fino a tarda notte
I moderati (corrotti) del centrosinistra
silurano Prodi, che reagisce furioso
Nei giorni scorsi sono uscite molte indiscrezioni sull'incontro che noi, promotori del 20 ottobre, abbiamo avuto con Romano Prodi alla vigilia della manifestazione. Alcune abbastanza vicine al vero, alcune fantasiose. C'è un obbligo di riservatezza che non consente di rendere pubbliche alcune osservazioni del premier su vari aspetti delle recenti vicende politiche. Penso che questo obbligo possa essere rotto solo per confermare una affermazione del premier che, alla luce dei fatti, mi è sembrata quasi profetica, e che del resto - seppure con qualche diplomazia - Prodi ha confermato ieri pomeriggio in conferenza stampa. Non ricordo le parole esatte pronunciate da Prodi nel colloquio con noi, ma sicuramente il Presidente del Consiglio ha accennato ai rischi che "la corruzione" finisca per causare la rovina di questo governo. E chiaramente si riferiva ai possibili gesti di rottura di alcuni senatori che appartengono ai settori "centristi", cioè moderati del centrosinistra, dettati non da dissenso politico o ideale ma da interessi privati concretissimi.
Cosa è successo ieri? Che alcuni senatori che appartengono ai settori moderati del centrosinistra hanno votato insieme alla destra per mantenere in vita una società che ha l'incarico di ricevere soldi dallo Stato per progettare e realizzare il ponte sullo stretto di Messina. Il fatto è che l'attuale governo ha deciso di non realizzare quel ponte, e di conseguenza la società in questione riceve ora soldi, e li gestisce, per non fare nulla. Diciamo che la decisione di mantenere in vita quella società - presa mettendo in minoranza il governo - è qualcosa di molto simile a una truffa. Vogliamo usare parole più dolci? Diciamo che si tratta di un "affare". E' un affare di parecchi milioni di euro che riguarda due contraenti. Lo Stato, che paga senza avere in cambio nulla, e alcuni privati che ricevono soldi senza dover fornire alcun servizio.
Poi, se volete saperla tutta, c'è il fatto che - così dicono le malelingue - a brindare per il voto di ieri in Senato è stata la mafia.
Naturalmente, quando si è saputa questa notizia - mentre ancora prosegue il duello tra i moderati Mastella e Di Pietro - tutti hanno pensato: dopo una simile porcata, ora il clima si surriscalderà ancora perché certo quel moralista di Di Pietro non la lascerà passare liscia. E indicherà a nome i senatori del centro sinistra responsabili di questo "salto del fosso", coprendoli di insulti e invitando i magistrati a indagare su di loro. Come fa spesso. Macché. Niente. Di Pietro silenzioso. Come mai? Perché, si scopre a sorpresa, i senatori che hanno saltato il fosso sono proprio quelli del suo gruppo, cioè sono i dipietristi, gli sceriffi, che evidentemente hanno una idea un po' speciale del mito di "mani pulite". Qui di pulito c'è molto poco. Chissà che ne pensa Beppe Grillo. Chissà se organizzerà un Dipietrovaffanculo day...
A meno che Di Pietro, ragionando sull'accaduto, non decida di prendere le distanze dal comportamento dei suoi senatori. No, niente: le reazioni alla capriola della mattinata non sono - come ci si potrebbe aspettare - una levata di scudi di Di Pietro contro il suo gruppo. C'è solo una senatrice del gruppo dipietrista che perde le staffe e sbatte la porta. E' Franca Rame, che - ad essere sinceri - non avevamo mai capito come fosse finita con l'ex giudice e i suoi, ma prendiamo atto con soddisfazione che alla fine si è resa conto della situazione.
Adesso ci si trova di fronte a una situazione molto curiosa. Il governo non ha più maggioranza perché ben tre gruppetti moderati gli fanno la guerra: i diniani, i mastelliani e i dipietristi. I diniani fanno storia a sé. Dipietristi e mastelliani si accusano reciprocamente di orrendi misfatti, e cioè fanno contemporaneamente la guerra a Prodi e la guerra tra loro. Di Pietro ancora ieri ha confermato che su Mastella pendono sospetti, cioè che non si può giurare che sia un galantuomo. Sospetti che Mastella, a buon diritto, dopo il voto sul ponte, potrebbe ritorcere contro il suo antagonista.
Nel pomeriggio Prodi ha convocato una breve conferenza stampa, trasmessa in diretta dal Tg3, nella quale ha chiesto una verifica di governo. Ha detto, con parole appena un po' più sfumate, quello che è scritto qui sopra. Cioè ha detto che alcuni partiti della maggioranza invece di occuparsi degli interessi del paese si occupano dei propri interessi particolari. E badate che con l'espressione "interessi particolari" Prodi non faceva riferimento a interessi politici, ma proprio ad interessi particolari. Come dire: fatti di carta moneta.
La crisi davvero è divenuta difficilissima. Anche perché molti "boatos" dicono che all'interno del Partito democratico ci sono settori consistenti che ormai non vogliono più Prodi a Palazzo Chigi. Certamente le primarie di 10 giorni fa e l'investitura di Veltroni - come era ampiamente previsto - sono stati una mina per Prodi e la mina è pronta a scoppiare.
Mentre iniziamo a stampare il giornale, a tarda sera, in Senato ancora si vota. Non sappiamo come finiranno gli scrutini, niente garantisce che il governo non sia già finito in minoranza quando voi leggerete il giornale, o che ci finisca nelle prossime ore o nei prossimi giorni.

Argomento:

Discussione politica

Commenti

Grazie Franca

Collegamento permanente Inviato da Gianpaolo il Dom, 10/28/2007 - 20:29

Sono orgoglioso di averla votata.

Gianpaolo

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Sansonetti e la menzogna.

Collegamento permanente Inviato da davide.s il Dom, 10/28/2007 - 21:04

Cara Franca,
spero di cuore che tu non dia credito alle falsità che costui distribuisce nel suo articolo.
Utilizza un metodo assai becero, il sillogismo. Per lui votare per la sopravvivenza della società "Stretto di Messina" equivale ad una patente di mafiosità, non contano i numeri ed i soldi che noi contribuenti saremmo chiamati a pagare per questo sottile gioco al massacro, su DiPietro.
Ma voglio confutare le fesserie che questo giornalista scrive, lo faccio con i fatti e la storia.

Il 30 luglio 1999, l'allora sottosegretario alla presidenza del consiglio, Marco Minniti, viene intercettato durante una conversazione telefonica con l'allora direttore della Società Stretto di Messina, Nino Calarco. Calarco e Minniti parlano di politica e dell'ex presidente Francesco Cossiga, infine il direttore si rivolge per chiedere un favore: “Senti una cosa... l'unica potenza che tu non riesci a esplicare... con questi maledetti burocrati del ministero dei Lavori pubblici... ancora questo decreto del bando non c'è!”.
L’argomento in questione riguarda un bando per il finanziamento della Società Stretto di Messina, che Nino Calarco vorrebbe che fosse acquisita dall’ANAS. Della questione il direttore dice di averne parlato direttamente con il Presidente del consiglio Giuliano Amato. “E Con Giuliano Amato come è andata?” gli chiede Marco Minniti. “Favoloso, favoloso” gli risponde Calarco. “Però il problema caro Marco è che bisogna trovare nella Finanziaria un po' di spiccioli perché io debbo chiudere la società perché non ho più una lira! ... Non è che è una grossa cifra... 4... 5 miliardi... “.
Una decina di giorni più tardi Minniti chiama nuovamente il direttore Calarco. Quest’ultimo ritorna sul tema del finanziamento della Stretto di Messina: “Marco, ti volevo segnalare due cose... primo che in questa Finanziaria... qualche cosa la dovete inserire... L'altro è che Bargone rema contro... ancora... dice che è andato da D'Alema... a dire... ma quale, il ponte sullo Stretto!”. Minniti interrompe per rassicurare il presidente: “Ho capito va boh... adesso vedo io...”

Due precisazioni:
a)I soldi alla fine furono trovati, salvando la società Stretto di Messina che altrimenti sarebbe finita in liquidazione senza nessun aggravio per le casse dello Stato.

b) quella finanziaria fu approvata da 3/4 dell'attuale maggioranza, era in carica il governo Amato.
L'allora Senatore Antonio DiPietro non diede mai la fiducia a quel governo presieduto dall'ex leader socialista.

Questa è la stroria.

Cordialmente,
Davide Scaramuzzino

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L'Italia

Collegamento permanente Inviato da alberto66 il Dom, 10/28/2007 - 22:26

Io come tanti sono sconcertato dalla molteplicita' e contradditorieta' delle opinioni dei politici, dei direttori dei giornali e financo dei blogghers. Ma vi rendete conto? prendiamo la vicenda sullo stretto di messina, stai a sentire di Pietro e sembra che stando a quanto dice lui stava facendo le cose per benino e per il bene dell'Italia, senti i tiggi' e invece dicono l'opposto che si e' alleato per quella votazione con la destra, poi senti l'onorevole franca rame incazzata nera con di pietro e se ne va via, e pare che ha ragione lei contro di pietro. La molteplicita' di opinioni anche contrapposte e' un bene e' sintomo di democrazia penso di dire una cosa ovvia ma ora si esagera non si capisce nulla nella mia mente quando leggo e ascolto le cose di politica e' un turbinio di pareri contrastanti, divergenti, similconvergenti, parzialmente d'accordo, parzialmente in disaccordo, chi propone la legge elettorale proporzionale secca, chi proporzionale con sbarramento al 5% chi proporzionale con sbarramento al 10% chi misto proporzionale con correzione maggioritaria, chi maggioritario con correzione proporzionale, chi maggioritario a turno unico, chi maggioritario a doppio turno, INSOMMA NOI CITTADINI NON CI CAPIAMO UNA MAZZA.
E' ora di mettersi d'accordo prima, ma senatrice franca rame le faccio una domandina ina ina E' COSI DIFFICILE FARE IL BENE DELL'ITALIA??? IN SPAGNA FRANCIA O GERMANIA CI RIESCONO.
La germania nazione sconfitta pesantemente e' una nazione traino dell'economia, perche' noi non siamo uniti per un progetto comune? mi sento come nel periodo dei comuni nel 1100 questa divisione ci sta facendo male CI STA FACENDO MARCIRE DENTRO. Senatrice faccia qualcosa!!!

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Per Alberto 66 da Redazione

Collegamento permanente Inviato da Franca Rame il Mar, 10/30/2007 - 11:15

Caro Alberto,
immagino che anche il Presidente Prodi condivita il tuo sgomento: si trova a governare qualcosa come 16 "partiti", tutti che rivendicano un risultato da mostrare ai propri elettori, con grandi antagonismi e manie di protagonismo. Come si fa a tenere assieme una maggioranza tanto diversa nella visione degli obiettivi e dei mezzi?
Quale immagine può dare di sè questa compagine di governo?
redazione

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Governo

Collegamento permanente Inviato da FrancoK2 il Mer, 10/31/2007 - 03:03

è molto difficile, per questo serve una nuova legge elettorale che renda più stabile il governo e ridia agli elettori il DIRITTO di potere scegliere il candidato, senza la forzatura della lista di partito.

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Fonti

Collegamento permanente Inviato da FrancoK2 il Mer, 10/31/2007 - 03:01

Sarebbe sempre bene citare le fonti quando si parla di cose dette da altri. :-)

Questo è un articolo tratto da Panorama riguardante la vicenda di Minniti e Calarco:

http://www.morganaweb.com/canali/articoli/panorama01.htm

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Dov'è la verità?

Collegamento permanente Inviato da davide.s il Dom, 10/28/2007 - 22:07

Franca, dopo una lunga ricerca l'ho beccato!
Eccoti le dichiarazioni rese al Senato dal Senatore Boccia. Si evince chiaramente la preoccupazione del governo per un'eventuale approvazione dell'emendamento.

Verba volant, scripta manent.

"Questa mattina l'opposizione si è trovata due volte in difficoltà, come risulta dal verbale, per questioni veramente di errori materiali dei colleghi, una volta per scelta di alcuni colleghi sulla scuola della pubblica amministrazione (oggettivamente ha ragione il presidente Schifani: alcuni di noi hanno votato contro quell'emendamento), poi, signor Presidente, c'è stata la questione sullo stretto di Messina. Credo che la verità vada detta, sempre nel rispetto di tutte le opinioni, anche di quelle che cambiano". Lo dichiara intervenendo in Aula il senatore dell'Ulivo Antonio Boccia che aggiunge: "Ma questa mattina proprio il presidente Schifani aveva chiamato l'Assemblea al senso di responsabilità, sostenendo che approvando quell'emendamento della Commissione si sarebbe messa in discussione la credibilità del nostro Paese di fronte a grandi imprese internazionali. Insomma, era preoccupato. Non aggiungo altro, perché il presidente Schifani ricorderà meglio di me e d'altro canto il Resoconto è chiaro. Noi abbiamo ritenuto di dover fare una riflessione. Anzi il relatore, ancorché dicendo di non essere convinto, ha proposto all'Assemblea il ritiro di quell'emendamento per tornare al testo del Governo, cioè in fondo accogliendo le preoccupazioni del presidente Schifani la questione, quindi, è stata rimessa alla Commissione. Nella Commissione bilancio è accaduto che il Gruppo Forza Italia - ma poi anche gli altri Gruppi dell'opposizione - abbia votato contro il ritiro di quell'emendamento. Di certo - conclude Boccia - noi abbiamo i nostri problemi, però anche gli altri hanno i loro, se li tengano e non li nascondano".

http://www.senato.it/ulivo/comunicati/071025_9.htm

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IDV e Franca Rame

Collegamento permanente Inviato da Alessandra Biondi il Lun, 10/29/2007 - 11:37

Mi sono iscritta nel suo blog per capire le profonde ragioni con le quali si è dissociata dall'IDV dell'On.Antonio Di Pietro, proprio ieri mi sono loggata nel blog di Di Pietro per postare ciò che penso ovvero :
"dietro alle infrastrutture ed alle grandi opere di Stato c'è il RICICLAGGIO del danaro pubblico"....le faccio il "copia-incolla" di ciò che ho postato, in tanti hanno risposto parlando con giusta causa di quanto i giudici (Forleo e De Magistris siano rimasti SOLI ed abbandonati nella loro grande opera di ricostruzione legale di queste trame.....E PURTROPPO NON HANNO CAPITO CHE L'ITALIA INTERA CON I SUOI MISTERI E' FONDATA SU QUESTI PALI DI ENERGIA E SINERGIA ed è per questo che parte della Magistratura -i veri poteri forti- li ostacola)...... Un caro saluto Alessandra
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28.10.2007
lo sconcerto Italiano è allarmante, occorre snellire lo STATO con infrastrutture finanziate da Regioni ed Enti locali, NO allo spreco!
Caro On.Di Pietro Lei non è un bravo Ministro, ha sprecato molti soldi pubblici.....dal "Passante" (ci spieghi come si è gonfiata economicamente la spesa partendo dall'appalto) al "Ponte" dove ha messo "Le sue Mani Pulite dall'Ingegno dell'Italia dei Valori" non ha creato che SCIALAQUI! Ora per il Suo PROTAGONISMO si affretta ad appoggiare persone lodevoli come il De Magistris e la Forleo.....
Ma Lei On.Di Pietro con chi crede di aver a che fare????????????
Non credo che dopo la FIGURA MESCHINA della Assoluzione in CASSAZIONE per i reati dell'On.Berlusconi gli si possa ridare fiducia andando ad un Governo con Lui e vambiando Ministero, non credo che il Governo Prodi abbia dato buoni esempi e se proprio vogliamo farlo cadere basta un soffio: verifiche fiscali sulle entrate sue e delle sue società prestanome, dalle escalation in Borsa al ristorno economico (io commissarierei la CONSOB che si presta sempre a questi giochi indipendentemente dalla politica di turno) all'acquisto dei terreni, alla disonesta politica dell'acquisto dei voti degli extracomunitari.
Mi creda per SBUGIARDARVI TUTTI serve fare visure camerali (per vedere le società come sono composte e poi controllare le fatture che emettono e gli incassi.....il Fisco lo potrebbe fare) in Italia ed all'Estero, visure catastali di immobili in Italia ed all'Estero e infine accertamenti bancari in Italia ed all'Estero.....chissà se rimane qualche onesto in Parlamento!!!!!!
Purtroppo noi Italiani - ITALIENI siamo ITALIOTI - "italiani idioti" a credere sempre e sperare......

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assoluta malafede

Collegamento permanente Inviato da andrea cognetta il Lun, 10/29/2007 - 11:51

Piero Sansonetti è in assoluta malafede ed esamina i fatti distorcendoli. Andate a leggere i post di DiPietro di questi giorni (su www.antoniodipietro.it) per capire veramente come stavano le cose e soprattutto i soldi che lo stato avrebbe dovuto sborsare se fosse stata abolita la società Stretto di Messina.
Sono deluso da lei, onorevole Franca Rame, che non si fida di Di Pietro, non considera le sue validissime ragioni e contribuisce, anche se certamente in buona fede, a distorcere la verità.

andrea cognetta

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Malafede

Collegamento permanente Inviato da FrancoK2 il Mer, 10/31/2007 - 02:54

Mentre posso concordare con il pensiero sul giornalista, non posso farlo sulla Senatrice Franca Rame.

Bene fa a non fidarsi di Di Pietro, non perchè Di Pietro sia una persona di cui non fidarsi, anzi, ma per fare all'interno della Italia dei Valori, quello che Di Pietro fa all'interno del governo: fedele alleato nel momento in cui le idee coincidono, ma attento osservatore (ed attivo interlocutore) nel momento in cui le idee differiscono (o sembrano differire).

Come Di Pietro è andato a contestare a Prodi la sua scelta sull'indulto, così la Rame avrebbe dovuto andare da Di Pietro a chiedere perchè non chiudeva subito la società del ponte di Messina. In questo modo avrebbe saputo da subito i motivi che, per il pubblico, sarebbero stati più chiari qualche giorno dopo, e non avrebbe preso delle scelte che, sono certo, la nostra Senatrice ha preso troppo in fretta e che, con il senno di poi, andrebbero riviste.

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Per favore Franca, RISPONDICI !!!

Collegamento permanente Inviato da Salvatore Rizzo il Lun, 10/29/2007 - 12:04

Stimatissima Franca Rame,

per favore, dicci cosa ne pensi dei chiarimenti di A. Di Pietro nel suo ultimo post sul suo blog su questa vicenda che vi vede inspiegabilmente divisi.

Abbiamo bisogno di sapere se tu hai mal interpretato o se lui ha commesso un errore o se adesso vi siete capiti e avete il coraggio di dire "Mi sono sbagliato/a"

Grazie.

Salvatore Rizzo
http://unmondopossibile.blogspot.com

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Comunicato Stampa su Società Ponte di Messina

Collegamento permanente Inviato da Giuseppe Vatinno il Lun, 10/29/2007 - 12:57

Cara Franca,
sul Ponte le cose sono un po' diverse.
Posto questo mio comunicato stampa sperando che contribuisca a chiarire la situazione.
Cordiali saluti,
Giuseppe Vatinno

FINANZIARIA: PONTE; VATINNO (IDV), NON C'E' PEGGIOR SORDO...
(ANSA) - ROMA, 25 OTT - 'Non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire. Il grande schiamazzo politico-mediatico che si e' levato sul voto di IdV in parlamento contrario alla chiusura della societa' Stretto di Messina S.p.a., e' indice di approssimazione cognitiva della questione', afferma Giuseppe Vatinno, Responsabile Nazionale Energia di Italia dei Valori e Consigliere del Ministro delle Infrastrutture. 'Mantenere una Societa', la cui chiusura avrebbe comportato oneri e penali per almeno 500 milioni di euro - aggiunge - non vuol certo dire che si da' il via libera al Ponte sullo Stretto anzi, come giustamente spiegato dal Ministro Di Pietro, tale cifra, insieme al miliardo di euro risparmiato, andra' a coprire le spese per le metropolitane Di Palermo, Catania e Messina, piu' il collegamento Agrigento - Caltanisetta. In questo IdV e' stata sempre coerente fin dai primi incontri politico-programmatici che facemmo nel 2003 con gli altri partiti del centrosinistra'.(ANSA).

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In risposta a Vatinno e per tutti - da Franca

Collegamento permanente Inviato da Franca Rame il Lun, 10/29/2007 - 16:10

Il mio voto in Senato sulla liquidazione della Società Ponte di Messina è coerente con il programma di governo, che non prevede la costruzione del ponte: condizione che rende la società un ente privo di finalità, e pertanto da liquidare. Ho ritenuto necessario scongiurare definitivamente la costruzione di un’opera infausta, già causa di grande scialacquamenti di denaro pubblico ed oggetto di interesse delle mafie locali, secondo le dichiarazioni della DIA.

Per quanto riguarda i costi, desidero sottolineare che un ente il cui bilancio aumenta di anno in anno pur senza aver sostanzialmente un fine precipuo, è utile solo a coloro che incassano danari senza offrire alcun servizio alla collettività.

Infine, per quanto riguarda le penali risulta che lo stesso presidente della Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, abbia precisato che non sono previste penali fino all'approvazione del progetto definitivo ed esecutivo.

Il che dovrebbe significare che quel contratto su un progetto preliminare si puo' ancora recedere senza sprecare risorse pubbliche .

Franca Rame

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Quello che unisce e quello che divide

Collegamento permanente Inviato da FrancoK2 il Mer, 10/31/2007 - 02:47

Io penso che sia una fortuna che ci sono persone indipendenti che ragionano con la loro testa e non seguono pedissequamente quello che gli altri vogliono far loro credere.
Inoltre trovo che sia quasi impossibile che due persone la pensino esattamente allo stesso modo su tutti gli argomenti, magari saranno concordi su molte cose, ma non su tutte.
Vediamo ora, con calma, quello che unisce e quello che divide Franca Rame da Antonio Di Pietro, nel post precedente.

>Il mio voto in Senato sulla liquidazione della Società Ponte di Messina è coerente con il programma di governo, che non prevede la costruzione del ponte:

Ecco una cosa che ora vi unisce: Di Pietro ha già firmato per mandare altrove i soldi destinati da Berlusconi al ponte.

>condizione che rende la società un ente privo di finalità, e pertanto da liquidare.

Ed eccone una che vi divide (forse).
Entrambi concordate che la società sia privo di finalità, ma Di Pietro preferisce farla assorbire da un altro ente, invece che liquidarla.
Di Pietro afferma che ci sono delle penali da pagare in caso di liquidazione; io avevo letto la stessa cosa al tempo della partenza del progetto, quindi in tempi non sospetti, anche se ora molti dicono che non sia vero.
Faccio l'avvocato del diavolo e ipotizzo che non ci siano penali.
Congelarla e farla assorbire dall'ANAS mi pare un modo "pulito" per chiudere la società.
E se invece avesse ragione Di Pietro?
Abbiamo da un lato l'assorbimento invece della liquidazione contro il rischio di pagare centinaia di milioni di euro di penale o nessuna penale da pagare (secondo quelli che dovrebbero incassarle).
Io non avrei dubbi su cosa scegliere.

> Ho ritenuto necessario scongiurare definitivamente la costruzione di un’opera infausta,

Ed anche qui siete d'accordo: D.P. ha tolto i fondi, ha chiesto l'assorbimento della società e fino a che lui è Ministro non si farà il ponte.

>già causa di grande scialacquamenti di denaro pubblico ed oggetto di interesse delle mafie locali, secondo le dichiarazioni della DIA.

Altropunto su cui concordate: infatti ha tolto i fondi in modo da fermare lo sperpero del denaro pubblico.

>Per quanto riguarda i costi, desidero sottolineare che un ente il cui bilancio aumenta di anno in anno pur senza aver sostanzialmente un fine precipuo, è utile solo a coloro che incassano danari senza offrire alcun servizio alla collettività.

Idem, come sopra.

>Infine, per quanto riguarda le penali risulta che lo stesso presidente della Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, abbia precisato che non sono previste penali fino all'approvazione del progetto definitivo ed esecutivo.
>Il che dovrebbe significare che quel contratto su un progetto preliminare si puo' ancora recedere senza sprecare risorse pubbliche .

Il condizionale è d'obbligo. E se Ciucci si sbagliasse? Pagheremmo noi.

Molto meglio evitare anche il dubbio che alcuni avvocati azzeccagarbugli provino a far perdere tempo e denaro (sempre denaro pubblico è) intentando una causa sperando di vincerla.

Quindi a cosa si riduce lavostra divergenza di vedute?

Al volere liquidare una società sprecona e forse collusa con la mafia invece di farla assorbire dall'ANAS fermando lo stesso lo spreco e sottraendo i soldi alla mafia? o_O

Direi che non è il caso dilitigare per una cosa del genere, discutere forse, ma lasciare il partito per un fatto del genere è solo un regalo a chi non vuole gente ed idee innovative in Parlamento.

Senatrice Rame, si lasci guidare dalla sua intelligenza e non dia troppo retta a quanti cercano, magari in buona fede, magari per un articolo o un "sentito" dire, di metterle in testa "certezze" che non hanno attinenza con i fatti.

Distinti saluti

Franco Cappa

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Carissima signora Rame

Collegamento permanente Inviato da darida22 il Mar, 10/30/2007 - 12:36

Carissima signora Rame,
non è che se lei scrive in rosso e grassetto ha più ragione di prima, anzi sembra voler soverchiare le opinioni di quanti le rispondono, sembra voler urlare più forte di tutti quelli che finora l'hanno voluta incoraggiare ad andare avanti perché ha fede in persone eticamente affidabili come Lei. La prossima volta vorrebbe scrivere in "Viola + gigantesco" per far risaltare la Sua opinione su quella degli altri? Il blog è Suo, ma abbia rispetto anche per chi lo legge,aggiungendo la Sua risposta come un altro post.
Entrando nel merito della faccenda, "Il mio voto in Senato sulla liquidazione della Società Ponte di Messina è coerente con il programma di governo, che non prevede la costruzione del ponte: condizione che rende la società un ente privo di finalità, e pertanto da liquidare." : siamo tutti d' accordo, quello su cui non siamo d'accordo e il "come" vada liquidato tale ente. Gli italiani hanno fiducia in Di Pietro, dice un sondaggio, e sa perché? Perché per la prima volta c' è qualcuno che si degna di fare ciò che farebbe un qualsiasi Azzeccagarbugli, legge le carte ed evita che le trappole che questi politici, finti scemi e troppo furbi, sanno affogare nei contratti; in parole povere il Suo stesso programma da senatrice, tagliare spese inutili e far risparmiare un po' di soldini agli italiani. O mi sbaglio?
Con sincera stima.
Una Sua elettrice
D.A.